Gli avevano dato un indirizzo, anzi un numero telefonico, e aveva provato a chiamarlo, non senza qualche preoccupazione: infatti, non la conosceva, sapeva che non era una "professionista", ma solo una casalinga che … apprezzava qualche divertimento, non conosceva il suo ambiente.Quando la chiamo’, uso’ una perifrasi abbastanza "neutra", del tipo "potremmo trovarci per un caffe’ e scambiare quattro chiacchiere …".Una proposta pur cosi’ impostata fatta da uno sconosciuto, avrebbe probabilmente provocato almeno delle domande, ma lei, rispondendo, si limito’ a dire che andava bene e che avrebbero potuto trovarsi nel tal posto.Ando’ all’appuntamento, aveva in mano il giornale proposto per l’individuazione. Lei si avvicino’ e si sedette accanto a lui, presentandosi. Lui sorrise, non trascurando di notare come non fosse proprio belloccia, anzi il viso era abbastanza di quelli che ti fanno passare la voglia, il corpo era abbastanza pienotto, pur senza essere grassa: in buona sostanza tendeva piu’ al brutto che alla bellezza.Oramai non poteva piu’ sottrarsi e cominciarono a parlare, dopo avere ordinato una bibita.Lei chiese subito chi avesse dato il suo numero telefonico, cosa che lo mise in imarazzo, cosi’ che cerco’ di essere generico, ma, alle sue insistenze, cedette e lo disse. Lei finse di arrabbiarsi un poco, affermando di non avere autorizzato a diffondere il suo numero di telefono, poi prese a parlare di amicizia, dello stare insieme, di evitare le malelingue, di non essere persona abituata a fare giudizio sugli altri, finendo anche per dire, piu’ volte, che lui le piaceva e che era interessata alla possibilita’ di incontrarsi qualche volta, occasionalmente.Lui insistette sul tasto, calcando sulla liberta’ di scelta, sull’assenza di vincoli, sulla liberta’ di passare un po’ di tempo assieme in modo piacevole e rilassante, concetti ai quali lei affermava di aderire e condividere.Si decise, le propose di lasciare quel posto, salirono in macchina.Avviando l’auto, le chiese: "Hai qualche posto dove andare?"Lei rispose affermativamente e gli diede un indirizzo, suggerendogli di farla scendere in un certo posto e parcheggiare in un altro, per raggiungerla a piedi all’indirizzo concordato.Cosi’ fecero.Quando lei scese e ando’ a parcheggiare, e lungo il breve tratto a piedi, si chiedeva se stessa facendo la cosa giusta. si augurava almeno una sana scopata, anche se la tipa non era certo una Venere.Arrivo’ all’indirizzo, suono’ il campanello, la porta si socchiuse ed entro’.Lei lo stava aspettando in una stanza che appariva subito come una cucina di qualche anziano pensionato.Lei sorrise e lo prese per mano, dicendogli, quasi per rispondere ad una domanda non fatta: "E’ di un conoscente: mi affitta la camera, quando mi serve, cosi’ arrotonda la pensione".Lo fece accomodare sul vecchio divano, chiedendogli se volesse da bere, ma rispose di no.Fece per iniziare di nuovo un discorso senza contenuto, sempre sul fatto che lei non giudicava le persone e non voleva essere giudicata e simili.Lui stava al gioco rispondendo piu’ o meno sullo stesso tono, fino a che’ non si decise e le prese la mano, cosa che lei lascio’ fare, con un sorriso. Le sue dita si muovevano all’interno di quella mano, sentendo che corrispondeva. Fu brevissimo, lei si alzo’ continuando a tenerlo per la mano, quasi tirandolo a se’ in modo che si alzasse: "Vieni …", disse semplicemente, accompagnandolo nell’altra stanza, cioe’ nella camera da letto, dove c’era un letto matrimoniale abbastanza vecchio.Noto’ che sul copriletto era steso un lenzuolo non particolarmente stirato, ma che sembrava pulito.Lei si sedette sul bordo del letto, facendogli cenno di fare altrettanto.Si sedette di fianco a lei, un braccio ando’ a poggiarsi sul letto, quasi dietro alla schiena di lei.Lei lo guardo’, senza dire una parola.Lui avvicino’ il suo viso a quello di lei, le diede un primo bacio sulle guancie, ma lei fece in modo di spostarsi subito dopo per fare in modo che il secondo bacio fosse sulla bocca, anzi fu lei a baciarlo con interesse, muovendo la lingua, entrando nella sua bocca alla ricerca della lingua di lui.Cosi’ venne a trovarsi in una posizione di equilibrio precario, cui rimedio’ subito muovendo la mano verso i seni, che senti’ subito sodi, corposi, appetitosi.Dopo questo primo, e sempre continuando in quel bacio pieno di foga e di voglia, assaggio’ fece in modo che la mano scendesse sotto alla maglietta e salisse a cercare i seni dall’interno.Il primo contatto con la sua pelle fu piacevole e ancora di piu’ giungere al reggiseno, che cerco’ di superare e scendere alla ricerca dei capezzoli.Con questo movimento aveva alzato abbastanza quella maglietta, lasciando che il suo braccio toccasse per tutta la sua lunghezza la pelle.Dopo che ebbe raggiunto il capezzolo e preso tra due dita, lei fece in modo di liberarsi, e dicendo: "Ma oggi fa proprio caldo", prese con entrambi le mani la maglietta e se la sfilo’ dalla testa, rimanendo con il solo reggiseno sul torso, reggiseno che, per le manovre di prima, era abbassato da un lato lasciando il seno fuoriuscire.Poi prese, lentamente, a slacciargli i bottoni della camicia, quando fu giunta all’altezza della cintura tiro’ la camicia per farla uscire dai pantaloni e completo’ l’opera con i bottoni e, con un gesto, cero’ di sfilargliela.Cosi’ facendo il suo seno, quello ancora coperto, si appoggio’ sul petto di lui.Fece per portare le mani sulla schiena per slacciare il reggiseno, ma lui disse: "Lascia, faccio io …".Accolse l’invito, girandogli la schiena in modo che lui potesse agevolmente slacciare il gancio.Una volta fatto, lui appoggio’ la sua bocca sulla sua schiena e comincio’ a baciarla, ad inumidirle con la lingua la colonna vertebrale, salendo con la lingua verso il collo.Lei lasciava fare, mugolando.Intanto, lui con una mano le era passato avanti e allontano’ il reggiseno slacciato, giungendo quindi a toccarle ancora una volta i seni.Lei aveva ancora i jeans e le scarpe: con un movimento dei piedi si sfilo’ le scarpe, si mosse e si distese di schiena sul letto.Lui prese a baciarle i seni, erano duri, sodi, e lei dava evidenti segnali che gli piacesse quel lavoro di lingua sui seni, attorno ai seni, poi su capezzoli che sierano ben irrigiditi.Continuando a baciarla, con una mano scese verso i jeans e cerco’ di entrare, ma erano troppo stretti, cosi’ rinuncio’ per un momento e si dedico’ all’ombelico.Poi, con decisione si sposto’ tentando di slacciare il bottone superiore dei jeans, riuscendoci abbastanza facilmente e fece scorrere la zip, fino in fondo.A quel punto, la via verso gli slip era libera e preferi’ subito entrare sotto gli slip alla ricerca dei peli del pube.Quando li raggiunse, gioco’ con i peli del pube, cercando il clitoride, facendo scendere un dito disteso in mezzo alle grandi labbra, che cominciavano a dare segni di una leggera umidita’."Aspetta …", disse, rimettendosi a sedere.Prese i jeans con le due mani, alzo’ di poco il bacino e se li fece scivolare a terra. Poi risedette, e, con un cenno, lo invito’ a distendersi.Prese ad aprirgli i pantaloni, poi si alzo’ e prendendoli per le gambe fece in modo da toglierglieli, cosa che lui cerco’ di favorire.Si inginocchio’ ai piedi del letto, gli prese con le mani il cazzo, attraverso la stoffa degli slip, comincio’ un leggero massaggio, poi, mentre con una mano teneva il cazzo attraverso la stoffa, con l’altra si infilo’ sotto gli slip, prendendoglielo direttamente e portandolo alla luce.Lo afferro’, quasi con ingordigia, e mosse la mano su e giu’, per un po’: "E’ bello ….", disse, poi aggiunse: "E’ bello, anche vedere che si sta gia’ inumidendo … e’ un buon segno". Poggio’ la sua bocca sulla cappella, quasi per asciugargli quel liquido che usciva, segnale di voglia.Si rimise in piedi, sfilo’ senz’altro dire i propri slip, e si distese sul letto.Lui si eresse, si alzo’, si sfilo’, a sua volta, gli slip e si distese di fianco a lei, entrambi nudi.Lui riprese a toccarla, cercando di riguadagnare quella fica in cui prima aveva appena fatto scorrere un dito: adesso era bagnata di piu’, e continuo’ cosi’ con la mano in una specie di ditalino pieno di gioia.Lei lo ricambiava andando con le sue mani prima sul suo petto, poi alla ricerca del suo cazzo.Senza che occorressero molte parole, in pochissimo tempo erano aggrovigliati in un sessantanove intenso, fantastico, deciso, ansioso.Si sentiva che entrambi lo volevano, era tutto cosi’ semplice, facile, piacevole, condiviso, tanto che non pensava piu’ al fatto che fosse un po’ bruttina, anzi, la sua voglia cresceva sempre di piu’ proprio per quella sensazione di poter fare di tutto e di trovarlo condiviso.Fu lei a distoglierlo dal sessantanove: "Adesso mettimelo in fica, dai … voglio sentirlo dentro …", lo invito’. Cambiarono posizione e lui la prese distesa, nel modo piu’ classico, cosa che lei lascio’ fare.Dopo che varie volte l’aveva percorsa avanti ed indietro, lei chi chiese se gli piacesse la percorina e, senza attendere risposta, si divincolo’ e si mise a carponi per essere penetrata nella fica da dietro.Lui prese posizione e accosto’ il suo cazzo in mezzo alle sue chiappe per giungere alla fica, lei lo aiuto’ a entrare, lo guido’ con la mano, cosi’ che entro’ subito, senza difficolta’ di sorta nella fica gia’ pronta dalla precedente penetrazione.Continuandosi a muovere avanti ed indietro, dentro di lei, e facendo bene attenzione a non lasciarselo fuoriuscire, si chino’ per pasturgnargli i seni.Ad un certo punto, il cazzo gli usci’ dalla fica, fece per reintrodurlo, ma senti’ resistenza: lei giro’ un po’ la testa, dicendogli: "Il culo … no, non adesso, … e’ solo la prima volta … Avremo tempo …." Piu’ che un no, sembrava una promessa per il futuro.Rinuncio’, anche per il fatto che, in quel momento, non ci aveva proprio pensato, era stato casuale.Guido’ con la mano il cazzo a riprendere il suo posto nella fica, continuando astantuffare. Poi, lei gli chiese di distendersi, cosi’ si trovarono l’uno di fianco all’altra, distesi su quel lenzuolo sopra il copriletto.La pausa non gli dispiacque, respiro’ a fondo, poi si rivolse verso di lei per leccarle nuovamente i seni."Vuoi che facciamo una spagnola?", propose lei.Lui accolse la proposta e si sedette a cavalcioni ponendo il cazzo tra quei due seni che veramente meritavano quella partecipazione.Lei con le mani, muoveva i propri seni attorno a quel cazzo, fin che’: "Dai toccami i seni …", era un invito a prendere i seni ed a farsi una spagnola con le proprie mani e con il proprio cazzo.Liberatasi dalle mani, le uso’ altrimenti, tanto che lui senti’ la sua mano cercargli il culo, allargargli le chiappe, ed un dito cercargli l’ano.Senti’ che l’aveva trovato e che cercava di entrare in lui."Ti piace?" Lei chiese, ma il suo volto diceva gia’ quanto quell’operazione fosse gradita."Aspetta ….", disse lei, "distenditi …",Lui smise la spagnola, si distese prono, lei si alzo’ un poco, gli ando’ vicino al culo, gli allargo’ leggermente le gambe, gli allargo’ le chiappe, e riprese l’operazione con il dito sull’ano.Con l’altra mano, gli prese il cazzo appoggiato sul lenzuolo e lo porto’ verso l’esterno, poi allargo’ ancora di piu’ le sue gambe e fece in modo da avvicinarsi con la bocca a quel cazzo.Si distese su di lui, quasi poggiandogli la fica sul collo, poi sulla schiena queltanto necessario per poter raggiungere il cazzo che era disteso sul lenzuolo tra le sue gambe.Era bellissimo sentire i peli del pube sulla pelle della schiena, non gli era mai capitato prima. "Voglio leccarti la schiena", disse lui.Lei ubbidi’ immediatamente e si distese, a sua volta prona.Lui comincio’ a baciarla a meta’ schiena, poi risali’, all’altezza dei seni, si sposto’ prima a destra poi a sinistra, quasi fin sotto le ascelle all’attaccatura dei seni, porti arrivo’ sul collo, a destra poi a sinistra, fino agli orecchi, poi torno’ lentamente verso il basso, lungo la colonna vertebrale, fino al culo.Comincio’ ad allargare le chiappe di lei, per lasciare passare la lingua, raggiunse anche lui l’ano, mentre lei inarcava il bacino, spinse con la lingua, poi scese al perineo, cercando con difficolta’ di arrivare alla fica.Lei si pose un po’ di fianco, alzo’ una gamba, dandogli tutta la fica da leccare,fino a che non si giro’ completamente sulla schiena, lasciandogli tutta la fica disponibile per essere leccata, tutta fino all’interno delle grandi labbra, fino alclitoride..Lui non si risparmiava con la lingua: "Hai una lingua fantastica, pochi sanno leccare bene come te …", non pote’ non commentare lei.Da li risali’, con calma, verso l’ombelico, poi ancora verso i seni e nella risalitatrascino’ con se’, come se fosse un aratro di carne, il cazzo fino al punto in cui entro’ di nuovo in quella fica sempre di piu’ bagnata e piena di desiderio di averlo dentro, di sentirlo pieno , turgido, duro, proprio quello che ci voleva per una fica come la sua.Prese di nuovo a scoparla, lei mugugnava, si dimenava, lo invitava a penetrarla sempre di piu’, il piu’ a fondo possibile, fino in cima."Dai, facciamo ancora un bel sessantanove …" le propose.Prese il cazzo in bocca con avidita’, lui le leccava la fica con maggior ardore di prima: "Si… dai … hai una lingua di fuoco. … che bello … si, si ….. ancora …" Tra una leccata e l’altra del cazzo si lasciava andare a questi inviti, ma continuo’: "Voglio succhiartelo tutto, … voglio che mi sborri in bocca …. si,… voglio prosciugarti ….." E riprendeva con foga avanti ed indietro con la bocca sul cazzo. Poi con la lingua gli girava attorno al glande, gli solleticava l’attaccatura del prepuzio e si aiutava con le mani in una specie di sega.Poi "Si .. dai .. vieni … sborra … voglio sentire la tua sborra in gola … che bello, …. si …. si … dai ….".Quando non le pote’ piu’ di quel trattamento e dell’eccitazione che gli comportava, si lascio’ andare e venne sussultando in una sborrata copiosa, a fiotti, piena, carica, abbondante.Lo sperma non era entrato tutto nella bocca e alcuni fili di sborra bianca, appiccicosa, filosa fuoriuscivano dalla bocca di lei, colando giu’.Degluti’ e con la lingua cerco’ di recuperare quanto le stava sfuggendo.Ma uso’ anche la mano, per quanto non riuscisse ad usare la lingua, in modo da ricacciarsi la sborra fuoriuscita in gola.I suoi occhi erano stravolti, pieni di libidine, quasi ne volesse ancora.Lo guardo’, sorrise: "E’ stato molto bello …. sei bravo ….." Dopo una breve pausa, aggiunse: "Dobbiamo farlo ancora …. se vuoi ….".Si distesero, tenendosi per mano.Dopo un po’ si rivestirono, lui, prima di uscire, disse: "Cosa posso fare per sdebitarmi?"."Oh, nulla. Incontriamoci ancora, … se vuoi".Lui insistette: "E qui, per il pensionato?""Oh, non ti preoccupare, … ci penso io …"."Vuoi che ti riaccompagni?""No, e’ meglio che non vi vedano assieme, sai … le malelingue …. Vado da sola, a piedi".Apri’ la porta per uscire e la senti’ sussurare: "Telefonami, ancora …."Penso’ che non era bellissima, ma ne era valsa la pena.Si ripromise di telefonarle, certo che l’avrebbe fatto!
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