Claudia si trovava seduta fra me e suo fratello Marco con in dosso esclusivamente una canotta, sotto la quale si designavano delicate le linee dei suoi piccoli seni e la forma vistosa dei capezzoli induriti. Le gambe erano completamente nude e lisce come quelle di una bambina. L’interno delle cosce era madido dei suoi umori vaginali che spandevano un sensualissimo odore nelle immediate vicinanze, la fica le si era visibilmente aperta e si notava, fra i peli biondicci e cortissimi, il gonfiore delle sue labbra ed il turgore del clitoride. Sia Claudia sia Marco col passare dei minuti si erano un po’ rilassati, abituandosi evidentemente a quella situazione surreale. Ora l’atmosfera era difatti languida e sensuale, piuttosto che imbarazzante, ma nessuno aveva ancora il coraggio di profferire parola. Dal canto mio impazzivo dall’eccitazione ogni qualvolta facevo mente locale su cosa stesse accadendo dinanzi ai miei occhi: la mia ragazza era sfacciatamente nuda accanto al fratello nel modo apparentemente più casuale e naturale possibile!…. Deciso a provocare ulteriormente i miei compagni di perversione, chiesi a Claudia se, per favore, abbassasse la serranda, per permetterci una migliore visione del film. Ella ubbidì semplicemente, mostrandoci di nuovo il suo culetto perfetto e la sua innocente, ma aggraziata andatura. Io subito ne approfittai per mettermi un po’ più comodo sul divano, riducendo lo spazio che intercorreva fra me e Marco. Così quando Claudia tornò al suo posto nel sedersi strusciò meravigliosamente sul mio corpo e su quello del fratello. Era stretta fra noi e la mano di Marco oramai si trovava, per forza di cose, sulla gamba della sorella. Quando una scena del film era più forte, la commentavo calorosamente sporgendomi su Claudia, così da piggiarla ancora di più su Marco. Alla fine le cinsi le spalle e iniziai a baciarla voluttuosamente. Claudia si liberò dall’abbracciò e si levo in piedi. “Che c’è?” chiesi. “Devo mettermi le mutandine – disse lei esitante – ho delle perdite” In effetti sul divano, dove prima era seduta, c’era quasi una pozza di umori vaginali. “Sei eccitata!” esclamai. Poi le presi le labbra della fica con entrambi i pollici, divaricandole un po’. “Ci penso io!..” aggiunsi facendole un sorriso e portandomi con la bocca nei pressi del suo ventre. “Questo non davanti a me!!!” proruppe Marco. “Hai ragione, me la porto di là” detto ciò la presi per mano e la condussi in camera da letto. Senza neanche chiudere la porta, la palpai dappertutto e la gettai sul letto. Mi spogliai e le strofinai il cazzo sul il corpo, sui seni, sulle cosce, sul torace, sul ventre, infine lo poggiai sulla vagina bagnata. Senza nemmeno usare le mani lo spinsi dentro e cominciai a penetrarla a lungo, ma piano, per ritardare l’eiaculazione, entrando ed uscendo dal ventre. Poi persi il controllo e presi a sbatterla forte, sentendo dietro ogni colpo l’ostacolo della parete dell’utero. Lei gemeva e gridava deliziosamente. Così la sollevai e, non senza sforzo, afferratola per le chiappe, mi alzai tenendola impalata su di me al centro della stanza. Era sorpresa, piena di desiderio. Continuammo per circa un minuto a chiavare a mezz’aria, poi la poggiai contro l’armadio e sulla scrivania. Fornicavamo selvaggiamente, con gesti inconsulti, Claudia emetteva urla di gioia. Quando avvertì le sue contrazioni, venni copiosamente nel suo ventre, letteralmente inondandola. Eravamo esausti ed increduli, ma ancora eccitati. Ci baciammo voluttuosamente, le leccavo il viso e le tette. Non ero affatto sazio! Visto che l’erezione permaneva, ripresi a spingere piano nella fica. Ben presto sentì il piacere tornare sia in me sia in lei. Chiamammo di nuovo con passione, anche se con meno foga, visti da Marco che, passando per il corridoio, ci gettò un’ardente occhiata. Claudia, stordita, dopo aver goduto una seconda volta, si incamminò sotto la doccia. Io fumai una sigaretta sdraiato, quasi esanime. Dopo qualche minuto raggiunsi la mia ragazza in bagno, per gettarmi anch’io sotto l’acqua. Ci stavamo insaponando e baciando, quando il fratello entrò senza neanche guardarci, per fare pipì. Io ne approfittai per palpare le tette e il culo di Claudia. “Fate presto?” ci chiese Marco. “Anch’io devo fare una doccia, devo uscire”. La voce era strozzata. “Io esco subito” risposi, uscendo dalla vasca ed indossando l’accappatoio. “Se vuoi prendi il mio posto.” Marco, senza farselo ripetere, si denudò e si accomodò accanto alla sorella. Aveva il cazzo in erezione, che a più riprese toccava la pancia di Claudia. “Sei un po’ su di giri – incalzai ridendo – Ti capisco, tua sorella non lascia indifferente nessun uomo!” Claudia intanto, facendo finta di nulla, si era girata e lasciava che Marco le strofinasse il cazzo sulla schiena. Quando la situazione diede cenni di evolversi troppo esplicitamente, venne fuori anch’ella chiedendomi l’accappatoio. Stavolta era visibilmente turbata e, tornata in camera per vestirsi, badò bene a chiudere l’uscio. Ci rivestimmo e decidemmo di giocare a carte. Io scelsi per lei una mutandine in pizzo trasparente, una canotta abbastanza larga e scollata ed una gonnellina a pieghe che usava per casa, molto leggera, infine i sandali che le lasciavano scoperti i magnifici piedini. Ci mettemmo in salotto a giocare a burraco. Dopo poco ci raggiunse Marco, dicendoci che non usciva più. Era chiaramente intenzionato a restare nei nostri pressi. Così lo invitai a giocare con noi. Proposi anche che chi avesse vinto avrebbe deciso il pegno da far pagare agli altri. Prima vinsi io e scelsi di far leccare i piedi di Claudia a Marco. Fecero storie, ma sono sicuro che si eccitarono molto nel farlo. Io impazzì letteralmente! La seconda partita la vinse Marco, che però non sapeva cosa inventarsi. Preoccupato che la tensione si allentasse proposi il pegno di Claudia: essere rasa i peli della fica. Stavolta Claudia si accalorò molto e si oppose con decisione. Marco mi appoggiò naturalmente e lei cedette solo quando minacciammo di farglielo con la forza. La conducemmo in bagno e la denudai lentamente. Quindi la feci sedere sul bordo della vasca e preparai l’acqua. Chiesi a Marco pennello schiuma ed un rasoio pulito. Lui me li porse alacremente. Aprì bene le cosce di Claudia e le sciacquai la vagina, infilandole anche un dito dentro fugacemente, il che mandò Marco in visibilio. Poi dissi a Marco di tenere il manico della doccia, mentre io spalmavo la schiuma da barba sul ciuffetto di Claudia. Marco con la destra teneva il manico della doccia e con la sinistra toccava la coscia della sorella. Io iniziai lentamente a radere la mia ragazza. Claudia era davvero tesa. Per rassicurarla le ripetevo che l’amavo e le intimavo di stare tranquilla, altrimenti avrebbe corso il rischio di farsi male. Quando ebbi finito l’opera sul pube chiesi al fratello di sciacquarla. Questi moriva evidentemente dalla voglia di toccare il sesso della sorella, ma ancora si tratteneva. “Per l’ultima parte – dissi – è meglio che ci spostiamo sul letto, se no corro il rischio di tagliarti sulle grandi labbra”. Ci trasferimmo sul letto e le divaricammo al massimo le gambe. Presi il clitoride e le labbra fra le dita della mano sinistra e con la destra spalmai un po’ il pennello, allo stesso modo mi accingevo a passare il rasoio, quando, rivolto a Marco, dissi: “Dammi una mano per favore, tienile tu la pelle ed io la rado”. Marco lentamente afferrò la vagina di Claudia e con le dita le tirò la pelle. Lasciava che il pollice entrasse un po’ nella vagina. Claudia iniziava di nuovo ad eccitarsi, si bagnava e respirava pesantemente. Conclusa la depilazione, andai a prendere un asciugamano e chiesi a Marco di pulirla. Marco la detergeva sensualmente, masturbandola. “La tua sorellina è davvero eccitata, guarda qui!” Così dicendo presi la mano di Marco ed introdussi il suo dito indice nella fica di Claudia. “Merita un premio, è stata brava”. Mi denudai ed interruppi il ditalino per scoparmela là dov’era. Marco si sbottonò ed iniziò a toccarsi. Me la fottevo forte e veloce, così venni in pochi minuti. Mi staccai da Claudia e mentre Marco continuava a toccarsi. “Accontentalo” ordinai alla mia ragazza. Lei si avvicinò al fratello e glielo prese in mano, titubante, impacciata. Io intanto proseguivo in un dolce ditalino. Dopo poco anche Marco venne, schizzando sulla mano, sul braccio e sulla gamba della sorella. Claudia, confusa, si alzò ed andò in bagno a ripulirsi. Attesi qualche momento, dissi non so cosa a Marco per tranquillizzarlo e raggiunsi la mia fidanzata. La abbracciai e le dissi che era una donna maliziosa ed eccitante, che mi faceva impazzire e che l’amavo. Era diventata il mio giocattolo.

