Capitolo 10 – l’amico GiorgioErano ormai le venti e mi stavo preparando per uscire a cena con Lucia quando squillò il telefono.”Ciao, sono io. Ascolta, mi ha appena telefonato Giorgio; è di passaggio a Milano solo fino a domattina. Mi ha chiesto se stasera esco con lui. Ho pensato, se sei d’accordo, che potrei cenare sola con lui così ci raccontiamo le nostre cose, poi ti passiamo a prendere e andiamo a bere qualcosa insieme. Che ne dici?”Se mi andava bene? Giorgio è un maiale come me e già una volta pur di passare una notte con Lucia era andato sino a Roma, prendendo una camera nel suo stesso albergo.In quell’occasione Lucia, pur mostrandosi con naturale malizia, non si era concessa più di tanto e ciò aveva acuito il desiderio carnale che Giorgio aveva di lei.Si preannunciava dunque una notte di fuoco e pertanto io non potevo che essere d’accordo.”Si, certo, va bene, però vestiti carina e non ti tirare indietro se ti fa delle proposte. Anzi, provocalo come sai fare tu.””Uffa, sei sempre il solito porco. Lo sai che ha un debole per me e non si tira certo indietro se lo provoco””Appunto””E va bene. Ti richiamo quando abbiamo finito di cenare. Ciao””Ciao amore”Ero agitato. Il pensiero correva costantemente a loro cercando di immaginare cosa stavano facendo e soprattutto cosa sarebbe successo dopo.Le successive tre ore le passai fremendo in attesa della telefonata.Finalmente alle undici Lucia mi richiamò.”Ciao, dove siete?””Sono in una cabina dell’albergo. Siamo venuti qui perchè Giorgio ha detto che c’è un piano bar, riservato ai clienti, molto tranquillo. Raggiungici tu direttamente, così poi quando andiamo via abbiamo già la macchina. Siamo all’Hotel King””Ah sì, lo conosco, è anche vicino. Ok, vi raggiungo subito. Come è andata sinora?””Come come è andata?””Dai, dimmi come sei vestita””Uffa, quando arrivi lo vedrai, no?””Si, va bè, ma comincia ad anticiparmi qualcosa””Va bene. Ho il kilt che piace a te e la camicetta bianca che abbiamo comprato insieme””E poi?””Ho messo la guepière bianca e le mutandine bianche di pizzo col filo””Hai i tacchi””Uffaa, certo che ho i tacchi; ho le scarpe col tacco da 10 cm che avevo preso per il matrimonio di Massimo””Dài che ti aspettiamo””Sì, arrivo, ma raccontami se è successo qualcosa di interessante””Ma certo; con uno come Giorgio vuoi che non succeda nulla? Appena scesa da casa mi ha squadrata da capo a piedi e mi ha sommerso di complimenti. Poi in macchina, mentre guidava io ho accavallato le gambe e lui mi ha subito messo una mano sul ginocchio e ha cominciato a toccarmi le cosce fino al reggicalze. Mi tirava di quelle palpate! Ad un semaforo rosso ha infilato il braccio sotto la gonna e pretendeva che mi inclinassi verso il finestrino per riuscire a toccarmi meglio il sedere. Mi ha chiesto se non avevo su le mutandine.””E tu?””E io l’ho lasciato fare, continuava a toccarmi le gambe e il sedere fin dove poteva. Poi a tavola ha voluto che bevessi vino per farmi lasciar andare.””E ora sei brilla?””Sono un po’ sù di giri””E poi?””Al ritorno ha guidato praticamente con una mano sola. Mi ha chiesto di fargli vedere il reggicalze e mi ha fatto fare quasi tutta la strada con la gonna sollevata, le gambe accavallate e un piede sul cruscotto. Mi ha toccata dalla caviglia sino alla cintura. Voleva toccarmi il sedere a tutti i costi e siccome insisteva, per farlo contento, mi sono avvicinata il più possibile a lui col bacino e poi mi sono girata verso il finestrino volgendogli la schiena. Allora Giorgio eccitato dalla mia disponibilità mi ha pure slacciato la gonna mettendomi il sedere in bella mostra. Gli ho detto di smettere che quelli che passavano potevano vederci ma lui non ha fatto una piega e me lo ha palpato tutto il tempo; mi ha fatto stare per tutto il tragitto col sedere per aria toccandomelo a più non posso dicendo che ho il sedere morbido e che non poteva fare a meno di toccarmelo. E poi arrivati in albergo ci siamo fermati in macchina e mi ha baciata, mi ha slacciato anche la camicetta lasciandomi praticamente senza vestiti in mezzo alla strada””E tu?””Era così insistente che l’ho lasciato fare. Poi mi ha infilato una mano nella coppa della guepière strofinandomi un capezzolo con la punta delle dita, mentre con l’altra mano ha preso la mia e me l’ha messo sul suo cazzo. Ce l’aveva durissimo””E tu?””E io glielo stretto e mosso un po’ da sopra i pantaloni e intanto ridevo perchè mi diceva delle cose buffissime””Tipo?””Diceva che gli viene duro ogni volta che pensa a me e mi ha chiesto di non telefonarti perchè aveva voglia di saltarmi addosso.””E tu cosa hai risposto?””Gli ho detto che sei fatto della sua stessa pasta e che la tua presenza non gli avrebbe sicuramente impedito di fare quello che voleva, anzi!””Dài, adesso sbrigati, ti aspettiamo giù al piano bar. Ciao.””Arrivo, ciao”In un battibaleno arrivai all’albergo, dissi alla reception che ero atteso e mi avviai seguendo le indicazioni dell’impiegato.Non potei fare a meno di fermarmi a spiarli prima di entrare: stavano bevendo un alcolico; Lucia rideva e Giorgio le teneva una mano sulla coscia.Indossava una camicia bianca con un ampio scollo che ogni volta che Lucia si protraeva per prendere o appoggiare il bicchiere sul tavolino si apriva mostrando interamente le sue prosperosità ornate da una vistosa guepière di pizzo bianco.Inoltre portava un kilt verde, le calze velate bianche e le scarpe decolté nere coi tacchi a spillo altissimi. Era decisamente arrapante.Mi avvicinai.”Ciao Lucia” le diedi un bacio; “Ciao Giorgio, come stai?” gli strinsi la mano che aveva rapidamente tolto dalla gamba di Lucia.”Caspita Lucia, ti sei proprio vestita elegante per l’occasione. Hai visto Giorgio come si è fatta bella per te?””Era tanto che non la vedevo e devo dire che ogni volta è sempre più bella, e non solo bella” disse guardandole le gambe. Era proprio sfacciato.”Già, quando si veste così” intanto le misi una mano sul ginocchio e la feci salire sollevandole la gonna sino al reggicalze “faccio fatica a trattenermi. Senti qua che roba” dissi mentre le toccavo una coscia.Giorgio mise una mano sull’altra coscia e toccò a fondo.Parlammo per una mezz’ora del più e del meno. Ogni volta che rideva Lucia si buttava contro lo schienale del divanetto e accavallava una gamba sull’altra, scoprendosi.Lucia stava seduta tra noi ed era il reale argomento della serata; si muoveva girandosi un po’ verso uno un po’ verso l’altro; accavallava e scavallava le gambe, le raccoglieva sul divano appoggiandole contro uno di noi due e voltando le terga all’altro.Giocava con noi tenendoci sempre sul filo con grande abilità: dedicando attenzione a uno voltava le spalle all’altro ma così facendo permetteva che le mani di entrambi esplorassero alternativamente tutte le zone del suo corpo.Io e Giorgio le accarezzavamo con disinvoltura le braccia, le spalle, la schiena, i fianchi, i glutei e le gambe.Poi la conversazione già di per sè superficiale finì su quelle trasmissioni stupide nelle quali ci sono delle donne che si spogliano e fù così che Giorgio, facendo notare che era l’ora adatta e che in camera aveva la televisione, ci propose di salire a guardarne una insieme.”Dai, che ci facciamo quattro risate””Va bene. Ma non dicono nulla alla reception?””No, no”Mentre salivamo in ascensore diedi un bacio a Lucia.”Ehi non vorrete mica farmi reggere il moccolo”Lucia si voltò, disse “Ma ce n’è anche per te!” e appoggiandosi a lui con tutto il corpo gli mise le braccia al collo e lo baciò languidamente.”Già ma così reggo il moccolo io!””Uffaa, va bene così?”: un braccio sulla mia spalla, l’altro su quella di Giorgio, ci tirò a sè, ci baciò contemporaneamente e rise.L’ascensore arrivò al piano.Entrati in camera ci sedemmo sul letto e Giorgio, dopo aver acceso il televisore si sedette vicino a Lucia che così era ancora tra due fuochi.La trasmissione era appena incominciata.Dopo il primo spogliarello dissi “Uffa che barba; tu, Lucia, sapresti sicuramente fare di meglio” “Sai che è bravissima?” aggiunsi rivolgendomi a Giorgio”Perchè non ci fai vedere?” rispose lui” Perchè non ne ho voglia””Dai, fammi vedere come fai” insistette Giorgio”E va bene, ma solo la gonna”Giorgio iniziò a fischiettare le note de La Pantera Rosa e Lucia, alzatasi e allontanatasi dal letto si girò verso di noi sorridendo e si mosse a tempo slacciando lentamente la cinghia della gonna che dopo pochi attimi cadde a terra.Fece un rapido giro su sè stessa appena sufficiente a mostrarci i glutei che le mutandine col filo lasciavano scoperti e si risedette tra noi.”Va bene così?”Accennammo un applauso.”Brava, bis biiis!”Giorgio aspirò a denti stretti e disse “Hai della bellissima biacheria intima. Sei proprio eccitante, aspetta che ti faccio una foto””Anche le foto!” sospirò Lucia “Ma non vi basta mai nulla?”Giorgio non rispose, prese la macchina fotografica dalla sua valigia e cominciò a toccare Lucia da tutte le parti per metterla in posa.Dopo quattro o cinque scatti le aveva tolto anche la camicetta e la aveva sdraiata sul letto fotografandola nelle posizioni più erotiche.Lucia un po’ sbuffava e un po’ rideva accennando frasi come “Ma come mi metti!”, “Ma così si vede tutto!”, “Ma cosa mi fai!”; però lasciava fare.Intervenni dicendo “Dai che vi faccio una foto insieme””Siediti sul bordo del letto e prendila in braccio”Lucia si sedette di traverso sulle ginocchia di Giorgio e accavallò le gambe.”Metti una mano qui” e prendendo la mano di Giorgio gliela feci appoggiare sul fianco nudo “Un poco più giù” dissi e lui la mise sul sedere stringendoglielo ben bene.”Ecco così. Dai, non stare fermo, accarezzala un po’ e dalle qualche bacio. E tu Lucia non stare ferma. Inarca la schiena, muovi anche tu le mani”Scattai altre foto mentre si baciavano. Giorgio si sdraiò sul letto tirandosi dietro Lucia. Continuando a baciarla la toccò da tutte le parti: sui polpacci, sulle cosce, sui glutei, sui fianchi e sui seni che nel frattempo le aveva sfilato dalla guepière.Poi la sdraiò su di sè e cominciò a strusciarsi contro il suo pube.”Ecco adesso girati e mettiti a quattro zampe”.La spinsi verso la posizione ottimale per un 69, poi presi le mani Giorgio le misi sul sedere di Lucia dicendogli, anche se non era necessario, di non tenerle fermePoi chiesi a Lucia di slacciare i pantaloni di lui e di infilare una mano dentro. Era quasi finito il primo rullino e il flash faticava a ricaricarsi.L’ultima foto ritrasse Lucia, a quattro zampe con il petto adagiato sull’addome di lui e le natiche protese all’estremo, che sorrideva guardando in macchina mentre con una mano serrava il membro turgido di Giorgio.Finì il rullino.Giorgio si alzò e mi portò altri rullini e altre pile. Prima di risedersi sul letto si tolse i pantaloni e la camicia.Dissi a Lucia di indossare i guantini di rete e il cappello e le feci una foto di profilo, in piedi vicino alla finestra.I glutei torniti, evidenziati dai merletti della guepière, erano invitanti e stimolanti.Il seno, sodo e prosperoso fuori dalle coppe sembrava ancor più grosso ed i capezzoli inturgiditi trasparivano l’eccitamento di cui era pervasa.Ciò che ci eccitava di più era l’apparente distacco col quale Lucia se ne restava lì seminuda di fronte a noi.Si concedeva al nostro desiderio sottoponendosi con accondiscendenza, ma non prendeva nessuna iniziativa; anzi verbalmente si rifiutava, sottolineando così quanto il piacere per ciò che stava subendo superasse di gran lunga la sua volontà di contrastarlo.Far emergere gli istinti femminili è assai più eccitante che goderne.Dissi a Giorgio di abbracciarla da dietro.Le si appoggiò contro e le mise una mano sul seno e l’altra sotto le mutandine appoggiando la punta dell’indice proprio sopra il clitoride.”Mettile un dito tra le labbra”E Lucia tirando fuori la lingua cominciò prima a leccarlo e poi a succhiarlo.Giorgio la girò e la baciò profondamente, mentre le sue mani le scandagliavano il corpo.Poi le mise una mano sulla testa premendo verso il basso; Lucia si inginocchiò, estrasse il membro di Giorgio dai boxer e se ne impossessò avidamente.”Ecco, ferma così”La immortalai mentre succhiava e con gli occhi fissava sorridente l’obbiettivo.”Ora Giorgio, sdraiati sul letto e tu Lucia mettiti in ginocchio sopra la sua faccia”Lui le strinse i glutei con le mani e divaricandoli affondò il volto in mezzo.”Lucia, guarda di qua”La fotografai mentre ansimando si leccava le labbra.Non resistetti, mi spogliai anch’io e mi sdraiai vicino a loro.Lucia mi prese il viso tra le mani e mi baciò fermandosi ogni tanto per dirmi, quasi bisbigliando: “Mau, come godo”, “Mau che bello”, “Mmmh, Giorgio mi fa impazzire”Nel frattempo cominciò a masturbarmi e a baciarmelo.Giorgio si sfilò da sotto Lucia e avvicinandosi da dietro la prese per i fianchi minacciando una imminente penetrazione.Lo fermai: volevo immortalare l’introduzione.Così ripresi la macchina fotografica e gli suggerii di accedere al canale secondario.Li bloccai per scattare una prima foto mentre il glande premeva sull’orifizio; poi li fermai di nuovo quando il glande era quasi completamente scomparso dentro al buco ed infine li fermai ancora dopo qualche colpo ben assestato.Lucia emetteva gemiti a più non posso e Giorgio respirava profondamente. Io mi divertii a tenerli immobili per torturarli un poco e per acuire il desiderio che già era estremo.Lascia la macchina fotografica e mi sedetti di fianco a Lucia e le infilai un dito nella vagina. Dall’interno si sentiva il membro di Giorgio pompare a martello.Lucia si alzò e si inginocchiò sopra di me e si infilò il mio membro guidandolo con le mani.Gemette e ansimò lasciandosi cadere su di me mentre io muovevo il bacino sù e giù ritmicamente.Giorgio si posizionò sopra a Lucia, puntò il glande sull’orifizio e riprese ad impalarla da dietro.Lucia era schiacciata tra me e Giorgio che la penetrava con forza.Ad ogni colpo si sentiva il rumore dello schiaffo che col bacino Giorgio tirava sul sedere di Lucia.I colpi di Giorgio si ripercuotevano su di me attraverso il corpo di Lucia che era sbattuto avanti e indietro.Come una molla, più Giorgio la spingeva in avanti affondandole il membro nel sedere e più lei violentemente tornava indietro per ricatturare entrambi i membri dai quali si era ritratta.Mi prese la testa tra le mani e affondò la lingua nella mia bocca ansimando e gemendo. Io, stringendole i seni tra le mani, le sfregavo i capezzoli con i pollici.Lucia annunciò la conclusione comunicandoci a gran voce che stava godendo.Giorgio allora incrementò il ritmo e dopo pochi colpi si sfilò da Lucia che a sua volta si sfilò da me per girarsi e mettersi in mezzo due membri.Ancora ansimante li prese tra le mani e portandoseli entrambi vicino al volto li agitò velocemente finchè non le inondammo il viso di sperma.Cademmo tutti e tre esausti sul letto e vi rimanemmo in silenzio mentre Lucia ancora ci agitava i membri stringendoli con forza per spremerci ogni goccia di sperma.Fu lei la prima ad alzarsi per andare in bagno a pulirsi.Tornò dicendo “Sono proprio contenta di averti rivisto” e rise gioiosamente.Ci alzammo e rivestendoci parlammo del più e del meno.Poi io presi i rullini promettendo che non avremmo mancato di portargli le foto alla prima occasione e ci congedammo.Fuori l’aria era fresca e corroborante.Abbracciai Lucia stringendola forte a me.Lei mi baciò e poi, guardandomi negli occhi mi disse “Dove ne trovo un altro come te! Ti amo da impazzire”
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