Gianna e io ci conoscevamo da tre o quattro anni. Abitavamo nella stessa strada, ed eravamo diventate buone amiche. Spesso andavano in giro insieme e dormivano a casa di una di noi.Eravamo ambedue giovani e in piena fioritura. Le mie tette stavano crescendo ed erano molto sensibili. Anche le sue stavano crescendo, ma non erano ancora grandi come le mie. Quella notte dormivano a casa sua, nella stanza da letto del piano di sopra. La camera da letto dei suoi era sull’altro lato del corridoio e la nostra porta era chiusa a chiave, cosa che mia madre non mi avrebbe mai permesso di fare."Le tue tette sono proprio cresciute," disse Gianna. Eravamo sedute sul letto, sfogliando riviste di moda. "Vorrei averle come le tue.""Mi sono cresciute all’improvviso. In quattro mesi sono passata dalla prima alla terza. Probabilmente avverrà lo stesso per te, penso che alla fine le avrai come quelle di tua madre. E comunque sono carine anche le tue; porti la prima, ancora, vero?""Sì, però tutti i ragazzi sbavano dietro a quelle che ce l’hanno grosse. Le tue tette sono sensibili? Le mie spesso lo sono.""Davvero? I capezzoli ce li ho sensibili, qualche volta diventano duri ed eretti. E i tuoi?" Le chiesi, passandomi una mano su una sisa."Fammi vedere, togliti la camicia." Mi chiese Gianna.Mi tolsi la giacca del pigiama. Ci eravamo spogliate più volte, una in presenza dell’altra. Le mie tette spuntarono fuori, ferme ed erette. Il capezzolo che mi ero accarezzata era rigido. Le areole erano grandi, a forma di cono e di colore rosa tenue."Dio, se sono belle," affermò Gianna, poi esitò un attimo. "Posso toccarle?""Certo." Allungò una mano, le sfiorò e poi le toccò, soppesandole nel palmo. "Mm, che bella sensazione. Io ci gioco, qualche volta, me le accarezzo e faccio scorrere le dita sui capezzoli.""Posso?" mi chiese in un soffio, "Ti prego!" Assentii appena. Le accarezzò ed era una sensazione meravigliosa. Le sue dita eccitarono i capezzoli, che crebbero poco a poco. Non volevo che si fermasse. La fica mi faceva quasi male, tanto era eccitata."Togliti anche tu il pigiama, fammele vedere." Le chiesi con voce arrochita da una sensazione sconosciuta, ma che ora credo fosse desiderio. Si tolse il sopra del pigiama.Gianna era una ragazza amabile, con corti capelli biondi, una faccina simpatica e un corpo piacevole. Aveva le tette più piccole delle mie, ma bellissime, con la forma di una coppa da champagne. Le areole era piccole e rosa, i capezzoli dei puntini appena accennati. "Anche le tue sono bellissime. Cresceranno, vedrai. Sono sensibili?"Protese il busto in fuori, Allungai una mano e le toccai. La pelle era bollente, le tette sode. Tremò quando la sfiorai."Oh, che bella sensazione. Hai le mani gentili, ma bollenti!" Disse, mentre anche lei me le toccava di nuovo. Stavamo lì, una vicina all’altra, carezzandoci a vicenda le sise."Che bello! Hai qualche altra sensazione, in qualche altro posto?" Le chiesi."Per esempio nella fica? Certo che sì. Ci giochi qualche volta tu, ti masturbi?" Mi chiese, guardandomi direttamente negli occhi"Oh, cielo, ma certo che sì. Anche se mia madre, se lo sapesse, mi ucciderebbe. Una volta mi ha sorpreso una volta e me le ha date di santa ragione; mi disse che mi sarebbero cadute le mani, se mi fossi toccata ‘in quel posto lì’. Lo faccio solo quando sono sicura che non mi può sorprendere. E tu, ti masturbi?""Qualche volta, ma non mi fa tutto questo grande effetto. A te piace molto?" Mi chiese, mentre le nostre mani continuavano ad accarezzare le tette dell’altra. Accarezzai gentilmente i suoi capezzoli; sentivo che la fica mi si stava bagnando."Quando vengo mi devo mettere un cuscino sulla faccia, altrimenti urlerei tanto che mamma accorrerebbe all’istante. Mi stravolge, eppure mi fa sentire tanto bene. Le tue carezze mi hanno eccitato; anche a te le mie hanno fatto lo stesso effetto?""Sì, la fica ce l’ho bagnata, però quando me l’accarezzo non sento tutto questo gran piacere," disse, con un certo disappunto. "Mamma mi ha sorpreso una volta che mi masturbavo, ma non mi ha sgridato, se n’è soltanto andata. In seguito mi ha preso in disparte e mi ha detto che quello che facevo andava bene.""Davvero? La mia avrebbe fatto un casino d’inferno. Secondo lei il sesso è una cosa sbagliata. Certo volte mi chiedo come sono venuta al mondo." Le tette mi dolevano, a causa delle sue carezze."Mia madre mi ha detto che da giovane si masturbava anche lei e che è una cosa del tutto naturale, che lo fanno anche i ragazzi," proseguì Gianna. "Mi ha raccomandato soltanto di farlo in privato, perché alcune persone pensano che sia un peccato grave. Poi mi ha messo in guardia dall’infilarmi dentro degli oggetti che potrebbero ferirmi o procurarmi un’infezione. Dice che anche adesso, da sposata, qualche volta si masturba; questo mi ha stupito: certo, sai che i tuoi genitori fanno l’amore, ma masturbarsi? Insomma, le sue parole mi hanno fatto stare più tranquilla, eppure la sensazione che provo non è certo quella che mi sarei aspettata.""Forse non lo fai nel modo giusto. Com’è la tua fica, adesso?""Eccitata! Posso baciarti le tette? Vorrei provare, sempre se non ti dispiace.""Vai, ho sempre desiderato sapere che effetto fa. Anch’io vorrei baciartele."Mi si avvicinò e mi baciò le tette: fu magnifico; mi succhiò i capezzoli mentre le sue mani mi accarezzavano le sise. La fica mi si bagnava sempre più.Poi si allontanò e toccò a me baciare quelle sue deliziose tettine. La sua pelle era dolce e fresca. Mentre le succhiavo un capezzolo, sospirò e mi carezzò i capelli. Aprii la bocca tanto da inghiottire praticamente tutta una tetta. Con la mano, intanto, accarezzavo l’altra e le titillavo il capezzolo."Mi brucia un sacco la fica. Spogliamoci." Fece Gianna.Ci togliemmo i pigiami. Mi infilai un dito nella fica e poi mostrai il dito bagnato a Gianna. Lei ridacchiò, poi si infilò anche lei un dito dentro. "Io non sono bagnata come te. Fammela vedere; io mi sono vista la mia allo specchio, ma non ne ho mai vista un’altra da vicino."Fui più che felice di accontentarla. Allargai le cosce e lei mi si avvicinò, appena a qualche centimetro. Il solo movimento mi eccitò ancora di più!"Allargala per me; voglio vedere com’è fatta," mi sussurrò. Con le dita separai le grandi labbra, mentre con l’angolo dell’occhio scorgevo un’ombra fuori della porta-finestra, ma quando mi girai non c’era nessuno."Ecco il clitoride," le dissi, spingendolo in alto. Era tanto eccitato da farmi male. "Oddio, sembra che voglia bruciare!""Giocaci come hai detto che fai di solito. Fammi vedere!" Infilai un dito dentro la fica per lubrificarlo, poi mi accarezzai lentamente il grilletto. Stavo quasi per venire; la guardai di sottecchi e vidi che aveva la bocca spalancata. Mossi il dito intorno al clitoride. Il mio fiore era spalancato al suo sguardo lubrico. Il fatto che mi stesse guardando mi eccitava più di quanto normalmente mi causasse la masturbazione. Mi accarezzai anche le tette, pizzicandomi i capezzoli fin quasi a farmi male, poi tornai a carezzarmi il bottoncino. Di nuovo infilai il dito all’interno delle piccole labbra e poi di nuovo fuori, poi dentro e poi fuori, accelerando sempre più il ritmo finché venni con un orgasmo tanto squassante da dovermi mordere la lingua per evitare di lanciare un urlo."Dio, Sara, vorrei anch’io venire come hai fatto tu! Eri talmente bagnata che i succhi ti colavano dalla fica!""Perché non provi anche tu? Fammi vedere, può darsi che tu non la faccia bene!" Respirando ancora a fatica, rotolai sul letto e mi misi su un fianco. Lei spalancò le gambe e separò le grandi labbra. La sua fica era bellissima: all’esterno di un delizioso rosa pallido, al centro come una piccola rosa.Seguendo le mie istruzioni, tentò di far uscire il clitoride dalla sua nicchia. Era tanto piccolo che quasi non lo vedevo, perciò con le mani le allargai ancora le labbra: avevo appena toccato la prima fica che non fosse la mia. Le dissi di massaggiarselo con un dito; lei lo fece e disse che era una bella sensazione.Tolsi le mie dita e le dissi di metterci le sue e di giocare con il clitoride, mentre io la osservavo. Ogni tanto le dicevo di infilarsi un dito dentro per bagnarselo, cosa che lei fece. "Così è molto meglio!" Affermò, mentre la faccia le diventava sempre più rossa.Improvvisamente udimmo bussare alla porta. Saltammo giù dal letto in un istante; lei andò ad aprire nuda, mentre io riuscivo ad infilarmi la giacca del pigiama. Era la madre, Lori; non sembrò per nulla stupita o imbarazzata di vedere la figlia completamente nuda, mentre il resto dei nostri pigiami faceva bella mostra di sé sul pavimento. D’altronde lei stessa indossava un négligé nero che era quasi trasparente, quasi come fosse nuda. In mano aveva una scatola incartata con una carta molto colorata.Lori era l’esatto opposto di mia madre, sia fisicamente che moralmente. Era vivace, aperta e espansiva; bionda, alta, con un viso allegro che ispirava simpatia.Entrò nella stanza sorridendo e avvicinandosi al letto."Ciao Sara, dolente di disturbarvi. Passavo vicino alla finestra e vi ho visto, ma non avevo affatto l’intenzione di spiarvi." Mi si avvicinò e mi baciò dolcemente sulle labbra. Il bacio e la vista delle sue splendide tette mi eccitarono. Dio mio! Ero allucinata: ci aveva viste!"Dolcezza," disse, rivolgendosi alla figlia, "ti avevo comprato questo regalo per il tuo compleanno, ma poi ho deciso di dartelo ora. Consideralo un regalo anticipato." Facendoci un cenno di ammiccamento, si girò e se ne andò. La luce nel corridoio era molto forte e per un istante colsi la vista del solco della fica fra le sue cosce: non vidi nessun pelo!Gianna chiuse a chiave la porta, poi si avvicinò alla portafinestra e chiuse le tende."Mannaggia, ci ha visto, avevo dimenticato le tende; ma non deve aver visto molto, altrimenti sai che scenata!""A me è sembrato di vederla mentre tu eri tra le mie cosce. Santo cielo, eravamo talmente vicine che avrà pensato che mi stavi baciando la fica. Eppure non ha detto niente!""Non so; fra l’altro, perché mi ha dato il regalo oggi? Manca un mese, non ha senso." Si interrogò Gianna, poi cominciò a scartare il pacco. Era largo e basso; tolta la carta, si rivelò essere una scatola istoriata, ovviamente molto cara. C’era una serratura e due piccole chiavi in una bustina. Gianna prese una chiave e aprì la scatola.Restammo a bocca aperta: dentro c’era un intero assortimento di vibratori con tutta una serie di accessori!"Mio Dio, è incredibile! Cara mamma! Che regalo, non credo ai miei occhi! Ma come avrà fatto a pensarci!""Beh, ovviamente quando ci ha viste avrà pensato che mi stessi leccando!""Evidentemente non aveva nulla da obiettare, altrimenti qualcosa avrebbe detto. Non è il tipo che avrebbe taciuto se pensava che non avremmo dovuto fare quelle cose," disse Gianna guardandomi negli occhi. "Con questo regalo forse vuole dirci che approva che ci masturbiamo, magari a vicenda!""Può essere. Non la conosco abbastanza. Guardiamo un po’ meglio questi vibratori," le risposi, pensando a cosa avrebbe fatto mia madre in un caso simile. Non potevo togliermi dalla mente il fantastico corpo di Lori.Tirammo fuori i vibratori dalla scatola: ce n’erano tre, di diverse misure, e per ognuno una serie di accessori, che si adattavano perfettamente ai vibratori. Alcuni avevano una forma veramente strana, ma c’era un libretto d istruzioni che spiegava dettagliatamente come utilizzarli. Gianna ne sfogliò lentamente le pagine mentre ridacchiavamo a ogni piè sospinto."Vuoi dire che questo si infila nel didietro?" Chiese Gianna indicando un figura. Era veramente esplicito, con foto nitide e ravvicinate, il testo che spiegava chiaramente come utilizzare tutti quegli strumenti.Abbassai una mano e me l’avvicinai alla fica; Gianna, notando il movimento, fece altrettanto. "Proviamoli!"Io presi il più grosso, lei quello medio. Su ambedue infilai un accessorio che aveva delle escrescenze; la spiegazione affermava: "Le escrescenze accrescono la sensazione di piacere mentre lo fate scorrere all’interno della vostra vagina, o di quella della vostra amante.""Accendilo e strofinatelo sul grilletto," la invitai. Io me lo avvicinai alla fica e lo accesi. Era tanto bagnata che non ebbi problemi a infilarlo un poco dentro. Accanto a me, Gianna ebbe un fremito quando lo avvicinò al clitoride."Oddio, che bello!"Chiuse gli occhi e lo mosse su e giù, un po’ dentro, un po’ fuori.Io me la stavo godendo; mentre muovevo il mio dentro e fuori (non molto dentro, per la verità) le escrescenze mi davano una sensazione meravigliosa e la vibrazione mi faceva tremare. Tenevo d’occhio anche Gianna, vedendo che si stava eccitando sempre più. Poi cominciai a infilarlo sempre più in profondità. Non ero più vergine, perché le mie dita già da tempo mi avevano tolto quell’imbarazzo. Involontariamente ebbi un tremito.Gianna iniziò a gemere piano e ad agitarsi sul letto. Singhiozzò, quando venne e io venni subito appresso a lei. L’orgasmo fu molto intenso e soddisfacente. Mi tolsi il vibratore dalla fica e lo spensi.Gianna ansava, la faccia rossa, ma gli occhi luccicanti. "Credo di aver avuto il primo vero orgasmo della mia vita. Avevi ragione, è quasi come essere rivoltati sottosopra. Ma è stato fantastico! Quanti orgasmi si possono avere di seguito?""Non lo so di preciso. Una volta io ne ho avuti otto in un giorno solo, ma a casa mia è un po’ un problema, non posso farlo quando mi pare. Quella volta mia madre è stata fuori tutto il giorno e mi sono masturbata tre volte di fila la mattina, altre quattro il pomeriggio e un’altra volta di notte, ma avevo paura che lei mi scoprisse. Non credo che con tua madre tu abbia lo stesso problema, no?""No ma mi dispiacerebbe se lo venisse a scoprire papà!""Con quell’abbigliamento che tua madre ha stasera, dubito che lui si alzi e venga qui! Tua madre è proprio stupenda, potrebbe fare la ragazza copertina in una qualunque rivista per soli uomini! Che tette, che ha!""Sì, la maggior parte del tempo gira per casa seminuda, e d’altronde, con quel corpo, se lo può permettere. Spero che io prenderò da lei, soprattutto per quanto riguarda le tette.""Proviamo qualche altro accessorio," dissi. "Prova quello che ho provato prima io, è stato stupendo!"Lo prese, tolse l’accessorio che avevo usato io e ne mise un altro liscio, poi se l’appoggiò alla fica; provò a spingerlo, ma lo allontanò subito."Che succede?" le chiesi."Fa un po’ male," rispose, provando di nuovo."Sei ancora vergine?" le chiesi ancora."Beh, penso di sì. Mi sono infilata un dito dentro, ma non molto in fondo.""Non è un peccato essere vergini. Fammi vedere," dissi avvicinandomi.Allargò le gambe e stavolta non esitai: con due dita le allargai lo spacco della fica. Le piccole labbra erano bagnate e luccicanti. Spinsi ancora un po’ e le allargai. La fica era molto stretta. L’odore che ne veniva era eccitante. Potevo vedere l’imene, una membrana rosea e sottile."Ti vedo l’imene, verginella," le dissi, alzando lo sguardo. Avvicinò un dito al bottoncino e se lo accarezzò. Penso che non si rendesse neanche conto di quello che stava facendo."Come ti pare la mia fica, da lì?" mi chiese"Hai una fica bellissima. Non immaginavo, davvero: sembra una rosa, è bagnata e luccica; sembra veramente appetitosa.""Deliziosa? Davvero? Ho sentito i ragazzi parlare di ‘mangiare’ la fica, ma non ho mai sentito che fosse ‘appetitosa’"."Non so perché l’ho detto, ma veramente è appetitosa. Ti dispiacerebbe se la toccassi con la lingua?" le chiesi col cuore in gola. Non disse una parola, ma annuì lentamente con la testa. Mi avvicinai, tirai fuori la punta della lingua e la premetti sulla sua fica. La infilai un po’ dentro: aveva un sapore leggermente salato, ma delizioso. La leccai lentamente.Premetti le labbra contro la sua fica e succhiai piano. I suoi dolci succhi permearono le mie labbra. Lentamente feci avanzare la lingua; lei gemette e io le carezzai dolcemente il clitoride. La sua mano coprì la mia, premendola contro il monte di Venere; continuai a succhiare e per la prima volta infilai la lingua all’interno di una fica; mi piaceva! Spalancò le gambe; aveva un sapore dolce e amaro allo stesso tempo; non mi ci volle molto per portarla a un orgasmo sconvolgente.Non ne avevo abbastanza, di quella dolce fica! Continuai a leccare, succhiare, continuando nello stesso tempo a carezzarle il grilletto; passava da un orgasmo all’altro, sobbalzando con i fianchi e premendo sempre più la fica contro il mio viso: la fica sembrava esserle diventata liquida da quanti succhi l’avevano invasa, tanto che avevo la faccia fradicia di umori.Non contavo più i suoi orgasmi, ma alla fine ne ebbe abbastanza, rotolò via da me e incrociò le gambe. Io mi sdraiai accanto a lei, baciandola dolcemente sulla guancia e carezzandole un seno. Era fradicia di umori e di sudore. Andai in bagno, presi una spugna e un asciugamano e teneramente le detersi la pelle e l’asciugai.Mi guardò e, sorridendo teneramente, mi chiese: "E’ stato un orgasmo, vero?""UN ORGASMO? Dolcezza mia, una serie infinita, direi… A un certo punto ho smesso di contarli. Non potevo smettere di leccarti e baciarti. Hai una fica ASSOLUTAMENTE deliziosa, altro che appetitosa!" "Ma, davvero?!?! Che sapore ha?" mi chinai verso di lei e la baciai lievemente sulla bocca; lei tirò fuori la lingua e mi leccò le labbra. "Beh, non malaccio, direi; un po’ salato, come sapore… Non l’avevo mai provato… Ti è piaciuto sul serio, davvero?""Delizioso, e ti ho detto tutto. Sei stata la prima ragazza che ho baciato lì; il mio sapore lo conosco, perché qualche volta, dopo essermi masturbata, mi sono messa il dito in bocca: il nostro sapore è praticamente uguale. E, comunque, per rispondere alla tua domanda, SÌ, mi è piaciuto tantissimo. Ti sorprende? A me sì; ci ho pensato spesso, ma pensavo che non avrei mai avuto il coraggio di farlo; però sono stata contentissima di farlo con te," le risposi, baciandola di nuovo.Stavolta, però, le infilai la lingua fra i denti; le sua labbra si schiusero e anche lei inoltrò la lingua all’interno della mia bocca, poi allungò una mano e mi afferrò le tette, cominciando a impastarmele; io non fui da meno e feci altrettanto con le sue. In men che non si dica, aveva abbassato l’altra mano e cominciò a carezzarmi il monte di Venere. Gemetti quando un suo dito si inoltrò all’interno delle grandi labbra. "Voglio assaggiare la tua fica, come hai fatto tu con la mia," mi sussurrò.Non avrei avuto nulla da obiettare, nemmeno se ne andasse della mia vita. Mi sbaciucchiò tutta, a partire dal collo, poi giù per i capezzoli e poi ancora sulla pancia, all’interno delle cosce e infine arrivò alle grandi labbra. Spalancai le gambe per lei; allargò le mie labbra e lentamente infilò la lingua all’interno. Gridai appena la lingua toccò il centro del piacere. Era una sensazione meravigliosa; le sussurrai di non smettere, ma era del tutto inutile: era entrata in un vortice di passione anche lei: ebbi uno, due tre, infiniti orgasmi mentre la sua lingua e la sua faccia tutta intera erano ormai completamente intrise dei miei succhi.Nessuno mi aveva mai leccato la fica: mi ero sempre chiesta come sarebbe stato, ma quello che provavo era al di là di ogni possibile descrizione; le sue labbra erano attaccate alla mia fica come carta moschicida, e io non facevo altro che avere un orgasmo dietro l’altro. Alla fine non ce la feci più e l’allontanai, dolcemente ma inesorabilmente. Mi si sdraiò accanto e mi abbracciò teneramente. "Hai un sapore fantastico, ora capisco quanto ti è piaciuto leccarmi la fica; penso che anche la mia fosse succosa come lo è stata per me la tua. Questo fa di noi due lesbiche? Comunque non me ne importa. Mi è piaciuto sentirti venire, a momenti venivo anch’io…""Ci credo! Anch’io stavo quasi per venire quando sei venuta tu. E, comunque, non credo che questo faccia di noi due lesbiche. Ho sentito dire che ci sono persone che amano ambedue i sessi: le chiamano ‘bisex’.""Sono contenta. Vorrei fare l’amore con te tante altre volte; non pensi che questo rovinerà la nostra amicizia, vero?" mi chiese seriamente."No davvero! Ci è piaciuto ad ambedue! Però dovremo mantenere il segreto. Mia madre mi ucciderebbe se venisse a sapere una cosa del genere, invece credo che la tua non avrebbe niente da obiettare.""Certo che no, hai detto che l’hai vista guardarci mentre ero tra le tue cosce… Penso che le sia sembrato che ti stavo leccando la fica; prima o poi, per caso, tirerò fuori il discorso…""Sì, certo, per caso…’Mamma, ti dispiace se vado dalla mia amica e ci faccio un po’ l’amore?’" risi. Poi ricominciammo a rotolarci nel letto, baciandoci e carezzandoci. Io continuavo ad avere in mente le morbide cosce di Lori, la sua fica rasata.Dopo un po’ ci alzammo, ci rimettemmo i pigiami e scendemmo in cucina per uno spuntino. Lori scese mentre eravamo a mangiucchiare, ancora vestita, o meglio svestita, come prima, con quel négligé, che però ora sembrava un po’ sciatto. Non potevo togliere gli occhi dal suo corpo magnifico. Mentre si muoveva per la cucina, le sue enormi tette ondeggiavano e ballonzolavano. Dio mio, bramavo la madre della mia migliore amica! Gianna non sembrava averlo notato.Se Lori, invece, l’aveva notato, non lo dava a vedere; si era chinata un paio di volte e vidi chiaramente le labbra della fica: erano certamente depilate, perché non vedevo neanche un pelo! La fica mi si bagnò ancora una volta; Lori colse un paio di volte le mie occhiate alle sue magnifiche tette, ma non ci potevo fare niente, non potevo resistere. Riuscivo a scorgere persino i capezzoli eretti e le larghe areole. Giuro che i capezzoli le si erano rizzati in cucina, e la stanza non era per niente fredda. Non fece una parola del regalo fatto a Gianna.Dopo finito lo spuntino, ci baciò dolcemente ambedue sulle labbra. Quando si inchinò per baciare me, potei di nuovo scrutare all’interno della scollatura, scorgendo i capezzoli e le larghe, scure areole increspate. La vista e il suo profumo inebriante mi davano le vertigini. Credetti che le gambe non mi avrebbero retto.Come Dio volle, comunque, riuscii a raggiungere il piano superiore insieme a Gianna; ci mettemmo a letto e dormimmo il sonno dei giusti.Il mattino dopo, mi svegliai sentendomi magnificamente. Quando aprii gli occhi e ricordai dov’ero, mi resi conto che Gianna stava con la testa sommersa tra le mie gambe e mi stava leccando la fica!"Non vale!" le dissi; lei alzò la testa, e io continuai: "Voglio provare una cosa e questo è il momento giusto. Ne ho sentito soltanto parlare; ora fatti più in là."Si spostò, il viso bagnato dai miei umori. Io mi girai e mi diressi vessi la sua dolce fica, stringendola a me. "Questo si chiama sessantanove, indovina perché?", chiesi, spingendo il mio inguine verso la faccia di Gianna. Ci agitammo, mentre le nostre lingue scavano nella profondità dei nostri giovani sessi, leccando, succhiando, infradiciandoci dei nostri umori. Venimmo non so più quante volte, fino allo sfinimento. Quando non ce la facemmo più, andammo in bagno per una rapida doccia, ci rivestimmo e scendemmo in cucina. Lori era lì, stavolta portava un paio di pantaloncini e un corpetto che a stento tratteneva le sue rotondità. Il padre di Gianna era già uscito per andare al lavoro."Avete passato una buona nottata?" ci chiese con una sorrisetto ambiguo."Certo, mamma. A proposito, grazie per il regalo. E’ stato molto piacevole; è anche da parte di papà?""No, amore, soltanto da parte della tua mammina depravata! E’ una cosa tra noi donne. Quando io ero giovane, dovetti comprarmi il vibratore da sola, mia madre non ne sapeva nulla. Pensavo di averlo nascosto bene, perché non disse nulla fino a molto tempo dopo, quando disse che ai suoi tempi quelle cose non esistevano, altrimenti le sarebbe piaciuto anche a lei provarlo.""Nonna ha detto così?" chiese Gianna meravigliata."Ehi, le ragazze sono ragazze. Probabilmente anche Adamo ed Eva si masturbavano, dopo essere stati cacciati dal Paradiso terrestre."Lori si muoveva per la cucina, preparandoci la colazione. I suoi pantaloncini si infilavano nell’inguine e non faceva nessun tentativo di sistemarli. Potevo vedere distintamente la linea del sesso, mentre le sue tette minacciavano di uscire dal corpetto. Dio, se era sexy! Vidi che mi sorrideva quando la guardavo. La mia fica cominciò a trasudare."Tua madre si oppone a che ti masturbi, Sara?" mi chiese.Rimasi per un attimo senza parole. "Sì, signora, penso che se lo sapesse mi ucciderebbe," riuscii a rispondere. "Mi sorprese una volta quando ero piccola e me le diede di santa ragione. Mi disse che se avessi continuato mi sarebbero andate in cancrena le mani.""Non è successo, però, vero? E tu hai continuato?""Mamma, è una cosa talmente personale…" protestò Gianna."Oh, su, avete fatto abbastanza rumore la notte scorsa da svegliare un morto. Fortunatamente tuo padre era morto al mondo. Sono andata in bagno e ho sentito che vi divertivate un mondo. Immagino che i giocattoli vi siano piaciuti, vero?""Sì, certo. Hai visto le figure sul libretto di istruzioni? Alcune sono veramente incredibili.""Sì, molto esplicite." Affermò Lori ridendo, poi si rivolse a me. "Allora, le minacce di tua madre hanno sortito effetto?""No, signora, non ho smesso, anzi…" le risposi, guardandola negli occhi."Buon per te. Per ora tienti alla larga dai ragazzi. Per quelli ci sarà tempo più in là, quando imparerete ad essere più attente. Tra malattie veneree e AIDS, Dio mio!, non sai più a chi credere," affermò, scuotendo la testa.Facemmo colazione e poi salimmo a rifare il letto. Era previsto che rimanessi da Gianna ancora un’altra notte. Lei nel pomeriggio aveva lezione di hockey su prato e mi chiese se volevo andare a vedere, ma, pensando a Lori, mi scusai e le dissi che avevo un altro impegno. Gianna uscì subito dopo pranzo.Lori e io rimanemmo sole. Portava ancora i pantaloncini e il top. "Vi ho viste, la notte scorsa. Non avevo intenzione di spiarvi, semplicemente passavo e ho dato un’occhiata.""Va bene, ma potrebbe aver avuto un’impressione sbagliata, signora," e dissi, volendo prolungare la conversazione. Ero seduta su uno sgabello e l’osservavo mentre sbrigava le faccende, sbavando su quel suo corpo magnifico."Ah, sì? E allora, cosa stavate facendo?" mi chiese, girandosi per guardarmi."Beh, l’ho scorta mentre passava davanti alla finestra, proprio nel momento in cui Gianna aveva la testa fra le mie gambe. Penso che l’impressione sia stata che mi stava leccando la fica.""E non era così? Certo che sembrava!""No, le stavo facendo vedere il mio grilletto. Mi aveva detto che non provava molta soddisfazione ad accarezzarselo e le facevo vedere come io titillo il mio," le risposi, guardandola dritto negli occhi."Andava bene, anche se ti stava baciando lì. Tu le hai baciato la fica?" mi chiese, avvicinandosi. Le sue tette tendevano il tessuto del top, i capezzoli erano evidenti.Esitai. "Sì, l’abbiamo fatto ambedue, signora. Posso chiederle se lei l’ha mai fatto con un’altra donna?" Chiesi, sperando di non essere andata troppo in là.Lori rise e si avvicinò ancora di più. Il suo penetrante profumo mi avviluppò. "Sì, l’ho fatto, ecco perché ero così eccitata al pensiero di voi due che facevate l’amore. Molte donne, compresa me stessa, amano ambedue i sessi. Ma questo non lo dire a Gianna." Il suo seno seminudo mi sfiorava ormai il braccio."No, signora, non lo farei mai." Affermai, la voce strozzata."Basta con questo ‘signora’, è troppo formale, chiamami Lori. Sei una ragazza molto amabile. Sei vergine? Scommetto che tu e Gianna lo siete, vero?" Mi chiese, mettendomi la mano sul braccio.I peli del braccio mi si rizzarono: avevo la pelle d’oca. Lei lo notò e sorridendo mi carezzò il braccio. "Tecnicamente siamo vergini, perché non abbiamo fatto l’amore con i ragazzi, ma anatomicamente no; Gianna era vergine fine a stanotte, quando le ho rotto l’imene con il vibratore.""Ti è piaciuto fare l’amore con una ragazza?" mi chiese, continuando a carezzarmi il braccio. La pelle d’oca era diventata carta vetrata.A momenti mi liquefacevo, tanto ardevo di passione. "Oh, Dio, sì. Mi è piaciuto quanto ho sentito la sua lingua nella mia fica che mi leccava il grilletto, ma la cosa migliore è successa stamattina, quando abbiamo fatto un sessantanove. Siamo venute più volte…Dio, sei così bella, che corpo fantastico che hai… Sono quasi venuta ieri sera, soltanto guardandoti!" Esplosi, alla fine.Si chinò verso di me e mi baciò dolcemente, molto dolcemente. La lingua si sporse e mi spazzolò le labbra. Le mie ginocchia ballavano il twist, e se mi fossi alzata sarei caduta per terra. Ricambiai il suo bacio, facendole scivolare la lingua in bocca. Lei si passò le mani dietro la schiena e con un rapido movimento si slacciò il top. Spinse le tette verso di me, mentre con le mani raggiungeva la chiusura del mio reggipetto e me lo slacciava.Ci separammo e lei mi sfilò la maglietta da sopra la testa con un rapido movimento, poi mi strinse di nuovo a sé. Le sue tette erano incredibilmente sode e bollenti. I duri capezzoli mi penetravano nella carne. Anche i miei capezzoli erano eretti. Sapevo che penetravano nella sua, di carne. Ci baciammo e le sue mani attraevano a sé i miei fianchi. Potevo sentire il suo osso pubico contro il mio monte di Venere. La sua pancia era dura e piatta. La sua lingua aveva un sapore fantastico, saettava e esplorava, mandandomi a fuoco. La immaginai nella fica. "Dio, mi stai uccidendo," mormorai, ritirandomi un tantino. Gli occhi di Lori ardevano. "Voglio la tua lingua nella fica, Lori, ti prego!"Rapidamente si chinò e mi sbottonò I pantaloncini, tirandomeli giù insieme alle mutandine. Poi si tolse anche lei i pantaloncini e vidi che sotto non aveva nulla. Notai l’inguine non soltanto umido, ma addirittura fradicio; i peli erano rasati sotto l’osso pelvico e le labbra esterne luccicavano.Mi prese sotto le ascelle, mi sollevò dal pavimento e mi fece sedere sul tavolo della cucina; poi mi allargò le cosce e iniziò a baciarmi le cosce e la pancia, mentre le dita giocherellavano con le labbra della vagina. Gridai quando sentii la lingua separare le grandi labbra e continuare verso il bottoncino per leccarlo. Era eretto, proteso al di fuori della sua guaina e lo succhiò tra le labbra. Mi infilò un dito nella fica e lo spinse in su, sempre continuando a leccarmi il clitoride. Venni urlando per tre volte consecutive e poi per una quarta, più dolcemente, quando mi leccò lentamente la fica.Mi tirò su e ci baciammo. "Dio, è stato fantastico," affermai; lei sorrise."Lieta che ti sia piaciuto. Sono quasi venuta insieme a te. Ora andiamo di sopra, non voglio che ci vedano nude in cucina, potrebbe essere un po’ difficile da spiegare…" e afferrò i nostri vestiti avviandosi verso la scala.Non potevo far altro che seguirla. Avevo le ginocchia molli e dovetti reggermi al corrimano. Avevo gli occhi incollati al suo splendido didietro e la fica mi si bagnò di nuovo. Allungai una mano e le carezzai il culo; lei ridacchiò e mi diedi un colpetto sulla mano.Mi portò nella sua stanza da letto: era grande, con un’intera parete a specchio; il letto era enorme. Mi attrasse a sé e ci baciammo appassionatamente. Tentai di carezzarle una tetta ma la mano non riusciva a penetrare fra i nostri corpi avvinghiati; alla fine ci riuscii e le titillai un capezzolo, poi lei tirò indietro i fianchi quasi ad invitare la mia mano più in basso; riuscii a raggiungerle la fica e a infilare un dito dentro. Era bagnata, la pelle scottava."Voglio baciare la tua fica, per favore!" La pregai, ansimando dal desiderio. Non ricordavo di essere mai stata tanto infuocata in vita mia."Non vedevo l’ora, tesoro. Ho visto la testa di Gianna vicino alla tua fica e pensavo che te la stesse leccando. Mi sono sentita follemente gelosa, volevo essere io a leccartela e succhiartela. Sono entrata nella mia stanza e ho praticamente violentato mio marito. Gli ho succhiato il cazzo fino a farglielo diventare duro, poi gli sono salita sopra e mi sono impalata, senza nemmeno togliermi il vestito. Mentre lo fottevo continuavo a vedere il tuo corpo, e sono venuta tre volte, prima che venisse lui. Poi si è addormentato e io mi sono messa davanti alla vostra porta, con l’orecchio incollato." Mi bisbigliò tutto questo nell’orecchio, mentre le mie dita si muovevano all’interno della sua fica. "Vi ho sentite mentre facevate all’amore, mi sono masturbata e sono venuta non so più quante volte. La fica era inzuppata, avrei voluto guardarvi dalla porta-finestra, ma le tende erano tirate.""Ora mettiti giù e fammi mangiare quella tua splendida fica. Forse non sarò brava, la notte scorsa l’ho fatto per la prima volta, ma mi è piaciuto un sacco. Insegnami tu, vuoi?" Le chiesi con la voce tanto rauca che a stento potevo parlare. Si distese sul letto.Il suo corpo era splendido, avrebbe potuto fare da modella per qualunque ogni rivista. Le tette si abbassavano appena, quando giaceva sulla schiena come ora. Sorrise e allargò le gambe. Si passò lentamente una mano sulla fica, inserendovi appena un dito all’interno, poi salì verso le tette, se le accarezzò e si titillò i capezzoli. Mi mossi verso di lei e cominciai a baciarle l’interno delle cosce, leccandole e carezzandole la pelle bollente."Sì, mi piace. Vai bene così, mia giovane e ardente amante. Piano ora, fammi desiderare e pregare per la tua bocca, fammi gemere e sospirare." Aveva gli occhi chiusi, la voce bassa, quasi un sussurro.Le guardai la fica: aveva un ciuffo di peli appena sul monte di Venere, ma al di sotto era completamente rasata. La fessura era profonda, le labbra interne erano nascoste. Odoravo l’aroma del suo sesso mescolato con il profumo esotico che usava. Più mi avvicinavo alla sua fica, più la bocca si inaridiva. Seguii il suo consiglio e lentamente la leccai alla giuntura delle cosce. Aveva un sapore incredibile. Il mio grilletto sobbalzava e sembrava volesse prendere fuoco.Avvicinai la lingua alla fica e poi diedi un leggero colpetto al grilletto. Allargò ancora di più le gambe, portando quasi le ginocchia al petto. Le labbra esterne luccicavano e si aprirono un poco. Al di sotto potevo vedere il cerchio marrone del culetto, rotondo e perfetto quasi come un’O di Giotto. Mi leccai un dito e lo toccai, eseguendo dei lenti cerchi. Lo vidi contrarsi e lei gemette.Leccai la pelle tutt’intorno alla fica, evitando accuratamente le labbra. Veramente ardevo dal desiderio di infilarle la lingua dentro, ma volevo anche tormentarla, presa in un desiderio di onnipotenza. Mi doveva pregare. Un brivido mi percorse il corpo. "Oddio, Sara! Sei un tormento, mi stai uccidendo. Fallo, leccamela, mi sta bruciando. Fottimi con la lingua, ti prego, ora!" Urlò, mentre le sue mani scendevano lungo le cosce e allargavano le labbra della fica.Le guardai il centro del piacere. Era di un profondo rosso e i succhi ne colavano verso il culetto, formandovi quasi una pozza. Non potevo resistere ancora. Saettai la lingua verso il buchetto e lei gridò di piacere, i fianchi scossi. Infilai la lingua più giù che potevo e succhiai. I succhi mi riempirono la bocca, aveva un sapore salato e delizioso. Seppellii la faccia all’interno, agitandola da destra a sinistra e lei venne, urlando dal piacere. Per fortuna che in casa non c’era nessun altro! Continuai a leccare e succhiare e lei continuò a venire fin quasi a perdere conoscenza, contorcendosi dal piacere.Finalmente si calmò un po’ e potei risalire fino a trovarmi di fronte al grilletto. Sollevai lentamente la pelle dalla quale era ricoperto e scattò in alto: era enorme, appena un po’ più piccolo della falange del mio dito mignolo. Non credevo che un clitoride potesse essere fatto così. Lo leccai lentamente e Lori sobbalzò e gemette. Lo presi tra le labbra e lo succhiai, facendovi scorrere la lingua sopra. Immaginai che fosse come succhiare un cazzo piccolo.Lori impazzì quasi dal piacere: il viso era stravolto dalla passione, le dita stringevano i suoi capezzoli fin quasi a strapparseli, i fianchi si contorcevano. Tentai di infilarle due, poi tre dita nella fica; i muscoli dello sfintere si contrassero e me le afferrarono, nell’ennesimo orgasmo, quasi un terremoto. Mi afferrò la mano e se la tolse dalla fica, non ne poteva più.Giacemmo immobili, tentando di recuperare il respiro. Aveva la pelle lucida come quella di Gianna. Mi avvicinai e la baciai sulla guancia."Dio mio, pensavo di stare per morire. Non ricordo di essere mai venuta così. Sara, sei un gioiello di amante. Hai fatto l’amore con Gianna alla stessa maniera? È venuta anche lei furiosamente come me? Il sapore della sua fica è come il mio?"Mi prese alla sprovvista. Per caso non voleva fare l’amore con sua figlia e io ero semplicemente una sostituta? "No, non è venuta come te, però le è piaciuto molto. Avete un sapore diverso, il tuo è inebriante." Le risposi, baciandola sulle labbra, poi sui capezzoli ancora eretti, sentendo in bocca il sapore salato del sudore d’amore.Non saprò mai cosa mi prese in quel momento. Penso che siano state le sue domande su Gianna, sua figlia nonché mia migliore amica. Mi tirai su, mi girai e mi misi a cavalcioni su di lei. La mia fica spalancata poteva sentire il bruciore della sua pelle. Dondolando i fianchi strofinavo la fica sulle sue tette, poi scesi più in basso e le afferrai i capezzoli tra il pollice e l’indice di ogni mano, iniziando a tormentarli; digrignò i denti e brontolò un ‘sì’. Sempre tenendole per i capezzoli, cominciai a scuoterle le sise, che le danzavano sul petto; ne lasciai una e la mano corse verso il suo inguine, dove presi a schiaffeggiarla; poi le infilai un dito dentro e lo feci andare su e giù. Con l’altra mano la schiaffeggiai sulle tette, prima una poi l’altra.La mia mano le lasciava rossi segni sulla morbida pelle del seno; lei infilò una mano tra i nostri corpi e mi infilò dentro due dita; cominciai a cavalcarle, mentre continuavo a colpirla sulle tette e le infilavo tre e poi quattro dita nella fica fradicia di umori. Impazzì, urlando, scalciando e sgroppando mentre veniva. Guardai nello specchio e vidi una selvaggia che cavalcava un’altra selvaggia: quasi non mi riconoscevo.Venimmo contemporaneamente, praticamente senza controllo. Sentivo un potere che non avevo mai provato: ero seduta sopra la madre della mia migliore amica, ci stavamo scopando a vicenda con le dita. Le guardai il viso distorto dalla passione e cominciai a chiamarla con i nomi più sporchi che mi venivano in mente, inventandomene degli altri. Alla fine ci lasciammo cadere sul letto, esauste, cercando di riprendere il respiro.Fui la prima a recuperare e a scendere dal letto. Lei mi guardò, ancora sdraiata, gli occhi scintillanti; aveva ancora le gambe spalancate e la sua fica luccicava di umori, il grilletto ancora eretto. "Mi dispiace, non so cosa mi sia preso." Le dissi, guardandola con aria sorpresa per quello che avevo fatto. "Non avrei mai creduto di poter fare una cosa del genere."Scosse la testa, come per liberarla di qualcosa. Il viso era ora rilassato e aveva ripreso il suo splendore. "Tutto a posto, abbiamo perso il controllo tutte e due. Comunque, possiamo dire proprio di essercela spassata." Tacque per un attimo, poi, facendosi più seria: "Sei una ragazza fantastica, però vacci piano con Gianna. Lei non conosce questo lato di me, e vorrei che restasse così. Sono contenta di come abbiamo fatto l’amore, davvero: sei un’amante splendida!" Poi, con voce più bassa e rauca: "Sarò qui ogni volta che vorrai; hai una fica dolcissima e un corpo fantastico. Invidierò ogni uomo e donna che farà l’amore con te, non ti dimenticherò mai.""Sei tu ad avere un corpo fantastico, ne sono pazza; ti volevo in maniera selvaggia." Le dissi, sfiorandole un braccio. "Non dimenticherò il tuo invito; hai avuto molte amanti donne?""Un paio. Mio marito lo sa e approva. Gli ho raccontato tutti I dettagli più succosi, la cosa ci eccita molto, ma non gli dirò di te. Sarà il nostro segreto, come di te e Gianna. Resterà fra noi e prometto di non spiarvi più. Sei tanto cara, ma ora è meglio che tu ti faccia una doccia nella tua stanza, io me la farò qui; non credo che se la facessimo insieme potrei resistere."Mi diede un’ultima lenta occhiata da capo a piedi, mi sorrise e mi fece l’occhiolino. Mentre si girava per andare in bagno, il suo delizioso culetto si dimenò in maniera provocante. Ero molto tentata di seguirla, era una vera Dea dell’Amore.Raccolsi la mia roba e attraversai il corridoio, nuda. Sul viso potevo sentire il sapore dei suoi succhi d’amore; mi leccai le dita che avevo infilato in lei con tanta violenza e assaggiai ancora una volta quel sapore delizioso. Mi feci una doccia e non resistetti alla tentazione di infilarmi un dito nella fica. Quando Gianna tornò dalla partita di hockey, stavo guardando la TV sul suo letto. Ci baciammo dolcemente, poi lei andò a lavarsi; schiacciammo un sonnellino insieme, completamente vestite.La cena fu stimolante, anche se Lori non diede affatto a vedere quello che era successo quella pomeriggio. Gianna e io facemmo l’amore quella notte, e fu dolce, lento e meraviglioso. Provammo di nuovo i vibratori e avemmo un sacco di orgasmi. Mentre mi baciava la fica, pensavo a quando avrei fatto di nuovo l’amore con Lori.
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