Oggi i ragazzi di14/15 anni già sanno tutto del sesso perché, per fortuna, noi genitori parliamo con loro e cerchiamo di dare quante più spiegazioni possibili. Ai nostri tempi invece erano solo le nostre esperienze a farci scuola. A dire il vero forse era meglio prima, anche perché se non altro c’era il gusto della scoperta. Comunque all’epoca dei fatti, contrariamente a diversi miei coetanei, già la sapevo piuttosto lunga. Non voglio dire che già avevo una mia identità sessuale, ma di sicuro avevo ben chiaro che l’argomento mi piaceva… eccome! Non trascorreva giorno che non mi facevo la mia brava pippa, leggendo qualche porno di nascosto o magari fantasticando insieme a qualche amico. Quel pomeriggio mi ero fatto una sega fantastica insieme e Mario, il mio amico del cuore, annusando insieme gli slip di sua madre. Senza volerlo le nostre bocche si erano toccate mentre cercavano di leccare qualche residuo di fica. Ci staccammo di botto guardandoci negli occhi. Trascorsero alcuni istanti senza che nessuno dei due respirasse, poi… poi scoppiammo a ridere:- Ma guarda un po’ – dissi divertito – mi hai baciato. Ora mi devi sposare.- Ho capito – rispose Mario stando al gioco – devo venire a casa tua per chiedere la tua mano- Si, ma non so se sono sicuro di volerti- A giudicare dalle dimensioni del tuo pisello direi che ti faccio effettoMi bloccai di colpo. Effettivamente il mio cazzo era diventato durissimo ed ero cosciente che non era per gli slip della mamma di Mario. Volsi istintivamente lo sguardo tra le sue gambe per vedere se anche lui avesse avuto la mia stessa reazione e fui risollevato dal fatto che il suo cazzo non era da meno del mio.- Bé, sembrerebbe che la cosa non dispiaccia a nessuno dei due.Diventammo improvvisamente seri. ci guardammo nuovamente negli occhi e senza più parlare ci riavvicinammo. Dapprima molto timidamente, poi con più decisione, le nostre bocche si unirono. Le nostre lingue s’intrecciarono passandoci la saliva dell’altro. Poi avvertii uno strano contatto: il mio cazzo aveva toccato quello di Mario. Un brivido mi percorse la schiena. In quel momento capii che la cosa mi piaceva moltissimo e che piaceva anche a Mario. Iniziammo a strusciarci l’un l’altro provocandoci all’istante e all’unisono l’orgasmo più violento che avevamo avuto fino ad allora. Restammo alcuni minuti senza fiato. Poi con calma ci riabbracciammo. Eravamo sconvolti ma contenti di aver scoperto un nuovo modo di godere.La sera a casa mangiai in fretta e furia e me ne andai a letto. Impiegai molto tempo per addormentarmi. La testa mi girava come una trottola. Mi sentivo leggero e felice.L’indomani mattina mamma come al solito mi venne a svegliare:- Tesoro, svegliati. La colazione è pronta.- Buongiorno mamma… posso rimanere ancora un pochino a letto? Sai, ho dormito poco.- Sarà per colpa di quello che hai fatto ieri pomeriggio.Il respiro si bloccò. Ero stato scoperto? Ma come?- Ma… ma tu…- Non balbettare… e non ti preoccupare. Non so cosa hai fatto ieri, ma da come parlavi nel sonno posso intuirlo.- Intuire… cosa? Cosa ho detto?- … insomma… balbettavi qualcosa che però non riuscivo a capire. Di sicuro però aveva a che fare con il sesso.Era chiaro che non aveva capito proprio tutto. Il respiro riprese ad essere più regolare.- Scusa mamma, ma tu cosa ne sai che si trattava di sesso?- Bè, ora mi chiedi un pochino troppo.- Cosa vuoi dire?- Insomma, tesoro, era evidente.- Evidente?- Uffa! – arrossì violentemente – Si, insomma, avevi il pisello duro.- Capisco – dissi tirando un sospiro di sollievo – ti chiedo scusa, cercherò di non farlo accadere più.- Già, poi mi spieghi come intendi fare. Forse sei in grado di comandare i sogni?- No, questo effettivamente non è possibile…- Comunque non ti preoccupare. Queste cose alla tua età sono normalissime.- E tu cosa ne sai?- Sai, quando ero ragazzina dormivo nella stessa camera di zio Carlo. Lui ed io eravamo molto affiatati ed intimi. Il fatto poi che lo spazio a nostra disposizione era minimo ci costringeva ad un’intimità notevole.- Vuoi dire che… insomma… che vi spogliavate l’uno davanti all’altra?- Si, ma la cosa non ci procurava imbarazzo. Del resto eravamo abituati sin da piccoli. Pensa che quando sono nata io, zio Carlo aveva appena un anno. Comunque la cosa non era neanche notata da noi fino a quando…Mamma si fermò. Il suo volto tradì un certo imbarazzo.- Dai mamma, continua.- Come ti ho detto, eravamo costretti a condividere tutti gli spazi e se avevamo qualcosa da nascondere lo dovevamo per forza di cose farlo in complicità. Andavamo alla stessa scuola: lui in terza media ed io in seconda. Quel giorno come al solito tornammo a casa insieme. Lungo la strada zio Carlo mi disse che tra i libri aveva una cosa e che avremmo dovuto nasconderla meglio del solito. Quando gli chiesi di cosa si trattasse mi rispose che a casa mi avrebbe fatto vedere. – E tu riuscisti a resistere?- Anche se non avessi voluto zio Carlo non avrebbe ceduto. Comunque percorremmo la strada fino a casa impiegandoci la metà del tempo solito.- E una volta a casa?- Come fummo nella nostra camera zio Carlo tirò fuori dai libri una rivista.- Non mi dire!- Già, hai capito benissimo. Era una rivista pornografica. O per lo meno quella che all’epoca era considerata tale. – E poi? Dai, racconta.- Decidemmo di comune accordo di nasconderla momentaneamente sotto il suo letto. Poi, dopo pranzo, quando saremmo rimasti soli a casa l’avremmo sfogliata insieme.- Ma la nonna vi lasciava soli a casa?- Si, il pomeriggio andava a fare compagnia ad un’anziana signora che abitava al piano di sotto.- Quindi eravate sempre soli di pomeriggio?- Quasi sempre. – Dai, continua.- Quando la nonna uscì per scendere dalla signora Carmela, ci fiondammo immediatamente nella nostra camera. Zio Carlo prese la rivista e stesi sul mio letto iniziammo a sfogliarla. Le prime pagine erano solo scritte e in più in lingua francese. Mi spiegò che un suo compagno di classe l’aveva presa in mezzo a tante altre che aveva suo padre. Io ero molto incuriosita, anche perché non mi rendevo ancora perfettamente conto di cosa si trattasse. Ad un certo punto, quando girammo l’ennesima pagina scritta, ci apparve la foto di una donna a seno nudo. Gli occhi di mio fratello sembravano voler uscire dalle orbite rimanendo incollati su quella foto. Lo incitai a voltare pagina: la stessa donna di prima ma questa volta era solo con gli slip, calze e reggicalze.- E zio Carlo?- Sembrava un ebete – rise mamma – più di prima. A dire il vero iniziavo anche io a provare una strana sensazione.- Ma come, non erano foto di donne?- Si certo, ma non erano tanto le foto quanto la situazione. Comunque la pagina successiva fece emettere a zio Carlo un fischio di approvazione: la solita donna questa volta era senza slip. Notai subito che se era portato la mano all’altezza dell’inguine. Quando gli chiesi cosa stesse facendo arrossì violentemente ritirandola subito. Fu quella la prima volta che vidi l’effetto che fa a voi maschietti il nostro corpo. Ero piccola ma piuttosto sfacciata e chiesi a mio fratello cosa avesse in mezzo alle gambe. Lui cercò di cambiare discorso ed io lo lasciai fare sicura che da lì a poco qualcosa sarebbe accaduto. – Continuaste a sfogliare la rivista?- Certamente ed io ero forse più curiosa di zio Carlo.Se mia madre all’epoca era una ragazzina sfacciata, mi venne l’idea di esserlo anche io e rischiando un ceffone dissi:- Ma la tua era curiosità oppure…- Oppure?- Oppure eri eccitata?- Ho capito… forse ho esagerato nel raccontarti certe cose. È meglio smettere.- No mamma, ti prego… non interromperti. Continua a raccontare.- Ragazzino, ma cosa ti sei messo in testa? Ora basta! Alzati, è tardi.Mamma di botto si allontanò visibilmente turbata. A malavoglia e maledicendo la mia irruenza mi alzai. Decisi di andare direttamente nel bagno, anche perché ero piuttosto eccitato e una buona sega mi avrebbe calmato. Trovai però la porta chiusa. – Ci sono io. Vai prima a fare colazione – rispose mamma – Quella giornata era iniziata benissimo ma stava divenendo pessima: nemmeno una sega! Feci per andarmene ma un pensiero si fece spazio nella mia mente: e se anche mia madre avesse avuto bisogno di sfogare la sua eccitazione? Era un pensiero alquanto anomalo. Certo che immaginare mia madre eccitata al punto di doversi masturbare era qualcosa di folle. Ma l’istinto mi diceva che non mi sbagliavo. Stando attento a non fare rumore lentamente mi chinai a sbirciare dal buco della serratura. No, non mi sbagliavo affatto. Mamma era seduta, proprio di fronte alla porta, sul bidet, a cosce spalancate, intenta a masturbarsi violentemente. Si mordeva una mano come a voler reprimere i suoi gemiti, mentre con l’altra quasi si violentava. Vedevo distintamente le dita della mano, escluso il pollice, che entravano e uscivano dalla sua fica con una velocità indescrivibile. Poi mamma quasi si distese indirizzando le sue attenzioni verso culo. Era uno spettacolo incredibile: quelle dita che prima scomparivano nella sua fica ora erano intente a trapanare quel buco proibito. All’improvviso si fermò guardandosi intorno. Il suo volto era come sconvolto. La vidi prendere qualcosa: era una grossa bottiglia di bagnoschiuma, di quelle con il collo cilindrico molto largo, quasi come il fondo di una bottiglia da 750 cc. La posò per terra davanti a lei. Poi si rigirò e prese da sopra un mobiletto un flacone di crema fluida. Se ne verso un bel po’ sulla mano andando poi a lubrificarsi per bene. Capii ciò che stava per fare e il solo pensiero mi fece avvampare. Il mio cazzo era durissimo ed io me lo accarezzavo lentamente. Alzatasi dal bidet, mamma iniziò ad accovacciarsi lentamente sulla bottiglia di bagnoschiuma, indirizzandosela verso il buco del culo. Quando ci fu il contatto mamma si fermò per un attimo per poi lasciarsi andare di botto: vidi quel grosso collo di bottiglia scomparire di botto nelle visceri di mia madre. Vidi sul suo volto una smorfia di dolore che però immediatamente si trasformò in piacere. Prima piano, poi sempre più veloce, mamma iniziò a salire e scendere in modo da stantuffarsi il culo. Poi questo suo movimento fu accentuato fino a far fuoriuscire completamente la bottiglia per poi farla rientrare. Alla terza volta me ne venni schizzandomi tutta la sborra in mano, ma l’eccitazione era tale che il mio cazzo non ne volle sapere di ammosciarsi. Senza neanche ripulirmi ripresi a masturbarmi spiando mia madre. Mi ero perso qualcosa, perché ora la bottiglia stava stantuffando la fica. Dopo un paio di minuti un gridolino sfuggi dalla bocca di mamma che praticamente si accasciò sulla bottiglia. Aveva avuto anche lei il suo bravo orgasmo. Il suo volto però non sembrava affatto quello di una persona appagata. Si alzò lentamente lasciando che la bottiglia si sfilasse da sola, poi s’indirizzò verso il mobiletto e da un cassetto ne tirò fuori una grossa boccetta di profumo vuota. Mi ero sempre chiesto perché mai non la buttasse via, visto che era vuota, ma solo ora capivo il motivo: mamma si mise a gambe larghe e leggermente piegate in avanti. Era una scena eccezionale. Dapprima si portò la boccetta alla bocca riempiendola di saliva, poi lentamente se la ficcò tutta nella fica. La cosa più bella è che mentre mi aspettavo che la facesse uscire, mamma invece si raddrizzò e dopo averli raccolti, s’infilò gli slip tirandoseli sopra il più possibile. Poi s’infilò la gonna. Porca miseria! Aveva intenzione di andarsene in giro per casa con quell’affare dentro la fica. Stava per uscire dal bagno ed io fui costretto in tutta fretta a rifugiarmi in cucina. Avevo però ancora le mani piene di sperma e feci appena in tempo a ripulirmene con un fazzolettino quando mamma, tutta rossa in viso, entrò.- Cosa c’è, tesoro, perché non hai mangiato?- Non avevo molta voglia, mamma.- Ho capito, stai ancora pensando a prima. Però se ora ti metti e mangi tutto, ti prometto che continuerò il racconto.Inutile dire che mi tuffai sulla colazione.
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