Terminata la cena ci accomodammo nel salottino a chiacchierare con gli altri ospiti, con l’avanzare della sera un poco per volta si ritirarono nelle loro camere, per prima la famigliola con i due bambini, poi gli arzilli settantenni e i pescatori abituati ad alzarsi all’alba, per ultima la coppia dei fotografi.Restammo solo noi con Miriam e Petra, nella saletta appartata i giocatori di carte avvolti in una nuvola di fumo non badavano a noi.Sandra raccontò la disavventura che ci era capitata, tralasciando però che anche noi avevamo avuto la nostra piccola parte di sesso, mentre raccontava si agitava ancora per lo spavento preso, gli presi una mano per rassicurarla della mia presenza, descrisse anche le sensazioni che aveva provato e la curiosità che la colpì nel vedere un uomo e una donna fare all’amore davanti ad altre persone, si era chiesta quale piacere in più si prova in quei momenti, Miriam e Petra si soffermarono su questo punto, non ne capii il motivo.Un lampo seguito da un tuono in lontananza annunciava l’avvicinarsi di un temporale, nessuno ci fece caso, solo io lo annotai come fatto positivo.Petra volle ringraziarci per la cordialità che avevamo avuto con loro, il giorno seguente sarebbero tornate a casa e volevano che noi sapessimo qualcosa di più della loro vita affinché non le dimenticassimo subito:- Io e Miriam siamo amiche si può dire fin dalla nascita, abbiamo frequentato insieme tutte le scuole, abbiamo fatto le prime esperienze amorose insieme, eravamo sempre innamorate dello stesso ragazzo, fino al punto che è stato lo stesso ragazzo a toglierci la verginità.Diventate maggiorenni siamo andate a vivere insieme, abbiamo scoperto che la nostra grande amicizia era anche amore e l’abbiamo trasformato in amore fisico, amore saffico…-Ancora una volta aveva ragione Sandra, pensai tra me e me, erano due lesbiche:- …diminuimmo sempre più i maschi dalla nostra vita sessuale per dedicarci al nostro amore, le poche volte che un uomo entrava nel nostro letto veniva coinvolto in un menage a tre, nemmeno un uomo si è mai rifiutato… -Interruppi il racconto di Petra:- Ci credo, nemmeno io farei delle obiezioni se invece di fare all’amore con una donna ne ho a disposizione due. -Sandra mi rimproverò dolcemente:- Lascia continuare Petra, lo sappiamo tutte che voi uomini quando vedete quella cosa là non ragionate più. -Petra riprese il racconto:- Una disgraziata sera rimorchiai un cliente dello studio notarile dove facevo pratica, Massimo, un gran bel figo, lo portai a casa per uno dei soliti incontri a tre con Miriam.Ci incontrammo altre volte con Massimo che si era invaghito di Miriam, la consideravo una cosa normale perché Miriam è sempre stata più bella di me, poi non ero gelosa, io amavo molto Miriam e con Massimo era solo sesso.Una sera rientrando a casa non trovai Miriam ad attendermi come al solito, sul tavolo una lettera, era di Miriam, andava con Massimo perché si era innamorata di lui, amava molto anche me ma si sentiva più attratta da lui.Lessi e rilessi quella lettera centinaia di volte, inizialmente tre o quattro volte al giorno, poi riuscii a capacitarmi del fatto e mi convinsi che se Miriam era più felice così dovevo essere contenta anch’io. –Miriam che fino ad allora non aveva ancora parlato si asciugò una lacrima e continuò il racconto:- Massimo era bello, gentile, mi aveva ammaliato, quando ero con lui non capivo più nulla, eseguivo ogni suo ordine e desiderio.Mi portò a vivere a Parigi, facevamo la bella vita, tutte le sere eravamo a qualche festa, Massimo conosceva tutti ed era benvoluto da tutti, le signore di una certa età poi stravedevano per lui, mi raccontò, che per un certo periodo della sua vita, per mantenersi all’università della Sorbona aveva fatto prestazioni sessuali a quelle signore per denaro.Dopo circa tre mesi di quella vita, Massimo mi comunicò che aveva finito i soldi ereditati dallo zio cliente del notaio dove aveva conosciuto Petra, gli misi a disposizione i miei pochi risparmi che bastarono a coprire alcuni debiti fatti. Riprendemmo a fare la bella vita, non mi chiesi da dove arrivavano i soldi che gli giravano tra le mani. Un giorno mi comunica che aveva contratto un prestito da uno strozzino, ora pretendeva la restituzione del denaro e gli aveva lasciato solo 24 ore per saldare il debito, non sapeva cosa fare, gli chiesi se non poteva chiedere una proroga, mi rispose che lo aveva già fatto e lo strozzino gli aveva dato due possibilità, pagare oppure che io, mi aveva presentato come sua moglie, mi concedessi a lui per una notte intiera in cambio di una cambiale di mille franchi, disse che piuttosto si faceva ammazzare che vedermi tra le mani di quel laido porco.Fui io a convincerlo che volevo aiutarlo e pur pesandomi molto lo avrei fatto solo per lui.Dopo l’orribile notte trascorsa con lo strozzino che approfittò del mio corpo come se fossi un oggetto sessuale, credetti che fosse tutto finito, purtroppo non era così, aveva si restituito la cambiale da mille franchi, ma ne aveva in mano ancora sedici di uguale valore, dovetti sottostare alle voglie dello strozzino per altre sedici notti.Intanto avevamo ripreso la bella vita, feste, ristorante, vestiti alla moda e amici scrocconi, feci di nuovo l’errore di non chiedermi da dove venivano i soldi, penserete che la mia ingenuità fosse gigantesca, in realtà ero accecata dall’amore che avevo per lui, aveva fatto nuovi debiti con lo strozzino che dovetti ripagare nella solita maniera fino al giorno che non gli fece più prestiti, gli rifiutò il denaro di fronte a me dicendogli “la tua puttana non mi fa più tirare il cazzo, oramai dopo che gli ho allargato anche il culo non ho più niente da chiedergli”.Fui quasi felice, se non faceva debiti avremmo potuto vivere normalmente cercandoci un lavoro per guadagnare, Massimo la pensava diversamente, fece un debito con un altro strozzino che dovetti saldare nella stessa maniera del primo, poi un altro ancora e un altro dopo l’altro mi fece passare forse nel letto di tutti gli strozzini di Parigi, fin quando non trovò più nessuno disposto a fargli credito per avere me in cambio.Allora mi portava in camera un amico o spesso anche uno sconosciuto che dopo aver dato dei soldi a Massimo, faceva di me quello che voleva, c’era chi mi scopava, sodomizzava o voleva semplicemente un pompino, ma anche chi godeva picchiandomi o sporcandomi con la sua urina ed anche con le feci.Quando mi accostavo a Massimo per avere un poco di amore vero mi scacciava dicendomi che lui non avrebbe mai scopato con una puttana.Dopo qualche tempo la padrona di casa ci cacciò sulla strada perché da sei mesi non pagavamo la pigione.Massimo trovò una camera in una stamberga, era una via popolata da prostitute, fuori da ogni porta c’era una di loro in attesa di qualche cliente, anche io dovevo fare lo stesso mestiere, cercai di convincere Massimo che era meglio cercare di risolvere la nostra situazione in un’altra maniera, mi rispose urlando e prendendomi a schiaffi e calci, non sono mai stata coraggiosa ed ho subito senza ribellarmi.Come tutte le altre disgraziate che popolavano la via, sostavo sull’uscio della camera in attesa che qualche uomo desiderasse usare il mio corpo per soddisfare le sue voglie bestiali in cambio di pochi soldi.Massimo non era più con me, stava con una donna nei quartieri alti, passava ogni giorno a ritirare il ricavato delle mie prestazioni, mi lasciava il minimo indispensabile per vivere, quando i soldi erano meno del solito mi picchiava accusandomi di derubarlo.Gli uomini che frequentavano quella zona e noi disgraziate, erano il più delle volte senza un minimo di igiene, sporchi e puzzolenti, fu inevitabile che mi attaccarono una grave malattia venerea, rimasi anche in cinta, naturalmente non potevo dire chi fosse il padre del bambino.La mia nuova condizione con il pancione attirava meno uomini che volevano i miei favori, Massimo mi picchiava tutti i giorni ed ebbi un aborto provocato dalle sue percosse.Mi trovarono le mie compagne di sventura sul pavimento di casa in una pozza di sangue, mi fecero portare all’ospedale dove venni raggiunta da Massimo, mi guardò con disprezzo e non disse nulla, quella fu l’ultima volta che lo vidi.Quando fui dimessa dall’ospedale cercai di ritornare nella camera dove mi prostituivo, ma era già stata occupata da un’altra ragazza, non sapevo dove andare, quella notte mi rifugiai sotto un ponte insieme ai clochard, mi ospitarono e nutrirono tutto il tempo che restai con loro, in cambio concedevo il mio corpo aggravando ulteriormente la mia malattia.Avrei voluto fuggire da quella brutta situazione ma non sapevo a chi rivolgermi, l’unica amica che avevo avuto ed a cui avevo giurato il mio amore era stata tradita da me, come potevo chiedere aiuto proprio a lei, mi rassegnai ad attendere la fine dei miei giorni tra la sporcizia e il degrado umano. –Miriam smise di raccontare, era visibilmente triste, Petra gli aveva preso una mano e la carezzava dolcemente, io e Sandra non sapevamo cosa dire dopo aver ascoltato una storia così terribile, riprese il racconto Petra:- Erano passati due anni da quando Miriam mi aveva lasciato e da allora non avevo avuto più sue notizie, ogni tanto la pensavo e mi auguravo che fosse felice.Un giorno andai a cena con un amico in un lussuoso ristorante romano, ebbi un sussulto al cuore quando vidi entrare Massimo con un’anziana signora impellicciata, lui si comportava come il suo schiavetto e lei lo trattava da tale, non resistetti e andai al tavolo dove avevano preso posto e chiesi di parlare con lui, la signora gli diede il permesso con riluttanza dopo avermi squadrato da capo a piedi.Una volta in disparte gli chiesi di Miriam, tutto quello che mi disse fu che poco dopo essere arrivati a Parigi ognuno se ne era andato per la sua strada, l’ultima volta che la vide fu in ospedale dove era andato a trovare un amica e Miriam era ricoverata per un piccolo problema, riuscii a farmi dire il nome dell’ospedale.Non credetti molto alle parole di Massimo, non era il comportamento di Miriam quello esposto da lui, sul posto di lavoro chiesi tutti i giorni di ferie che mi spettavano e partii con il mio amico alla volta di Parigi.Il nome dell’ospedale datomi da Massimo era sbagliato, feci passare al setaccio tutti gli ospedali di Parigi e riuscii a rintracciare quello in cui era stata ricoverata Miriam, grazie alle mance elargite dal mio amico mi diedero la residenza al momento del ricovero.La strada dove Miriam aveva abitato era orribile con tutte quelle donne volgari e semi nude per attirare gli uomini come mosche sul miele, furono però comprensive con me, tutte o quasi si ricordavano di Miriam ma non sapevano dove fosse ora, interrogai anche qualche cliente ma era difficile ricavarne qualcosa, finalmente un uomo, dopo aver ricevuto l’equivalente in denaro per una scopata, disse di aver sentito dire che c’era tra i clochard una puttana che per un franco faceva un pompino e per due si faceva scopare.Passammo giorni a visitare tutti i ponti della Senna frequentati dai clochard, alla fine sotto un ponte trovammo una donna che… –Petra interruppe il racconto per rivolgersi a Miriam:- Scusa se racconto questa parte nella maniera cruda come la ho vista. -Miriam annuì con il capo e Petra continuò:- La donna che trovammo sotto il ponte non potevo dire che fosse veramente Miriam, era sporca vestita di stracci, i capelli erano stati tagliati in maniera sommaria, stava inginocchiata davanti a un uomo e gli stava facendo un pompino, aveva il seno scoperto, ma non era il bel seno di Miriam che tante volte avevo baciato e ricordavo, era avvizzito e cadente, l’uomo prese la testa della donna per impedirgli di evitare che lui gli riempisse la bocca con il suo sperma, la lasciò libera solo alla fine del suo sporco orgasmo, tolse dalla bocca il cazzo sporco ed anche con qualche crosta, la donna sputò lo sperma che era riuscita a non ingoiare, l’uomo tolse dalla sua unta bisaccia una mela e la diede alla donna, come la ebbe tra le mani la addentò subito come se da tempo non mangiasse.Continuavo a guardare quella donna ma non riuscivo a riconoscere Miriam, era molto magra, quasi uno scheletro, i capelli erano quasi bianchi, smunti, la carnagione era grigia mentre quella di Miriam era bianca come la neve, la bocca che mordeva la mela aveva una piega triste e non sorridente e amabile come quella di Miriam, l’avevo baciata e ricevuto baci da lei mille e più volte, non potevo confonderla con quella bocca triste, me ne sarei andata non riconoscendola se non fosse stato per gli occhi che mi lasciavano indecisa.La donna si accorse della mia presenza, mi fissò a lungo, aspettava un gesto di riconoscimento da parte mia ma io ero ancora troppo indecisa e la fissavo cercando di trovare in lei qualcosa che mi ricordasse Miriam, improvvisamente mi chiamò per nome e non ebbi più dubbi, corsi ad abbracciarla, Miriam piangeva e mi chiedeva perdono, ci volle molto per calmarla e rassicurarla, comunque ci riuscii.Risolti tutti i problemi legali per riportarla in Italia la feci ricoverare in una clinica dove la rimisero in forza dalla denutrizione, risolvendo o bloccando l’enormità dei problemi fisici che aveva accumulato, era tornata la mia Miriam. –Io e Sandra eravamo annichiliti, sembrava il racconto di un romanzone dell’ottocento, si attendevano una parola da noi ma non riuscimmo a spiccicarne una, mi venivano in mente solo parole di circostanza e preferii evitarle:- Non so proprio cosa dire, sicuramente non avrei mai creduto che queste cose succedessero veramente, per fortuna ora Miriam sta bene, ma quanto tempo fa è successo tutto questo? -Stava per rispondere Petra ma Miriam la bloccò:- Grazie Petra che vuoi evitarmi un dolore, ma voglio farlo, me la sento. -Petra annuì sorridendogli:- Sono trascorsi diciotto anni, ma io non sono più la Miriam di allora, a parte la bellezza che con gli anni sarebbe svanita ugualmente, ho perso la gioia di vivere e la speranza nel prossimo, ogni giorno guardo il tramonto e vedo me alla fine, ma mentre il sole tornerà il mattino seguente io non tornerò più quella di prima, non sono più nemmeno una donna, non posso più avere nessun rapporto fisico ne con uomini ne con donne, nemmeno da sola, ma il peggio è che il desiderio è rimasto e non poterlo soddisfare è la tortura peggiore.Solo Petra è la mia speranza di vita, solo lei è riuscita a darmi la speranza di aspettare il nuovo sorgere del sole, lei ha ricambiato il mio tradimento dandomi ancora amore come lo aveva fatto prima. –Al termine della storia una lacrima spuntò sul viso di Petra, fuori aveva iniziato a piovere, seguirono pochi attimi di silenzio interrotti da Sandra:- Provo molto dispiacere per tutto quello che è capitato a te Miriam, la tua storia per quanto triste e per colpa di una persona negativa, mette però in luce una persona molto positiva, Petra. Non potremo mai dimenticarvi.Grazie per avere avuto con noi questa confidenza. –Petra era visibilmente emozionata:- Ora però vorremmo chiedervi una cosa molto delicata. — Tutto quello che possiamo fare. -Intervenne subito Sandra incoraggiando Petra a continuare:- Come avete sentito Miriam ha il desiderio sessuale che non può soddisfare, c’è però una maniera calmarla, a volte arriva anche all’orgasmo… -Io mi aspettavo che chiedessero qualcosa di materiale, magari soldi, non mi aspettavo che la richiesta riguardasse il sesso:- …voi siete due sposini in luna di miele, dai rumori che provengono dalla vostra camera si capisce che siete molto attivi… -Sorrise mentre diceva “attivi”, anche Miriam sorrise:- … poi l’altra sera davanti a noi tu avevi un rigonfiamento nei pantaloni da leccarsi i baffi, mentre tu Sandra hai avuto un paio di orgasmi provocati non so da cosa. -Si fermò per vedere la nostra reazione, Sandra non fece trasparire nessuna emozione mentre io distolsi lo sguardo dal suo che sorrise prima di completare la richiesta:- Tutto quello che vi chiediamo è di poter assistere ad un vostro amplesso per il piacere di Miriam. -Restai sbalordito dalla richiesta e anche un poco infastidito:- Vorreste vederci scopare e magari infilare la vostra lingua e le vostre mani sui nostri corpi? Se è per il piacere della tua amica perché non inviti un uomo nel tuo letto e ti fai trombare? -Petra non si scompose:- L’ho già fatto più di una volta, ma non sono più una bellezza e gli uomini o le donne che rimedio sono per lo più solo affamati di sesso, non sensibili, solo materiali.Capisco anche la tua perplessità e il fastidio che ti può aver creato una richiesta simile. –Stavo per ribattere che non se ne faceva nulla quando intervenne Sandra:- Va bene lo facciamo. -La guardai stupito e mi accostai per sussurragli in un orecchio:- Guarda che queste vogliono vederci scopare, non si accontentano di seghe, pompini e ditalini, di solito sei tu quella che non vuole scopare. — Questa sera ho voglia di farlo. -Solo allora mi ricordai che stava piovendo:- E se non mi tira per l’emozione? Non ho mai dato spettacolo delle mie performance sessuali. — Con Carmen e la zia c’ero io che assistevo, sul treno hai scopato la madre davanti alla figlia. — Se avete delle remore non abbiate problemi a rifiutare, sappiamo che è una richiesta bizzarra. -Petra aveva interrotto il nostro conciliabolo, gli rispose Sandra:- E’ il mio pisellone che teme di fare cilecca per la presenza del pubblico, ma penso di avere sufficienti frecce al mio arco per fargli rizzare l’uccello qualora dichiarasse out. -Miriam sorrise e Sandra si alzò in piedi:- Andiamo, lo voglio fare subito. -Mi passò davanti strusciando il culo per provocarmi subito un inizio di erezione, la sua sicurezza e la disinvoltura con cui affrontava quell’incredibile richiesta mi stupiva, era uno dei lati di Sandra che mi erano ancora oscuri.Ci avviammo tutti e quattro verso la nostra camera, Sandra camminava davanti a me muovendo il culetto con grazia, sapeva l’effetto che aveva su di me, salendo le scale il miniabito si era accorciato risalendo, copriva solo fino appena un dito sotto l’inguine, non seppi resistere dall’appoggiare le mani sul quel culetto sodo che ondeggiava provocante davanti ai miei occhi, ad ogni scalino sentivo i muscoli delle natiche contrarsi e distendersi.Gli rialzai il miniabito fin sopra il culo, senza scomporsi Sandra aveva continuato il suo cammino ancheggiando, il culo era celato solo dalle piccole mutandine bianche, il mio uccello continuava la sua ascesa, quando arrivammo davanti alla porta della camera e Sandra dovette fermarsi per aprirla, mi appoggiai al suo culo facendogli sentire come il mio uccello fosse già grosso e duro, ogni nostro movimento era visto e sicuramente approvato da Petra e Miriam, Sandra al mio contatto sorrise:- Avevi paura di non farcela e ti è bastato vedermi sculettare e palparmi il culo per farti ricredere. -Una volta in camera Miriam si accomodò sulla poltrona in fondo alla camera, aveva il letto in piena visuale, Petra mise la sedia al suo fianco, si erano preparate come se dovessero assistere ad uno spettacolo.Sandra oltre che a eccitarsi si divertiva alla strana situazione, non aveva rimesso a posto il miniabito che gli avevo rialzato sopra il sedere, lo aveva lasciato sollevato fino in vita, si strinse a me per baciarmi, insinuò la lingua nella mia bocca per provocare la reazione della mia, aveva dato inizio allo “spettacolo”.Sentivo i suoi capezzoli duri contro il mio petto, appoggiai le mie mani sul suo culo per stringerla maggiormente a me facendogli sentire ancora una volta che il mio uccello era duro e pronto, le mie mani si infilarono sotto le mutandine sentendo la carne morbida e calda, Sandra si strusciava sul mio uccello portandolo al massimo dell’erezione, volevo e dovevo scoparla subito.Sandra cercava ogni punto del mio viso con la lingua, si soffermò su un orecchio mordicchiando il lobo e solleticando con la punta della lingua il padiglione auricolare, gli feci scendere la zip sulla schiena del miniabito, Sandra si scostò quel tanto che bastava per permettermi di sfilargli l’abito dalla testa, restò con le sole mutandine, reggiseno e calze autoreggenti, tutti coordinati bianchi, toccò a lei sfilarmi il maglione e liberarmi i pantaloni, il mio uccello al massimo dell’erezione spuntava fuori dallo slip, Sandra lo baciò sulla cappella mentre faceva scivolare a terra i pantaloni, mi fece girare di poco per dare la massima visione della mia erezione a Petra e Miriam, infilò una mano nei miei slip e li spinse verso il basso scoprendo tutto il cazzo duro, mi massaggiò le palle con una mano mentre con l’altra faceva cadere a terra anche gli slip.Gli slacciai il reggiseno liberando le tette dalla costrizione, stavo per afferragli le mutandine e denudare anche lei ma mi sfuggì per andare a sdraiarsi sul letto, la raggiunsi ed iniziai a baciarla sul viso, scesi sul collo e sul seno, assaporavo con la lingua ogni centimetro della sua pelle, ne gustavo il sapore, il calore e la morbidezza, mi soffermai a lungo sulle tette e sui capezzoli turgidi, scesi sull’ombelico provocandogli un leggero solletico, afferrai il bordo superiore delle mutandine con i denti e le trascinai sulle cosce, ritornai con il viso sul suo sesso per strofinarmici dentro con la lingua, intanto con una mano la liberai completamente dalle mutandine inzuppate dai suoi umori già abbondanti, le gettai a Petra, che le raccolse e ne odorò il profumo della figa di Sandra, le passo a Miriam che le tenne sul viso a lungo.Salii sul letto in ginocchio e sorbii l’umore che impregnava la topa bollente di Sandra, mi misi nel più classico 69, lei aveva abboccato tutto il mio uccello, sentivo la sua lingua scorrere sul glande e una mano scivolare delicatamente sulla verga.Sentii il suo grilletto espandersi e quasi esplodere a contatto con la mia lingua, subito uno spruzzo caldo si riversò nella mia bocca avida di quel nettare, anch’io stavo per avere un orgasmo, i miei muscoli si contrassero, era quello il segnale che Sandra aspettava, fece uscire il mio cazzo dalla bocca e mi costrinse a distanziarmi leggermente, il mio uccello era ben visibile nella sua mano a pochi centimetri dalla sua bocca, continuò a segarlo mentre con la punta della lingua non smise di farla saettare sulla cappella, il primo spruzzo di sperma gli sporcò il viso ma il restante fece in modo che andasse direttamente in bocca, mi aveva fatto prendere quella posizione per meglio far vedere la mia sborrata alle due amiche, sollevai il mio viso per vedere che espressione avessero.Miriam sembrava meno triste, in una mano teneva ancora le mutandine di Sandra mentre l’altra era infilata nella camicetta di Petra, si vedeva chiaramente che gli stava titillando un capezzolo, Petra dal canto suo aveva infilato una mano sotto la gonna e sicuramente si stava masturbando.Sandra non lasciò che il mio uccello avesse un solo attimo di cedimento, mi fece rovesciare invertendo la posizione, ora ero io sotto e lei sopra, si girò per baciarmi sulla bocca stando stesa sopra me, mi fece pulire il suo viso dal mio sperma con la lingua.Terminata quest’ultima operazione si rovesciò stando sopra di me, il mio cazzo durissimo premeva contro il suo culetto, si rialzò per sedersi sul mio bacino, mi voltava le spalle mentre Miriam e Petra potevano vedere contemporaneamente il mio uccello e la sua fighetta, Sandra prese in mano l’uccello e diede non più di un paio colpetti, lo accostò alla figa e si spinse sopra con grande naturalezza, gli tenevo le tette strette nelle mie mani a coppa con i capezzoli tra medio e anulare, li stringevo provocandogli piacere.Si muoveva con delicatezza sul mio uccello, sentivo la sua bollente figa massaggiarmi nel tranquillo su e giù che aveva iniziato, con una mano scesi a sentire il pelo del pube oscenamente esposto agli occhi delle due amiche, così come la figa penetrata dal mio cazzo, le guardai e vidi che Petra non aveva interrotto il piacere solitario che si stava dando e Miriam sembrava meno pallida e più sorridente.Sandra arrivò per prima all’orgasmo, aveva il mio uccello che la pompava con buon ritmo nella figa e un mio dito che gli titillava la parte superiore delle grandi labbra, per il grande piacere che provava si mise ad urlare, era quasi come se ruggisse tanto doveva essere intenso l’orgasmo che stava vivendo.Terminato l’orgasmo rallentò molto il ritmo fino ad arrestarsi, io ero ancora dentro di lei e se non avesse interrotto il suo cavalcare sarei giunto presto all’orgasmo, senza liberarsi del mio uccello con una mossa quasi da contorsionista si girò su se stessa, appoggiò il viso sul mio petto e distese le gambe obbligandomi a divaricare le mie, era come se avessimo invertito i ruoli, lei nella posizione dell’uomo ed io quello della donna, iniziò a pompare come se fosse lei ad avermi penetrato e non viceversa, si comportava come se fosse l’uomo, mi stava scopando, l’assecondai incrociando le gambe sopra la sua schiena.Le mie mani erano intensamente occupate sul culo di Sandra, con un dito percorsi il solco più volte e mi fermai sul buchetto proprio mentre il mio orgasmo dava sfogo ad un’eruzione di sperma, solo allora mi accorsi che Petra aveva denudato le grosse tette, sollevato la gonna e abbassato le mutandine a mezza gamba, si stava masturbando con una mano mentre con l’altra si tormentava un capezzolo, mugolava e ansimava, stava godendo contemporaneamente a me, Miriam stava di nuovo odorando le mutandine di Sandra, la vidi scuotersi e irrigidirsi anche lei stava godendo, gli usciva la saliva dalla bocca come se stesse sbavano, Sandra ci raggiunse con un altro orgasmo, cercai di forzargli il buchetto approfittando del momento di estasi che aveva ma lei strinse i muscoli impedendomi di riuscire a intrufolarmi nel suo gioiello, in aggiunta mi morse il lobo dell’orecchio per farmi desistere, non mi restava che retrocedere la mano.Sandra si abbandonò sul mio petto paga del nuovo orgasmo, attese che il mio uccello rilasciasse l’ultima goccia di sperma per poi liberarsi e distendersi al mio fianco, mi lanciò un occhiata per niente amichevole sussurrandomi:- Ci hai provato ma ti è andata male. -Anche Petra si era calmata, Miriam piangeva, ma era un pianto liberatorio di gioia.Petra si accostò a Sandra gli mise una mano tra le cosce e gli infilò due dita nel sesso, le ritrasse quasi subito ricolme del mio miele misto agli umori di Sandra, tornò da Miriam per porgergli la mano da leccare e assaporare il gusto dell’amore, Miriam gradì molto e ringraziò l’amica.Sandra si alzò dal letto avvolgendosi in un lenzuolo per coprirsi, mi alzai anch’io e non trovai niente altro per coprirmi se non i miei slip, Petra si era già ricomposta e stava abbracciando Miriam, entrambe poi vennero verso di noi per ringraziarci:- Grazie, siete stati magnifici, è da diverso tempo che non avevo un orgasmo, grazie ancora. -Era stata Miriam molto commossa a ringraziarci, Sandra la abbracciò e Miriam rispose calorosamente al suo abbraccio, anche Petra era emozionata, Miriam fece un’ultima richiesta:- Posso tenere le tue mutandine come un vostro ricordo? — Sicuramente Miriam, mi fa molto piacere. -Ci scambiammo ancora poche parole prima di salutarci ma con la promessa di rivederci al mattino seguente per l’ultimo saluto prima della loro partenza.
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