Il tempo trascorse molto velocemente. Il giovane, di cui lei ancora non conosceva il nome, nel frattempo l’aveva aiutata nei lavori di casa; per divertirsi un po’ gli dava degli ordini che lui doveva eseguire saltellando. Era stupendo vedere le oscillazioni del suo cazzo ad ogni saltello, Marta continuava a toccarlo ogni volta che le era vicino e lui, per ringraziarla ed ossequiarla, come era abituato, la omaggiava inginocchiandosi e baciandole i piedi. Marta era eccitatissima, non vedeva l’ora che le ragazze tornassero a casa per presentare loro il nuovo “giocattolo umano” che si era procurata. Alle 18.00 lei gli disse “le ragazze stanno per tornare, vai nello sgabuzzino e restaci senza fiatare finché non ti chiamerò. Ci servirai dei drink che troverai nel frigo e mentre noi sorseggiamo tu ci farai vedere in che modo deve essere riverita una donna, mi raccomando: non commettere errori o ti frusterò a sangue”. La minaccia ebbe un effetto negativo sul giovane tanto che il su! o pene ridusse la sua potenza quasi immediatamente, Marta se ne accorse, gli si avvicinò e , con fare felino, delicatamente gli afferrò il membro e cominciò a palparlo mentre con l’altra mano andò ad accarezzare i testicoli “Questo deve essere ben duro, le mie figlie devono godersi bene lo spettacolo, se non ti comporterai bene ti taglio tutto con un coltello e ne farò polpette per il gatto, chiaro tesoro?” . La toccata fece molto bene al giovane tanto che quasi subito il membro ridivenne duro, allora Marta gli indicò lo stanzino ed andò a prepararsi per la serata che l’aspettava. Indossò una gonna corta con una camicetta molto aderente, tanto che il seno quasi voleva scoppiare fuori, ebbe la buona idea di non indossare indumenti intimi, ai piedi mise delle scarpine con un tacco alto che davano ai suoi bei piedi una tonicità quasi unica. Le scarpe erano aperte avanti e potevano intravedersi le bellissime e curatissime dita dei piedi. Sentiva dentro la voluttuosa voglia di trasferire alle figlie tutto ciò che aveva sempre desiderato fare: essere sessualmente libera, ora poteva farlo, nessuno l’avrebbe più ostacolata Voleva fortemente far capire loro che un uomo è solo un oggetto di desiderio, un animale da soma e da monta e che, da sempre, il mondo è in mano alle donne e ciò lo voleva fare nel modo più oltraggioso possibile avendo una persona a disposizione da umiliare, torturare e oltraggiare…Mentre pensava a ciò sentì la macchina delle ragazze in giardino e le loro voci allegre. “Mamma, dove sei?” dissero entrando in casa, “sono qui in camera mia” rispose lei. Le due ragazze entrarono in camera e, quando la videro così preparata, non poterono che esclamare “mamma… sei bellissima… cosa c’è una festa?”. “Venite qui, ragazze, sedetevi sul letto accanto a me” disse lei invitandole a sedere “stasera c’è una specialissima serata dedicata a noi tre ed ho una bellissima sorpresa per voi “. “Una sorpresa, mamma, di cosa si tratta, dai diccelo” gridando esultavano le ragazze. In realtà le due ragazze, anche se maggiorenni e ben messe fisicamente, erano ancora delle bambine. Le due gemelline, una bionda e l’altra bruna, ma con occhi verdi bellissimi entrambe, non avevano mai avuto un contatto reale con il sesso se non delle sporadiche toccatine che si davano vicendevolmente durante le notti d’inverno. La loro educazione era stata molto dura, ed il collegio nel quale erano state inserite c’erano delle suore che davano delle punizioni molto severe quando venivano scoperte e “pomiciare”. Una volta una loro amica aveva mostrato delle foto di uomini nudi e loro erano rimaste affascinate da quei cazzi duri e ritti, ma tutto era finito sempre dopo le masturbazioni notturne a letto. “Ragazze è arrivato il momento che voi scopriate il sesso nel modo migliore del termine, come la vostra mamma ve lo insegnerà” disse loro Marta. Le ragazze arrossirono rimanendo quasi sconcertate nel sentire la loro madre pronunciare quelle parole. “! M..m..m…ma…mamma cosa stai dicendo?” disse Antonella, la brunetta. “Si ragazze mie, ho preso un bel giocattolo per voi ed anche per me così ci divertiamo un po’…” disse Marta . “Un giocattolo? Ma che stai dicendo mamma?” ribadì Rossella, la bionda. Marta spiegò con calma tutta l’avventura che aveva vissuto ed alla fine chiarì anche che in casa, ad aspettare un suo ordine, c’era un ragazzo pronto ai loro capricci. Le ragazze furono sconvolte dal racconto e nel contempo si erano eccitate tanto che si erano bagnati gli slip, le loro gote erano diventate di un rosso vivo ed i loro occhi luccicanti. “Andiamo, care, seguitemi” disse Marta prendendole per mano ed avviandosi verso il salotto dove si accomodarono comodamente sul divano e le poltrone. “Vieni avanti schiavo!” gridò Marta. Il povero ragazzo uscì dallo sgabuzzino con le mani dietro la schiena e gli occhi a terra. Le ragazze furono colpite da quello stato di cose ed i loro sguardi erano, soprattutto, per il pene rigido d! i lui che spiccava. “Wow, mammina, è bellissimo” disse Antonella. “Si, è vero” disse Marta, ma non lo adulare, lui è il nostro schiavetto, vero? “chiese Marta, e lui, senza parlare, le si inginocchiò davanti e le baciò le scarpe dicendo “Sono qui solo per soddisfare le esigenze e le volontà delle Signore”. Le ragazze erano divertite ed eccitatissime soprattutto per la visione di un uomo nudo ed umilmente chino davanti a loro. “Vai a prendere delle bibite e portale qui” disse Marta con tono perentorio. Il giovane eseguì e, mentre loro bevevano lui si chinò davanti a Rossella e prese delicatamente a liberare i suoi piedi dalle scarpette di ginnastica, lei reagì a tale proposta e la mamma le disse di lasciar fare “Ma mamma, è da stamattina che porto le scarpe ed i miei piedi non odorano…” “Lo so bene” rispose Marta “agli uomini piace tantissimo l’odore dei nostri piedi, lascialo fare, vedrai sarà bellissimo anche per te”. Il giovane liberò i deliziosi piedini di Rossella dalle ! scarpe e dai calzini e prese a leccare prima la pianta di ogni piede e poi tutte le dita, uno alla volta. Rossella chiuse gli occhi e si deliziò di piacere per quella devozione assaporando una sensazionale condizione di superiorità rispetto a quel maschio che non conosceva. Per più di 2 ore il ragazzo baciò e leccò i piedi delle ragazze e della madre, poi successivamente dovette farle godere leccando i loro sessi e, solo a tarda sera dopo che le tre donne avevano cenato e lui le aveva servite, lui potette masturbarsi davanti a loro liberandosi finalmente dello sperma che aveva accumulato nei giorni passati e nella giornata. Mentre si masturbava le tre donne lo prendevano in giro e…..
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