Un giorno mia mamma venne a trovarmi e, come la vidi, mi accorsi di qualcosa di diverso in lei. Dopo un po’ si assentò e capì che andava in bagno a fare pipì ma mi accorsi che aveva solamente socchiuso la porta. Così, facendo finta di nulla passai davanti al bagno e quando mi vide passare mi chiese se potevo portarle un rotolo di carta igienica. Ero sbigottito perché mia mamma era molto pudica e non si era mai fatta vedere, tantomeno in quelle situazioni; qualche volta avevo cercato di sbirciarla attraverso la serratura quando faceva la doccia ma senza poter vedere molto. Mi ricordo che quando ero giovane e veniva a darmi il bacio della buona notte vestiva un baby-doll molto trasparente che mi faceva intravedere i suoi grossi seni sulla cui cima svettavano due grossissimi capezzoli scuri sui quali ho sognato molto spesso di attaccarmi con le labbra e sono stati oggetto delle mie masturbazioni. Quando sono entrato nel bagno l’ho trovata con la gonna alzata, le mutandine abbassate sulle cosce, le gambe lievemente divaricate e il rumore della pipì che stava uscendo così le ho detto: “mamma abbiamo un po’ più di confidenza adesso vero?”. Lei mi rispose che dopo aver fatto un pompino al proprio figlio era una cosa naturale. Io usci ma credo si sia accorta che ero visibilmente eccitato. Quando verso sera le dissi che sarei andato a farmi un bagno, ero ormai guarito e senza i gessi sulle braccia, lei propose di prepararmi la vasca così io andai in camera mia, mi spogliai completamente nudo e andai in bagno dove sapevo lei mi stava preparando la vasca.. Quando mi vide entrare, completamente nudo non potè trattenere lo sguardo che cadde sul mio membro mollo che pendeva ma un po’ ingrossato e che puntava leggermente in avanti. Lei un po’ ridendo mi disse che anche quando è mollo è piuttosto grande e io le risposi che avrebbe dovuto vederlo quando sono entrato in bagno mentre lei faceva pipì!! Tutti questi discorsi non facevano altro che eccitarmi di nuovo perciò mi voltai per non farmi vedere ma lei mi chiese se poteva farmi compagnia e perciò mi lasciai andare e mi distesi nella vasca piena di bolle, facendo si però che potesse intravedere il mio cazzo, ormai completamente duro, poggiato sulla mia pancia. Mi accorsi che non poteva togliere lo sguardo da la perciò ! decisi di provocarla. Quando cominciai a lavarmi mi alzai, voltandole le spalle ma lei non potè evitare di vedere il cazzo svettante verso l’alto e la cappella fuori, non più avvolta dalla pelle; cominciai ad insaponarmi tutto e lei nuovamente si propose di aiutarmi così mi voltai consegnandole la spugna e facendole vedere, orami senza più ritegno, il mio cazzo durissimo. La prima cosa che fece fu di avvicinarsi e, riempite le mani di sapone me lo prese sapientemente in mano e me lo strofinò con sensualità. Mi confessò che dalla prima volta che me lo aveva visto lo sognava continuamente e non vedeva l’ora di vederlo nuovamente così grosso. Vidi che i suoi capezzoli si erano ingrossati e spingevano la stoffa del reggiseno. Non resistetti e decisi di prenderne uno fra le dita e comincia a massaggiarlo; lei chiuse gli occhi e si affido alle mie sapienti carezze. La allontanai da me, uscii dalla vasca e, completamente bagnato, la portai nella mia camera e cominciai a denudarla. Quando rimase in mutandine e reggiseno lei era già al massimo dell’eccitazione. Le sganciai il reggiseno e due tette enormi balzarono fuori: erano due meloni grandissimi che le pendevano sulla pancia; le areole dei capezzoli erano larghe a dismisura e il capezzolo aveva la misura della falange di un mio dito; lei si schernì dicendo che i suoi seni erano brutti e pendenti ma io ero affascinato e quasi senza parole. Le dissi che per me i seni grandi e pendenti eccitano molto, ed era proprio vero. Mi chinai e afferrati con le mani li alzai e li portai ambedue verso la mi bocca e cominciai a succhiarli avidamente. In quel momento mi accorsi che lei stava avendo il suo primo orgasmo e cominciava a tremare. Mi inginocchiai davanti a lei, le tolsi le mutandine e così, in piedi, inserii la lingua fra le gambe e cominciai a leccarle la figa ormai completamente bagnata da! i suoi umori. Non resistette oltre e comincio a godere nuovamente. Quando anche questo orgasmo finì la portai sul letto e mi distesi sopra di lei facendole sentire il cazzo duro che spingeva sulla pancia; lei aprì le gambe e io lo infilai fra le labbra della sua figa. Entrai velocissimo e senza alcuno sforzo visto quanto era bagnata. I suoi orgasmi si succedevano uno dopo l’altro finché, stremata, mi disse di fermarmi. Estrasse l’uccello dalla sua figa, si abbasso fino a trovarsi con il bimbino all’altezza della sua bocca e comincio un bellissimo e dolce pompino. Non passò molto tempo che venni che una forza che non mi ricordavo di avere mai avuto e i miei schizzi le inondarono il viso, il collo e la bocca impiastricciandola tutta. A quale punto ci distendemmo nuovamente e ci abbandonammo uno fra le braccia dell’altro in attesa di ricominciare più avanti.
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