Imprevisti di famiglia (I parte)

Accovacciata dinanzi alla porta del bagno, mi sforzavo di guardare attraverso la serratura … non avrei mai potuto immaginare un cazzo così grosso, così duro, in completa erezione, con la cappella arrossata che di profilo pareva un fungo, quelle palle grosse come due noci ricoperte da una folta peluria …E poi la sua mano, che con un cadenzato movimento, stimolava il cazzo alla ricerca dell’orgasmo zampillante. Mio fratello teneva ben afferrato l’uccello e lo scuoteva con velocità sempre più incalzante. La cappella ormai infuocata era sempre più prossima ad esplodere, ed io ero lì, in attesa della sborrata liberatoria. Per esperienza personale, riconosco subito un cazzo che sta per schizzare: diventa sempre più grosso, la cappella si gonfia, tende all’insù, diventa quasi violacea e le palle si riempiono di sperma. Era questione di attimi e il fratellone avrebbe sborrato di brutto!Udii dei battiti, era il mio cuore che palpitava forte, era la prima volta che lo spiavo mentre si faceva una sega ed avrei voluto vederlo in faccia in quel momento così piacevole per lui. Se solo avesse saputo che io ero là ad ammirare tutto quanto! Ma ecco, il momento era solenne: per un attimo aveva lasciato la presa sul cazzo e, dopo aver staccato un po’ di carta igienica dal rotolo, puntò la cappella contro lo specchio del lavandino. Ora vedevo il suo uccello persino meglio di prima: c’era solo la porta che divideva me e mio fratello. Lo sentivo emettere dei gemiti e mi chiedevo se anche lui potesse sentire il mio respiro che si faceva sempre più ansimante. Un grugnito di piacere uscì dalla sua bocca quando sparò il primo schizzo contro lo specchio, seguito subito da un altro schizzo altrettanto denso e abbondante. Il terzo fu meno intenso, ma credo che il fratellino si sia goduto intensamente anche quello. Il cazzo continuò poi a gocciolare copiosamente negli ultimi istanti di piacere fino a quando le palle non si svuotarono del tutto. Una bella sborrata, come tante altre, ma nulla di eccezionale. Però non potevo certo negare di essermi eccitata nel vedere un bel maschietto eiaculare così di gusto. Mi allontanai dalla porta in uno stato di arrapamento incredibile e mi rintanai nella mia camera. Ero sdraiata sul letto e pensavo a ciò che avevo visto qualche attimo prima. Quasi senza accorgermene mi ritrovai con le mani sui jeans all’altezza della passera. Ma non avevo nessuna intenzione di accontentarmi del solito ditalino col va e vieni nella fessura. Certo, quel metodo mi aveva da sempre regalato strepitosi orgasmi, facili da raggiungere e intensi da godere, ma non era più sufficiente per soddisfare le mie fantasie sessuali. Volevo qualcosa di diverso, che mi eccitasse spasmodicamente. Il pensiero corse subito a quel simpatico aggeggio che mia madre custodisce gelosamente nel suo armadio: un vibratore a forma di cazzo con il quale si sfonda la fica mentre mio padre è all’estero per lavoro. Fino ad allora non avevo mai avuto il coraggio di usarlo per via delle sue dimensioni che giudicavo incompatibili con il mio apparato genitale. 25 centimetri di lunghezza e 18 di circonferenza, un vero sfonda-passera! Io non avevo ancora avuto molti rapporti sessuali, e quindi la mia vagina era ancora un po’ stretta, da ragazzina, e temevo di farmi male con quell’attrezzo di gomma. Ma volevo fortemente godere e decisi di fare il grande passo. Cominciai a spogliarmi, e ad ogni indumento che mi toglievo, aumentava sia il senso di colpa per ciò che mi accingevo a fare, sia l’eccitazione per una nuova esperienza di sesso seppure solitario. Ero completamente nuda e allargai le gambe; non c’era nemmeno bisogno di strofinarmi la fregna tanto ero umida. Afferrai l’uccello di gomma con la mano destra avvicinandolo all’orifizio del mio sesso, chiusi gli occhi e dentro! La cappella entrò prepotentemente nella fica. Non muovendomi da quella posizione, allungai la mano sinistra sul comodino del mio letto per prendere uno specchietto da posizionare di fronte alle mie cosce aperte per poter vedere bene la penetrazione. Le piccole labbra avvolgevano ai lati il membro … Dio, com’era eccitante! Dovetti impegnare a fondo i muscoli vaginali per consentire anche al resto della mazza di farsi largo nella mia caverna. Il fondo della vagina era ancora ben chiuso, tanto da consentire solo ai primi 12-13 centimetri di cazzo l’ingresso nella fica. Metà cazzo era quindi ancora all’aria aperta. Ancora una volta chiusi gli occhi e spinsi fino alle soglie del dolore. Avevo la fica spianata, solo un paio di centimetri rimasero fuori, ma non potevo insistere, a quel punto temevo proprio di sfondarmi l’utero. Le labbra della vagina, dapprima rosa e piccole, si gonfiarono infuocandosi come il cazzo di mio fratello poco prima. Tenendo il vibratore dalle palle, cominciai il va e vieni del cazzo nella fica. Potevo sentire una specie di risucchio, provocato, credo, dai miei umori vaginali che mi preparavano all’orgasmo. Vedevo il cazzo entrare ed uscire libidinosamente dal mio sesso, e io mi concentravo sulle sensazioni di goduria che aumentavano gradualmente. Il peccato si consumava nel riserbo della mia camera; alternavo il ritmo della penetrazione per ritardare volutamente l’orgasmo che sentivo arrivare prepotente come non mai. Ancora qualche spinta e sarei venuta, cercai in tutti i modi di trattenermi ancora un po’, ma il pensiero del cazzo di mio fratello che schizzava sullo specchio del bagno mi fece venire all’istante. Urlai dal piacere, mentre nella mia fica si consumava uno degli orgasmi più esaltanti della mia vita. Cominciai a scalciare, tanto era il piacere che stavo provando in mezzo alle cosce …* * * * * *Credo di dovere molto a mia madre. La mia indubbia avvenenza e la mia sessualità vivace sono caratteri che ho ereditato da lei. Anche se credo di aver talvolta sottovalutato il suo intuito. Il giorno dopo la mia “festicciola” con il vibratore, lei venne nella mia camera.- Ieri ti sentivi poco bene? – esordì in tutta calma. Non capii proprio cosa voleva dire.- No, perché me lo chiedi? – le chiesi guardandola curiosa.- Ti ho sentita lamentare, hai anche urlato, pensavo non stessi bene – mi disse sorridendo.Divenni bianca in volto, era chiaro che mia madre aveva intuito qualcosa. Ma proprio mentre stavo pensando a qualche scusa da rifilarle per togliermi da quell’impiccio, lei mi sorprese.-    Con il vibratore ci devi andare piano, d’accordo? – Mi guardò negli occhi e sorrise, poi si sedette accanto a me. – Quando ti ho sentita urlare con la porta della tua stanza chiusa a chiave, ho pensato a due cose: o si è sentita male, o ha provato qualche sensazione particolare in mezzo alle gambe. Così sono andata a vedere nel mio armadio e ho visto che mancava il vibratore. La curiosità era troppo forte, ero indecisa se farlo o no, ma alla fine non ho resistito e sono venuta a spiarti dalla serratura. Ti ho vista sdraiata sul letto, con le gambe aperte mentre il vibratore era ancora dentro la tua vagina -Io ero imbarazzata, non avevo ancora capito cosa pensava di me. Ma poi ogni mio dubbio si diradò.- Per urlare in quel modo, devi aver goduto parecchio … — Sì, mi è piaciuto. — Ma lo facevi scivolare dentro e fuori, oppure lo hai fatto vibrare? — No, non l’ho fatto vibrare. Ho fatto il va e vieni dentro — Dopo quanto tempo sei venuta? — Una decina di minuti. — Solo una volta? — Sì, ma è stata grandiosa, credimi — Ci credo. Io invece devo godere almeno un paio di volte o non sono soddisfatta. Di solito la prima me la godo con il cazzo che mi vibra sul clitoride, e la seconda volta vengo come hai fatto tu ieri. Però, se permetti ti vorrei insegnare qualche trucchetto per rendere più intense le sensazioni prima di venire. -Mi disse di seguirla in camera da letto. Luca, mio fratello, non sarebbe tornato a casa prima di un paio d’ore e dunque io e lei eravamo sole solette in casa. Si tolse la camicetta e la gonna, poi il reggiseno e le mutande di pizzo. Rimase nuda, con le tette e la fica al vento. Le tette erano ancora sode anche se cominciavano a far intuire il passare inesorabile del tempo sul suo corpo, mentre la fica era una vera foresta di peli scuri. Era la prima volta che vedevo mia madre nuda, e l’impressione fu quella di una bella donna matura. Si adagiò sul letto e divaricò le gambe facendomi vedere bene la fica. Con la mano destra se la strofinò leggermente e poi inserì il dito medio che affondò dentro la vagina. Si lasciò scappare un piccolo gemito, mentre osservava le mie reazioni alla scena. – Prendi il vibratore – mi disse – e guarda come gode tua madre -.Mi sedetti sul letto accanto a lei, quando le volli toccare la fica. Lei prese la mia mano e se la posò sul sesso. Era caldo, peloso, e non seppi resistere alla tentazione di mettere anch’io il mio dito dentro il buchetto. Lei sembrò apprezzare molto la mia iniziativa. Facendomi coraggio, mossi il dito avanti e dietro lentamente, ma proprio quando entrambe ci prendevamo gusto, mi fermò con dolcezza: – Voglio godere con il vibratore … su , mettimelo dentro -. Nemmeno per un attimo pensai di sottrarmi a quell’ordine. Lei inarcò le gambe e io puntai la cappella del cazzo sull’apertura della vagina di mia madre. Quasi con ammirazione osservai il cazzo scivolarle dentro con una minima pressione della mia mano. Arrivato a metà, notai che l’uccello non entrava più dentro. – Non spingere più, è sufficiente. Ora muovilo un po’, questo coso. — Vado veloce? – le chiesi non sapendo che ritmo imporre alla penetrazione.- All’inizio devi essere lenta. Ti dirò io quando dovrai accellerare. -Ritrassi la mazza dal fondo della sua vagina per rituffarla nuovamente dentro, i miei movimenti erano cadenzati. Mi piaceva quando glielo spingevo dentro, ad ogni spinta lei sussultava di piacere. Tenevo il cazzo dalle palle e sorridevo mentre la “scopavo”, tanto da farle scappare una confidenza:- Sai a cosa penso quando sto per venire? — A cosa? — A tuo fratello. Una volta eravamo soli in casa io e lui, quando sentii la porta del bagno chiudersi a chiave. Non sono ingenua, so che anche i ragazzi hanno le loro esigenze sessuali e quindi intuii che era andato a masturbarsi. Così andai a spiarlo dalla serratura. Lo vidi di profilo, che si menava l’uccello duro. Devo ammettere che ce l’ha abbastanza grosso, sai, una madre si preoccupa di come crescono i figli. Visto poi che in casa non c’era nessun altro, rimasi lì a guardarlo fino alla fine. Ho visto quando è venuto, ed è proprio quella la scena a cui penso mentre sto per godere. L’immagine dello sperma che usciva a fiotti mi ha eccitato in un modo che non puoi neanche immaginare. E’ stata l’unica volta che l’ho spiato. — Ad essere sincera, è un’esperienza che anch’io ho provato ieri. – L’hai spiato anche tu in bagno mentre si faceva una sega? — Sì, e ho visto anche quando ha sborrato. — Su, descrivimi la sborrata mentre continui a spingere — Si era messo di fronte allo specchio del lavandino, quando ad un certo punto ho visto partire in successione i primi due schizzi abbondanti. Poi ne ha schizzato ancora un altro, meno consistente dei primi due, ed infine ha gocciolato quell’altro po’ di sperma che aveva nelle palle. — No, Valeria, ti prego, se continui così non mi trattengo più …– Perché ti trattieni? Se stai per venire, lasciati andare … — Voglio farlo durare. Rallenta un po’ le spinte, ti prego -Non ascoltai le sue suppliche, e aumentai la velocità della penetrazione.- Valeria, non fare la stronza, ti prego, non resisto più! — Mamma, stai per venire? Pensa all’uccello di tuo figlio che spruzza lo sperma … -Divenne rossa in volto e l’orgasmo la travolse, mentre io davo gli ultimi colpetti di cazzo nella fica.- Oddio, vengo! – non riuscì a dire altro. Le guardavo la fica, cercando di immaginare le sensazioni che stava provando quel sesso femminile.- Ti è piaciuto, mamma? — Non immagini quanto. Ho goduto accanto a mia figlia. – Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere. Si tirò fuori da sola il vibratore dalla passera.- Forza, che ora è il tuo turno. -Non me l’aspettavo, ma l’idea di farmi fare il servizio da lei mi allettava parecchio.- Su, spogliati, che aspetti? – Mi tolsi tutti gli indumenti e anch’io mi sdraiai sul letto tutta nuda. Mi si avvicinò mia madre che, prendendomi dalle ginocchia, mi aprì le cosce a 90 gradi.- Che bella fica! – mi disse mentre me la accarezzava con la mano. – Te lo appoggio sopra o vuoi subito che te lo metta dentro? -Allora io piegai le gambe all’indietro spingendo le ginocchia contro il petto, mostrandole la pienezza della mia passera. – Non hai molti peli, ti si vede il buchetto. – commentò maliziosamente lei – adesso te lo riempio fino in fondo. -Mentre appoggiò il cazzo sulla mia fica, le dissi di andarci piano con quell’arnese. Non senza un pizzico di batticuore vidi finalmente l’uccello fare il suo trionfale ingresso nella vagina. Emisi un lungo sospiro di piacere. Mia madre rimase sorpresa quando vide che la mia passera lo conteneva quasi tutto. Si ritrovò con le palle del cazzo in mano e tutto il resto della mazza completamente all’interno del mio sesso. – Caspita, come sei profonda là dentro!- esclamò lei sorridendo.Ci metteva amore materno nell’operazione che stava compiendo, dal suo volto traspariva la voglia che aveva di farmi godere, di soddisfarmi appieno. Ad ogni spinta, io sussultavo di piacere, mentre lei, in un’estasi erotica, non riusciva a staccare gli occhi dai due sessi che si accoppiavano.- Ti piace prenderlo davanti, eh? … Puttanella! — Fallo andare più veloce, che mi piace -La troia sapeva come dispensare piacere sessuale. Estrasse il cazzo da dentro quasi completamente lasciando all’interno solo la cappella, in un va e vieni rapidissimo quasi sull’orifizio vaginale alternato a spinte profonde che mi scioglievano tutta. Io d’altronde non sono mai stata capace di trattenere a lungo l’orgasmo, e quella situazione mi ci avrebbe portato di lì a pochi minuti.- E’ inutile che fai finta di niente, lo so che stai per venire. Nessuna è capace di resistere ad un ritmo come questo … -Ma ecco che all’improvviso smise di fottermi, tirò fuori il cazzo e lo mise da parte. Io la guardai incredula: – Perché hai smesso? Stavo quasi per godere … — Piccola, adesso ti faccio godere in un modo che non hai mai provato in vita tua …-Insinuò la sua testa in mezzo alle mie gambe con la faccia sulla fica e il naso immerso nei miei peli pubici. Tirò fuori la lingua che si andò a posare sul clitoride, e cominciò a leccarmi tutta la zona eccitata. Dava dei colpetti di lingua che erano semplicemente divini, alternandoli del clitoride all’ano, dalle piccole labbra all’orifizio vaginale. Io non capivo più niente.- Oddio, non resisto, è troppo bello!… -Le sensazioni che provavo tra le cosce si facevano sempre più intense, ed era chiaro che non mi sarei trattenuta ancora per molto.- Mamma, quando vengo, staccati, altrimenti dovrai berti qualcosina … – – Lo so che le tue sbrodolate sono abbondanti. Credi non abbia mai visto le coperte del tuo letto sporche delle tua goduria? -Detto questo, si concentrò nuovamente nel leccarmi la passera. Forse sarà stato il gesto inatteso, ma quando mi ha messo la lingua proprio dentro la fica, non ce l’ho fatta più e sono venuta di brutto. L’orgasmo fu abbondante, avvertii almeno una decina di goduriose contrazioni vaginali che si susseguirono spasmodicamente a tutto beneficio del mio piacere. – Sì, sì, sto venendo!…- urlavo mentre lei mi leccava ancora la fica tutta bagnata. – Ti è piaciuto, vero? – mi chiese lei conoscendo già la risposta – Hai goduto davvero come una puttana, ho sentito sulla lingua tutto quello che hai provato nella fica -Sentimmo suonare alla porta, falso allarme , era solo il postino. Ma Luca sarebbe tornato fra non molto e perciò ci ricomponemmo in tutta fretta. * * * * * *Spesso ho la simpatica abitudine di portare delle amiche a casa. Mia madre le conosce bene, ed ha capito con chi di loro può assumere certi atteggiamenti. Una di queste è senz’altro Sabrina, una ragazza fisicamente ben messa, con un seno molto procace. Ha la mia età, 21 anni, ma a mia differenza, lei è fidanzata da tre anni con Leo. Quel giorno io e Sabrina eravamo in camera mia a parlare del più e del meno, quando il discorso è sceso sul suo ragazzo. Lei mi confidò che quando scopava con Leo, non riusciva mai a venire. Il caso volle che in quel momento entrò in camera mia madre per chiederci se volevamo qualcosa da bere, e sentendo il discorsetto piccante, decise di intervenire nella discussione. – Sabrina, per caso ho sentito quello che stavi dicendo a Valeria. Posso chiederti una cosa? — Certo, signora. – rispose Sabrina leggermente imbarazzata dalla “intrusione” di mia madre.- Ma tu quando sei da sola riesci a godere? – Sabrina arrossì, non si aspettava certo una domanda così intima. Ma poi si fece coraggio e le rispose: – Non lo faccio quasi mai …- disse a voce bassa.- E questo è sbagliato. Le donne devono toccarsi per conoscere meglio le reazioni del proprio corpo – disse mia madre con tono saggio – e, dimmi, quando lo fai hai difficoltà a raggiungere l’orgasmo?- Alcune volte basta che mi tocco e arrivo subito, altre volte ci metto parecchio tempo …– Hai mai usato un pene di gomma? – domandò mamma senza pudore.Sabrina era visibilmente a disagio in quella conversazione, ma al tempo stesso sembrava voler proseguire nel parlare di quelle cose, quasi come se volesse sfogarsi con qualcuno.- No, non l’ho mai usato, ma ho visto farlo a mia sorella. — Tua sorella fa bene a togliersi certe soddisfazioni — Anche se però non sono sicura che lei prova piacere con quell’arnese. Anzi, a volte mi sembra che faccia solo scena per impressionarmi. — Sai che adesso ne fanno di tipi che, se sono all’interno della vagina, emanano un bip quando la donna raggiunge l’orgasmo? -Sabrina mi guardò e sorrise, mentre mia madre andò in cucina a prepararci da bere. Approfittando della sua assenza, io e lei continuammo a parlare di sesso:- Mia madre sa che io mi masturbo – le dissi – ed è contenta di questo, dice che è una cosa giusta.Pensa che una volta lo abbiamo anche fatto insieme sul suo lettone. -Sabrina sbarrò gli occhi dall’incredulità, l’avevo proprio scioccata. Nel frattempo tornò mia madre con tre tazze di caffè fumanti, che bevemmo tra una chiacchiera e l’altra. Poi mia madre le fece la proposta-choc: – A proposito di quei nuovi tipi di vibratori, di là ne ho tre che ho comprato la settimana scorsa, sai, uno per me e gli altri due per il piacere delle mie figlie. Siccome in questo periodo Martina è a Londra, li possiamo usare noi tre adesso nella mia camera da letto. Ci stai? -Sabrina mi guardò non sapendo che fare, quasi cercasse un aiuto in me. Ma io mi stavo eccitando, avevo proprio voglia di coinvolgerla nelle nostre faccende di sesso tra donne.- Su, andiamo, vedrai che ti piacerà un sacco. Noi due siamo brave in quelle cose – le dissi mentre scoppiai in una risata con mia madre.Entrammo in quella camera che io avevo già ribattezzato “del piacere”. Esortammo Sabrina a spogliarsi come facevamo noi, e in breve tempo eravamo tutte e tre nude sul lettone. Ci guardavamo le tette e le fiche a vicenda, era soprattutto Sabrina che scrutava i nostri organi genitali. – Ti piace la mia fica?- le chiese mamma. Sabrina annuì e disse che anche la mia fica la eccitava un casino.- Anche tu hai una bella passera – le confidò la più grande di noi tre – perché non apri le cosce e ce la fai vedere ancora meglio? -Accolse il suo suggerimento e spalancò le gambe offrendoci uno spettacolo niente male. Io le toccai la passera e lei mi sorrise in segno di compiacimento. Era chiaro che si stava lasciando andare, e mamma lo aveva capito già da un bel pezzo. – Vi piacciono? Sono belli grossi? – ci chiese mentre ci faceva vedere i tre cazzi di gomma . – Ma non sono troppo grossi? – domandò Sabrina, forse un po’ impaurita dall’idea di dove se lo sarebbe dovuto ficcare.- No, non ti preoccupare, le nostre fiche godranno in una maniera incredibile! – annunciò mamma in tono quasi esultante. – E ho anche un’idea. Facciamo una gara, vediamo a chi riesce a godere prima, ci state? -Io trovai l’idea fantastica, e Sabrina sembrò divertita all’idea di quella competizione.- Ovviamente nessuna potrà barare, perché gli orgasmi si considereranno raggiunti solo se gli aggeggi faranno rumore, OK? -E via, tutte e tre a gambe aperte e cazzo appoggiato sull’uscio peloso.- Ragazze, siete pronte? Tre, due, uno, via! -I cazzi si immersero nelle nostre vagine, per poi ricomparire più o meno velocemente. Mamma impresse subito un ritmo forsennato alla chiavata, era un va e vieni imperioso. Noi però non eravamo da meno: io mi inchiavardavo fino alla radice e Sabrina preferiva un lento andirivieni nella fica che però sembrava gradire molto. In breve la stanza si riempì di gemiti, sospiri e lamenti di goduria. Ognuna si eccitava guardando le altre che si ficcavano i cazzi dentro, la gara era molto accesa.- Ragazze, mi sa che se volete farcela dovete accellerare, perché io ci sono quasi, capito? — Signora, stia attenta, che anch’io non sembro, ma sono quasi al limite …-Però mamma fu la più veloce, e mentre io e Sabrina eravamo concentrate sulle sensazioni delle nostre passere, il cazzo della nostra avversaria emise un rumore assordante. Ci girammo verso di lei e la vedemmo con l’uccello dentro la fica, che stava godendo di gusto.- Casomai non lo aveste capito, io sono venuta! – ci disse dopo aver esaurito l’orgasmo.Ma io e Sabrina lottavamo ancora per il secondo posto, e fianco a fianco, ci sfondavamo le fiche per raggiungere l’agognato orgasmo. Vidi lei che si dimenava e pensai che ormai ero ultima, ma il rumore non l’avevo sentito, quindi ero da considerare ancora in partita. Un brivido, e capii che ero arrivata all’obiettivo, la mia fica esplose e l’orgasmo mi investì in pieno facendo partire dal cazzo immerso nella mia tana un rumore intenso che parve accrescere in me le sensazioni voluttuose. Proprio mentre le pulsazioni dell’orgasmo si stavano esaurendo, accanto a me Sabrina non riuscì più a trattenersi e venne continuando a fare su e giù con il cazzo nella fica fino a quando non sbrodolò completamente. Disse solo una parola: – Stupendo! -* * * * * *Uno degli hobbies che mio fratello Luca coltiva con più passione è senz’altro quello delle riprese amatoriali con la sua fedele ed ormai un po’ vetusta videocamera. Ha l’abitudine di disporre tutte i suoi filmini nel terzo cassetto della sua scrivania. Quasi tutti li ha realizzati in compagnia di amici o in famiglia, in particolare durante le feste. Ma un giorno vidi una cassetta anche sul comodino del suo letto; sembrava come tutte le altre, solo che l’aveva lasciata lì dopo che era rimasto per oltre mezz’ora chiuso a chiave nella sua camera. Pensai subito ad un film porno, che si era gustato in privato magari mentre si smanettava l’uccello. Era tanto che non vedevo un bel porno, quindi decisi di dare un’occhiata alla video in cucina in tutta tranquillità, considerato che ero sola in casa. Il nastro era già messo indietro. Accesi il videoregistratore, inserii la cassetta e spinsi play. La prima immagine era proprio dentro la camera di mio fratello. Era un’immagine fissa, evidentemente la telecamera era posizionata di fronte al letto. Poi vidi sbucare Luca che, in piedi davanti al letto cominciava a spogliarsi lentamente. Sobbalzai dalla sedia: forse avevo intuito cosa stava per fare. Si levò i jeans lanciandoli sulla scrivania, poi la polo che gli regalai al suo compleanno che volò dietro la telecamera e anche la maglietta intima che appoggiò sul letto. Solo gli slip lo coprivano ancora. Io speravo si togliesse anche quelli per poter vedere nuovamente il suo uccello, ma lui si sedette sul letto con la schiena appoggiata al muro e con le gambe aperte rivolte alla telecamera. Appoggiò le mani sul bozzo, se lo accarezzava facendolo gonfiare considerevolmente tanto che il cazzo sembrava volesse fuoriuscire dalle mutande per riacquistare la sua meritata libertà. Si rialzò in piedi per un attimo, giusto per denudarsi completamente, e risedersi stavolta con il cazzone duro in bella evidenza. Con la mano destra se lo scappellò lentamente esalando un gemito che era tutto un programma. Io non ci potevo credere: potevo godermi in TV una masturbazione maschile in tutta comodità, senza dover stare rannicchiata a spiare da una serratura. Inevitabilmente la mano cominciò a muoversi sul cazzo e la sega ebbe inizio. Incollata al video, non riuscivo a staccare gli occhi dallo schermo eccitata com’ero dalla scena. Dopo un po’, giusto il tempo credo di farselo intostare ben bene, smise di menarselo e si alzò scomparendo dall’obiettivo della telecamera che rimase accesa e puntata sul letto desolatamente vuoto. Era strano, non poteva aver già finito, oltretutto non era ancora venuto. Mentre rimuginavo sulla sua “scomparsa”, eccolo che ricompariva con un affare in mano del quale ignoravo l’esistenza. Dovetti guardarlo bene per capire cosa potesse essere; un sorriso affiorò sulle mie labbra, il porcellino voleva scopare con una fica di gomma!Si rimise nella stessa posizione di prima e mentre con la mano sinistra stimolava il cazzo per fargli riacquistare in pieno l’erezione, con la destra appoggiò la vagina portatile, completa di buco e peli tutt’intorno, sulla sua cappella rossa. La povera fichetta non seppe resistere a 18 centimetri di passione maschile. Il cazzo di Luca affondò dentro in un solo colpo ed io mi emozionai nel vedere mio fratello penetrare un sesso femminile, seppure artificiale. Era visibilmente arrapato e credo che la telecamera accesa lo stimolasse a dare il meglio di sé. Chissà cosa avrebbe pensato se avesse saputo che sua sorella lo stava ammirando mentre cercava di soddisfarsi con una passera di gomma! Inevitabile, cominciò l’andirivieni nella fica, dapprima lento per poi avanzare nel ritmo. Pensavo che a quel punto gli sarebbero stati necessari parecchi minuti per eccitarsi e raggiungere lo “scopo”, ma il fratellino fu insolitamente veloce. Riuscii a contare in tutto meno di una trentina di colpi nella passera, quando un languido “aaaaaaaahhhh” partì dalle sue labbra, mentre il cazzo era immerso in quel guazzabuglio di gomma. Sborrò là dentro, privandomi del piacere di vederlo schizzare un’altra volta. Confesso che ci rimasi un po’ male, ma la scena alla quale mi accingevo ad assistere mi ripagò della delusione. Dopo che finì di sborrare, Luca rimase ancora per un po’ in quella posizione per riprendersi dalle eccitanti sensazioni che aveva appena provato. Ma il suo sperma, che era all’interno della passera, per effetto della gravità cominciò a scendere lentamente … vidi in primo piano la sborra di mio fratello che uscì in basso dalla vagina e scivolava libidinosamente sull’uccello bagnando Luca della sua stessa goduria appena schizzata; una lunga colata di “crema ” bianca che ridiscendeva sul sesso di Luca fino alle palle. Lo sperma sporcò anche la coperta del suo letto, mentre il maschietto decise di far uscire il suo cazzo dalla passera tutta bagnata di sborra. Con dei fazzolettini di carta si pulì l’uccellino ormai mezzo floscio, e una volta rivestitosi, corse a spegnere la telecamera. Aveva fatto appieno il suo dovere … eccitare sua sorella!Spensi il videoregistratore e rimisi la cassetta al suo posto, ma la depravata che è in me ebbe il sopravvento. Decisi di dimostrargli che anche sua sorella, sessualmente parlando, non gli è certo da meno, riprendendomi in situazioni “piccanti” sulla stessa cassetta di prima! Fortuna che sapevo come usare la telecamera …