Sabato mattina, Davide si svegliò piuttosto presto. Lara, suamoglie, dormiva ancora accoccolata accanto a lui.Lara era una donna sulla quarantina, piuttosto piacevolenell’aspetto. Il volto era di quelli che con l’età sivalorizzano, diventano più interessanti, più invitanti.Lavorava per una compagnia aerea, da qualche anno nel personaledi terra. Lara cominciò a svegliarsi. Lui scese dal letto e andòsilenziosamente in cucina a preparare un caffè. Gli piacevaavere qualche momento di solitudine al mattino. Aspettò che ilcaffè uscisse godendosi l’odore che si diffondeva nell’aria. Neversò due tazze, una per lui e l’altra per Lara. Tornò dentro,lasciò la tazza di Lara sul comodino e andò a infilarsi sottola doccia. Spesso, quando erano in viaggio, si alzava presto almattino e andava a fare un giro da solo nella città che stavanovisitando. Gli piacevano le città deserte poco dopo l’alba, coni rumori ancora soffusi, le luci ancora accese dalla notte e lefinestre che lentamente cominciavano a dare segni di vita.Viaggiava spesso con Lara, il lavoro di lei li metteva in gradodi spostarsi piuttosto economicamente in aereo e ne eranopiuttosto contenti.Sotto la doccia pensò alla ragazza che aveva conosciuto allafesta della sera prima. Cazzo, quindici anni fa non avrei maichiamato ragazza una con più di trent’anni. Invecchiaresignifica aumentare l’elasticità con cui usi i termini"ragazzo/ragazza". Aveva i capelli mossi, biondocenere, i fianchi non sottili ma gradevoli. Un bel seno. Unosguardo di una decisione disarmante. Era andato da solo allafesta, Lara era uscita con degli altri amici. Aveva scoperto chela "ragazza" lavorava nel suo dipartimento inuniversità -metà dei presenti alla festa aveva qualcosa a chefare con l’università- , che si chiamava Silvia e che forsel’aveva abbordato. Sì, aveva un po’ avuto l’impressione di essere stato abbordato,cioè, qualcuno per la verità li aveva presentati ed erano statiun bel po’ a chiacchierare, ma la sensazione di Davide era chelei avesse deciso di parlare con lui quella sera, proprio con luie con nessun altro. Non montarti la testa… Era difficile pensare che una con quello sguardo potesse farequalcosa per caso. Avevano chiacchierato, molto di arte, leisembrava intelligente, anche sensibile probabilmente, e di sicuroacuta. Però in certi momenti era difficile parlarle senzasoffermare lo sguardo sul suo seno.Sentì il vetro della doccia aprirsi e Lara si infilò dentro. Lesorrise e la baciò sulle labbra. Lei gli prese il cazzo in unamano senza neanche restituirgli il bacio e gli sussurròall’orecchio:- Hai un pezzo di tubatura tra le gambe o eri solo ansioso divedermi? -Lui rise. Era una citazione che si scambiavano spesso (-Hai unapistola nei pantaloni o sei solo felice di vedermi? – aveva dettoMae West, ma poi era stato riciclato mille volte; anche JessicaRabbit aveva abusato della battuta).- Ero solo pensieroso… – sorrise lui.- Spero per te che tu fossi pensieroso per me… o i prossimipensieri saranno a salve -Lara glielo strinse con forza, fin quasi a fargli male, mentregli posava le labbra sulla labbra. Davide la strinse a sé. Leicomincio a sfiorargli le labbra con lingua, mentre con la manostringeva il suo cazzo andando su è giù, con lentezzaesasperante.-E se non fossi stato pensieroso per te? -La mano di lei scivolò sulle sue palle. Cominciò adaccarezzarle con delicatezza, a far scorrere un dito alla base.Poi il dito divenne un’unghia, che si muoveva lenta e pericolosadalla base del pene fino all’ano, mentre Lara gli mordicchiava ilcollo. Davide cominciò a sentire dei brividi di eccitazionelungo tutta la schiena. Lei gli prese all’improvviso le palle inuna mano. Davide si irrigidì quasi spaventato.- Hai conosciuto qualcuna ieri sera? -Continuando a tenerlo in pugno gli posò un bacio dietrol’orecchio.- Ti racconterò… – fece lui.Le posò le mani sul sedere, la tirò a sé e le spinse il penecontro il pube.- Dio mio – fece lei – deve averti eccitato davvero questa donna.Devo essere gelosa? -Lui le carezzò il culo con delicatezza. – Come si chiama? – chiese lei.Davide raccolse del bagnoschiuma con la punta delle dita ecominciò a sfiorarle l’ano, girando con le dita intorno albuchino, penetrandola leggermente, all’improvviso, con tocchipiccoli, delicati e fugaci.- Silvia – le sussurrò – E’ una mia collega — Sarà una vecchia strega – sorrise Lara.- Quella l’ho sposata – . Ormai le sue dita si infilavano a turnonell’ano di lei, ancora con delicatezza, sfiorandola in unaspecie di danza lenta e tormentosa, che allentava le difese dilei e la rendeva sempre più docile ed eccitata. A voltegiocavano con i reciproci desideri. Si raccontavano le cose cheli avevano eccitati in momenti particolari, i sogni che liavevano turbati, inventavano racconti da scambiarsi durante ilsesso. Erano sempre stati fedeli l’uno con l’altra e avevanosempre usato i loro desideri come un gioco, uno strumento dipassione, qualcosa che li univa ancora di più.Lara si voltò offrendogli interamente il culo. Davide avevasempre avuto un debole per il culo di Lara. L’aveva sempretrovato eccitante, amava scoparla da dietro per sentirle il culocontro di sé, su quel culo amava da morire posare le mani,strofinare il cazzo, venire sopra. A volte lei si affacciava allafinestra della cucina, soprattutto d’estate, indossando unvestitino leggero e niente altro. Si appoggiava alla finestraguardando in strada, sollevava il vestito e gli lasciava vedereil culo nudo. Lui si avvicinava, si appoggiava a lei condisinvoltura come se la stesse semplicemente, affettuosamente,abbracciando e glielo infilava dentro, a volte direttamente nelculo. Poi cominciava a scoparla impercettibilmente, mentre lagente in strada li vedeva ignara, una qualunque coppia immersa inqualche istante di relax in un pomeriggio estivo.Ormai Davide aveva due dita nel culo di Lara e lei si muoveva alsuo ritmo aiutandolo a penetrarla, voltata di spalle, cercandocon le mani il suo cazzo, sussurrandogli di aggiungere un po’ dibagnoschiuma per non farle male. Toccandola, Davide continuava aparlarle di Silvia, gliela descriveva minuziosamente,soffermandosi sui particolari che l’avevano eccitato, su quelloche avrebbe desiderato farle e la cosa li rendeva entrambi pazzi,un misto di gelosia ed eccitazione, finché Lara non strinse ilcazzo di Davide tra le mani e se lo puntò contro l’ano, se lolasciò scivolare dentro, nel buco ormai così pieno dibagnoschiuma da rendere incredibilmente facile la penetrazione.Lo aiutò ad entrare spingendosi contro di lui, facendosiriempire fino al limite estremo, mentre lui cominciava asbatterla con forza. E mentre lui le riempiva il culo, eccitatocome un adolescente (era eccitata da morire anche lei, comunque),l’immagine della donna fantasma che aveva – Chi stai scopando? – gli chiese.- E’ un segreto – rispose lui spingendoglielo più in fondodentro il culo. A Lara scappò un urlo di dolore, ma gli dissesubito di continuare, continua a riempirmi, stronzo, anche sestai pensando a lei, anche se pensi che io sia lei, che questoche stai sbattendo e riempendo di cazzo sia il suo culo e non ilmio, perché adesso io sono lei, ed è lei che stai inculando,traditore bastardo, ora fottimi, forza, sbattimi perché nonavrai più questa occasione…-Voglio proporti un patto, anzi una sfida – ansimò lui. Lestrinse i seni cercando un appoggio per infilarglielo ancora piùa fondo, ma più a fondo non era possibile.-Continua a incularmi mentre parli… –Dammi una mano a sedurla. Voglio che tu sia mia complice, inquesto…- Non voglio che tu ci faccia niente – rispose lei. Lui cominciòa sfiorarle la clitoride con le dita e lei represse un mugolio dipiacere per non dargli la soddisfazione della resa.- Non ho detto questo. Ho detto solo che voglio sedurla. Chevoglia sapere che lei potrebbe essere mia, se solo lo volessi,che potrei averla e scoparla, se volessi. E voglio soprattuttoche tu sia con me, complice in tutto questo. Quando avremo lacertezza di averla vinta, mi tirerò indietro. Sarà un gioco trame e te. Ti va? -Stava continuando a toccarla e ormai Lara mugolava di piacere,sull’orlo frenetico dell’orgasmo. Lui lasciò che anche il suoorgasmo cominciasse a liberarsi, continuando a riempirla e asfiorarla.- E se non ce la farai? — Vorrà dire che sto invecchiando… – cominciò a venire, quasinello stesso istante in cui veniva lei.- Vorrà dire che potrò tradirti per una notte, quando e con chivoglio… – cominciò a urlare e lui con lei – O così o niente.- il cazzo di lui si svuotava nel suo culo, lo riempiva diliquido denso e bianco, mentre le sue mani si dibattevanofrenetiche nella sua figa – Hai capito? Ti aiuterò, e sarò tuacomplice, ma non sarai in grado di farcela, per la prima voltanella mia vita, ti tradirò. Accetti o hai troppa paura? -Con un’ultima spinta dei reni, lui le affondò il cazzo nel culoe lasciò le ultime gocce di sperma.- Non ho paura, amore mio – mormorò – non credere che io abbiapaura… – lasciò scivolare il cazzo fuori dal culo e cominciòa baciarla sul collo mentre l’acqua della doccia gli scendevaaddosso – Come potrei aver paura se tu sei con me? Sei con me,vero? — Certo che sono con te – sorrise lei – E sarò una complicefedele. Ma non credere che tutto sia così facile – Si voltò egli posò un bacio sulla bocca. Poi, dolcemente, cominciò alavarlo con un sorriso sulle labbra.
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