La visione di mia moglie a letto con la signora Luciana mi eccitò talmente che non facevo che pensare alla scena, ed avrei voluto rivederla, magari partecipando. La signora Luciana, non ostante i suoi sessant’anni, era una bella donna, e l’avevo anche un po’ corteggiata durante i nostri incontri, che s’erano fatti molto frequenti. Non molto alta, ma perfettamente proporzionata, piuttosto in carne, senza essere grassa, un sedere tondo e pronunciato, invitante, gambe piene e ben modellate, capelli neri ondulati, con qualche filo bianco qua e là, una bocca grande, bellissimi denti, un seno prorompente. Aveva un modo di fare leggermente autoritario, da vecchia insegnante, cosa che non mi dispiaceva, perché avevo sempre desiderato una donna che mi dominasse. A volte avevo anche fantasticato di avere un rapporto erotico con lei, ma tutto era confinato nel campo, appunto, della fantasia, e non l’avevo mai considerato possibile nella realtà.Cercai di far parlare Caterina!Nei momenti d’intimità, come facevamo sempre, parlavamo delle nostre fantasie erotiche, ed io le ricordavo le due ragazze dell’ultimo piano. Lei si eccitava sempre e in quei momenti si liberava delle sue inibizioni, parlando liberamente, salvo poi a sostenere che quello che diceva non era vero nella realtà, ma lo diceva solo perché sapeva di farmi piacere. Una sera, a letto, dopo una cenetta con la Signora Luciana e suo figlio, in cui avevamo forse ecceduto nel bere, mentre le accarezzavo il seno, le chiesi:-Ti piacerebbe fare l’amore con Luciana?-Subito non rispose, ma dopo qualche secondo disse:-Sei il solito porco! Però confesso che… si… forse… se si presentasse l’occasione.–Cosa vorresti fare?–Vorrei che mi leccasse la passerina!–E basta?–Cosa potrei fare?–Beh! Per esempio, potremmo farlo in tre–Sei pazzo?- Poi, dopo qualche secondo d’esitazione, -Ma a te piace la Luciana?–Si molto!–Mi pare che anche tu piaccia a lei;–Come fai a dirlo?- -Beh! È facile capirlo, da come ti guarda, da come non perde occasione per starti vicina.-Pensai che forse n’avevano parlato fra loro e, a questo punto, fui tentato di confessarle di averle viste insieme a letto, nude, ma mi trattenni. Non volli perdere il vantaggio che la conoscenza del loro segreto mi dava. Cominciai a corteggiare più assiduamente Luciana, e lei non nascondeva di sentirsi lusingata dalle mie attenzioni. Non ero mai andato oltre un corteggiamento rispettoso, anche se spesso eravamo soli. Ora però cominciai a farle dei complimenti sempre più piccanti, che lei accettava compiaciuta. Uno dei soliti sabato sera in cui eravamo a cena da loro, la seguii in cucina, come facevo sempre, mentre mia moglie e Sergio, in soggiorno, sorseggiavano un aperitivo.Le andai dietro; l’abito leggero metteva in evidenza il solco fra le natiche. Mi sentii eccitato, tanto che osai un gesto audace: scostandole i capelli con la mano, le diedi un bacio sul collo. Lei voltò il capo verso di me, e le nostre bocche s’incontrarono. Dapprima fu un bacio leggero, sulle labbra chiuse, ma poi lei aprì la bocca e fu un bacio profondo, appassionato. Durò parecchi secondi; poi lei si staccò e disse, in un soffio:-Siamo dei pazzi. Mio figlio e tua moglie di là potrebbero vederci-. Quella fu solo la prima volta!Da allora non perdemmo occasione per scambiarci baci e carezze, però sempre con il timore di essere scoperti. Sergio sapeva, naturalmente, che, dopo il lavoro, io mi fermavo al bar con gli amici per una partita di bigliardo, e cominciò anche lui a tornare a casa un paio d’ore dopo il lavoro, in tempo per la cena. Questo fatto mi permise di organizzare degli incontri con Luciana prima che lui tornasse. Ne parlai con lei, che mi parve entusiasta della proposta.Il giorno successivo, dopo il lavoro tornai subito a casa ed andai da Luciana, che mi stava aspettando e mi aprì la porta senza che dovessi suonare. Entrai, ci scambiammo un dolcissimo bacio. Mentre la stringevo fra le braccia sentivo contro di me quel corpo sensuale e non potei resistere: le misi una mano sul sedere. Lei fremette, mi prese per mano e mi accompagnò in camera.Lì continuammo a baciarci; le accarezzai i fianchi, poi scesi lentamente sul sedere. Lei mi lasciò fare senza protestare, allora io da dietro le sollevai la gonna e con la mano raggiunsi le mutandine. Non erano slip attillati, ma erano delle “culottes”, abbastanza ampie che mi permisero infilare la mano sotto e raggiungere il solco fra i glutei. Luciana sospirò forte ed io, sentendomi incoraggiato, cominciai a spogliarla. Le tolsi la camicetta, poi la gonna, quindi le slacciai il reggiseno. Quando glielo tolsi, le mammelle caddero un po’, ma notai che erano ancora abbastanza sode. Mi piaceva accarezzarle il seno, impastarglielo, pizzicare i capezzoli, che aveva grandi e duri. Dopo averglielo accarezzato un po’, mi abbassai per baciarglielo, prendere i capezzoli fra le labbra e mordicchiarglieli dolcemente.-Si, così! Come mi piace!- Mormorò lei.Continuai per un po’, poi le tolsi anche la gonna e lei rimase in mutandine e calze, sospese ad un reggicalze che portava allacciato in vita sotto le mutandine. Le tolsi anche quelle, ed apparve un meraviglioso cespuglio nero, al centro del quale s’intravedevano le labbra della vagina.Luciana cominciò a gemere, si sedette sul letto, poi si sdraiò allargando le gambe, che penzolavano dal letto, in un chiaro invito, che io accettai. M’inginocchiai davanti a lei, le slacciai il reggicalze, glielo tolsi e le tolsi lentamente anche le calze. Le presi i piedi e glieli baciai, leccandola fra i diti.-Si, così- disse, -così mi piace-.Continuai a leccarle i piedi per parecchi minuti, poi risalii verso i polpacci, quindi alle cosce, che aveva robuste e senza un minimo di cellulite. Le leccai l’interno delle cosce e mi avvicinai lentamente al cespuglio. Con le dita le allargai i peli, e affondai la lingua fra le labbra. Purtroppo la trovai asciutta, e pensai che per poterla penetrare senza farle male, avrei dovuto leccarla a lungo. Evidentemente a lei quel trattamento piaceva, perché gemeva sempre più forte, quindi tacque; s’irrigidì, raddrizzò le gambe e fu scossa da un tremito, segno inequivocabile di un bellissimo orgasmo. Rimase sdraiata con gli occhi chiusi per parecchi minuti. Io rimasi in ginocchio ad ammirarla, accarezzandole le cosce.Quando riaprì gli occhi, mi guardò, sorrise, e disse:-Che bello; mi hai fatto godere in modo meraviglioso!-Mi alzai, le sollevai le gambe, facendola sdraiare, e mi sdraiai accanto a lei. Io ero ancora eccitatissimo ed avrei voluto entrare in quella magnifica vagina, ma non volevo rovinare tutto affrettando una penetrazione che forse lei, in quel momento non gradiva.Lei parve non preoccuparsi di avermi lasciato insoddisfatto e si alzò per rivestirsi. -Devi andare prima che torni Sergio,- disse!Molto a malincuore mi rialzai. Era passata quasi un’ora senza che me n’accorgessi. Per qualche giorno non avemmo occasione di stare soli, e ci vedemmo solo alla presenza di Caterina e di Sergio, ma le occhiate che mi lanciava, quando era certa di non essere vista, erano molto eloquenti.Ogni volta che la vedevo, sentivo salire dentro di me una gran voglia di baciarla, di leccarla tutta, di farla godere. Avrei voluto che fosse lei a prendere l’iniziativa, che mi facesse capire che mi desiderava, che mi dicesse cosa dovevo fare per farle piacere.Il sabato sera andammo fuori a cena. A tavola lei era alla mia destra, Caterina a sinistra e Sergio di fronte. Quasi subito sentii il suo piede nudo che toccava il mio: mi sentii fremere. Non gustai appieno la cena perché la mia attenzione era concentrata sulle sensazioni che il suo piede mi trasmetteva. Anche nella conversazione fui piuttosto distratto, non al punto, però, di non notare che Sergio e Caterina parlavano fra di loro, quasi ignorando me e Luciana.Tornando a casa a piedi, Luciana ed io, a braccetto, precedemmo Sergio e Caterina che ci seguivano a qualche passo di distanza, parlando fitto fra loro. Decidemmo che il Lunedì io sarei tornato presto dall’ufficio, in modo da avere sicuramente almeno un paio d’ore per stare con lei.La Domenica sembrava non passare mai. Erano venuti i nostri figli che si trattennero fino al pomeriggio inoltrato, per poi lasciarci soli. La sera, a letto, mentre accarezzavo distrattamente Caterina, fantasticavo e pensavo a come sarebbe stato bello avere lì con noi anche Luciana. Questi pensieri mi eccitarono e cominciai a stimolare Caterina parlandole del piacere che avremmo potuto ricavare da un rapporto a tre, senza specificare con chi. Facemmo l’amore! Finalmente arrivò il Lunedì. Luciana mi telefonò in ufficio per chiedermi a che ora sarei arrivato. Di solito tornavo verso le sei, ma quella sera le dissi che avrei anticipato e sarei tornato alle cinque. Lei mi disse che avrebbe lasciato la porta socchiusa.Quando arrivai spinsi la porta che cedette subito e la rinchiusi piano dietro di me. Lei, che mi aveva visto arrivare dalla finestra, mi attendeva nell’ingresso, vestita di una elegante vestaglia rosa.Era bellissima!L’abbracciai subito e le nostre bocche si unirono come assetate. Io bevevo la sua saliva con una voglia incredibile. Avrei voluto mangiarla, berla, sentirla dentro di me.Andammo di furia in camera, dove le tolsi la vestaglia. Sotto era completamente nuda: uno splendore. Un frutto maturo, dolcissimo, tutto da mangiare!La mangiai, infatti! Mentre le succhiavo i capezzoli, lei cominciò a spogliarmi; io l’aiutai ed in breve fui anch’io nudo.Sul letto cominciai a percorrere il suo morbido corpo con le labbra, con la lingua, senza trascurare un millimetro della sua pelle, che aveva liscia come quella di una fanciulla. Lei mi lasciava fare, limitandosi a qualche carezza, ed ignorando, forse di proposito, il mio membro, che era ormai durissimo e svettante. La sentivo fremere sotto di me. Mentre le leccavo la vagina sentii con la lingua un abbondante liquido salato, il fatto mi eccitò e lo bevvi tutto, credendo che la fica si stesse lubrificando. Dopo un po’ lei mi fece sdraiare, e salì sopra di me, mettendosi a cavalcioni, con la vagina sulla mia bocca. Io continuai a leccarla, facendo penetrare la punta della lingua fra le labbra, e succhiando avidamente, sperando che ne uscissero i succhi d’amore. Con la lingua sentii lo sfintere e lo solleticai, subito sentii uscire un po’ di liquido caldo e salato che inghiotti avidamente. Solo dopo qualche secondo mi resi conto che era urina, e mi piacque. Avrei voluto che me ne desse molta: volevo berla tutta, sentirla entrare dentro di me.Come se mi avesse letto nel pensiero, lei aumentò il getto. Mi pareva di impazzire, il liquido caldo mi entrava direttamente in gola, ed io bevevo, bevevo tutto con avidità.Quando il getto si esaurì, lei scese dalla mia bocca ed andò ad impalarsi sul mio membro che era tanto duro da farmi male. Fu un orgasmo meraviglioso! Lei poi mi confessò di aver goduto almeno quattro volte mentre la leccavo, mentre mi orinava in bocca e mentre si impalava su di me.Dopo essermi rinfrescato in bagno mi rivestii e di soppiatto uscii. Mentre uscivo mi parve di udire un rumore provenire dalla porta del mio appartamento, come se si stesse per aprire. Temendo di essere visto, salii rapidamente una rampa di scale e mi nascosi, cercando però di vedere. La porta si aprì e ne uscì Sergio.

