Mi chiamo Mario ho 39 anni e faccio il medico, sono impiegato presso il locale ospedale, ed ho una posizione invidiabile, sono single per scelta, voglio vivere in tranquillità e senza impegni.Qualche anno fa ho acquistato un attico in un grande condominio vicino al centro, ho cercato un grande stabile perché li ognuno può fare la sua vita senza che la gente s’interessi a lui, ho bisogno di passare nel più discreto anonimato.Questo perché ho una seconda vita, infatti, quando smetto i panni del medico, torno a casa e divento Michela, ho incominciato da piccolo in famiglia, a sentire attrazione per l’abbigliamento intimo femminile, una madre subito rimasta vedova dopo la mia nascita, e tre sorelle maggiori che mi coccolavano e mi accudivano con dolcezza, facendomi partecipare ad i loro giochi femminili, prima le bambole, poi le sfilate di moda a cui mi facevano assistere, mi hanno profondamente segnato, ricordo il profumo della biancheria quando la tiravano fuori dai cassetti.Poi crescendo potei ammirare i loro corpi cambiare e mi accorsi di invidiarle, quando si facevano le confidenze sui loro amori.Allora non avevo coscienza della mia vera identità, poi crebbi ed andai all’università, mi trovai un piccolo appartamentino dove poter studiare in pace, e li ebbi anche i miei primi rapporti con le ragazze, (ero e sono un bel ragazzo), ma sentivo che qualcosa non andava, mi sentivo in trappola, mi piaceva stare con loro, ma quando si trattava di fare sesso, tutto si spegneva come il mio interesse per loro.Mi mancava la mia famiglia, e tornavo spesso a casa nei fine settimana, dove riuscivo a riempire la mia vita con le chiacchiere con le mie sorelle, loro si prendevano cura di me mi lavavano i vestiti e la biancheria che sporcavo in settimana, mi piaceva essere coccolato.La luce si accese un lunedì, di ritorno al mio appartamentino, aprì la borsa con la roba pulita da rimettere a posto, e nel farlo tra la mia biancheria, trovai un paio di mutandine bianche in cotone con il bordino di pizzo, sicuramente non erano mie, probabilmente di mia sorella Teresa la più piccola delle tre, mi aveva stirato lei la biancheria e, per sbaglio deve averle infilate nella mia borsa.Con un sorriso pensando alla sua sbadataggine, le riposi in cima alle mie dentro il cassetto, per non dimenticarmi di riportargliele il venerdì successivo.Feci una doccia e mi misi a studiare, per il giorno dopo, ma non riuscivo a concentrarmi, mi sentivo stranamente nervoso, sarà stato per la mancanza di sesso, mi ritrovai a pensare a quelle mutandine chiuse nel cassetto, e mi trovai il cazzo duro, non so che cosa mi portò ad alzarmi ed a prendere le mutandine.Le odorai, le palpai, poi come in trance le avvolsi intorno al mio pene e mi masturbai, in un attimo godetti riversando un fiume di sborra, che sporcò anche le mutandine.Scioccato andai in bagno e le lavai, quindi le misi sul termosifone ad asciugare, tornai a studiare ma accortomi che quella sera non avrei cavato un ragno dal buco, decisi che era meglio andare a dormire.Feci dei sogni strani e passai la notte in uno stato d’agitazione, il mattino mi risvegliai in un bagno di sudore, così per rimettermi in sesto mi feci una doccia.Terminata la doccia, mi ricordai delle mutandine stese sul termosifone, le presi e vidi che erano asciutte, ero ancora nudo e quel contatto con l’indumento mi fece tornare il pene duro, ero di nuovo eccitato, ma si era fatto tardi e dovevo uscire, quindi le posai sul letto e mi rivestii per andare a lezione.Per tutta la giornata ripensai non feci che ripensare a quello che era successo la sera prima, ero talmente preso che non mi ricordo di aver seguito la lezione.Tornai a casa e con il cuore in gola, entrai in camera e vidi le mutandine ancora posate sul letto dove le avevo lasciate, mi stesi sul materasso e le presi in mano, avevo il cazzo talmente duro che mi faceva male.Mi spogliai restando nudo, e giocai con il mio pene a lungo prima di godere di nuovo.Mi feci la doccia e poi quando stavo per rivestirmi, sentii l’impulso di provare ad indossarle, agitatissimo mi infilai le mutandine da donna, vedevo il mio pene riempire la stoffa leggera, ed il sottile bordino in pizzo che mi incorniciava le cosce, era una sensazione splendida.Da quel giorno iniziai a portale sempre appena rientravo a casa, ed anche per dormire, avevo delle erezioni tremende e godevo come mai in vita mia.Mi ritrovai a guardare le donne che incontravo durante la giornata, ma non più con desiderio, cercavo invece di scoprire la loro femminilità, come erano vestite, come camminavano, come accavallassero le gambe mentre si sedevano, non erano le ragazzine ad interessarmi, sempre vestite sportive e così poco femminili, ma mi piaceva spiare le donne mature, semplici casalinghe, mentre facevano la spesa al supermercato, pensavo che sprigionassero femminilità da tutti i pori.Ero entrato in un circolo vizioso che trovavo molto appagante.Fu durante una mia visita in un grande centro commerciale che ebbi la vera folgorazione, stavo girovagando per il reparto attiguo a quello della lingerie, quando vidi un donna aveva circa 50 anni, grassottella, e con i capelli tinti biondi, vestita con un tailleur marrone, stava prendendo in mano di coordinati mutandine e reggiseno in pizzo bianchi, li guardava e sembrava indecisa su quale prendere, io la spiavo da lontano.Quando lei parve accorgersi del mio interessamento, si fece più sfacciata e presa a guardare i capi più sexy, io feci finta di niente e mi allontanai, ero quasi arrivato alle casse quando mi sentì battere sulla spalla, mi voltai e vidi la signora di prima.”Scusi per la mia faccia tosta, ma dovrei chiederle un favore “.”Mi dica signora”.”Non mi giudichi male, ma avrei bisogno di un parere maschile, devo fare un regalo ad una mia nipote e sinceramente non saprei che cosa prendere, sa ha appena trovato un fidanzato e vorrei che fosse carina”.”Io veramente non saprei”, risposi imbarazzato.”Guardi io ho visto dei completini, ma vorrei che lei giudicasse, come uomo mi capisce”.”Se vuole”.”La ringrazio, non le farò perdere tempo”.La seguì al reparto lingerie, lei mi mostrò in completini, erano tutti molto carini, gli dissi che il nero era sicuramente più sexy, un paio di mutandine a culottes tutte in pizzo ed un reggiseno a balconcino con i ferretti quasi trasparente.Lei mi ringraziò per il consiglio, e fece per allontanarsi quando, mi venne un idea, le dissi che avrei voluto regalarne uno alla mia ragazza, ma che mi vergognavo ad andare a pagare alla cassa, le chiesi se avesse potuto pagarlo lei per me, io le avrei dato i soldi, lei per ringraziarmi del favore che le avevo fatto acconsentì.Per non sbagliarmi presi una 4° misura la stessa delle mutandine di Teresa, lei mi sorrise e si recò alla cassa a pagare, uscì e mi diede il pacchetto.Ci salutammo ed io agitatissimo corsi a casa, stringevo quel pacchetto tra le mani quasi avessi paura che mi cadesse e si rovesciasse in terra il contenuto, davanti alla gente.Arrivai a casa ed aprì il pacchetto, gettai via i miei vestiti ed indossai le mutandine, erano un po’ strette forse per la mia eccitazione, il reggiseno invece aveva le coppe troppo grandi per me, pensai di imbottirle con del cotone, poi mi guardai allo specchio ed in quel momento capì quale era la mia vera realtà, ero diventato Michela.Per giorni ho indossato le mutandine sotto i miei vestiti ed appena tornavo a casa infilavo anche il reggiseno, poi un sabato tornando da mia madre, presi il coraggio a due mani, entrai in camera di mia sorella e nei suoi cassetti trovai parecchi paia di collant, ancora nel suo cellofan, ne presi due uno nero ed uno color carne.Inutile dirvi il piacere che mi diede sentire quelle calze sulle gambe, ormai le portavo anche all’università, sotto i pantaloni.Da allora ho cominciato ad acquistare regolarmente i capi, in genere sceglievo i grandi magazzini dove la gente è poco interessata a quello che fai e le commesse non fanno mai commenti.Alla sera poi indossavo il tutto e passavo le ore studiando vestito da donna, trovavo un piacere immenso e non dovevo nemmeno più ricorrere alla masturbazione, passavano anche due o tre giorni prima che sentissi il bisogno di toccarmi ero già felice di sentirmi Michela.Poi mi laureai e trovai lavoro in una grande città, prima andai a vivere in un appartamento in affitto, e dopo un paio d’anni feci la pazzia, comprai l’alloggio, l’attico in cui vivo adesso.La città mi diede la possibilità di trovare quello che mi mancava, comprai una parrucca, corta bionda molto mossa, poi trovai un negozio dove vendevano scarpe ed avevano il mio numero il 43, lo svaligiai letteralmente, poi i vestiti li scelsi al mercato, nel frattempo scoprì Internet e la miriade di negozi che vendono on-line, nel più completo anonimato potevo avere tutto quello che mi piaceva.Adesso mi piaceva alla sera sul tardi, uscire di casa come Michela, ed andare a spasso per la città, non ho mai dato confidenza a nessuno, e non frequento i locali per travestiti, mi piace essere solo me stessa.Questo modus vivendi è proseguito fino ad un paio di mesi fa, prima di scoprire una cosa incredibile.

