Ma all’improvviso sento che l’anziana madre richiama Assunta con una scusa palesemente inventata. Chissà forse ha notato il mio traffico manuale e vuole interrompere sul nascere un qualcosa che le è sgradito. Rientriamo quindi a sedere nel nostro scompartimento, con mia grande delusione. Continuo a sedere affianco ad Assunta ma decido di procrastinare i toccamenti che le ho riservato a tempi più tranquilli.Il treno continua a correre nella notte, mentre tutto nello scompartimento c quieto. Arriviamo nella stazione di Latina ed imbarchiamo il solito carico di pendolari del week-end.La quiete nello scompartimento è di nuovo interrotta dall’irrompere di una signora che si siede ad occupare il posto di fronte al mio. E’ una signora estremamente spigliata e simpatica: apprendo che si tratta di una professoressa (non ricordo più se di Inglese o di Matematica), supplente a Milano, in una scuola media del quartiere Baggio. L’abbigliamento apparentemente dimesso non fa giustizia al suo corpo piccolo ma ben proporzionato, anche se due particolari mi colpiscono. Le gambe di quella signora, che d’ora in poi chiamerò la Professoressa, sono inguainate in raffinate calze a rete bianche, mentre ai piedi calza delicate scarpe col tacco.L’insieme mi intriga. Lei stenta a credere che io sia laureato in Ingegneria Elettronica e mi occupi di informatica, anche se mi dr molto meno dei miei 27 anni (in sé un complimento niente male, penso), ma io la prendo come uno scherzo. Forse la ingannano i miei occhi azzurri e la mia faccia da bravo ragazzo, penso. Dopo una mezz’oretta in cui penso che abbiamo consumato tutti i luoghi comuni (dal governo alle tasse, dall’effetto serra alla ricerca sul cancro), la Professoressa esordisce con una proposta che mi lascia di stucco. Propone a tutti i viaggiatori di riunire i sedili e sdraiarsi.La proposta viene accettata da tutti con entusiasmo, dal momento che il sonno avanza e l’indomani si prospetta lavorativo per ognuno. Riuniamo cose i sedili e mi ritrovo steso accanto alla Professoressa, con le calze a rete a poca distanza dal mio viso. Mi ritrovo anche in una posizione più che utile per saggiare la consistenza del deretano di Assunta che si protende florido e disinvolto verso di me. Spegniamo la luce, e il poco spazio rende inevitabili morbidi contatti di corpi, mentre mi lascio cullare dal dondolio del treno.Con il favore delle tenebre la mia mano scivola silenziosa e felice verso lamorbidezza di Assunta, presentandosi come un gentile toccamento. Ma con l’andar del tempo il toccamento diviene sempre più deciso, fino ad assumere i connotati di una decisa palpata. Le liscio le polpose natiche, sentendo il suo piacere nel dormiveglia. Decido di osare di più: un po” alla volta riesco a introdurre la mano sotto il suo golfino di cachemire. La mia mano scivola gentilmente sulla sua calda schiena, mentre con l’altra mano ho preso a sollevarle, piano piano, millimetro dopo millimetro, la gonna. Le mie mani vagano alla ricerca di reggicalze ed autoreggenti che la mia fantasia erotica presentiva. Il calore delle suo cosce polpose è paradisiaco, e mi rende ancora più audace… Sono arrivato con una manovra da intenditore ad introdurle completamente la mano sotto la gonna. Mentre il mio gomito mi lancia segni di intorpidimento misto a dolore ho finalmente la conferma dei miei sospetti. Assunta la porcellona sta godendo delle mie carezze: lo sento dall’agitarsi nervoso delle sue gambe e dal sussultare del suo culo. Senza più freni le abbranco il reggiseno e riesco ad introdurre parte della mano nella parte più bassa del suo florido seno, spingendo senza posa alla ricerca di capezzolo ed areola.Mentre intuisco coll’indice il capezzolo più duro della mia vita, ho la conferma delle mie torbide fantasia. Assunta, che ho istantaneamente battezzato "Culetto d’oro", porta un eccitante reggicalze ed un minuscolo tanga. Non riesco ad apprezzare appieno forma e colori, date le tenebre, ma le mie mani hanno imparato a menadito la lezione impartita dalle sue curve sode, calde, eccitanti.Tutto fila per il meglio, ho letteralmente nelle mie mani la calda morbidezza di una matura e generosa bellezza. Non sono mai stato cose eccitato e pregusto una lunga nottata all’insegna di goduriosi palpeggiamenti in compagnia di una vogliosa e disponibile signora e poi chissà.Magari diventa la mia amante, magari suo marito è di mentalità aperta su certe cose, magari riesco a diventare il loro amante in un torbido triangolo. La mia fantasia erotica, ormai senza freni e perdippiù alimentata dalle sensazioni tattili che affluiscono copiose galoppa, galoppa, galoppa…Ma l’anziana madre si sveglia sbuffando e interrompendo bruscamente l’atmosfera propizia alle mie sinistre manovre. Si lamenta del calore che proviene dai riscaldamenti ed implora un cambio di posto con Assunta. Assunta, nei miei pensieri piuttosto a malincuore, le obbedisce, cose che invece di un rigoglioso posteriore mi trovo ad osservare stupidamente un culo ormai avviato sul viale del tramonto. Un culo che, ahi lui, non ha un bel niente da dirmi.Mi rigiro verso la Professoressa, imprecando contro la malasorte.
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