Quella sera andai all’appuntamento in un parcheggio di un grande magazzino dove avrei trovato la macchina con a bordo la coppia che avrei dovuto servire in qualità di schiavo, era la prima volta con loro e di conseguenza ci incontrammo là per poi recarci a casa loro. Volevano accertarsi con chi avrebbero avuto a che fare e per mettere in prova la mia sottomissione ai loro voleri.La donna era una brunetta sui 40 anni ed il marito ne aveva 44, io invece ho 35 anni ed ero l’ideale per una coppia come loro. Subito dopo le presentazioni mi fecero sedere nel posto del passeggero mentre la donna stava sui sedili posteriori.Mi assicurarono che avrebbero rispettato i limiti da me imposti ma volevano accertarsi per bene della mia sottomissione che avrebbe dovuto essere senza esitazioni.Il Padrone m’impose subito di rendere omaggio alla moglie leccando e baciando il piede che, con le calze di nylon, mi veniva offerto tra un sedile e l’altro della macchina dicendo:- Schiavo fammi sentire subito come usi la lingua sui miei piedi ma chiedimi prima il permesso di baciarli, non ti dispiace vero se è due giorni che non li lavo e non mi cambio le calze in tuo onore!E così feci dopo averle chiesto umilmente il permesso di baciarle i piedi.Mentre leccavo i piedi il Padrone mi tastò il cazzo per vedere la mia reazione e, rivolto alla moglie, disse:- Questo porco è già eccitato si vede che gli piace l’odore dei tuoi piedi, avanti schiavo togliti scarpe, calze, pantaloni e slip e mettiti queste troia leccapiedi!Buttandomi sulle gambe un paio di calze nere da donna ed un reggicalze. Eseguito l’ordine, il Padrone mi strinse le palle ed il cazzo con un laccio regolabile di pelle e mi mise due mollette sulle palle e due pinzette con peso sui capezzoli dicendo:- Alla Padrona piace avere gli schiavi sempre in tiro perché si possono torturare meglio e lavorano con più foga!In effetti, leccare i piedi olezzanti della donna ed essere conciato con calze e reggicalze, mi aveva eccitato non poco in aggiunta il laccetto attorno ai genitali stava producendo i suoi risultati ed il mio cazzo svettava bello duro. Non mi feci pregare un attimo quando il Padrone m’impose di aprirgli la patta e tirargli fuori il cazzo per baciarlo e leccarlo mentre la moglie m’incitava a fare bene il mio lavoro.- Avanti zoccola usa bene la punta della lingua sul filetto ed ora imboccalo e succhia bene la cappella troia di una schiava ti piace la minchia del mio uomo vedi di non graffiarla con i tuoi denti da cagna o te ne pentirai!Il Padrone non volle venire subito e dopo questo primo assaggio mise in moto la macchina andando spedito verso una zona periferica poco illuminata.Durante il tragitto dovevo tenere le braccia lungo il corpo mentre la moglie mi torturava i capezzoli torcendomi le pinzette attraverso la camicia allungando le mani da dietro le mie spalle, e ad ogni torsione dovevo gemere ringraziando la Padrona per le sue attenzioni, dicendo che mi piaceva, che ero la loro lurida troia e che non ero altro che un giocattolo nelle loro mani e li avrei fatti divertire come volevano.Arrivati in una viuzza buia e deserta con attorno solo fabbriche, il Padrone mi fece scendere dalla macchina, dopo avermi fatto mettere le mie scarpe e così conciato ho dovuto appoggiarmi con il ventre sul cofano caldo dell’auto mentre il Padrone mi scaldava le natiche nude con una paletta da ping pong.Dopo una ventina di palettate, constatando la mia completa sottomissione, mi fecero risalire in macchina e mi comunicarono la loro soddisfazione per le mie reazioni a quei preliminari.A questo punto, con le lacrime agli occhi, ho saputo che saremmo andati a casa loro quindi avrei dovuto infilarmi i pantaloni sopra le calze per poter scendere dall’auto e salire nel loro appartamento, ovviamente il mio cazzo era sempre prigioniero e duro quindi feci non poca fatica per infilarlo dentro i jeans.Salendo a casa loro avrei dovuto tenere lo sguardo basso e docile senza mai fissarli in faccia se non sotto loro espresso ordine ed appena entrati in casa avrei dovuto mettermi in ginocchio ed attendere ordini.Giunti in casa mi fecero andare a quattro zampe in salotto dove nel centro avrei dovuto spogliarmi completamente davanti a loro, comodamente seduti sui divani davanti a me fatta eccezione per le calze ed il reggicalze che mi avevano fatto indossare.A questo punto mi esaminarono tutto il corpo con un’ispezione umiliante, io quasi nudo, in piedi nel mezzo del salotto illuminato e loro, vestiti, comodamente seduti pronti a comandarmi a bacchetta usandomi come una marionetta nelle loro mani.Mi fecero girare e rigirare da ogni lato, mi ordinarono di abbassare il busto, allargare le gambe ed aprirmi il buco dell’ano con le mie mani ed il tutto condito da insulti e commenti umilianti e volutamente volgari ai miei riguardi tipo:- Troia schifosa facci vedere se tieni pulito il buco di culo che tieni in mezzo alle tue natiche da zoccola!Al termine di questa ispezione, il Padrone mi ammanetta i polsi dietro la schiena e fattomi mettere in ginocchio mi fa avvicinare alla moglie dicendo:- Occupati dei piedi sudati della Padrona lercio leccapiedi, la tua lingua non merita altro che lavare le piante dei piedi sporche, avanti schiava di merda obbedisci!Baciai le punte delle scarpe nere della Padrona e poi, con i denti, gliele sfilai quindi dovetti leccare le piante dei piedi fasciate da calze nere con slinguate lente dal tallone fino alla punta dei piedi ed in seguito imboccare l’estremità del piede e succhiare le dita e la calza come voleva la Padrona.Quando le calze furono fradice di saliva ricevetti l’ordine di sfilarle sempre con la bocca per mettere a nudo un paio di bellissimi piedi anche se odorosi e molto sudati.Ricevetti l’ordine di odorare per bene qui piedi esprimendo nel frattempo la mia gioia nell’eseguire quell’atto umiliante dicendo:- Padrona l’odore dei suoi piedi è buonissimo e la ringrazio per il permesso di gustare il sudore delle sue divine estremità.Ad ogni mia affermazione di godimento la coppia di sadici padroni mi rideva sguaiatamente in faccia ed era veramente divertita dalla mia umiliazione e del limite verso il quale mi potevano portare con la mia consenziente sottomissione.Stanca di deridermi, la Padrona mi ordinò di ripulirgli il piede a leccate riprendendo a passare la lingua dal tallone fino alle dita come prima ma ora sulla nuda pelle fino alla completa pulizia della pianta del piede per poi passare a leccare e succhiare uno ad uno le dita del piede ed infine introdurre la lingua negli spazi interdigitali infinite volte fino a nettare completamente ogni recondito angolo del piede ripulendo il sudore ed altro dalle estremità della Padrona.- Forza schiavetta di merda sei qui per fare le pulizie di fino, vedi di darti da fare con sollecitudine ed impegno; del resto sei venuta qui apposta per eseguire questi lerci lavori e la cosa ti farà sicuramente piacere masochista come sei !Al termine dei leccaggi la Padrona soddisfatta della mia opera mi infilava tutte le dita del piede nella bocca e mentre succhiavo il piede ormai lindo mi diceva che lo stesso trattamento avrei dovuto riservarlo ai piedi del marito che ghignando si pregustava la mia umiliazione aggiungendo che avrei dovuto usare la stessa lascivia e abiezione che avevo dimostrato con i piedi della moglie altrimenti me l’avrebbe fatta pagare cara.- Dimmi quanto desideri lavare i miei piedi zozzi e puzzolenti, pregami di consentirti di appoggiarci le labbra; lo sappiamo che vorresti farti una sega mentre mi annusi e baci i piedi perché sei una porca che gode e si eccita con queste schifezze……ringraziami per l’occasione che ti viene data troia leccapiedi !- Padrone la ringrazio infinitamente per la fortuna di poter gustare l’odore dei suoi magnifici piedi, la imploro di lasciarmi pulire con la bocca le sue bellissime estremità, la supplico adorare i suoi piedi sporchi è la cosa che desidero e sogno continuamente………..- Bene, dopo questo atto di amore mi aspetto che ti comporti con l’ardore di una sgualdrina in calore, al lavoro zoccola !Fù un po’ più difficile servire i piedi del Padrone, dopo aver leccato a lungo quelli belli e femminili della moglie, anche perché puzzavano molto di più di quelli della Padrona, essendo l’odore del maschio più acuto e penetrante rispetto ad un paio di piedi femminili. Oltre a questo dovevo sforzarmi di essere appassionato e leccare con ardore quelle estremità non propriamente invitanti, mentre si faceva sentire un po’ di stanchezza nella mia lingua che leccava incessantemente da mezz’ora.A questo scopo, la Padrona, si era posta dietro di me e mi incitava ad espletare nel migliore dei modi il mio compito con sculacciate a piene mani sul mio culo proteso (essendo io a quattro zampe davanti ai piedi del Padrone) e strattoni sulle mollette penzolanti dalle palle ormai sensibilissime e già doloranti dal lungo strizzamento delle impietose ganasce delle mollette.Il mio cazzo era bello duro e denunciava ai miei Padroni come mi piacesse essere umiliato ed usato a quel modo. Anche l’odore di piedi che ero stato costretto a degustare forzatamente mi procurava umiliazione ed eccitazione quindi un cazzo svettante che faceva divertire i miei aguzzini. Sembrava quasi che andassi a cercare dove puzzava di più il piede per sprofondare sempre di più nella vergogna, una cosa che le persone normali sono schifate di sentire appena lontanamente io da vero leccapiedi la bramavo e la desideravo sempre di più!Mentre eseguivo il mio compito di schiava leccapiedi ero costretto ogni tanto a dichiarare la mia gioia per l’atto che stavo eseguendo ed a richiedere maggiori porcate per le prossime volte ad esempio:- Allora schiava sei contenta? Che cosa desideri per la prossima volta? I tuoi padroni saranno felici di poterti accontentare!- Vi ringrazio per l’onore concessomi di lavarvi i piedi sporchi con la mia lurida lingua ne sono felicissimo e vorrei che la prossima volta fossero più sporchi e più puzzolenti in modo che la mia lingua si impregni del sapore del vostro sudore!- Va bene dato che lo vuoi tu e ci implori vedremo di accontentarti lurida leccapiedi, ti porteremo ancora più in basso nelle sozzure più schifose, è bello poter disporre così di un essere umano depravato ed abbietto come te!Al termine della leccatura, quando il Padrone ha ritenuto il lavaggio soddisfacente e non trovava altri modi per degradarmi ulteriormente, mi fu concesso un quarto d’ora di sosta in cui ero costretto a stare sdraiato per terra ai loro piedi dove la Padrona strusciava le sue estremità sul mio cazzo duro, svettante e sofferente, strizzandomelo sul glande con le dita del piede mentre il Padrone appoggiava un piede sulla mia faccia e con l’altro torturava i miei capezzoli sbatacchiando le mollette ancora pinzate a loro facendomi guaire come una cagna (era un suo espresso desiderio, non voleva sentire urla ma guaiti da cagna).In pratica non fu proprio un momento di relax per me, al termine del quale la Padrona si spogliò davanti a me restando nuda e facendomi ammirare il suo corpo ben fatto che avrei dovuto servire e sollazzare in seguito.Al termine dello spogliarello la Padrona venne a sedersi a cavalcioni della mia pancia e mi chiede:- Vuoi che ti tolga le mollette ai capezzoli con un colpo secco o lentamente e dolcemente?Rimarcando il dolcemente capii che la mia risposta sarebbe dovuta essere la seconda perché più dolorosa per me ma la Padrona, da vera sadica, voleva sentire da me la richiesta della tortura più dolorosa e quindi risposi:- La prego faccia come desidera io sono solo una cosa nelle sue mani, sono qui per il vostro sollazzo e divertimento e devo solo ubbidire, comunque la ringrazio vivamente se vorrà togliermi le mollette molto lentamente la prego!- Brava cagna! Hai risposto giusto perché se mi dicevi di togliere in un colpo secco, non solo non l’avrei fatto, ma ti saresti beccata anche quattro ceffoni in faccia……vedi come è buona la tua Padrona?Ci mise un bel po’ a togliere le mollette, girando, tirando, fingendo che le scivolassero dalle dita e scostandole di poco dalla loro sede naturale che avevano creato nei miei capezzoli ormai violacei godendosi tutte le mie smorfie di dolore ed i miei guaiti. Dato che mi agitavo, nonostante avessi le mani ammanettate dietro la schiena e la Padrona seduta sulla pancia, il Padrone mi pose i suoi piedi sulle spalle per tenermi fermo e la moglie mi ficcò in bocca le sue calze di nylon umide ed ancora odorose dicendo:- Così i guaiti ti vengono meglio e non diamo fastidio ai vicini inoltre puoi lavarmi accuratamente le calze.Al termine di questa tortura mi furono tolte definitivamente le mollette ma la Padrona continuava a straziarmi i capezzoli sensibilizzati con le dita torcendomeli e facendomi sussultare come un pesce all’amo, però potei accorgermi che la Padrona si stava eccitando perché strusciava la sua figa sulla mia pancia che era ormai bagnata dai suoi umori e disse al marito che aveva voglia di essere scopata da lui sopra il mio corpo, prima però avrei dovuto eccitare il marito che, spogliatosi, si sedette ordinandomi di leccargli e succhiargli per bene il cazzo e le palle in modo da prepararlo per la scopata con la moglie. Dopo aver diligentemente adempiuto il mio compito, mentre lei mi chiamava troia pompinara, mi fecero sdraiare sul divano e la Padrona si accomodò con la schiena sulla mia pancia in modo che, mentre il marito la scopava, lei poteva sentirmi gemere martoriandomi il cazzo duro e violaceo.Al termine della scopata, che i miei padroni si godettero appieno e che sembrava avere mai fine, fui obbligato a ripulire i loro sessi umidi a colpi di lingua. Adempiuto il mio compito mi tolsero le manette e dovetti portare la Padrona sulla schiena, camminando a quattro zampe fino alla camera da letto mentre lei mi incitava frustandomi le natiche con uno scudiscio di cuoio.- Avanti cagna trotta come sì deve……. Sei proprio una troia incapace!Arrivati in camera mi ordinarono di sdraiarmi sul letto a pancia in su e mi legarono gambe e braccia ai quattro angoli del letto matrimoniale dopodiché, a turno, si sedettero sulla mia faccia e, mentre io dovevo leccare il buco del culo di uno, l’altro mi bacchettava le piante dei piedi con una canna di legno.Mentre leccavo il buco del culo della Padrona lei mi strizzava il cazzo, sempre legato e sempre più paonazzo, con le mani dicendomi:- Lecca bene il mio buco, lurida troia, infila fino in fondo la tua linguaccia da cagna, voglio sentire la tua lingua da puttana pulirmi l’interno del culo, se ti impegni per bene forse faremo respirare un po’ il tuo cazzettino ma per ora devi beccarti queste bacchettate sui piedi in modo che non ti possa passare per la testa di disubbidire ad un nostro ordine altrimenti sarà molto peggio per te!Leccai con foga per un pezzo mentre le piante dei miei poveri piedi diventavano sempre più roventi.Quando fu il turno del Padrone volle anche che succhiassi le sue palle gonfie lappandole nel tempo stesso con la lingua usando la massima attenzione, la massima cura e amorevole dolcezza come mi era stato ordinato. Dopo un po’ il Padrone disse:- Dopo una bella scopata viene sempre voglia di pisciare……. Vieni schiava, andiamo in bagno che i tuoi padroni devono scaricarsi la vescica, non ti sarai scordata che sei anche il nostro cesso vivente vero?Così, dopo essere stato slegato, mi portarono nel bagno, sempre a quattro zampe ma con un collare al collo ed un guinzaglio che veniva strattonato dai miei assoluti padroni se rallentavo l’andatura.Giunti nel bagno il Padrone si siede nel bidè ed io a quattro zampe devo appoggiare il collo sul bordo del bidè con la moglie a cavalcioni della mia schiena che mi tiene ferma la testa per le orecchie.- Avanti schiava tira fuori la lingua e non muoverti cesso ambulante!Io eseguo ed il Padrone mi appoggia il glande sulla lingua protesa e orina inondandomi la bocca con un getto potente, caldo e salato. Dopo che si è scaricato, e la piscia è debordata tutta dalla mia bocca finendo nel bidè, ho dovuto ripulire la cappella con la lingua poi i padroni si sono scambiati di posto e la Padrona mi ha pisciato in bocca e su tutta la faccia lavandomela e mirando, con sadico gusto, agli occhi ed alle narici del naso.Al termine della pisciata, ridendo, ha preteso che le ripulissi la figa con la lingua e dato che anche io avevo bisogno di urinare me la fecero fare in una tazza. Poi mi ordinarono di sciacquarmi il viso con dell’acqua ma con il divieto di ripulirmi la bocca in modo che il sapore del loro lurido piscio rimanesse nella mia bocca e potessi gustarmelo a fondo.Durante questi riti umilianti in bagno, mi fu fatto respirare il cazzo ossia mi tolsero la corda che lo stringeva e, tornati in camera da letto, i due padroni si distesero sul letto. Dopo avermi ordinato di calzare un paio di scarpe nere aperte con un tacco molto alto a spillo e legato i polsi al collare che mi cingeva il collo mi dissero:- Schiava facci vedere come cammini sculettando su quelle scarpe, così conciata sembri proprio una zoccola da marciapiede……facci ridere un po’!Così dicendo mi incitavano con uno scudiscio sul culo per farmi sculettare per bene avanti e indietro per la stanza. Avevo non poche difficoltà per stare in equilibrio su quei tacchi e per di più dovevo impegnarmi a sculettare per bene il mio culetto davanti a loro sghignazzanti che si rivolgevano a me solo con insulti sempre più cocenti tipo:- Puttanella lo vuoi il cazzo di mio marito in culo? Da come ti agiti sembri nata solo per quello!Poi il marito volle applicarmi due pinzette, dotate dipeso, alle palle in modo che mi divertissi di più nella mia esibizione, in effetti, con tutto quello sculettamento i pesi attaccati alle pinze sballottavano non poco facendomi gemere come una verginella ai suoi primi godimenti.Alla Padrona venne in mente di riprendermi con una telecamera dicendo:- Forza fa’ vedere quanto sei vacca, in modo che le coppie di nostri amici che vedranno la cassetta si potranno fare quattro risate sul tuo modo di muoverti da troia di strada, schiava agita quel culo da bagascia!Mi sentivo umiliato messo in mostra davanti ad una telecamera, ma anche eccitato dal fatto che anche altre persone avrebbero potuto vedermi così conciato con calze, reggicalze, scarpe con il tacco, legato al collare, pinzato alle palle e sculettante come una puttanella il tutto condito dagli insulti e commenti brucianti dei miei due padroni cui io dovevo rispondere con sottomesso rispetto e ubbidienza.A questo punto, la Padrona, volle dare sfogo a tutto il suo sadismo fantasioso davanti alla telecamera e, mentre il Padrone riprendeva tutto, mi ordinò di avvicinarmi a lei, che era seduta su un bordo del letto, e, fattomi voltare, mi fece allargare le gambe e piegare il busto in avanti fino al punto che stavo quasi per cadere dato il mio precario equilibrio, ed in quella posizione iniziò ad introdurmi, prima una, poi due e poi tre dita nel culo lubrificando il tutto con della vaselina e dicendomi:- Ti piace è squaldrina! Ti si rizza l’uccello con il lavoro delle mie dita in culo avanti troia di una schiava! Affermalo che ti piacciono le porcate che ti sto facendo!Ed io dovevo annuire dicendo:- Grazie Padrona di usare il mio sporco culo per il mio piacere!Dopo un po’, la Padrona, mi infilò nel culo un vibratore e, messolo in moto, lo fissò alla base con del nastro adesivo in modo che non scivolasse fuori.In seguito dovetti riprendere la mia passeggiata ma ora era veramente tutto più difficoltoso muoversi e sculettare con quel vibratore che spuntava dal mio culo e che mi dava un notevole fastidio. Il Padrone commentò la scena dicendo:- La prossima volta ti truccheremo la faccia da puttana e con una bella parrucca potrai proprio assomigliare ad una schiava servile e troia dato che ti piace tanto fare la zoccola così conciata!Vedendomi così combinato e sofferente, al Padrone, era venuta ancora voglia e, per umiliarmi di più, mi ordinò di implorare il suo cazzo per avere in cambio la cessazione di quel supplizio:- Avanti troia, se mi implori di farmi un bel pompino ti fermo il vibratore che hai nelle chiappe anche se so che ti piace non è vero?- La supplico Padrone, mi permetta di succhiare il suo sublime cazzo non desidero altro sono solo una lurida troia che gode con un vibratore nel culo!Il Padrone era seduto sul bordo del letto e mi fece inginocchiare tra le sue gambe in modo da avere il suo cazzo proprio davanti alla mia bocca poi, dopo aver fermato il movimento del vibratore ma lasciandomelo infilato dentro il culo, dovetti iniziare a leccare con cura il suo cazzo lentamente dalla base fin sulla punta per poi passare alle palle che, dopo averle leccate, le ho dovute succhiare per bene in bocca mentre contemporaneamente le slinguavo con la lingua.La Padrona si avvicinò, e riprendendo sempre tutta l’azione del mio lavoro di lingua con la telecamera, disse:- Sei proprio una grandissima zoccola, ti piace proprio tanto il cazzo di mio marito al punto che sbavi per leccarlo come si deve, non ho mai visto una schiava più lasciva di te!Ed, infatti, mi sentivo proprio come una vacca e la cosa più importante in quel momento era quel cazzo duro che avevo tra le labbra e che ora stavo succhiando ed ingoiando su e giù, forse perché speravo di poter alleviare il sadismo dei miei padroni o forse per l’atmosfera che si era creata di estrema umiliazione in cui avevo toccato il fondo più volte ed in cui non mi sentivo di non avere più pudore ma il fatto era che nella mia mente c’era solo l’immagine di quel cazzo che mi dominava e a cui io dovevo obbedire e servire con il massimo riguardo.Mentre succhiavo con tutta la passione che potevo, i padroni si baciavano ed ad un certo punto il Padrone mi fermò dicendomi:- Questa porca mi sta prosciugando…….Ancora un po’ e gli vengo in bocca a questa puttana pompinara!A questo punto la Padrona mi fa un cenno e mi devo stendere sul letto a pancia in su e lei mi dice:- Andiamo all’ultimo atto di questa serata…..!Mi legarono braccia e gambe ai quattro angoli del letto e mi tolsero le pinzette dalle palle doloranti, mi sfilarono il vibratore dal culo e mi furono legate palle e cazzo alla base con un cordino come all’inizio della serata e mi venne immediatamente una grossa erezione anche se dolorosa a causa della corda che mi stringeva alla base il cazzo ma anche perché mi sentivo in una condizione di totale impotenza tra le loro mani così legato, nudo e con le calze da donna ancora addosso, potevano fare di me quello che volevano ed io non avrei potuto oppormi.Vidi la Padrona andare in bagno per tornare con due spazzole da bucato in plastica dura e la tazza della mia piscia, sorridendo estrasse dalla tazza una calza usata del marito che era rimasta a macerare nel mio piscio e con voce dolce mi disse:- Schiava apri la tua boccuccia in modo che ti possa infilare questo bel bavaglio casalingo e scusami se non ho trovato una calza pulita da usare e se è un po’ umida, ma del resto sei tu che sei voluta venire qui per servirci, soffrire e umiliarti il più possibile!La calza non era umida ma completamente zuppa d’urina che la Padrona si divertì a farmi sgocciolare ripetutamente nella gola intingendo la calza più volte nella tazza per poi infilarmela in bocca completamente e sigillare con del nastro adesivo grosso sulle mie labbra.- Mi raccomando, servetta, ripuliscila completamente non voglio che la calza di mio marito puzzi di piscio quando te la toglierò dalla bocca altrimenti ti farò bere tutta la piscia rimasta nella tazza, capito schiava?Mi avvisò così se non avessi strizzato e lavato con la mia lingua la calza nella mia bocca e, data la posizione distesa, già la piscia colava nel profondo della mia gola insozzandomi a tal punto che quando respiravo ne sentivo il puzzo maleodorante nel naso, era veramente una tortura subdola, schifosa e profondamente umiliante!La Padrona si sedette a gambe incrociate vicino al mio pube e iniziò a torturarmi il cazzo duro e svettante. Dopo avermelo scappellato per bene, iniziò a sfregarmi sul glande le due spazzole di plastica. Era una tortura terribile e non sapevo per quanto avrei saputo resistere se non fossi stato legato ed impotente, perché le spazzole mi davano sia piacere che dolore irritandomi in modo pungente la cima del mio cazzo.La Padrona si divertiva da matti a graffiarmi il cazzo facendomi sussultare e dimenare come un burattino senza alcuna possibilità di ripararmi o alleviare quel dolore che mi entrava nel cervello.Nel frattempo, agitandomi, mi inondavo la bocca e la gola d’urina strizzando involontariamente sempre più la calza nella bocca.Dopo un po’ la Padrona mi diede un po’ di respiro ma senza smettere di strusciare lentamente una spazzola sulla punta del mio glande ormai violaceo ed infiammato.- Schiava vedo che ti piace la tua piscia, ma se vuoi che smetta questo divertimento mi dovrai pregare di essere inculata da mio marito, dopo il pompino che gli hai fatto non vede l’ora di goderti nel culo e se farai la brava la prossima volta ti scoperò anch’io con un bel cazzo finto sei contenta?Io ero sfinito e non potevo più resistere a quella tortura, inoltre mi venivano degli urti di vomito per la schifezza che ero costretto a tenermi in bocca cos’ annuii remissivo.La Padrona contenta del suo operato mi spazzolò il cazzo ancora per un minuto molto energicamente portandomi all’esasperazione in modo tale da togliermi ogni residua voglia di ribellione e prepararmi all’ultimo umiliante servigio dei padroni senza alcuna esitazione.Toltami la calza dalla bocca, ormai pulita e zuppa di saliva, mi slegarono e mi ordinarono di mettermi al centro del letto a quattro zampe e, dopo una lubrificazione del mio ano con la vaselina, il Padrone mi inculò indossando sul suo cazzo un preservativo mentre la moglie, venutasi a mettersi seduta a gambe larghe davanti alla mia faccia, si faceva slinguare da me la figa ed il buco del culo.Dopo aver goduto entrambi dovetti ripulire il Padrone in bagno lavandolo e facendogli un bidè e ringraziandolo per avermi usato il culo.Tornando in camera da letto la Padrona mi tolse la corda attorno al cazzo e mi disse:- Visto che ti sei comportata da brava serva ti permetto di masturbarti mentre mi lecchi un piede ma dovrai sborrare sull’altro mio piede e poi ripulirlo alla perfezione dalla tua schifosa sborra……sei contenta schiava?Io annuii e ringraziai per poi godere finalmente dopo tante torture anche se poi fu molto duro ripulire con la lingua la mia sborra dal piede della Padrona. Al termine fui condotto dal Padrone in salotto e, mentre gli baciavo i piedi inginocchiato davanti a lui, mi diede gli ordini per la prossima volta:- Ti dovrai presentare depilato sulle gambe, capezzoli, palle e pube e dovrai indossare sotto i vestiti questo completino sexi da troia che ti do perché verrai truccato come una vera puttana e forse ci saranno anche una coppia di amici nostri che dovrai servire……..contenta?E così fui congedato.
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