Sono Michele, sposato da 7 anni con una donna meravigliosa di nome Clara. Clara è più giovane di me di 10 anni e molto bella. Misura 1.72 m per 52 Kg, i capelli neri e corti con l’aria di Linda Hardy. Si allena molto con sport e altre piacevoli attività. Ha due bei seni, grossi e duri, i fianchi sottili e il sedere sodo e segnato delle sportive. Per quanto mi riguarda non sono gran male nonostante un inizio di pinguedine e di calvizie propria dell’età. Non faccio sport e il mio lavoro di direttore generale di una grossa società mi obbliga a numerosi viaggi d’affari che non facilitano il mio dimagrimento. Guadagnando molto posso permettermi una bella proprietà nella regione di Parigi. Quando conobbi Clara, aveva ventiquattro anni e stava finendo i suoi studi di finanza. Io avevo 34 anni ed ero vedovo da cinque in seguito all’incidente che era costato la vita alla mia prima moglie. Allora ero uno direttori aggiunti della società. Ha incrociato Clara una mattina in ascensore che portava al mio ufficio. Avendo avuto poche avventure da quando avevo perso mia moglie fui folgorato della sua bellezza e sentii dei fremiti di desiderio corrermi sotto la pelle come non mi succedeva ormai da tempo. Lei stava per cominciare uno stage di tre mesi come assistente dei nostri direttori aggiunti della società. Il suo ufficio era a 20 metri dal mio e, per farla breve, divenimmo complici, amanti ed infine marito e moglie. La nostra intesa sessuale era buona anche se non sono mai stato uno stallone. Clara era abbastanza libertina, amava succhiarmi e ingoiare il mio succo, ma non voleva sentir parlare di sodomia. D’altro canto non era veramente motivato in questa pratica. Gli piacevano soprattutto gli imprevisti. In breve eravamo molto felici insieme. Per ragioni mediche, Clara non può avere bambini e siccome il mio lavoro mi occupa troppo tempo abbiamo deciso di non adottarne. Per contro, mia moglie smise di lavorare ed è molto attiva nelle associazioni d’aiuto ai bambini e abbiamo più di 20 figli adottati nel mondo. Tre anni fa sono stato nominato direttore generale della società quando il capo precedente è andato in pensione. Le preoccupazioni, lo stress e il sovraccarico di lavoro cominciarono a minare la nostra complicità. In capo a 6 mesi aveva avuto dal nostro primo litigio dal nostro incontro e Clara mi ha rimproverato di non occuparmi né di lei né di me. Avevo effettivamente preso otto chili di sei mesi e al di là dei vari tentativi di fare l’amore durante questo periodo, non ero più riuscito ad avere un’erezione che due volte. Mi disse che era triste perché mi amava ancora, ma non poteva continuare ancora così. Alla fine mi disse: “Se in un mese non perdi 4 chili e non facciamo l’amore almeno 4 volte, prenderò un amante”. Ero stupefatto. Mai avrei creduto che potesse arrivare a tanto e ero pronto ad accettare la sfida. Sfortunatamente delle circostanze impreviste nell’economia mondiale resero questo periodo pieno di lavoro e presto dimenticai le sue minacce. Con il risultato che dopo un mese avevo preso un altro chilo e non avevo provato una sola volta a fare l’amore con mia moglie. Una sera rientrando sfinito dal lavoro, trovai un bigliettino sul tavolo della cucina: “La cena è pronta, non hai che da riscaldare il piatto. Non aspettarmi, farò sicuramente tardi: ho sei mesi d’amore da recuperare. buonanotte”. Caddi dalle nuvole. Come potava farmi ciò? Rimasi impietrito in piedi davanti al messaggio. Cenai senza nemmeno scaldarmi il piatto delizioso che mi aveva preparato. Mille pensieri mi passava per la mente. Era andata veramente a tradirmi? O non era che una nuova minaccia? Come avrebbe potuto trovare un amante la sera stessa? Era forse tutto premeditato? Non è che un amante ce l’avesse gia? Velocemente avevo già dimenticato completamente il mio lavoro. Una volta nel letto vuoto, i pensieri ripresero ancor più ferocemente. Ero diviso tra la collera e la comprensione. Prendevo coscienza dopo molto che non mi occupavo più di lei da sei mesi, che era divenuta per me un’abitudine, una persona che si prendeva cura di me quando tornavo dal lavoro, che teneva la casa e gestiva tutte le cose che non fossero il mio lavoro affinché potessi consacrarmi alla società. In poche parole era diventata la mia segretaria, cameriera e cuoca. Più mi rendevo conto di quanto le cose fossero cambiate per lei dalla mia nomina come direttore generale, più provavo ammirazione nei suoi confronti, gratitudine per come avevo tenuto duro senza protestare per sei mesi e soprattutto amore. In quel momento però mi ricordai che era partita alla ricerca di un amante e che in quel momento avrebbe potuto essere tra le sue braccia e la mia collera riprese. Provai un attimo ad immaginarla tra le braccia dell’altro, visualizzai le sue mani sul corpo di Clara, li vidi abbracciarsi, lo immaginai mentre la possedeva a pecora mentre lei gridava il suo piacere. Tornando sulla terra mi resi conto che mi ero eccitato come un matto e che la mia mano aveva cominciato a stimolarmi il sesso. Mi rituffai nelle mie fantasie e godetti rapidamente con un’intensità che non provavo da molto tempo. Dopo mi addormentai velocemente, completamente svuotato e rilassato. Non rividi Clara che la sera del giorno dopo perché non era ancora rientrata al mio risveglio e il suo cellulare era rimasto in segreteria tutta la giornata. Avevo ricevuto solo laconico messaggio: “Cerco di tornare presto tesoro mio. Baci”. Mi aspettava in uno splendido abito da sera, la casa era illuminata con luci soffuse e la tavola era imbandita per una cena a lume di candela. Volevo chiederle immediatamente un sacco di cose, ma lei mi sorrise dolcemente come ad un bambino e si porto il dito alle labbra: “Sshh”. Mi disse che il mio smoking era pronto in camera e che una volta fatta la doccia avremmo potuto cenare. Le lasciai le redini della serata e m’infilai sotto la doccia. La cena era eccezionale, servita da un domestico in livrea, preparata alla pari di una di un grande chef e innaffiata di champagne di marca: un trionfo di piacere. Clara era splendente, la luce della candele le faceva brillare gli occhi e tornai ad innamorarmi follemente di questa donna straordinaria, la mia. Come per incanto, appena degustato il dessert, si alzò una musica dolce e Clara m’invitò a ballare. Mi allacciai a lei con passione e ballammo avvinghiati in un vortice voluttuoso. Mi resi a malapena conto che la sala da pranzo venne risistemata e che alla fine del disco noi eravamo soli. Clara mi fece dunque stendere sul divano del salotto che nel frattempo era stato ripulito dall’inserviente. Le luci erano spente e solo il fuoco nel camino schiariva la stanza. Clara si mise a spogliarmi lentamente e delicatamente finche non fui completamente nudo. Mi accarezzava mollemente e dolcemente, come una geisha. Il mio sesso era in erezione. Fece cadere il suo abito in un attimo. Era nuda sotto, davanti a me nel buio con il fuoco che l’illuminava da sinistra. Avrei detto un’apparizione. Si mise in ginocchio sul tappeto, si sporse verso di me e prese dolcemente il mio sesso nella sua mano. Dolcemente cominciò un su e giù col mio cazzo, sfiorandolo appena e si mise a parlare. Mi disse che era andata in un locale, decisa a mantenere la sua promessa di tradirmi poiché non avevo mantenuto la mia. Aveva incontrato un bell’uomo, sportivo, sulla trentina, piuttosto gradevole a livello di conversazione e che aveva ballato con lui tutta la sera. Le aveva offerto di bere dello champagne e lei le aveva raccontato perché si trovava lì quella sera. Era stato un gentleman continuando a corteggiarla anche se aveva capito che gli si sarebbe offerta più tardi. Durante una seria di lenti lei cercò la sua bocca e si baciarono delicatamente erano usciti verso mezzanotte dalla discoteca e lui le chiese se avrebbe voluto andare a casa sua o preferiva un albergo. La portò in un tre stelle. La stanza era confortevole e appena chiuse la porta lei li si buttò tra le braccia. La spogliò lentamente e con calma l’accarezzò dandole il tempo di eccitarsi. Si ritrovò nuda, sdraiata a letto, con le gambe aperte a chiedere di essere presa, ma egli continuava ad eccitarla con le sue carezza, leccandole i seni ed infine portando la sua bocca sul sesso bruciante di Clara. Si mise a leccare, delicatamente, continuando a far salire sempre più il suo piacere, titillando il suo clitoride con la lingua e abbandonandolo non appena sentiva montare l’orgasmo. Clara era colma di desiderio, il suo ventre non voleva altro che essere penetrato. Infine lui si raddrizzò per scoparla, e la penetrò in un solo colpo facendola venire come un fulmine in una notte d’estate. Non si mosse di un millimetro, affondato nel sesso di Clara, attendendo che le convulsione dell’orgasmo terminassero. Quando cessò il soprassalto, si mise a fare un dolce va e vieni per farla precipitare di nuovo nel piacere. Lei si mise a gemere subito e con una tecnica raffinata, la portò rapidamente ad un secondo orgasmo, tanto devastante quanto il primo. Clara, sfinita per questi due orgasmi si sfilò dalle braccia dell’amante reclamando una coppa di champagne. Corroborata dai calici e infine soddisfatta, decise di occuparsi del suo amante che non aveva ancora goduto. Gli fece un pompino, di cui è un’esperta, e rapidamente lui si svuota nella sua bocca. Bevve un’ultima coppa per gradire meglio il gusto dello sperma e scivolò velocemente nelle braccia di Morfeo. Quando infine si svegliò al mattino, era sola a aletto. Il suo amante era partito lasciandole un bigliettino: “Buongiorno cara sconosciuta e al vostro servizio. Sapete dove trovarmi…”. Lei non sapeva nulla di lui, solo il suo nome: Pascal. Per tutto il tempo della narrazione, Clara continuava ad accarezzarmi il sesso. Il cazzo mi doleva per l’eccitazione e prima della fine della storia avevo eiaculato nelle dolci mani del mio amore. Lo leccò delicatamente, poi me lo prese in bocca e, cosa rara, ricominciai ad eccitarmi di nuovo. Una volta duro, si posizionò su di me e s’impalò con grazia. Per un tempo che mi sembrò lunghissimo, mi cavalcò, facendo l’amore, dandomi un piacere che non provavo da molto, impedendomi di occuparmi di lei e dedicandosi interamente al mio piacere. Venni ancora una volta, sconvolto, svuotato e finalmente felice di ciò che era successo. Mentre stavo per addormentarmi, Clara mi accarezzava la guancia sussurrando: “Non sei troppo arrabbiato per averti tradito?”. Le risposi soavemente: “No, hai fatto bene, sono io che mi scuso per averti obbligato a farlo, ti amo” . “Ti amo anch’io” mormorò addormentandosi. Ecco come sono stato tradito la prima volta, ma da allora le cose si sono evolute e sono diventato un vero e proprio cornuto per mio grande piacere. A causa del mio lavoro, non ci era possibile rendere pubblica la nostra storia con delle foto poiché Clara e soprattutto io non potevamo permetterci d’essere riconosciuti. Nessuno dei nostri conoscenti era a conoscenza del tipo di vita che avevamo. I nostri nomi come quelli degli altri partecipanti sono fittizi, ma tutto il resto è assolutamente vero. Nel weekend che seguì quella notte folle noi facemmo un viaggio romantico di due giorni a Venezia. Clara aveva mille attenzioni per me, preoccupata che questa avventura avesse rovinato la nostra relazione. La sera, nella nostra camera sul Canal Grande, mi disse della sua paura e volle essere sicura che non la tenessi per formalità. Per rassicurarla, le raccontai come avessi vissuto quella serata, solo, a immaginarla tra le braccia d’un altro, di quali erano state le mie inquietudine, la rabbia, i miei pensieri. Le spiegai di come avevo infine capito che ero stato indegno di lei, la mia bella, il mio tesoro di come avevo preso coscienza che lei non mi meritava. Quando arrivai all’episodio nel quale mi ero trovato eccitato pensandola con un altro, e di come avevo cominciato a masturbarmi come uno studentello eccitato per la visione dell’orlo della gonna della sua prof di matematica, lei si mise a sculacciarmi gentilemente ridendo ed gridando: “allora siccome ti ecciti pensando che mi faccio scopare da un altro!” e poi “specie di porca, ti ecciti ad essere cornuto” “ed io che avevo dei rimorsi” “Specie di pervertito” e altre frasi del genere. L’evocazione di tutto ciò, ancora una volta, mi fece rizzare e la strinsi prima d’infilarmi in lei e scoparla con tutte le mie forze finché non raggiungemmo insieme l’orgasmo. Nella discussione che seguì evocammo quei 6 mesi e su cosa aveva minato la nostra relazione e la nostra complicità. Le ripetei che aveva avuto ragione ad aprirmi gli occhi in quel modo e che le consigliai anche di ricominciare se mi fossi di nuovo dimenticato di occuparmi di lei. Fu piuttosto sorpresa dal mio incoraggiamento. “Vuoi che ricominci?” “Si, se ne senti il bisogno, perché significa che non mi sto occupando a sufficienza di te ed io voglio che tu sia felice”. “Ma immagino che tu voglia che ti racconti tutto dopo, vero grosso maiale?” “Si perché è questo che mi merito”. Il resto del weekend fu meraviglioso. In breve noi stipulammo un patto. Le accordavo la più completa libertà sessuale, era libera di incontrarsi con chi voleva, quando voleva, a condizione che questo mi procuri tanto piacere quanto ne avevo ricevuto in questi ultimi quattro giorni. Era un modo per lei d’essere????? a tutto offrendomi un piacere di cui avevo il gusto da tempo. Clara non abusava della sua libertà, la utilizzava non solo per lei stessa, ma per il bene della nostra coppia. So che ciò può sembrare incomprensibile a molti, ma vi giuro che non ne abbiamo più discusso da tre anni. È sempre dolce, bella, amorevole e soprattutto imprevedibile. È questo che, in fin dei conti, mi piace di più. Non so mai quando voglia approfittare della sua libertà. Penso che abbia uno o due amanti regolari che incontri quando ne ha bisogno, ma non ne sono del tutto sicuro. Uno degli aspetti interessanti (chiaramente per la mia immaginazione) è che so che non mi parla di tutti i suoi incontri. Talvolta cambia i suoi programmi ma non so mai se è davvero per andare al cinema con una sua amica o per incontrarsi con un uomo. La regola vuole che io non le chieda nulla. Ogni tanto trova l’occasione di mettermi in mezzo alle sue avventure. Non so mai quando ciò possa accadere, ma ha la bravura di farlo sempre al momento buono e sempre in un modo nuovo. Infatti, più sono occupato dal lavoro, meno posso dedicarle tempo ed energie. Da quando abbiamo fatto il nostro patto, tutto è andato a meraviglia. Sapendo che può trovare altrove le sue soddisfazioni posso concentrarmi di più sui miei affari. Per contro, lei continua ad occuparsi di me ammirevolmente e ha saputo trovare i mezzi per obbligarmi a fare altrettanto. In un anno ho perso i dieci chili che avevo preso di troppo perché m’ha minacciato di non raccontarmi più le sue avventure se non perdevo un chilo al mese. Dal punto di vista sessuale, non mi rimprovera più nulla poiché trova nei suoi amanti la possibilità d’essere soddisfatta e mettendomi a conoscenza delle sue malefatte mi da la carica e l’eccitazione necessarie per conservare l’aspetto sessuale del nostro amore. Non sono mai tanto virile che quando mi racconta una delle sue esperienze. Circa un mese dopo il nostro viaggio a Venezia, quando mi ero di nuovo tuffato nel lavoro, ricevetti un’e-mail con un allegato. Era un documento dove raccontava la sua ultima uscita. Eccola come l’ho letta nel mio ufficio.
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