Prima di iniziarvi a raccontare questo racconto, devo farvi una premessa. Mi chiamo Sebastian e sono un ragazzo di 26 anni argentino. Vivo in Italia da 7 anni, cioè da quando mia madre è morte ed io sono scappato dalle grinfie di mio padre con il quale non ho mai avuto un rapporto sereno. Morta mia madre, avevo 18 anni, me ne andai di casa, ho girovagato per un anno per il sud America e poi accumulato i soldi necessari, decisi di venirmene in Italia, perché mia madre era italiana. Arrivato in Italia, dopo qualche mese che girovagavo, ho trovato il paesino dove aveva vissuto mia madre e dopo qualche indagine, ho scoperto che mia madre in Italia aveva 2 sorelle e quando mi sono presentato a casa loro, mi hanno accolto in un primo momento molto scettiche ma poi come uno di famiglia. Mi hanno sistemato in un monolocale accanto alla loro casa e mi hanno anche trovato un lavoro. Ho quindi, potuto regolarizzare la mia presenza in Italia e stabilirmi definitivamente qua. Le 2 sorelle vivono tutt’ora in due abitazione adiacenti, una, Anna, era sposata con Guido, il quale è molto qualche anno fa e ha una figlia, Stefania, che è sposata e vive in città ed è la mia datrice di lavoro. Angela, l’altra sorella è singola o meglio come si dice da queste parti, zitella. Dalla morte di Guido le due sorelle praticamente convivo e mi fanno sentire l’uomo di casa. Le due sorelle non sono un granché belle anzi ormai gli anni si inizia a far sentire; Anna ha 54 anni è un po’ rotondetta e un seno che mostra tutti i segni della gravidanza, una 6° cadente, mentre Angela ne ha 50 è più longilinea ma con qualche ruga di troppo. Fino a quel giorno, più di 2 anni fa, nulla aveva mai fiorato la mia mante, volevo bene alle due donne, le consideravo le mie madri adottive e non avrei mai potuto pensare che sarebbe accaduto quello che è successo. Guido, ormai era scomparso da circa 6 mesi, io in quella casa assumevo sempre un ruolo più profondo, le due donne si rivolgevano a me per ogni cosa e io le ricambiavo porgendogli più attenzione. Avevo preso l’abitudine che quando tornavo dal lavoro, passavo a salutarle e a prendere un caffè con loro, ritornavo da loro prima di andare in palestra e poi la sera si cenava tutti insieme. Quel pomeriggio, parcheggio la mia auto e mi dirigo verso le casa di Anna, dove di solito stava le due donne, apro la porta della cucina come al solito senza bussare e per mia sorpresa non trovo nessuno allora cerco di capire, vorrei chiamarle ma quando sto per pronunciare i loro nomi, vengo bloccato da dei lamenti. Subito mi rendo conto che quei lamenti, provengono dalla camera da letto, impaurito che fosse successo qualcosa di grave mi precipito nella camera da letto, ma appena entro mi rendo conto che quei lamenti non sono nulla di grave, anzi! Vedo Angela stesa sul letto con le tette che guardavo il soffitto e Anna immersa tra le sue gambe, che erano oscenamente aperte, che la leccava e le infilava le dita dentro. Le due non mi notarono subito, anche perché la porta è di fianco al letto, io rimasi sbalordito, ma dopo un attimo mi decisi che forse era meglio andarmene e dimenticare quella storia. Quando mi vado per girare per uscire dalla stanza, sentì Angela che disse: “Sebastian, no… non è come credi!” a quel punto anche Anna si accorse della mia presenza e si ritrasse, intanto io ero rimasto di spalle e risposi: “Angela, non preoccuparti, continuate pure, per me non è successo nulla!” queste parole mi uscirono quasi piangendo e le due donne si accorsero che qualcosa in me non andava. Allora Anna disse: “Ti dobbiamo delle spiegazioni, infondo per noi se come un figlio. In un primo istante, abbiamo dubitato di te, ma poi osservandoti abbiamo notato che sei uguale a Filomena…” Filomena era mia madre, infondo avevo ragione, tutti quelli che conoscevano mia madre mi dicevano che io ero uguale a lei. Io risposi: “Non c’entra nulla mia madre con quello che stava facendo. E poi in fondo questa è la vostra vita, ne potete fare ciò che volete.Allora Angela: “Hai ragione, ma noi non avremmo mai voluto fartelo sapere, avremmo voluto tenertelo nascosto per sempre… Vedi… fino a che era vivo Guido, io calmavo i miei spiriti da sola, poi dopo qualche mese dopo la sua scomparsa Anna mi chiese consiglio e io contenta della cosa le mostrai tutto quello che fino ad allora avevo imparata da sola. Da quel giorno, ogni volta che ne sentiamo l’esigenza ci masturbiamo a vicenda.” A questo punto, intervenne Anna e disse: “E’ vero, noi ci sentiamo ancora giovani e abbiamo ancora bisogno di fare sesso, però sai bene che questo è un paesino e la gente parla, quindi pensare ad un altro uomo neanche se ne parla e poi sfruttando il fatto che ormai io e Angela viviamo praticamente insieme e nessuno potrà mai sospettare di nulla, ci accontentiamo l’una dell’altra!” A quelle parole, ritornò la calma in me, e dopo qualche istanti dissi: “Adesso vi capisco, scusatemi per la mia reazione, ma ci sono rimasto nel vedervi in quegli atteggiamenti. Ma continuate pure, per me non ci sono problemi, io vado nella mia camera a farmi una doccia, ci vediamo dopo.” A quelle parole mi incamminai nel corridoio, ma subito sentì Angela: “Sebastian, torna qua.” Io mi fermai e mi voltai per tornare indietro e mentre camminavo per avvicinarmi al letto, Angela aggiunse: “Ormai non c’è più voglia di continuare, è meglio che resti un po’ qua con noi!” io ormai ero vicinissimo al letto e potevo notare i due corpi. Non so perché ma certamente non per la bellezza, ma in me si iniziava a muovere qualcosa, sentivo dei brividi dentro e un certo calore che si stava sprigionando. Comunque, cercando di non far notare alle due cosa mi stava succedendo mi sedetti sul letto e subito Anna accarezzandomi i capelli disse: “E poi, veder un bel ragazzo come te che gira sempre mezzo nudo per casa ci fa sempre un certo effetto!” a quelle parole fui lusingato e subito risposi: “Questo vuol dire che allora spesso sono io il protagonista delle vostre fantasie…” a quelle parole Angela e Anna arrossirono ma non osarono dire una parola allora io che ormai mi stavo divertendo in quel gioco insistetti: “Che tace acconsente e poi guardando il vostro viso, vi si legge chiaramente ciò che state pensando!” a quelle parole intervenne Angela molto emozionata: “E’ vero, ma certamente sappiamo che noi non provochiamo le stesse sensazioni in te. E quindi…” allora aggiunsi io: “vi accontentate di fantasticare.” Le due divennero ancora più rosse ed entrambi gli sguardi puntavano al materasso. Io allora per smorzare un po’ quell’imbarazzo aggiunsi: “Chi vi dice questo? Chi vi ha mai detto che io non vi sempre desiderate?” a queste parole ad Anna si accesero gli occhi, sembravano due fari di un auto e poi continuando: “Anch’io vivo praticamente con voi e mai nessuno potrà sospettare di me! E poi, così posso soddisfare tutti i miei desideri quando voglio!” con un sorrisetto malizioso. Ma su quelle parole senti entrare un auto nel cortile di case e quindi esclamai: “Dai muovetevi, vestitevi!” e poi rivolto ad Anna: “Che tua figlia mi ha detto che sarebbe passata a salutarti e darti delle cose!” Le due donne si precipitarono a vestirsi e nella confusione notai che entrambe avevo indossato il reggiseno ma non gli slip e poi come al solito la solita veste a mezze maniche che arrivava al ginocchio con quelle strane fantasie che difficilmente riuscivo a capire. Dopo la vestizione, ci trasferimmo in cucina e io mi precipitai a fare un caffè, mentre Angela si sedette al tavolo e Anna aveva già una scopa in mani e si apprestava a spazzare. Dopo qualche istante apre la porta Sandra, la figlia di Anna con in mano un pacco e sorridente come il suo solito saluto affettuosamente la madre e la zia ed io che l’avevo visto fino a mezz’ora prima mi limitai a dirle: “Giusto in tempo, stavo mettendo il caffè sul fuoco!” allora Sandra ironicamente: “Ma come, ti alzi alle 5 del mattino, lavori per otto ore e poi quando torni queste due ti fanno fare anche il caffè?” ed io: “Beh, dovresti saperlo come sono fatte queste due, ti sfrutto per ogni occasione!” a queste parole scoppiammo tutti a ridere e Angela prese dal cestino della frutto che era sul tavolo un arancia e me la tirò. Io fermata l’arancia la guardai con aria maliziosa e poi porgendole l’arancia che mi aveva appena lanciata le dissi: “Ritenta sarai più fortunata.” Comunque continuò così per circa mezz’oretta e fino a che Sandra non salutò tutti e andò via. Non appena l’auto di Sandra lasciò il cortile, le due donne mi trascinarono letteralmente in casa e mi fecero sedere su una sedia e subito Anna disse: “Adesso è arrivato il momento di darti una lezione!” stava veramente incazzata, io non l’avevo mai vista così, allora tentennando dissi: “Ma che ho fatto, stavo solo scherzando. Non avrei mai detto nulla a Sandra che quello che ho visto!” a quelle parole le due donne scoppiarono a ridere e Angela disse: “Non è per quello che hai detto quando c’era Sandra, ma per quello che hai detto quando eravamo di là in camera da letto!” Io allora mi rassicurai e ritornò il sorriso sul mio volto e aggiunsi: “Allora è come pensavo, volete che io vi facci godere, esaudisca tutti i vostri desideri!” Anna allora passò dallo stato di falsa incazzatura a quello di imbarazzo, anche Angela sentendo quelle parole si imbarazzò di nuovo e io per rafforzare il controllo sulle due donne e non farle prendere il sopravvento, continuai: “Su… andiamo di là che vi faccio godere io, vi faccio assaggiare il mio cazzo. E poi, sapendo che state senza mutande e parlavate indifferentemente con Sandra mi ha fatto eccitare e adesso voglio proprio scaricare i miei ormoni sui corpi di due tardone come voi!” le donne oramai erano in balia delle mie parole, nessuna reazione. Allora io le prendo per mano e le invito a camminare verso la camera da letto. Angela avanti che sconvolta camminava lentissima, Anna dietro di lei e io dietro Anna che in pochi raggiunsi e cinturai con le mie braccia. Diressi le mi mani verso la sua figa, le sollevai la veste e subito potei costatare che la situazione che si era creata in cucina con Sandra aveva eccitata anche lei. Arrivati in camera, invitai Anna a stendersi sul letto e Angela a salirle sopra in uno splendido 69 e poi aggiunsi: “Dai, fatemi vedere cosa avete imparato in tutto questo tempo.” Le due donne, come ipnotizzate si iniziarono a leccare, a toccarsi. Quella visione mi eccitò tantissimo, allora iniziai a svestirmi, prima la t-shirt, mettendo in mostra il mio corpo scolpito con un colore della pelle che si avvicina molto a quello di un mulatto. Poi, il pantalone e infine i boxer. Ormai, completamente nudo, iniziai a menarmi l’uccello. Poi, pian piano mi avvicinai alle due donne che ormai con gli occhi spalancati non si toccavano più, ammiravano solo il mio corpo e precisamente il mio pene. Quando fui alla portata di Angela che era sopra, la tirai per i capelli senza farle male e gli piazzai il mio cazzo il bocca, lo stesso feci con Anna. Poi mi sistemai io sul letto mentre le due donne sgomitavano fra loro per chi doveva succhiare il mio pene. Mi feci succhiare per un bel po’, poi invitai Angela a posizionarsi a pecora e mentre io gli piazzavo il mio cazzo in figa, Anna si posizionò sotto di me e mi leccava le palle e l’asta che entrava e usciva dalla figa della sorella, era una sensazione fantastica. Angela, dopo una ventina di colpi venne colando tutto il suo seme nella bocca di Anna, io sentì il mio cazzo avvolto da quel liquido caldissimo e non resistetti più, svuotai i miei ciglioni nel ventre di Angela, che sentendo il mio pene pulsare in lei venne immediatamente per la seconda volta. Anna così mi invitò a spostarmi, così poteva leccarsi quel miscuglio di umori che colavano dalla figa della sorella. Io seduto sul letto potei osservare tutta quella scena che mi eccitò immediatamente di nuovo, così iniziai a menarmi l’uccello mentre Anna sapientemente, stava finendo di ripulire la sorella. Appena Anna finì, si ritrovò il mio cazzo a pochi centimetri dalla bocca; lei subito accettò l’invito e si impalò in gola il mio cazzo fino alle palle, faceva fatica a respirare ma comunque volle continuare così. Angela invece, sfinita si stava gustando la scena poco distante da noi. Dopo avermelo succhiato per bene, Anna mi disse: “Dai stenditi, che voglio sentirlo tutto dentro!” e così fu, mi posizionai meglio e Anna mettendosi a cavalcioni con un sol colpo si piazzo il mio cazzo nella sua figa. Dopo qualche secondo di tregua per riprendere fiato, Anna si iniziò a muovere freneticamente su e giù per tutta la lunghezza del cazzo. Io dalla posizione in cui ero potevo notare il mio pene entrare e uscire dalla sua figa che mi sembrava enorme e le sue tette, che nonostante grosse riuscivano ancora a tenersi su, che ballonzolavano. Voltandomi verso Angela per vedere cosa stesse facendo, rimasi di sasso, Angela si era ficcata tutta la mano nella figa e la muoveva freneticamente; gli umori colavano come un fiume in piena. Anche Anna notò la scena e decisamente la scatenò ulteriormente, ormai anche dalla sua figa colavano impetuosi fiumi di umori fino a che con un urlo quasi disumano, venne accasciandosi sul letto. Io rimasi perplesso, pensando che gli fosse venuto un colpo ma prontamente Angela mi rassicurò e mi disse: “Non temere è normalissimo, gli succede questo ogni volta che gode come una matta! Però adesso devi completare l’opera.” E dicendo così si rialzo e posizionò la sorella in modo tale che io potessi penetrarla ancora. Anna era ancora intontita quando io gli stavo infilando il mio cazzo nella figa, ma appena fui completamente dentro Anna, come per incanto, riiniziò a gemere forte. Quei gemiti mi provocavano dei brividi che invadevano tutto il corpo e dopo pochissimi colpi riempì anche il ventre di Anna con il mio seme caldo. Subito Angela si precipitò a leccare la figa della sorella e leccava con gusto. Quando finì di ripulirla ci sistemammo tutti e tre sul letto, io a centro e le due donne ai miei lati. Dopo una decina di minuti di silenzio, esordì Angela dicendo: “Spero ti sia piaciuto? A me sicuramente è piaciuto tantissimo e da come ha goduto Anna, anche a lei è piaciuto tantissimo. Infatti, l’ultima volta che l’ho vista godere così …” e poi voltandosi verso il comodino per prendere qualcosa continuò: “…è quando le ho infilato tutto questo in figa!” e mi mostro un fallo di gomma enorme, doveva essere circa 30 centimetri e di uno spessore grandissimo. Io incredulo guardai Anna cercando una conferma che non tardò ad arrivare: “…Si credici, sono riuscita ad infilarmelo tutto dentro. Se vuoi qualche giorno ti mostriamo come si fa!” ed io: “Si mi sono divertito, ma sicuramente mi divertirò di più quando ti vedrò impalata su quel coso!”Da qual giorno, ogni volta che me sentiamo il bisogno, ci riuniamo in camera da letto e facciamo tutto ciò che ci piace fare. Non ho ancora conosciuta una donna più porca delle “mie mamme adottive.”
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