Il mattino seguente ci alzammo appena in tempo per fare la prima colazione che non veniva servita oltre le dieci del mattino, mentre riprendevamo le forze con delle brioches fresche pianificammo la giornata:- Pensavo di fare una scappatina da Janine e invitarla a cena, passare una serata con lei fidandoci dei suoi consigli. — Si! Perché no, da quello che mi hai raccontato deve essere una persona simpatica, poi sono curiosa di vedere la sua famosa collezione. -Con un taxi raggiungemmo la zona dove Janine aveva il sexi-shop, non diedi al taxista l’indirizzo della via per non so quale senso del pudore, passeggiando e curiosando nelle vetrine dei negozi arrivammo al sexi-shop di Janine, spiccava tra le altre vetrine per il colore rosso vivo della porta.Suonammo il campanello e ci fu subito aperto, entrammo e subito ci venne incontro Janine che riconobbi immediatamente nonostante erano passati sette anni dalla mia precedente visita, lei mi scrutò un attimo poi disse:- Mi sembra di conoscerti ma non mi ricordo. -Gli rammentai il nostro precedente incontro e per meglio identificarmi gli dissi:- Nella tua collezione sono il 428. -Sorrise e mi abbracciò calorosamente:- Venite nel salottino che devo fare tornare alla memoria chi siete. -La seguimmo nel salottino dove non era cambiato nulla da allora, aprì l’armadio della famosa collezione, rintracciò il flaconcino n. 428 e lesse tutte le annotazioni che aveva preso:- Adesso mi ricordo tutto. -Mentre ci accomodavamo sulle poltroncine mi chiese mentre guardava con interesse Sandra:- Lei è la moglie di allora, Sandra, ho hai cambiato donna? — No è sempre lei, Sandra, devo anche ringraziarti per il tuo rimedio, ha funzionato alla meraviglia. — Se non ricordo male era la riproduzione di un bel membro maschile da 23 centimetri, lo usi spesso? -Aveva rivolto la domanda a Sandra:- Veramente no, mi è servito per avere rapporti con altre donne, per me preferisco l’originale. — Non posso darti torto, l’ho provato anch’io. -Chiacchierammo per una buona mezz’ora, Janine ci chiese molte cose di come era la nostra vita matrimoniale, mentre Sandra era incuriosita dal tipo di clienti che frequentavano un negozio del genere, anche se pensava che non dovessero essere molti perché da quando eravamo noi in negozio non ne era entrato nessuno:- Al mattino è raro che venga qualche cliente, solitamente sono solo i gestori dei bordelli o dei locali dove ci sono ragazze a disposizione dei clienti. -Feci la proposta che avevo concordato con Sandra:- Vorremmo invitarti a cena con noi per ringraziarti di aver salvato il nostro matrimonio. — Mi dispiace tanto ma questa sera non posso, facciamo domani sera che sono libera. — Purtroppo noi torniamo a casa domani, siamo venuti a Parigi solo per il week-end. -Intervenne Sandra:- Peccato, ci avrebbe fatto molto piacere averti nostra ospite. — Aspettate un attimo che vedo se posso rimediare in qualche maniera. -Prese il telefono e compose un numero, quando ricevette la risposta dall’altro capo del telefono salutò amichevolmente una certa Yvonne, scambiò qualche battuta poi espose il problema:- …sono venuti a trovarmi due miei amici dall’Italia, domani tornano a casa e vorrebbero passare la serata con me ma questa sera ho promesso ad Andrea che sarei venuta a cena da voi… -Continuarono a parlare divagando dalla primaria ragione della telefonata, pensai che chiedesse di rimandare la loro cena per essere libera per noi, finalmente arrivò alla fine della conversazione:- …si cara, ti assicuro che ti divertirai come una puttana… un bacio zoccola anche ad Andrea. -Appoggiò la cornetta del telefono e scosse la testa sorridendo:- Yvonne è un fenomeno, ma è sempre estremamente gentile, comunque ho sistemato tutto. — Allora questa sera sei a cena con me e Sandra? -Janine trasalì alla mia domanda:- Che sbadata non vi ho messo al corrente di niente, Yvonne e Andrea hanno invitato anche voi alla loro cena questa sera. — Ti ringrazio ma noi non li conosciamo. — Non preoccupatevi, Yvonne e Andrea sono una coppia estrosa e simpaticissima, vi metteranno subito a vostro agio. — Cosa ne dici Sandra? — Sono contentissima dell’invito e curiosa di conoscere questi nuovi amici. — Ha deciso ancora una volta lei. — Non meravigliarti, sono sempre le donne che decidono, siete voi uomini che credete di poter decidere alle nostre spalle. -Sandra assentì con il capo e scambiò con Janine un gesto di intesa, ripresi la parola:- Sandra ha un’altra curiosità, vorrebbe vedere la tua famosa collezione di… non so come chiamarla. -Janine mi rispose cordialmente mentre si alzava dalla poltroncina:- Con molto piacere, vieni Sandra che te la mostro. -Sandra ed io seguimmo Janine al grande armadio dove conservava la preziosa collezione, prese un flaconcino e lo mostrò:- Questo è quello di tuo marito. — Cosa significa quel numero? — 428 vuol dire che è stato il quattrocentoventtottesimo donatore di sperma. — Tutti uomini? -Janine prese uno dei flaconcini più piccoli:- No sicuramente, quelli più piccoli sono di donne, questo in particolare è della figlia di mia sorella, era ancora vergine prima di avermi dato un campione del suo umore. — E’ eccitante come raccolta, ma a che numero sei arrivata? -Janine prese l’ultimo flaconcino della fila:- 671, è stato tre giorni fa, un ragazzo che era venuto in negozio più per curiosità che altro, ma si capiva che appena uscito si sarebbe fatto una sega, allora l’ho aiutato e gli ho fatto un pompino, aveva così tanto sperma nelle palle che avrei potuto riempire cinque flaconcini. -Ricordai che quando avevo raccontato a Sandra dell’avventura con Janine, aveva espresso la volontà di lasciare anche lei il suo ricordo in quella collezione, dovevo solo fare in modo che ciò si verificasse dando la possibilità a Janine di prendere quello che voleva per il flaconcino 672:- Già che siamo qui perché non ti scegli qualche cosa di particolarmente sexi per i nostri momenti d’amore? — Non mi sembra che tu abbia bisogno di qualche stimolo in più, caso mai qualche cosa che ti cambi i bollenti spiriti. — Non sottovalutare quello che dice tuo marito, è naturale che l’uomo si stanchi della solita minestra. — Ma lui non ha la “solita minestra” ma anche la bistecca con il contorno. — Dici così per qualche scappatella che mi fai fare? — Non è “qualche”, direi “tante”. Voglio però prendere qualcosa per il mio piacere personale. -Sandra interrogò Janine:- Cosa consigli ad una donna che vuole piacersi anche… anche quando vuole piacere al suo uomo? -Janine sorrise maliziosamente e si diresse verso il salone del negozio:- Vieni con me che ti faccio vedere alcuni capi di intimo veramente in grado di farlo rizzare a un morto. -Sandra la seguì ed io mi accodai ma Janine mi bloccò:- No tesoro, è un affare da donne, tu resta qui che noi dobbiamo andare nel camerino per provare i capi. -Mi strizzò l’occhio non vista da Sandra, era chiaro l’invito ad essere spettatore dietro il grande specchio celato dalla tenda nel salottino, spostai una poltroncina per essere più comodo ad assistere allo spettacolo che mi si stava preparando e scostai la tenda in attesa dell’arrivo di Janine e Sandra.Comparvero immediatamente, non ricordai se avevo raccontato a Sandra del grande specchio nel camerino che mostrava a chi era nel salottino spettacolini piccanti, Janine invitò Sandra a spogliarsi mentre lei avrebbe scelto i capi più interessanti per lei.Restata sola Sandra si tolse il giacchino e sbottonò la camicetta, si tolse i pantaloni scarpe e collant, si rimirò nello specchio scostando la camicetta per vedere il seno coperto dal reggiseno, si girò per vedere il culetto semi celato dal minuscolo slip, rialzò il lembo della camicia per vedere tutto il suo culetto, tornò a mostrarsi di fronte e si liberò della camicetta, abbassò le mutandine e si pettinò con una mano i corti riccioli del cespuglio, risistemò le mutandine e scoprì i capezzoli abbassando un poco le coppe del reggiseno, li pizzicò per inturgidirli, li guardò soddisfatta e risistemò il reggiseno.Tornò Janine tenendo in mano una serie di appendini ricolmi di indumenti, mentre le sistemava sugli appositi sostegni si rivolse a Sandra:- No carina, devi toglierti tutto. -Sandra eseguì senza fiatare, sapeva benissimo che doveva spogliarsi nuda, perciò si era sistemata nel migliore dei modi il cespuglio e i capezzoli, Janine la squadrò per bene:- Sei una bella figa, raramente ho visto una quarantenne con ancora un fisico mozzafiato. -Sandra era sensibile ai complimenti delle donne, li apprezzava più di quelli che gli venivano rivolti dagli uomini, Janine gli prese una tetta con una mano:- Non una smagliatura, tette ancora sode da non avere bisogno di sostegni e due bei capezzolini… -Janine posò l’altra mano sul culetto di Sandra:- …e questo sederino è ancora meglio, sembra quello di una ragazzina tanto è bello e sodo. -Sandra si voltò mostrando allo specchio il culo con la mano di Janine che si intrufolava nel solco soffermandosi maggiormente in corrispondenza della rosellina, diede poi una pacca sul sedere facendo un’ultima considerazione:- Vedo anche che ti piace tenere la fonte della gioia ben curata con la pelliccia rasata corta. — Si mi piace tenere la patatina curata, se potessi me la bacerei tutti i giorni. -L’ultima frase di Sandra era estremamente allusiva e mi aspettavo che Janine la cogliesse al volo per riempirsi la bocca con la figa di Sandra, invece si limitò a sfiorargli il pelo con una mano ma nulla di più, prese uno dei capi che aveva portato in camerino e lo porse a Sandra:- Questo sono quasi sicuro che a te non piace, ma voglio vedere come ti sta. -Sandra lo indossò senza discutere, era un completo in pelle nera che lasciava totalmente libere le tette se non per un piccolo sostegno che non arrivava alla metà inferiore della mammella, in corrispondenza del sesso c’era una zip che permetteva di esporre per intiero la figa, il posteriore era nudo con l’invisibile striscietta assorbita dal solco delle natiche.Sandra si guardò allo specchio e rise nel vedersi in una divisa sadomaso:- No, decisamente non mi vedo in questo tipo di abbigliamento. -Anche Janine ne convenne:- Effettivamente sei troppo dolce per questo tipo di perversione. -Mentre la aiutava a togliersi il costume sadomaso non perse l’occasione per strusciare le sue tette su quelle di Sandra, infilava le mani in ogni dove meno che sulla passera che sicuramente era già un bollore.Seguì una serie di prove riguardanti indumenti intimi sempre più provocanti, sempre seguiti da continui toccamenti che operavano una sull’altra, anche Sandra non disdegnava di “appoggiarsi” per non cadere alle tette di Janine, non riuscivo a capire che gioco stessero facendo, era chiaro che non erano casuali tutti quei toccamenti, due esperte del genere come loro non me la davano da bere, stavano giocando provocandosi a vicenda.Più di una volta fui tentato di liberare il mio arnese per farmi una sega, esasperato ed eccitato dal loro gioco.Janine porse un paio di mutandine rosa molto trasparenti a Sandra da indossare che mi voltava le spalle, vidi il suo bel culetto appena velato dalle mutandine, si infilò poi dal capo una corta camiciola dello stesso colore e altrettanto trasparente, visto dalle spalle mi sembrava un comunissimo babydol, Sandra rideva divertita mentre si guardava il bacino, Janine la invitò a guardarsi allo specchio, Sandra si girò e potei vedere cosa la divertiva tanto, sulle mutandine in corrispondenza della topa vi era un foro che la lasciava libera:- A cosa serve questo buco? A scopare senza togliersi le mutande in caso di sveltine? -Janine fece scorrere un dito sul pizzo che contornava il buco per poi indirizzarsi al centro e solleticare le grandi labbra della figa di Sandra:- E’ un indumento che veniva usato molto all’epoca dei casini, le puttane sfilavano così agghindate davanti ai clienti per fargli tirare il cazzo e portarli in camera. -Lo stesso effetto era successo a me, anche se non solo per il buco delle mutandine, intanto il dito di Janine era sprofondato nella figa di Sandra e la stantuffava, lo usava come un piccolo cazzo, Sandra si inarcò per portare avanti il bacino allargando le gambe per favorire le manovre di Janine.Dall’altra parte dello specchio c’ero io che non resistetti a controllarmi, liberai l’uccello ed iniziai a menarlo molto lentamente guardando Janine e Sandra, si erano posizionate in modo che io avessi la massima visuale, sicuramente Janine sapeva che io le stavo osservando e voleva che partecipassi in qualche modo al loro piacere.Janine appoggio il viso alle tette di Sandra e le succhiò un capezzolo attraverso il sottile tessuto del babydol, Sandra gli prese la testa per pressarsela maggiormente sul petto, stava sentendo salire l’orgasmo al culmine e lo urlò, diede sfogo al suo piacere con urla e ansimi come poche volte l’avevo sentita godere.Nelle mani di Janine era comparso un piccolo flaconcino con del liquido bianco trasparente, aveva catturato un altro trofeo per la sua collezione, lo mostrò a Sandra che lo guardò compiaciuta, avvicinò il suo viso a quello di Janine e la baciò intensamente in bocca, con le mani non stava inerte, accarezzava le grosse tette ed il culo di Janine, si staccò alla fine del bacio per infilargli una mano sotto la corta gonna di pelle nera, se Janine non aveva perso la sua abitudine era sicuramente senza mutande, e doveva esserlo dall’espressione di Sandra:- Voglio restituirti il piacere e farti godere come tu lo hai fatto con me, sento che sei bagnata e desiderosa di godere. — E’ vero ho tanta voglia di te, ma prima voglio farti provare anche l’ultimo capo che ti ho preparato, è veramente speciale. -Mi incuriosii nell’attesa di vedere questo capo speciale, Janine sigillò e depose il flaconcino che teneva ancora in mano mentre Sandra si era denudata nuovamente in attesa del capo speciale, intanto avevo smesso di smanettarmi l’uccello, un po’ per la curiosità un po’ perché mi sembrava assurdo farmi una sega a due passi da due donne che si comportavano da troie infoiate.Janine prese in mano l’ultimo capo che aveva portato nel camerino, a prima vista non vidi alcun che di speciale, era un semplice intimo di pizzo nero, Janine mostrò a Sandra il capo che appena vide la particolarità indicatagli scoppiò in una risata:- E’ veramente un capo curioso, ma tu hai provato a indossarlo? — Sicuramente, sono stata la prima a provarlo, è una mia creazione e lo uso spesso. -Sandra indossò il reggiseno, un bel capo leggero e trasparente di pizzo nero, quindi indossò le mutandine ma non riuscii a vedere la particolarità di cui parlavano, però Sandra si dimostrò molto soddisfatta e Janine ne chiese il parere:- Cosa ne pensi? — E’ Favoloso, un vero sogno per i giorni grigi, ti riporta a nuova vita. — Prova a muoverti e camminare. -Sandra ondeggiò un poco il busto e fece qualche passo nel camerino:- Dopo un poco che cammini è inevitabile un orgasmo, stupefacente. — Per testarlo io l’ho indossato un mattino ed ho contato dodici orgasmi prima di sera, ero spossata ma estremamente soddisfatta. -Non riuscivo a capire cosa avessero di così tanto speciale quelle mutandine, stavo per decidermi ed alzarmi per andare da loro a chiedere spiegazioni ma fui preceduto da Janine:- Adesso torniamo da tuo marito che sarà allupato per tutto quello che ha visto attraverso lo specchio, pensi che si sia fatto una sega nell’attesa? -Janine aveva indicato il grande specchio dove Sandra si era specchiata per tutto il tempo e mi salutò con il classico gesto della manina.- Non credo, gli piace poco farsele, preferisce sentire la morbida mano di una donna scivolare sulla sua verga, o meglio ancora una calda bocca che lo spompini. -Sparirono dal camerino e comparvero dopo pochi secondi nel salottino, ero ancora seduto sulla poltrona con il cazzo diritto e svettante come la torre di Pisa, non era perfettamente perpendicolare:- Guarda Janine il pisellone, lo ha duro all’inverosimile ma non è riuscito a farsi un segone.– Con due magnifiche fighe a disposizione sarebbe stato assurdo soddisfarmi da solo. -Janine si avvicinò per prendermi in mano l’uccello con due dita segandolo leggermente:- Ti dispiace se mi occupo io di tuo marito? E’ qualche giorno che non sento un bel cazzo duro nella bernarda. — Fai pure, io sono già soddisfatta così. -Janine si rialzò la gonna fino alla vita e come avevo immaginato era senza mutande, si sedette sul mio uccello infilandoselo a spegni candela voltandomi le spalle, si assestò ben bene sull’uccello per dare il via al suo balletto, gli appoggiai le mani sulle tette che avevano perso buona parte della morbida solidità, dopo una breve strizzatina, gli slacciai la camicetta per esporre le grosse tette sostenute da un robusto reggiseno di cuoio nero, gli presi i capezzoli, uno per mano, ricordai come gli piacesse sentirsi strizzare i capezzoli fino al dolore e li tormentai e strizzai molto duramente.Sandra infilò una mano tra le gambe di Janine sul folto cespuglio nero, mentre io ero vicino all’orgasmo improvvisamente Janine smise di cavalcarmi e si sfilò dal mio uccello pulsante, la mia meraviglia svanì subito appena Janine riprese tra le mani l’uccello per infilarselo nuovamente, però non più nella figa ma lo fece sparire nel culo come se fosse stato risucchiato, ripresi a strizzargli i capezzoli con ancora più vigore.Sandra si inginocchiò tra le sue gambe per affondarsi con tutto il viso nella selva pelosa, si staccò quasi subito per esprimere la sua soddisfazione:- Mmmm… hai la patatina che sa di fragola. — Ti piace la fragola? Allora lecca cagnetta la figa della tua padrona e muovi il culetto che godi anche tu. -Gli prese la testa e la spinse tra le proprie gambe, mi ricordai delle famose palline profumate che Janine infilava nella figa per darle una fragranza innaturale ma piacevole.Janine aumentò il ritmo della pompata ed io proporzionalmente martoriavo i suoi capezzoli.Sentii Sandra ansimare fortemente, stava godendo ed io non avevo ancora chiarito cosa la faceva godere in quel modo senza che ne io ne Janine la toccassimo.Anche Janine stava per godere, la precedetti di un attimo sborrandogli il mio seme caldo nell’intestino, Janine si mise ad urlare implorandoci di non fermarci:- Siii… continua a incularmi con il cazzo duro e riempimi di sborra, tu puttana leccami ancora la figa che ti sborro in bocca. -Con l’affievolirsi dei nostri orgasmi ci calmammo piano piano fino a restare immobili anche se ancora uniti, Janine era seduta sulle mie gambe con l’uccello infilato nel culo che però aveva abbassato notevolmente volume e durezza.Sandra si sollevò per venire a baciarmi sulla bocca, poi si rivolse a Janine:- Resti li ad aspettare che il pisellone di mio marito torni a farsi vivo? — Non mi dispiacerebbe affatto farmene un’altra, tu piuttosto come ti trovi con il mio “petit godet”? — Ottimamente. -Intervenni per capirne qualcosa di più su questo mistero:- Vorrei sapere cosa è questo mistero legato a quelle mutandine che ti fanno avere un orgasmo dopo l’altro. -Sandra rise:- Vuoi che ti sveli il segreto? — Sicuramente. -Janine da vera troia affamata mi stava massaggiando l’uccello solamente contraendo e rilasciando i muscoli del culo, voleva sentire il cazzo gonfiarsi dentro di lei per farsi trapanare nuovamente, intanto Sandra si stava sfilando le famose mutandine mentre Janine continuava imperterrita il suo strano massaggio.Improvvisamente squillò il campanello della porta, Janine si sfilò velocemente e malvolentieri dal mio uccello che aveva ripreso parte del suo vigore, rimise in ordine la gonna e la camicetta per andare ad aprire la porta del negozio.Rimasi solo con Sandra che finalmente mi mostrò le famose mutandine, nel punto che si trovava a contatto con la micia vi era applicato un piccolo fallo delle dimensioni di un pollice che si infilava tra le grandi labbra, ogni movimento era uno stimolo che a lungo andare portava all’orgasmo, un vero portento quelle strane mutandine:- Adesso capisco tutto, hai intenzione di prenderle? — Certo, nei giorni tristi mi basterà indossare queste mutandine e tutto cambierà, avrò un orgasmo dopo l’altro. — Assurdo, adesso devo essere geloso di un paio di mutandine. — Non preoccuparti che non dimenticherò il tuo pisellone, ma adesso rimettilo a cuccia che dobbiamo andare. -Sandra si rivestì ed io mi risistemai.Janine tornò da noi appena congedato il cliente, ci trovò pronti per salutarla:- Andate già via? — Si dobbiamo fare qualche compera, domani torniamo a casa. — Bene, ci vediamo comunque questa sera, vi scrivo l’indirizzo della casa di Yvonne e Andrea. -La ringraziai e mi feci fare un pacchetto dello strano coordinato che Janine aveva chiamato “Petit godet” e un altro coordinato intimo di quelli che aveva provato Sandra e che mi era piaciuto particolarmente per come sagomava il seno lasciando che i capezzoli fossero liberi di manifestarsi turgidi sull’indumento che li avrebbe coperti, il perizoma poi era così piccolo e sottile da sembrare inesistente.Sandra fece mettere anche un piccolo perizoma per me, praticamente era un piccolo triangolo che avrebbe dovuto contenere l’uccello con una stringa sul dietro, feci un obiezione:- Ma quel coso li non mi copre nemmeno l’uccello ed ho vergogna ad indossarlo. -Sandra sorrise:- Anche a me piace vederti un poco più sexi sopratutto quando ti propongo a qualche mia amica. -Janine avanzò un’ultima proposta:- Se vuoi ho anche la versione maschile del “Petit godet”, quando cammini ti dà un andatura… diciamo particolare. -La rifiutai in maniera cosi decisa e drastica che Sandra e Janine scoppiarono in una risata, ci salutammo dandoci l’arrivederci per la sera.Pranzammo nel miglior ristorante che trovammo, visitammo un’altra piccola parte di Parigi e acquistammo una bottiglia di Cognac francese per Andrea prima di tornare in albergo per prepararci alla serata.
Aggiungi ai Preferiti