Marco era il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme: scuola insieme allo stesso banco, ogni pomeriggio insieme, dividevamo tutto! Mi piaceva stare con lui e….. mi piaceva molto anche la sua famiglia! La famiglia di Marco era composta da lui, naturalmente, e da sua madre ed una sorella più grande; il padre li aveva abbandonati da molto tempo e la madre aveva tirato su i due figli da sola! Marco era un ragazzo normale di 25 anni, la sorella Alessia era una giovane donna di 28 anni si vestiva con gusto e si truccava valorizzandosi molto. Era molto magra, alta circa un metro e settanta, con i capelli neri lunghi fino al collo, gli occhi scuri alle volte severi altre molto tristi ed affettuosi, un seno meraviglioso e delle gambe lunghe ed affusolate. Nonostante fosse molto carina non aveva una storia seria; La madre, una bella donna di 46 anni, è stata, da quando l’ho vista per la prima volta, la protagonista dei miei sogni erotici più inconfessabili: Sandra, questo è il suo nome, è una donna che, pur avendo abbondantemente superato gli “anta”, mantiene florida la sua bellezza, coniugandola con un’esuberanza di carattere che io intuivo mai sopita nel fondo dei suoi begli occhi azzurri. Le curve floride, non esaltate con abbigliamento vistoso, ma forse ancor più evidenziate da un abbigliamento apparentemente dimesso, ma molto curato, me la facevano intuire nel fiore della sua maturità. Praticamente un invito a nozze per i miei riti masturbatori. Stavo molto spesso in compagnia di quella che ormai consideravo la mia seconda famiglia, un pomeriggio mi chiamò Marco e mi disse se potevo passare da casa perché volevano parlare delle vacanze; mi accennò che siccome era ormai estate avevano deciso di affittare una casa al mare e volevano chiedermi di unirmi a loro in modo da passare una bella vacanza tutti insieme! Io accettai volentieri e dissi che comunque sarei passato nel pomeriggio per discutere dei dettagli! Arrivai verso le 16:00 Sandra mi accolse molto affabilmente (io la divoravo con gli occhi…) e mi fece accomodare in salotto offrendomi da bere, dicendomi di aspettare Marco ed Alessia perché erano dovuti uscire a comprare delle cose. Conversammo del più e del meno e fu lei stessa a versarmi da bere: nel fare questo, dato il tavolino basso da cui prendeva le bevande, mi mostrò tutta la propria rotonda nobiltà posteriore, a stento trattenuta in una gonna stretta. Le gambe, ideale complemento di tale fondoschiena, erano fasciate in un paio di autoreggenti nere, di cui potevo vedere (od intuire?) il confine con la bianca pelle dal provvidenziale spacco della gonna. Se la fotografia posteriore che le feci mi faceva star male, almeno altrettanto si poteva dire di quella anteriore: una bocca carnosa, un bel nasino, un paio di malandrini occhi azzurri erano incorniciati da una lunga cascata di capelli biondo sporco, accuratamente e signorilmente raccolti da un fermaglio posteriore: del resto vi avevo avvertito che la signora si portava bene i suoi “anta”… Ma quello che mi faceva letteralmente uscire di senno erano le sue sontuose mammelle, la cui forma rotonda si intuiva dai traballamenti associati al suo muoversi e la cui consistenza mi aveva causato turbamento più di una volta. “Ma la ragazza ce l’hai?” “No, non ancora” “Non mi dirai che un bel ragazzo come te…” La pantera si avvicinava o mi sbagliavo? Ma no, stavo fantasticando su di una donna che, ancorché incantevole ai miei occhi, aveva più del doppio dei miei anni… Non poteva essere possibile. Mormorai con un groppo in gola, ormai color porpora: “Signora posso andare in bagno?” “Senz’altro, del resto sai dove si trova…” Ebbi appena il tempo di salutare Marco ed Alessia, arrivati in quell’istante, e sgattaiolai nel bagno, alla ricerca di un provvidenziale sfogo alle mie fantasie. Mi chiusi a chiave la porta alle mie spalle, mi sbottonai la cerniera dei pantaloni e, con un guizzo possente, il mio cazzo fece una prepotente irruzione all’esterno: capii immediatamente che, almeno questa volta, non sarebbe bastata una rinfrescata all’arnese e, ormai rassegnato, mi masturbai, prolungando il piacere sulle immagini mentali di Sandra. Un fiotto di sperma proruppe al culmine del mio orgasmo, imbrattando lo specchio: avevo fatto centro… Pulii tutto ed uscii, finalmente soddisfatto, ritornando in salotto. Mi sedetti in mezzo ai miei due amici, con la madre di fronte, le magiche gambe accavallate. La discussione andò avanti per un po’, con la madre che serviva da bere anche ai due suoi figli, facendo nuovamente dono delle sue bellezze. Parlammo di questa vacanza che ci aspettava e ci mettemmo d’accordo sul da farsi; saremmo partiti la settimana dopo per un mese intero avremmo diviso un bell’appartamento sulla spiaggia; non vedevo l’ora, sarei stato per un mese intero sotto lo stesso tetto con due fiche meravigliose! Arrivò il giorno della partenza, l’euforia era tanta, arrivammo alla casetta e ci sistemammo e subito corremmo in spiaggia a fare il nostro primo bagno, non potei non notare la “bontà” delle mie due coinquiline erano davvero meravigliose coperte da ridottissimi bikini! Facemmo un bel bagno e dopo un po’ dissi che preferivo tornare a casa, non volevo prendere un’insolazione al mio primo giorno, anche Alessia mi seguì, mi disse che non stava molto bene mentre Sandra e Marco restarono ancora sulla spiaggia! arrivammo a casa e ci sedemmo un po’ sul divano, Alessia mi guardò e disse che aveva bisogno di parlare un po’: “Dimmi, è successo qualcosa di grave?”. “Già.. (mi dice piangendo). Luca mi ha piantata. Dice che si è innamorato di una sua collega di Bologna, ed è andato da lei. Non so che fare, sto male…”. E da quel momento, in lacrime, inizia il racconto degli ultimi tempi del loro fresco rapporto. Nato con i migliori intenti, ma naufragato nel peggiore dei modi per colpa dei loro caratteri agli antipodi. “E’ una cosa positiva, gli opposti si attraggono” dicevano i suoi. Balle, qualcosa in comune bisogna averla su cui appoggiare la storia. Ma a parte questo, io ad Alessia lo avevo detto che il “ragazzo” non mi convinceva. E che lei, per come era fatta, era sprecata per un tizio che passava le serate in pantofole davanti alla televisione o al Pc. Mai un ristorante, una discoteca, un teatro. Sempre a casa. Mi parlò per un’ora circa e si sfogò dopo di chè mi ringraziò per aver ascoltato il suo sfogo e disse che sarebbe andata a fare la doccia, io rimasi sul divano aspettando il mio turno per fare la doccia! Un flash: capelli lunghi bagnati, aria rilassata, due gambe da urlo e un asciugamano che si arrampicava a fatica sulle sue tette grandi e morbide. La vidi passare davanti a me, mi sorrise e si accese una sigaretta. Io feci lo stesso e, sentendo che qualcosa nelle mie zone basse si stava cominciando ad agitare, mi alzai in fretta e mi diressi in bagno; Lei mi guardò con un aria strana, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia. Un bacio molto, molto diverso dai soliti: le sue labbra erano più morbide, più avvolgenti e rimasero sulla mia pelle per un tempo che a me sembrò imbarazzante. Fantasie? Boh, forse. Sta di fatto che, uscito dalla doccia, stavo per accendermi una sigaretta e la sorellina, sdraiata sul letto e indugiando con lo sguardo sui miei addominali mi fece notare come la palestra avesse fatto effetto. “Già”, risposi arrossendo un po’! la desideravo volevo scoparla e sicuramente in questo mese avrei fatto di tutto per realizzare questo mio sogno, magari “approfittando” anche del fatto che lei era bisognosa di coccole in questo periodo! Quando uscii dalla doccia trovai anche Sandra e Marco che erano tornati dalla spiaggia, anche loro fecero una doccia e dicidemmo di andare a mangiare fuori visto che non avevamo avuto il tempo di fare la spesa! Cenammo in un ristorantino parlando del più e del meno, Alessia non partecipò molto alla conversazione ma sia la madre che il fratello non ci fecero così così quando arrivammo a casa aspettai che gli altri andarono a dormire; restammo in cucina da soli, le chiesi se fosse tutto ok, ma lei mi disse: “Mi fai un po’ di coccole? Ne ho veramente bisogno..”. “Certo tesoro, vieni qui”, risposi. Entrammo in stanza, pronti per buttarci sul letto dopo una giornata intensa. Lei si avvicinò ancora di più e io cominciai ad accarezzarle dolcemente i capelli, le spalle, le braccia. Senza toccare zone proibite, anche se ricordo che la voglia era tantissima. Lei cominciò ad accarezzarmi gli addominali con la mano sinistra. Poi scese, scese ancora, ancora. Fino a che sentii la sua mano sfiorare il mio cazzo costretto a malapena nei boxer. “Ah, stai messo così?”, mi chiese con un sorrisetto malizioso. “Beh, non dirmi che non riesci a capire perché?!”. “Lo capisco, lo capisco. E ti dico che anche io provo le stesse tue sensazioni. Non so perché ma è così. Sei uno dei miei migliori amici ed amico di mio fratello, ma nonostante questo vorrei che tu mi facessi godere, stanotte”. “Non vedo come poter esaudire questo tuo desiderio, Alessia; sei la sorella del mio migliore amico, mi avete invitato qui con voi, non posso farti questo”. “Credo che l’unico modo sia toccarci un po’, senza andare oltre. Ti giuro, non te lo chiederei se non ne avessi tanta voglia”. In quelle condizioni soltanto un robot avrebbe potuto rifiutare la sua proposta. Io non lo ero, e quindi la tirai sopra di me e cominciai a baciarle le labbra e il collo. Lei, intanto, con le sue mutandine a contatto diretto con il mio cazzo, si strusciava lentamente. “Ahh, che bello.. muoviti pure tu…dai…così”. Io con un tocco le sganciai il reggiseno e lo buttai nel vuoto liberandole le tette. Che adesso erano lì. Delle “mine” a portata di bocca, pesanti e coi capezzoli di marmo. Avevo appena iniziato a prenderglieli in bocca e a leccarglieli, che lei si spostò al mio fianco. “Aspetta che mi tolgo le mutande..”. “Scusa Ale, ma non avevamo detto di rimanere nei limiti?”, le sussurrai. “Non ce la faccio Ma ho bisogno di venire. Non ce la faccio più”. A quel punto anche le mie (blande) resistenze naufragarono miseramente. Sommerse dalla sua mano che spingeva delicatamente la mia testa verso la sua fica e dalla sua voce calda: “Dai, leccamela…ti prego…leccamela tutta… fammi godere, che ci sono quasi…!”. Mi abbassai e iniziai a ciucciarle il clitoride in fiamme. “Dai, così, continua così.. infilami due dita dentro..”. Non me lo feci ripetere, e mentre le leccavo le labbra cominciai a scoparla con due dita. “Ahh…siii…così che vengo…dai….eccola….eccola…la sento….. sto per esplodere…”. “Si Ale, vieni tesoro, vieni..”. Si muoveva con una foga incredibile, come impazzita, spingendomi sempre più forte la testa verso la sua fica. “Siiii…arrivo, arrivo…bevila tutta…bevila tuttaaaaaaaa….”. Alessia era venuta. E aveva riversato nella mia bocca una delle sborrate più consistenti che avessi mai sentito. La stessa che avevo ancora in serbo io, ma dalla quale, sinceramente, non sapevo come liberarmi. Fu lei a indicarmi la strada giusta, tirandomi per le mani verso di lei, abbrancandomi il sedere e spingendomi verso la sua bocca. Io mi ribellai per un istante: “Ale no, non si può, cazzo! Non ti posso venire in bocca…ti prego…”. Lei non mi diede il tempo di finire la frase e dopo avermi preso il cazzo in mano e aver dato due colpi di lingua sulla cappella, si tirò un cuscino dietro la testa e lo ingoiò tutto. Succhiava e pompava in un modo tale che, finalmente, anche io cancellai l’immagine della sorella del mio amico disegnando quella di una splendida ragazza che si stava facendo scopare in bocca. E allora cominciai a muovermi con lei, spingendo tutto il cazzo con foga tra le sue labbra roventi. “Ale fermati, fermati…sto per venire…”. Lei lo tirò fuori dalla bocca e cominciò a menarmelo furiosamente, rivolgendo la cappella verso le sue tette. “Dai …forza…ti sento che non ce la fai più.. dai…dai….fammi il bagno…”. “Si Alessia, continua… più veloce…più veloce…così….non la tengo più …ecco….ti sborro addosso…ti inondoooo..”. E così fu. Perché le tirai addosso un litro di sborra. Che colpì in pieno il suo viso, le innaffiò le tette, alcuni schizzi le arrivarono sui capelli. Restammo un minuto immobili, con la terribile consapevolezza che il piacere provato era molto più forte del senso di colpa. Io mi sdraiai accanto a lei e accesi una sigaretta. “Certo che anche tu ne avevi una bella voglia, eh. Sono praticamente zuppa…”, scherzò Alessia osservando la pioggia di sborra che gli avevo riversato addosso. “La colpa è della mia splendida amica…”, provai a difendermi. Lei mi guardò con un sorriso radioso e mi abbracciò forte: “Va bene, allora io mi vado a fare una doccia”. “Un altra?”, le dissi io sorridendo. Lei, aprendo la porta del bagno, si girò e piantò i suoi occhi nei miei: “Già, perché quelle che ho fatto oggi non mi sono sufficienti. Ma ci rifaremo domani, no?”. La mattina dopo mi svegliai con un gran mal di testa. Troppo emozionante da tutti i punti di vista la notte appena passata. Volevo che succedesse ancora, volevo scopare Alessia! Arrivai in cucina e trovai solo Sandra mi disse che Marco e Alessia erano già in spiaggia! appena mi vide mi disse che preparava il caffè andò ai fornelli ed io non potei non notare quanto fosse bona anche lei, un culo magnifico avvolto in un pareo trasparente! Il cazzo mi si rizzò immediatamente anche se mi sentivo un po’ in colpa, la mia seconda famiglia mi aveva invitato a passare una magnifica vacanza, il mio migliore amico si fidava di me ed io pensavo solo ed esclusivamente a come fottergli la sorella e la madre! ….ma era più forte di me, le volevo! Decisi che quella mattina non sarei sceso in spiaggia così Sandra mi salutò e disse che ci saremmo visti più tardi! Andai in camera mia e mi misi sul letto, ma dopo un po’ sentii entrare qualcuno, era Alessia; “Allora? Ti sei ripreso dallo choc?”, mi chiese Alessia “Si Ale, sto meglio. Ma ti devo confessare che è tutta la mattina che penso a quello che è successo ieri notte”, le risposi “Ma và? Davvero? Devi stare attento, però: non vorrei che ti sconvolgessi troppo..”, mi disse con un sorriso malizioso. Si appoggiò con la schiena al muro, sbottonò la camicia verde che aveva addosso e la buttò per terra, liberando le sue pesanti tette, rimase così. A guardarmi fisso con una luce strana negli occhi. Una luce fatta da raggi di voglia e curiosità. Era qualcosa di assolutamente irresistibile, almeno per me. E così le andai incontro, cominciai a baciarla sul collo e a massaggiarle le tette nude. Poi ci guardammo per un istante lungo un giorno, quasi per chiederci la reciproca, definitiva “autorizzazione”. Che arrivò. E allora le nostre lingue si incrociarono, scontrandosi furiosamente fuori e dentro le nostre bocche. Mi tolsi la camicia, e Alessia ne approfittò subito per strusciarmi le tette sul petto e passarmi la lingua sui capezzoli. Poi si inginocchiò ai miei piedi, continuò a leccarmi la pancia, il pube e, infine, tirandomi giù i pantaloni, mise una mano nei boxer e mi tirò fuori il cazzo. “Succhiamelo Ale… si.. prendilo tutto..”. Alessia sorrise, afferrò il cazzo con una mano e tirò indietro la pelle scoprendo la cappella. Se la strusciò lentamente sulle guance, sulle labbra e, finalmente, se lo fece sparire in gola. Mai provata una pompa così: leccava, succhiava, agitava la lingua impazzita sulla cappella imprigionata tra le sue guance. Poi afferrò le mie chiappe ormai nude e cominciò a fare avanti e indietro, ingoiando ogni volta il cazzo fino alla base. E il tutto era reso ancora più travolgente dal movimento frenetico delle sue tettone e dalla sua mano, che con due dita si scopava la fica e con il palmo si massaggiava ritmicamente il monte di Venere. Io ormai c’ero, sentivo lo sperma spingere e salire rimontante dalle palle. E così la fermai, cercando di rallentare i tempi del pompino: “Oddio Alessia… fai piano..ti prego.. se continui così vengo..”. Lei, staccandosi per un momento dal cazzo, e con le labbra fradice di saliva mista a sborra, rispose: “E’ proprio quello che voglio, non l’hai capito? Forza, continua a scoparmi in bocca e riempimela di sborra”. Detto questo si rituffò sul mio cazzo e riprese a succhiarlo. Io, in preda a una vera e propria tempesta ormonale, mi adeguai e ripresi a fotterla in bocca. “Oh sì Alessia… così mi fai godere… continua a succhiarmi il cazzo… si… cosiii”. “Dai … dai che sto per venire anch’io… “. “Ahh… ciuccia tesoro… .ciuccialo così … fammi venire dentro … dai che ti sto per schizzare in bocca”. “Si, dammela che te la ingoio tutta… ecco… esplodo anch’io… ci sono quasi ..dai che veniamo insieme… .”. “Si… eccola Alessia… ecco la sborra … prendila tutta… è tutta tua Ale… è tutta tuaaaaaa”. Le infilai tutto il cazzo in gola con l’ultima spinta e le sparai in bocca una valanga di sborra. Cinque, sei, dieci fiotti. Che Alessia, in ginocchio davanti a me con le gambe serrate intorno alla sua mano per assecondare l’orgasmo, non riuscì a contenere tutti. Ingoiando i primi, più consistenti, e sparandosi gli altri schizzi sulle tette nude. “Che goduta… .mi hai fatto bere un litro di sborra.!”. “Ti adoro Alessia, sei fantastica. Giuro che è stato il pompino più eccitante della mia vita”. “Adesso non vorrai fermati, spero!”. “No, adesso voglio conoscere tutto il tuo corpo “. Ci buttammo nudi sul letto. Lei si stese a pancia in su e mi tirò il bacino verso il suo petto. “Cominciamo da qui, allora. Mettimi il cazzo tra le tette, che lo ritiriamo su”. Non ce n’era granchè bisogno, per la verità. Perché dopo quelle parole era già bello che ripreso. Duro come il marmo, a tal punto che per riuscire ad appoggiarglielo nel morbido solco dovetti spingerlo un po’. Lei si avvicinò i due splendidi meloni e me lo strinse in mezzo, cominciando a fare su e giù senza sforzi. Facilitata dalla sborra che le avevo schizzato addosso pochi minuti fa e che faceva scivolare senza problemi il cazzo tra le sue bocce. Cominciai anch’io a muovermi avanti e indietro, sconvolto dal piacere fisico e dall’idea di essere in mezzo alle sue tette che mi stava facendo una spagnola da delirio. “Che belle bocce che c’hai Ale… ti piace fartele scopare eh??..”. “Siii… adoro sentire il tuo cazzo fra le tette… .spingi… ..più forte… così, che voglio leccarti un po’ la cappella..”. Non me lo feci ripetere: le diedi qualche altro colpo fra le tette e lo rinfilai nella sua bocca di fuoco. “Sii tesoro… ciucciamelo ancora… così… . hai due labbra fantastiche..”. “Mmhh… lo so … mhhh… lo so… “. Ero già pronto a schizzare di nuovo: “Ale godo… o ti fermi o ti faccio bere di nuovo… “. Si fermò: “No, se permetti adesso voglio offrirti io qualcosa da bere”. Aveva detto tutto. Mi spinse la testa verso la sua fichetta quasi glabra e cominciai a leccargli con foga le labbra, succhiargli il clitoride e baciargli l’interno delle cosce. “Mhh…infilami la lingua dentro tesoro… scopami così”. “Si Ale… ti chiavo con la lingua… te la apro tutta”. “Uhh, così… più veloce… .più veloce che vengo… “. “Vieni amore mio… spingi anche tu… spingi… dammela tutta”. “Eccola tesoro… arriva… siii… è tanta… calda… bevila tutta… ecco… prendilaaaa..”. La presi. Un mare di broda si riversò sulla mia lingua, mentre Alessia urlava a pieni polmoni tutto il suo piacere. “Oddio non ce la faccio… così mi fai morire”, sussurrò mia sorella. Il suo cuore batteva veloce, tambureggiante. Respirava affannosamente, cercando di incamerare ossigeno per riprendersi dall’orgasmo devastante. Era splendida, distesa senza forze sul letto. Inerme, con le grandi tette ancora umide e le labbra arrossate dai precedenti, approfonditi contatti ravvicinati con il mio cazzo. Gliele baciai dolcemente, e istintivamente mi chinai ancora a succhiarle i capezzoli. Prima uno, poi l’altro. Lei mi afferrò i capelli e mi incitò a ricominciare: “Ho ancora voglia, ti prego, leccamela ancora un pò”. Le infilai ancora la lingua nella fica, abbrancandole le chiappe. Lei si scaldò subito, ma quando capii che stava per sborrarmi ancora in bocca, mi scostai e le salii sopra. “Noo… che fai… non ti fermare adesso… sto quasi per godere..”. “Lo so, è per questo che sono venuto qui, vicino a te”. Mi presi in mano il cazzo, lo strinsi alla base e glielo infilai tutto nella fica, cominciando a pomparla. “Che dici Alessia, va meglio così?”. “Ohh… siiii… ti sei deciso a scoparmi… la mia fichetta non aspettava altro… “. “E’ fradicia, la tua fichetta… è calda… te la scopo Alessia… te la scopo tutta…”. “Sii… .scopamela… spingi… .così… spingi amore… cosi..”. “Ahhh… che bello Ale… ti fotto… ti sto aprendo la fica… “. La chiavavo con foga, assestandogli dei colpi violenti, mentre gli leccavo le tette. “Ti piace Alessia? Ti piace sentire il mio cazzo tra le cosce? Dimmelo, dimmelo..”. “Si… si… mi piace… ma continua così … più ondulatorio… più forte”. “Si Ale… ..spingi anche tu, che adesso ti faccio il pieno…ti allago la fica… daii”. “Così amore…. ecco… più forte… dai… ..sto per godere… .esplodooooo”. Un attimo e il mio cazzo fu inondato dalla sua sborra. Era venuta ancora, e la sua espressione era un misto tra il piacere estremo e la sofferenza latente. Comprensibile, visto che era il terzo orgasmo in poco meno di due ore. Io continuai a spingere, dandole dei colpi sempre più veloci, sempre più forti. Dovevo venire, mi facevano male i coglioni da quanto sperma avevo accumulato durante la scopata. “Non venirmi dentro, non prendo la pillola..”. Mi fermai. E tirando fuori il cazzo dalla sua fica allagata le dissi: “Dove ti posso venire, allora? Dimmelo Alessia, non la tengo più: ma pensaci bene, perché ti regalerò la sborrata più incredibile della mia vita..”. “Ah è così? Splendido. Vieni qui da me, allora”. Mi tirò a sé, facendomi appoggiare con il sedere sulle sue tette. “Adesso menatelo dai, fammi tutta la sborra in bocca”. Cominciai a masturbarmi, e la vista di Alessia che, sdraiata, aspettava di ricevere in faccia la sborra con la bocca spalancata a due centimetri dal cazzo, avvicinò di molto l’ormai prossimo orgasmo. Pochi colpi e..: “Sei troppo bella Ale… non ce la faccio più … ti faccio il bagno … eccola … apri la bocca… .prenditela tuttaaaaa”. Il primo spruzzo le inondò il viso, lei prese il cazzo in mano e lo imprigionò tra le labbra. Sentivo il sibilo dei miei schizzi che le arrivavano in gola. Era fantastico. Lei continuava a ingoiare, con fatica però. Così, resomi conto della marea di broda che le stavo scaricando in gola, lo tirai fuori e sparai i miei ultimi, deboli schizzi sulle sue labbra. Rimanemmo in silenzio, sfatti e bagnati, per qualche minuto. Mano nella mano, fumando una sigaretta a turno e persi nell’oblio della (temporanea) pace dei sensi. “Allora ? Ne valeva la pena?”. “Si Ale, è stato fantastico. Ancora non credo a quello che ho provato”. “E io che dovrei dire? Ho i brividi addosso, il cuore a tremila e la mia “povera micia” è ancora trafitta da tante piccole scosse”. Mi lasciò disteso sul letto mentre io la guardavo andare via ancheggiando verso la doccia, guardavo quel meraviglioso culo, volevo averla anche lì! ….ancora la vacanza era lunga! Nei giorni seguenti tutto trascorse regolarmente, cercai di stare più tempo con Marco! Temevo che le mie ripetute assenze destassero in lui qualche sospetto e mai avrei voluto che scoprisse che mi fottevo la sorella, figuriamoci poi se avesse scoperto che nei miei sogni proibiti c’era anche la madre! Quella meravigliosa venere che gironzolava per casa portandosi dietro quel corpo da sballo! Avrei voluto tentare un approccio, ma già essere riuscito a fottere la figlia, mi bloccava! Avevo paura della sua reazione, magri rischiavo di rovinare tutto! Così passai qualche giorno tranquillo, ogni tanto stavo in camera mia a sfogliare qualche rivista porno e mi sparavo una bella sega, un pomeriggio andai in bagno e notai dal cesto della biancheria aperto che c’erano un paio di mutandine che la mattina avevo visto addosso a Sandra, le raccolsi e me ne andai in camera: già mi vedevo odorare quel capo fragrante di odore di fica, poi utilizzarlo per farmi una sega e infine inondarlo di sborra! Presi una rivista che tenevo sotto al materasso e mi appoggiai al cuscino del letto, nudo come faccio sempre quando vado a letto. Il mio giovane cazzo cominciò ad alzare la testa, infiammandosi sempre più man mano che guardavo le foto di giovani ragazze che mostravano graziose tette e fiche rosate. Comincia pian piano a toccarmelo mentre procedevo nella visione. A un certo punto mi fermai di fronte alla foto di una ragazza veramente eccezionale: lunghi capelli biondi, del tutto nuda salvo che per i calzini e le scarpe da tennis, affascinanti occhi grigio-blu, labbra tumide rosso scuro, tette piccole ma perfette, capezzoli perfettamente proporzionati, gambe infinitamente lunghe dai polpacci sottili, e le mani, infine, tra le cosce, con le dita che mostravano il piccolo clitoride eretto. Posai la rivista aperta a quella pagina, perché avevo deciso che quella ragazza sarebbe stata la prima sulla quale avrei sborrato. La mia mano andava su e giù, mentre l’altra afferrava le mutandine di Sandra. Ero vicino all’orgasmo e portai le mutandine al naso, odorando quella fragranza di donna, proprio nel punto in cui maggiore era la sensazione. Appena sentii quell’odore, lanciai un’occhiata alla ragazza della foto, la bionda con le gambe spalancate. I miei occhi si persero sulla fica della ragazza, con le labbra spalancate; mi chiesi se si era masturbata primo dello scatto della foto, per far sì che il clitoride fosse tanto eretto. Le palle, intanto si stavano irrigidendo e una sostanza chiara cominciava a uscire dalla punta del cazzo, mentre mi masturbavo; cominciai a sentire il desiderio di finirla, quando… oh cazzo!… sentii all’improvviso i passi di Sandra che si avvicinava! Ebbi appena il tempo di tirare le coperte sulla rivista, quando entrò, portando una bracciata di biancheria pulita, fresca e profumata. “Ho visto la luce accesa e…” disse, poi fece una pausa, gli occhi puntati direttamente alla tenda formata dalla mia erezione sotto le coperte. “Ti ho interrotto, per caso?” mi chiese, sogghignando. Sapeva. “Uh, no stavo giusto per spegnere,” tentai di reagire; “sta- stavo giusto leggendo qualcosina…” balbettai arrossendo come un peperone. “E cosa leggevi?” mi interruppe, posando la biancheria nell’armadio. “Cosa stavi leggendo che ti ha eccitato tanto?” mi chiese, sorridendomi. Poi si sedette sul bordo del letto e tirò giù le coperte scoprendo la rivista. Mi vergognai come un cane, mentre la prendeva e cominciava a sfogliarla. “Be’, molto esplicita, direi,” sottolineò. “Le ragazze sono carine. Bene!” commentò, sorridendomi in maniera provocante. “Dio, sono così imbarazzato,” borbottai. “Già, penso che lo sarei anch’io,” disse lei, “ma quello che stavi facendo è perfettamente normale per un ragazzo della tua età,” proseguì dolcemente. “Tutti si masturbano qualche volta e mi dispiace di averti interrotto. Devi essere veramente eccitato.” Sembrava che stesse premendosi le cosce una contro l’altra mentre sedeva sul bordo del letto, mentre una vago rossore le accendeva le guance. Portava un top e una mini blu che le lasciavano scoperto il ventre. Potevo vedere il contorno dei capezzoli attraverso il tessuto e la leggera peluria bionda sulla pelle della pancia. Aveva ragione: fermandomi proprio quasi al culmine della mia eccitazione mi aveva sconvolto e forse per questo mi decisi a tentare un trucco, mentre la guardavo da sotto in su. “A- anche tu lo fai?” mormorai. Sorrise alla domanda, con le guance che formavano un’attraente fossetta, mentre distoglieva gli occhi da me, il rossore che saliva ai lati del collo. Il cazzo si risvegliò dall’imbarazzo causato dall’interruzione e iniziò di nuovo a crescere, sollevando la coperta. “Suppongo che lo facciano tutti e poi conosci perfettamente la mia situazione, sono sola da tanto tempo e devo soddisfare le mie esigenze” disse. Poteva certamente vedere che la mia erezione stava rialzando la coperta. “Ma guardati… sei ancora bollente e preoccupato,” mi disse dolcemente, sorridendo, gli occhi fissi sulla mia erezione. “Vuoi vedere?” le chiesi, e, prima che potesse sollevare un rifiuto, tirai via le coperte, esponendomi ai suoi occhi. Il rossore dal collo le salì alle guance. “E qui cos’abbiamo?” mormorò, ignorando me e afferrando le mutandine. Accidenti! Avevo dimenticato le mutandine, e di nuovo mi sentii arrossire. “Ti stavi masturbano nelle mie mutandine? Ti faccio questo effetto?” chiese, genuinamente sorpresa. Poi fece qualcosa che ricorderò per tutta la vita. Abbassò la mano verso il cazzo e lo toccò, stringendolo gentilmente, carezzandolo e regalandomi una sensazione fantastica. “Mi dispiace veramente tanto di averti interrotto,” si scusò di nuovo, “ma forse posso rimediare.” E cominciò un lento e dolce movimento intorno alla cappella e alla base dell’asta. “Oh, che bello,” tentai di mormorare. “L’ho fatto per altri ragazzi, prima,” sussurrò sorridendo. “Vorresti guardare la rivista, nel frattempo?” mi chiese. Ci pensai su… sarebbe stato eccitante guardare le foto delle ragazze nude mentre la mamma del mio migliore amico mi masturbava, chissà che sensazione! Assentii, l’erezione che tremava nella sua mano. “Aspetta, torno subito,” mi disse dolcemente. Qualunque cosa fosse andata a fare, non me ne importava, volevo soltanto sborrare, maledizione! La sentii andare in bagno e poi giù di sotto, poi sentii il cicalino del forno a microonde che si spegneva. Che accidenti stava facendo? Infine fu di ritorno, con una guanto di velluto in una mano e nell’altra una boccetta di olio per bambini. Si sedette vicino a me e iniziò versandomi un po’ di olio tiepido sul cazzo. Quello si era ammosciato un po’, in sua assenza, ma ridiventò subito duro appena la mano guantata sparse l’olio sul prepuzio e sul glande. Questo era troppo al di là di tutto quello che avrei potuto immaginare nelle mie fantasie. “Vuoi guardare la rivista, ora?” sussurrò. “Ho voglia di guardare te,” le dissi, mentre con la lingua mi umettavo le labbra secche e le sue dita guantate massaggiavano l cazzo, facendolo fremere dal piacere di venire masturbato. “Vuoi vedermi nuda?” mi chiese stringendomi il cazzo fra pollice e indice, “vuoi guardare il mio corpo mentre ti tiro questa sega?” Guardai quella mano che andava su e giù e vidi che dalla punta del cazzo cominciava a uscire un liquido chiaro. “Oh, sì, mi piacerebbe,” ansimai. “Mi piacerebbe proprio vederti togliere i vestiti e guardarti nuda,” ri-ansimai. “E mi piacerebbe anche vedere che TU ti masturbi!” esclamai, in un impeto di coraggio. “Aspetta, giocaci un po’ tu,” disse prendendomi la mano e appoggiandola sulla mia erezione. Poi si alzò, uni le braccia dietro la schiena e si slacciò il top: immediatamente si fecero vedere la sue tette.I capezzoli erano già eretti, in attesa di un massaggio. Se le prese tra le mani e si massaggiò i capezzoli tra pollice e indice, mentre la mia mano aumentava il ritmo. Poi infilò i pollici nell’elastico della mini e la tirò giù lentamente, senza sbottonarla. Portava mutandine azzurre e potevo vedere l’ombra scura dell’inguine. Sandra aveva veramente un bel corpo; mi sentivo pieno d’amore e di passione mentre mi sparavo una sega e la guardavo. I suoi occhi scintillavano mentre mi guardava, gli occhi fissi sulla mia mano che si muoveva sul cazzo. Poi la mano si mosse, passò sulla pancia e sul davanti delle mutandine, premendo sul sesso, sulla V formata dall’inguine. Quando la spostò, potei vedere il contorno dell’inguine dove aveva premuto le dita; infine si tolse le mutandine e mi mostrò la peluria scura della fica. Me le tese. “Ecco,” disse, “queste sono tiepide. Mostrami cosa ti piace fare con le mie mutandine quando ti masturbi”, ansimò. Non esitai. Presi le mutandine, e portai la parte che era stata a contatto della fica al naso. Erano umide dei suoi umori, odoravano di un odore dolciastro e il cazzo tremò nella mano mentre aspiravo la fresca fragranza della fica di Sandra; lei mi osservava e sorrideva. Poi aprì le gambe e, ponendosi a lato del mio letto, vi piazzò un ginocchio sopra, le dita spalancarono le labbra della fica mentre seguiva i miei occhi che si fissavano sulla rosea apertura. “E’ questo che vuoi vedere?” mi chiese, mentre separava i lati della fica, mostrandomi il clitoride. “E’ a questo che ti piace pensare mentre ti strofini il cazzo e sborri?” mi torturò ancora, un dito oleoso che si avvicinava al clitoride, poi entrava per lubrificarsi, poi di nuovo verso il clitoride che cominciava a ergersi. “Vuoi vedermi masturbarmi mentre tu fai altrettanto? Ti fa piacere strofinartelo e farti uscire tutta la sborra? Dai, piccolo, fammi vedere quanta sborra ti esce!” “Oh…” mormorai, con la mano che aumentava il ritmo. “Sto per venire… guardandoti… accarezzati il grilletto…” Proprio mentre sentivo di stare per venire, si chinò verso di me, mi afferrò il cazzo con la mano guantata e la mosse su e giù. Continuava a guardarmi e ad accarezzarsi il clitoride. Gente, che sborrata! Sentivo lo sperma salire lungo l’asta e infine rilasciai una quantità enorme di liquido cremoso. Mi ero sempre chiesto se fosse l’orgasmo a provocare la fuoriuscita di sperma o se fosse questa a causare quello; ebbene, ebbi la risposta, nel senso che immediatamente dopo il primo ebbi un secondo orgasmo squassante senza che uscisse una sola goccia di sborra. Un orgasmo GIGANTESCO. La madre di tutte le seghe! Sandra rapidamente mi diede un’altra scrollata al cazzo finché ne venne fuori un’altra quantità enorme di sborra, tutta sul mio stomaco. “Oh, sì, vieni per me!” sussurrò , la faccia contratta per la concentrazione che metteva nel portare se stessa al piacere, il dito medio che strofinava rapidamente il grilletto, portandosi all’orgasmo mentre vedeva me venire. “Ah… Gasp!” singhiozzò, mentre cominciava il suo orgasmo, gli occhi chiusi, la testa all’indietro, continuava ugualmente a carezzarsi, i fianchi scossi fino al culmine del piacere. Ambedue continuammo a carezzarci per un po’ dopo l’orgasmo, finché fummo del tutto soddisfatti e rilassati, respirando profondamente per recuperare energie. Poi si chinò su di me, sorridendo, gli occhi scuri che scintillavano di soddisfazione. I lunghi capelli mi fecero il solletico sul viso, mi baciò dolcemente e se ne andò, lasciando dietro di sé un profumo di sesso e ambedue le mutandine, però mi promise che la prossima volta non ci saremmo limitati alla masturbazione, sarebbe stata mia! Alla prima occasione mi avrebbe dato tutto il suo corpo! Il giorno dopo eravamo al mare e come al solito non eravamo soli ma lo stare sdraiati vicino al suo asciugamano mi avevano messo addosso un notevole stato di eccitazione ed iniziai ad accarezzarla facendo attenzione a non farmi vedere. Sandra mi fermò perché un po’ era imbarazzata dalla presenza dei figli ed io a malincuore l’ascoltai … Allora pensai bene che un tuffo nell’acqua fresca sarebbe servito, perlomeno a nascondere l’incipiente erezione che si notava nei miei boxer. Chiesi a Sandra se volesse seguirmi e lei accettò … La presi per mano e giunti su uno scoglio al limite dell’acqua giocando la spinsi in acqua, lei sembrò prendersela un po’ ma subito dopo si allontanò dalla riva con qualche bracciata. Vederla in acqua era uno splendore, i suoi lunghi capelli raccolti a coda dietro la nuca mi fecero venire in mente certi momenti trascorsi la notte precedente mentre la facevo mia prendendola alla pecorina e mi aggrappavo ai suoi capelli. Fu allora che mi venne in mente una strana idea ….. Presi il materassino gonfiabile e lo gettai in acqua, subito dopo mi tuffai anche io. Raggiunta Sandra la invitai a salire sul materassino mentre io mi appoggia sul bordo inferiore iniziai coi piedi a fare da “motore” … Era presto ed in quel momento non c’era molta gente in giro. Sandra era rilassata sul materassino ed io con la scusa di appoggiarmi meglio le feci allargare leggermente le gambe e la cosa contribuì ad eccitarmi ancora di più. Ad un certo punto senza che lei se ne accorgesse le chiesi di tenermi una cosa e lei solo dopo averli avuti in mano riconobbe i miei boxer !!! Mi guardò perplessa ed io per non lasciarle dubbi mi staccai dal materassino e le nuotai accanto per farle vedere che ero nudo e soprattutto eccitato !!! A quel punto invitai anche lei a fare altrettanto visto che eravamo abbastanza lontani dalla riva e nessuno ci avrebbe visto, lei tentò di resistere ma dopo un po’ di mie insistenze accettò e si tolse il costume …. I capezzoli eretti che spiccavano sul non enorme ma perfetto nelle forme mi fecero capire che anche lei era eccitata per la situazione. Per evitare di perdere i costumi li legammo ad una cordicella fissata al materassino ed iniziammo a giocare un po’ nell’acqua. E giocando i nostri corpi a contatto con l’acqua fresca erano in grado di apprezzare maggiormente il calore dell’altro e l’eccitazione aumentava. Nel frattempo il materassino si era allontanato di una ventina di metri ed allora proposi una gara a chi lo raggiungeva prima. Diedi a Sandra qualche metro di vantaggio ma lo stesso arrivai prima di lei e mi sedetti sul materassino. Lei ansimante, si appigliò al bordo del materassino e mi guardò: “Ho vinto io” dissi “Vinci sempre tu” rispose lei con aria allusiva, guardandomi tra le gambe, nonostante il contatto con l’acqua fredda, il pene restava in tiro e, allungò una mano per sfiorarlo con una carezza. Nel frattempo il materassino trasportato dalla corrente si era riavvicinato a riva e sicuramente qualcuno avrebbe potuto capire cosa accadeva ma questo pensiero in quel momento non ci sfiorò neanche. Sandra che prima sfiorava e poi accarezzava afferrò il mio cazzo ed iniziò a muoverlo ritmicamente. Poi incurante del resto del mondo si avvicinò ed iniziò a succhiarmelo con foga. Il mio cervello in quel momento non era in grado di pensare a nulla, ero pervaso da uno stato di goduria inimmaginabile e sentivo di essere vicino all’orgasmo. Sandra intanto continuava a leccarmi tutto, dal glande ai coglioni senza perdere neanche un centimetro dell’asta, poi dopo averlo leccato lo prendeva tutto in bocca al punto di sentire la mia cappella sulle sue tonsille. Per mia fortuna capì che ero quasi al punto di non ritorno e smise di leccarmelo e mi lanciò uno sguardo che non lasciava dubbi. Io scivolai giù dal materassino e mi immersi nell’acqua. Sandra stava con le mani aggrappate al materassino, il corpo dondolante nell’acqua che le arrivava alle spalle. Vedevo galleggiare le sue gambe sostenute dal peso dell’acqua salata, muovendo appena i piedi. La sensazione era bellissima. La vedevo leggera e bella come una sirena. L’acqua era trasparente ed standole alle spalle le potevo guardare il culo bianco e sodo, esposto al mio sguardo e al mio uccello. “Stai ferma così” le ordinai eccitatissimo. Le passai una mano intorno alla vita, mentre lei apriva le gambe per accogliermi. Purtroppo la posizione non comodissima e la mancanza di equilibrio mi crearono molte difficoltà e non riuscii a penetrarla completamente ma la cosa non poteva soddisfare ne me ne lei. Allora le appoggiai il membro solido ed eretto esattamente sopra il buco del culo. L’acqua facilitò il passaggio attraverso lo stretto orifizio. Con la mano libera mi era aggrappato anche io al materassino. Appoggiai le mie labbra al suo collo ed iniziai a succhiare vogliosamente, mentre con leggeri colpi di reni introducevo il cazzo nello stretto passaggio. Sandra vibrò tutta di eccitazione. Nella posizione che avevamo assunto era immobilizzata, riusciva solo a protendere il culo per prenderne di più, sempre di più. Ansimava e godeva a ondate successive, mentre i miei colpi ritmici sembravano che le spaccassero il culo. Intanto, come per aiutarla a godere sempre di più, spostai la mano e le infilai due dita nella fica, aumentandole ancora di più il godimento. La sentivo tutta aperta, tutta esposta, tutta mia e mi pareva di impazzire dal piacere. Sentii il mio l’uccello tendersi ancora di più e un fiotto di sperma bollente riempirla tutta. Fortunatamente in quel momento anche Sandra con un urlò strozzato forzatamente in gola mi fece capire di essere venuta. Appagato e soddisfatto, mi lasciai galleggiare, disteso appoggiato al materassino. Sandra fece altrettanto. Uscimmo dall’acqua e ci sdraiammo a prendere il sole! Era stato fantastico, in meno di due settimane mi ero scopato due donne meravigliose, ora mi venne in mente una nuova idea, scoparmele contemporaneamente! Avere insieme mamma e figlia nello stesso letto! …….avevo quindici giorni di tempo per riuscire nella mia impresa! …..ma mentre ero lì sdraiato a prendere il sole e a coccolare i miei pensieri erotici mi accorsi che forse finora mi era sfuggito qualcosa!
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