Questa esperienza ci è successa un paio di anni fa in un campeggio naturista della riviera romagnola dove io e mia moglie ci eravamo recati a trascorrere un week-end di sole e mare. Era la nostra seconda volta da “nudisti”. Quella volta il caso ci fece montare la tenda accanto a quella di un ragazzo, Tonino, con cui nacque subito un sentimento di reciproca simpatia. Dai suoi discorsi venimmo a conoscere aspetti poco ortodossi del nudismo ma comunque presenti, come esibizionisti, guardoni, coppie aperte, luoghi mitici del divertimento erotico come il villaggio naturista di Cap d’Agde… in mezzo a questi discorsi Tonino lasciava cadere molte allusioni sia alle sue esperienze passate (era veramente un bel ragazzo e sicuramente non aveva difficoltà ad inserirsi in questi menage), sia alle grazie di mia moglie, mostrando di apprezzarla e di desiderare una conoscenza più intima. La situazione si faceva via via più eccitante, e così la domenica sera, spossati e languidi per la lunga esposizione ai raggi del sole, con un pizzico di tristezza per dover abbandonare quel luogo l’indomani mattina, leggermente euforici dopo qualche bicchiere di vino, mi fu estremamente facile vincere le deboli resistenze di Marina e convincerla a far partecipare l’amico ai nostri giochi. Fui io a chiedergli semplicemente: “Ti andrebbe di venire in tenda con noi?”, ottenendone il suo assenso entusiasta; dentro il piccolo igloo Marina ci attendeva distesa, nuda, cominciammo con naturalezza ad accarezzarla e baciarla su tutto il corpo, mentre lei gemeva evidentemente compiaciuta della situazione. Le nostre lingue facevano a gara nel non tralasciare alcun lembo della sua pelle ambrata, lei rispondeva come poteva, stringendoci la verga, ficcandoci la lingua in bocca, accarezzandoci… in quello spazio angusto, già grondanti di sudore, mi accucciai in fondo e cominciai a leccarle con dolcezza e passione la passerina calda e umida dandole rapidi colpi di lingua sul grilletto, mentre di tanto in tanto, sollevando la testa, la vedevo voracemente impegnata a succhiare con foga il membro lucido e duro del nostro amico che intanto non tralasciava di palparle le tette e strizzarle i capezzoli. Sentivo l’uccello scoppiare e non stavo in me dalla gioia, così mi sistemai sotto di lei e glielo infilai con colpi rapidi e decisi sussurandole all’orecchio un misto di tenerezze e oscenità, lei intanto non smetteva di lavorare con la lingua e le labbra l’altro bastone turgido godendo di questa splendida duplice infornata. Venni quasi subito con lunghi e caldi fiotti di sperma, fui io allora a prendere in mano l’uccello di Tonino e ad inserirlo con dolcezza fra le sue cosce, nel suo buchino ancora fremente, mentre lui la stantuffava ritmicamente da sotto, io con il dito medio le massaggiavo la rosetta dell’ano accarezzando col palmo della stessa mano i testicoli di quello stallone indomito, godendo come un matto alla vista della mia donna che si dimenava sotto i colpi di maglio incessanti che generosamente le venivano elargiti. Rapidamente mi tornò duro, allora stoppai l’amico che instancabile continuava a scandagliare l’anfratto di Marina, provocando quel soave suono di puccia puccia, mi distesi sotto di lei nella posizione del sessantanove invitandolo a riprendere le danze, Tonino si chinò a sussurarle qualcosa all’orecchio e lei assentì con il capo. Così mentre io la leccavo con gusto sentendo il calore della sua bocca circondarmi il cazzo fino alla radice, lui puntò con decisione all’assalto della porta più stretta entrandovi con calcolata lentezza, Marina era in delirio, sentivo i suoi umori sgorgarmi tra le labbra mentre con due dita le riempivo l’unico buco libero. Godemmo assieme inondandola della nostra sborra e raggiungendo l’apice del piacere in un susseguirsi di fremiti, mugolii e gemiti che rischiarono di far svegliare mezzo campeggio.
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