Ormai eravamo liberi da ogni tabù per quel che riguardava il campo sessuale e le femmine delle nostre famiglie. Il livello di affiatamento che avevamo raggiunto era ottimo e ci faceva sentire anche speciali.Già, quello che avevamo instaurato fra di noi era qualcosa di unico e ne eravamo pienamente consapevoli.Di certo non era qualcosa di cui si poteva parlare liberamente con tutti ma noi sapevamo e questo ci bastava.Il tempo passava e le nostre esperienze si accumulavano, sia quelle vissute singolarmente da ognuno di noi, narrate agli altri, sia quelle che vivevamo in gruppo.Nessuno aveva la ragazza, intesa come una storia seria, solo delle storie che non duravano nel tempo. Forse anche a causa del nostro modo di avvicinarci al mondo del sesso, dissacrando quei vincoli nei riguardi delle donne delle nostre famiglie, oppure a causa del gruppo che avevamo creato, un branco, a cui appartenevamo prima di ogni altra cosa.Avevamo fatto le nostre prime esperienze di sesso, anche riuscendo a scambiarci le ragazze in alcuni casi, senza problemi di gelosie. Dopo le condivisioni dei segreti e delle visioni delle rispettive madri e parenti femmine in genere era difficile che ci creassimo delle gelosie in merito a delle ragazze.Stavamo passando un periodo di noia sul lato sesso, era da un po’ che non facevamo nuove esperienze e la cosa iniziava farsi sentire. Poi accadde che…Un giorno di inizio primavera, anche se piovoso, io e Carlo decidemmo di prenderci una vacanza da scuola e, a causa del tempo, andammo alla sede per passare il tempo prima del dovuto rientro nelle rispettive case.Prossimi alla baracca vedemmo Serena, la sorella maggiore di Carlo, entrare nella nostra sede.Noi due ci guardammo e l’intesa fu immediata, senza proferire parola. Ci avvicinammo in silenzio, mettendoci al riparo dalla pioggia, sotto una specie di veranda che avevamo costruito sul retro della baracca.Senza far rumore abbiamo cercato ognuno una feritoia fra le assi delle pareti. Serena stava scrutando l’arredamento, poi iniziò a frugare, la cosa mi dava fastidio, e sono certo anche a Carlo, specialmente a lui, dato il rapporto burrascoso che aveva con sua sorella.Trovò il nostro scrigno con la collezione di intimo sgraffignato, restò di stucco nel vedere quella raccolta, poi notò quello che speravo non notasse, i piccoli cartellini con i nomi.Infatti dopo un po’ che avevamo iniziato tale raccolta ci siamo resi conto che iniziavamo a non ricordare esattamente le proprietarie di ciascun indumento, quindi decidemmo di applicare ad ognuno di essi dei piccoli cartellini con i nomi delle rispettive proprietarie.Iniziò a leggere i nomi e ben presto capì, ce ne rendemmo conto dall’espressione che le si dipinse in volto. Dopo lo shock iniziale si mise a rovistare, cercava i suoi indumenti e li trovò. Poi si dedicò a vagliare il resto della biancheria. La sua attenzione si focalizzò su di un paio di mutandine della madre di Sergio, di quelle che sul davanti hanno una spacca verticale, uno dei pezzi pregiati della nostra collezione.Dopo aver rimesso apposto lo scrigno continuò la sua esplorazione, sino a quando trovò la raccolta di giornali porno. Iniziò a sfogliarne una, prima con fare divertito, poi interessato. Si stese sul divano. Dopo averne viste un paio si tirò su la gonna infilandosi la mano sul sesso. Questo ci permise di scoprire che portava un paio di autoreggenti ed un tanga, entrambi di colore nero, facendoci eccitare molto. Comunque in quanto ad eccitazione di certo lei non era da meno, la sua mano si muoveva decisa ed il suo respiro era irregolare.Tirò fuori dalla tasca una spazzola, scostò di lato le mutandine e si infilò il manico nel sesso iniziando a masturbarsi ad occhi chiusi.La prima cosa che mi venne in mente fu che solo una ragazza se ne poteva andare in giro con una spazzola in tasca, la seconda cosa fu che era il momento di entrare. Rivolsi lo sguardo verso Carlo che mi capì al volo. Ci portammo davanti la porta ed entrammo.Serena ebbe un colpo, d’istinto tirò giù la gonna e strinse le gambe, lasciando la spazzola al suo posto, di sicuro credendo che non ci fossimo accorti della sua presenza. Sbagliando ovviamente.Cercò di alzarsi ma noi la bloccammo e le chiedemmo cosa facesse li dentro. Lei penso di aver trovato una scappatoia, un punto di cui avvalersi per averla vinta su di noi.Adagiandosi sul divano, assumendo un’aria superiore, ci disse che aveva dato un’occhiata a quello che avevamo la dentro e che di sicuro i nostri genitori non interessava di certo la nostra collezione di giornali porno ma di certo sarebbero stati interessati a tutta quella lingerie, specialmente le nostre madri.Noi ci scambiammo uno sguardo poi ci sedemmo sul divano, stringendola fra di noi, Serena rimase sconcertata dalla nostra reazione ma cercò di mantenere il controllo. Riuscendoci almeno sino a quando Carlo le chiese di dargli la spazzola. Poveretta, rimase a bocca aperta, pietrificata.Anche quando il fratello le infilò la mano sotto la gonna non fece neanche una mossa, salvo avere un fremito che la scosse tutta quando lui iniziò a muovere la spazzola dentro di lei.I due si guardarono in faccia, non potei vedere i loro volti, mi sarebbe piaciuto.Sembrava che si fossero dimenticati di me, ma io c’ero, e mi manifestai posando la mano sulla gamba di Serena, la massaggiai leggermente, le tirai su la gonna, volevo farle aprire le gambe ma non ci fu bisogno perché lo fece da sola.Se sino a quel momento c’era la possibilità che fossimo noi a costringerla, cosa che mi avrebbe di certo fatto smettere, con quel movimento ci aveva fatto capire che ci stava.Infatti avvicinò il viso a quello del fratello ed iniziarono a baciarsi.Io abbassai lo sguardo e mi beai della visione di quelle cosce, che sembravano fatte per essere palpate, e del suo sesso dilatato dal manico della spazzola. Feci risalire la mano e raggiunsi quell’antro, che era caldo e umido, iniziando a dedicargli le mie attenzioni che lei dimostrò di gradire emettendo dei flebili gemiti attutiti dalla bocca del fratello.Carlo estrasse la spazzola dalla sorella e, staccatosi dalle sue labbra, se la portò sotto il naso per odorarla, lei dopo averlo osservato si ricordò di me che nel frattempo avevo sostituito la spazzola con le mie dita, si girò e mi offri le sue labbra.Ci liberammo dei vestiti, rimanendo completamente nudi noi mentre Serena tenne le calze, lei si trovava tra di noi che le presentavamo le nostre erezioni.Si inginocchiò e afferrati entrambi i nostri membri si dedicò a loro. Presto la dovemmo fermare perché ci stava portando irreparabilmente verso l’orgasmo. L’abbiamo fatta stendere sul divano per poterci dedicare a lei. Carlo tuffò la testa fra le sue gambe mentre io mi dedicai al suo seno, ciucciandogli i capezzoli, infilandogli la lingua in bocca, senza crearmi problemi per il fatto che poco prima aveva ricevuto i nostri membri.Suo fratello si tirò su e si inginocchiò fra le sue gambe per poi penetrarla, lentamente, mentre lei lo fissava.I primi colpi che Carlo le diede furono lenti, decisi, assaporati da entrambi in modo intenso, io mi annullai per lasciare loro quel momento.Quando le cose avevano preso il ritmo giusto mi feci avanti presentandomi a Serena che si dedico anche a me con la sua bocca.Il mio amico non resistette molto dentro la sorella, infatti eruttò il suo desiderio sulla sua pancia.A quel punto toccò a me, che le inondai la bocca.Serena si mise in ginocchio per poter dedicare le sue attenzioni orali al fratello, che ripulì ben bene, e mi presentò uno spettacolo sublime.Le mie mani si impossessarono di quelle natiche, palpandole con decisione, poi avvicinai il viso ed iniziai a percorrere quella carne con la lingua.Il sapore del suo sesso era di certo misto a quello del fratello ma non mi dette fastidio, me ne sorpresi. Serena sembrava gradire dato che si dimenava e mugolava di continuo, specialmente quando feci scorrere la lingua nel solco anale, per poi concentrare le mi attenzioni proprio a quel forellino che tanto mi attraeva quando lo vedevo adoperato nelle riviste porno.Sazio di lingua mi posizionai e, afferrati i suoi fianchi, la penetrai, iniziando a muovermi con decisione ma lentamente. Non mi scatenai perché avevo altro per la mente, per l’esattezza avevo in mente il suo culo!Infatti abbandonai quel posto caldo e umido in cui mi trovavo e mi posizionai all’ingresso del forellino tanto agognato. Iniziai a spingere, lei bloccò le attenzioni che stava donando al fratello e sembrò concentrarsi su quello che le stavo facendo, non protestò come mi aspettavo facesse.Presto mi ritrovai completamente piantato in lei e presi a muovermi, sicuramente non era vergine neanche lì, e la cosa non mi dispiacque affatto.Non mi saziai di quel buco ma ne godetti abbastanza da non dispiacermi quando lei volle cambiare posizione perché disse voleva provare una cosa che la stuzzicava da tempo.Mi fece sdraiare per poi impalarsi sopra di me, mosse il bacino, come per sentirmi meglio, poi si stese sopra il mio corpo e disse al fratello di farsi sotto. Una doppia penetrazione! La cosa era nuova anche per noi.Carlo si industriò per trovare una buona posizione fra le nostre gambe poi la penetrò.I primi movimenti non furono facili, eravamo inesperti ma riuscimmo a trovare un giusto sincronismo nei movimenti, iniziando a darci dentro.Lei sembrava andata nel pallone, parlava a fatica e diceva cose strane, ma si vedeva che godeva molto.Carlo ebbe il piacere di venirle dentro mentre io mi dovetti trattenere per poi essere gratificato nuovamente dalla sua bocca.Eravamo stanchi ma tutti e tre paghi, si leggeva sulle nostre facce.Una volta rivestiti parlammo di quello che avevamo fatto, della biancheria che aveva visto e della sua provenienza.Sia io che Carlo cercammo di non entrare troppo nei particolari, svelando tutti i fatti, le nostre esperienze di guardoni familiari di gruppo.Le spiegammo anche l’importanza della discrezione, specialmente per il fatto che loro due erano fratelli e se si fosse saputo in giro sarebbe stato un guaio.Da parte nostra poteva stare sicura, la segretezza nel nostro gruppo era alla base di tutto.Nel sentire la parola “gruppo” lei ebbe un guizzo nello sguardo e ci chiese se avevamo intenzione di dirlo a loro.La nostra risposta fu sincera, le spiegammo che fra di noi non c’erano segreti, ma l’affidabilità di ognuno di noi era sicura.Poi le chiesi se aveva già avuto rapporti anali e lei, prima con un poco di reticenza, iniziò a raccontarci della sua vita sessuale.Ci disse delle volte in cui perse le sue due verginità e del fatto che era molto attratta dal sesso ma aveva paura a esporsi troppo per poi passare per una poco di buono, infondo il centro abitato in cui viviamo, anche se non piccolo, non si può definire una grossa città, dove è facile incontrare persone che non ti conoscono e non conoscono persone a te vicine.Era un poco triste mentre ci spiegava queste cose e suo fratello l’abbracciò e gli disse che non doveva più preoccuparsi di ciò, d’ora in avanti ci sarebbe stato lui e si scambiarono un bacio.Prima di andare via le abbiamo fatto promettere che non sarebbe più entrata li dentro senza il nostro permesso, aggiungendo che comunque l’avremmo invitata spesso.Serena accettò di rispettare la nostra privacy e si augurò di essere invitata al più presto per poter ripetere l’esperienza che aveva appena vissuto.Quando nel pomeriggio ci incontrammo con gli altri e raccontammo cosa era avvenuto nella mattinata, ci fu prima incredulità da parte loro che credevano ad uno scherzo, scomparsa quando entrammo nei dettagli di quello che era accaduto, sostituita da un’eccitazione che placammo tutti con il solito rito della masturbazione collettiva.Inutile dirvi che un paio di giorni dopo invitammo Serena che si fermò con noi per tutto il pomeriggio, durante il quale oltre me e Carlo anche Sergio, Pino e Gianni saggiarono le sue doti.
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