L’estate ti permette di vivere la giornata in maniera particolare, vivere bene con te stesso e gli altri. Per chi non abita in zone di villeggiatura, o a ridosso del mare è davvero difficile godersi l’estate senza soffocare per il caldo torrido, o annaspare per l’afa che avvolge le nostre metropoli. Appena mi è possibile quindi, scappo dalla città e vado a respirare un aria più leggiadra, o semplicemente a rilassarmi sotto i raggi del sole, lungo le rive del fiume. Da qualche anno frequento questo fiume, la prima volta fu 3 anni fa, arrivai in un parcheggio immerso nella frescura del bosco, lascia la macchina lì, attraversai lo stesso e cercai rifugio sulla scogliera del fiume, ma non volevo rimanere isolato, non si sa mai, e allora cercai un angolo un pò frequentato. Camminando tra i cespugli notai un certo movimento, e andai in quella direzione. Superata la duna, mi trovai davanti a uno spettacolo imbarazzante ed eccitante allo stesso tempo. Mi ritrovai al centro di una spiaggia naturista, nell’imbarazzo generale, mi sentii osservato, in quanto ero li a bocca aperta ad ammirare tutti quei corpi nudi. La cosa mi incuriosiva ed eccitava allo stesso tempo, così quasi inconsciamente, mi cercai un angolo, distesi il mio telo, presi dalla borsa un libro, mi sedetti sulla stuoia, mi tolsi la maglietta, e sempre da seduto il costume, mi voltai subito a pancia giù, per evitare che il mio membro facesse movimenti inaspettati, invece nel mio stupore generale, nonostante fossi eccitato, il mio pene era completamente naturale, non retto ne eccitato, quindi mi rigirai e presi il sole in maniera del tutto naturale, senza inibizioni. Ovviamente l’occhio puntava tutti quei corpi nudi, parecchie coppie, poche singole, purtroppo molti singoli. Persone di tutte l’età, più o meno con corpi eccitanti. Giunta l’ora del rientro, mi alzai, mi rivestii, e andai verso la macchina, e mentre mi allontanavo il cuore iniziò a battere fortemente, inizia ad eccitarmi, cercai un angolo nascosto e presi a masturbarmi. Morivo dalla voglia di farlo, non riuscivo a togliermi dagli occhi quella vista e così feci. Da quel giorno presi a frequentare quella spiaggetta isolata, e in poco tempo strinsi anche amicizie particolari. Fu così che un giorno di luglio strinsi una discreta amicizia con delle persone che sedevano vicino a me, una dolce signora di 16 anni più anziana di me, con un fisico ben scolpito, in alcune parti generoso, un seno prospero, un sedere invitante, capelli neri lunghi sulla schiena occhioni neri. Non dimostrava affatto la sua età, e io dal basso dei miei 26 anni, fui colpito dal suo corpo nudo che velava i miei occhi. Era sulla spiaggia con la figlia mia coetanea, e un uomo sui 50 anni circa. Il discorso cominciò con l’uomo in tutta sincerità e tanto per cambiare l’argomento era il calcio, ma la cosa fu prolifica visto che mi portò a conoscere Leonarda, la sua graziosa compagna. La nostra amicizia si fece sempre più intensa, e ogni giorno ci incontravamo su quella spiaggetta, e avevo così tutte le occasioni per ammirare Leonarda, in tutto il suo splendore, e la cosa mi eccitava parecchio. Non è cosa da tutti i giorni poter parlare con una donna bella come lei, e soprattutto nuda come mamma l’ha fatta. Un giorno in agosto, in spiaggia c’era solo Leonarda, quel giorno non era accompagnata ne dal suo uomo ne dalla figlia, mi disse che erano partiti per le vacanze e che lei rimaneva a casa per problemi di lavoro. Così ogni giorno ci davamo appuntamento per quello successivo e le nostre conversazioni si fecero sempre più intime e confidenziali. Il mio livello di eccitazione era alle stelle e non appena mi congedavo da lei prendevo a masturbarmi come un adolescente. Un giorno mentre eravamo in spiaggia, passarono nuvoloni carichi di pioggia, prese a piovere all’improvviso e scappammo in macchina a rifugiarci. Ci fecimo compagnia uno con l’altra e lei mi chiese se gli piacevo, se secondo me era ancora una donna che potesse piacere. Ovviamente gli mostrai tutto il mio assenso, la riempii di complimenti e gli confessai che vederla nuda era per me, una cosa eccitatissima, e riuscì a strapparmi dalla bocca che mi rifugiavo a masturbarmi, non appena lei si allontanava. La conversazione sfociò in una risata da parte sua e mi baciò sulla guancia, dicendomi che ero molto tenero. Mi invitò a passare la serata con lei, mi confessò di sentirsi sola e che vorrebbe un pò di compagnia. Ovviamente accettai, corsi a casa una doccia, profumai il mio corpo, mi misi un paio di jeans, una maglietta nera aderente, scarpe sportive, andai a comprare una bottiglia e dei fiori, mi presentai a casa sua con quasi 15 minuti di ritardo. Suonai, avevo le mani di ghiaccio, mi invitò a salire, presi l’ascensore 4^ piano, le porte si aprono e davanti a me Leonarda mi attendeva. Mi pregò di entrare, mi baciò con tre baci sulla guancia, mi ringraziò dei fiori, mi fece accomodare in salotto, intanto mise i fiori in un vaso e li posò sulla credenza. Era davvero bella, era davanti a me, questa volta potevo parlarle guardandola negli occhi e non scrutando il suo corpo visto che era vestita. Era vestita da casa diciamo, aveva un abbigliamento del tutto semplice, un abito estivo smanicato, abbottonato davanti, spacchetti sui lati, i primi bottoni aperti che lasciavano intravedere il suo seno. Era ugualmente eccitante, si sedette sul divano al mio fianco, presi la bottiglia versai un goccetto a lei e uno a me, e iniziammo una conversazione simpatica, molto innocente, che sfociò alla fine su argomenti personali. Mentre mi parlava e si atteggiava, succedeva che i bottoni di tanto in tanto, incolpevolmente si slacciavano essendo le asole un pò larghe, così la mia vista non poteva che andare a guardare fra quelle fessure, lei si accorse e mi disse simpaticamente, che le facevo tenerezza e che per lei era sublime notare che un ragazzo come me potesse essere eccitato da una donna come lei. Si slacciò il vestito e in maniera maliziosa mi chiese se la trovavo davvero eccitante come dicevo, sotto l’abito indossava solo il perizoma il seno era nudo, mi prese la testa mi baciò in bocca, mi strinse le faccia fra le sue mani e me la portò al suo seno, mi pregò di baciarlo, così feci, percorsi il suo corpo con baci e slinguate delicate, si tolse gli slip e calò la mia f! accia lungo il suo ventre, aprì le gambe e mi mise il suo sesso in faccia, presi a leccarlo, soffiavo sul suo pelo, scorgevo le sue labbra, passai la lingua sul clitoride, mi prese la mano, prese due dita e mi pregò di esaminarla. Entrai con le dita nel suo ventre, esplorai le pareti della sua vagina, arrivai all’utero, era eccitatissima, bagnata, presi a muovere le dita mi pregò di continuare, la condussi all’orgasmo. Urlò come una scimmia, leccai il suo sborro. Lo ingoiai e continuai a baciare il suo corpo…..quando a un certo punto mi prese mi baciò in bocca un lungo bacio poi mi sussurrò… “ora tocca a me…”, mi sdraio sul divano mi tolse la maglietta e baciò il mio petto il collo, scese, slacciò i mie pantaloni, me li sfilò, il mio pene usciva dai boxer, lo impugnò immediatamente, lo prese lo portò alla bocca, e cominciò un lungo gioco, che mi porto all’oragasmo, le urlai di togliersi, perchè stavo venendo, prese tutto in bocca, mi svuotò i testicoli, e sputò tutto in! un bicchiere…. ci strofinammo per parecchio, a un certo punto, impugnò quel bicchiere, e sorseggiò il mio sborro…. e mi disse…”ogni volta che ti masturbi dovrai versare il tuo seme in una bottiglia che mi consegnerai, bere il tuo liquidò mi aiuterà a pensarti…”. Rimasi di stucco, eravamo nudi e il mio pene riprese a gonfiarsi, lo impugnò, mi mise il suo sesso in faccia, presi a leccarla e appena si sentì eccitata al punto giusto si voltò, con una mano teneva dritto il mio pene, e la penetrai, mi cavalcò profondamente, di dimenava il suo seno sul mio viso, durai davvero poco e me vergognai, mi disse di non preoccuparmi, continuava a cavalcare e saltare sul mio membro, dieci colpi e sentivo l’orgasmo, la fermavo e riprendavamo, ad un tratto le urlai che stavo venendo, si tolse riprese tutto in bocca e lo sputò in quel bicchiere. Finimmo la serata nella doccia, mi rivestii e la lasciai sul letto assopita, mi allontanai e tornai a casa. Da quel giorno non appena abbiamo l’occasione riprendiamo a incontrarci e ovviamente le bottiglie del mio seme sono sempre fra le sue mani…..
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