Tornando a casa, senza che io facessi domande, Barbara miraccontò come era iniziata la storia con Karin e perchè l’avevaassunta…"Quando Karin si è presentata all’appuntamento per ottenere ilposto, ho deciso subito di non assumerla" raccontò mia moglie,"era troppo bella e tu sai quanto sono gelosa; comunque per nonessere maleducata, ho ascoltato le sue referenze, le ho fattocompilare il modulo dei dati e le ho spiegato che cosa avrebbedovuto fare; prima di andare Karin mi disse che aveva frequentatoun corso di pubbliche relazioni e mi diede una videocassetta chesecondo Lei avrebbe dimostrato le sue capacità.Infilai subito la cassetta nel videoregistratore e iniziai aguardare la cassetta in sua presenza…Sul video apparve il volto di Karin, più bella che mai, che sipresentava: " Mi chiamo Karin Exe, sono nata a Brunico il 14gennaio 1965.." Dopo pochi secondi di visione, Karin spalancò labocca e sussurrò disperata: "Oh no! Ho sbagliato cassetta…" Sulmomento non capii e guardai avanti.. "Ho venticinque anni, sonoalta un metro e settancinque, peso sessanta chili, le mie misuresono: Seno 98, vita 60 e fianchi 86.." Non capivo bene cosacentrassero le misure corporee con le pubbliche relazioni.Guardai Karin e mi accorsi che era diventata rossa come unpomodoro. Intanto sul video l’inquadratura si allargava fino amostrare l’intero corpo di Karin completamente nudo, era sedutasu di un tavolo di cristallo, le gambe spalancate, con una manosi massaggiva delicatamente la figa, mentre con l’altraaccarezzava un grosso fallo di cristallo con all’interno unapiccola lampadina accesa.. Sul primo momento pensai: "ma quardaquesta quant’è troia" e mi venne l’istinto di cacciarla fuori.Non so perchè non lo feci e rimasi a guardare come ipnotizzata,quel cazzo luminoso che si faceva strada tra le labbra rosa dellafiga di Karin.Non mi era mai capitato di eccitarmi per una donna, ma in pochisecondi di visione avevo giˆ tutte le mutandine bagnate e nonriuscivo a staccare gli occhi da quel sesso che veninaspalancato e illuminato fino in fondo da quel fallo grosso comeun braccio.Rimasi immobile e zitta per alcuni minuti e altrettanto feceKarin, mentre il ritmo della masturbazione della ragazza sulvideo si faceva sempre più veloce.Karin probabilmente intì che mi ero eccitata, mi si avvicinòsinuosa, mi prese la mano e appoggiandosela su di in seno durocome il sasso, mi chiese con un sospiro: "L’hai mai fatto con unadonna?". Non risposi e rimasi immobile, anche se tremavoleggermente dalla paura e dall’eccitazione; Karin continuò:"Vedrai, è un’esperiena meravigliosa!". Cosi dicendo mi infilo lamano sotto la gonna, abbassò le mutandine e infilò due dita nellamia fessura agitata muovendole ritmicamente. Poi disse con unsorriso malizioso: "Però, sei giˆ tutta bagnata" e si portò allabocca le dita lucide del mio umore, succhiandole delicatamente,quindi in pochi istanti si spogliò completamente. Le chiesi convoce roca di chiudere a chiave la porta e staccai il ricevitoredel telefono, poi rimasi immobile senza sapere cosa fare. Erocompletamente bloccata dalla paura e dalla vergogna, ma nonriuscivo a controllare l’eccitazione che mi aveva preso. Karinera veramente bellissima, molto più che in video, si muoveva comeuna leonessa, e mi guardava come chi sa di averti in pugno.Non capivo più nulla, avevo scordato tutto e tutti, la fedeltˆ, imiei principi, me stessa, sentivo solo la mia figa pulsare,vedevo solo quel corpo nudo e sensuale, volevo solo toccare edessere toccata, presa, accarezzata, baciata…Si avvicinò e mi spoglio lentamente, troppo lentamente, come perfarmi sospirare ogni indumento e quando fui completamente nuda,iniziò a strofinarsi contro di me con tutto il corpo, pellecontro pelle, come un gatto che fa le fusa. Mi appoggiò il palmodella mano sulla figa e disse: "Fammi sentire come la muovi,fammi sentire quanto ti può eccitare una donna!" non avevabisogno di dirlo perchè il mio sesso si contraeva a ritmoforsennato, lasciandole cadere qualche goccia sulla mano ad ognicontrazione. Non capivo più niente, avevo quel seno tondo chespingeva il mio, capezzoli contro capezzoli e quando Karin miportò la mano bagnata sul viso, cospargendomi il viso di quelcaldo nettare, tirai fuori la lingua e leccai come una forsennatail palmo della sua mano assaporando l’odore fresco della miafiga. Senza dire niente Karin si stacco da me, e si sedette sulbordo della scrivania, spalancò le gambe, mi prese la testa trale mani e mi spinse la faccia contro il suo sesso implume."guardala" disse "annusala" aveva un profumo tanto inebraianteche ci infilai dentro il naso. Karin ebbe un fremito, e mi ordinòdi leccarlgliela, di farle sentire la lingua. Affondai la linguapiù in fondo possibile, e per la prima volta assaggiai il saporedi una donna. La leccai dappertutto, soffermandomi sul clitoride,per poi tornare verso il basso; Karin si sdraiò sulla scrivania ealzò le gambe in modo da permettermi di leccarle anche l’ano,dove spinsi la lingua più dentro possibile, avanti e indietro,avanti indietro.. lei intanto sospirava come un mantice, tantoche avevo paura che qualcuno ci potesse sentire. Tornai sulclitoride, lo presi tra le labbra come se fosse un piccolo falloe lo succhiai fino che quando ebbe l’orgasmo mi sborròletteralmente in faccia come se fosse stata un uomo.Continuai a leccare come una forsennata, mi eccitava da moriresentire quel liquido denso e viscido che colava sulla faccia enon avrei mai smesso se Karin prendendomi per i capelli, non miavesse tirato su fino a portare il mio viso all’altezza del suo;mi baciò sulla bocca, prima delicatamente, poi sempre piùintensamente, fino ad infilarmi la lingua in bocca, succhiando lamia con voluttˆ. Intanto con le mani mi allargava le chiappe conforza, mentre i nostri sessi si strifinavano uno contro l’altro.Non resistevo più volevo assulutamente godere, ma erocompletamente nelle mani di quella donna e aspettavo la suainiziativa. Infatti dopo qualche minuto, Karin mi fece mettere acarponi sulla scrivania, si mise dietro di me e iniziò a leccarmil’ano. Sentivo la punta della lingua farsi strada nel mioorifizio, mentre le dita di Karin iniziarono a penetrarmi lafiga, prima una, poi due, avanti e indietro ritmicamente, fino aquando con delicatezza Karin mi infilò tutta la mano e le suedita mi solleticarono il collo dell’utero.Karin ha delle mani estremamente affusolate per cui mentre mipenetrava in quel modo, non ho provato alcun dolore e tu saiquanto sono stretta" prosegu Barbara; "lo so" dissi, "finisci diraccontare!" L’uccello mi si era nuovamente indurito e premevanei pantaloni, anche se mi scoprii un po’ geloso di quelrapporto, l’eccitazione era però molto maggiore e restai insilenzio ad ascoltare il racconto della prima esperienza lesbicadi mia mogile. Barbara continuò: "Ero impazzita, non ero coseccitata da molto tempo, dalle prime scopate con te: avevo lalingua di Karin che si infilava nel buco del mio culo, la suamano che mi stantuffava la figa e due dita dell’altra mano che misgrilletavano il clitoride; in men che non si dica venni, trevolte consecutive, sempre più forte e quando lei estrasse la manomi girai per prenderle la mano e gliela leccai e succhai tutta,fino a quando non rimase traccia del mio liquido.Rimasi seduta sulla poltroncina, completamente nuda, con le gambespalancate, senza un briciolo di forze, a guardare quella donnache si rivestiva. Quando fu completamente rivestita, si avvicinò,mi bacio languidamente e teneramente sulla bocca e mi disse: "Perl’assunzione, pensaci, ma non sentirti obbilgata; fammi saperequalcosa…" e se ne andò.Quando mi ripresi, decisi di dimenticare tutto e di nonassumerla, ma non riuscivo a togliermela dalla mente, finchè dopodue giorni andai a casa sua per dirle che non l’avrei assunta…Fin con un’altra scopata incredibile… e l’assunsi."Non sapevo cosa dire e Barbara mi anticipò mettendomi una manosulla patta mi disse: "Brutto porco, lo sapevo che ti sarestieccitato.. invece di essere geloso!" poi continuò: "Non tiilludere di scopartela senza di me! Adesso sono gelosa di te e dilei!"Quella notte non dormimmo niente… sembrava di essere tornati aibei tempi, quelli in cui ci eravamo conosciuti.Il giorno dopo, rividi Karin in ufficio, puntuale ed efficientecome al solito, sembrava che nulla fosse successo. Anche con miamoglie, i rapporti erano professionali, per cui decisi dicomportarmi nella stessa maniera pensando che in fin dei contiper il lavoro era meglio cos.In realtˆ per parecchio tempo, tutte le volte che la vedevo, misi rizzava immancabilmente l’uccello e la paura che qualcuno sene accorgesse mi metteva un po’ in imbarazzo.Dopo alcuni giorni, Barbara mi informò che aveva invitato Karin acena per quella sera e aggiunse: "Non ti fare illusioni però, sitratta solo di una cena!", dissi che per me andava bene e cercaiper tutto il giorno di immaginare cosa sarebbe successo.Finalmente venne la sera e puntuale, alle otto, Karin si presentòa casa nostra; era bellissima, con un vestito che la fasciavacompletamente ed una scollatura vertiginosa da cui il senoprorompeva imperioso.Cenammo, chiacchierando del più e del meno, bevendo Champagne, inun’atmosfera estremamente piacevole e rilassante.Quando fummo al dolce, il discorso scivolò sull’argomento sesso,prima in modo velato e poi sempre più nei dettagli della nostravita intima, Barbara raccontava la nostra prima scopata, senzaomettere alcun dettaglio e quando andò a prendere gli autoscattidelle nostre peripezie erotiche, l’atmosfera era giˆ rovente;Karin ansimava leggermente, mentre Barbara le si strusciavacontro come una gatta… "Hai la figa più bella che abbia vistoin vita mia" disse Karin a Barbara, mentre le infilava in boccaun bignè di cioccolata, "anche la tua è meravigliosa" risposeBarbara, si alzò in piedi e con un gesto rapido si slacciò lagonna, lasciandola cadere in terra; era senza mutandine e disse,"lasciamo decidere ad un uomo chi ce l’ha più bella" dicendo ciò,prese Karin per mano, la fece alzare, le sfilò il vestito,lasciandola completamente nuda, e si spogliò completamente,rimanendo in piedi accanto a lei. Barbara, piccolina, mora, duetette tonde che mi avevano sempre fatto impazzire; Karin alta unatesta più di lei, rossa come il fuoco una accanto all’altra,completamente nude, con le fighe pelate, mi stavano chiedendo didecidere chi avesse la figa più arrapante… Non dissi nulla,avevo il cazzo che non stava più nei pantaloni…Le due donne si misero sul divano, sedute sul bordo dei cuscini,una fianco all’altra, con le gambe completamente spalancate edissero in coro: "Devi decidere!" Mi avvicinai e rimasi sorpresodi come Karin riusciva a contrarre ritmicamente il sesso, siapriva e si chiudeva, diventando sempre più lucido ad ognicontrazione. Di natura non dò mai giudizi e sono molto contrarioalle classifiche e dissi di conseguenza: "Non posso deciderecos, devo controllare bene…" mi inginocchiai davanti a Karin eannusai il profumo della sua vagina aperta, senza toccarla, erainebriante, fresco, eccitante… poi feci lo stesso con miamoglie e per la prima volta notai quanta differenza ci potesseessere tra una donna e un’altra pure tutte e due cos arrapanti;affondai la faccia nella figa di Barbara e la leccai con cura,per sentirne il sapore, dall’ano al clitoride, quindi feci lastessa cosa con Karin, infilandole la lingua più dentropossibile, riuscivo a sentire le contrazioni di quel sesso chestringeva la mia lingua, Barbara che intanto aveva iniziato aleccarle le tette, con una mano mi prese per i capelli e mispinse la faccia con forza contro quel sesso fradicio e bollente,fino a farmi quasi soffocare; Karin gemeva ed ansimava come unmantice inarcando avanti il bacino; quando raggiunse l’orgasmo,mi innaffiò letteralmente la faccia di umori viscidi e caldi egridò a squarciagola: "Siii…godo, godo come unaporca…godo…". Mi alzai, le presi il viso con le mani e labacia con la lingua in bocca, facendole sentire il suo sapore; mileccò la faccia come un cane mentre continuava ad ansimare.Barbara intanto mi slacciò i pantaloni, tirò fuori l’uccello einiziò a succhiarlo con foga, anche lei era eccitatissima evoleva partecipare attivamente; stavo per venire, tirai fuoril’uccello dalla bocca di mia moglie e mi tolsi cravatta ecamicia. Anche Karin si alzò, andò verso il tavolo ancoraimbandito e prese la bottiglia di Champagne, quindi fece mettereBarbara carponi sulla moquette e le versò lentamente il Moetsull’ano, bevendolo mentre colava lungo la figa, anche lei si eramessa a carponi dietro mia moglie, per cui ne approfittai subito,impalandola alla pecorina. Mentre la stantuffavo, le allargai lechiappe con la mano, infilando un pollice nell’ano. Karin intantodopo aver leccato per bene la passera di Barbara, spingeva labottiglia dentro la sua figa infilandole dentro tutto il collo,lo spumante colava usciva dal sesso di mia moglie e le colavalungo le gambe spumeggiando. Poi Barbara si sdraiò sulla schiena,alzò le gambe fino a portare i piedi all’altezza della faccia, inmodo da offrire a Karin, figa e culo e disse, "infilami labottiglia nel culo, sodomizzami e intanto leccami la figa!" Karinnon se lo fece ripetere due volte, appoggiò la punta dellabottiglia contro lo sfintere di mia moglie e spinse condecisione. Barbara lanciò un urlo ma subito disse con voce rotta:"non fermarti, non fermarti! … Leccamela leccamela!" Nelfrattempo io con l’uccello che non ce la faceva più, estrassi ilcazzo dalla figa e li infilai lentamente nell’ano. Karinsmettendo un attimo di leccare disse: "Tuo marito mi stainculando, è enorme, ed io intanto inculo te!". Appena riprese apassare la lingua sul clitoride di Barbara, lei venne gemendoanch’io non resistetti più e sborrai tutto lo sperma che avevodentro il culo della bella segretaria.Ma Karin non era ancora contenta, si alzò, si piazzò a gambelarghe sulla faccia di mia moglie, si accucciò e le fece colarein faccia tutto il mio sperma, contraendo ritmicamente il culo;Barbara non si fece pregare le leccò per bene l’ano, poi Karin,girandosi le pul la faccia con la lingua, poi si mise sopra dilei e fecero un sessantanove di fuoco, finchè vennero entrambe.Dopo aver goduto, a lungo, sospirando e gemendo, Karin e Barbarasi alzarono barcollando e tornarono a sedersi al tavolo nude comemamma le aveva fatte. Chissˆ perchè, dopo aver scopato, noiuomini sembriamo dei pesci lessi, (almeno io), mentre le donne,anche se scompigliate e sbattute diventano ancora più belle?Rimasi a guardare quei due corpi nudi, ammirandone la bellezza,quasi con distacco, e mi resi conto di quanto Barbara mi piacevaanche se messa a confronto con una stangona come Karin; a 29 anniera più bella di quando dieci anni prima l’avevo sposata, forsenon era soda come allora, ma aveva raggiunto una femminilitˆestremamente sensuale e calda. Siciliana di origine aveva ilfuoco del sud nelle vene, in tutti i sensi, buoni e cattivi. Eroancora sorpreso di come la sua gelosia le avesse permesso di faraccadere tutto quello che era successo con Karin.Barbara stava spiluccando dei cioccolatini, ma non smetteva diguardare un momento la bella tedesca; era decisamente infatuatadi quella ragazza! Evidentemente aveva ragione quel sociologo cheaffermava che l’omosessualitˆ per una donna è una cosa normale,che ogni donna è potenzialmente lesbica.Le due donne, confabulavano sottovoce, ed il seno di Karinsussultava ad ogni risatina… io ero rimasto seduto per terra,con la schiena appoggiata al divano e guardavo senza parlare duedonne, di cui di una credevo di conoscere tutto, mentre sapevo dinon sapere quasi nulla dell’altra.Barbara si girò verso di me e disse: "Non ci hai ancora detto chidi noi due ha la figa più bella…". Non sapevo cosa rispondere,non solo perchè non volevo fare torti, ma perchè non potevogiudicare, erano tutte e due cos belle ed eccitanti. Bofonchiaiqualcosa prendendo tempo, poi Karin mi salvò dicendo: "Con tuttele schifezze che ci sono in giro, come si fa a fare un confrontotra due meraviglie come le nostre?" "Giusto!" dissi "come si fa?"Intanto il cazzo mi era iniziato a risalire e Barbara che se neaccorse subito disse: "Non sei ancora sazio eh? e pensare chefino a qualche tempo fa, per fare un bis bisognava aspettare chemorisse un papa…" Ciò detto, si alzò, andò nel ripostiglio etornò con un grande telo di nylon di quelli che si usano percoprire i pavimenti quando si tinteggia la casa. Lo stese perbene sulla moquette e disse: "Adesso tu stai a guardare…",prese Karin per una mano e la fece sdraiare sopra il telo,completamente distesa, con le gambe leggermente allargate ed ipiedi rivolti verso di me. Tornò verso il tavolo e prese labottiglia dell’olio di oliva, quello buono che viene dallaPuglia, gli tolse il tappo e dall’alto fece cadere un filo d’oliosu tutto il corpo di Karin, partendo dal viso, soffermandosi sulseno e sul pube, fino ad arrivare alla punta dei piedi; quindidopo aver fatto girare Karin, risal il corpo in senso contrario;quando arrivò sul sedere, Karin inarquò le chiappe in su in mododa aprirle bene e mostrare il buchino paonazzo del suo culo.Terminato con Karin, Barbara si fece colare l’olio lungo ilcorpo, mise via la bottiglia e si sdraiò sopra Karin, strofinandole tette lucide contro le chiappe della tirolesina. I loro corpisi avvinghiaro, si strusciarono in una carezza viscida, tettecontro tette, figa contro figa, labbra contro labbra, era lospettacolo più eccitante che avessi visto in vita mia.Corsi a prendere la telecamera per immortalare per sempre quellospettacolo.Barbara, a cavallo di Karin, la massaggiava con il pube, con letette, con le mani, con il viso, scorreva e scivolava su di leicome un serpente; dalle semisfere dei seni, lucidi e unti, icapezzoli di Karin erano ritti come dei piccoli falli e Barbarasi portò con la figa su di uno di questi e prese a masturabarsicon quel capezzolo; zoommai sul capezzolo che appariva escompariva tra le labbra della vagina di Barbara, che con gliocchi chiusi era in estasi. Karin intanto con le cosce spalancatesi era infilata un dito nel culo, e lo muoveva a velocitˆvertiginosa, mentre con l’altra mano si pizzicava il clitoride.Io con l’uccello puntato verso l’alto che pulsava ritmicamente,continuavo a riprendere, girando intorno alle ragazze e passandodai primi piani ai campi larghi.Volevo intervenire, ma appena appoggiai la telecamera, Barbaraapr gli occhi e mi disse categorica: "Tu devi solo guardare!"Ubbidii a malincuore e continuai a riprendere.Barbara intanto si era sdraiata, e Karin, inginocchiata tra lesue gambe, stava infilando tue dita tra le labbra della figa…"Sfondami, sfondami la figa, infilami tutta la mano!" sospiròBarbara e Karin, con delicatezza spinse tutte le dita all’internodi quel sesso bramoso, fino a far scomparire tutta la mano. Nonresistevo più, cominciai a masturabarmi allo stesso ritmo con cuila mano di Karin entrava ed usciva nella figa di mia moglie.Mollai la telecamera, mi avvicinai a Barbara che mugolavaritmicamente e prendendola per i capelli le infilai il cazzo inbocca, lei accennò una protesta ma con la bocca occupata non potèdire nulla e iniziò a succhiare con foga.Karin, intanto continuava a penetrare Barbara con la mano,masturbandosi con l’altra. Dopo un po’, estrasse la mano, mi siavvicinò scivolando su mia moglie e mi portò alle labbra la manofradicia di secrezioni e di olio d’oliva, le leccai le dita e lacosa eccitò moltissimo Barbara che aumentò il ritmo del pompino.Continuavamo a cambiare posizioni, finchè mi ritrovai sdraiatosulla schiena, anch’io tutto unto con le due donne che mifacevano il massaggio thailandese con il pube, ognuna su di unagamba, salivano verso l’uccello. Karin arrivò per prima e siinfilo il cazzo nella figa, mentre Barbara si posizionò con ilsesso fradicio sulla mia faccia rivolta verso Karin. Mentreleccavo mia moglie e sentivo i suoi umori colarmi sulla faccia,Karin galoppava sul mio cazzo e conporaneamente baciava in boccaBarbara e le palpava le tette. Venimmo tutti e trecotemporaneamente rimanendo avvinghiati per parecchio tempo,quando Karin si alzò, tirandosi fuori l’uccello ormai moscio, unfilo di sperma rimase attaccato tra il cazzo e la figa e leiprontamente, lo prese con la mano e se lo portò sulla lingua,succhiandolo con gusto; poi disse: "Non ne sprechiamo niente!!!"Ci lavammo insieme sotto la doccia poi Karin si rivest, salutò eandò via.La mattina dopo, ne io ne Barbara sentimmo la sveglia, alle 11Karin telefonò e disse: "Fatto bagordi ieri?"
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