A volte succede nella vita di commettere degli errori, ma quando agli errori vi si porta rimedio la natura sembra volerci dimostrare che tutto accade per un motivo ben preciso. Dunque, mi chiamo L. sono un ragazzo di 21 anni che, un pò per voglia, un pò per bisogno , dopo aver lasciato la scuola a 17 anni, poi a 19 ci sono ritornato seguendo il corso serale in una scuola della mia città, proprio li si svolge questa storia che sembra quasi falsa da quanto è incredibile ma vi assicuro è assolutamente vera. Quell’anno c’era una professoressa nuova che insegnava diritto, era giovane, aveva 35 anni, bella, due gambe sode e tornite che metteva in mostra con minigonne veramente eccitanti nella loro sobrietà, un culo da favola, un corpo davvero splendido, due seni grandi ma ben proporzionati e un viso acqua e sapone che la rendevano davvero irresistibile, se poi contiamo che aveva i capelli rossicci possiamo affermare che era davvero una donna bellissima. Io ero un ragazzo di 19 anni, abbastanza ben fatto: alto 1.85, capelli biondi, occhi azzurro/verde, poi un fisico ben fatto dopo lunge sedute in palestra e dopo due anni a lavorare in una segheria. Una sera ero arrivato un pò prima, come accadeva spesso, poichè dovevo andare interrogato e siccome non potevo studiare a casa avevo deciso di studiare li. Mentre ero immerso nello studio arriva lei, bella come un sogno, vestita con un completo grigio chiaro, con gonna sopra il ginocchio e calze scure, mi guarda mi saluta e poi mi chiede “Come mai tutto solo, ancora? sono dieci alle otto credevo di essere in ritardo…” io mi guardo intorno, la classe era effettivamente vuota, mi attacco al telefono e telefono a un mio compagno di classe per avere informazioni (ero stato assente per un periodo), questi mi informa che la classe aveva deciso di non venire per poter rimandare un compito, quasi un segno di protesta o roba del genere… Mi guarda con i suoi occhi verdi e mi chiede “L., (mi chiamava per nome, lo faceva con tutti)cosa stai studiando?” Guardai il libro e risposi “Mah, economia, non ci capisco veramente niente, per me è arabo”, si avvicinò a me per vedere, si mise a sedere sul banco e cosi facendo gli si scoprì la coscia proprio davanti a me “Cosa fate di economia?” ero imbarazzato, farfugliai qualcosa, lei mi guardo, poi si rese conto della situazione si scusò e scese dal banco, si voltò e mi disse “ti avevo messo in imbarazzo? Chissà quante ragazze avrai, non credevo di metterti in imbarazzo con così poco” le sue parole mi suonavano quasi a sfida, la guardai negl’occhi e le risposi “non mi ha messo in imbarazzo (pensai, ormai me la gioco fino in fondo)mi aveva eccitato, è molto che la osservo, è da quando ho iniziato la scuola che mi fà eccitare, lei è bellissima e poi.. .” non riuscì a finire la frase, mi prese il viso tra le mani e mi baciò, le nostre labbra si serrarono l’una all’altra, le nostre lingue, come in vortice, si annodavano dandomi sensazioni incredibili, appena mi ebbe baciato mi guardo e mi disse “Cosa credi di essermi indifferente? Ho avuto voglia di scoparti da subito” andò alla porta, la chiuse a chiave, mentre io mi ero portato dietro, appena chiuse le afferrai i seni e iniziai a baciarle il collo, lei era bellissima, si sciolse i capelli, poi si avvicinò alla cattedra, io continuavo a palparle i seni da sopra la camicia e sentivo i suoi capezzoli idurirsi, cominciai a sbottonarle la camicia, lei faceva lo stesso con me, ci baciammo ancora in bocca, le sfilai la camicia, il suo corpo era li davanti a me in tutta la sua bellezza, le sfilai il reggiseno, i suoi seni uscirono, erano belli, sodi cominciai a leccarli, le slacciai la gonna, aveva un paio di mutandine di pizzo nero, gliele sfilai baciandole la gamba, poi iniziai a leccarle la fica, lei mugolava, mi carezzava i capelli biondi e mi premeva a se come non mi volesse più lasciare. Si distese sulla cattedra, non potevamo fare forte perchè nelle altre classi facevano lezione, mi sbottonai i pantaloni, avevo il cazzo duro, mi faceva quasi male, lentamente iniziai a risalire con la lingua lungo il suo corpo, poi la bacia e nello stesso tempo iniziai a penetrarla, erano colpi violenti come mai avevo dato, lei mugolava si mordeva i labbri per resistere dal gridare, più lei godeva più io aumentavo e più lei soffriva non potendo urlare, sentì il suo corpo fremere, la baciai carezzandole i capelli, stava per avere l’orgasmo e anche io ero quasi arrivato. Rallentai leggermente il ritmo in maniera da poter venire insieme a lei, lo stavo per estrarre ma lei ci cinse la vita con le gambe e mi disse “No, vienimi… vienimi dentro… ti prego… aah” non potei resistere a lungo e sborrai nella sua fica ingravidandola. Mi accasciai su di lei, sfinito, lei mi sorrise e mi baciò, mi fece girare sulla schiena, mi baciò, poi iniziò a scendere con la lingua, lungo il mio collo, poi il petto, gli addominali e poi sul mio cazzo che si stava ammosciando, mi guardò e mi disse “Questa cosa non l’ho fatta nemmeno a mio marito” detto questo, aprì la bocca e iniziò a spompinarmelo ben bene, alternando la pompa a qualche sega, dopo poco il mio cazzo era già in posizione eretta e la mia voglia di lei non si era placata, lei si mise a smorza candela e la ripenetrai, dopo quasi venti minuti di cavalcata stavo per venire una seconda volta, si fermò, lo riprese in bocca distendendosi su di me in un 69 incredibile, dopo poco io venni inondandola di sperma, che lei ingoiò molto soddisfatta, poi venne lei con grandi dosi di liquido vaginale che mi bagnarono il petto e il viso. Ci riposammo due minuti, ci “coccolammo” come due amanti e poi decidemmo di alzarci, mentre si rivestiva la guardavo, era veramente bella. Appena finito di vestirci, uscimmo e ci promettemmo di non farlo più e di non dirlo a nessuno. Non ci credete ma dopo un anno circa (se si conta che i fatti narrati sono di maggio e che lei l’anno dopo non era alla mia scuola)una mia compagna di classe mi dice di aver visto l’ex prof. di diritto col marito e col bambino che ha chiamato come me, L. Non ho mai saputo se quel bambino fosse veramente mio ma non mi importa realmente perchè in fondo, quel che conte, è che mi sono tolto la soddisfazione di scoparmi una delle più belle donne che abbia mai conosciuto.
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