Era proprio una gran bella palestra. Pulita, attrezzata e non troppo affollata, l’ideale per uno che,come me, vuole cercare di salvare il salvabile dopo mesi distudio indefesso.Così mi trovai a frequentarla spesso, io che non sono mai statoun "rambista", e quell’anno, visto che non avevo programmi particolari,continuai ad andarci fino all’inizio di agosto. Un pomeriggio, caldissimo, ero nello spogliatoio a guardarmi ipettorali, come sempre illusoriamente rigonfi dopo i pesi. Dentro lo spogliatoio, assai angusto per la verità, eravamo soloin quattro, e io ero il più piccolino! Gli altri tre erano dei bestioni, uno faceva la doccia, col penemoscio e scappellato che penzolava, gli altri due, nudi ancheloro, si asciugavano i capelli. Guardare i loro membri mi ha sempre un po’ angosciato,confrontandoli al mio… ma soprattutto le palle eranoimpressionanti, enormi, gonfie. Ero assorto in questi pensieri non proprio filosofici quando siapre di botto la porta scorrevole, e irrompe dentro lospogliatoio una ragazza!Noi tre seduti sulla panca ci giriamo di scatto, e rimaniamoimmobili, increduli.Lei non sa dove posare lo sguardo, borbotta frasi tipo "misono sbagliata, scusate, dov’è lo spogliatoio femminile"ecc.. Ma non accennava ad andarsene, e io cominciavo a sentirmi un pòimbarazzato, in verità. Il bruto che era sotto la doccia siaffaccia e, come se fosse la cosa più normale del mondo, le dice"non fa niente, puoi cambiarti qua, per noi non c’èproblema.." ed esce dalla doccia, col pisellone dondolante. Lei, una ragazza mora, molto procace e provocante anche se intuta (o forse proprio per quello) per un attimo posa lo sguardosul cazzo di lui.L’atmosfera è rarefatta, elettrica.Noi sulla panca guardiamo come fossimo davanti a uno schermo. Luisi avvicina, la sfiora ancora gocciolante, le dice "vuoi cheti aiuto?"Lei resta interdetta, mentre lui abilmente strofina il cazzo checomincia a irrigidirsi sulla coscia di lei, che istintivamente laritrae. Mentre ancora lei cercava di articolare qualche parola, lui lemise una mano in mezzo alle gambe, e cominciò a carezzare,sempre più violentemente. intanto dovette incurvare la schiena,per dare spazio al pene ormai eretto e gonfio. Allora lei evidentemente perse il lume della ragione, perchècominciò a mugulare, a leccarsi le labbra, infine, come peraggrapparsi furiosamente, prese in mano il cazzo. Lui, ansando e sbuffando, le prese la nuca con l’altra mano, e laspinse a sè, per un bacio oscenamente torbido, infinito, duelingue primordiali che lottavano…intanto lei faceva su e giùcon la mano, scappellandolo e ricoprendolo, piano piano… poilui le calò con difficoltà i calzoni della tuta, aderenti, e lemutandine. Ora lei stava col culo roseo proprio davanti a noi tre seduti,che nel frattempo ci stavamo ovviamente eccitando! Poi si chinò, mettendoci praticamente il culo in faccia, eglielo prese in bocca, avidamente, leccandogli prima l’asta e poila cappella rossa, per poi ingoiarlo con lascivia. A quel punto il tizio seduto accanto a me, anche lui muscoloso evisibilmente eccitato, si alzò, fissando il culo da cui siintravedeva la peluria della fica. Le infilò un dito dentro lo spacco ormai fradicio lei sussultò,mentre continuava a spompinare l’altro, con ancora maggiore foga.Il tizio tolse il dito bagnato, e piano glielo infilò in culo,roteandolo dolcemente. Lei cadde in ginocchio, anzi direi carponi, al che il tizio presein mano il suo cazzo duro, e lo infilò nella fica di lei, dadietro, bofonchiando qualcosa come "cagna, sei una cagna,ora ti scopo e ti faccio del male, troia" e via così.Lei lasciò per un attimo il cazzo e si girò per guardare infaccia chi la stava montando, Era rossa e sudata, il ritratto del sesso più sfrenato. Subito la sua testa fu rigirata dalle manone del primo tizio, cheevidentemente voleva concludere.Il terzo intanto, accanto a me, aveva cominciato a farsi unasega, guardando la scena. Lei, con la coda dell’occhio avvedutasi di questo, prese colcazzo ancora in bocca le chiappe del primo tizio, spostandololeggermente verso la panca. Poi si staccò dal cazzo, eavidamente si mise in bocca il cazzo di quello a fianco a me! L’altro intanto continuava a montarla, era una scena incredibile,una vera troia con un cazzo in fica, uno in bocca e uno in mano,a turno. Il primo a essere sbocchinato cominciò a dimenarsi, adansare, allora lei si staccò dal cazzo, continuando a muovere lamano e leccando la cappella, finché lui non venne, e un fiottocopioso di sborra le schizzò sulla faccia, sulla lingua, suicapelli. Lei leccò tutto, fino ai coglioni, poi si leccò la faccia,mentre anche il tizio che se la montava le veniva sulla schiena. Lei, ancora non soddisfatta, era ormai concentrata sul tipo afianco a me, glielo leccava e intanto si toccava la fica e ilculo… e intanto mi guardava non resistetti, mi alzai e le corsidietro, le aprii le cosce con le mani, vidi il buchetto del culoche si dilatava, presi il mio modesto cazzo e la inculai. Si, la impalai senza lubrificanti, senza preavviso! Lei urlò, si girò verso di me cogli occhi spalancati, e poisorrise, del sorriso più porco che avessi mai visto! Eccitatissimo ci detti dentro, per quel culo stretto e bollente. Quasi all’unisono quello sulla panca le sborrò in faccia, mentreio le venni direttamente in culo, tenendole le chiappe con lemani. Ci accasciammo tutti e quattro sulle pance, mentre lei, piena disborra in faccia e sulla schiena, si infilò sotto la doccia, incinque minuti era lavata e vestita, e senza dire niente, uscìdallo spogliatoio.Noi quattro rimanemmo attoniti, pensando di avere finalmentequalcosa da raccontare agli amici.
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