Ormai il rapporto con la mia vasca era diventato morboso: ci passavo ore ed ore sola o in compagnia ma la costante era godere. Godere a ripetizione sia con uomini che con donne, godere da sola lasciando andare la fantasia alle idee più strane e morbose. Quel giorno era il mio sederino sodo e abbronzato che desiderava essere stuzzicato e magari penetrato fino a sentire le viscere contrarsi… Pur avendoci giocato varie volte ed essendomelo sentito leccare e toccare spesso, non avevo mai osato lasciar entrare niente di più grosso di uno o al massimo due dita. Assodato che era ormai il momento di andare oltre organizzai di vedere prima Cristina e poi lui, per arrivare all’incontro il più eccitata, arrapata, morbida e dilatata possibile. Cristina arrivo’ per pranzo e, come al solito, invece di mangiare in soggiorno finimmo per spiluccare con le mani un piatto di scampi annegati nella maionese. stando a mollo nella vasca e giocando a stuzzicarci i clitoridi coi piedi. Saziato l’appettito, mi inginocchiai graziosamente a bordo vasca: le mie chiappette erano in posizione ideale per essere leccate e mordicchiate. Lei, meno dolcemente del solito, dopo un minimo di preparazione non esitò ad impossessarsi del mio olio idratante e infilarmi prima un dito ben lubrificato, poi due, poi – cominciando ad urlare per il piacere che mi procurava – ho perso il conto ma credo che ci abbia infilato quasi tutta la mano. Quando dovette scappare via per tornare in ufficio rimasi così aperta, ansimante ed unta aspettando di sentir scattare la serratura elettrica della porta di cui lui ormai abusava. Entrò e capì al volo quello che desideravo: molto dolcemente provò a leccarmi e si accorse che ero già pronta. Passò alle dita e aggiunse ancora olio, poi finalmente la mia iniziazione. Eccolo!!!!!! Pian piano entra senza sforzo, me lo sento nel ventre…. sto mugolando come un animale e lui si eccita a sentirmi così… avanti… accelera il ritmo… sono aperta come se mi stesse scopando…entra fino in fondo ed esce quasi completamente…. comincio a venire e non riesco a trattenere un urlo. Lo prego singhiozzando di non venire lì ma nella mia bocca per lasciarmi ingoiare la “merenda” che amo tanto ma è troppo tardi: sento uno, due, tre, quattro e cinque schizzi caldi che mi fanno venire ancora una volta e stramazzare sott’acqua, annientata dagli orgasmi… Mi solleva e mi bacia ma non ho il fiato per ricambiare mi serve tutta la bocca per riprendere ossigeno…. Decisamente fino ad allora, mi ero persa qualcosa. I giochi con Cristina non avevano mai situazioni ripetitive per merito di entrambe, cosi’ decisi di stupirla ancora una volta e quel pomeriggio le feci trovare l’idromassaggio asciutto… con un nuovo elettrostimolatore sul bordo della vasca. “Cos’e’ questo aggeggio???” “Adesso ti faccio vedere io…” Incominciai con lo spalmarle il gel ghiacciato sulle cosce, provocando una immediata reazione dei suoi capezzoli, poi posizionai accuratamente i sei elettrodi: due alle estremita’ di ogni interno coscia e i due negativi esattamente a metà ma spostati sul dietro della sua magnifica gamba abbronzata e poi VIA la corrente… Dopo un minimo di paura e tensione -dovuta al capire cosa stesse succedendo esattamente – ha iniziato ad apprezzare la sensazione di sentir contrarre e rilasciare la proprie cosce senza farlo volutamente e, esattamente come succede a me, ha iniziato a gocciolare abbondantemente. Vedere le sue cosce irrigidirsi alla grande e subito dopo rilassarsi esattamente con l’intesità che decidevo io alzando o abbassando la corrente mi eccitava, e sentire l’odore intenso della sua fichetta bagnata ancora di più, ma mi trattenevo per il dopo… Finiti i 20 minuti di allenamento eravamo entrambe fradicie ma nessuna aveva osato distrarre l’altra dal quel nuovo rito assolutamente stuzzicante. “Girati – le ordinai – adesso ti faccio vedere come si usa sul serio questo coso!” Le apro le chiappe, come quando le infilo il nostro vibratore, ma (sorpresa!) non è una cosa dura e vibrante ad entrarle dentro ma la punta del tubo di plastica che la innonda di gel ghiacciato. Sussulta e stringe il culetto: la sculaccio energicamente ordinando “APRI SUBITO!” Ubbidisce e cosi’ posso di infilarle completamente dentro un elettrodo, gli altri due in cima alle chiappe appena ai lati dell’osso sacro. Accendo…ed ecco le natiche contrarsi e diventare dure e alte come plasmate da un invisibile chirurgo plastico… Alzo la corrente: urla… Abbasso “nooooo” rialzo “siiiiiiii”: sentendo quel “si” rantolante di goduria vengo anch’io senza nemmeno sfiorarmi. Click: finiti i 20 minuti di allenamento! Ha le lacrime agli occhi e appena riesce di nuovo a parlare sussurra: “Amo questo aggeggio!! Mai goduto tanto e tanto bene stando immobile, mi fanno solo un po’ male le chiappe. Me le sento dure, chissà se restano cosi’?” Apro l’acqua, stacco i due elettrodi esterni (ha un bel segno rosso sotto) il terzo lo spinge fuori da sola appena sente che cerco di tirarlo. Adesso ci facciamo un bagno rilassante.
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