Dopo il nostro week-end a Parigi, dove Sandra aveva preso la decisione che finalmente mi avrebbe concesso il culeto ad una condizione, avrebbe deciso lei come e quando, ogni volta che facevamo all’amore speravo che fosse il momento che sognavo fin dal nostro primo rapporto.Sapevo che era inutile se non controproducente sollecitarla a prendere la decisone, me ne stavo perciò buono e zitto, l’unica cosa che facevo nei nostri normali rapporti di sesso, era di insistere maggiormente nel solleticargli la rosetta posteriore, era un’azione che gli piaceva molto e più di una volta fu sul punto di cedere, poi scuoteva la testa:- Non sono ancora pronta. -Continuammo in questo modo per quasi un anno concedendoci qualche piccola avventura che ogni volta riportava il nostro menage sessuale ai limiti che ho già narrato.Una sera tornammo a casa in auto dopo essere stati ad una noiosissima cena con tutto lo staff dirigenziale della ditta dove lavoravo.Percorremmo un viale della periferia popolato sui marciapiedi da parecchie ragazze con abiti vistosi e succinti, chiunque avrebbe dedotto che erano prostitute.Sandra guardò quelle ragazze con molto interesse, mi chiese anche di rallentare per vederle meglio, giunti alla fine del viale mi fece fare l’inversione ad U per ripercorrere il viale in senso inverso sempre a velocità ridotta, Sandra osservò quelle ragazze meravigliandosi:- Sono tutte molto giovani e belle, non c’è una che ha più di 25 anni. — Belle, giovani e puttane, una miscela che fa tirare il cazzo ad ogni uomo. -Infilai una mano nello spacco della lunga gonna nera che indossava Sandra per accarezzargli una coscia, cercai di spingermi più in alto ma mi fu impossibile per la posizione in cui era seduta e la lunghezza non eccessiva dello spacco sulla gonna.Giunti all’altro capo del viale mentre percorrevo una rotonda e riprendere il viale, Sandra si sistemò meglio sul sedile dell’auto facendo risalire la gonna per permettermi una più agevole penetrazione nello spacco.Mentre passavamo in rassegna ancora una volta le puttane a velocità ridotta, infilai una mano nello spacco della gonna, Sandra mi aspettava a gambe larghe e permettermi di arrivare dove entrambi lo desideravamo, oltre le calze autoreggenti trovai il perizoma sottilissimo, quando indossava un abito attillato che metteva in risalto il suo bel culetto usava come intimo il perizoma per non far vedere quell’antiestetico segno delle mutandine sulle chiappe.Intrufolarmi sotto il piccolo triangolo di pizzo che proteggeva la passera fu semplicissimo, non mi meravigliai di trovarla bagnata fradicia, la visione di tutte quelle belle ragazze l’aveva eccitata e aveva voglia di essere soddisfatta:- Perché non andiamo a casa di corsa, tu sei bagnata all’eccesso ed io ho il cazzo duro, ci divertiremo un mondo. — No, voglio fare qualcosa con una di queste ragazze. -La guardai perplesso e preoccupato:- Ma sei impazzita? Vuoi leccare la figa ad una di queste puttane che chissà quanti uccelli ha già accolto questa sera senza neppure farsi un bidet tra uno e l’altro? — Non voglio arrivare fino a quel punto, sai cosa mi piacerebbe fare? -Eravamo giunti di nuovo in fondo al viale, accostai l’automobile al marciapiede e mi fermai, la guardai in viso, aveva quell’espressione maliziosa di quando ne aveva pensata una delle sue:- Sentiamo l’idea pazza che ti frulla nella testolina, sicuramente è una delle tue idee che partono invece che dal cervello da qui. -Nel pronunciare le ultime parole gli strinsi tra le due dita, con cui avevo iniziato a fargli un ditalino, il grilletto facendola sussultare per il dolore misto a piacere:- Ahi… stupido mi hai fatto male. -Mi tolse la mano dalla sua patina prima di continuare:- Non sei mai andato con una puttana? — L’unica volta che sono stato con una puttana avevo 20 anni ed ero incazzato nero con te, ti avevo raccontato ogni cosa ricordi? – (vedi anni 60 III parte – Sandra)- Voglio sapere come si comportano con un cliente e come si accostano a loro. — Non c’è bisogno di esserci andati per saperlo, lo sanno tutti, basta accostarsi, chiedergli quanto vuole per la prestazione, caricarla in macchina portarla nel posto indicato da lei frequentato normalmente da puttane, il tempo di abbassare i pantaloni e la troia ha già infilato il preservativo sul cazzo del cliente ed è in attesa a gambe larghe che gli monti sopra per pompare, prima lui sborra più è contenta lei. — Ma loro non godono mai? — Penso proprio di no, dimenticavo, prima di sfoderare l’uccello bisogna pagare quanto è stato richiesto. -Sandra mi guardò pensierosa poi sbottò:- Voglio vederti scopare con una di loro. — Cosaaa? — Hai capito benissimo, voglio vederti scopare una di loro, e non dirmi che non te la senti perché hai l’uccello duro da quando abbiamo visto la prima ragazza. -Non potevo negarlo, la vista di quelle ragazze giovani, belle e disponibili aveva avuto il suo effetto su di me:- Mentre io scopo tu cosa fai? — Mi faccio un ditalino e quando siamo a casa mi soddisferò meglio con il tuo pisellone. -Mentre rimettevo in moto l’auto feci un’ultima domanda:- Chi tra noi sceglie la ragazza da scopare? — La scegliamo insieme, deve piacere ad entrambi. -Percorsi poche decine di metri indicai una ragazza con due belle tette grosse compresse in un reggiseno nero troppo piccolo per la dimensione delle tette:- Io mi farei questa. — No, non mi piace, ha l’aria troppo da puttana. -Proseguii lentamente scrutando attentamente le ragazze, non era facile scegliere, ve ne erano di veramente molto belle:- Fermati da quella morettina dopo la cabina telefonica. -Era una morettina piccolina di statura ma perfetta nelle proporzioni, era chinata al finestrino di un’altra vettura, la minigonna era risalita sul culo mostrando la parte inferiore delle piccole chiappe, aspettammo che finisse la contrattazione, non andò a buon fine e lei si spostò lasciando che l’auto davanti a noi si allontanasse, la morettina venne verso di noi e si affacciò al finestrino dalla parte di Sandra, feci appena in tempo a porre la domanda:- Quanto vuoi? -La morettina guardò Sandra e rispose:- Non vado con le donne, le porcherie fatele con un’altra. -Si rialzò dal finestrino e se andò sculettando senza darmi il tempo di una spiegazione.Ripartimmo per fermarci un poco più avanti da una ragazza magrina e dal viso dolce, peccato che la magrezza gli donava poche curve, dimostrava meno di 20 anni, come la precedente si affacciò al finestrino dal mio lato e alla mia domanda di rito rispose:- 30 euro di bocca e di figa, però solo uno alla volta. -Spostò lo sguardo su Sandra e si bloccò:- Ma tu sei una donna. — Direi di si. -Rispose Sandra sorridendo:- Non vado con le donne, cercatene un’altra. — Ma io non voglio avere un rapporto con te, mi limiterò a guardare mio marito che scopa con te. — No, no, non se ne fa niente. -Si era rialzata dal finestrino per andarsene la fermai per un’ultima domanda:- Non sapresti nemmeno indicarmi una tua amica che accetterebbe mia moglie come curiosa. -La ragazza stette un secondo pensierosa poi si abbassò di nuovo al finestrino:- Provate con la rossa che lavora sul piazzale del distributore di benzina. -Ringraziammo e ripartimmo in direzione dell’area di servizio, ne io ne Sandra avevamo notato la rossa, molto probabilmente nei nostri passaggi sarà stata appartata con qualche cliente.L’area di servizio era sull’altro lato del viale, arrivati in fondo girai intorno alla rotonda e raggiunsi il piazzale, guardammo attentamente ma non vi era nessuna ragazza, Sandra chiese:- Non c’è nessuno qui, forse questa sera non lavora, cosa facciamo? — Aspettiamo dieci minuti, se è a scopare tra un poco arriverà. -Trascorso uno o due minuti un’automobile si fermò qualche metro davanti a noi, si aprì la portiera sulla destra e scese una ragazza di statura media con capelli ricci di colore rosso, minigonna nera con brillantini e un bolerino uguale alla minigonna che mostrava con somma abbondanza il reggiseno rosso contenente un paio di tette della terza misura.Rimisi in moto l’auto per avvicinarmi alla rossa, mi fermai al suo fianco e lei si abbassò per sporgersi al finestrino, feci la solita domanda di rito:- Quanto vuoi? -La rossa prima di rispondere diede un’occhiata a Sandra che gli sorrise:- Solo tu 30 euro di bocca e di figa, se lei vuole guardare sono 50 euro e se vuole che gli faccio anche un ditalino sono 100 euro. — Ok per i 100 euro. -Decisi senza consultare Sandra ma sapevo che era la decisione giusta, Sandra scese dall’auto per prendere posto sul sedile posteriore e lasciare alla prostituta il posto al mio fianco:- Dove andiamo? -Chiesi appena ripartito:- Di solito vado nel parcheggio qui vicino, ma per quello che volete voi voglio più intimità, fai inversione di marcia, ti dirò io dove svoltare. -Seguii le sue indicazioni e imboccai una stradetta sterrata che terminava in un piccolo bosco lontano da occhi indiscreti.Durante il breve tragitto la rosa ci disse di essere Ucraina e di chiamarsi Marla, disse di avere 20 anni ma ne dimostrava qualcuno di più, parlava benissimo la nostra lingua essendo in Italia per “lavoro” da quattro anni.Parcheggiata l’auto gli accarezzai subito una coscia infilando una mano sotto la cortissima minigonna, Marla strinse le gambe:- Prima i soldi. -Presi due banconote da 50 euro e le depositai sulla sua mano stesa verso me, controllò che non fossero falsi e li fece sparire nella piccola borsetta, fece ribaltare lo schienale del suo sedile e si sfilò la minigonna:- Scopi prima tu o lei? A proposito che rapporto c’è tra voi? Siete due amici in cerca di emozioni o altro? -Rispose Sandra mentre gli slacciava il bolerino:- Siamo sposati, ti dispiace se ci divertiamo insieme io e mio marito? -Marla mi guardò meravigliata:- Moglie e marito? Siete proprio una coppia di pervertiti allora. -Mentre parlava si era liberata anche del tanga restando con il solo reggiseno, le mani di Sandra si impegnarono in un palpeggio accurato attraverso il morbido tessuto del reggiseno, non aveva risposto alla domanda di Sandra sulla comunanza del nostro rapporto e noi la interpretammo come un assenso.Marla era stata liberata anche dal reggiseno da Sandra, aveva un bel paio di tette, mentre il cespuglio era rasato con pelo molto corto e ridotto ad un asola striscia verticale, pungeva quasi alle dita, aveva un pelo ispido, cercai di infilargli un dito nella figa ma mi bloccò:- Li entra solo il cazzo e solo la mia donna può infilarci dita e lingua. -Sandra si era sfilata dal capo il lungo abito da sera restando solo in perizoma e reggiseno nero con le calze autoreggenti scure, Marla si rivoltò sul sedile mettendo in mostra un bel culetto, alto e rotondo, allungò una mano arrivando a toccare Sandra in mezzo alle gambe che si era proposta divaricandole, spostò il perizoma per infilargli un dito nella patatina:- Ma tuo marito non ha ancora tirato fuori il cazzo, non gli tira più ed è per questo che ti ha portato da me per farti godere? -Gli stavo accarezzando il culo e mi sentii provocato da quelle parole:- Se vuoi sentire un bel cazzo duro ti accontento subito bella fighetta. -Mi sfilai immediatamente pantaloni e slip, presi la sua mano che non era impegnata a deliziare Sandra e la appoggiai sull’uccello:- Allora cosa mi dici di un cazzo come questo? — Sei ben fornito, ma quella cagna in calore di tua moglie preferisce farsi fare un ditalino da me al tuo cazzo. — No ti sbagli a lei piace sia il cazzo che la figa, se poi gli lecchi la figa gode come una troia. -Ripresi a deliziarmi del suo culetto e raggiunsi la rosetta del buco, la solleticai per vedere che reazione avesse, Marla era impegnata, oltre che a continuare il ditalino a Sandra, a farmi una sega in attesa che la scopassi, interruppe entrambe le operazioni per rimettersi seduta sul sedile, prese un preservativo dalla borsetta e me lo infilò sull’uccello:- E’ il cazzo più grosso di questa sera, quando ho tra le mani un bel cazzone come il tuo mi viene voglia di godere. -Si piegò sull’uccello e iniziò a spompinarlo, Sandra si spogliò completamente pareggiando con Marla la nudità, prese ad accarezzargli il culo come avevo fatto io, riuscì ad infilargli un dito nel buchetto senza che Marla avesse alcuna reazione, vidi il dito di Sandra stantuffare nel culo e non avendo incontrato obiezioni ne aggiunse un altro ma nella figa, stantuffava alternativamente un dito e l’altro, Marla mugolava facendo capire che gradiva il trattamento, sopratutto quando Sandra raddoppiò le dita in entrambi gli orifizi, lo capii anche da come mi spompinava con molto più gusto, sarei giunto presto all’orgasmo se non l’avessi bloccata:- Fermati che voglio chiavarti, ma prima voglio vederti che fai godere mia moglie. -Marla abbandonò il mio lecca lecca senza muoversi dalla sua posizione in ginocchio sul sedile, stava gustandosi la doppia penetrazione di Sandra, le grosse tette ballonzolavano pendenti, le afferrai titillandogli i capezzoli:- Dai cornuto fammi male alle tette mentre quella troia di tua moglie mi sbatte nel culo e nella figa, voglio godere puttana troia. -Sandra eccitata dalla situazione nuova per entrambi e dal linguaggio volutamente colorito di Marla, gli morse una chiappa mentre io gli strizzavo le tette mentre stringevo forte i capezzoli.Marla si irrigidì ed emise un rantolo seguito da ansimi e mugolii, aveva l’orgasmo e urlava il suo godimento con insulti sia verso di me che a Sandra:- Troia e puttana mi fai sborrare davanti a quel cornuto di tuo marito, quante volte lo hai fatto cornuto quel cazzone impotente. -I gemiti di Marla diminuirono fino a dissolversi, credendo che avesse terminato l’orgasmo Sandra rallentò il ritmo con l’intenzione di fermarsi, ma Marla la riprese:- Non smettere cagna lesbica che godo ancora troia figona. -Sandra riprese a stantuffarla, guardai estasiato quella scena illuminata dalla piccola luce dell’abitacolo, mi venne voglia di avere tra i denti i capezzoli turgidi di Marla, aprii la portiera dal mio lato e mi distesi sul sedile di traverso infilandomi sotto il suo busto con la bocca all’altezza delle tette, la spalancai per riempirla il più possibile con quella carne morbida, strinsi in un morso che sicuramente gli provocò dolore senza che Marla se ne lamentasse spostai la mia attenzione sul capezzolo che tormentai con piccoli morsi.Marla arrivò presto al secondo orgasmo condito da nuove oscenità sopratutto verso me, era come se insultandomi accentuasse il suo piacere, alla fine dell’orgasmo era spossata:- Basta, basta, mi volete far morire godendo voi, siete due porci perversi. -La lasciammo libera, ne io ne Sandra avevamo ancora avuto un orgasmo, oltretutto avevamo pagato 100 euro ed invece di godere stavamo facendo godere la puttana, lo feci notare a Marla:- Non ti preoccupare che hai speso bene i tuoi soldi, adesso ti faccio godere per il porco che sei. -Marla scese dall’auto per spostarsi sul sedile posteriore da Sandra:- Sdraiati sul sedile che voglio sentire l’odore della tua figa, se è pulita ti faccio sborrare con la lingua. -Sandra si distese sul sedile, una gamba la lasciò cadere sul fianco mentre l’altra l’appoggiò sullo schienale in modo da avere le gambe oscenamente spalancate per accogliere meglio Marla sulla sua patatina.Marla vi si tuffò per odorarla esclamando:- Mmmm… Hai la figa profumata di pulito, non sei ancora andata a pisciare dopo esserti fatta il bidet, in più c’è l’aggiunta del profumo di figa desiderosa di godere. -Marla era in ginocchio sul sedile aggrappata alle tette di Sandra e con il viso sprofondato tra le sue gambe, la lingua aveva iniziato a lavorare nei punti più sensibili, il viso di Sandra era lo specchio del piacere che stava ricevendo.La posizione di Marla mi era favorevole, avevo a disposizione il bel culo esposto in primo piano e la figa aperta dove spiccavano alcune goccioline degli umori generati nei due orgasmi che aveva avuto, dovevo solo scegliere se scoparla alla pecorina o incularla nel modo più animale, ci pensò lei a togliermi dall’imbarazzo rialzando un attimo il viso dal sesso brodoso di Sandra:- Se vuoi puoi anche mettermelo nel culo per come ringraziamento per gli orgasmi che mi avete fatto provare. -Presi a massaggiargli e pizzicargli il culo, gli infilai due dita nel buco largo e accogliente mentre con l’altra mano dirigevo l’uccello verso la figa facendolo scivolare dentro come se l’avessi infilato nel burro, iniziai a pompare subito con violenza sia con il cazzo che con le dita nel culo, i suoi mugolii si sommarono a quelli di Sandra molto rumorosi, toccava a me ripagare Marla con la stessa moneta di insulti:- Allora troia non parli più perché hai la bocca piena della figa di mia moglie? O è perché ti piace sentire il cazzo nella figa e nel culo? Vuoi godere ancora come una vacca è brutta troia… Rispondimi troia. -Marla fece cenno di si muovendo il capo mentre Sandra dava chiari segni di Avere iniziato l’orgasmo, Marla intensificò il movimento della lingua accoppiato al titillare dei capezzoli di Sandra, uno per mano.Sfilai le dita dal culo e con entrambe le mani raggiunsi le tette di Marla per seviziarle strizzandogli i capezzoli duramente, Sandra godeva a bocca spalancata come se gli mancasse il respiro ed anch’io ero arrivato al capolinea dell’orgasmo con gli ultimi colpi dati in modo violento.Avrei voluto riempirgli la figa con la mia sborra ma l’uccello era inguainato nel preservativo e fu quello a riempirsi del mio seme.Sfilai l’uccello dalla figa di Marla che si rialzò dalla posizione con cui aveva fatto godere Sandra, si liberò della mia presa e scese dall’auto aggredendomi verbalmente mentre si massaggiava le tette che gli avevo martirizzato:- Bastardo cornuto figlio di puttana, mi hai fatto male. -Sandra scese anche lei dall’auto andando al fianco di Marla, si chinò per baciargli le tette doloranti e saggiare i capezzoli duri.Tolsi il preservativo pieno di sperma dall’uccello che si stava rilassando, mentre lo ripulivo con una salviettina profumata Marla esclamò:- Devo pisciare. — Anch’io. -Rispose Sandra aggiungendo subito:- Perché non pisciamo come fanno gli uomini? -Marla approvò subito la sua idea, sporsero in avanti il bacino tenendo divaricate le grandi labbra con due dita ed iniziarono a orinare:- Vediamo chi piscia più lontano. -Aveva fatto la proposta ridendo Marla, due getti fumanti color oro partirono a fontana dal loro sesso, la scena oltre che a eccitarmi tornando a far ricrescere la dimensione del mio uccello mi fece venir voglia di imitarle, mi misi al loro fianco e pisciai anch’io superando in lunghezza il loro getto:- La mia pisciata è la più potente, cosa ho vinto? -Esclamai trionfante provocando la risposta indispettita di Marla:- Un cazzo in culo, tu hai la prolunga e noi no cornuto. -Mentre riprendevamo possesso della nostra dignità rivestendoci Sandra incuriosita dell’ambiente in cui viveva Marla gli fece molte domande, su come era la sua vita e cosa l’aveva portata a fare quel genere di vita, Marla rispose gentilmente scherzando anche su alcuni particolari, alla fine disse:- Io penso che tu saresti stata una gran puttana se avessi fatto la mia professione. — Mi incuriosisci, pensi che io sia veramente così troia? — Perché non provi per una volta a darla via per soldi senza godere, sono sicura che a te piacerebbe. — Sono molto tentata di provarci. -Ascoltai quel discorso assurdo senza dire nulla, volevo vedere fino a che punto mia moglie era disposta a spingersi, dopo averci pensato un attimo Sandra si rivolse a me:- Cosa ne dici amore se provo a fare la puttana professionista? — Hai così voglia di farti sbattere o sei stanca del mio cazzo? -Risposi piuttosto incazzato e Sandra stava quasi ripensando alla sua proposta assurda ma si intromise Marla:- Non c’è bisogno che si faccia chiavare, anch’io quando non ho voglia di prendere cazzi faccio solo pompini. — Per favore maritino, lasciami provare, faccio un paio di pompini e basta. -Mai avrei immaginato in vita mia che mia moglie un giorno mi avesse chiesto il permesso di fare un paio di pompini, così per gioco mentre si divertiva a fare la puttana, come se mi avesse letto nel pensiero riprese:- Poi sei stato tu un giorno a dirmi che ti piace quando mi comporto da puttana. — Si, ma intendevo quando lo fai con me, poi cosa vuoi fare? Vai sul marciapiede con l’abito lungo da sera? Non mi sembra un abbigliamento da puttana. -Marla si precipitò ancora una volta in aiuto di Sandra:- Se il problema è il vestito posso risolverlo io. — Tu sei proprio decisa a vedere mia moglie battere, fare la troia come te. -Risposi con una certa scortesia e mi avvicinai a Sandra che attendeva ancora il mio consenso, la guardai diritto negli occhi:- Sei proprio decisa? — Si! Voglio provare a fare la battona. -Oramai dopo tanti anni che eravamo insieme conoscevo quella luce negli occhi che Sandra sprigionava quando era estremamente decisa a fare qualsiasi cosa, mi era sempre stato impossibile dissuaderla dalla sua idea:- Va bene, se ci tieni così tanto fai la tua esperienza da troia. -Marla strizzò l’occhio a Sandra:- Togli quel vestito e mettiti questa. -Si sfilò la piccola minigonna per porgerla a Sandra che se la infilò in un attimo, io e Marla la scrutammo, reggiseno nero e calze autoreggenti con il bordo ben visibile non coperto dalla corta minigonna… era una vera e propria puttana, anche Marla gli fece i complimenti:- Sono sicura che non farai fatica a rimorchiare qualche animale desideroso di farsi fare un succoso pompino. -La mia speranza era che nessuno desiderasse appartarsi con lei molto più anziana delle tante ragazze che popolavano il viale, anche se dovevo ammettere che riusciva a reggere bene il confronto in bellezza.Marla indossò un paio di mini short che aveva nella borsetta e diede dei preservativi a Sandra, caricai in macchina le due puttane, non mi restava altro nome con cui chiamare mia moglie, e mi diressi verso l’area di servizio dove avevo caricato Marla.Nel poco tempo a disposizione per il breve tragitto ci accordammo perché Sandra avrebbe dovuto portare i suoi “clienti” non nel parcheggio frequentato da quasi tutte le puttane del viale, ma nel boschetto dove eravamo stati noi in modo che io avrei potuto precederla e tenerla sotto controllo.Le scaricai sul piazzale e mi appostai a poca distanza pronto a precedere Sandra al boschetto, dalla mia posizione potevo vedere e controllare ogni suo movimento, camminava avanti e indietro sul piazzale come se avesse sempre fatto la puttana, sorrideva e sicuramente si stava divertendo per quello stava facendo.Mi accorsi che la strana situazione aveva il suo effetto anche su di me, il mio uccello premeva contro il tessuto dei pantaloni, Sandra era oscenamente bella, reggeva il confronto con le sue “colleghe” sia in bellezza che in volgarità, tra tutte le ragazze che avevo visto sul viale mi sembrò che solo Marla gli era superiore, mi venne voglia di avvicinarmi e chiedergli “quanto vuoi zoccola?”Si fermò il primo cliente a chiedere le prestazioni di Sandra, la vidi scuotere la testa e l’auto ripartì senza caricarla, intanto Marla era stata caricata su un auto e si era allontanata, Sandra era sola sul piazzale, un auto con due uomini a bordo si accostò a Sandra che si allontanò immediatamente senza contrattare e facendo segno di no con la mano, almeno aveva un minimo di prudenza, questo mi rassicurò un poco.Ritornò l’auto che aveva caricato Marla, non avevo guardato l’ora in cui era partita, ma erano trascorsi si e no sette o otto minuti, tra andata e ritorno, tempo perso a sfilare i pantaloni e rimetterli, avrà impiegato tre minuti per scopare.Si fermò un’altra auto a fianco di Sandra e Marla che stavano chiacchierando e ridendo, scambiarono poche battute poi Sandra aprì la portiera e salì.Partii immediatamente per precederli nel boschetto, parcheggiai più avanti di dove ci eravamo fermati con Marla in modo che la mia auto non si vedesse, scesi ed attesi l’arrivo di Sandra con il suo primo cliente, arrivarono subito.Mi avvicinai all’auto dello sconosciuto portandomi alle spalle dell’uomo, Sandra aveva abbassato il vetro del finestrino dal suo lato, potevo ascoltare i loro discorsi, anche con la luce dell’abitacolo spenta potevo vedere benissimo grazie alla luna piena, Sandra si accorse della mia presenza senza insospettire il cliente.L’uomo aveva già abbassato i pantaloni e stava per fare lo stesso con i boxer e Sandra lo invitò a pagarla subito:- Prima i soldi. -L’uomo tolse i soldi dal taschino della camicia e contò 30 euro, li passò a Sandra che li mise nella borsetta, troppo elegante per essere la borsetta di una puttana.L’uccello dell’uomo era libero, svettante e di ottime dimensioni, non eccessivamente lungo ma piuttosto grosso, Sandra lo impugnò per dargli due o tre menate prima di infilargli il preservativo:- Hai un bel cazzo, lo sai? — Se mi fai il pompino senza preservativo ti do ancora 10 euro. — O con il preservativo o niente. -L’uomo grugnì qualcosa e Sandra gli infilò il preservativo con poca perizia per la quasi nulla esperienza nel genere, tra noi non l’avevamo mai usato, intanto l’uomo aveva slacciato il reggiseno di Sandra prendendo in mano una tetta.Sandra si inginocchiò sul sedile come aveva visto fare da Marla e si chinò sul grosso cazzo dell’uomo iniziando il pompino, pensavo che mi sarei alterato per la gelosia, invece mi eccitai, come quella volta che avevo visto Sandra fare un pompino a Yvonne, il mio uccello premeva forte contro i pantaloni e reclamava la sua parte di soddisfazione ma non era il momento.Una mano dell’uomo era sotto la minigonna di Sandra e anche se non la vedevo era chiaro che si era intrufolata sotto il piccolo perizoma, Sandra interruppe il pompino:- Togli le mani da li, puoi toccarmi solo le tette. -L’uomo non desistette dalla sua manovra e ribatté:- Tu continua a farmi il pompino e fammi sborrare che ti metto tre dita nella figa e ti faccio godere anche se sei una troia. -Sandra riprese in bocca l’uccello e diede un morso provocando un urlo di dolore all’uomo:- Brutta troia che cazzo combini? — Se non togli subito la mano dalla mia figa ti stacco il cazzo con un morso, decidi tu. -L’uomo forse intimorito dal tono perentorio di Sandra spostò la mano sulle tette e Sandra riprese il pompino facendolo venire in poco tempo aiutandosi con una mano menandolo.Non scambiarono più una parola e terminato il servizio si risistemarono e ritornarono all’area di servizio.Tornai anch’io al mio punto di osservazione che Sandra stava già salendo su un’altra auto, li precedetti e parcheggiai al mio posto nascosto.Anche questa volta Sandra aveva abbassato il vetro del finestrino dal suo lato, il nuovo cliente aveva circa 40 anni, qualche anno in più del precedente, sembrava anche più cortese, prima di passare alle vie di fatto si presentò:- Il mio nome è Fabio, e il tuo? — Sandra. -Rispose mia moglie mentre estraeva dalla borsetta il preservativo:- Quanti anni hai? -Sandra esitò un secondo prima di rispondere:- Trentasette, sono una vecchietta. -Fabio Sorrise:- Te ne avrei dato qualcuno di meno. -Era un gran complimento per una donna che si era già tolto da sola dieci anni:- Mi dai i soldi così ti faccio il pompino? -Fabio aveva pronto i 30 euro sul porta oggetti del cruscotto, li porse a Sandra dicendogli:- Possiamo parlare un poco? — Certamente, anche a me piace instaurare un certo rapporto con le persone e non solo sesso. — Tu non sei una vera prostituta vero? — Perché lo pensi? — Una vera professionista non avrebbe accettato di perdere tempo a parlare, ma avrebbe voluto arrivare subito al sodo. — E’ vero, è la prima volta che lo faccio per denaro, ma tu per capirlo subito devi essere uno che si accompagna spesso con le prostitute. — Si, almeno una volta alla settimana, ma mi faccio fare solo i pompini. — Tua moglie non te li fa? — E’ schizzinosa, dice che quel coso, come lo chiama lei, è fatto per pisciare e non per prenderlo in bocca. — Dice così perché non ha mai provato a farsi sborrare in bocca. -Il secondo cliente di mia moglie non si limitava solo a parlare, gli aveva tolto il reggiseno e palpava con gusto le tette di Sandra, aveva anche preso una sua mano e l’aveva infilata nella patta dei pantaloni, il movimento che vedevo fare era fin troppo evidente, lo stava segando:- Prima di farmi il pompino mi fai vedere la figa? -Sandra l’accontentò e si sfilò il perizoma mostrandosi a gambe larghe, Fabio accarezzò il cespuglio sentendone la morbidezza:- Sei molto bella, perché ti sei messa a fare la prostituta, ai bisogno di denaro? — Per una scommessa con mio marito, non pensava che fossi capace di fare la puttana. -Fabio liberò un uccello di medie dimensioni dai pantaloni e Sandra gli infilò il preservativo:- Ti da fastidio se dico delle parole forti mentre mi fai il pompino? — No affatto, mi piace se mi fai sentire più puttana. -Sandra abboccò il cazzo di Fabio ed iniziò il pompino con l’abilità che conoscevo bene:- Sei brava a fare i pompini puttana, ti piace ciucciare il cazzo e alla fine sentire la sborra riempirti la bocca? -Sandra rispose mugolando come una gattina in calore, l’uomo aveva una mano sulla figa e uno sulle tette, ero sicuro che la stava masturbando con almeno un dito nella passera.- Mentre tu fai la puttana tuo marito dove è? A scopare un’altra puttana o a prenderlo nel culo? -Sandra con la mano impegnata a tastargli le palle fece segno con un dito alle sue spalle, Fabio si voltò di scatto con sul viso un’espressione mista tra stupore e preoccupazione, un attimo solo di esitazione poi rassicurato dal mio viso bonario aprì la portiera al suo fianco:- Ti piace vedere tua moglie fare i pompini? Allora guarda mentre gli faccio anche un ditalino e sta anche per godere la troia. -Era vero, poco dopo sentii Sandra mugolare mentre continuava a fare il pompino.Accadde poi una cosa che mai mi sarei aspettato, finito di far godere Sandra, Fabio mi sbottonò i pantaloni e si impadronì del mio uccello duro come il marmo, Sandra si rialzò per vedere cosa stava succedendo:- Tua moglie è brava a fare i pompini, ma anche io lo sono, dai puttana continua il pompino che io lo faccio a quel frocio di tuo marito. -Non so cosa mi trattenne da sferrargli un cazzotto sulla bocca, sicuramente il fatto che aveva abboccato subito il mio uccello e lo pompava da Dio, anche Sandra riprese a spompinare quel tale che da gentile che fosse all’inizio si dimostrò un gran pervertito.Era la prima volta che mi facevo fare un pompino da un uomo, ed era molto bravo, lo gustai ampiamente riempiendogli la bocca di sperma, sentii i fiotti di sperma susseguirsi uno dopo l’altro e lui ingollare tutto senza perderne una sola goccia.Anche lui stava godendo nella bocca di mia moglie, provava un enorme piacere al suo orgasmo mentre succhiava rumorosamente il mio uccello come se volesse aspirare il residuo di sperma restato nei testicoli.Quando ci separammo eravamo tutti e tre soddisfatti, quello più imbarazzato ero io che avevo lasciato che un uomo mi facesse un pompino, mi dileguai nell’ombra del boschetto in direzione della mia auto.Appena sentii ripartire la macchina di Fabio rimisi in moto la mia per tornare all’area di servizio.Sandra era già sul piazzale che parlava ridendo con Marla, sicuramente gli stava raccontando gli ultimi avvenimenti, aveva fatto l’esperienza che voleva ed era ora di tornare a casa.Mi fermai con l’auto davanti a loro e sporgendomi dal finestrino chiamai Sandra:- Dai sali che andiamo, i tuoi due pompini li hai fatti. — Ho ancora un preservativo da consumare. — Ma avevamo detto un paio di pompini, non tre. -Obiettai senza troppo insistere:- Marla me ne ha dati tre, non vorrai sprecarlo, ancora un pompino poi andiamo. -Non mi restò che tornare alla mia posizione di attesa.Tutte le auto che si fermavano sul piazzale o se ne andavano senza fare nulla, o caricavano Marla che per tre volte si appartò con un cliente prima che una piccola utilitaria si fermasse davanti a Sandra, parlottarono un poco poi lei salì sull’auto, velocemente li precedetti al solito posto.Il nuovo cliente di Sandra era un ragazzo magro con gli occhiali, non più di 20 anni e l’aria da imbranato.Quando arrivai a spiare nell’auto il giovane aveva già sfoderato un manganello da quasi 30 centimetri, Sandra lo guardava meravigliata:- Che cazzo lungo hai, ti fai tante seghe? — Si… mi piace farmi le seghe. — Ma adesso vuoi che ti faccio una sega o un pompino? — Un pompino. — Prima i soldini. -Il ragazzo pagò i 30 euro a Sandra che si apprestò ad infilargli il terzo preservativo, da vero imbranato non cercava di muovere le mani sul corpo di Sandra ma stava inerte a guardarla:- Perché ti fai le seghe da solo? Non hai la ragazza? — No! — A chi pensi quando ti fai le seghe? -Sandra stava segando lentamente quella lunga verga, il ragazzo esitò parecchio prima di rispondere:- Alla mia mamma. -Sandra rallentò ulteriormente il movimento sull’uccello del ragazzo per guardarlo stupita e lo lasciò per togliersi il reggiseno:- E’ perché ti ricordo tua mamma che sei venuto con me e non con una ragazza della tua età? — Si! -Sandra sporse in avanti il busto:- Allora fai un piacere alla mammina, succhiagli le tette. -I ragazzo si buttò a capofitto sulle tette di Sandra, l’inesperienza con cui lappava i capezzoli la intenerì, non erano sapienti stimoli di piacere ma succhiava come un bambino succhia il latte dal seno della madre, Sandra gli accarezzò il capo dolcemente e lo coccolò:- Bravo bambino succhia piano piano le tette della mamma. -Dopo qualche minuto di quel giochetto Sandra fece una domanda al ragazzo:- Cosa desideri maggiormente fare con la mamma quando ti fai le seghe? -Il ragazzo sospese subito il suo succhiare per rispondere:- Il mio sogno e la fantasia delle mie seghe è di scopare con la mamma, poter rientrare da dove sono venuto al mondo. -Sandra riappoggiò il capo del ragazzo sul suo seno e guardò verso di me, dal suo sguardo capii la sua intenzione, voleva scopare con il ragazzo, se per lui era come ritornare nel caldo umido sesso della madre, per lei era come soddisfare quel figlio tanto desiderato e mai avuto, mi costò molto sacrificio acconsentire che un uccello, che non fosse il mio, entrasse nella figa di mia moglie, ma dall’espressione di Sandra percepii che lo desiderava molto, feci cenno di si con la testa, Sandra mi sorrise e se ne avesse potuto sarebbe venuta ad abbracciarmi e baciarmi per ringraziarmi.Sandra scostò da se il ragazzo per togliersi la minigonna e il perizoma, si volle togliere anche le calze autoreggenti per restare completamente nuda, il ragazzo strabuzzò gli occhi estasiato:- Mammina sei molto bella. -Sandra prese in mano il lungo uccello del ragazzo ed anche se non ne aveva bisogno lo menò un poco per incitarlo:- Adesso voglio che tu mi entri dentro e mi scopi. — Ma avevi detto che non scopavi e facevi solo pompini. — Per il mio bambino faccio un’eccezione, voglio sentire il tuo cazzo nella figa. -Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, si distese sopra Sandra non riuscendo ad infilare l’uccello al posto giusto, ci pensò Sandra a dirigerlo tra le grandi labbra e ad accogliere tutto il lungo randello:- E’ la prima volta che scopi vero? — Si! — Allora fai come ti dico io, muoviti piano piano, poi aumenti il ritmo man mano che senti il piacere crescere. -Il ragazzo iniziò a pompare come gli aveva spiegato Sandra, lei incrociò le sue gambe sulla schiena del ragazzo per meglio controllare il ritmo, la sua intenzione era di avere anche lei un orgasmo da quell’amplesso dal sapore incestuoso, ma il ragazzo era troppo eccitato e durò così poco che non riuscì nemmeno ad avvicinarsi all’inizio del piacere, il ragazzo nel momento dell’orgasmo aveva urlato la sua gioia e il suo piacere per la sua prima scopata oltre tutto simbolicamente con il suo sogno proibito, la mamma.Mentre Sandra e il ragazzo si rivestivano io tornai alla mia auto per nulla scontento di quello che era successo, non mi era dispiaciuto vedere mia moglie scopare con il ragazzo, la conferma era nelle dimensioni del mio uccello, di nuovo pronto a manifestarsi in tutta la sua potenza.Ritornai al piazzale dell’area di servizio che Sandra era ancora seduta nell’auto del ragazzo a parlare, prima di scendere gli diede un bacio sulle labbra, ero proprio dietro di loro e Sandra venne verso di me ancheggiando come una puttana soddisfatta, arrivata all’altezza della portiera gli dissi:- Quanto vuoi per una bella scopata puttanella dal culetto d’oro? -Sandra capì al volo il gioco e rispose:- 30 euro di bocca e di figa. — Lo prendi anche nel culo? — No quello lo do solo a mio marito. — Va bene andiamo. -Sandra salì in macchina ed io stavo per partire ma lei mi fermò, in quel momento Marla scendeva dall’auto dell’ennesimo cliente e venne verso di noi, Sandra si tolse la minigonna che gli aveva prestato e la restituì ringraziandola della bella esperienza che gli aveva lasciato fare.Ripartii con al fianco Sandra che indossava solo il perizoma e il reggiseno, giunto all’altezza della stradina che portava al boschetto invece di proseguire diritto verso casa, imboccai di nuovo la stradina e mi fermai nel solito posto.Sandra non aveva fatto nessuna obiezione per la deviazione di percorso, forse aveva capito quale era la mia intenzione, senza dire una parola sbottonai i pantaloni e li calai alle caviglie contemporaneamente agli slip, Sandra intervenne:- Prima i soldi caro. — Cosa? -Risposi stupito:- Se vuoi scopare devi pagare carino, non vorrai che te la dia gratis. -Stetti al gioco e diedi 30 euro a mia moglie e mi calai nella parte del cliente volgare:- Dai puttana fammi un pompino che poi ti chiavo. -Gli feci uscire le tette con malagrazia dal reggiseno senza toglierlo, Sandra si piegò sul mio uccello iniziando a spompinare, presi il lembo del perizoma e lo strappai, lei sfilò il mio uccello dalla bocca per rimproverarmi:- Cosa fai sei impazzito? Mi hai strappato il perizoma. — Ti sei divertita a fare la troia? Ora mi diverto io. — Sei arrabbiato? — Continua a fare la puttana e prendi in bocca il cazzo che ti piace fare i pompini. — Se fai così non mi piace e non voglio. -Il tono della mia voce divenne sempre più forte e duro, forse era scattato in me qualcosa che mi aveva fatto perdere l’obiettività di tutto quello che era successo:- Ti è piaciuto fare la puttana?, Ti è piaciuto ciucciare il cazzo di quei tre porci? E ti è piaciuto farti chiavare dal cazzo grosso del ragazzo? -Sandra mi guardava con un espressione che non avevo mai visto sul suo viso, era un misto tra lo spavento e il disprezzo:- Adesso ciuccia il mio cazzo, troia. -Gli presi la testa e la spinsi con il viso sul mio uccello, Sandra invece di continuare il pompino si ribellò liberandosi dalla mia mano:- Non voglio con la violenza, sai che non mi piace bastardo figlio di puttana. — Se non vuoi farmi il pompino dammi il culo puttana, quanto vuoi 50 euro? 100 euro? -Sandra mi lanciò un’occhiata terribile poi si distese sul sedile con il culo in alto:- Vuoi rompermi il culo? Fai pure, goditi questa inculata se ti piace tanto, te lo do gratis brutto porco. -Appoggiai una mano sul culo e allargai le natiche mentre con l’altra mano gli solleticai il buchetto.Sapevo che ero dalla parte del torto con il mio comportamento assurdo, non capii nemmeno perché fosse scattato in me un simile modo di fare, forse dopo essermi eccitato a vedere mia moglie scopare con un altro uomo era scattata la rabbia per la profanazione della mia donna.Sandra aveva nascosto il viso con un braccio, non la vedevo ma ero quasi certo che stesse piangendo.La mia rabbia sbollì di colpo, raccolsi l’abito lungo di Sandra che era sul sedile posteriore e lo appoggiai su lei per coprirla:- Su vestiti che andiamo a casa. -Sandra non reagì al mio ritorno alla normalità, restò nella sua posizione senza parlare per alcuni lunghi minuti, quando si rialzò aveva gli occhi rossi, non mi ero sbagliato, aveva pianto:- Perché mi hai trattato così? Cosa ti ho fatto? — Non lo so. Quando ti ho visto scopare con il ragazzo mi sono eccitato, poi è subentrata la gelosia e la rabbia che si è sommata alla rabbia per essermi fatto fare un pompino da quel tale. — E’ stata tutta colpa mia, non avrei mai dovuto iniziare questo gioco assurdo. — No non è solo tua la colpa, abbiamo sbagliato entrambi, mettiamoci una pietra sopra e cerchiamo nel futuro di essere meno giocherelloni con i sentimenti. — Prima di andare a casa però devo finire quello che avevo iniziato, eravamo arrivati alla parte più bella. -La guardai stupito perché non capivo cosa intendesse, tutto mi fu più chiaro quando Sandra riprese in mano il mio uccello completamente rilassato:- Poverino, come sei piccolo e molle, adesso ci penso io a farti diventare grosso e forte come piace a me. — Sei proprio sicura di volerlo fare? — Si! Voglio anche che continui a trattarmi come una puttana, me lo sono meritato, e poi mi hai pagato ed io non restituisco i soldi. -Si abbassò per accogliere nella bocca il mio uccello che stava riprendendo quota a vista d’occhio:- Se proprio vuoi continuare a giocare ti rifaccio la richiesta, 50 euro se mi dai il culo. — Prima hai detto 100. — Va bene 100 euro e ti allargo il culo. — Mi dispiace ma il sederino lo do solo a mio marito. — E io chi sono? — Adesso sei il mio quarto volgare cliente, quando saremo a casa tornerai ad essere il mio dolce marito. — Allora a casa me lo dai finalmente? — Questa sera no, ma penso che molto presto ti potrai finalmente togliere lo sfizio. -Bastò quella affermazione ad aumentare il mio piacere, mentre lei riprese a farmi il pompino, non mi mancava molto all’orgasmo quando Sandra sfilò l’uccello dalla bocca:- Vuoi venirmi in bocca o scopare? — Tutte e due. — Mi hai dato 30 euro per una sola prestazione, se ne vuoi due devi darmi ancora 30 euro.– Va bene zoccola, comincia ad affondare il cazzo in gola che ti riempio la bocca di sborra.-Gli misi una mano tra le cosce mentre lei riprendeva il pompino, trovai un mare di brodo caldo, trattarla da puttana la eccitava, sentii il grilletto vibrare, stava già godendo e i suoi ansimi di piacere furono ammutoliti dal mio sperma che gli inondò la gola.Non ingoiò tutta la mia crema, parte la tenne in bocca per sputarla sul mio uccello, si sdraiò sul sedile a gambe aperte per accogliermi.- Dia chiava la tua puttana. -Mi sdraiai su di lei, il mio uccello non era ancora sufficientemente duro, riuscii comunque a fargli trovare la strada giusta, scivolò dentro la passera di Sandra senza nessuna fatica per gli umori che la impregnavano e la lubrificazione operata sull’uccello.Sandra mi cinse la schiena con le gambe e cercò la mia bocca per baciarmi, lasciai che si intrufolasse con la lingua per intrecciarla con la mia, aveva conservato in bocca una piccola parte del mio sperma e me lo fece assaporare.Iniziai a pompare con ritmo sostenuto appena le dimensioni e la robustezza dell’uccello me lo permisero, Sandra si staccò dalla mia bocca dopo che ebbi ingoiato il suo dono:- Insultami che sono stata cattiva, ho fatto la puttana. — Anch’io sono stato cattivo, fallo anche tu troia ciuccia cazzi. — Si sono una troia ciuccia cazzi, una cagna in calore. — Ti è piaciuto il grosso cazzo del ragazzo nella figa? — Si, era grosso e duro, ti ha fatto cornuto, cazzone. — Perché non hai goduto mignotta? — Aveva un cazzo che avrebbe fatto felice qualsiasi donna ma era troppo inesperto. — E tu da buona mammina volevi svezzargli il cazzo, vero porca schifosa? — Siii… amore siiiiii… godo, godooo, la mammina gode figlio di puttana.-Era giunta presto al nuovo orgasmo sicuramente eccitata dal ricordo del ragazzo che aveva trattato come un figlio:- Godi puttana troia, godi pensando al cazzo del tuo bambino. — Siiii… sborra anche tu… riempimi la figa, godi puttaniere cornuto. -Non la feci attendere molto e gli schizzai il poco sperma che avevo ancora da spendere, dopo il primo schizzo lo sfilai dal caldo e umido rifugio, lei lo afferrò subito con una mano e segandomi fece in modo che il restante sperma la sporcasse sul cespuglio e sul basso ventre.Ci ripulimmo alla meno peggio con dei fazzolettini di carta e ci rivestimmo. Mentre tornavamo a casa analizzammo la serata, era iniziata molto noiosamente, l’avevamo rivitalizzata con Marla e spostata sul versante più perverso con l’esperienza da puttana di Sandra, ci aveva anche portato ad avere una delle nostre pochissime liti matrimoniali ma con la riconciliazione finale.Sandra al termine dell’analisi contò i soldi che aveva guadagnato:- Ho raggranellato 120 euro e mancano ancora i 30 euro che mi devi per la doppia che hai fatto, ma voglio essere buona e te li abbuono perché mi hai fatto godere veramente molto.– Cosa farai con quei soldi? — Ti farò una sorpresa. — Quale? — Se te lo dico non è più una sorpresa. –
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