Mi chiamo Luigi, ho 49 anni, con degli amici, un giorno, decidemmo di andare a caccia nella ex Jugoslavia, dovevamo rimanere una settimana, avevamo preso alloggio in una pensione vicina ai boschi, meta della nostra battuta, il primo giorno partimmo alla mattina presto, ma purtroppo dopo un paio d’ore di cammino io iniziai a sentirmi male, forse per qualcosa che avevo mangiato la sera precedente, sudavo freddo e mi girava la testa, i miei amici non sapevano cosa fare, i nostri cellulari non prendevano la linea ed eravamo lontani dai centri abitati, uno dei miei amici vagando alla ricerca d’aiuto arrivò ad una chiesa, entrò e disse ad una suora che aveva incontrato quello che stava succedendo, la suora si disse disponibile ad aiutarci, così fui portato nel convento, i miei amici dopo essersi messi d’accordo con le suore per venirmi a riprendere quando tornavano dalla battuta di caccia, mi lasciarono.Fui portato in una stanzetta molto piccola, come arredamento c’era solo una rete con un materasso e una sedia che fungeva da comodino, mi lasciarono riposare fino all’ora di pranzo, poi arrivò una suora di circa 50 anni con un vassoio con del brodo, io ormai mi sentivo meglio infatti bevvi il brodo che mi avevano portato e poi parlai con la suora, era di origini italiane infatti parlava abbastanza bene l’italiano, mi raccontò che ero in un convento di suore che fungeva da orfanotrofio, ospitavano una quarantina di bambine e ragazze, mi disse che le tenevano fino ai 18anni e poi le mandavano a servizio presso delle famiglie che le richiedevano, per i primi anni le ragazza tutto quello che guadagnavano lo dovevano versare al convento per rimborsarlo di quello che aveva speso per la loro crescita, e quelle che non venivano richieste per dei lavori venivano obbligate a prendere i voti. Chiacchierammo per tutto il pomeriggio, la suora non aveva molte occasione di parlare con qualcuno che non fosse del convento. Verso sera tornarono i miei amici, ma siccome non ero ancora in forma decidemmo di comune accordo che sarei rimasto presso il convento e loro sarebbero tornati a prendermi prima di rientrare a casa.Era quasi mezzanotte e sentii dei rumori attraverso la porta della mia stanzetta, incuriosito mi affacciai in corridoio e seguii i suoni che sentivo, arrivai dietro una porta chiusa, dall’altra parte giungevano dei lamenti, aprii la porta un poco per sbirciare l’interno, quello che vidi mi lasciò sbalordito, in mezzo alla stanza c’era un gruppo di ragazzine forse 7 o 8, entrambe completamente nude, inginocchiate su dei fagioli secchi, davanti a loro c’era una fila di sedie poste a semicerchio, dove c’erano sedute 5 suore, chiamavano a turno un nome e una ragazza si alzava e si presentava davanti a loro, non capivo bene cosa dicessero le suore, ma sicuramente stavano elencando le mancanze della ragazza di turno, perché la ragazza rimaneva davanti a loro a testa bassa e quando la suora finiva di parlare veniva presa in consegna da altre suore, portata verso la parete della stanza e legata al muro con delle catene e poi veniva frustata.Vedere tutte quelle ragazze nude mi aveva eccitato ma avevo paura di essere scoperto a spiare così dopo un po’ tornai a letto, la mattina dopo quando la solita suora venne da me con la colazione iniziai a chiederle cos’erano quei rumori che si sentivano la notte, lei all’inizio fingeva di non capire ma poi mi raccontò che la sera le ragazze che avevano fatto qualcosa che non dovevano fare venivano punite, mi disse anche che c’erano due gruppi di ragazze, un gruppo era composto da ragazze che erano state mandate in convento dalle loro famiglie, solitamente erano famiglie povere che non riuscivano a mantenere troppi figli, così mandavano le figlie in convento ed erano poi le ragazze che da grandi venivano mandare come serve presso famiglie ricche, c’era poi un gruppo composto da ragazze che erano state abbandonate davanti alla porta delle chiesa, queste ragazze che non avevano una famiglia alle spalle e quindi nessuno che tenesse a loro, erano le più sfortunate perché al contrario delle altre il loro futuro non importava a nessuno e giunte alla maggiore età, chi non voleva diventare suora veniva buttata in strada, alcune finivano nei bordelli che si trovano in paese, altre venivano reclutate da un gruppo di uomini che le portava all’estero con il miraggio di un lavoro e poi venivano messe sul marciapiede, a tutte le ragazze era proibito qualsiasi contatto fisico con altre persone anche dello stesso sesso perché quando venivano reclutate dovevano essere vergini perché così valevano di più.Comunque c’erano delle eccezioni, infatti le suore come tutti gli esseri umani hanno i loro pruriti sessuali, e quindi c’erano un paio di ragazze che venivano educate esclusivamente per il piacere delle stesse.Dissi alla suora che mi assisteva che mi sarebbe piaciuto aiutare in qualche modo il convento per tutto quello che aveva fatto per me quando stavo male, e che se me lo permettevano avrei scelto una ragazza tra quelle senza famiglia e gliel’avrei pagata il prezzo che mi avrebbero chiesto e che mi impegnavo a versare una certa cifra ogni mese per almeno un anno al convento. Devo dire che anche se non sono ricchissimo, lì i soldi hanno un altro valore, infatti con diecimilalire una famiglia di quattro persone ci campa un mese intero, la suora mi disse che avrebbe parlato con la madre superiora della mia proposta e che mi avrebbe dato una risposta la sera.Attesi la sera chiuso nella mia stanza, dopo cena venni chiamato dalla superiora, entrai nella stanza delle punizioni, le suore erano tutte sedute in cerchio, in mezzo a loro c’erano le ragazze senza famiglia, tutte nude, saranno state circa una ventina, quando mi videro entrare cercarono di nascondersi le tette e la figa con le mani, ma una suora con una frusta le rimetteva sull’attenti, la superiora mi disse che accettava la mia proposta, che per loro era una fortuna che qualcuno fosse disposto a prendersi una delle loro ragazze e che fosse disposto a pagarla, tanto quanto ero disposto io, mi disse che potevo scegliere tra le ragazze esposte, infatti erano quello che avevano compiuto i 18anni e che entro il mese sarebbero state mandate via.Io le passai in rassegna una ad una, alla fine ne scelsi una, aveva i capelli biondi tagliati corti, di viso era carina, aveva gli occhi azzurri, le tette erano piccole e aveva la figa ricoperta da radi peli biondi, non era molto alta ed era magrissima e non dimostrava sicuramente i suoi anni.Ci accordammo per il pagamento e la superiora mi chiese quando l’avrei portata via, io dissi che sarei tornato il mese dopo.Rientrai in Italia dopo due giorni con i miei amici, preparai i documenti necessari per portare la ragazzina in Italia come mia moglie, non ci furono problemi e dopo tre settimane tornai al convento, fui accolto calorosamente dalle suore, con quello che avrei pagato per ottenere la ragazza potevano tranquillamente comprare cibo e altre necessità che prima non potevano permettersi, mi portarono la ragazza che avevo scelto, mi dissero che si chiamava Maria, un nome che le avevano dato loro, Maria era molto impaurita, le suore non le avevano detto nulla di quello che le sarebbe successo una volta uscita con me dal convento, però notai con piacere che parlava in italiano, anche se non molto bene.Il giorno dopo come concordato arrivò un prete che ci sposò nella chiesa del convento, la cerimonia non aveva nulla a che vedere con i matrimoni classici, infatti sia io che Maria eravamo vestiti normalmente e come testimoni c’erano quattro suore, finita la cerimonia mi consegnarono i documenti che attestavano il matrimonio che avrei provveduto a far registrare in Italia, salutai le suore, presi per un braccio mia moglie, uscii e salimmo in macchina diretti a casa.Maria per tutta la cerimonia non aveva detto nulla, solo il sì, in macchina rimaneva zitta, e guardava stupita il mondo fuori dal convento, infatti non era mai uscita dal convento da quando c’era finita da neonata.Arrivammo finalmente a casa mia, a lei sicuramente doveva sembrare una reggia, c’erano tutte le comodità che per noi sono ovvie, la televisione, lo stereo, il frigorifero pieno di ogni cosa, lei si guardava intorno non riuscendo a credere alla fortuna che le era capitata, la feci sedere sul divano e mi accomodai di fianco a lei, durante il viaggio le avevo detto che ora lei era mia moglie, e che doveva obbedirmi se non voleva essere rimandata indietro.Per cena ordinai due pizze, lei non ne aveva mai assaggiata una, poi restammo sul divano a guardare la tv, ogni tanto allungavo una mano verso di lei che diventava rossa ma non aveva il coraggio di scansarsi, poi presi a baciarla, lei non sapeva neppure baciare, io cominciai a darle dei baci sulle labbra chiuse poi le forzai le labbra ed entrai con la lingua nella sua bocca, lei rimaneva impassibile tra le mie braccia finché non infilai una mano sotto la sua camicetta accarezzandole il seno, allora lei lanciò un piccolo grido, ma io la tenevo saldamente e non poteva scappare, rimanemmo sul divano a pomiciare per un po’ finchè le dissi che era giunto il momento di andare a letto.Immaginatevi la nostra prima notte di nozze, lei chiaramente era vergine, finalmente eravamo soli nella nostra camera, lei andò in bagno ed uscì indossando una camicia da notte a dir poco ridicola (era parte del corredo che le avevano dato le suore), era di cotone pesante, non aveva neanche un pizzo o un ricamo per rallegrarla, e la copriva completamente fino ai piedi, vedendola così combinata non avrebbe fatto rizzare il cazzo neppure a un ergastolano che non vedeva una donna da trent’anni, e comunque si infilò subito sotto le lenzuola.Quando uscii a mia volta dal bagno vidi che aveva già spento la luce, io mi avvicinai al letto e mi infilai sotto le lenzuola, sentivo lei che tremava e aveva il fiato corto, sicuramente più per la paura che per l’eccitazione e mi venne voglia di sottometterla completamente, le dissi di accendere la luce e lei un po’ titubante accese la piccola lampada che c’era sul comodino, io le dissi che non mi bastava e accesi il lampadario, la stanza si riempì di luce e siccome gli occhi si erano abituati all’oscurità quella luce sembrava ancora più forte.Dissi a Maria che ormai era mia moglie e che non poteva rifiutarmi nulla, la feci alzare dal letto e la portai sul tappeto che si trovava davanti al letto e le dissi che doveva spogliarsi, poi mi rimisi sdraiato sul letto per guardare lo spettacolo che mi avrebbe offerto, lei non sapeva cosa fare era veramente imbarazzata e iniziò a piagnucolare, io persi la pazienza, mi alzai e le mollai una sberla poi le strappai la camicia da notte lasciandola in mutante e reggiseno, allora le dissi di toglierli e lei obbedì, rimase nuda in mezzo alla stanza tenendo una mano sul seno e l’altra a coprire la figa, la lasciai per qualche minuto così poi le dissi di togliere le mani e di cominciare a girare mostrandomi così tutto il suo corpo che per me non doveva avere segreti, poi la feci sdraiare sul letto, le presi le gambe e gliele allargai e con un dito presi ad accarezzarle le labbra esterne della figa, lei era rigida come un manico di scopa, le palpai le tette che erano abbastanza piccole ma sode, le dissi che non doveva vergognarsi di me perché in quel letto avremmo passato tanto ma tanto tempo.Le dissi che doveva imparare a farmi eccitare, le presi la mano e la misi tra le sue gambe incominciando ad accarezzarle la figa poi le dissi che doveva fare da sola, lei non voleva, disse le suore le avevano sempre insegnato che era peccato toccarsi tra le gambe e che quando qualcuna era stata scoperta a farlo era stata severamente punita, le dissi che non me ne fregava nulla delle suore e che se non lo faceva sarei stato io a punirla così dicendo le diedi un’altra sberla, lei allora cominciò ad accarezzarsi la figa, io la guardavo e le ordinai di infilarci dentro prima un dito e poi due, lei sempre piangnucolando lo fece, dopo un po’ le chiesi di tirarmi giù le mutande, lei si avvicinò e prese l’elastico delle mie mutande fra le dita e iniziò a tirarlo verso il basso, subito il mio cazzo uscì fuori, durissimo, lei fece un grido di spavento, sicuramente non ne aveva mai visto uno, le presi una mano e me la misi sul cazzo e cominciai a farmi una sega, preso il ritmo la lasciai proseguire da sola, le presi la testa con le mani e la spinsi verso il mio cazzo, lei non riusciva a capire cosa volessi da lei, quando la sua bocca fu vicina al cazzo le dissi di aprire la bocca, lei mi guardò sbalordita, non riusciva a credere a quello che aveva sentito, ma io le tirai i capelli e quando gridò per il dolore le infilai il cazzo fino in gola, dopo di che iniziai a stantuffarla, ad ogni colpo sentivo che le venivano i conati e le dissi che se mi vomitava sul cazzo le avrei fatto pulire tutto con la lingua, in un attimo di pausa mentre avevo tirato fuori dalla sua bocca il cazzo lei mi chiese se avevo intenzione di farle la pipì in bocca, io mi misi a ridere e le dissi che per il momento non era nelle mie intenzioni ma le avrei sborrato in gola, lei non sapeva neppure cosa volesse dire ma non ebbe il coraggio di chiedermelo perché io le avevo rimesso il cazzo in bocca e le dissi di leccarlo per tutta la lunghezza e poi di leccarmi anche le palle, lei lo fece, quando sentii che stavo per venire le feci tenere la bocca aperta e sborrai, prima sul suo viso e poi in bocca, quando sentì la sborra arrivarle in gola iniziò a tossire, si tolse il cazzo dalla bocca e sputò tutto sul lenzuolo, non ci vidi più dalla rabbia e cominciai a colpirla con le mani sul viso lasciandole il segno delle dita sulle guance, le dissi che era un onore per lei bere la mia sborra e che non doveva più farsene uscire una sola goccia altrimenti la punizione sarebbe stata tremenda, le presi i piccoli capezzoli tra le dita e cominciai a torcerli lentamente, sempre di più finchè lei mi pregò di smettere perché aveva capito la lezione.Il cazzo mi era tornato duro ed avevo una voglia matta di scopare, la feci sdraiare al centro del letto con le gambe divaricate e la penetrai con un dito, lei gridò un po’ per l’intrusione e un po’ perché era completamente asciutta, non si era eccitata nemmeno un po’ e quindi sentiva dolore, io sputai sulla punta del cazzo che portai all’entrata della figa, le misi una mano sotto il culo alzandolo in modo che la figa fosse all’altezza del mio cazzo che presi con una mano e che iniziai a infilarle nella figa, era molto stretta, lei rimaneva rigida e non riuscivo ad entrare, mi abbassai a leccarle le tette e presi un capezzolo fra i denti e lo strinsi piano, lei ansimava dalla paura, alla fine diedi un colpo di reni più forte e il mio cazzo entrò di colpo nella figa, sentii qualcosa lacerarsi e quando tirai fuori il cazzo lo vidi sporco di sangue, lei piangeva, e si divincolava cercando di scappare ma io la tenevo per le tette e continuai a scoparla sempre più forte, non mi stancavo mai, la feci girare e la presi da dietro, aveva la figa tutta rossa e gonfia ma io senza pietà mi infilai ancora una volta dentro di lei, continuai a stantuffarla per almeno mezz’ora, poi mi sdraiai e la feci sedere sopra di me, lei sembrava una bambola senza volontà, io la prendevo sotto le spalle e la facevo alzare e sedere sopra il mio uccello, quando sentii che ero prossimo a sborrare lo tirai fuori e le dissi che le avrei fatto l’onore di venire ancora nella sua bocca e che doveva bere tutto, così fece, anche se le venivano ancora i conati non osò sputare e ingoiò tutto, le dissi che era stata brava e che non doveva preoccuparsi se aveva sentito male, che dopo due o tre volte ci avrebbe fatto l’abitudine e non avrebbe più sentito dolore anche probabilmente le sarebbe piaciuto molto.Mi sdraiai dicendo che dovevo riposarmi per qualche minuto prima di ricominciare, la mandai in cucina a prendere da bere e quando tornò la feci sdraiare di fianco a me dicendole di massaggiarmi il cazzo con le mani, di accarezzarmi le palle e di scendere fino al buco del culo dove poteva infilarmi la punta di un dito, lei obbedì anche se riluttante, mi stava tornando la voglia di possederla, vederla così sottomesse me lo faceva tornare duro, iniziai a carezzarla fra le gambe, malgrado la scopata non si era eccitata ed era ancora asciutta e sicuramente la figa le bruciava perché bastava sfiorarla che sussultava, le chiesi se le facesse male e lei mi rispose di si, allora le dissi che l’era un altro modo per fare godere il proprio marito e che solitamente si usava quando il primo canale era indisposto, lei mi guardava e non riusciva a capire, le sue nozioni sul sesso erano veramente nulle, ma ci avrei pensato io ad insegnarle tutto, la feci sdraiare sulla schiena, le alzai le ginocchia verso il corpo e le dissi di mettere le mani sotto le ginocchia per tenere le gambe alzate e divaricate, in questo modo metteva bene in mostra sia la figa che il buco del culo.Lei aveva paura di quello che poteva succederle ma sapeva che non poteva opporsi, io le accarezzai prima la figa, trovandola sempre asciutta, le infilai ugualmente prima un dito, poi due e infine tre, ma lei rimaneva asciutta allora rinunciai a farla eccitare dopotutto ci sarebbe stato tutto il tempo ora dovevo sverginare anche il secondo canale, le accarezzai l’ano e lei gridò quando forse capì cosa le sarebbe successo, quando le infilai un dito nel culo iniziò a piangere dicendo che era peccato e che saremmo finiti all’inferno, le dissi che lei all’inferno c’era già che quindi poteva rassegnarsi, decisi che non volevo usare nessun lubrificante per la prima volta, in fondo più sentiva male più la cosa mi eccitava, infilai anche il secondo dito, lei si lamentava ma nella posizione in cui l’avevo messa non poteva fare nulla, dopo averle allargato il buco con le dita fu la volta del mio cazzo, che non per vantarmi è davvero grosso specialmente per un culo vergine, lo appoggiai all’ano e iniziai a spingere, lei teneva i muscoli contratti e sicuramente sentiva più male del necessario, io spinsi e la punta del cazzò entrò, lei lanciò un urlo disperato, ormai la punta era dentro e io volevo fare le cose con calma così lo tirai fuori per infilarlo dentro di nuovo, lei ogni volta gridava sempre più forte, lo spinsi più in fondo ma sempre piano piano, sentivo l’anello dell’ano che mi stringeva il cazzo quasi facendomi male, ad un’altra spinta fu dentro per metà, lei ormai si lamentava pregandomi di toglierlo perché il dolore era troppo forte e non riusciva a sopportarlo ma io non mi impietosivo e continuavo a spingere lentamente finchè fui tutto dentro di lei, rimasi qualche istante fermo con il cazzo completamente infilato dentro il suo culo, avevo le palle che sbattevano sulle sue natiche ma spinsi ancora quasi volessi entrare anch’io dentro di lei, poi lo tirai fuori di colpo, si sentì un rumore come quando salta il tappo dello spumante, lei sospirò di sollievo ma io lo rinfilai dentro di colpo, e ad ogni affondo lei gridava, sentivo che avrei potuto incularla per il resto della notte, dopo un po’ la feci girare e mettere alla pecorina e la inculai ancora questa volta più violentemente essendo la posizione più favorevole, quando iniziai a sentirmi stanco, mi sdraiai sulla schiena e le dissi che doveva impalarsi da sola sul mio cazzo ma prima la misi a 69 per farmi pulire il cazzo dal suo sangue e dalla sua merda che aveva lasciato delle strisce marroni sull’uccello, mentre era sopra di me avevo la sua figa e il suo culo davanti al naso, guardai il suo ano era tutto rosso quasi violaceo era talmente gonfio che non si vedeva neppure l’apertura, lo toccai con un dito e lei scattò in avanti per il dolore, le dissi che avevo voglia di godere nel suo culo e che era venuto il momento di farmi vedere se era capace di incularsi da sola, lei mi supplicava di non farglielo fare le faceva troppo male non ci riusciva, ma io non volevo sentire ragione, la feci alzare sopra di me e con le gambe ai lati del mio corpo iniziò ad abbassarsi, bastò solo che il mio cazzò sfiorò il suo ano che scattò di nuovo in piedi gridando di dolore, le dissi che doveva farlo se non voleva tornare al convento dove l’avrebbero mandata in qualche bordello, lei rassegnata ci riprovò ma doveva sentire davvero molto male allora decisi di aiutarla mentre si abbassava la presi per i fianchi e con un colpo di reni la inculai quando la punta fu dentro di lei le dissi di ringraziarmi per l’aiuto ma che ora doveva infilarselo tutto dentro, lei piano piano si abbassò e sempre piangendo e stringendo i denti riuscì a farlo entrare tutto, quando si fu seduta sopra di me la lasciai ferma per un po’ poi le dissi di abbassarsi a baciarmi, lei lo fece e il movimento le provocò nuovo dolore, non ce la facevo più dissi che stavo per venire nel suo culo e che lei doveva aiutarmi infatti prima venivo prima avrei finito di tenere il cazzo nel suo culo, lei si impegnò si alzava e si abbassava con la forza della disperazione e più del massaggiò del suo ano furono le sue smorfie di dolore che alla fine mi fecero sborrare come mai prima di allora, rimase accasciata sul mio petto con il mio cazzo che si stava smosciando sempre infilato nel suo culo, quando fù completamente mosciò uscì da solo dal culo con un plop!, lei non si muoveva più solo ogni tanto la vedevo sussultare per i singhiozzi che ancora la assalivano.Le dissi che come prima notte di nozze non era stata male e che adesso che tutti i buchi erano aperti le cose sarebbero state più facili, la feci sdraiare contro di me e mi addormentai.La mattina mi svegliai, lei era ancora sdraiata vicino a me, non si era mossa per tutta la notte, la guardai stava ancora dormendo, mi misi con la testa fra le sue gambe e con la lingua iniziai a leccarle la figa, lei si svegliò di colpo, con una mano la tenni sdraiata mentre continuavo a leccarla, continuai a lavorarla per almeno un quarto d’ora e finalmente lei iniziò a rilassarsi, le feci notare che se rimaneva tranquilla la sua figa avrebbe iniziato a bagnarsi di una sostanza viscida che avrebbe aiutato la penetrazione rendendola piacevole anche a lei, le presi una mano e gliela misi sulla figa che iniziava a bagnarsi, le feci infilare un dito dentro di se poi glielo feci leccare, mi rimisi tra le sue gambe e la leccai a lungo alla fine sentìì che era completamente rilassata e mi accanìì con la lingua a massaggiarle il clitoride, era diventato duro sembrava un piccolo pene, lo presi tra le labbra e la sentii sussultare questa volta per il piacere infatti stava godendo, mi mise una mano sui capelli per non farmi allontanare la bocca dalla sua figa, ma non era mia intenzione, infatti continuai a leccarla anche dopo che era venuta, le infilai un dito nella figa e la massaggiavo delicatamente lei mi disse che era bellissimo che non aveva mai provato una cosa simile, quando sentii che era sul punto di venire un’ennesima volta la penetrai con il cazzo molto lentamente, lei gemeva questa volta di piacere e iniziò a sua volta a muoversi per prendersi tutto il piacere che il mio cazzo poteva darle, venne gridando io mi sfilai da lei e sborrai sulla sua pancia, lei rimase sdraiata, stravolta mentre io le spalmavo tutta la mia sborra sul corpo.La guardai aveva un’espressione felice sul volto, mi disse che non lo credeva possibile, che la sera precedente era stato un’incubo ma che questa mattina era davvero contenta di essere lì.Ci alzammo per fare colazione e poi tornammo a letto dove passammo tutto il giorno a fare l’amore, solo quando la inculai sentì male ma questa volta durante l’inculata mi premurai di accarezzarle la figa con la mano e riuscii a farla venire anche con il cazzo nel culo, infatti il godimento superò il dolore.Per tre giorni non uscimmo di casa, ormai scopare piaceva anche a lei l’unica cosa che non riusciva a sopportare era l’inculata ma sopportava ugualmente per farmi piacere, le dissi che era diventata fantastica a letto e che avrei voluto provarla anche con qualche amico, lei mi sorrise e mi disse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per farmi felice.Ma questa è un’altra storia……..
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