Capitolo 12 – Il colloquio da Bonetti “Cercasi ragazza, bella presenza, conoscenza lingue, possibilmente studentessa universitaria, per collaborazione part-time presso prestigioso studio commerciale.”Questo l’annuncio che trovammo su Secondamano e che ci incuriosì, dando, a Lucia, la speranza di trovare un lavoro piacevole che ben si combinasse con lo studio e, a me, quella di infilarci in una situazione piccante.Non riuscivo a rinunciare al desiderio che ogni occasione potesse essere fonte di piacere.Così, quando Lucia mi fece notare l’annuncio, mi chiesi subito “Chissà se incontreremo un maiale” e istintivamente mi venne da proporle, come era capitato in tutte le altre occasioni, che si vestisse il più sexy possibile per prepararsi ad un eventuale adescamento.Le scuse erano le solite: “C’è scritto bella presenza e devi mostrare il meglio di te”; “Se chi ti seleziona è un uomo, molto probabilmente avrà un debole per le donne e devi fare leva anche su questo”; “Sai che mi fa piacere saperti desiderata e poi nemmeno a te dispiace essere al centro dell’attenzione”Anche questa volta si lasciò convincere. Discutemmo a lungo dell’abbigliamento che avrebbe dovuto indossare: io proponevo soluzioni oscene e lei, per pudore, cercava di limitarmi suggerendo vestiti sobri; ma inconsapevolmente non faceva che favorirmi.Secondo un certo tipo di gusto, l’ingrediente indispensabile è la lingerie: guepière o reggiseno a balconcino e reggicalze di pizzo, mutandine col filo, calze velate e scarpe decolletè coi tacchi a spillo; anche a lei piaceva tantissimo la lingerie e non le costava fatica soddisfare queste richieste purchè le lasciassi la libertà di decidere con che vestito coprirla. La scelta del vestito è decisiva per l’effetto che si vuole ottenere: se è volgare, l’abbinamento manifesta eccessiva disponibilità e finisce col disgustare, se è troppo risoluto annulla l’effetto della biancheria e spinge a mantenere le distanze.Esiste, invece, un certo tipo di abbigliamento “neutro”, che in genere è proprio delle ragazzine di chiesa o delle collegiali; l’abbinamento con biancheria sexy ha effetti multipli.Un vestito normale non attira l’attenzione e, nascondendo “quello che c’è sotto”, consente di passare inosservate agli occhi dei più ma, se scelto e indossato accuratamente, lascia la possibilità agli osservatori più attenti (o più insistenti) di scoprire o, meglio, anche solo intuire i particolari piccanti nascosti. Il maiale generalmente è un insicuro e non gli basta la bellezza per essere attirato da una donna; inoltre la disponibilità esplicita lo inibisce.Il maiale cerca maliziosa complicità: se è seduto insieme ad altri di fronte a due donne delle quali una in minigonna e l’altra con la gonna lunga lui guarderà, a parità di bellezza, quella con la gonna lunga nella speranza che col movimento delle gambe possa scoprirsi qualche centimetro in più di coscia e sarà infastidito se qualcun’altro farà la sua stessa scelta mentre sarà estremamente gratificato se la donna, posizionando accuratamente le gambe consentirà solo a lui di osservare quel centimetro in più.Inoltre a causa della sua insicurezza il maiale vuole dominare; dunque sia l’abbigliamento che l’atteggiamento devono essere sì provocanti per attirare la sua attenzione e per eccitarlo ma devono anche essere moderati per fargli credere che sia lui a condurre il gioco.Il maiale in poche parole vuole giocare giochi erotici con una donna-bambina docile ma pudica; è attirato dai “vedo e non vedo”, dai “voglio ma non lo dico”.Così Lucia, in virtù del suo carattere e delle mie pressioni finiva sempre per impersonificare l’oggetto ideale per un maiale. Telefonò subito e fissò l’appuntamento per la mattina successiva.Quando l’indomani passai a prenderla per accompagnarla al colloquio e la vidi uscire dal portone di casa la trovai esattamente come la desideravo: giacca nera, camicia e gonna di seta bianca e biancheria intima nera.Da lontano quell’abbigliamento non aveva nulla di speciale, ma da vicino i punti caldi erano parecchi: la camicetta era aderente e quando la giacca si apriva si notava il contrasto tra la pelle chiara e il reggiseno scuro il cui pizzo formava dei rilievi sulla camicia; da alcune angolazioni si poteva intravvedere il suo seno prosperoso attraverso l’abbottonatura della camicia; la gonna era ampia e appena sopra al ginocchio cosicchè, quando Lucia si chinava, da dietro una persona seduta poteva vedere sino al bordo della calza; con le gambe accavallate se la gonna veniva un po’ tesa si poteva notare il rilievo del pizzo del reggicalze e anche in questo caso il contrasto tra la pelle e la biancheria; senza giacca poi era uno spettacolo da non perdere in quanto il gioco del chiaro-scuro era esteso a tutto il corpo.La giacca dunque era l’elemento chiave dell’abbigliamento, era la “tendina” dietro alla quale una donna si sta spogliando e che può essere aperta, chiusa o tirata a metà per lasciar guardare solo a chi si vuole. Come avrei voluto essere una mosca, quel giorno, per poter assistere inosservato al colloquio. Il prestigioso studio commerciale per il quale Lucia avrebbe, se assunta, dovuto lavorare era una ditta di rappresentanza di prodotti farmaceutici che aveva sede in un grande appartamento.Ci venne ad aprire il proprietario che, gioia dei miei occhi, aveva proprio l’aspetto di un maiale fatto e finito: sulla cinquantina, brizzolato, elegante, raffinato e distinto e che appena aperta la porta squadrò Lucia da capo a piedi.Ci invitò ad entrare con gesto galante del braccio, richiuse la porta dietro di noi e tendendo la mano a Lucia si presentò: “Danilo Bonetti. Lei è Lucia vero?”. “Sì, e questo è il mio fidanzato. Mi perdonerà se mi sono fatta accompagnare, ma non sapevo quanto sarebbe durato il colloquio e…”. “Non si preoccupi, nessun problema. Se vuole può attendere qui”. Mi indicò una poltrona nell’ingresso che fungeva da sala di aspetto. Mi sedetti.”Putroppo la mia collaboratrice è in maternità e finchè non trovo una sostituzione devo fare tutto da solo” e contemporaneamente si avvicinò a Lucia per sfilarle il cappotto. La profonda occhiata che le diede per vedere come era vestita fu significativa; capii con chi avevamo a che fare e ne ebbi la conferma un istante dopo.Lucia si sedette mentre io mi alzavo per portare il giubbotto vicino all’appendiabiti dove Bonetti stava portando il cappotto.Con la coda dell’occhio vidi Lucia accavallare le gambe; le guardai e poi la fissai in viso.Recepito il messaggio si sistemò la gonna e sollevò un ginocchio per assumere una posa più sensuale.Mentre appoggiavo il giubbotto Bonetti si era girato verso Lucia; lo vidi tornare verso di lei fissandole le gambe. Lucia cambiò lentamente posizione offrendogli un invitante spettacolo.Squillò il telefono. “Perdonatemi un istante” e andò a rispondere al telefono della segreteria.L’appartamento, a pianta rettangolare, era diviso in due zone da un corridoio che partiva dall’ingresso; sul lato destro c’era la sala d’aspetto, senza pareti, in cui eravamo noi e, più avanti, una porta che dava probabilmente ai servizi, sull’altro due ampi locali, ricavati con pareti mobili che avevano qua e là delle finestre, il primo dei quali, simmetrico alla sala d’attesa, era la segreteria ed il secondo, con tre porte che davano una direttamente in segreteria, una sul corridoio vicino all’ingresso e l’ultima di fronte ai servizi, era l’ufficio di Bonetti, ancora più spazioso, con una scrivania dirigenziale, una libreria, un tavolo da riunioni, due divani, mobiletti vari, quadri alle pareti e tappeti.”Caspita che lusso!” disse Lucia “Che ne pensi?””Hai sentito anche tu che ha la segretaria in maternità. Però è stato fine, l’ha chiamata collaboratrice” risposi.”Perchè magari svolge anche altre attività oltre a quella di segretaria””Sì, sicuramente; ma ti dico io di che tipo! Secondo me è un maiale. Hai visto come ti ha buttato gli occhi addosso da quando siamo entrati?””Certo che me ne sono accorta; quando ho accavallato le gambe mi ha spogliata con gli occhi. Mentre mi guarda mi sembra di avere le sue mani addosso. Però è molto galante. Non ti girare, mi sta guardando anche adesso attraverso il vetro”Lucia si guardò la gonna, cambiò accavallatura e con le mani se la spazzolò come per togliere dei pelucchi e la sollevò dalle gambe per guardare se il presunto pelucco era andato via; aveva le gambe scoperte sino al reggicalze. “Mi sta mangiando con gli occhi e mi ha anche sorriso” lasciò andare la gonna, si sporse in avanti per guardarsi le gambe, fece finta di coprirsele e si riappoggiò allo schienale lasciandosi scivolare un poco in avanti.Il divano era molto basso e così le sue gambe erano in primo piano belle, imponenti, statuarie, sensuali.Avevo il cuore che batteva forte, Bonetti era sicuramente un maiale, ma ci sapeva fare e Lucia subiva indiscutibilmente il suo fascino tant’è che stava facendo tutto da sola.Il colloquio si preannunciava interessante.Bonetti tornò e, molto galantemente, invitò entrambi nel suo ufficio ma Lucia alzandosi mi disse “Ti spiace aspettare qui?”Professionalmente era corretto e per i nostri giochi era anche meglio; ma colsi una nota inconsueta, come se si stesse entusiasmando più del solito e non volesse la mia interferenza. Poteva essere divertente.Bonetti aprì la porta del suo studio, si fece precedere da Lucia, le guardò il sedere, entrò e chiudendo la porta alle sue spalle lanciò un’occhiata verso di me.Sparirono dalla mia vista.Erano entrambi turbati e ognuno lo percepiva dell’altro.Anch’io ero eccitato e forse anche loro lo avevano colto ma avevo la sensazione che mi considerassero un intruso.Mi guardai intorno elaborando un piano: io dalla sala di attesa non vedevo loro, ma loro non vedevano me e questo era il mio grosso vantaggio; camminando carponi potevo raggiungere una qualsiasi finestra dello studio di Bonetti.Ce ne erano ben cinque: due che davano sulla segreteria e tre sul corridoio; scelsi l’ultima che probabilmente era l’unica dalla quale potevo spiare senza essere notato.Sfruttando i ricordi del militare sgattaiolai in fondo al corridoio senza far rumore e cominciai a sbirciare attraverso il vetro della porta; le pareti erano insonorizzate, ma si potevano ugualmente sentire i loro discorsi.Bonetti era seduto alla sua poltrona e mi dava quasi le spalle, Lucia era seduta all’altro lato della scrivania e stava commentando la bellezza dei mobili.Si alzò per osservare il tavolo da riunioni, sicuramente antico; avvicinatasi commentò “E’ un Luigi XV vero? lo si riconosce dalla lavorazione delle gambe” e si piegò in avanti.”Sì, è vero; è proprio esperta. Le gambe sono un particolare importante e quelle che stiamo osservando sono veramente belle!”Lucia si alzò di scatto arrossendo un poco.”Scommetto che apprezza la pittura” disse Bonetti alzandosi.”Sì, mi piace tantissimo, purtroppo con lo studio ho sempre troppo poco tempo da dedicare ai miei interessi personali”Bonetti le si avvicinò e cingendola in vita la condusse per le pareti del suo ufficio mostrandole i quadri appesi. Discreti. A Lucia piaquero tantissimo.Bonetti si avvicinò ad un mobiletto basso, lo aprì e ne estrasse due bicchieri.”Posso offrirle qualcosa?” “Ma è mattina” “Suvvia, lei mi sembra proprio una ragazza alla quale piacciono le raffinatezze e non credo esista nulla di più raffinato di un assaggio di whisky di singolo malto come aperitivo prima di pranzo”In effetti il whisky le piaceva tantissimo e ad una offerta così sagacemente posta Lucia non seppe resistere. Bonetti ci sapeva proprio fare.Le porse il bicchiere e invitandola con una mano sulla schiena la condusse verso i divani.”Si sieda, qui staremo più comodi. La avviso subito che, se ha già esperienza di colloqui, troverà il mio parecchio insolito. Mi fido molto del mio istinto e dunque preferisco una piacevole conversazione ad un colloquio formale”Nel frattempo Bonetti si era seduto su un divano e Lucia sull’altro.Avere a pochi centimetri di distanza una ragazza così bella, prosperosa, sensuale e provocante doveva essere una sensazione conturbante.Bonetti le chiese dello studio; parlarono per qualche minuto dell’argomento.Lucia accavallava e scavallava le gambe in continuazione.Era estremamente invitante. Come se non bastasse si alzò esclamando “Lo sapevo che non dovevo bere a stomaco vuoto! Già mi è venuto caldo” Si tolse la giacca e andò verso la scrivania per appoggiarla sulla poltrona.Camminò lentamente, una gamba davanti all’altra, dando al suo movimento una forma ancora più sinuosa.Il nero della biancheria traspariva dal bianco del vestito.Credo che quello fu il momento in cui Bonetti abbandonò il colloquio e tentò la conquista: “Si è chiesta come mai sull’annuncio ho specificato ‘Bella presenza’ ?”Lucia tornò al divano, ma anzichè sedersi si chinò verso il tavolino offrendo a Bonetti la visione delle sue prosperosità che, sostenute e compresse dal reggiseno a balconcino, sembrava dovessero esplodere da un momento all’altro come un palloncino gonfiato troppo, prese il bicchiere e sorseggiando il poco whisky rimasto si diresse verso la fornita libreria che, alle spalle della scrivania, si estendeva dal pavimento al soffitto.”No! Come mai?” rispose LuciaBonetti la seguì e tornò a sedersi alla sua poltrona che ruotò per rivolgersi verso di lei.”Il mio lavoro consiste nell’acquisire nuovi clienti per le ditte farmaceutiche che rappresento e spesso un particolare non curato può trasformarsi in un fallimento. Una presenza femminile, accattivante e invitante, può fare molto di più che un forte sconto. Avrei proprio bisogno di una ragazza come lei, spigliata, disinvolta e sensuale che sappia catturare l’attenzione dei potenziali clienti””E come dovrei fare? Posso guardare quei libri?”. Indicò quelli vicino al soffitto avvicinando alla libreria una scaletta a tre gradini.Salì senza attendere risposta e si allungò verso un libro.Bonetti si sporse in avanti e sbirciò sotto la gonna. Lucia aveva le mutandine col filo.”Oddio, ripeto che non dovevo bere! Mi tenga che ho paura di cadere” ed emise un risolino.Bonetti si alzò e le mise le mani sulla parte posteriore delle cosce, esattamente sul pizzo delle calze. Poi sorreggendola le rispose “Beh, quello che sta facendo è già un buon inizio” le mani serravano la preda “Dovrebbe curare molto l’abbigliamento. In tutti i particolari” e strinse le mani intorno alle cosce di Lucia “Ma non basta”.”E cioè?” chiese Lucia scendendo con un libro; Bonetti lasciò che le cosce gli scorressero lungo le mani mentre Lucia scendeva; arrivò sino al bacino.Lasciando le mani dov’erano si sedette; Lucia era in piedi davanti a lui e gli volgeva le spalle. Bonetti la cingeva ai fianchi; la gonna era sollevata e appoggiata sulle sue braccia; tirò a sè Lucia e la prese in braccio “Beh, ad esempio non dovrebbe imbarazzarsi nel trovarsi seduta così sulla ginocchia di qualche cliente”Lucia accavallò le gambe e sfogliò distrattamente le prime pagine del libro “Ma fanno tutti così i suoi clienti?”Bonetti le mise una mano sulla coscia, accarezzandola. “No, in realtà quasi mai, però qualcuno, avendone la possibilità non si fermerebbe qui””E cioè?”Bonetti per toccare meglio Lucia, le aveva sollevato completamente la gonna e guardandole le gambe faceva scorrere le mani dalle ginocchia ai glutei e viceversa.”Qualcuno potrebbe spingersi oltre.” “Così” aggiunse sbottonandole la camicia.Lucia appoggiò il libro sul tavolo e lo aiutò slacciandosi i bottoni dei polsini. Si lasciò sfilare la camicia, la prese e la lasciò cadere sulla scrivania.Gli mise un braccio sulle spalle portando così il seno a pochi centimetri dal viso di Bonetti “Ma che maiali che sono i suoi clienti!” e rise.”Diciamo che come tutti i clienti cercano di ottenere il massimo con la minima spesa. Avere una persona che li distragga da questo intento creando un diversivo mentre si tratta è un valido aiuto. Perciò ho indicato bella presenza nell’annuncio e le ho detto che l’abbigliamento è importante sino nei particolari. Ad esempio il suo vestito è perfetto, ma anche la biancheria deve essere impeccabile” Così dicendo la fece alzare in piedi e si alzò anche lui dietro di lei. Le accarezzò il seno da sopra il reggiseno “Il reggiseno deve essere a balconcino e deve contenere un seno sodo e prosperoso che faccia capolino dalla scollatura” gli indici di entrambe le mani si infilarono dentro al reggiseno e andarono a titillare i capezzoli. Intanto le aveva appoggiato il membro inturgidito contro ai glutei.Si chinò accarezzandole i piedi “le scarpe devono essere coi tacchi a spillo e le calze rigorosamente velate” cominciò a risalire lentamente e delicatamente lungo le gambe”ha due gambe bellissime. Il reggicalze non deve mancare mai” era arrivato sino al reggicalze “lei deve essere meravigliosa senza vestiti”. Le abbassò la cerniera, slacciò i due bottoni alla cintura e lasciò cadere a terra la gonna.”E’ così che mi piacerebbe vederla lavorare:”Lucia immobile e silente si lasciava adorare da Bonetti che le prese i glutei tra le mani e cominciò a tastarli serrando e rilasciando le mani, divaricandoli, spingendoli uno contro l’altro, facendoli roteare. Poi vi appoggiò contro il viso strusciandolo su uno e sull’altro gluteo, fece scorrere il naso lungo la fessura, le mordicchiò le natiche, gliele baciò.”Ma se i suoi clienti fanno così, lei non l’ascoltano nemmeno!” disse Lucia allontanandosi da Bonetti. “Questo non è distrarsi, è proprio pensare ad altro” e si mise a camminare lentamente avanti e indietro per la stanza fermandosi ogni tanto e facendo un giro su sé stessa come ad una sfilata di moda.Bonetti girò attorno alla scrivania, vi si appoggiò e massaggiandosi tra le gambe restò in contemplazione.Anch’io avrei fatto lo stesso; era tremendamente eccitante constatare che Lucia stava camminando avanti e indietro nell’ufficio, praticamente nuda, davanti ad uno sconosciuto dal quale, quasi certamente, di lì a poco si sarebbe fatta anche impalare.Lucia si muoveva sensualmente; quando era di spalle faceva scorrere le mani lungo i fianchi e i glutei; quando era di fronte si toccava i capezzoli che facevano capolino dal reggiseno.Entrambi si provocavano accarezzandosi e si eccitavano guardandosi.Bonetti serrò la mano evidenziando, attraverso i pantaloni, il suo membro turgido; per reazione inspirò a denti stretti.Lucia rispose facendo scendere una mano fin sotto le mutandine e, sfregando insistentemente il medio sul clitoride, emise una serie di mugolii.Fissando Bonetti sul cavallo dei pantaloni si avvicinò, si voltò, inarcò la schiena, si appoggiò contro di lui con i glutei e con movimento ritmico del bacino prese a massaggiargli il membro.Girò il viso verso di lui ed emise un gemito “Oohh, come è duro”; lui la prese per i fianchi “Mmhh si, muoviti così”Lucia si toccava ora i capezzoli, ora il clitoride mentre Bonetti la accarezzava, la toccava, la palpava in ogni centrimetro del suo corpo.Le mise le mani dentro al reggiseno e le estrasse i seni che cominciò a toccare stringendoli; le titillava i capezzoli; le sfregava il clitoride e intanto la guardava dimenarsi. Lucia godeva e lo incitava a toccarla “Aaahhh, si, così, dai continui a toccarmi lì. Mmhh che mani che ha, mi farà impazzire, dài me le stringa ancora. Mi tocchi tutta”Fu in quel momento che mentre stava girando la testa verso Bonetti Lucia si accorse che li stavo osservando.Mi fissò per qualche secondo poi si voltò, prese il volto di Bonetti tra le mani e se lo limonò a lungo; lui le toccava il sedere e il seno; una mano di Lucia cominciò a scendere fin sulla cerniera dei pantaloni, toccò il membro, lo strinse forte, lentamente abbassò la zip e si infilò dentro ai pantaloni per uscirne con il membro.Lo accarezzò delicatamente poi lo strinse e lo mosse piano piano.Bonetti smise di baciarla, le prese i seni tra le mani avvicinando tra loro i capezzoli e li mise in bocca entrambi per succhiarli contemporaneamente.Lucia gemeva; aprì gli occhi e cominciò a fissarmi mentre lo masturbava.Gli occhi brillavano di malizioso piacere e sembrava che mi dicesse “guarda che porca che sono, ho in mano il cazzo di uno sconosciuto; hai visto come godo mentre mi sta toccando tutta?”Aveva un’abilità innata nel fare la porca.Bonetti le mise una mano sotto le mutandine e le infilò un dito nella vagina muovendolo a percussione. Lucia iniziò ad ansimare rumorosamente “Mmhhh, così mi farà godere”Si lasciò toccare per un po’ senza smettere di masturbarlo, poi tornò a fissarmi e, senza distogliere lo sguardo da me, si piegò, si strusciò il membro sul viso, passandoselo e battendoselo contro le guance e in un sol boccone lo ingoiò.A Lucia piaceva prenderlo in bocca e lo faceva con gran gusto, succhiandolo rumorosamente, come per far sentire che le piaceva e ci riusciva benissimo perchè quei mugolii soffocati, quei risucchi gustosi erano tremendamente eccitanti.E le pose che assumeva non erano da meno; per succhiarglielo si era piegata in avanti tenendo le gambe ben erette e inarcando la schiena, poi, mentre con una mano sorreggeva i testicoli a Bonetti stuzzicandoglieli con le unghie, con l’altra si era accarezzata le natiche e su ordine di Bonetti che le teneva i glutei divaricati si era lentamente infilata un dito nel sedere.Bonetti, che seguiva ogni gesto di Lucia, le disse che non ce la faceva più e che voleva possederla da dietro.La prese per le spalle, la sollevò, la girò verso la scrivania e la fece piegare in avanti.Si mise dietro di lei e si chinò facendole divaricare le gambe.Con le mani le strinse i glutei e li allontanò tra loro mentre i pollici che erano sulle grandi labbra si tirarono per aprirle al massimo la vagina; vi affondò il volto puntando il naso sul’orifizio anale e cominciò a leccarla rumorosamente.La lingua scorreva avanti e indietro, si infilava profondamente in entrambi i buchi e Lucia, che aveva appoggiato la faccia sulla scrivania, godeva a gran voce toccandosi i capezzoli.Bonetti le mise l’indice sul clitoride e infilò il pollice nella vagina mentre la lingua solleticava l’ano che poi venne preso di mira dall’altro pollice; inziò a premere roteando e sparì d’un tratto infilandosi tutto dentro al buco.Bonetti prese a muovere con forza entrambe le mani e Lucia che ad ogni colpo veniva spinta in avanti gemeva in sincronia col movimento.”Ora ti inculo” le disse e togliendo le mani, si alzò e le appoggiò il membro tra le natiche pronto per impalarla.”No! Aspetta voglio che il mio fidanzato mi veda mentre lo facciamo””ma…” Lucia non lo fece parlare, gli prese il membro in mano e disse: “Vado a chiamarlo. Quando torno voglio che lei mi sbatta con foga” e si diresse verso la porta.Sporse la testa senza uscire e mi chiamò “Mau, vieni un attimo”Mi prese per mano e mi condusse alla scrivania dove Bonetti si stava ricomponendo un po’ imbarazzato.Gli si avvicinò e lo abbracciò.”Mau, Bonetti mi ha offerto un lavoro un po’ strano; io dovrei essere particolarmente gentile con i suoi clienti per imbonirli e favorirlo così nelle trattative”Risposi “Gentile in che senso?””Beh, in ufficio dovrei essere sempre vestita così quando ci sono clienti e può darsi che a qualcuno vengano voglie strane. Bonetti faccia finta di essere un cliente e facciamogli vedere cosa potrebbe succedermi”Gli slacciò i pantaloni, glieli abbassò assieme alle mutande e riprese a succhiarglielo guardandomi negli occhi.Con una mano si sfregò il clitoride ricominciando ad ansimare come prima che entrassi.Si alzò e si rimise appoggiata alla scrivania dicendo a Bonetti “dai, dove eravamo rimasti?”Bonetti le si avvicinò e la palpò tutta mentre Lucia glielo muoveva velocemente.”Mau, guarda cosa mi faccio fare adesso. Dai Bonetti me lo metta di dietro”Bonetti si prese il membro in mano e appoggiò la cappella contro il buco dopo averla insalivata.”Sei proprio una gran porca” E prese a spingere con piccoli e sapienti colpettini ben assestati.Ad ognuno di essi il suo membro sprofondava sempre più nel culo di Lucia.”Gua-ahi-rda-uuhh-Mau-ahi-me-lo-sta-mmh-met-ten-do-do-ve-pia-ce-a-te”I colpi le bloccavano la frase.Bonetti glielo aveva messo dentro tutto e sospirava forte mentre le infliggeva violenti e rumorosi colpi che sbattevano Lucia avanti e indietro sul tavolo.Con le mani strette sulle natiche gliele teneva divaricate.Io mi avvicinai per guardare meglio e Lucia me lo tirò fuori per masturbarmi.Le misi una mano tra le gambe e salii fino a sentire il membro di Bonetti che entrava e usciva dal culo di Lucia. Tenendo due dita intorno all’orifizio le sfregavo col palmo il clitoride; coll’altra mano le palpavo il seno titillando il capezzolo.Entrambi gemevano di piacere”Mau, che bello, come sto godendo; Bonetti mi fa impazzire””Lucia sei uno schianto; non ho mai incontrato una porca come te””Mau che ne dici di questo lavoro?””Te lo lascio fare solo se ti fai filmare””Lucia, non ti proccupare che pur di assumerti vado subito a comprare un impianto di videoregistrazione”Bonetti smise di parlare e comunicò “Aaahh, sto per godere”Dai spingi più forte. Sbattimi, dai. Dai. Dai. Aaaahhhh. Godo anch’io”Bonetti accelerò al massimo il ritmo; il suo bacino batteva rumorosamente contro le natiche di LuciaPer farla godere di più mi misi a sfregarle freneticamente il clitoride mentre con l’altra mano mi masturbavo da soloLucia si strinse il seno tra le mani pizzicandosi i capezzoli con pollici e indici.Entrambi urlavano “Godo, aahh, vengo”Bonetti estrasse il membro sostituendolo rapidamente con un pollice e con pochi colpi di mano spruzzò un’enorme quantità di sperma sulla schiena di Lucia “Aahhhh; aaaahhhhh. Mau vengo” Lucia stava godendo in maniera spettacolare.Venni anch’io addosso a lei.Restammo immobili a lungo; Lucia distesa sulla scrivania e noi due in piedi di fianco a lei con le mani ferme sul suo corpo.Recuperati un poco di fiato e di forze Lucia andò in bagno a pulirsi.Bonetti mi disse “Oggi pomeriggio vado subito a comprare il videoregistratore e le telecamere così io non mi perdo Lucia e lei neppure un’angolatura della sua spendida fidanzata. Anzi, se siete d’accordo, domani stesso ho giusto un appuntamento con un cliente. Potremmo approfittarne per provare l’impianto. Che ne dice?””Direi che è una buona idea”
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