Non avevamo visto quella macchina che arrivava a fari spenti, era un incrocio come tanti, ma noi eravamo al posto sbagliato nel momento sbagliato, e quando riprendevamo i sensi eravamo in ospedale gia da due giorni.Io mi chiamo Marco ed ho 20 anni, e con me c’era mia sorella Carla di 18, il più fortunato ero stato io, solo una frattura al braccio sinistro e qualche ematoma, mentre mia sorella aveva entrambe le braccia fratturate, e dal momento che forse qualcuno aveva pensato che era poco, anche il bacino e il femore sinistro li aveva fratturati, io dopo una settimana ero uscito, mentre Carla ci rimaneva altri otto giorni, poi l’avevano riportata a casa con l’Ambulanza privata, e adesso avevamo una infermiera che si occupava di lei.Mia sorella mi è sempre piaciuta fisicamente, è una bellissima ragazza bionda alta molto ben fatta, e con due occhi azzurri che sembrano due fanali, la bocca carnosa e due gambe infinite, e poi il meglio del meglio è il culo, due chiappe staccate che sembrano finte per come sono perfette, e il monte di venere, che si vede anche con i pantaloni per come è pronunciato, sono riuscito con un arrangiamento degno di un Architetto, a fare un foro al bagno dalla mia camera, e quando lei entra per qualsiasi ragione, io mi chiudo nella mia camera, e mi basta togliere un quadro per vederla completamente, e poi la sera prima di cena, c’è la masturbazione doppia, lei si chiude in bagno e si spara un bellissimo ditalino, ed io nella mia camera me lo sego meravigliosamente, ormai la conosco talmente bene che riesco a sborrare insieme a lei.Adesso me la vedevo sdraiata sul letto ortopedico, e sapevo che non portava le mutandine, la mattina l’infermiera veniva, e dopo avere fatto i bisogni la lavava accuratamente, qualche volta mi aveva chiesto la padella per fare pipì, e l’occasione era sempre buona per sbirciare sotto il lenzuolo, con lei che mi riprendeva dicendomi sei uno sporcaccione, come farai a non vergognarti di cercare sempre di vedere tua sorella, e più di una volta con la scusa di mettergli la padella sotto, l’avevo strusciata sul culo e un paio di volte sulla fica.Era passata discretamente la mattina, ma ancora erano le 11 e l’infermiera era andata via, alle 13,30 sarebbe arrivata nostra madre, e dopo averci preparato il pranzo alle 15 usciva di nuovo per andare in ufficio, io mi ero avvicinato al letto di Carla, lei era tutta presa a vedere un film in televisione, improvvisamente le infilavo una mano sotto il lenzuolo, e raggiunta la fica iniziavo a masturbarla, Carla iniziava a strillare come un’aquila, dicendomi tante parolacce e di togliergli la mano da li, io imperterrito come se lei non esistesse continuavo a masturbarla, le stavo toccando la fica come quando la vedevo che si masturbava da sola, e continuavo imperterrito a farle il ditalino, sentivo che la clitoride mi si induriva sotto il polpastrello, e lei aveva anche leggermente aperto la gamba che aveva libera, poi in un attimo si zittiva e sborrava come una fontana rotta, era affannata e sudata, mi guardava con gli occhi di fuoco, ma non le davo il tempo di riflettere, ricominciavo un altro ditalino scivolando meglio per gli umori che aveva emesso, le sue uniche parole erano sei proprio uno stronzo, ti stai approfittando di me che non mi posso muovere, ma poi apriva la bocca senza emettere nessun suono, e sborrava di nuovo, ma questa volta più intensamente della prima, non gli davo tregua, lentamente ma inesorabilmente, le facevo un altro ditalino, ma questa volta con una dolcezza e delicatezza incredibili, Carla adesso aveva chiuso gli occhi e si stava gustando questa mia superba masturbazione finale, e quando sborrava per la terza volta emetteva un lamento acuto e prolungato, poi si rilassava sia con il viso che con la gamba, che faceva scivolare di nuovo in fondo al letto, adesso era sorridente e quasi felice, poi guardandomi di nuovo con lo sguardo cattivo mi diceva, adesso quando viene la mamma sono cazzi tuoi, voglio vedere come ti giustifichi per quello che mi hai fatto, sono io che voglio vedere quello che gli racconti, e poi gli devi anche dire che hai sborrato tre volte di seguito e con grande piacere, questo è un discorso che non mi voglio perdere per tutto l’oro del mondo le dicevo, e aggiungevo, se è stata una cosa così schifosa perché hai sborrato così bene invece di continuare a strillare? girava il viso per non guardarmi e mi diceva, sei proprio uno stronzo testa di cazzo, è inutile parlare con te che sei un maniaco sessuale, ma si può sapere che cazzo di gusto ci hai provato a farmi quello che mi hai fatto? diciamo le cose come stanno le rispondevo, io ti ho fatto tre bellissimi ditalini, è stato un regalo per tutto il tempo che hai passato senza masturbarti, perché mia cara sorellina, tu tutte le sere ti fai un bellissimo ditalino se non due, adesso Carla era diventata seria, stava sul punto di piangere, ma la bloccavo distogliendola con queste parole, adesso tesoro debbo andare in bagno di corsa, perché se non me lo meno subito i dolori mi si divorano, e uscivo dalla sua stanza senza aggiungere altro, effettivamente andavo in bagno, e come lo tiravo fuori dal pigiama, mi bastavano 5 secondi per sborrare copiosamente dentro il lavabo, poi riandavo nella stanza di mia sorella dicendole, tutto a posto, l’ho fatto e con tanto gusto, se eri un’altra mi avresti pregato di rimanere qui e guardarmi mentre lo facevo, la risposta era solo un vaffanculo quasi sotto voce.Alle 13,30 puntuale arrivava la mamma con la spesa fatta, si informava di come andavano le cose, e Carla contrariamente a quello che aveva detto, non raccontava niente alla mamma, adesso sapevo con certezza che dopo che era uscita l’infermiera, il pomeriggio gli avrei di nuovo fatto un paio di ditalini, infatti pranzavamo tutti insieme nella stanza di Carla, e poi la mamma andava di nuovo in ufficio, alle 16,30 arrivava l’infermiera che dopo aver sistemato mia sorella usciva di nuovo.Facevo passare un buon quarto d’ora, e poi gli andavo vicino dicendole, credo che sia arrivata l’ora del ditalino le dicevo piano all’orecchio, Carla si girava fulminandomi con lo sguardo e mi diceva, non ti azzardare a toccarmi, altrimenti questa sera lo dico non solo alla mamma, ma anche a papà così ti massacra di botte, ma come le rispondevo, questa mattina te ne sei venuta tre volte e con molto piacere, e adesso fai la pudica mettendo in mezzo i nostri genitori? ti vorrei proprio sentire quando gli dici, Marco mi ha fatto tre ditalini e io ho sborrato tre volte, e poi questo mi serviva solo per sapere una cosa, le dicevo mettendogli di nuovo la mano in mezzo alla fica, ecco lo vedi che avevo ragione, sei fradicia di umori, la fica ti sta buttando come un rubinetto rotto, sei eccitatissima ma non lo vuoi ammettere, se solo potessi arrivarci con la mano lo sentiresti da sola, ma te lo faccio vedere io le dicevo, mostrandogli le dita fradice dei suoi umori che mi gocciavano, e infatti il suo respiro era diventato affannato, e gli occhi le si chiudevano per il piacere che provava, adesso la stavo masturbando di nuovo ma delicatamente, aveva riaperto la gamba che poteva muovere e si mordeva le labbra, la sentivo che le mancava poco per sborrare, e pochi secondi prima che fosse troppo tardi mi fermavo per guardarla, Carla mi spalancava i suoi stupendi occhi azzurri e guardandomi mi diceva, ma adesso che fai ti fermi? se non vuoi io non continuo le rispondevo, ma adesso mi sembra il momento meno opportuno per fermarti allora sei scemo, non sono scemo le dicevo, solo che dal momento che sono arrapato da morire, o veniamo insieme o altrimenti la cosa finisce qui, ma come veniamo insieme mi gridava, se io non mi posso muovere cosa credi di fare, tanto per dirtene una potresti guardarmi mentre vengo, e nel frattempo faccio venire te, a me sembra una buona idea, tu cosa ne pensi? senti mi rispondeva, tu fai come ti pare, ma finisci quello che hai cominciato, al volo mi calavo i pantaloni del pigiama mostrandogli i miei 18 centimetri duri come il ferro, mi guardava e diceva, sei proprio un pervertito mostruoso, guarda come ti sei ridotto davanti a tua sorella, se credi di sminuire il mio bastone dicendomi che sei mia sorella, sbagli di grosso le dicevo, adesso ti faccio vedere questo manganello con che piacere sborra quando ti sentirò venire, e ricominciavo a masturbarla, ma adesso Carla era rimasta con lo sguardo fisso sul mio pisellone dritto, la sentivo che ricominciava a scaldarsi per godere, ma non distoglieva gli occhi dal cazzo che mi stavo menando con tanto piacere, poi cominciava a lamentarsi per il piacere sempre più forte che avvertiva, e quando cominciava a sborrare mi diceva con un filo di voce, ma tu che aspetti a godere, ma non riusciva che a finire appena la frase, i mie getti di sperma le avevano raggiunto la mano che aveva penzoloni, e cercava di farsi colpire più che poteva dal mio sperma bollente che emettevo, ma la sua sborrata questa volta era grandiosa, infatti scolava da quella fica favolosa come un fiume in piena, aveva bagnato completamente il lenzuolo con i suoi abbondanti umori, e poi si abbandonava rilassata e felice, potevo vederla che quasi mi sorrideva per quello che le avevo fatto, poi si portava la mano sotto il naso per odorare il mio sperma, ed io le dicevo, prova ad assaggiarlo perché è buonissimo, sapessi quante donne se lo ingoiano per il suo sapore dolce e salato, ci poggiava la punta della lingua e poi guardandomi mi diceva, hai ragione, è leggermente dolce e un po salato, come i tuoi umori le rispondevo, mettendomi due dita bagnate di lei in bocca, era in quel momento che Carla mi diceva, fammi sentire dalle tue dita il mio sapore, non ho mai assaggiato i miei umori, le rimettevo due dita nella fica e poi le porgevo a lei, allungava la lingua e dopo averli assaggiati mi diceva, ma sono quasi uguali i nostri sapori, i miei sono un po più dolci ma si somigliano, e poi guardandomi il cazzo mi diceva, ma tu sei di nuovo in quelle condizioni? fino a che continuo a toccarti la fica il cazzo mi rimane dritto, vorresti dire che se te lo meni di nuovo schizzi tutta la tua sborra come prima, mi diceva sempre più interessata, se ti faccio un altro ditalino e tu non ti incazzi, io me lo meno di nuovo davanti a te, ti piacerebbe rivedermi mentre mi sego? si dai mi rispondeva, ma tu me lo fai un altro ditalino mentre ti meni il cazzo, e aggiungeva, mi piace parlare cosi lo sai, mi eccita da morire, e se mi senti la fica sto colando di nuovo per l’eccitazione, gli rimettevo la mano in mezzo a quel paradiso quasi biondo, la setivo che era di nuovo fradicia di umori, e la clitoride che le spuntava dura e meravigliosa tra le grandi labbra, adesso le andavo leggermente dentro con il dito, e poi strusciavo la clitoride nella risalita, poi di nuovo in giù e le arrivavo fino al buchetto del culo, come ci poggiavo sopra la falange lo sentivo che aveva le contrazioni, e adesso lei che mi diceva, si ti prego continua così che mi piace, era quello che stavo aspettando, perché ora avevo entrambe le mano occupate nella sua fica, con una le strusciavo la clitoride e le entravo leggermente dentro la fica, e con l’altra le massaggiavo il buco del culo e ogni tanto ci spingevo dentro il dito, mi avvicinavo di più a lei e le mettevo il cazzo sopra la mano, come lo sentiva prima aveva un sobbalzo di sorpresa, e poi prendendolo delicatamente con tre dita, iniziava a menarmelo molto bene, e mi diceva, lo sto facendo bene quello che faccio al tuo pisellone, si ma preferirei che lo prendessi in mano completamente, io ti sto facendo il massimo per farti godere, tu cerca di fare altrettanto con il cazzo che hai in mano, adesso me lo stava menando meravigliosamente, e quando le dicevo che stavo per godere, mi rispondeva, anche io sto per sborrare, e senti quanta ne faccio di sborra, e ricominciava a colare umori in quantità industriale, anche io cominciavo a sborrare zampillando come una fontana, e quando avevo finito di schizzare, Carla con la mano piena del mio sperma, se la portava alla bocca leccandosela tutta, ed io per non essere da meno, le rimettevo la mano in mezzo alla fica bagnandomela come si deve, e poi alzandola al cielo le dicevo, cin cin sorella mia adorata, e mi leccavo tutti i suoi umori sulla mano gocciolante, e poi le dicevo, riusciresti a venire di nuovo ma con un godimento unico? e certo che ci riuscirei mi rispondeva, un giorno per vedere quante volte sarei riuscita a sborrare, mi sono fatta sedici ditalini, e poi a letto ne ho fatto un altro, voi eravate al mare, e poi siete ritornati e siamo andati a dormire, e dal momento che diciassette portavano male, prima di addormentarmi me ne sono fatta un altro, allora guarda cosa ti faccio le dicevo, toglievo la sponda che la riparava per non cadere, e andavo con il viso in mezzo alle cosce, e poi cominciavo a leccarle la fica, inizialmente mugolava e basta, ma poi aveva cominciato a strillare per il piacere, e mi gridava continuamente, guai a te se ti fermi continua che sto impazzendo dal piacere, ma come facevi a sapere che mi sarebbe piaciuto tanto, sei uno stronzo meraviglioso, madonna mia che fratello grande che ho, continua cosi che sto sborrando ancora non ti fermare mai ti prego, e poi quando le avevo preso la clitoride nelle labbra e la succhiavo, Carla stava diventando pazza, io mi fermavo un attimo dicendole, ma non credi che anche tu, non mi faceva finire la frase, e mi rispondeva, tu continua senza fermarti a leccarmi la fica dai, che quando hai finito ti succhio il cazzo con tutta l’anima, ma adesso continua che sto sborrando di nuovo, e scolava senza interruzione, in questo modo riuscivo a farla sborrare quattro volte consecutive, adesso era sempre distesa per la sua condizione di inferma, ma la vedevo con una espressione di felicità e gratitudine che non avevano uguali, dopo circa dieci minuti si era ripresa e mi guardava felice di esserci, e mi diceva, avvicinati tu perché lo sai che non mi posso muovere, io salivo con i piedi ai lati del letto, e gli mettevo il cazzo in bocca, cominciava a succhiarmelo male perché non aveva mai fatto un bocchino, ma il solo fatto che era mia sorella mi faceva godere da impazzire, e quando stavo per sborrare le dissi, metti la lingua sopra la cappella così gli schizzi non ti vanno in gola, seguì alla lettera le mie istruzioni, e la sborrata che le feci in bocca era veramente di quantità industriale, non finivo mai di schizzarle tutto il mio piacere in quella bocca meravigliosa, e dopo averlo deglutito tutto mi disse, ma quanta cazzo di sborra avevi nei coglioni, me ne hai scaricata mezzo litro, e con la lingua finiva di pulirmelo completamente dalle gocce che c’erano.Adesso mi ero messo seduto vicino a lei e le stringevo la mano con affetto, era Carla ora che guardandomi prima, e abbassando lo sguardo poi, mi diceva, ormai è tardi e fra poco arrivano la mamma e il papà, ma domani dopo che è andata via l’infermiera, me la lecchi di nuovo la fica, mi piace da impazzire quando me la lappi con quella lingua meravigliosa, e io giuro te lo succhio fino a che non ti faccio sborrare tutte le volte che vuoi, io tesoro le rispondevo, ti lecco quella meravigliosa fica che hai tutte le volte che me lo chiedi, però in questo modo possiamo andarci avanti fino a che non ti tolgono il gesso al bacino, e poi mi diceva lei allarmata, poi te lo voglio far sentire dentro al culo, tu non hai idea di quanto sia bello sentirtelo scorrere nel retto, e poi la tranquillità che ti da, fino a che lo prenderai nel culo non avrai nessun problema di rimanere incinta, e puoi continuare ad essere vergine fino a che non ti sposi, Carla mi diceva avvicinati che voglio baciarti, mi avvicinavo al suo viso, e mi sorprendeva perché mi dava un bacio sulle labbra meraviglioso, le nostre lingue si attorcigliavano e lottavano per diversi minuti, era veramente un bacio d’amore e di riconoscenza, e dopo mi ripeteva sottovoce, non vedo l’ora che domani mattina viene l’infermiera e mi lava la fica, te lo voglio dare tutta aperta e profumata, e se ci riesci che non ti stanchi, cerca di farmi sborrare anche dieci volte perché io ci riesco, e poi quando te lo prendo in bocca,voglio asciugarti bevendolo tutto lo sperma che hai dentro di te, adesso mi piace talmente tanto che lo rifarei ora, toglievo la sbarra di protezione, salivo sopra il suo letto e gli mettevo di nuovo il cazzo in bocca, Carla ricominciava a succhiarmelo con tanta passione, e continuava fino a che un’altra possente sborrata riusciva a farmela fare in pochissimo tempo, aveva il dono di portarmi all’orgasmo in un tempo minimo, e deglutiva tutto con una ingordigia incredibile, però non la lasciavo sola, mentre mi succhiava il cazzo le facevo due ditalini che la facevano sborrare quasi subito, aveva appena in tempo di ripulirmi il cazzo dalle tracce di sperma, che suonavano alla porta, erano i nostri genitori che rientravano dopo una giornata di lavoro, e Carla con un bacio veloce sulla bocca mi diceva, ricordati che domani mattina prima di leccarmi la fica mi devi….ma….ma questa è un’altra storia.
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