PREMESSAOggi sono un uomo adulto, padre di famiglia felicemente sposato. Diciamo che sono una persona piuttosto tranquilla, almeno pubblicamente. Il mio pallino, sin da quando ero adolescente, è sempre stato il sesso senza mai disdegnare nulla. Ho avuto rapporti sia con donne che con uomini, gradendo quasi tutte le pratiche immaginabili. A 15 anni, insieme al mio migliore amico, ho scoperto finanche il pissing ed il fisting. Mi eccitava da morire spiare mia madre e spesso e volentieri giravo nudo per casa per farle vedere il mio arnese in tiro. Ho persino praticato la zoofilia. Tutto questo solo per lasciarvi intendere che tipo sono. Capitolo IAvevo 19 anni e mi ritrovavo ufficialmente fidanzato con l’attuale mia moglie. La cosa non mi dispiaceva affatto: ero veramente innamorato della mia Maria e non essendo mai andato d’accordo con i miei, desideravo farmi una vita mia al più presto. Eravamo stati clandestini quasi un anno, ma le ristrettezze di orario che i genitori le imponevano ci convinsero ad ufficializzare la cosa. A dire il vero gli orari non cambiarono di molto, ma in pratica stavo più a casa dei miei suoceri che dai miei.Specie mia suocera mi prese a ben volere e mi trattava veramente come uno di famiglia. Anche mia cognata, all’epoca 24enne, mi considerava come un vero fratello. Ero talmente entrato a far parte di quella famiglia che avevo addirittura un cassetto con la mia roba e non c’era luogo dove si recavano che io non stessi con loro. Chiaramente tutto ciò procurava a me e Maria parecchi momenti d’intimità, anche perché i miei suoceri avevano un negozio e praticamente durante la giornata a casa non c’erano mai. A limite la presenza di mia cognata avrebbe potuto darci fastidio, ma essendo una ragazza molto intelligente e aperta faceva sempre in modo di non essere invadente e di mostrarsi indifferente alle nostre effusioni. A volte sembrava addirittura che per lei era come se non ci fossimo affatto e io e Maria ne approfittavamo per fare l’amore. Un’estate mia suocera m’invitò a trascorrere la villeggiatura insieme a loro ed io fui ben felice di accettare. Trascorremmo il mese di agosto in una località vicino Sorrento e… forse complice il luogo di villeggiatura dove praticamente si vive in costume o forse il caldo che ci faceva stare il più spogliati possibile, entrammo tutti in un rapporto di confidenza proprio come se fossi sempre appartenuto a quella famiglia. A dire il vero l’unico a non essere partecipe a tutto ciò era mio suocero, non solo per il suo carattere di uomo un po’ all’antica ma anche per il fatto che lui non andava mai al mare preferendo rimanere a Napoli per badare al negozio che rimaneva chiuso ogni anno solo una decina di giorni a settembre quando ne approfittavano per farsi un viaggetto tutti insieme. Trascorse un anno tranquillo. I miei suoceri ci lasciavano tranquilli ed io di conseguenza mi attaccai moltissimo a quella famiglia.Fu il compleanno di mia cognata ed io per farle cosa gradita le regalai un completino molto sexy di slip e reggiseno e lei ne fu felice. Ma dopo qualche giorno accadde un episodio che mi cambiò ed è proprio da allora che comincia la vera storia:Avevo trascorso la mattina nel negozio dei miei suoceri dove cercavo di rendermi utile in ogni modo e devo dire che questo mio modo di fare accresceva il loro affetto e la loro fiducia verso di me. Come al solito pranzai da loro. Dopo mangiato i miei suoceri andarono a fare la loro abituale pennichella e anch’io non disdegnai. Puntualmente alle quattro mio suocero ridiscese per l’apertura pomeridiana, mentre mia suocera rimase a casa come sua abitudine per le solite faccende. Ero steso sul divano solo con gli slip e ciò in presenza di mio suocero mi era consentito solo perché Maria stava in un’altra stanza. Di conseguenza quando sentii la porta di casa chiudersi fui libero di alzarmi. Entrai in cucina. Mia suocera stava lavando i piatti e nel vedermi entrare mi disse:- Siediti pure, ora ti preparo il caffè. – Maria dorme ancora?- Veramente è scesa dopo poco che eravamo andati a letto. Le aveva telefonato Anna…- È vero, ho sentito il telefono squillare.- Anna la voleva a casa. Deve aver fatto come al solito storie con i suoi. – Poteva almeno avvisarmi…- Non fare lo scemo, credeva che stessi dormendo, e poi tu Anna non la sopporti proprio.- È vero, hai ragione, ma conoscendo sia Maria che Anna passeranno dell ore prima che torni- Potresti approfittarne per darmi una mano per quei lavoretti.Era infatti da un mesetto che mia suocera voleva spostare dei mobili ma in tutta onestà fino ad allora ero riuscito a scansarmi quella faticata, ma quel pomeriggio non avrei avuto altro da fare ed allora acconsentii.- mi vado a vestire così dopo il caffè cominciamo subito- non dire sciocchezze, vuoi spoccarti tutto? è meglio che rimani cos’. Farò lo stesso anche io.Mi resi conto che mia suocera indossava, del resto come al solito, solo gli slip e da sopra aveva una canottiera da uomo enorme che le arrivava un poco più sopra di metà coscia. All’epoca lei aveva poco più di quarant’anni. Era piuttosto bassina ma tutto sommato era ancora piacente. Ma certamente con quell’abbigliamento sciatto non avrebbe risvegliato i sensi di nessuno.Mentre in mente mia facevo queste considerazioni entrò in cucina Roberta con addosso solo slip e reggiseno:- C’è un pochino di caffè anche per me?- Potresti provare a vestirti qualche volta?- Ma mamma lo sai che quando ho le mestruazioni rischio di sporcare tutto.- Sei proprio una stupida – disse sorridendo mia suocera – non sono argomenti che si trattano alla presenza di un uomo- Dai mamma non essere antiquata. Poi Mario è di famiglia. Lo sai che mi ha regalato anche un completo di reggiseno e slip?- Non lo sapevo, ma di sicuro l’idea è stata di Maria. Di solito gli uomini non sono adatti a fare certe cose.- Invece sbagli. Maria non lo sapeva neanche. Ha fatto tutto lui.- Allora mi complimento con lui – disse porgendomi la tazzina del caffè- Ti dirò che è anche molto osè.- Questa poi. – disse sorridendo sempre di più – e che sarà mai?In effetti quel completino non era proprio da monaca. Pensai che forse mia suocera avrebbe potuto non apprezzare, ma ormai era fatto. Del resto nel mio gesto non c’era stato nulla di malizioso.- Allora, me lo dai si o no il caffè?- E va bene – disse con rassegnazione – tanto con te…- A proposito – disse sorseggiando – sai Mario che non l’ho ancora neanche provato?- Allora vuol dire che non lo hai apprezzato – dissi scherzando- Non dire sciocchezze. È che avevo paura di sporcare gli slip: fino a stamani avevo ancora un pochino di sangue che mi usciva dalla…- Ma la vuoi smettere di parlare di certe cose? – la interruppe mia suocera – lo sai che oltre ad essere cose di donne a Mario potrebbe anche dare fastidio?- Si va bè… – Sei proprio una sfacciata. Non so proprio come fare con te.Io nel frattempo ero divertito da quell’insolito battibecco, anche perché mia suocera non sembrava affatto convinta delle sue stesse parole.- Ora me lo provo e così mi dite come mi stà.Il caffè stava per andarmi di traverso: quel completo era veramente minuscolo e trasparente e lei lo voleva provare davanti a me e per di più alla presenza della madre. – Ma forse non è il caso – dissi avvertendo il rossore del mio stesso viso.- Ma dai, che fai, ti vergogni? Che dici mamma, posso?- Va bene, ma fai presto che abbiamo da fare.Iniziai ad avere paura. Come avrebbe reagito mia suocera? Quel completino era eccessivamente osè? Come spiegare a mia suocera che con quel regalo volevo solo prenderla in giro?- Questa figlia mia, è proprio un ciclone. Speriamo solo che si sbrighi, altrimenti non finiremo neanche per Natale.- Già, speriamo solo che…- Cosa?- Volevo dire che il regalo era quasi uno scherzo. Un modo per dirle che…- Un modo per dirle che se vestisse meno da marines sarebbe meglio?- Proprio così – dissi risollevato dal fatto che avesse capito il mio intento.In effetti mia cognata vestiva sempre come un maschio, con pantaloni larghi e maglie di due misure in più del necessario.- Come mi stà? – disse Roberta comparendo all’improvviso dalla porta.Era praticamente nuda: il completino era di velo bianco completamente trasparente. Dal reggiseno risaltavano le tette che solo allora notai essere enormi, con i due capezzoli dritti grossi come due piccole nocciole; dal minuscolo triangolino degli slip invece si potevano tranquillamente contare i peli del pube. La saliva mi si era bloccata alla gola e sentivo il viso bruciarmi. – Accidenti, – disse mia suocera rivolta a me in tono sarcastico – è veramente qualcosa di speciale. – In effetti forse ho esagerato… – riuscii a dire con la voce che quasi tremava- Allora, come mi stà?Roberta era lì in attesa di un commento, ma la sua voce tradiva il fatto che non tanto le interessava un giudizio su come le stesse il tutto, ma si aspettava un commento sul suo corpo che decisamente appariva giunonico- Girati , fammi vedere.Roberta si girò su se stessa. La parte di dietro degli slip era praticamente inesistente e quel poco di stoffa che c’era con la sua trasparenza metteva in risalto la linea di divisione dei glutei.- Bè, diciamo che anche se te lo togli non cambia gran ché. – disse mia suocera.- Vuoi dire che non posso metterlo? – disse Roberta risentita.- Non dico questo, ma per lo meno cerca di non farlo mai vedere a tuo padre. Lo sai come è fatto.- Grazie mamma – disse Roberta saltandole al collo per abbracciarla- Veramente devi ringraziare Mario. È lui che lo ha comprato.Non lo avesse mai detto. Roberta mi saltò addosso e mi spiaccicò un bacio quasi sulle labbra. Mi strinse talmente che avvertii nettamente il calore della sua pelle sulla mia.- Vai piano tu. Non credo che tua sorella sarebbe proprio contenta di vedervi così abbracciati e quasi nudi. – Ma dai mamma, cosa c’è di male? – Non c’è nulla di male, ma credo che sia il caso che tu ti vesta.- Uffa! Se voi rimanete svestiti lo faccio anch’io. – e si allontanò con fare rabbuiato- Devi scusarla, ma ti renderai conto che …- Non le devo scusarle proprio nulla, anzi forse ho esagerato io con quel completino.- Non dire idiozie. Invece le sta proprio bene. Certo non è proprio quello che si dice castigato, ma almeno lei se lo può permettere. Pensa invece se lo mettessi io – disse ridendo e indicando le sue rotondità un pochino più accennate del dovuto.Già, pensai, chissà come le starebbe? In un attimo tentai di immaginare mia suocera con addosso un completino come quello. La immaginai così come Roberta: sfacciatamente di fronte a me a mostrare il suo corpo. Mi resi conto che ero eccitato. Il mio pene stava iniziando a prendere corpo e non mi restava altro da fare che cambiare argomento per evitare di fare una triste figura.- Che ne dici di iniziare a fare qualcosa? – dissi per stroncare il discorso Mia suocera rise di gusto:Non mi dire che sei imbarazzato? Ricordati che ho più di quarant’anni e sono tua suocera. Non aggiunsi altro.Dopo che mia suocera ebbe terminato in cucina ci apprestammo a fare il programma di ciò che dovevamo fare. Il piano di mia suocera non mi convinceva affatto in quanto mi costringeva a spostare diversi mobili, ma mi sentivo così strano che non dissi nulla. Dopo lo spostamento del primo mobile ero già tutto sudato e mi ritrovai a maledire la mania della pulizia che aveva mia suocera. Mi resi conto che mi stava dicendo qualcosa:- Allora? Che fai, dormi? Mi vuoi rispondere?- Come…? Si… Hai ragione scusami…- Non capisco, oggi sei particolarmente distratto. Se vuoi continuiamo domani.L’idea mi allettava, ma il pensiero di rimanere un altro pomeriggio chiuso in casa….- No, non ti preoccupare. Ero solo un pochino soprapensiero. Continuiamo pure.- Allora ascolta, io salgo sulla scala e dopo che ti ho passato quei pacchi tu mi passi lo strofinaccio bagnato. – Va bene, non c’è problema- Mi raccomando, reggi bene la scala. Non farmi cadere.- Non ti preoccupare.Mia suocera salì e iniziò a rovistare. Mentre lei guardava nelle scatole, iniziai a pensare all’accaduto di poco prima. L’immagine di Roberta praticamente nuda davanti ai miei occhi e con la tacita approvazione della madre mi procurava uno strano senso di abbandono. Ma di nuovo la voce di mia suocera mi risvegliò:- Allora che fai? La prendi si o no questa scatola?- Si… eccomi. – dissi cercando di simulare un’attenzione che non avevoAlzai la testa e quasi mi ritrovai una scatola sul muso che mia suocera aveva lasciato cadere- Accidenti, scusami. Mi è scappata di mano. Ti sei fatto male?- No, l’ho presa a tempo. – dissi alzando lo sguardo verso di leiLo spettacolo che mi si presentò mi procurò un blocco del respiro: da lì sotto potevo guardare liberamente le grazie di mia suocera. Aveva un piede su di uno scalino e l’altro su quello più sopra e ciò la costringeva a tenere leggermente divaricate le cosce. La canottiera di mio suocero che lei indossava era si grande, ma come ho detto prima le arrivava più su di metà coscia e di conseguenza in quella posizione lasciava tutto scoperto. Aveva gli slip che, forse per il movimento, le si erano infilati tra le chiappe lasciandole completamente scoperto il culo. Inoltre le si potevano contare i peli della fica che le uscivano di fuori. Deglutii a fatica e istintivamente voltai lo sguardo altrove.Mia suocera mi passò altre tre scatole ma io evitai di guardare, ma quando le dovetti passare lo straccio non ne potei fare a meno e di nuovo quello spettacolo si presentò ai miei occhi. Questa volta non mi voltai, anzi mi misi a guardare attentamente. Immediatamente ebbi una notevole erezione. A quel punto ero in un imbarazzo totale in quanto i miei slip essendo minuscoli ed elasticizzati non riuscivano a nascondere un bel niente, anzi la cappella faceva capolino. Non sapevo come fare né tanto meno potevo allontanarmi con il rischio di farla cadere. Ma mentre cercavo in tutti i modi di distrarmi contemporaneamente non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle gambe di mia suocera e l’eccitazione cresceva sempre più. Poi accadde l’inevitabile: quando ebbe finito scese dalla scala e teneva ancora un piede su di uno scalino quando si rese conto del mio stato. Rimase bloccata per alcuni secondi e la sua posizione non migliorava affatto la situazione in quanto le lasciava completamente scoperta fino alle mutande la coscia destra. Tentai di coprirmi con le mani, ma ormai era troppo tardi. Mia suocera mi lanciò uno sguardo ricco di disprezzo. Mi guardava proprio come si guarda il più immondo dei vermi. In effetti mi sentivo proprio tale.- E’ meglio smetterla – disse con un tono minacciosoNon ebbi il coraggio neanche di chiederle scusa. Lei andò nella sua camera e a me non rimase altro da fare che rimettere a posto il mobile. Mille pensieri mi affollavano la mente. Cosa sarebbe successo? Lo avrebbe detto al marito? Lo avrebbe detto a Maria? Forse no, ma certamente non sarebbe finita lì.Cosa mi aspettava? Una volta spostato il mobile decisi di andare a farmi una doccia. Entrai nell’antibagno e mi resi conto che ero stato preceduto. Sentivo il rumore dell’acqua che scorreva ma mi sembrava che sotto il getto non ci fosse nessuno. Non so cosa mi prese, ma istintivamente mi abbassai ponendo l’occhio al buco della serratura. Rimasi sconvolto dallo spettacolo che mi si presentò: mia cognata era seduta sul bidet che era proprio di fronte alla porta e a cosce spalancate si stava freneticamente masturbando strofinandosi il clitoride con un fallo di gomma. Era troppo. Mi presi l’uccello ed iniziai a masturbarmi senza distogliere lo sguardo. Roberta era presa dalla goduria e mentre si masturbava, si teneva la bocca tappata con una mano per non farsi sentire. Cosa che purtroppo non riuscì a me. Infatti maldestramente urtai la porta facendo spaventare Roberta per il rumore.- Chi è? – chiese con la voce strozzataNon risposi- Chi diavolo c’è dietro la porta? – ribadì questa volta con aria minacciosaNon mi rimase altro che rispondere:- Sono io, Mario- E che diavolo ci fai dietro la porta del bagno? – disse mentre dal rumore sicuramente stava nascondendo il fallo finto- Niente, volevo farmi una docciaAprì la porta e di nuovo mi comparve davanti con il completino che le avevo regalato.- Sei proprio sicuro che volevi solo farti la doccia? – disse con aria sorniona- Cosa vuoi che facessi? – risposi con poca convinzione- Non è che mi spiavi dal buco della serratura?- Ma cosa dici? Per chi mi hai preso.- Sai, mi era sembrato che… Forse è meglio che vada da mamma, mi sembra un pochino incazzata – disse con sarcasmo mentre se ne uscivaLa trattenni per un braccio- Cosa vuoi dire?- Cosa fai? Mi vuoi violentare?- Ma che cazzo dici? Che vai blaterando? – la lasciai- Non lo sai cosa voglio dire? Non lo sai perché mamma è incazzata?Rimasi a bocca aperta.- Sai, ti ho visto perfettamente mentre le guardavi il culo. E non dire che non è vero perché dalle dimensioni del tuo uccello era chiaro che lo spettacolo era di tuo gusto.- Ma…- Ma, ma, ma… sembri un mammalucco. Non ti preoccupare che non me ne frega un accidente. Puoi fare quello che vuoi. Puoi scoparti mia sorella, farti le seghe spiando mia madre o fartelo mettere nel culo da mio padre. Fai quello che più ti piace, ma non rompermi le palle. Hai capito? Io non rompo le palle a te e tu non le rompi a me.Il suo tono era diventato quasi minaccioso ma riuscii a cogliere nella sua voce un tentativo di complicità.- Dimmi cosa vuoi.- Vedo che hai capito al volo. Ti facevo meno intelligente.- Taglia corto.- Facciamo un accordo…Un rumore di passi la interruppe.- Ne parliamo più tardi – disse andandosene Sentii chiaramente mia suocera che rivolta alla figlia:Credo che sia meglio che tu non vada in giro per casa combinata in quel modo- Ma in che modo dici mamma?- Dico che sei praticamente nuda.- E allora?- Allora, allora… ma ti rendi conto che in casa c’è il fidanzato di tua sorella?- Mamma, ma non credi di esagerare. Mario è per me come un fratello.- Sarà anche come un fratello, ma… ma fai un po’ come vuoi. – Certo che farò come voglio. Se voglio cammino anche nuda.La discussione rischiava di diventare una lite, ma per fortuna mia suocera lasciò perdere:- Ma vai a quel paese…- Grazie tanto mamma, quando troverò qualcuno che mi ci accompagni ci andrò volentieriSentii una porta sbattere e mia suocera che bofonchiava qualcosa. Mi buttai di corsa sotto la doccia.Mentre l’acqua mi scorreva addosso mille pensieri mi affollavano la mente. Nel giro neanche di mezz’ora erano accadute delle cose alle quali apparentemente non era possibile dare delle spiegazioni. Cosa pensava ora mia suocera di me? Mi credeva un malato del sesso? Che ripercussioni avrebbe creato quel dannato episodio? E poi, mia cognata… che cazzo di accordo voleva fare con me? Non era affatto innocente come sembrava. D’un tratto mi ricordai del fallo di gomma. Di sicuro doveva stare nel mobile del bagno. Allora senza chiudere l’acqua uscii dalla doccia e infilai l’accappatoio dirigendomi verso il mobiletto. Aprii il primo cassetto ma c’era solo una marea di roba mista come spazzole, bigodini, trucchi e attrezzi vari. Il secondo conteneva asciugamani vari. Il terzo… il terzo invece conteneva alcune scatole. Ne aprii una: delle calze a rete, un reggicalze e uno strano paio di slip da donna aperto avanti. Richiusi con cura la scatola e ne aprii un’altra dove trovai l’arnese che usava prima Roberta. Accidenti, era bello grosso. Rimisi quell’inquietante oggetto nella sua scatola e feci per richiudere il cassetto quando mi resi conto che ce ne era ancora un’altra. L’aprii: un tubo di vasellina, uno speculo vaginale, alcuni guanti di lattice e uno strano sacchetto di stoffa. Dalla forma che aveva assunto quel sacchetto mi sembrò di capire cosa contenesse. Lo aprii quasi con ansia. Era proprio ciò che pensavo: un fallo di gomma a doppia cappella. Di quello per intenderci che usano le lesbiche per penetrarsi contemporaneamente. Rimasi per un attimo interdetto. Gli utilizzatori di quella roba erano due. E già, a meno che chi lo usava non se lo infilava, piegandolo, sia nella fica che nel culo, dovevano essere almeno in due. Ma chi erano? Mia suocera e Roberta? Cazzo, no, non poteva essere. Ma allora rimaneva da pensare a Maria con la madre?Porca miseria, era mai possibile che la mia Maria avesse dei rapporti lesbici e per di più con sua madre. No, non poteva essere. Di sicuro allora mia suocera si divertiva con qualcun altro o con qualcun’altra. La sola idea che mia suocera potesse avere una amante, sia esso uomo o donna, mi fece un certo effetto. Doveva essere proprio così. Anzi, come avevo notato doveva avere un’amichetta visto il tipo di oggetto nascosto. Rimisi tutto a posto quasi contento di aver trovato la soluzione. Chiusi l’acqua e presi ad asciugarmi i capelli. Mi stavo specchiando quando riflettei ancora una volta sul fatto che quegli oggetti non erano poi così ben nascosti. Per mio suocero erano come in cassaforte in quanto da bravo maschilista non avrebbe mai preso lui un asciugamani pulito ma lo avrebbe preteso dalle sue schiave e dei bigodini e trucchi vari certamente non ne aveva bisogno. Quindi, nei suoi confronti, quel nascondiglio era sicuro in quanto non avrebbe mai aperto quei cassetti. Chi altro escludere? Cazzo: nessun’altro. E già, proprio nessun altro, in quanto le tre donne di casa proprio perché tali accedevano sicuramente a quel mobiletto. Ma allora era tutto chiaro: se la spassavano tutte e tre. Provavo una sensazione nuova: ero contemporaneamente incazzato e geloso del fatto che Maria si potesse divertire senza di me ma allo stesso tempo ero incuriosito ed eccitato dal tutto. No, in quel modo non sarei venuto al capo di nulla. Il ragionamento non mi avrebbe di certo aiutato se non suffragato da prove. Ma come trovarle? Decisi allora di darmi una calmata ripromettendomi di rifletterci una volta a casa mia nella mia stanza. Mi rivesti e quando uscii dal bagno trovai mia suocera seduta sul divano con lo sguardo assente. Il fatto che indossasse una vestaglia era certamente giustificato dall’episodio di prima, ma comunque le dava un aspetto strano in quanto l’avevo vista in casa sempre e solo con una canottierona del marito. La salutai ma lei senza degnarsi nemmeno di guardarmi:- Vedi che Roberta ti vuole chiedere qualcosa. – Grazie, ci vado subito.Avevo dimenticato che Roberta mi aveva proposto un accordo e sicuramente ora voleva parlarne.Entrai nella sua camera e la trovai sulla poltrona con le gambe sui braccioli intenta a masturbarsi.- Entra pure, caro cognato- Ma sei pazza, se entra tua madre succede il finimondo- Stai calmo – Allora smettila e dimmi cosa vuoi da me- Vengo subito al punto: dunque io so alcune cose di te e tu sai alcune cose di me.- E allora?- Lasciami parlare- Vai avanti- Io non ho alcuna intenzione di spifferare ciò che quasi tutti i giorni vedo- E cosa vedi?- Non fare lo stronzo, vedo benissimo che chiavate come ricci tu e mia sorella- Allora ci spii?- Certamente che vi spio e ti posso dire anche quali sono i tuoi e i suoi gusti- Come sarebbe?- So, per esempio, che a Maria piace da morire baciarti dopo che le hai sborrato in bocca e a te non dispiace affatto. Del resto anch’io dico che la sborra ha un buon sapore- Allora l’hai assaggiata?- E a te cosa te ne frega, mica ti ho detto che voglio farti un pompino. Non ne ho proprio l’intenzione- Stai tranquilla, preferisco le donne mature- Già, mature come tua suocera- Non fare la cretina e dimmi cosa vuoi- Voglio partecipare alle vostre performance .- Tu sei pazza…E in cambio?- In cambio avrai il mio silenzio sul fatto che hai sbirciato il culo di mia madre arrapandoti come un mulo e se sarai buono…- Se sarò buono?- Se sarai buono farò in modo da renderti le cose più semplici. Ad esempio potrei convincere i miei ad uscire per farti rimanere solo con mia sorella. Oppure potrei fare in modo che tu possa spiare mia madre. Potrei anche regalarti il culo…- Ma Maria non accetterebbe mai di farlo con un altro figurati con la sorella.- E tu convincila.- Ma Maria non va mai oltre…- E allora secondo te a cosa servono gli attrezzi che hai visto nel mobile del bagno?- A cosa?- Non lo hai ancora capito? servono a mia madre e a Maria- Non è possibile. Come fai a dirlo?- Lo dico perché l’ho visto. E ti dirò, lo fanno anche molto spesso.- E tu?- Io no, anzi, loro credono che io non sappia neanche dell’esistenza dei loro giocattoli.- Ma allora perché non si preoccupano di nascondere meglio il tutto.- Generalmente quel cassetto è chiuso a chiave.- Ma se l’ho trovato aperto.- Brutto stronzo, se tu non mi avessi spiata mi avresti prima di tutto dato il tempo di godere e poi avrei rimesso tutto a posto chiudendo il cassetto con la copia della chiave.- Allora… ascolta, ti faccio io una proposta- Quale?- Ascoltami bene. Devi trovare il modo di farmi assistere quando tua madre e Maria si danno da fare.- Ed io cosa ne ottengo?- Mi impegno a trovare il modo di farti partecipare quando io e Maria chiaviamo. Allora siamo d’accordo?- D’accordo.- A proposito, hai proprio ragione: tua madre mi piace da impazzire e la chiaverei subito.Roberta rise di gusto. La salutai ed uscii.Decisi di tornarmene a casa a piedi. Mi avrebbe aiutato a riflettere. Certo che la mia cognatina era proprio una porca e se non mi aveva raccontato delle palle mia suocera e Maria erano peggio di Moana Pozzi e Selen insieme. Ma la cosa non mi dispiaceva. Infatti tutta la mia perversione, che con il fidanzamento sembrava essere scomparsa tornava a fare di me il più porco degli uomini. Sentivo la mia eccitazione crescere all’inverosimile: avevo già visto due donne lesbicare, ma un incesto non mi era mai capitato. Ero arrapatissimo.
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