Marianna è in viaggio di nozze con il marito, si sono sposati cinque giorni or sono e stanno raggiungendo una località montana del trentino a bordo di una sgangherata cinquecento, lei è di origini siciliane, soda in carne, un po’ paffutella, carnagione olivastra e folta peluria nera, fin troppo rigogliosa, che si dirama anche sugli avambracci e sulla parte alta delle cosce.Ha da poco compiuto vent’anni e svolge qualche lavoro saltuario come cameriera mentre il marito Giorgio è un operaio ventitreenne con un modesto salario, per sposarsi sono stati aiutati da entrambe le famiglie ed ora si godono questa luna di miele, pur se debbono essere oculati nelle spese, disponendo di scarse risorse economiche.E’ quasi sera e debbono raggiungere una pensioncina già prenotata che dista ancora una ventina di chilometri, piove a dirotto come spesso accade in piena estate in cui i temporali sono molto più violenti e rumorosi, la loro utilitaria comincia a fare i capricci e presto restano in panne in una stradina perduta, affranti e preoccupati.Si sentono perduti, Giorgio sforza l’accensione ottenendo come risultato il lento scaricarsi della batteria, quando ormai hanno perso ogni speranza pensando addirittura di dover pernottare all’interno dell’auto, nel buio fitto della notte su cui si stanno ancora scaricando tuoni e fulmini, vedono avvicinarsi dal senso contrario due fari che fendono l’acqua battente.Giorgio balza fuori con il kway e comincia a sbracciarsi per far notare la loro presenza, la X5 nera rallenta e si ferma, la guida un autista dalla pelle scura di origini caraibiche, sembra quasi un manichino entro la livrea che indossa, nel sedile posteriore siede un signore distinto sulla cinquantina, è il conte Marcello proprietario di un castello abbarbicato in una collina nelle vicinanze, ove si stanno recando.Bastano poche parole per spiegare la situazione ed il conte si offre di ospitarli per la notte: spostano le loro cose nel bagaglio del fuoristrada e quindi si accomodano all’interno, Marianna nel sedile posteriore e suo marito a fianco dell’autista, si scusano del disturbo, imbarazzati per i loro indumenti bagnati, e ringraziano della gentile ospitalità. La voce melliflua di Marcello li incanta, sono affascinati dalla sua cortesia e disponibilità, il suo è pressoché un monologo ed i due sposini lo ascoltano in silenzio, inframmezzando qualche mormorato cenno di assenso, quasi temendo di interrompere il colpo di fortuna che ha permesso loro di incontrare quel raffinato ospite.Il conte ordina all’autista di cambiare percorso e di recarsi verso un soccorritore, affinché possa intanto provvedere a rimuovere l’auto dalla strada e portarla in officina, Giorgio balbetta degli ulteriori ringraziamenti ma Marcello lo fa desistere: è il minimo che possa fare per due giovani sposini in viaggio di nozze!Il nobiluomo mantiene viva l’atmosfera dentro l’abitacolo e di tanto in tanto si sofferma sulle curve prosperose di Marianna la quale si accorge di quelle insistenti occhiate, è una ragazza sempliciotta sebbene anche in lei ristagni quella punta di civetteria tipicamente femminile, finge distacco ma è intimamente felice di quegli apprezzamenti oculari, ammicca goffamente impreparata com’è ad affrontare quella situazione con una persona di così alto lignaggio.Un brivido la scuote come un altro tuono che si sente in lontananza quando la mano del conte si sposta, quasi con indifferenza, posandosi sulle ginocchia ancora leggermente umide per poi sollevare lentamente verso l’alto la gonna.La voce del conte continua a permeare l’interno del fuoristrada, i cui finestrini si sono appannati per la differente temperatura esterna, Marianna resta bloccata, pressoché rapita da quel gesto inaspettato, con gli occhi abbassati guarda il sollevarsi della stoffa, è incapace di reagire, riesce solo a mantenere serrate le cosce per significare la sua difesa.Marcello continua imperterrito come se la giovane fosse accondiscendente, scopre il triangolo bianco delle mutandine, riga da sopra il tessuto la fessura con un dito, avverte il respiro corto di Marianna che ella cerca di attenuare stringendo le labbra carnose, con il palmo della mano si insinua entro le cosce, forzandole: la giovane le dischiude quasi simultaneamente e si allunga sullo schienale, sopraffatta da quell’azione così audace ed in un certo qual senso autorevole.Chiude gli occhi e si abbandona aspettando fremente il piacere che le donerà quel toccamento proibito, il conte aggancia con due dita il triangolo delle mutandine strattonandole con decisione, Marianna sobbalza, sente il tessuto flettersi, solleva leggermente il bacino agevolando l’arrotolamento del soffice indumento che si raggrinza, tendendosi lungo le cosce.Le dita del conte si muovono leggere districando la folta peluria, Marianna è di natura calda e sensuale, si sente profondamente puttana quando sfiorandole le grandi labbra lui le trova già roride di umori, il buio dell’abitacolo nasconde il rossore del suo volto ma non la libidine emotiva che le scuote il petto.La penetra a fondo inserendo prima due e poi tre dita, la trafigge al pari di un pene intingendosi i polpastrelli con la linfa dall’odore salino che deborda fin sulle cosce, poi aggancia la clitoride tra pollice ed indice avviando un movimento rotatorio a volte vellutato a volte serrato, Marianna non ha mai assaporato un piacere così intenso e così struggente al tempo stesso, non riesce a bloccare i fremiti che scuotono il corpo, sono i prodromi dell’orgasmo che giunge traboccante, consentendole un lungo respiro liberatorio.Di lì a poco arrivano nel piazzale dell’isolato autosoccorso, oramai già chiuso, il conte si rivolge a Geronimo, il nomignolo con cui chiama l’autista dalla pelle scura, invitandolo ad accompagnare l’ospite dal meccanico che abita nella casa sopra l’officina, sta sballando, anzi cade solo qualche goccia di pioggia e Giorgio scende con l’autista mentre Marianna è lesta a spostare in basso la gonna prima che la luce delle porte si accenda.I due fanno solo pochi passi correndo verso la tettoia che accede alla rampa di scale, lasciando qualche attimo a Marianna per seguirne il procedere attraverso il finestrino appannato, poi la mano del conte si immerge nella sua chioma di capelli corvini, spostandole la testa di lato in maniera inequivocabile, si ritrova con la bocca a ridosso del glande gonfio e duro che svetta già fuori dei pantaloni.Non ha nemmeno il tempo di emettere un’esclamazione di stupore per la consistenza del piolo con cui si trova a contatto, un ulteriore spinta la induce ad imboccarlo: il bocchino è la sua passione, ne ha già fatti molti fin da ragazzina, ricevendo sempre approvazioni entusiastiche per quelle sue labbra a ventosa che sanno strappare, a colpi di stiletto, l’essenza che sgorga copiosa dalla pistola fumante quando viene raggiunto l’apice del piacere.Marcello si lascia trasportare dai morbidi passaggi di quella bocca ardente, le strizza le chiappe sode e poi le pianta un dito nel buco del culo, stretto e rigido, fintanto che lo sperma schizza con fiondate saettanti spargendosi nel palato e nella gola della giovane donna.Marianna ha fretta di sollevarsi, teme il ritorno del marito, ma il conte che ne intuisce l’ansia le blocca la testa pur senza proferire parola alcuna, ella capisce che la situazione è sotto controllo, riprende a suggere l’asta rimasta tesa sebbene abbia perso parte del suo fulgore, ora è la lingua che leviga la cappella immergendola di saliva mista a sborra, di tanto in tanto scende ad imboccare il pene fino alla radice, in un andirivieni lento e struggente. Di lì a poco il ritorno del marito, costringe il conte a concludere bruscamente quell’azione antica come il tempo ma sempre così profondamente erotica, invita la giovane a fingere di dormire, intanto Giorgio rientra felice: il meccanico andrà in serata a prendersi l’auto ed ha promesso che già il mattino successivo comincerà a ripararla; la signora si è appisolata sussurra con voce tepida Marcello, era stanca poverina, dopo tutte queste vicissitudini è abbastanza normale, lasciamola riposare fino al castello.C’è ancora un bel po’ di strada per giungere a destinazione, il conte abbassa ancor più il tono della sua voce per far credere a Giorgio che la moglie sta dormendo, anche lui davanti si allunga sul sedile chiudendo gli occhi; Marianna è rannicchiata di fianco con la testa appoggiata sullo schienale ed il viso rivolto verso Marcello, che con movimenti silenziosi le sta aprendo la camicetta sul davanti.Gli occhi di Marianna sono socchiusi, nell’oscurità cerca di interpretare le espressioni di Marcello senza poterle cogliere, non osa ostacolare le sue mosse anzi le agevola con impercettibili movimenti, si ritrova a seni scoperti, le grosse mammelle sode sono preda della mani del conte che ne saggia la consistenza con rapide strizzate sulle corolle.Con la stessa velocità di un felino il conte cala la bocca al posto delle dita, che scivolano sotto la gonna ad intingersi di umori, Marianna fa fatica ad arginarne la veemenza, sente i capezzoli trafitti dai suoi denti aguzzi, teme che il suo respiro affannato, seppur soffocato dalle labbra strette, possa propagarsi entro l’abitacolo.Un senso di paura l’avvolge ma ciò non le impedisce di godere al colmo di una libidine che le fiacca le membra, le gambe si spalancano innaffiando i nobili polpastrelli del suo ospite, che egli poi sposta entro la bocca per farseli succhiare e per graffiarle la gola.Pur senza parlare ella intuisce le richieste del conte che la obbligano a dei movimenti forzati, deve inginocchiarsi di traverso il sedile e spostare il busto in avanti, attanagliare il cazzo svettante entro il solco dei seni: lo trattiene all’interno ed inizia a sviluppare una spagnola con l’aiuto delle mani mentre la lingua corre a modellare l’umida cappella gonfia e violacea, avvitandosi addosso alla stregua di un serpente quando avviluppa la sua preda.Marcello rivolge nuovamente le sue attenzioni al culo formoso della giovane donna, ne perfora le natiche alla ricerca del buco grinzoso, affonda con difficoltà tutto il dito medio avvertendo le vibrazioni del corpo violato da quella intrusione, si sofferma a pensare che quel canale sarà il suo “jus primae noctis” mentre una nuova fiondata di sperma imbratta il viso e le tette di Marianna.All’improvviso come d’incanto la notte scura e tempestosa viene squarciata dai pallidi raggi della luna, l’imprevedibilità dell’estate fa fuggire il temporale verso altri lidi mentre la volta celeste si dipinge di stelle luminose, il fuoristrada si inerpica sulla strada sterrata e sul cucuzzolo compare in lontananza la figura slanciata del castello, che pare baciato dalla luna.I possenti torrioni prendono sembianze fantasmagoriche come se volessero spiccare in volo e dirigersi verso di loro, quasi a volerne festeggiare l’arrivo, il luogo è magico ed anche per questo incute timore: i due sposini allargano le pupille con quella naturale apprensione che si manifesta più vivida nelle persone poco aduse a simili spettacoli.Il vecchio ponte levatoio, i cui antichi argani sono ormai fuori uso da molti anni, scavalca il fossato nella sua imponente struttura lignea, ora stabilmente ancorata al terreno, il fuoristrada la imbocca rumorosamente e si immette nel tortuoso percorso che conduce al portone di ingresso principale; Marianna guarda affascinata ed intimorita le grate in ferro massiccio, governate da cellule fotoelettriche, che scendono con un certo frastuono dopo il loro passaggio, chiudendo ogni contatto con il mondo esterno.Virginia, l’impettita governante inglese di quarant’anni, accompagna gli ospiti verso la loro camera, da disposizioni per l’ora di cena e richiude la porta della stanza dietro di sé; Giorgio e la moglie nascondono le loro paure rassicurandosi a vicenda, è la più fantastica sistemazione che mai avessero potuto sognare, un colpo di fortuna che ha il sapore di un inaspettato regalo di nozze.Si spogliano in fretta per tuffarsi entro il grande box doccia, avvertono il bisogno di quel ristoro che solo l’acqua calda sa donare mentre scivola sul corpo, si lavano assieme, si ritemprano, si toccano e si eccitano, in particolare Giorgio finisce la doccia con il cazzo teso mentre la moglie glielo tocca fingendo stupore: non possiamo adesso, sussurra, il conte ci aspetta a cena!Giorgio è troppo arrapato, non le permette nemmeno di asciugarsi, la piega sul lavandino e la chiava alla pecorina, la voglia è tanta e produce un coito precoce, Marianna non è arrivata all’orgasmo e si sente pressochè estranea all’amplesso, mentre il marito la fotteva ella non ha smesso un attimo di pensare al conte ed a quanto avvenuto durante il tragitto verso il castello, alza la testa e si guarda allo specchio, dietro Giorgio sta rifiatando, ha un sussulto, in lui vede nitidamente l’immagine di Marcello che si dissolve dopo pochi attimi.Scaccia quel pensiero girandosi appena verso la porta del bagno, questa volta non è una visione, Virginia la fissa negli occhi e poi si dilegua silenziosamente, Marianna non dice nulla al marito, nel suo intimo è certa però che la governante li ha spiati sin dall’inizio.Di lì a pochi minuti, quando ancora stanno finendo di asciugarsi, Virginia bussa alla porta ed entra: signora, il conte mi prega di portarla al guardaroba affinché possa indossare un abito adatto per la cena; Marianna incrocia gli occhi stupiti del marito che, felice, le fa cenno di accondiscendere alla richiesta, così che ella esce al seguito della governante con addosso l’accappatoio.Entrano in una stanza ove gli armadi finemente dipinti contengono una impressionante quantità di abiti, Virginia ne sceglie un paio di colore rosso vivo, sono molto eleganti ed assai scollati, li poggia sul letto e si rivolge a Marianna con cortesia e deferenza ma anche con autorevolezza: dovrebbero andarle bene entrambe, ma adesso li proviamo, si spogli la prego!Marianna ha un attimo di indecisione che non sfugge alla governante, la quale le si avvicina aprendo lei stessa l’accappatoio sul davanti per poi sfilarlo lasciandolo scivolare a terra.Cosa c’è forse è timida la nostra giovane ospite, qui al castello è il posto giusto per perdere ogni forma inibitoria, il nostro Signore e Padrone ha il pieno potere su tutti noi, dentro queste antiche mura il tempo si è fermato, esistono ancora leggi feudali che il conte Marcello fa rispettare inflessibilmente, rinnovando tradizioni ancestrali tramandate dal suo nobile casato.Non capisco balbettò Marianna frastornata dalle ambigue parole della governante, cosa c’entro io in tutto questo?Anche lei è soggetta a queste regole come d’altro canto tutti coloro che valicano l’ingresso del castello per la prima volta, ma sarà il nostro Signore durante la cena ad illustrarle nei dettagli quello che pretenderà, sappia comunque che in questo luogo egli ha potere di vita e di morte per ognuno di noi, le consiglio perciò vivamente di attenersi alle istruzioni che le verranno date, eviterà così la possibilità di severe punizioni corporali o segregazioni in celle fredde ed umide.Ma…. ma, io…… io, biascicò ancor più intimorita Marianna, che venne però immediatamente zittita da Virginia: basta adesso, abbiamo perso fin troppo tempo, ho l’ordine di prepararla per la cena, il conte ha gusti particolari che vanno assecondati, questa notte lei potrebbe essere scelta per l’iniziazione ed è per questo che dovrà indossare uno di questi due abiti, su vediamo quale le sta meglio.Erano tutti e due splendidi e per Marianna fuori da qualsiasi immaginazione, la governante scelse quello più scollato in cui i seni, stretti nel corpetto, facevano bella mostra dal balconcino senza oscenità alcuna, le pieghe della gonna che si estendeva fin sopra le ginocchia donavano alla giovane donna un maggior spunto di sessualità, lasciando intravedere la linea del ventre e le rotondità posteriori.Solo calze nere con giarrettiere a completamento della “mise” serale, sussurrò Virginia aiutandola ad indossarle, il conte non vuole che indossi null’altro di intimo, la sua bella ficona scura deve rimanere scoperta agli occhi del nostro Signore, sebbene mi sia già stato riferito che non sarà quello l’oggetto del suo desiderio: in primis il Padrone vuole disporre di ciò che ancora non è stato violato.Così dicendo Virginia, che aveva spostato Marianna davanti allo specchio con addosso un paio di scarpe nere con il tacco a spillo, che le davano un’aria quasi principesca se non fosse stato per le mani un po’ tozze e per la colorazione rubiconda del viso, le sfiorò il sedere da sopra il vestito, strappandole un brivido che si propagò istantaneamente su tutto il corpo.Malgrado il tono della governante fosse divenuto più suadente ed in qualche modo più intimo, questa continuò a rivolgersi con una sorta di distacco mantenendo il ruolo che le competeva, la fece appoggiare con le mani sul marmo della consolle piegandola in avanti: adesso si rilassi, stia ferma che debbo lubrificare il percorso che sarà oggetto di deflorazione da parte del nostro Signore.Marianna si aggrappò con le mani ai lati del piano di marmo, frastornata al pari di un pugile messo all’angolo, le dita lunghe ed affusolate della governante, cosparse di un unguento emolliente, si fecero strada rapide e sinuose entro le rotondità, perforando con rara maestria il canale rettale.Per qualche minuto il silenzio quasi spettrale della stanza venne interrotto dal crescente ansimare di Marianna, che mai era stata toccata da una donna e che da quella inconsueta intrusione, all’inizio opprimente e poi quasi rilassante, stava traendo i primi sintomi di un piacere diverso, quasi estraneo alla sua sfera sessuale fin lì conosciuta.Anche la voce di Virginia tradiva un principio di emozione quando le si rivolse di nuovo, dopo aver fatto scorrere l’altra mano in mezzo alle cosce raggiungendo la clitoride umida: noto che anche lei signora, come tutte le donne rigogliose di peluria, è molto calda e sensuale, ciò non spiace al conte, ma sappia che qui solo lui può disporre della sessualità di ognuna di noi, non gli dirò nulla di quello che ho visto poco fa nella sua stanza, ma non dovrà più accadere senza il suo consenso.La masturbazione sempre più insistente della governante in uno con quelle parole appena pronunciate ebbero un effetto dirompente in Marianna, preoccupata di quanto le stava accadendo ma anche incredibilmente eccitata e quindi intimamente fragile ed indifesa, raggiunse l’orgasmo proprio mentre, con una punta di ingenuità, rispose con un filo di voce: ma, ma, in fin dei conti l’ho fatto con mio marito!Non importa anzi potrebbe essere mal interpretato dal nostro Padrone, qui ogni sentimento è bandito, solo il signor conte può decidere dei nostri atti sessuali! Smise di lubrificarle il retto e per farle capire quali potessero essere le conseguenze derivanti dal mancato rispetto delle regole al castello, iniziò a scaldarle le natiche con ficcanti sculacciate, intimandole di rimanere in silenzio: la governante disponeva di una forza insospettabile in ragione del suo fisico allampanato e Marianna, molto impaurita, la lasciò sfogare mentre gli occhi le si inumidivano.Le è stata chiara la lezione signora, sibilò la governante mentre Marianna si affrettò ad annuire, poi estrasse dalla tasca della divisa un piccolo cuneo a forma di pene e glielo conficcò nel culo, facendola trasalire: questo dovrà tenerlo per tutta la cena, adesso si ricomponga e cammini qui davanti a me, deve tenerlo stretto dentro il pertugio, il conte potrebbe punirla severamente se al controllo lo trovasse anche solo spinto un poco all’infuori di dove l’ho collocato.Mentre Marianna si muoveva con attenzione, quasi dando la sensazione di camminare su un tappeto di carboni ardenti, la governante guardò l’orologio e per la prima volta abbozzò un cenno di sorriso, soddisfatta del suo operato, poi esclamò: bene, così può andare, abbiamo ancora una decina di minuti, si inginocchi qui davanti a me!Con lente movenze per non rischiare di far defluire il “tappo” che aveva nel sedere, Marianna ubbidì restando qualche istante ad osservare le scarpe nere della governante, che la sovrastava in piedi a gambe larghe, guardò poi con attenzione, come se la vedesse in quel momento per la prima volta, anche la gonna grigio neutro della divisa che ella indossava, infine un altro ordine le trapanò le orecchie: mi alzi la gonna e mi scopra la fica!Le mani di Marianna si posarono sui lembi della gonna come mosse da una forza estranea alla sua volontà, il tessuto si raggrumò lentamente verso l’alto mentre davanti alle pupille incantate della giovane sposa apparvero in tutta la loro fosforescente bellezza le cosce esili e pallide come la luna.Una visione paradisiaca comparve quando il pube, lucido e rasato, fece capolino, non fu necessario alcun ordine ma una lieve pressione sulla nuca di Marianna perché lei sfoderasse la lingua raggiungendo quel nido spoglio ma già bagnato dalla rugiada.Marianna è la prima volta che affronta questo percorso, ma la sua lingua abile e guizzante non fa fatica a trovare la strada maestra, ora le mani della governante, intrufolate nei capelli, ne dettano i ritmi, soffermandola a brucare i punti più sensibili, poi un lungo ansimare a bocca aperta anticipa l’oblio. Giorgio guardò con occhi colmi d’amore la moglie che a lui parve come una principessa uscita dalle pagine di una fiaba, non ebbe nemmeno il tempo di esprimere il suo stupore, la governante fece strada verso l’austera sala in cui era stata preparata la cena, ove il conte li accolse invitandoli a sorseggiare una coppa di champagne, che Geronimo, ora in linda tenuta da maggiordomo, porse loro attraverso un vassoio d’argento.Brindiamo alla vostra salute ed al piacere dell’occasionale incontro che vi ha portato in questo castello, nonché al vostro matrimonio: che sia foriero di mille felicità!I giovani sposi pur se frastornati dall’imprevedibilità della fortuita circostanza che li aveva condotti fin lassù, accolsero con diverso stato d’animo quelle parole, mentre Giorgio sprizzava gioia da tutti i pori della pelle, la moglie rimuginava con una certa ansia le parole della governante in relazione a quanto le sarebbe accaduto quella notte.Ella avverte lo sguardo penetrante del conte, ed ancor più che nell’oscuro abitacolo del fuoristrada ora ne coglie l’effetto: un’ansia ed una crescente paura si impadroniscono di lei, comincia a tremare tanto che il bicchiere rischiò di caderle dalle mani.Ciò non sfugge al nobile Castellano che le viene in soccorso approfittando anche dell’interesse dimostrato dal marito per alcune antiche armature che fanno bella mostra nel vasto salone: Geronimo faccia vedere nei particolari le armature al nostro ospite, che mi pare ne sia particolarmente attratto, visto che la cena sarà pronta fra una decina di minuti.Giorgio ringrazia con un cenno, arrossendo al pari di una persona colta in fallo, segue il maggiordomo di colore con passo cadenzato come le note di Chopin che si stanno diffondendo nel salone, non appena entra in posizione defilata il conte stringe con forza un polso di Marianna bloccandone il tremore: venga, non abbia paura, si consideri una mia suddita o se preferisce mia prigioniera, segua pedissequamente le mie istruzioni e non avrà nulla da temere!Con la governante sempre nei pressi Marianna viene spostata vicino ad una specie di sgabello in legno intarsiato, coperto da un cappuccio rosso in un lato, Virginia lo solleva scoprendo un grosso priapo in metallo lucido, che si erge maestoso come un simbolo divino; la governante sposta il corpo fiacco di Marianna sopra quel membro imperituro e la invita a cavalcarlo, sotto lo sguardo severo del conte che da la sensazione di voler solo verificare la sua sottomissione.La giovane donna lo accoglie nel ventre in tutta la sua consistenza, ha la stessa percezione come se fosse violata da un membro equino, un gemito strozzato le muore in gola proprio mentre Virginia si china ad attivare un pulsante che mette in movimento quell’enorme vibratore: con il ventre scoperto e gli occhi strabuzzati Marianna avverte le pareti della vagina sconquassate dal movimento sussultorio di quel lucido arnese e comincia ad agitarsi ed ansimare a bocca aperta.Il conte si china a solcarle le natiche spingendo più a fondo il cuneo che le opprime il culo: mi raccomando questo deve restare al suo posto, dice con tono che non ammette repliche, poi rivolgendosi alla governante: ottimo lavoro come sempre, mia preziosa collaboratrice, adesso cerchi anche lei di intrattenere il più lontano possibile il gentil marito di questa signora, che debbo finire di farle consumare l’aperitivo di questa lunga notte, che la vedrà offrire il corpo al suo Padrone!Virginia si sposta sussurrando: aveva ragione mio Signore questa impudica sgualdrinella ha proprio una lingua di fuoco, mi sono fatta leccare dopo averla agghindata per la cena!Marianna per un attimo crede di sognare, quanto le sta accadendo le pare fin troppo irreale, ma viene subito catapultata nella più eloquente delle realtà trovandosi il cazzo di Marcello davanti alle labbra: socchiuda le labbra e si limiti ad assecondare i miei movimenti!Con la testa bloccata dalle mani del conte viene fottuta in bocca con straordinaria veemenza, i colpi si susseguono senza sosta, il glande sbatte perentoriamente in gola fino a contatto con l’ugola, il volto della giovane donna vira dal rosso al viola, ella si sente oppressa e violata in ogni parte del corpo, ai limiti del soffocamento, accoglie gli schizzi di sperma che si disperdono nel palato come una liberazione; qualche attimo dopo, come se nulla fosse successo, sono seduti attorno alla tavola finemente imbandita.Il conte Marcello a capotavola fa accomodare i novelli sposi uno di fronte all’altro del lungo fratino, lei sulla destra e Giorgio sulla sinistra, la musica soffusa si diffonde nel grande salone in cui i dipinti degli antenati si affacciano sulle pareti con inquietante presenza, come se da dentro la tela muovessero gli occhi per fissare quegli improvvisati ospiti.Con analogo tono musicale la voce del conte cadenza le sue elucubrazioni condite da paroloni in latino, il cui effettivo significato sfugge agli intimoriti ospiti, che si limitano a cenni di consenso atti a celare la loro imbarazzante ignoranza mentre le pietanze si susseguono accompagnate da vini d’annata, con i quali non hanno confidenza e sfociano in crescente euforia per Marianna ed appesantimento delle membra per il marito che non riesce a controllare qualche timido sbadiglio.……..dovete sapere che questo castello e le terre che lo circondano appartengono alla mia famiglia da più di quattrocento anni, un tempo le proprietà si estendevano fin dove l’occhio dell’uomo poteva arrivare, una contea con oltre duemila anime ci apparteneva, molte erano le guardie e gli sgherri al nostro servizio, i miei antenati avevano il potere di vita e di morte su tutti i sudditi.Solo il nobile Castellano promulgava le leggi a cui tutti dovevano attenersi, ancor oggi entro queste mura, ma anche nelle terre rimaste in proprietà, ho mantenuto le stesse regole ferree che mi consentono di governare ora come allora, disponendo “ad libitum” delle famiglie che tutt’ora vivono all’interno dei miei territori.Alcuni secoli fa per un nonnulla si poteva essere incatenati e tradotti nelle segrete del castello, adesso queste pratiche si sono attenuate ma non sono scomparse del tutto, può capitare che qualcuno venga imprigionato e tenuto segregato fintanto che viene a miti consigli, mi piace rispettare le tradizioni in tutte le loro sfaccettature e non tollero i riottosi.Qui il tempo in qualche modo si è fermato, i miei sudditi, oramai prevalentemente contadini, continuano a versare le gabelle, tutti i componenti delle famiglie giurano fedeltà al casato ed alle sue leggi, nessuno può uscire dai territori senza il mio consenso.Ancor oggi esercito il diritto di verifica dell’illibatezza in ogni giovane fanciulla, che deve essere portata al mio cospetto fin dall’età di quattordici anni perché ne accerti l’integrità, periodicamente pretendo ulteriori verifiche fintanto che mi verrà chiesta la possibilità di unirla in matrimonio.Per tutte pretendo ancora il rispetto dello “jus primae noctis” per il quale la novella sposa deve donare al suo Signore, entro le mura di questo castello, il virginale frutto.Anche voi due, ad esempio, qualora foste residenti nei miei territori o foste venuti al castello prima delle nozze, avreste dovuto adeguarvi a queste regole, che altro non sono che un privilegio per chi le rispetta.Su di lei Marianna una parte di questo diritto mi è stata negata, essendosi unita in matrimonio da quasi una settimana, ma è ben chiaro che intendo esercitare il diritto sulla restante integrità già questa notte stessa………….Le ultime parole del conte giungono a Giorgio quasi impercettibilmente, non è più in grado di apprezzarne alcuni metaforici significati da qualche minuto, la testa gli dondola, la bocca si stiracchia senza alcuna possibilità di attenuare gli sbadigli che si susseguono. Marianna lo osserva quasi indispettita, suo marito è ampiamente oltre il limite della maleducazione e non sa spiegarsi il motivo, loro due sono persone umili ma rispettose, non ha il coraggio di intervenire anche perché fin troppo preoccupata dalle prospettazioni del conte, i cui occhi continuano a scrutarla per osservarne le reazioni, accrescendo il suo stato emozionale accentuato dai fumi dell’alcool.All’improvviso la testa di Giorgio si accascia sopra la tavola, è l’effetto della consistente dose di sonnifero somministrata nei cibi e nelle bevande, Marianna ha un sussulto e teme per l’incolumità del marito ma ancora una volta la voce del conte chiarisce ogni cosa: non si preoccupi mia giovane ancella, il suo sposo è entrato nel mondo dei sogni per mia volontà, è meglio che i suoi occhi non vedano ciò a cui lei è destinata in questa notte ritornata stellare.Le sono concesse due possibilità così come previste dalle antiche leggi dei miei avi, una è quella di accettare con devozione e trasporto ogni ordine che le perverrà, l’altra è quella di esservi costretta con la forza subendone le conseguenze, in entrambe in casi il mio piacere non verrà minimamente scalfito, anzi a volte la costrizione rende assai più appagante il risultato finale.A lei la scelta!Marianna resta imbambolata per alcuni istanti avvertendo gli occhi del nobile Marcello che le vivisezionano il corpo, all’improvviso si scuote ed interpretando quanto suggeritole da Virginia durante la vestizione, ella mormora: sono a sua disposizione mio Signore e Padrone!Geronimo si prenda cura del nostro ospite e lo porti a letto, e lei Marianna si alzi e mi segua!La giovane donna non riesce a far a meno di stupirsi per quel mantenuto rispettoso formalismo, rimasto inalterato nel conte e nei suoi servitori, soprattutto dopo quanto avvenuto nel giro di poche ore, ma il pensiero si dilegua nella mente in un istante mentre, con al seguito anche Virginia, si stanno dirigendo nella camera da letto.Geronimo e la governante si prendono cura di Giorgio che viene sorretto sul letto per essere denudato e quindi disteso supino, da diversi minuti è nel mondo dei sogni e non si sarebbe di certo svegliato fino al mattino successivo; Marianna in mezzo alla stanza viene invece spogliata dal conte in persona, lasciandola deliziosamente imbarazzata con addosso le calze e le giarrettiere.Ella rimane come stralunata a guardare il conte, la governante ed il maggiordomo dalla pelle scura che si stanno spogliando silenziosamente, buttando gli indumenti a terra senza alcuna cura, la ficona glabra di Virginia l’ha già vista da vicino ma non le tette, su cui sporgono due capezzoli irti e lunghi come due pioli, anche il sapore del cazzo di Marcello le è ben noto, ma ora che lo vede svettare davanti al corpo nudo le appare ancor più l’emblema di una indubitabile virilità.Quasi in ultima ella posa gli occhi sul pene di Geronimo che seppur ancora pendulo sul davanti le sembra gigantesco, resta con lo sguardo incollato fintanto che il conte da tergo non la sposta facendola piegare in avanti ed appoggiare con le braccia su un cassettone, mentre le sussurra: le posso assicurare che è veramente fuori misura e sicuramente devastante per il suo bel sederino, qualora decidessi di concedere a lui il compito di romperle il culo!Un brivido incessante si impossessa del corpo di Marianna fintanto che il conte, dopo averle tolto il cuneo dal sedere con lo stesso effetto sonoro di un tappo di spumante, la tranquillizza schiaffeggiandole le natiche con il cazzo teso: non si preoccupi questo bel culo, questa notte sarà solo mio!Marcello si diletta a frugarla assaporando il rinnovarsi di un piacere atavico nel constatare la totale passività di quella giovane donna oramai in sua balia, mentre ella con occhi accecati dalla curiosità e dalla libidine guarda quanto la governante e Geronimo stanno facendo a suo marito.Pur avvolto in un sonno profondo, a seguito delle magistrali manipolazioni di Virginia, il cazzo di Giorgio si è indurito ed ora si erge entro il palmo mentre lei continua a levigarne la soffice pelle, Geronimo invece tiene ferma tra le mani la testa del dormiente e dopo aver spinto il glande a ridosso delle sue labbra, glielo fa imboccare, Giorgio da chiara l’impressione di succhiare con gusto quell’enorme biscione, sempre più grosso e teso, che gli gonfia le guance.Lo stanno preparando dice il conte, lui dorme ma le pozioni che gli ho fatto somministrare a cena tengono sveglia la parte erogena del suo corpo, mentre la sodomizzerò togliendole l’ultima sua verginità, voglio che lei gli faccia un pompino, voglio che lo faccia venire nella sua bocca, così che domani si sveglierà convinto di aver fatto l’amore con lei e con in bocca il sapore dello sperma del nostro valoroso Geronimo che si scaricherà in lui guardandoci.Marianna si accovaccia in mezzo alle cosce del marito e comincia a spompinarlo ad occhi aperti, attratta dalla scena del maggiordomo che adesso lo sta fottendo in bocca, Virginia intanto la sta sistemando nella migliore posizione per essere inculata: le allarga le ginocchia sul letto, le flette la schiena all’ingiù e le fa tenere il sedere ben proteso verso l’alto, poi scivola sotto di lei e le blocca i fianchi mentre con la bocca si fa strada nella foresta scura del pube alla ricerca del clitoride.La giovane sposa in pochi attimi è in preda ad uno scatenamento sessuale che la coinvolge in ogni angolo del corpo: mentre la governante addenta la clitoride strappandole brividi di piacere intrisi da qualche fitta di dolore, l’intrusione del pene del conte, che sopra di lei con ficcanti spinte sta guadagnando centimetro dopo centimetro entro il canale rettale, le produce uno sconquassamento intestinale con effetti rumorosi e crescente dolorosità.A ciò si aggiunge che Geronimo svuotatosi nella bocca di Giorgio, che pure sta spruzzando il suo sperma nella gola della moglie, preso da un raptus, senza essere minimamente fermato dal Padrone, sposta il corpo del giovane sposo e si apposta davanti a Marianna, le artiglia le tette facendola contorcere per questo nuovo dolore che la fa quasi singhiozzare. Gli occhi non fanno nemmeno in tempo a bagnarsi che la sua bocca viene violata dall’enorme randello nero, Geronimo comincia a pomparla mentre ella rischia di perdere conoscenza con il corpo profanato senza ritegno e con la sensazione di essere trafitta da mille punte acuminate che pare debbano lacerarle i tessuti.Alla fine perde i sensi per davvero e resta distesa sul letto addossata al corpo del marito, si sveglia all’alba di soprassalto, focalizza la situazione e piange sommessamente, cerca di svegliare il marito ma riesce solo a fargli emettere dei mugugni mentre si gira da un’altra parte; si alza, ha il corpo sconquassato, fa fatica a reggersi in piedi, sente il bisogno di un bagno bollente, apre l’acqua della vasca e quando è colma vi si immerge, ripercorrendo pressoché inebetita i trascorsi delle ultime dodici ore.L’acqua calda riesce a darle un senso di sollievo, appoggia la testa e chiude gli occhi, la mano destra si muove autonomamente, carezza lo stomaco scendendo senza premura verso la foresta nera che le adorna il pube, vellica il pelo poi si insinua all’interno, sfregando la clitoride mentre il corpo reagisce con una violenta scossa.Si abbandona al più bel ditalino della sua vita, miagola come una gatta in calore, crede di essere sola nella sala da bagno, immersa in una specie di nebbia prodotta dal vapore che ha riempito la stanza, ma quando si disunisce all’apice del piacere socchiude gli occhi ed ha un sobbalzo, Virginia la sta osservando, chissà da quanto tempo, dal bordo della vasca.Mi spiace per lei, mia giovane sporcacciona, ma questa volta non posso sottacere al nostro Signore quello che le ho visto fare, dovrò necessariamente informarlo che lei ha cercato ed ottenuto un lungo orgasmo masturbandosi da sola, in questi casi la punizione potrebbe essere esemplare, ha mai subito l’onta della frusta, le assicuro che Geronimo ha la mano pesante e quando usa lo scudiscio si eccita molto ed il Padrone potrebbe concedergli anche il suo corpo.Un lampo di vero terrore scorre negli occhi di Marianna, si sente sfinita, spossata, il corpo si affloscia inerme mentre calde lacrime scendono sulle gote, la governante la guarda impassibile finchè lei trova la forza di implorarla: la prego non dica niente al signor conte!Virginia lancia il ricatto a cui la giovane sposa non può sottrarsi, si sfila la vestaglia leggera rimanendo nuda, si inginocchia sul tappeto a bordo vasca e sussurra: dipende tutto da te mia cara, se vuoi comprare il mio silenzio dovrai dimostrarti all’altezza; i primi raggi del sole stanno illuminando la valle, mancano ancora un paio d’ore prima che la vita al castello riprenda. Ho sempre desiderato avere una serva tutta mia ma il Padrone non ha mai voluto concedemerla, tu lo sarai fino al risveglio qui nel castello, questo è il prezzo del mio silenzio; Marianna non ha nemmeno il tempo di accettare che la governante le sposta la testa invitandola a succhiare un capezzolo, a cui lei avvinghia le labbra carnose strappandole brividi di piacere mentre l’altra corre a solcare le morbide carni, forzandole le intimità.E’ Virginia stessa che la asciuga fuori della vasca, ogni passaggio dell’asciugamani è un’occasione per disporre degli anfratti della giovane sposa che si lascia sballottare, eccitandosi; viene portata senza nulla addosso nella stanza della governante, che le lega saldamente i polsi dietro la schiena prima di farla inginocchiare sul letto.Marianna è intimorita ma quando la governante, in piedi a fondo letto, le schiaccia la testa verso il monte di venere lucido e rasato, si rilassa all’istante sfoderando la lingua che si insinua ficcante entro quel frutto acre e levigato, che in pochi istanti diventa come l’onda di un fiume in piena.Ella non fa in tempo a rifiatare, viene bendata, fatta scendere dal letto, i polsi legati dalla corda vengono agganciati da un’altra fune che scende dalla travatura in legno, sente le braccia che si stirano all’indietro mentre il corpo, lentamente, viene sollevato da terra fintanto che resta in punta di piedi, si lamenta debolmente ma non intacca la scorza dura della sua improvvisata aguzzina.Le avide fauci di Virginia azzannano un capezzolo mentre le mani ne violano il corpo, scorrendolo da cima a fondo senza che ella possa opporre alcuna difesa, è un susseguirsi di sussulti che le trapassano il corpo come dei fendenti, i toccamenti lascivi si confondono con dolorosi pizzicotti, i teneri baci si alternano a mordaci addentature, il fuoco torna a covare entro la fica che ritorna a sbrodolarsi senza soluzione di continuitàLa governante prima le si avvinghia addosso baciandola in bocca con passione, Marianna si abbandona in preda a straziate contrazioni della vagina che anticipano lo sfogo liberatorio, poi come avverte l’afflosciamento delle membra si stacca insultandola: stupida troietta sei qui per donare piacere non per riceverlo, ti meriti una giusta punizione!Prima una e poi l’altra caviglia vengono serrate da altre corde, le gambe vengono sollevate ed allargate lateralmente, Marianna sente le giunture scricchiolare, il dolore diviene quasi insopportabile mentre le cosce si spalancano, allargando oscenamente anche le labbra della fica.Perdonatemi vi prego, mormora Marianna, ma la governante la zittisce mentre con le dita le scava la fica dischiusa per agganciare la clitoride gonfia che fuoriesce dalle grandi labbra al pari di un piccolo e tozzo pene.Due sibili anticipano i ficcanti colpi che affondano sui capezzoli induriti strappando a Marianna due urla strozzate, un dolore più acuto le fionda il cervello ma non è nulla rispetto a quello che di lì a poco le ottunda la mente, quando Virginia comincia a batterla sul clitoride.La verga che impugna la governante si abbatte con colpi lenti e mirati sulla grossa protuberanza che si gonfia allo spasimo trasmettendo fitte dolorosissime, Marianna si dibatte per quel tanto che la stretta postura le consente, implora, piange, supplica, senza però riuscire ad arginare quella devastante punizione che la sta portando a perdere i confini con la realtà.E’ talmente scombussolata che quasi non si accorge che Virginia ha concluso la punizione, solo il contatto delle labbra che soffiano sulla carne martoriata le danno un briciolo di sollievo, la governante la succhia, la lecca, le morde le cosce, sposta la bocca sulle chiappe riprendendo ad usare la lingua ed i denti, mentre Marianna brucia come un carbone ardente e sente rinascere irrefrenabile l’eccitazione, che la sensazione di vuoto data dalla benda sugli occhi accresce sensibilmente.Vuoi che ti scopi puttanella, ti sei mai fatta fottere da un pene artificiale?Anche noi donne possiamo donare, con un grosso virgulto inanimato, lo stesso piacere che trasmette il pene maschile!Tra un succhiotto ed un morso, la governante insiste: allora vuoi che ti fotta o preferisci che te lo metta nel culo, decidi svelta…..anzi non rispondere ti prendo da tutte e due le parti sporcacciona!Marianna è confusa, eccitata, spasmodica, e quasi grida: sì, sì, prendetemi come volete, fatemi godere vi prego, sono la vostra serva……la vostra schiava!Gli attimi che seguono, utili alla governante per bardarsi con un enorme fallo in lattice, a Marianna paiono lunghi come delle ore, il suo corpo freme, non sa bene cosa l’aspetti, ma vuole concedersi, essere presa, godere, è troppo eccitata.Virginia sale su un piccolo sgabello e si posiziona davanti alla novella sposa, punta il dildo sulla fica ed agguanta le chiappe di Marianna, la penetra con facilità con una sola stoccata affondando brutalmente nel suo ventre, le strappa un lungo singulto, resta conficcata dentro di lei e avvicina le labbra alle sue sussurrando: muoviti piano sgualdrinella, è bello sentirsi la pancia gonfia vero?Marianna non fa in tempo a rispondere perché un bacio struggente suggella l’unione di quei due corpi armoniosi.Quando decide di prenderla da dietro aggrappandosi ai grossi seni, il bruciore per la giovane ritorna in tutta la sua virulenza, ma non può che subire mentre i morsi sul collo attenuano la tensione, fintanto che Virginia decide di sciogliere i legacci e farla scendere.Marianna ha il corpo intorpidito, deve essere sorretta, crede di poter ritornare a letto ma viene invece distesa nuovamente sul giaciglio dalla governante, che le si inginocchia sopra la testa, il segnale è chiaro ed inequivocabile ed ella deve solcare con la lingua la rossa intimità di Virginia, che la fa sfinire prima di abbandonarsi in un copioso orgasmo.La giovane sposa non ha il coraggio di ritirare la bocca dal contatto vaginale, resta lì ansante in attesa di ordini che non arrivano, fintanto che un getto di urina le scivola in gola: è l’ultimo atto prima che possa ritornare in camera sua.Il sole è già alto, vicino al mezzogiorno, quando Giorgio e Marianna cominciano a stirarsi risvegliandosi, pochi minuti più tardi la governante serve loro la colazione in una stanza le cui vetrate finemente colorate filtrano i cocenti raggi estivi, che seguono una notte tempestosa.Marianna per un verso ed il marito per un altro portano nel volto i segni di quella notte vissuta diversamente, Giorgio è ancora intontito dai barbiturici mentre lei nasconde a fatica alcune dolorose fitte conseguenti l’uso indiscriminato del suo corpo; il conte li raggiunge salutandoli con la consueta, quasi irridente, cortesia.Lungo la cinta esterna turrita il loro ospite li accompagna per l’ultimo sguardo verso il verde collinare che si estende ai piedi della nobile proprietà, girato l’angolo offre a Giorgio la sua sorpresa: guardi giù verso l’ingresso principale, c’è già la sua auto riparata, Geronimo ha provveduto a ritirarla poco fa, il danno era di poco conto, si è resa necessaria solo la sostituzione del condensatore e della batteria.Vada a provarla con Geronimo mentre sua moglie prepara le vostre cose, avremo modo di salutarci prima della partenza.Giorgio trabocca felicità, ringrazia imbarazzato, poi segue il giovane dalla pelle scura lungo le ripide scale che conducono al cortile.Abbiamo poco tempo mia giovane ospite, tutto si è compiuto secondo le leggi ataviche, prima che se ne vada voglio che porti seco l’ultimo ricordo della mia ospitalità!Marianna lo ascolta in silenzio, quell’uomo riesce a toglierle persino il respiro, lo segue verso la camera da letto, con la mano stretta nella sua, si lascia scoprire i seni prima di essere spinta sul letto supina, subisce l’ultimo assalto, trafitta dall’asta vibrante del nobile cavaliere.Un turbinio di sensazioni avvolge la sua mente, sobbalza sul letto agevolando la poderosa cavalcata che le intorpidisce le membra, ansima, si scioglie in un esilarante tripudio di piacere mentre gli spruzzi di sperma le inondano il ventre, dalle sue labbra una sola ed univoca parola: ancora, ancora….ancora!Prima che suo marito faccia ritorno imbocca per l’ultima volta quel pene che tante ansie ed altrettante gioie le ha conferito in quel ristretto lasso di tempo, la voce roca del conte ne accompagna la suzione prima che il getto di urina le innaffi la gola: porterà con sé il ricordo di questo incontro fino alla nuova destinazione, voglio che senta nell’intimo il mio seme che le vibra dentro, se non potrà dimenticarmi non le sarà difficile rintracciarmi ancora.A bordo della sgangherata cinquecento si allontanano lungo la strada del castello, Marianna è turbata, si gira, si sforza di guardare attraverso il finestrino posteriore, il liquido seminale le si rimesta entro la vagina, le inzuppa le mutandine, le imbratta le cosce che lei sfrega impercettibilmente alla ricerca di un piacere che appena finito vuole rinnovarsi, crede di intravedere l’austera figura del conte oltre i bastioni, è vero le è entrato nel sangue e presto o tardi dovrà ripresentarsi al suo cospetto, come la più umile dei suoi sudditi

