A questo punto della storia entro in ballo io e l’amicizia con Federico, eravamo all’incirca coetanei (io più giovane di un anno) e, praticamente sempre assieme, all’epoca avevo 18 anni e i miei sensi si erano da poco affinati, mi ero accorto che qualcosa nella sua famiglia non funzionava come doveva, le sue sorelle pur essendo due belle ragazze non erano mai in compagnia di ragazzi e cosa altrettanto strana tutti nutrivano una sorta di venerazione per la nonna Concetta.Federico dal canto suo aveva sempre un atteggiamento effeminato, sempre curato nel vestire ma con movenze strane per un ragazzo, ma a me non sembrava una cosa tanto strana.Da parte mia molte volte fantasticavo su Maria e Rita, come dicevo due belle ragazze, Maria alta con i capelli lunghi nero corvino, magra con poco seno ma uno sguardo magnetico e due labbra piene ed eccitanti, sua sorella Rita invece era il contrario non molto alta ma molto formosa due tette enormi ed un culo burroso, capelli neri a ricci ed una faccia da maiala, spesso mi masturbavo pensando a loro.Quando mi capitava di andare a casa di Federico cercavo di spiare le due ragazze, ma siccome difficilmente venivo lasciato solo non potevo soddisfare troppo il mio desiderio, poi un giorno capitò che mentre ero a casa sua mi scappasse urgentemente di andare in bagno, chiesi il permesso e mi chiusi nella stanza, feci i miei bisogni ma quando feci per uscire, lo sguardo mi cadde sulla cesta dei panni sporchi, non so che cosa mi venne in mente, l’aprì e trovai un collant nero velato, per un attimo la testa mi girò respirai profondamente con lo sguardo sempre fisso sulle calze, le afferrai me le misi in tasca ed uscì, ero eccitatissimo, le tempie mi pulsavano, con una scusa dissi a Federico che dovevo andare a casa e lo salutai.Tornai a casa e corsi in bagno, presi le collant e le odorai sapevano di sudore e la cosa mi mandò in estasi sborrai senza nemmeno toccarmi, nei giorni seguenti mi consumai l’uccello a forza di seghe fantasticando su quei meravigliosi collant sognando che fossero a volte di Maria altre volte di Rita, un giorno al culmine dell’eccitazione arrivai ad indossarli e la sensazione che mi diede il contatto del nylon sulla pelle fù talmente intensa che segnò la mia vita futura.Per giorni cercai di farmi invitare a casa di Federico nella speranza di poter rubare qualche altro indumento, ma per un motivo o per l’altro non mi fù mai possibile, uno di questi giorni mi accorsi che la corda dove stendevano i panni ad asciugare era facilmente raggiungibile dal cortile interno, attesi con pazienza ed una sera quando notai degli indumenti intimi stesi mi decisi, attesi che facesse buio e poi andai in cortile mi ero costruito un asta con un gancio per arrivare alla corda, con il cuore in gola, adocchiai un completino mutandine e reggiseno nero ed un paio di collant color carne, allungai l’asta e li agganciai facendoli cadere, rapidamente li raccolsi e mi nascosi in garage, guardai gli indumenti le mutandine erano in cotone nero del tipo da educanda mentre il reggiseno una 4° misura aveva le coppe finemente ricoperte di pizzi trasparenti, li annusai ma l’unico profumo che sentì fù quello del detersivo, comunque la cosa non mi impedì di spogliarmi ed indossarli, godetti in un attimo e per giorni il garage divenne la mia seconda casa.Ma le cose stavano per prendere una piega inaspettata, il mio rapporto con Federico si faceva sempre più intenso, ci confidavamo le nostre fantasie e passavamo molto tempo insieme, fino a quando un pomeriggio non mi invitò a casa sua per sentire un nuovo disco che aveva appena acquistato, accettai felicemente sperando di poter trovare qualche capo indossato dalle sue sorelle nella cesta dei panni sporchi in bagno.Entrai e stranamente mi accorsi che eravamo soli in casa, Federico mi disse che i suoi erano usciti e sarebbero rientrati solo dopo cena, ci sedemmo sul divano e lui accese lo stereo, la musica era stupenda e quella che preferivamo, un hard rock molto duro, ci rilassammo ed iniziammo a discutere del più e del meno, poi Federico mi offrì una birra che in breve divennero due e poi tre.Leggermente alticci i nostri racconti scivolarono nel personale, e finimmo a parlare di donne, mi chiese chi mi eccitava di più delle ragazze che conoscevamo, non so che cosa mi prese ma gli confidai che mi facevano impazzire le sue sorelle.”Ma quale?”.”Tutte e due, me le farei entrambe”.”Vorresti scoparti le mie sorelle, e magari assieme, che porco che sei”.”Sai le vedo e mi mandano fuori di testa, me le sogno anche di notte, sapessi quante seghe che mi tiro pensando a loro”.”Me n’ero accorto sai, ho visto come te le mangi con gli occhi quelle due zoccole”.”Ma come sono le tue sorelle e tu le chiami zoccole ?”.”Perché lo sono credimi e poi le spio anch’io”.”Spii le tue sorelle ?”..”Si quando sono in bagno a farsi la doccia, oppure quando si cambiano e mi fanno arrapare anche a me”.Tutti quei discorsi mi fecero venire il cazzo durissimo, e poi la sua vicinanza mi metteva dentro una strana eccitazione.”Federico ti vorrei confidare una cosa ma promettimi di non arrabbiarti”.”Dai spara”.”Sai una volta sono entrato nel tuo bagno ed ho visto un collant usato nella cesta della biancheria sporca, credo fosse di una delle tue sorelle, ebbene non so che cosa è stato ma lo preso, ne ho sentito l’odore e mi sono eccitato da morire così l’ho rubato”.”Come l’hai rubato e per farne cosa poi?”.”Mi piace annusarlo ed a volte anche indossarlo”.”Certo che sei proprio un porco’ ti ammazzi di seghe con i collant delle mie sorelle”.Poi si alzò e mi disse che sarebbe tornato subito, pregandomi di aspettarlo lì.Ci mise cinque minuti, durante i quali la mia erezione continuava a darmi fastidio dentro jeans.Quando tornò mi accorsi che si era infilato i pantaloni della tuta, si sedette vicino a me ed aprì un’altra birra, continuammo i nostri discorsi, eravamo entrambi eccitati potevo vedere il suo pacco gonfiarsi sotto la tuta, sentivo la sua voce diventare roca, e lentamente le nostre coscie si toccarono.”Voglio farti un regalo Claudio, sai tutti questi discorsi mi hanno fatto eccitare, e visto che ti piacciono certi giochini, guarda qui”.Si alzò in piedi e si calò i calzoni, sotto indossava un paio di collant grigio fumo senza mutandine e potevo vedere il suo cazzo in tiro.”Ti piacciono queste, sono di mia madre, le aveva indosso ieri”.Io rimasi senza parole, lo spettacolo era stupendo e vedere il suo uccello coperto dalle calze di nylon mi mandò in orbita, lo afferrai per i fianchi e lo tirai a me, gli palpai il sedere e lo sentì gemere.”Fermati Claudio, non correre, voglio che li indossi pure tu, questi sono per te”.Tirò fuori un collant marrone e me lo diede.”Mettile sono di mia sorella Maria”.Li afferrai ed in attimo mi spogliai nudo il mio cazzo era durissimo e lucido di umori.”Però non sei male li sotto, dai infilali che voglio vedere con ti stanno”.Mi sedetti sul divano e lentamente li infilai, mi sembrava di vivere in sogno.Federico si avvicinò e con una mano mi accarezzò una gamba inguainata in quello splendido paio di calze, credetti di svenire a quel contatto.”Ti stanno davvero bene, e poi mi piacciono le tue gambe”.Poi mi fece sedere sul divano, e si inginocchiò davanti a me.”Fammi sentire il tuo profumo” disse Federico e prendendo un mio piede in mano se lo portò al naso, lo sentivo annusare ed il suo alito caldo solleticarmi la pianta.Persi ogni freno e gli dissi :” Baciami i piedi dai”.Federico non si fece pregare e la sua lingua scorreva tra le mie dite attraverso il nylon, l’emozione fù grandissima e sentivo che stavo per godere.”Mi fai venire Federico, Ahhh, siii godooo”, e me ne venni sborrando nei collant, senza nemmeno toccarmi.Mi ripresi un attimo, con lui sempre in ginocchio intento ad accarezzarmi le gambe, vidi che mi guardava con occhi languidi, e mi venne istintivo fargli una carezza in viso.”Hai goduto piccolo, ti piace proprio tanto indossare calze da donna allora”, mi chiese.”Si, ma non credo che sia solo quello, sei stato tu a farmi venire”.Federico si alzò e si sedette al mio fianco, poi mi chiese :”Sono felice che ti sia piaciuto, sai è tanto che lo desidero, ma non avevo il coraggio di confessartelo”.”Confessarmi che cosa?”, gli chiesi.”Di essermi innamorato di te Claudio, sono anni che lo sono e credevo di impazzire dal desiderio, ma credevo che tu non ci pensassi nemmeno a me”.Rimasi interdetto non sapevo che cosa dire la sua dichiarazione mi aveva schioccato, e fù di nuovo lui a rompere il ghiaccio.”Lo sapevo che non avrei dovuto dirtelo, ma non ne potevo fare a meno, scusami ti prego, dimenticati quello che ho detto”Poi scoppiò a piangere, nascondendosi il volto con le mani.”Dai non fare così, non è successo nulla, smetti di piangere”.Gli presi le mani togliendogliele dal volto:”Guardami Federico, credimi non hai fatto niente che io non volessi, e mi è piaciuto da impazzire”.Vidi il suo viso solcato dalle lacrime e mi venne una tenerezza immensa, così senza pensarci avvicinai le mie labbra alle sue, esitai un attimo, poi chiusi gli occhi e assaggiai la sua bocca assieme al sapore delle sue lacrime.Fù un turbine che ci colse, le nostre labbra si schiusero permettendo alle lingue di intrecciarsi, fù un bacio lunghissimo ,ci abbracciammo ed i nostri corpi si unirono.Allungai una mano sul suo pene, era durissimo , lo sentì genere nella mia bocca mentre gli stringevo il cazzo con le dita.Anche lui prese a toccarmi l’uccello, era ancora pieno di sborra ma era tornato di nuovo duro.”Ti amo” sussurrò Federico, staccandosi da me, mi fece sdraiare sul divano, poi con le unghie mi lacerò i collant all’altezza del cavallo, facendo sgusciare fuori il mio cazzo, si accoccolò tra le mie gambe e mi disse:”Lasciami fare vedrai quanto sono bravo”, e così dicendo mi afferrò il cazzo tra le mani , lo scappellò lentamente e con una mossa rapida se lo portò in bocca, con la lingua percorreva la cappella, mentre continuava a menarmelo piano, poi lo sentì succhiare, non credevo che un pompino fosse così bello.”Si succhia porco, fammi sentire la tua lingua, Ahh come sei bravo, Sii così più veloce, Succhia amore, fammi godere, infilatelo tutto in bocca”.Avevo afferrato la sua testa dandogli il ritmo giusto per il pompino, lo sentivo mentre con la bocca piena del mio cazzo, mugolava come una cagna in calore, ed ero eccitatissimo.Stavo per godergli in bocca, quando all’improvviso si aprì la porta di casa, e vidi la signora Concetta, tentai di staccare Federico da me, ma lui mi afferrò le gambe impedendomi di muovermi, e continuava il suo pompino.”Bravi siete proprio una coppia di porci, Federico a te non basta mai vero”.”Nonna – disse Federico interrompendo per un attimo il bocchino- lo sai che mi piace il cazzo, e poi sono innamorato di Claudio”.Poi rivolgendosi a me mi disse:”Ti piace come succhia il mio nipotino, è bravo vero?”.”Si” riuscì a balbettare, sconcertato per la piega che stava prendendo la situazione.”Non temere la cosa rimarrà tra noi a patto che mi facciate godere un po’ anche me”.Federico interruppe il pompino e prendendo su nonna per mano la fece sedere al mio fianco sul divano, poi inginocchiandosi davanti a lei, prese ad accarezzargli le coscie, spinse la mano sotto la gonna e disse :”Sei già fradicia Nonna, ne hai voglia anche tu vero ? “.”Si nipotino ne ho una voglia pazza, e lo sai che mi piace vederti mentre prendi il cazzo”.Quelle parole mi fecero scuotere dallo stato di trance in cui ero caduto, e la scena mi fece tornare il cazzo duro, Concetta allungò la mano su mio cazzo e prese a masturbarmi lentamente.Vedevo la sua mano da vecchia stringere il mio cazzo, mentre il nipote aveva infilato la testa sotto la sua gonna e le stava leccando la figa.Concetta mugolava mentre accarezzava la testa di Federico, tra le sue gambe.”Claudio ti prego fallo godere, mettiglielo in culo, dai che non aspetta altro quel frocetto” disse Concetta,Non me lo feci ripetere, andai dietro a Federico e gli strappai le collant, appoggiai la mia verga al suo sfintere e lo sentì spingere il culo indietro per facilitarmi l’ingresso, il cazzo gli scivolò dentro senza nessuna fatica e le pareti intestinali si avvolsero al mio pene, quasi risucchiandolo, iniziai a pomparlo con colpi rapidi, mentre lui assecondava il ritmo dell’inculata.Concetta stava godendo della leccata che gli propinava il nipote, mi incitò a chiavarlo più forte perché a lui piaceva essere preso così.La sentì godere nella bocca di Federico mentre anch’io sborrai riempiendogli l’intestino di sborra bollente.Urlammo tutti il nostro piacere poi ci sedemmo tutti e tre sul divano, Concetta appoggiata a me e Federico steso con la testa tra le mie gambe.Mi venne da dire “certo che siete proprio due porci, voi due da quanto fate queste cose?”.
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