– Ma sei proprio sicura?- chiedo dubbioso a Roberta per l’ennesima volta. – Ma certo, testone!- fa lei raccogliendo al borsetta ed alzandosi in piedi.Sarà strano, ma anch’io in fondo ho un po’ di pudore, ed il fatto di accompagnarla a fare una visita ginecologica non è che mi entusiasmi più che tanto. E’ pur sempre una cosa personale e privata.Quando mi ha chiesto di andare con lei, pensavo che non le andasse di starsene da sola in sala d’attesa, non certo che avrebbe voluto che entrassi anch’io. – Non ti scandalizzerai mica?- mi chiede con aria di sfida. – Non è questione di scandalizzarsi…- Borbotto, raggiungendola.- Pensavo solo che, visto l’argomento, preferivi rimanere sola.- – Se per argomento ti riferisci alla mia fichetta, mi sembra che tu lo conosca piuttosto bene e l’abbia visto parecchie volte.- Ridacchia, avviandosi alla porta. – Che c’entra…- rispondo stizzito.- E’ tutta un’altra storia.- – Direi proprio di no, mio caro.- Fa lei abbassando la maniglia.- Visto che ti ci diverti tanto, spero che vorrai collaborare alla sua manutenzione.- Ribatte con un sorriso aprendo la porta.Non riesco a risponderle. Un po’ perché ormai sta salutando la dottoressa, un po’ perché mi ha lasciato senza parole.Mi limito a richiudermi la spessa porta insonorizzata alle spalle. – Accomodatevi.- Ci fa la ginecologa, indicandoci due poltroncine poste davanti alla scrivania. – Solita visita di controllo, Roberta?- – Eh, si!- risponde la mia biondina, con un sorriso da orecchio ad orecchio.- Ogni tanto bisogna fare il tagliando.-La dottoressa ridacchia ed annuisce.- Se tutte la pensassero come te, mia cara…-La donna si piazza davanti la cartella clinica di Roberta e le due si immergono in un rapido domanda e risposta, mentre io cerco di farmi piccolo piccolo e di passare inosservato.Per distrarmi dalla sequenza di domande, a mio avviso fin troppo personali, osservo la dottoressa.Dimostra all’incirca una quarantina d’anni. Ha la pelle abbastanza scura e sarei più che disponibile a scommettere che non si tratta solo di abbronzatura: la sfumatura olivastra è una questione di genetica, non di lampade o di sole. I capelli sono di un nero profondo, appena intervallati da qualche filo grigio, tirati indietro a formare una stretta coda di cavallo che le arriva a metà schiena. Il volto è ovale, con labbra carnose e piuttosto sensuali e grandi occhi di un intenso color marrone. Peccato per la montatura degli occhiali, che è piuttosto pesante e fuori moda e che rovina l’insieme per nulla spiacevole del volto.L’atteggiamento poi, è perfettamente professionale, serio ma senza risultare pesante o da musona. In poche parole sembra proprio che sappia il fatto suo e ben presto mi rendo conto che la dottoressa mi sconfinfera parecchio… e parlo dal punto di vista professionale.Ad essere sincero è piacevole pure come donna, e non poco, ma data la situazione questo è secondario. – Ovviamente avete rapporti.- Dice infine la dottoressa, in quella che è più un’affermazione che una domanda, facendomi tornare alla realtà.Non so perché ma mi rendo conto di arrossire come un ragazzino per quanto, in fondo, non c’è niente di male: Roberta ed io facciamo sesso, cosa c’è di strano in questo.Roberta esita per qualche istante e sorride apertamente.- Eccome!- ribatte poi, guardandomi di sguincio.La dottoressa ricambia il sorriso, divertita.- Chissà perché ci avrei scommesso.- Risponde, spuntando l’ultimo quadratino del questionario che ha in mano. – Finora tutto bene, Roberta.- Dice, riponendo il fascicolo ed alzandosi in piedi.- Ora passiamo alla pratica.-Io guardo Roberta che si alza a sua volta e mi rendo conto che è arrivato il momento della visita vera e propria. L’imbarazzo torna ad assalirmi. – Volete che aspetto fuori?- chiedo, speranzoso. – Ma dai!- ridacchia Roberta. – Non penso sia necessario.- Rincara la dottoressa.- Ci sbrighiamo in un lampo e non credo proprio che sarà la prima volta che vedrà Roberta nuda.- – Si ma…- – … ma Pluto riesce ad essere di un timido pazzesco, per certe cose.- Infierisce Roberta, sfilandosi le scarpe. – Davvero?- chiede la dottoressa, infilandosi un paio di guanti sterili.- Non si direbbe proprio il tipo.- Commenta. – Infatti.- conferma Roberta.- Di norma, per imbarazzarlo o scandalizzarlo ce ne vuole… ma in certe situazioni…- ed agita una mano.Richiudo la bocca, mi piazzo le mani in grembo e decido di sopportare stoicamente senza ulteriori commenti: va a finire che prendo del pusillanime.Roberta nel frattempo si è filata la gonna ed è rimasta in camicetta, autoreggenti e perizoma. – Sarà meglio se togli la camicetta.- Le dice la dottoressa aprendo una busta di strumenti.- sarebbe un delitto se la macchiassimo di gel. A toglierlo è una lotta.-Roberta annuisce e toglie l’indumento. – Pronta?- chiede la ginecologa. – In un attimo.- Risponde Roberta. Mi volta le spalle e, sporgendo il sedere verso di me, con studiata lentezza abbassa il perizoma.Poi torna a voltarsi e, fissandomi, lo getta da una parte.“Ti pare se non ne approfitta per stuzzicare. Ma le sembra questo il momento?” penso tra me e me, inghiottendo a vuoto. Per quanto conosca piuttosto bene il suo corpo, o forse proprio perché lo conosco bene, ogni volta che ha certi atteggiamenti io vado in pressione. – Salta su.- Le dice la dottoressa, indicando il lettino.Roberta si arrampica lentamente sul trespolo, avendo cura di darmi il tempo di guardarla per benino. Nessuno potrà convincermi che non lo faccia apposta.La dottoressa l’aiuta a sistemare l’incavo delle ginocchia sugli appositi sostegni, poi ne regola l’altezza. – Comoda?- le chiede infine. – Comodissima.- Risponde Roberta, fissandomi apertamente negli occhi.Dal punto in cui sono seduto ho una panoramica pressoché perfetta del suo inguine parzialmente depilato, le grandi labbra, che conosco così bene, spiccano nettamente esaltate dalla posizione e dal triangolino di peli pubici che sembra quasi indicarle. Poco più sotto la rosellina dell’ano fa capolino tra le natiche, occhieggiando invitante.L’uccello mi da un guizzo ed inizia a gonfiarsi nei pantaloni e all’improvviso mi rendo conto del perché ha voluto che l’accompagnassi: quella piccola troietta ne vuole approfittare per fare un po’ di esibizionismo a favore del sottoscritto. Quel tanto che basta a farmi arrapare come un camionista turco.Reprimo un sogghigno e mentalmente mi riprometto di fargliela pagare salata. Ciò non toglie che ho tutta la sana intenzione di godermi lo spettacolo, per quanto breve possa essere. – Ora stai tranquilla e rilassati.- Le consiglia la dottoressa, estraendo dalla busta un divaricatore ed ungendolo abbondantemente di gel lubrificante.- Non è la prima volta per te, quindi lo sai che è una sciocchezza.- – Vada pure tranquilla, dottoressa.- Risponde Roberta continuando a fissarmi.La ginecologa unge leggermente le grandi labbra di Roberta, poi appoggia con delicatezza lo strumento e spinge lentamente, facendolo penetrare di qualche centimetro, poi agisce sulla rotellina e i due rebbi iniziano a dilatarsi.La donna si abbassa, illuminando l’interno delle pareti vaginali di Roberta con la lucetta che ha attorno alla testa e osservandole con attenzione. – Mmmm!- borbotta.Ruota leggermente il divaricatore per poter controllare a trecentosessanta gradi. – Mmmhmmm!?- torna a fare, questa volta leggermente sorpresa. – Escoriazioni.- Brontola.Richiude il divaricatore e lo sfila, poi da un’occhiata inquisitrice a Roberta. – Cosa mi combini?- le fa, bonariamente, mentre allunga una mano e prende un divaricatore decisamente più lungo. – Perché?- chiede angelicamente Roberta. – Hai qualche piccola abrasione interna…- risponde la dottoressa, rimanendo sul vago. – Quindi…?- Roberta la invita a proseguire. – …quindi diamo un’occhiata più attenta.- risponde la dottoressa, appoggiando il secondo divaricatore.Torna a spingere e lo strumento sparisce nel corpo di Roberta per una decina di centimetri. – Hmmm!- brontola la mia biondina, socchiudendo gli occhi.La dottoressa la guarda per un attimo, scuote la testa sorridendo e torna a riportare l’attenzione su quanto sta facendo.Si china tra le gambe di Roberta e scruta attentamente le pareti vaginali. – Ma che diavolo…?- sento che borbotta. Armeggia con il divaricatore, spingendolo ancora più in fondo e ruotandolo leggermente.Solleva la testa e fissa Roberta, che si sta mordicchiando il labbro inferiore. Se la conosco bene, tutto l’armeggiare della dottoressa con le sua parti basse la sta già mandando su di giri. – Mi spieghi come hai fatto a procurarti dei graffi così in profondità?- le chiede la dottoressa.Roberta sorride e fa spallucce. – Non ne ho idea.- Io ho un certo sospetto, ma mi guardo bene dall’aprire bocca. Se lei a Mara continuano a trastullarsi con qualsiasi oggetto di forma fallica sul quale mettono le mani… – Se non lo sai tu…- la dottoressa si volta e mi guarda per un attimo. – …sempre che al tuo fidanzato non sia cresciuta un’unghia sul ventunesimo dito…- Io strabuzzo gli occhi e la fisso esterrefatto. – Lascia stare, stavo scherzando.- mi dice. Si rimette diritta e con delicatezza sfila il divaricatore dalla vagina di Roberta. – Voglio vederci un po’ meglio.- Dichiara, dirigendosi verso un armadietto.Apre lo sportello e traffica un po’ all’interno.Nel frattempo Roberta mi guarda negli occhi e, spostata una mano, si accarezza con fare inequivocabile la fichetta: è decisamente in fregola.Io ridacchio sotto ai baffi pregustandomi il ritorno a casa.Proprio in quell’attimo la dottoressa torna a girarsi verso di Roberta. La sua espressione rimane perfettamente neutra, ma sono assolutamente certo che abbia notato la manovra della biondina.In mano stringe un aggeggio stranissimo, una via di mezzo tra una lampada tascabile ed un vibratore di media misura dal quale si allunga un grosso cavo metallico. – Mi dispiace, Roberta, ma dovrai sopportare questo coso.- Dice la donna mostrandole l’aggeggio.- Sono sicura che non c’è niente di grave, ma è meglio dare un’occhiata.- – E lei la dottoressa…- afferma Roberta, ma guarda con gli occhi lucidi il cilindro metallico che la ginecologa le sventola sotto al naso. Ho come l’impressione che non sarà del tutto un dispiacere, per lei, farsi infilare tra le cosce quell’affare. – Brava bimba.- Dice la Dottoressa, riprendendo posizione.Mi sposto leggermente per poter vedere bene in faccia Roberta.La dottoressa unge lo strumento, lo punta al vestibolo di Roberta e spinge con delicatezza. Guardo la biondina che socchiude gli occhi e si morde un labbro, ridacchiando tra me e me. Eccome se le piace… Quando si tratta di infilarsi in pancia qualcosa che assomiglia ad un cazzo…La dottoressa finisce l’introduzione e afferra il cavo metallico, accostandone il terminale all’occhio.“Un periscopio da fica.” penso divertito, mentre la donna comincia a muovere l’aggeggio nel corpo di Roberta.E’ chiaro che sta esaminando accuratamente le pareti interne della mia fichetta personale, ma l’andirivieni è poco differente da una bella scopata con un vibratore e difatti la mia porcellina comincia già a smaniare.Dopo un paio di minuti di trattamento sta ansimando come un mantice, ha i capezzoli che sembrano voler esplodere, e le nocche delle dita sono sbiancate dalla forza che ci mette a reggersi sul lettino. – Come pensavo, niente di grave.- Commenta alla fine la dottoressa, sollevandosi ed iniziando a sfilare il cilindro dalla fica di Roberta. – Nooooohhhmmmm.- Mugola sommessamente la biondina, evidentemente interrotta sul più bello.La punta si sfila dal suo corpo ed immediatamente un sottile rivolo di ciprigna sgorga dal foro dilatato.Se l’ho visto io deve assolutamente averlo notato anche la dottoressa, che però non batte ciglio e appoggia lo strumento da una parte. – Ancora un minuto di pazienza, Roberta, poi abbiamo finito.- Dice, aprendo un barattolo, infilandoci dentro due dita e ritirandole coperte di una robusta dose di gel. – Sopporta ancora un intrusione, si tratta di un attimo.- Dichiara.Appoggia la mano sinistra sul pube di Roberta ed accosta le due dita precedentemente lubrificate alla sua fichetta. Unge ulteriormente l’apertura, come se davvero ce ne fosse bisogno, ed infine le infila dentro, strappando un altro mugolio alla sua pazienza. – Non ti faccio male, vero?- le chiede.Roberta si limita a scuotere la testa continuando a mordersi il labbro inferiore. – Se ti faccio male avvisami.- Le dice, con fare materno, mentre inizia a rigirarle le dita nella fica, evidentemente verificando l’elasticità dei tessuti o la presenza di eventuali noduli. – Siiii.- miagola Roberta con un filo di voce, dopo nemmeno un minuto.“E’ una visita ginecologica o un ditalino da urlo?” mi chiedo, cercando di sistemarmi senza farmi notare l’uccello, che nei calzoni ormai è diventato duro come il marmo.La dottoressa continua implacabile il suo andirivieni mentre io osservo la scenetta. – Tutto bene.- Chiede dolcemente a Roberta, dopo qualche minuto.La biondina socchiude gli occhi ed annuisce.- Molto bene, dottoressa.- fa, con voce roca. – Sei molto brava, piccola.- afferma la ginecologa, continuando ad armeggiare. – Anche lei.- Risponde Roberta.- Davvero molto brava.- – Vedo che apprezzi le mie cure.- Fa la dottoressa, sorridendo. – Come sempre, dottoressa.- Dice Roberta, lasciando la presa sui bordi del lettino.Io resto a guardare mentre le sue manine risalgono lungo i fianchi , salgono sull’addome e delicatamente si appoggiano alle tettine.“ Che cazzo!?” ho il tempo di pensare prima che Roberta si metta tranquillamente a stuzzicarsi i capezzoli. – Non le dispiace, vero, Dottoressa?- chiede la biondina. – Figurati.- risponde la donna.- Anzi, non so cosa stavi aspettando.- aggiunge.Osservo allibito il pollice della donna che rapidamente scende lungo il pube di Roberta fino a raggiungere il grilletto, sul quale si mette a descrivere ampi e morbidi cerchi. – Ehi, ma…- Esclamo.Poi la verità finalmente raggiunge le mie ottenebrate cellule neurali.E’ tutta una messa in scena, cazzo!Ed io, come un cretino, ci arrivo solo adesso.Le due donne si voltano verso di me e mi fissano.- Si?- fa la dottoressa. – Mi sa che c’è arrivato.- Ridacchia Roberta. Lascia andare un capezzolo e tende una mano verso di me, invitandomi con un ditino a raggiungerla.Scatto dalla sedia come una molla. Fino ad un attimo prima ero impegnato a nascondere l’erezione che la scenetta mi aveva provocato, ora invece non vedo l’ora di “metterla a nudo”.In due passi sono accanto a Roberta che immediatamente mi afferra l’uccello attraverso la stoffa dei pantaloni. – Ti va di partecipare?- mi chiede, ovviamente sapendo già la risposta.Mi limito a sganciare la cintura e ad abbassare la zip. – Piaciuta la sorpresa?- mi fa, prima di spalancare la boccuccia e risucchiarmi tra le labbra la cappella. – Direi proprio di si.- commenta la dottoressa. – Piccola troietta.- Sentenzio io, mentre Roberta si da da fare con lingua e labbra sul mio cazzo.- Hai organizzato tutto davvero per bene.-Roberta si libera la bocca e sorride.- A dire il vero è un’idea di Luciana.- Dice.- Dopo quello che le ho raccontato di te, voleva proprio conoscerti.- – Adesso capisco perché ti fai visitare tanto volentieri.- Commento, guardando la dottoressa che, mentre io e Roberta parliamo, abbandona il grilletto di Roberta e inizia a sbottonarsi il camice. – Diciamo che visitare Roberta è un vero piacere.- Mi dice la donna.- Soprattutto per come reagisce alle mie cure…- il camice la scende dalle spalle e finisce a terra. Vista la situazione, mi sarei aspettato che sotto alla tenuta da lavoro fosse nuda o indossasse solo la biancheria intima, invece sfoggia un’ampia gonna plissettata dalla quale partono due ampie strisce di stoffa che, incrociandosi sul petto e scomparendo dietro alla nuca, fungono da ampia camicia, lasciandole completamente scoperta la schiena.La donna solleva le mani dietro la testa e scioglie il fiocco. Le due strisce di stoffa scorrono morbidamente sul suo seno e scivolano verso il basso, liberando la gonna che con un leggero fruscio finisce a terra.Luciana rimane con le braccia alzate invitandomi chiaramente a guardarla.In effetti camice e vestito celavano un corpicino niente affatto male. I seni sono piuttosto piccoli, ma svettano senza sostegno alcuno sfoggiando due lunghi capezzoli scurissimi, contornati da una piccola areola. Sul ventre piatto si vedono i muscoli addominali guizzare sotto pelle ad ogni minimo movimento della donna, il pube, completamente rasato, esalta le grandi labbra, che di grande hanno ben poco, anch’esse piuttosto scure. Le gambe sono snelle e nervose. E’ evidente che la dottoressa, oltre che consigliare una vita salubre, vi si dedica pure.La donna appoggia le mani coperte dai guanti in lattice sulle ginocchia di Roberta, poi le fa scorrere fino a raggiungere nuovamente la fichetta della mia biondina, aprendola come un frutto maturo. Infine si china ed incolla le labbra al grilletto. – Mmmhpf!- grugnisce Roberta, serrando le labbra attorno al mio cazzo. E’ chiaro che apprezza il trattamento.Così scosciata sul lettino da visita, ha davvero un che di osceno e la voglia di scoparla di santa ragione si fa sempre più pressante… ma pure la dottoressa che se ne sta chinata a novanta gradi mi ispira parecchio. Chissà se…Con gentilezza, sfilo l’uccello di bocca a Roberta che mi da un’occhiata, ci pensa un attimo e poi mi fa l’occhiolino. Penso proprio che abbia intuito le mie intenzioni.Aggiro il lettino e mi piazzo alle spalle di Luciana, inginocchiandomi. Lei continua imperterrita il suo lavoro di lingua, però divarica leggermente le gambe e inarca la schiena, invitandomi chiaramente a darmi da fare. Non me lo faccio ripetere e mi affretto ad infilare a mia volta la faccia tra le sue natiche, affibbiandole una sacrosanta slappata alla fica. E’ il suo turno di mugolare con evidente piacere. Ovviamente la posizione non è delle migliori per lapparle la fregna, ma c’è il vantaggio che ho a disposizione pure la rosetta dell’ano, al quale mi applico con notevole dovizia. Stando a come si presenta, deve usarlo parecchio il che lascia presagire che ho a che fare con una donna dalla mentalità parecchio aperta.Visto che Luciana è già praticamente un lago, non è che debba poi impegnarmi tanto per prepararla: un ultima puntata al buchetto posteriore e mi rimetto diritto.Lei allarga ancora un po’ le gambe e flette leggermente le ginocchia per facilitarmi il compito.L’afferro per le anche, punto l’uccello alla sua fica, e con un lento movimento di reni la inforno fino alle palle.Lai rincula leggermente e ruota il bacino per farsi penetrare fino in fondo, poi solleva la testa e mi sbircia oltre la spalla. – Dai, dacci dentro.- Borbotta.Inizio a scoparla di santa ragione, artigliandole i fianchi con parecchia forza, ma il trattamento non propriamente delicato sembra che non le dispiaccia affatto. Riprende a leccare Roberta ma ora una delle mani è impegnata a puntellarsi per resistere ai miei colpi mentre l’altra si sta accanendo sui capezzoli, che pizzica e torce senza riguardo alcuno.Mi chiedo per un attimo se il sonoro sbattere del mio bassoventre sulle su chiappe può richiamare l’attenzione di qualcuno in sala d’attesa, ma poi ricordo lo spessore della porta. Nessun rumore può attraversarla.La mano di Luciana che si era dedicata ai capezzoli, scorre velocemente lungo un suo fianco, indugia per un istante su una natica, tirandola all’esterno, ed infine si dirige decisa verso l’ano. Osservo eccitato un dito che si intrufola deciso nella rosetta, subito seguito da un secondo e poi da un terzo. “Eccome se è rodata, da quelle parti.” penso, osservando le tre dita dilatare senza problema alcuno lo sfintere.La dottoressa abbandona nuovamente la fica di Roberta, che ne approfitta immediatamente per scendere dal lettino ed inginocchiarsi ai piedi della ginecologa. Sento il fiato caldo della mia biondina stuzzicarmi lo scroto, poi la sua linguetta che inizia a leccare alternativamente il mio uccello e la figa di Luciana. – Dai Roby!- La incita quest’ultima.- Mangiami la fica come sai fare tu.-E’ un’ulteriore conferma che le due hanno già avuto occasione di giocare tra di loro. Roby di certo non si tira indietro ed incolla le labbra al grilletto della mora, che nel frattempo non smette neppure un minuto di tartassarsi lo sfintere. Ansima come un mantice e sento i suoi umori che mi colano lungo le gambe.Ad un mio affondo particolarmente irruente, perde leggermente l’equilibrio ed è costretta ad abbandonare il lavorio di dita nel culo per afferrarsi saldamente al lettino.Lo sfintere anale resta sguarnito, arrossato ed occhieggiante proprio sotto il mio naso. Di certo ad uno simile spettacolo un culofilo come me non può resistere. Mi sfilo rapido dalla fica della dottoressa e con un unico movimento fluido mi infilo fino alla radice nel suo culo. Lei gorgoglia e stringe i muscoli dello sfintere, serrandomi il cazzo in una morsa morbidissima. – Siiiii!- rantola.- Mi piace nel culo!- dice, come se non me ne fossi accorto.Roberta, trovandosi un buco libero a pochi centimetri dal naso, si affretta a riempirlo con un paio di dita ed assieme ci scopiamo la dottoressa, che si contorce come una biscia tra i nostri corpi, si lamenta, si agita, poi, all’improvviso si mette a sgroppare come se qualcuno le avesse collegata al dueeventi. – Oh, Dio!- Gorgheggia a ritmo con i miei colpi.- Oh, Dio! Oh, Dio! Oh, Dio!- Poi le braccia le cedono, rantola, e si abbatte sul lettino come se avesse preso una botta in testa.Sussulta un paio di volte ed infine rimane immobile, respirando affannosamente.Di orgasmi femminili ne ho visti veramente tanto, ma mai come questo.Rimango immobile qualche secondo, poi mi ritraggo lentamente dal culo della ginecologa e do un’occhiata a Roberta, che con qualche difficoltà riesce a sfilare la testa da sotto il ventre di Luciana.La biondina mi sorride felice ripulendosi con il dorso di una mano le labbra ed il mento, che sono completamente impiastricciati da un vero mare di sbroda femminile, poi allunga una manina e si impadronisce del mio uccello, iniziando a menarlo lentamente. – Allora, piaciuta la sorpresa?- mi chiede, ben sapendo la risposta.- Merito un premio?- – Eccome, piccola troietta!- le dico, facendola rimettere in piedi.Luciana, si tira lentamente su e ci guarda con gli occhi lucidi, poi batte una mano sul lettino.- Rimettiti al tuo posto.- Dice, rivolta a Roberta.La mia porcellina salta sul lettino e rimette le gambe sui sostegni, scosciandosi completamente ed allargandosi la fichetta con due dita.Luciana le si avvicina, le da un paio di leccate alla passera, poi mi afferra l’uccello e letteralmente me lo pianta nella figa di Roberta, che miagola felice. – Dovremmo comprarcene uno per casa.- Dico a Roberta iniziando a fotterla per bene. – E un gusto scoparti su questo aggeggio.-Lei si limita ad annuire, mentre si morde le labbra. In effetti così piazzata e aperta risulta più accogliente del solito.Luciana, alle mie spalle, mi prende per le anche e mi guida nella scopata, come fossi un gigantesco vibratore. Se ne sta appiccicata a me, premendomi il ventre e le tette sulla schiena e massaggiandomi lentamente.- Falle il culo.- Mi bisbiglia in un orecchio qualche minuto più tardi. – Con molto piacere.- Rispondo, facendo l’occhiolino a Roberta che, capita immediatamente l’antifona, si affretta a divaricarsi le natiche con le manine.Anche se non come quello di Luciana, pure il forellino posteriore della mia porcella è piuttosto rodato e con tutto il succo femminile che le è colato tra le chiappe mentre la scopavo, il lubrificante non serve proprio. Mi afferro l’uccello, glielo passo su e giù tra le natiche un paio di volte ed infine affondo nel suo retto.Da quando le ho fatto scoprire la sodomia, Roberta ne va letteralmente pazza.Sono tanto impegnato a gustarmi quel budello stretto e bollente che non mi accorgo dei traffici di Luciana, che è tornata ad immergersi nell’armadietto degli strumenti e ne riemerge armata di cavi e cavetti di tutti i tipo. – Piano con quell’aggeggio!- le intimo, riconoscendo uno stimolatore elettrico. Ho già avuto a che fare con un aggeggio del genere quando Milena ha voluto vendicarsi del maritino infedele e so che, se non è usato come si deve, provoca molto più dolore che piacere. – Non preoccuparti.- Mi fa Roberta, strizzandosi le tette con foga.- E’ bravissima con quello.-Io non rispondo ma controllo attentamente quello che combina Luciana.La dottoressa mi fa fermare per un attimo, giusto il tempo di infilare nella fighetta di Roberta un ovetto metallico, di appiccicarle al grilletto un elettrodo e di collegarli i capezzoli con due piccoli morsetti.Poi si volta verso di me, mi fa sfilare dal culetto di Roberta e mi piazza una cinghietta metallica attorno alla base del cazzo.Sempre senza aprire bocca mi fa rimettere in posizione nel retto della biondina e mi fa chinare leggermente in avanti. Sento che mi unge lo sfintere e poi mi infila nel culo qualcosa di freddo e rigido. Fortunatamente il diametro dell’oggetto è decisamente ridotto, quindi l’introduzione non risulta assolutamente fastidiosa.Poi si dedica a se stessa: due coccodrilli finiscono attaccati ai capezzoli (ed ora mi spiego come mai hanno quella forma), un secondo ovetto metallico le sparisce nella fica ed infine si pianta nel culo un vero e proprio puntello di acciaio.Controlla che tutti i cavi siano collegati correttamente, poi salta sul lettino e schiaffa la fica in faccia a Roberta. – Scopala, dai.- Mi incita, regolando i ruttori della scatoletta.Io inizio a muovermi nel culo di Roberta con una certa circospezione, in attesa di vedere se la dottoressa sa davvero usare quell’aggeggio infernale.Un istante dopo, una strana sensazione mi si irradia dal bassoventre: una sorta di lenta vibrazione che sembra partire dall’intestino, qualcosa di sordo e distante, niente affatto spiacevole.I miei movimenti nel culo di Roberta si fanno più decisi e sento i suoi muscoli anali stringermi con forza l’uccello.Luciana traffica ancora con i ruttori della scatoletta e la sensazione si fa più forte, più intensa e più piacevole. La donna appoggia la scatoletta da una parte e tuffa la faccia tra le gambe di Roberta, iniziando a lavorare di lingua come un’indemoniata.Io stantuffo con energia nel culo della biondina, che dimena il bacino per accogliermi più profondamente. Ogni volta che mi immergo completamente nel suo culetto, lo stimolo elettrico si fa più forte, invadendomi tutto il basso ventre con una scossa piacevolissima che evidentemente fluisce anche nel corpo di Roberta. LA biondina guaisce come un cagnolino ad ogni colpo che le sferro.In quanto a Luciana, riprende ben presto a sgroppare come quando la stavo inculando, sebbene questa volta i suoi sussulti non siano tanto accentuati come prima. Mi domando come riesca, con tutti i contorcimenti che fa, a continuare il lavoro di lingua sulla fica di Roberta.Chiudo gli occhi e mi godo la sensazione. Quella volta con Milena la sensazione era ben diversa, sempre piacevole ma quasi dolorosa, probabilmente si tratta di saper regolare a puntino il macchinario ed in questo Luciana evidentemente è proprio brava.Continuo ad inculare Roberta, sentendo il piacere montarmi dentro come una lenta onda di marea, che sale e scende con dolcezza, facendosi ogni volta più intensa. Dopo appena due minuti di trattamento non capisco più niente, mi sembra di avere del piombo fuso colato nelle budella e l’uccello in fiamme.Spalanco la bocca e boccheggio, strabuzzando gli occhi: mi sembra che il cazzo mi si sia gonfiato a dismisura e pulsi all’interno del retto di Roberta. – Oh cazzo!- dice una voce maschile.- Oh cazzo! Oh cazzo!- Ascolto con più attenzione e mi rendo conto che sono io a ringhiare senza controllo, con Roberta e Luciana che mi fanno da contrappunto sullo stesso stile: stanno letteralmente rantolando.Mi sembra che gli occhi mi stiano per schizzare fuori dalle orbite e per un momento ho la sensazione che la cappella si sia gonfiata fino a trasformarsi in una palla da tennis.Roberta stringe le chiappe di Luciana fino a farsi sbiancare le dita e si tende come un arco sollevando se stessa e la dottoressa dal lettino. Rimane così per un tempo che sembra infinito, stringendomi l’uccello con talmente tanta forza da impedirmi qualsiasi movimento dentro di lei. Poi si abbatte sul lettino con un tonfo secco mentre le braccia le ricadono senza forza ai fianchi. Il suo brusco movimento mi coglie di sorpresa, facendomi affondare completamente dentro di lei. Un lampo di piacere mi esplode nel cazzo, defluendo verso il basso ventre dome un’onda di piena. Sento lo scroto contrarsi con forza spaventosa ed un primo getto di sperma schizzarmi della punta del cazzo ed inondare l’ampolla della mia amante. Il piacere è talmente intenso da risultare doloroso e, di riflesso, mi tiro indietro sfilandomi completamente dal culo di Roberta.Il mio cazzo, come una molla trattenuta troppo a lungo, sbatte con forza sul volto di Luciana, ed un secondo getto di sperma va a colpire le labbra dischiuse della donna.Per nulla seccata, la donna spalanca la bocca e richiude con delicatezza le labbra sulla mia cappella gonfia, accogliendo senza batter ciglio le successive bordate di sperma e massaggiandomi il glande tumefatto con labbra e lingua.Mi scarico dentro di lei sussultando finché sono costretto ad aggrapparmi a mia volta al lettino ginecologico per evitare di finire rovinosamente a terra, mentre le ondate di piacere continuano a susseguirsi una all’altra riducendosi lentamente.- Cristosantissimo!- bofonchio, cercando di non collassare a terra.La dottoressa lascia andare il mio uccello ed allunga una mano verso la scatoletta malefica, spegnendo l’interruttore. La vibrazione che fino a quel momento ha pervaso il mio bassoventre cessa immediatamente e non saprei dire se ne sono sollevato o dispiaciuto. Con ancora tutti i cavi attaccati, riesco ad indietreggiare dei due passi che mi separano dalle poltroncine davanti alla scrivania, poi mi lascio andare a stramazzo sull’imbottitura.Luciana mi da un’occhiata e sorride, raccogliendo con la punta delle dita le gocce lattiginose di sperma le imbrattano la faccia e portandosele alle labbra con evidente piacere. – Si!- fa alla fine.- Direi proprio che state decisamente bene. Tutti e due.- – Dottoressa, grazie infinite.- Dice Roberta stringendo compita la mano a Luciana. Ci ha accompagnato alla porta come due pazienti qualunque. – E di che?- risponde con un sorriso.- Mi raccomando, continuate così.- dice con un’impercettibile strizzatina d’occhio. – Ci conti.- Le rispondo io.Ci stiamo avviando verso l’uscita, passando davanti alla segretaria, quando Luciana ci richiama, porgendoci un bigliettino da visita. – Questo è il mio numero privato.- Fa, con espressione neutra da giocatrice professionista di poker.- Se aveste una qualsiasi urgenza, non esitate a chiamarmi. Sarò ben felice di aiutarvi in qualsiasi modo.- Do una sbirciata al bigliettino. Sotto all’intestazione ufficiale, c’è una scritta a penna: “Chiamatemi quando volete.” – Lei è davvero gentilissima, Dottoressa.- Le dico intascando il bigliettino.- La sua disponibilità è esemplare.- – Un dovere ed un piacere.- Commenta lei. – Coppie giovani come voi vanno seguite per bene.- Ci saluta con la mano e torna a sparire nello studio, chiudendosi la porta alle spalle. – E tu che non volevi entrare assieme a me.- Commenta Roberta, uscendo dall’ambulatorio. – Beh, si, a volte sono proprio fesso.- Concordo con lei.- Ma rimedierò in futuro. Ho tutta l’intenzione di essere presente a tutte le prossime visite.-La bionda sorride soddisfatta e si aggrappa al mio braccio: sembriamo proprio una coppietta di sposini modello.

