Il castello La mattina seguente non andai al lavoro, mi sentivo ancora stranita per quanto successomi, cosi passai il week-end a riflettere.L’esperienza per quanto piacevole era stata devastante per il mio essere, soprattutto a livello emotivo.Al paragone tutti i partner precedenti mi sembravano ridicoli e banali.Quel loro affannarsi a essere carini e gentili con me ora mi appariva vuoto e inutile.Con Marco la banalita’ non esisteva, ma al contempo mi sentivo usata come un oggetto, e forse era proprio questo che me lo rendeva intrigante.Un vero stallone da monta, per me che mi ero sempre considerata superiore all’uomo in questo campo, e che in breve aveva distrutto tutte le mie certezze in materia.Ero indecisa se proseguire il rapporto con lui, ma al tempo stesso sentivo che non ne potevo fare a meno.Cosi tra un dubbio e l’altro passo’ una settimana, dove non lo cercai e dove lui non cerco’ me.Pensavo che non mi avrebbe piu’ chiamata, dopotutto mi ripetevo, chissa’ quante donne ha un uomo cosi’.Ma mi sbagliavo ancora. La settimana successiva, dimentica del fatto che avesse il mio cellulare e sapesse dove abito, egli riusci ancora a sorprendermi, facendosi trovare sotto casa mia.Era in macchina quando rincasai dal lavoro e subito riconoscendo l’auto, il cuore mi balzo in gola.Calmati mi ripetei, e’ mai possibile che il solo vederlo ti provochi una simile reazione, che sei diventata una ninfomane??? Ma tutti i miei propositi di mandarlo a quel paese per non essersi piu’ fatto sentire sparirorno al volo appena scese e mi venne incontro salutandomi calorosamente come si saluta un’amante.Non mi lascio neanche il tempo di reagire che subito mi abbraccio e mi diede un bacio appassionato, che avrebbe fatto perdere la testa ad una santa.Lo invitai inebetita a salire per bere qualcosa ma lui mi precedette, no dai andiamo a mangiare che poi ti porto in un posto “divertente” e io a quelle parole acconsentii, sentendomi gia’ vagamente eccitata.Il ristorantino non era nulla di eccezionale anche se mangiammo molto bene ed io in effetti apprezzai molto il vino.Una volta usciti ero abbastanza brilla, anche se non in maniera eccessiva.Lungo la strada mi ricordo’ di quando in chat mi aveva parlato delle fantasie alla Histoire d’O e la discussione si fece immediatamente calda.Lui mi disse di appartenere ad una specie di confraternita dedita a tutti i piaceri della carne, che di tanto in tanto si riuniva in un castello (ma tu guarda che fantasia).La serata passata a casa sua era solo stato un test di ammissione e trasalii quando mi disse che il tutto era stato filmato e mostrato ai suoi amici, che avevano gradito molto la mia performance.Mi avevano giudicato molto eccitante e spegiudicata, oltre ad aver dimostrato un’eccellente resistenza al dolore.La cosa in parte placo’ la mia ira, nel sapermi mostrata in un momento tanto intimo.Lui prosegui dicendomi che se volevo ritirarmi dovevo farlo subito, perche’ dopo non avrei piu’ avuto l’occasione di farlo.Io gli esternai tutti i miei dubbi, sul fatto ad esempio che non intendevo subire cose sgradevoli tipo escrementi o danni permanenti.Lui mi rassicuro’ al riguardo dicendomi che simili cose non rientravano nel loro modus operandi, e che non avrei avuto segni indelebili, a parte forse dei piercing.Gli dissi allora che accettavo e ci dirigemmo al castello.Appena imboccata la strada mi sembro’ di entrare in una dimensione un po’ aliena e misteriosa, non adatta tanto per capirci, ad una scampagnata a base di merendee pic-nic.Il maniero era in cima ad una salita impervia, in mezzo ad un bosco fitto, e da lassù si poteva ammirare tutta la vallata. Ora sono qui con Marco, sulla stradina che si inerpica verso il castello, si qui con Marco e con i miei “soliti” dubbi.Mi sa che sono diventata pazza, seguire un “quasi” sconosciuto (di lui a parte il nome so che lavora in banca, ma e’ un po’ pochino) in un castello pieno di altrettanti sconosciuti, una specie di setta dedita al sesso, si mi sa che sono proprio matta.Siamo arrivati infine e la tensione sale appena metto il piede dentro l’ingresso del castello, seguita dal pesante tonfo del massiccio portone.Subito mi si presenta davanti una graziosa ragazza di colore, che mi si presenta come Naomi (altra botta di fantasia, ma e’ un nome d’arte come tutti gli altri, anche se ha una certa somiglianza con la piu’ famosa top model), e che si offre di portarmi nella mia stanza.La stessa e’ un misto di comodita’ moderne e di pezzi di mobilio di stampo medioevale. L’arredamento e’ semplice con un letto a baldacchino, dalle colonne molto solide, un grande specchio per il trucco e un bagno in cui fa bella mostra di se un’enorme vasca ad idromassaggio, niente male davvero.Naomi accende la vasca e mi invita a spogliarmi, facendo cio’ si spoglia anch’essa mostrandomi un fisico mozzafiato.In passato non ho disdegnato gli incontri saffici e mi sento molto su di giri.Ci accomodiamo entrambe in vasca ed ecco che subito mi insapona dolcemente con un olio delicato, che emana un profumo di palissandro e di spezie orientali.Mi sto veramente rilassando, e ricambio il favore facendo scorrere le mie mani su quella pelle d’ebano.In breve Naomi mi sfiora le labbra del sesso e mi lecca i capezzoli, complice l’idromassaggio e lo stato di tensione questo si traduce in un orgasmo velocissimo quanto appagante.Per ricompensare la mia compagna la invito a sedersi sul bordo della vasca e mi tuffo tra le sue coscie suggendo il suo fiore, bellissimo e rosa in mezzo alla pelle scura.Il profumo e’ inebriante e lecco piano piano le grandi labbra e il clito duro e gonfio di piacere, penetrandola colla lingua e usando un dito per la vagina e uno per l’ano, a forbice.Anche la mia nuova amica sembra gradire molto il mio lavoro e si produce in un urlo di vero piacere.Dopo il suo orgasmo sento degli applausi e dei commenti compiaciuti provenire da dietro lo specchio del bagno e capisco che non eravamo sole.A questo punto mi viene da pensare che anche lo specchio in camera sia in realta’ un modo per spiare gli occupanti.Sono proprio dei laidi perversi questi accoliti.Dopo essermi asciugata Naomi mi descrive le regole del posto.“Qui ci sono sia padroni maschi che femmine, cosi come ci sono schiavi e schiave.I padroni sono sempre vestiti con lunghi mantelli scuri mentre noi siamo sempre nude, perche’ dobbiamo essere sempre disponibili. Il nostro unico vestiario sono le polsiere-cavigliere e il collare con il quale facciamo vedere la nostra sottomissione.Se accetterai di rimanere ti verranno applicati due anelli alle grandi labbra” (particolare molto eccitante che avevo visto precedentemente durante il nostro amplesso sul sesso della nera)”.“Qui non dovrai mai rivolgere direttamente sia la parola che lo sguardo ad un padrone/a, pena una severa punizione, a scelta dello stesso padrone/a”.”Non potrai rifiutare nulla a chi te lo chiedera’, se ti opporrai sarai punita”.”E’ tutto chiaro come vedi non sono difficili, ah dimenticavo, qui non hai un minimo momento di intimita’, quindi ti e’ proibito godere da sola o tentare di nasconderti mentre ti lavi o vai in bagno, chiaro??”.Annui abbassando la testa, cosi come avrei dovuto fare da li in avanti.A questo punto entro Marco che congedo velocemente Naomi, che aveva finito pero’ di applicarmi il collare e il resto del mio “vestiario”.Marco:”ora ti devo preparare per stasera e per questo ti applichero’ un bel clistere, lo hai mai fatto??”. E io:”si padrone sono pronta padrone” e cosi dicendo mi misi in posizione a carponi sul letto col culo ben in vista in attesa del clistere.Marco lo aveva gia’ fatto preparare, bello caldo e con l’aggiunta di sola camomilla, per non irritare l’intestino.Prese una cannula di dimensioni robuste e con un po’ di vasellina me la schiaffo’ direttamente sul per il culo, senza preoccuparsi troppo di non farmi male.“Rilassati che e’ meglio” mi disse” se no ti fa piu’ male”.E in effetti avevo gia’ subito altre volte quel supplizio, ma non in questa maniera, a piccole dosi.La sacca doveva contenere almeno 3 litri e lui continuando all’inizio ad aprire e chiudere il rubinetto, mi provocava continui spasmi all’intestino, che erano alquanto dolorosi, al punto che gia’ a meta’ mi sentivo piena come una giumenta che deve partorire.“Baaastaaa lo implorai” e questo fece un po’ arrabbiare Marco che mi apostrofo:”dai su non ti lamentare per cosi poco, siamo a meta’ fai la brava se no dovro’ punirti”.Ma io non ero proprio abituata a subire un clistere cosi grosso e cosi cominciai inconsapevolmente ad agitarmi e questo fu il pretesto per la punizione.Dopo aver finito di svuotare la sacca, mi applico una specie di tappo per evitare di perdere del liquido (legandolo con dei lacci per essere piu’ sicuro), e fattami alzare mi lego al baldacchino tramite un anello posto alla sua sommita’.La pancia appariva gonfia come se fossi incinta e gia’ stare in piedi con il grosso tappo nell’ano era di per se molto fastidioso.Per aumentare il supplizio mi allargo le gambe con un bastone d circa 80cm che fisso alle cavigliere.Cosi facendo se non fossi stata legata al palo del baldacchino sarei caduta.Torno’ poco dopo con un frustino da equitazione, del tipo leggero, e con quello comincio a colpirmi sul culo prima e sulla pancia e sul seno dopo.Ovunque tentassi di divincolarmi per sfuggire ai colpi, questi cadevano con un ritmo incalzante, tanto che nel giro di pochi minuti anche gli ultimi barlumi di ribellione da parte mia erano completamente spariti.Marco:”spero che tu abbia capito che non ti conviene mai discutere gli ordini, se ti si dice di stare ferma DEVI STARE FERMA, CAPITO??” Era la prima volta che alzava la voce con me, e capii che tramite lo specchio avevo messo in dubbio davanti a tutti, il suo potere su di me, facendo vedere che non ero brava ed ubbidiente come Lui voleva.Ero molto dispiaciuta di avergli fatto fare una pessima figura, tanto che quando mi ingiunse, togliendomi il dildo nel posteriore, di andare a scaricarmi, senza sporcare dappertutto, lo feci senza fiatare.Mi scaricai non senza disgusto e imbarazzo, ben sapendo che ogni mia azione era costantemente sotto osservazione.Alla fine mi ripulii e tornai in stanza dal mio padrone che mi fece solo cenno di mettermi a pecorina, perche’ intendeva incularmi.Mentre mi possedeva in quella posizione mi disse che per la mancanza di prima sarei stata ancora punita.Una volta finito, mi ordino di girarmi e di ripulirgli per bene l’uccello, cosa che feci con piacere.Sembrava finita per il momento ma subito dopo che Marco se ne ando’, entrarono due schiave che mi legarono a croce al baldacchino, e dopo una minuziosa depilatura delle parti intime, mi misero gli anelli alle grandi labbra.Un po’ perche’ il tutto fu’ fatto senza licenziosita’, un po’ perche’ ero abbastanza distrutta dalle prime emozioni, non emisi neanche un lamento, mentre il perfido metallo mi bucava le parti intime.Uscendo mi dissero che per stasera avrei riposato, in vista della presentazione ufficiale della sera successiva.E cosi caddi in un profondo sonno, senza sogni….. La mattinata e il pomeriggio seguenti al mio arrivo la castello si svolse in totale tranquillita’, in pratica a parte il mio padrone che venne per reclamare un pompino, tutta la giornata scivolo via’ in fremente attesa di quello che mi sarebbe successo alla sera.Ogni ora che passava ero sempre piu’ spaventata e al tempo stesso eccitata, e piu’ di una volta dovetti ricordarmi che non mi era permesso di toccarmi, per attenuare in minima parte, quel bruciore che mi invadeva, da quando avevo lasciato la mia vita normale, per arrivare in questo posto.Marco mi disse che aveva parlato con il mio capo (che era un suo carissimo amico), per farmi ottenere un periodo di riposo dal lavoro.Mentre ero intenta a guardarmi allo specchio (volevo vedere come mi stavano gli orecchini la sulla micina), arrivo’ di nuovo Naomi per prepararmi alla serata.Andammo nella vasca e successe di nuovo quello che era successo il giorno prima, ma quella sensazione di insoddisfazione crebbe invece di diminuire.Dopo avermi spalmata a lungo con degli olii profumati, intorno all’imbrunire, mi accompagno’ a cena.Scesi circa due piani di scale e mi ritrovai in un ampio salone dominato da una lunga tavolata, dove Padroni e schiavi stavano insieme a mangiare. Venni fatta accomodare di fianco a Marco che mi squadro’ con ammirazione, certamente fiero della mia bellezza.Naomi mi aveva fatto una lunga treccia bionda e questa era, a parte i bracciali, il mio unico vestito.La cena duro’ a lungo, ed ebbe parecchi intermezzi.In uno di questi vidi due Mistress mentre infierivano su un povero schiavo, reo di chissà quale colpa, scorticandogli il posteriore a colpi di frusta.Il poveretto pensai non potra’ sedersi per settimane.In un’altra pausa vidi Naomi ricevere una cinquantina di scudisciate proprio sul sesso, solo per aver rifiutato il cibo buttatogli per terra dal suo padrone.La poverina era stata legata a testa in giu’ per le gambe, fissate a catene equidistanti, e non poteva fare nulla per schivare i colpi. Il suo Padrone infieri’ indistintamente sia sul sesso della poveretta, sia su quella parte del corpo che va dalla vagina all’ano, denominata perineo, e in ultimo sull’ano stesso.Ogni volta che sentivo il fischio della frusta, e il seguente schiocco sulla pelle, mi irrigidivo istintivamente, pensando al dolore di essere colpita cosi selvaggiamente nel posto piu’ delicato che noi femmine abbiamo. Il Padrone si fermo’ solo quando vide uscire delle goccie di sangue dalla pelle della sua schiava, ormai svenuta dal dolore.Marco vide questa mia reazione e con voce sibillina mi disse:”non ti preoccupare proverai anche tu cosa vuol dire essere frustata sulla fica, e’ una delle cose piu’ sadiche che io conosca”.Quella frase provoco’ una mia espressione di terrore che diede sicuramente del piacere al mio padrone.Con la punizione di Naomi fini la cena.Ci trasferimmo per l’occasione del mio ingresso ufficiale in quella societa’, in un altro ampio salone ben illuminato, dove erano in mostra una bella collezione di strumenti di “pentimento”, cosi li definì il gran maestro di cerimonia.Finita la presentazione venni condotta su una specia di palco e qui legata ad una specie di sedia da ginecologo, con le gambe ampiamente divaricate e poste molto in alto.La vergogna per essere cosi pubblicamente esposta mi fece arrossire e tremare al tempo stesso.Marco si avvicino da dietro e mi spiego cosa avrebbero fatto.In quella posizione oscena dovevo ricevere l’omaggio di tutta la confraternita senza mai dare segni di ribellione, pena una severa punizione.Il numero di Padrone e di Padroni era veramente enorme, alla fine ne avro’ contati almeno una trentina tra maschi e femmine.Non c’era un limite di tempo per nessuno e chiunque poteva ritornare in fila, fino a che ne avesse avuto voglia.Per prima venne una donna sui 40 anni, molto bella che si diverti a palparmi e a strizzarmi per benino le tette.Volle per forza farmi urlare con questo metodo e ci riusci prima facendomi irrigidire i capezzoli con del ghiaccio e poi colpendoli ripetutamente con una sottile canna.Passato il suo turno venne quello di un uomo abbastanza in la con gli anni che prima mi intimo di farglielo diventare duro (cosa non facile visto l’eta’) e poi si accontento di scoparmi frettolosamente in fica, tirando pero’ maliziosamente gli anelli delle grandi labbra, fino a farmi male.Per mia fortuna venne rapidamente, contrariamente le avrebbe lacerate, in quanto i buchi non si erano ancora cicatrizzati del tutto.Fu poi il momento di una donna che mi lecco a lungo, sfondandomi l’ano con un grosso vibratore nodoso, ma lameno cio’ mi procuro’ il mio primo orgasmo della serata.La successiva donna si sedette con il culo sulla mia faccia e mi ordino di leccargli l’ano e la vagina. Vista la posizione (mi stava quasi per soffocare) e la mia inesperienza, volle darmi una mano per stimolarmi e cosi comincio’ a colpirmi a mano aperta sulla spacca.Ad ogni colpo, di per se non molto doloroso, mi colpiva il clito e questo produceva un riflesso incondizionato che mi faceva sobbalzare con il risultato di sprofondare il volto nei suoi buchi.La perfida doveva essere venuta da poco, perche’ mi ci volle almeno una ventina di minuti di quel trattamento per farla godere.Alla fine la mia micina era tutta arrossata per vie dei colpi subiti.Ma era solo l’inizio. Notai da subito che le piu’ feroci erano le donne, che si accanivano su di me con una cattiveria fuori dal comune.Fu la volta di un uomo che mi volle sodomizzare. Questi era dotato di un uccello non lunghissimo, ma di una circonferenza notevole, e sulle prime fatico molto per far entrare il suo attrezzo nel mio buchino.Unse bene con della vasellina e alla fine spinse tutto di un colpo, fino a farmi sentire i coglioni sulle chiappe.Mi sentivo squartata in due, con quel maglio che andava e veniva dalle mie viscere, e perdipiu’ egli ci mise non poco prima di scaricarmi un torrente di sperma nell’intestino.Arrivo dopo di lui un tipo con in mano una candela accesa e li per li ebbi un moto di ritrosia, cosa voleva farmi con quel coso??Vista la mia posizione offerta non potevo fare granche, ma Marco che nel frattempo si stava facendo sbocchinare da me, se ne accorse e mi disse:”bene prima infrazione, ma non ti preoccupare, stai andando bene”.Il tipo allora si avvicino e mi fece colare della cera fusa prima sul seno e poi via via, disegnando un ghirigori di dolore, giu’ sul pancino e poi sulle labbra congestionate della fica, aperte per il piacere che stavo provando.Urlai di dolore, anche se in maniera attutita dall’uccello di Marco (e a causa di un leggero morso, egli annoto la seconda penalita’).Lentamente mi ricordo’ che non dovevo oppormi e dopo un po’ anche questo tipo se ne ando’ soddisfatto.Cominciavo ad essere un po’ stanca ma era solo l’inizio.Si avvicino’ di nuovo una donna dallo sguardo mefistofelico, sui 50 anni, massiccia come un toro, con in mano un frustino composto da molte correggie rosse di cuoio.Scoprii mio malgrado che la sedia non era adatta a quello che voleva farmi e cosi mi sciolsero per legarmi a cavallo di una specie di cavalletto imbottito.In questa nuova posizione con gambe divaricate e braccia tirate verso il basso, la parte piu’ alta e esposta risultava di gran lunga il culo, fino ad ora risparmiato dalle attenzioni del gruppo. Inoltre visto lo stato di tensione della pelle, ero consapevole che i colpi in arrivo su questa parte non sarebbero stati piacevoli.La micina sporgeva in bella vista sotto le natiche e anche se non nella stessa maniera di Naomi, avrei dovuto sopportare parecchi colpi su di essa.La tipa parti molto adagio quasi volesse saggiare la mia resistenza e sensibilita’ al dolore.I primi colpi infatti furono molto veloci ma non particolarmente pesanti, e non mi fu’ difficile sopportarli.“Non pensare di cavartela cosi facilmente” mi aggredì una voce possente tanto quanto la mole della padrona, “questo strumento e’ l’ideale per preparare la pelle al successivo, dopo essersi arrossata, se colpita con i giusti metodi, la pelle ti sembrera’ lacerarsi, senza pero’ compromettere il bel popo’ che ti ritrovi”.Mentre diceva questo si armo di un paddle (che altro non e’ che una stecca larga di legno) e comincio a vibrare colpi con quello. La particolarita’ del paddle e’ che la superficie di contatto e’ notevole, ma e’ possibile dare al colpo una forza incredibile.Mi ritrovai in breve ad urlare per il male, mentre il mio sedere diventava presto di un bel colore porpora. In breve cominciai ad implorarla di smettere e la cosa non piacque per niente a Marco che si senti umiliato da questo mio atteggiamento.Mentalmente segno la terza mancanza e prosegui senza dare a vedere il suo disappunto.La tizia per fortuna, che nel frattempo aveva la sua schiava intenta a leccarle la fica, finalmente venne con un urlo animalesco, spendendo con un calcio in un angolo la schiava rea forse di aver interrotto troppo presto la sua opera su di me.Cambio di persona, stavolta mi tocco una Mistress magrolina, meno male pensai, almeno non mi sfinira’ come l’altra, ma mi sbagliavo nuovamente.La nuova domina fu soddisfatta della posizione e volle continuare il lavoro iniziato dalla collega precedente, e scelta un sottile frustino da cavallerizza si posiziono’ dietro di me, non senza aver constatato di persona il lavoro svolto con il paddle.Mi sfioro delicatamente l’ano, la fica e tutto il posteriore infuocato provocandomi dei sublimi istanti di piacere.“Non posso continuare a colpirla sul sedere” sentenzio’ ”se no rischio di rovinargli la pelle, posso pero’ insistere sui punti dove non e’ ancora bello rosso”.Ecco il momento era venuto, anche la mia passerina avrebbe dovuto subire le angherie della frusta.Mi rassicuro’ subito Marco, dicendomi che quella in effetti non era la posizione ideale per quel tipo di fustigazione, e che quindi era sopportabile.La magretta comincio prima dall’attaccatura delle coscie, che per ovvi motivi era stata trascurata nella sessione di prima. Sulle prime il dolore non mi sembro cosi’ intenso ma con l’andare del tempo cominciai inutilmente a divicolarmi, e cio’ rese ancora piu’ perfida la mistress, che chiese di fissarmi maggiormente, vennero prese delle corregge che mi immobilizzarono al cavalletto, mantenendo la posizione divaricata delle gambe.Subito dopo, attizzata anche dall’attesa la donna riprese con piu’ vigore, andando alla ricerca delle parti piu’ sensibili. Visto che l’eccitazione era sparita e la mia fica risultava parzialmente chiusa, uso’ uno stratagemma efficace, si fermo’, ordino’ al suo schiavo di leccarmi (per far inturgidire il clitoride) e alla fine quando lo ritenne opportuno, lego due cordicelle agli anelli del piercing, aprendo le labbra fino a scoprire completamente il mio fiore, che adesso si rivelava in tutto il suo umido splendore. Non paga inoltre chiese che mi aprissi con le mani le natiche, in modo da esporre completamente la parte ai colpi. E meno male che Marco aveva detto che questa non era la posizione migliore per impartire una flagellazione del sesso.Lentamente mi portai le mani sul didietro che scoprii notevolmente caldo e dolorante, anche al mio semplice e delicato tocco. Cosi messa riprese a frustare adesso con una frusta a piu’ correggie, molto flessibili ed indicate a seguire ogni piu’ piccola piega della carne.Ogni colpo era come sentire un’orda di aghi traffigermi il sesso e l’ano. Ma il culmine lo raggiunse quando con un colpo mirato raggiunse il clitoride e il buchino posteriore..Dapprima urlai come una pazza, tirando i legacci e rischiando di farmi male con essi, dopodiche’ proruppi in un urlo di godimento che mi fece svenire.Non avevo mai goduto cosi intensamente in vita mia.Marco fu orgoglioso di cio’, avevo goduto sotto la frusta, come nelle migliori leggende di sadomaso.Mi fecero riprendere con dell’acqua fresca, mi slegarono e mi appoggiarono su un tavolo, in quanto il Gran maestro di cerimonia, voleva scoparmi.Lui era davvero un bell’uomo, di una bellezza quasi diabolica, si avvicino’ si stese sul tavolo e mi ordino’ di impalarmi sul suo membro, che era di dimensioni enormi, sia come lunghezza che come circonferenza.Per bonta’ nei miei confronti mi “concesse” di lubrificare prima l’attrezzo con i miei succhi vaginali.Mi avvicinai con il dovuto rispetto e sottomissione al suo arnese e lo introdussi per meta nella fica, che faticava a stento a contenerlo.Venne il turno del culo, ma per aggiungere un po’ di pepe (leggi sadismo), mi ordino’ di volgergli le spalle e di sorreggermi sulle mie gambe, durante la penetrazione.Dove sta’ il sadismo della cosa mi fu subito chiaro. Per quanto fossi una frequentatrice di palestre e tenessi molto al mio fisico, mi fu palese immediatamente che non avrei potuto resistere a lungo e che giocoforza avrei dovuto prenderlo tutto, fino in fondo.Ebbi un fremito di paura, non ero sicuramente vergine di culo, ma un cazzo di quelle dimensioni non lo avevo mai preso.Il Maestro mi sollecito’ di li a poco e non ebbi tempo di pensare oltremodo al mio povero culetto.Cominciai l’operazione molto dolcemente, guadagnando i primi centimetri, ma ben presto le gambe dettero i primi segnali di cedimento, cominciando a tremare, e la cosa procuro’ immenso piacere al Maestro. Questo pensai e’ quello che provavano gli impalati.Mi sembrava di essere letteralmente spaccata in due e non ero neanche a meta dell’opera. Inoltre dalla meta’ in poi non avrei potuto contare sulla lubrificazione.Ad un certo punto ormai sfatta caddi sul mostruoso arnese che mi trafisse come una lancia, e sentii oltre ai suoi peli sul culo (segno che ormai era fatta), anche un po’ di sangue, colarmi tra le coscie.Certamente non era finita, e il Maestro comincio’ non so come a menarmi da quella posizione dei gran fendenti, che distrussero le mie ultime resistenze.Crebbe in me di conseguenza oltre al dolore anche un piacere incommensurabile e venni urlando nuovamente, spingendo il sedere sul suo pube, come a volerne di piu’.Quando venne il Maestro io ormai ero in uno stato di incoscienza, sentii appena che mi “sfilavano” da lui e mi portavano nella mia stanza, dove passai qualche giorno, per riprendermi…..anche perche’ mi disse in seguito, mi aspettavano le punizioni…ma questa ve la raccontero’ la prossima volta.
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