L’autoerotismo Ancora tramortito dalle fantastiche visioni che ha impresso nella mente, vorrebbe toccarla, accarezzarla, ma lei lo ferma: “No, questa volta devi solo guardarmi e così ricordarmi quando non ti sarò vicina”- Si sfila le striminzite ed impregnate mutandine rosse, tiene le gambe divaricate, in posizione amplesso, con la mano sinistra allarga le cosce tra loro, mentre la mano destra vaga per tutto il corpo: dai capezzoli eretti, all’ombelico, alla gola, di nuovo ai capezzoli, al ventre ed al monte di venere. Qui si sofferma, il dito medio si allunga, gli altri quattro svolazzano sopra lo strumento di piacere più completo che madre natura abbia inventato. Sorvola il clitoride, si posa lievemente, lo circuisce con il medio descrivendo dei cerchi, poi in senso alternativo lo sposta dall’alto in basso, gli occhi e le labbra sono serrati, i capezzoli sempre più duri, aumenta il ritmo, ora il medio va su e giù, su e giù, dal clitoride all’imboccatura, in continuazione, alterna il movimento, circoscrivendo dapprima l’apertura della vagina dilatata, per passare al botticino fuoriuscito dall’ogiva, da qui ridescrive tutto il perimetro dell’intera vulva, dentro e fuori delle labbra brunite, le apre ad evidenziare il rosso della sua carne viva, ritorna in fondo; vuole durare a lungo, non entrare le dita nella vagina, si limita ad immergere il solo dito medio, lo intinge e lo riestrae solo per inumidirsi l’intera vulva, per poi rituffarlo fino ad arrivare al collo dell’utero e, come fa lui, rovistandola dentro, lo fa nuovamente riemergere più e più volte, poi arriva bramato, al sempre più sporgente grilletto. E’ come se fosse lui a toccarla, per aprirla, strizzarla, che la succhia e odora il suo afrore, costringendolo a leccare il suo dito, con il suo sapore… Si apre le grandi labbra per fargli ammirare la carne rosea e le bordature brunite.Vede la tremenda eccitazione di lui che gli sfigura i tratti del volto, vede la sua lingua che vorrebbe leccarla, infilarsi nel roseo paradiso, intanto lei deve mordersi le labbra umide, stringere i denti per trattenere i gemiti, per non costringerlo ad avvicinarsi.Ora il dito, sembra più impazzito, preme sempre più forte sempre più mirato, sempre più profondo….. non ne può oltre e con suoni soffocati, gode con orgasmi ripetuti finchè non arriva ad esplodere quello vero, da toglierle il respiro!Infine esausta, silenziosamente esclama: “Hai visto quanto mi hai fatto godere! Sono tua in ogni luogo, in ogni maniera, mi basta pensarti per bagnarmi e, sfiorarmi per godere intensamente. Domani ripeterò il rituale, ma non so se ce la farò ad aspettare fino a domani! Anzi neppure un minuto. Esplorami dentro, osserva come si predispone, si contrae, pulsa, si umetta.”-E ricomincia con un leggero massaggio, ormai non può più fermarsi, la sua mente è compenetrata in quella di lui, si amano da morire, si desiderano, si vogliono. Tutto ricomincia daccapo, facendo così sbocciare in quel prato una margheritina per ogni orgasmo. L’amicaSi stava appena appisolando che suona il telefono, non deve far altro che allungare la mano ed avvicinare il cordless. E’ Graziella, tra loro si dicono tutto, proprio tutto! Ora Marta dovrà aggiornarla sulle ultime esperienze, dubbi e tentazioni di queste ultime settimane trascorse in vacanze separate.Si sono conosciute portando i rispettivi figlioletti a scuola; essendo entrambe sposate, mamme premurose, battagliere, si sono trovate nel consiglio di classe con strategie concordate al telefono o a casa dell’una o dell’altra; non hanno tardato molto a capirsi e capire che erano fatte della stessa pasta, ove il sesso aveva il sopravvento su tutto.La mezza mattina era l’ora migliore per vedersi in casa di Marta: con i bambini a scuola e mentre la servizievole e carina domestica sbrigava i lavori di casa.In genere passavano il tempo raccontandosela su tutto, ridendo e scherzando o impegnandosi in progetti per missioni impegnative o guardando qualche film in video cassetta; il loro attore preferito era Richard Gere, desiderato ed evocato con i loro pensieri e desideri: sfiancato e risuscitato decine di volte nella stessa mattinata. Si vantavano d’essere quasi delle ninfomani, delle donne dotate e votate per gli uomini, ai quali concedersi pur di ricevere il doppio; si raccontavano nei minimi ed intimi particolari le loro emozionanti avventure, le coinvolgenti relazioni, quali erano i loro gusti appagati, perciò si consultavano per capire quali uomini potevano essere presi in considerazione, dopo severa collegiale selezione, in funzione di tre punti essenziali: il cervello, il fisico e soprattutto il membro catalogato per: dimensioni, durezza e durevolezza.Chi e com’è Graziella?Il tipo longilineo, non troppo formosa al punto d’avere più di una spigolosità, in particolare alle: scapole, costole ed alto bacino, ma nel complesso è aggraziata non tanto dalla scarsità di curve, quanto dalle movenze del corpo che sa usare molto bene: scattanti, languide e sensuali. Il seno, di dimensioni contenute tipiche della sua corporatura, è sodo e molto sensibile al tatto; non è infrequente osservarla mentre vi appoggia le mani a coppa a sfiorare i capezzoli quasi sempre affioranti da sotto i soli vestiti aderenti e senza reggiseno; questo atteggiamento lo si riscontra in particolare nei momenti di maggiore intimità, in questo caso con l’amica, intente alla visione di qualche film intrigante e relativi loro stuzzicanti commenti.Spesso si perdono, con la fantasia, in paesaggi sconfinati, rincarando la dose l’una dell’altra, finiscono per disquisire su tutto e da quel salotto ne escono veramente di belle! “Io credo che la prostituta sia priva di eros, tu cosa pensi?” Chiede Graziella”Non tutte, alcune sanno d’essere sedute sopra la loro fortuna e la danno facendola cadere dall’alto, diventando perciò ambite e cariche di libido””Sarà, se fossi un uomo, preferirei rivolgermi ad una come noi due, consce di saperla dare, riprendendola con gli interessi!””Ossia, li facciamo godere, ma ne pretendiamo il doppio””Come minimo il doppio! Ieri pomeriggio, ad esempio, con quel tizio ho provato un orgasmo mozzafiato, stormivo come un albero sferzato dal vento.” Rintuzza Graziella”Quando capita quello giusto e, non e’ facile trovarlo, ti rimane l’acquolina in bocca finchè non arriva il successivo!”Graziella, per igiene personale, usa depilarsi l’inguine, al contrario di Marta, che preferisce conservare il pelo ben tosato, considerato parte integrante di quella prerogativa tipica della seduzione femminile.Marta è però curiosa, quasi affascinata da quella vulva nuda dalle lunghe e polpose grandi labbra, in contrasto con i lineamenti asciutti del resto del corpo dell’amica; si sofferma, con non chalence, a seguirne i contorni che si ridisegnano ad ogni movimento, chiudendosi come valve o schiudendosi con effetti cromatici squisiti, mostrando lo scrigno interno e l’intensità del rosso delle piccole labbra.Le occasioni per vedere l’amica nuda non mancano neppure per un raffronto ravvicinato, essendo anche buone consigliere l’una dell’altra nel come indossare vestiti e biancheria intima. Spesso a loro si aggiunge la solerte Paola, la quale aggiunge le proprie esperienze mostrando, alle volte e senza tanto timore reverenziale, ciò’ che indossa in quell’occasione.In una di queste sedute, si verifica un fatto che lascia perplessa Graziella e, per fini diversi, le astanti, ossia quanto può essere conveniente la depilazione inguinale: Graziella tiene ancora in mano un nuovo perizoma da provare, quando compare il gatto; intrufolatosi tra le gambe, lei si accuccia ad accarezzarlo, questi inizia a fare le fusa, le passa lentamente sotto il sedere, strofinandovi la schiena e la coda per tutta la lunghezza, sulla pelle nuda dell’intera vulva. Lei, quasi incredula, sbarra gli occhi percependo quanto sia sofisticata questa carezza con quel morbido pelo, fino a farle accapponare la pelle per la piacevole sensazione. Si da subito un contegno, sperando che le amiche non se ne siano accorte, ma a Marta non può sfuggire un così piccante particolare; prosegue la sfilata infilandosi finalmente il tanga e, solo alla fine, accortasi d’averlo bagnato dei suoi umori, frettolosamente lo infila in borsa.Non si contano le avventure, puntualmente e minuziosamente raccontate all’amica, basti ricordare la vicenda con il centro-americano cameriere di bordo, conosciuto facendo visita al marito, pure lui imbarcato come ufficiale sulla stessa nave, ma per sua fortuna trasferito ad altri incarichi, lasciandole così la libertà di scorrazzare indisturbata e saziarsi del nuovo bendotato e, dopo ogni sosta, svuotato di tutte le sue energie risucchiate dalla famelica fino all’ultima goccia. Pure il meticcio viene spostato su altra rotta, ma la tenacia di lei nel rivolerlo, non ha limiti, con continue richieste ed il coinvolgimento del dirigente della compagnia, al quale deve tanta riconoscenza, concedendosi doverosamente pure a lui. In una delle sedute con il meticcio, dopo l’intera giornata passata in cabina costellata dalla brutalità dei continui amplessi che lei chiede incessantemente lasciandolo annientato da ogni energia, capita un colpo di fortuna:Verso sera rientra il compagno di cabina, lui lo accoglie come un liberatore spingendolo nelle braccia della donna e lei non si fa certo pregare, non tarda un minuto a strappargli d’addosso i vestiti ed impalarsi sul nuovo arrivato, il quale non resiste e dopo qualche secondo, inonda la vagina già fradicia di tanti umori; ma da buon meticcio, pieno di voglie, rovescia la donna e ricomincia immediatamente a stantuffarla senza nemmeno estrarre il membro, finendo però per risvegliare le residue capacità dell’amico e facendogli posto per una lacerante doppia penetrazione. Alla fine si ritroveranno: entrambi gli uomini senza una stilla di liquido e lei ancora insaziabile, nonostante la tumefazione della vulva, della vagina insanguinata e dello sfintere completamente aperto.Dovrà stare una settimana a riposo per normalizzare i suoi organi ed eliminare le numerose ecchimosi.La cosa si viene a sapere a bordo ed in Compagnia e le occasioni per incontri fugaci ed eterogenei si moltiplicano, con compiacenti ed interessate complicità, ad impiegarsi proprio in un ufficio attiguo, in modo d’agevolarla, nell’intervallo, a concedere i suoi favori ai più meritevoli.Va avanti per un bel pò con dei ritmi da forzato, finchè non si accorge d’aver contratto una bella epatite, incubata chissà da quanto e trasmessa a chissà chi, deve perciò sospendere la sua attività, curarsi e saziare le sue voglie artificialmente.La necessità aguzza l’ingegno e le due amiche, facendosi passare davanti le belle immagini raccontate e da raccontare, tra : risate, confidenze ed intimità, lasciano insinuarsi un tarlo che piano piano si fa strada.”Hai visto quelle due attrici, oltre a recitare scene di amore saffico, lo fanno anche nella vita privata!” Dice Marta sfogliando distrattamente un settimanale.”Dicono che l’amore tra donne sia molto positivo, molto diffuso, ma spesso fatto di nascosto” Ribatte Graziella”Sicuramente i rapporti sessuali tra donne non sono lasciati all’inventiva e personalità dei soggetti coinvolti. In sessuologia si studia che a differenza dei rapporti eterosessuali, risultano essere di maggior affettività e soddisfazione erotica, questi rapporti tendono ad essere più lunghi e coinvolgono maggiormente la sensualità, c’è poca pressione a raggiungere l’orgasmo, perché questi non è automaticamente il segnale della fine delle sensazioni sessuali, come lo è il coito; le donne insieme provano l’orgasmo con maggior frequenza ed in modi diversi”.Poi entrambe tacciono meditabonde, ognuna fa galoppare i propri pensieri senza freno e senza coinvolgimento diretto dell’altra, però ciascuna delle due sa cosa sta pensando l’altra. Difatti entrambe pensano a dei possibili rapporti da provare con delle persone dello stesso sesso, intravedono un subdolo efficacissimo sbocco immaginandosi con una donna che: vedono passare, con una commessa e quasi con disagio, con l’amica del cuore.Come se nel frattempo si fossero parlate, Marta chiede:”Tu Graziella, a parte qualche esperienza giovanile che mi hai raccontato, quando assistendo con una tua coetanea, non viste, alle performance di tua sorella con il ragazzo, hai mai avuto delle vere storie con altre donne?””Onestamente no! Avrei avuto più di una occasione, ma ho sempre privilegiato il cazzo, e tu Marta?””Anch’io, come sai, in collegio, ma senza niente di clamoroso; invece…””Invece? Questo non me l’hai mai detto” Esclama Graziella inarcando le sopracciglia.”Beh, non te l’ho mai detto, nonostante la confidenza, perchè probabilmente, come te, ho sempre preferito gli uomini e non mi sono mai soffermata su quello che ritenevo un incidente di percorso, ma di poca importanza.” E prosegue:”Però l’amore fatto con un’altra donna, ma in presenza e con la collaborazione di un uomo, è pur sempre un’esperienza, perché questo è successo. “”Porcellona! Un giorno mi racconterai tutto, e non credo sia una cosuccia da niente!””Va bene!” dice Marta con gli occhi che improvvisamente gli si infiammano di passione. “E’ un bel capitolo della mia vita ed un giorno te lo voglio raccontare con calma in tutti i particolari, incluso l’identità’ dei soggetti, ma adesso Graziella non tenermi il broncio, promesso?”Si alza, raggiunge l’amica da dietro lo schienale della poltrona, le cerca le mani e intreccia le dita alle proprie, si abbassa, Graziella solleva il viso e Marta le stampa un bacio in fronte, si guardano fisse negli occhi e, come mosse dalla stessa mente, si cercano le labbra e si baciano con una foga come fossero un uomo e una donna, raccontata proprio da loro centinaia di volte.Marta divincola le mani e slaccia due bottoni della camicetta dell’amica, l’accarezza lievemente, sente la dolcezza struggente di sfiorare la pelle vellutata del seno, inizia a titillare dal vivo i capezzoli che vorrebbero forare la stoffa.La reazione di Graziella è immediata, afferra per le braccia l’amica e con forza la fa rimbalzare davanti, sulle sue ginocchia.Per non parlare, si ricercano la bocca e si mordono a vicenda la lingua.Da quella posizione è Graziella a passare all’attacco: infila le mani sotto la gonna dell’amica, arriva al bordo delle mutandine, Marta le fa strada scostando quanto possibile le cosce e si lascia toccare la vulva madida di umori.”Ah, vedo che ti piace!” dice compiaciuta Graziella”Certo, anche se io non sono nuda come te sotto, senza neanche un pelo!””Non ti sei mai rasata completamente i peli del pube?” Chiede a Marta e lei risponde:”Solo quel tanto necessario per il costume da bagno.”Intanto, parlando sul fatto di radersi per il costume da bagno, si sono un pochino raffreddate e lucidamente programmano una seduta in bagno.”Sai, e’ un po’ che non mi depilo bene ed avrei bisogno di una bella passatina” Afferma Graziella e facendo scivolare in terra la gonna e le mutandine continua:”Ecco vedi come sono i miei peli” dice indicando l’inguine, si siede e apre le gambe”Vedi che ho dei peli qui sotto”. Marta vede la sua figa praticamente depilata e le labbra aperte con l’interno decisamente bagnato”Vorrei anch’io essere cosi'” dice Marta, ” veramente non proprio cosi’, io ad un po’ del mio pelo nel posto giusto ci tengo, mi vorresti aiutare tu?”Si spoglia a sua volta, prende dall’armadietto schiuma e rasoio del marito, lo consegna all’amica e si siede sul largo basso bordo della vasca.Questa, con molta professionalità, con due dita tiene aperte e tese le grandi labbra, sfiorandole anche il clitoride e rossa in viso dalla tensione di far bene, rade tutta la parte inferiore dell’inguine, lasciando un abbondante ciuffo in alto.Poi prende uno specchio e fa constatare la sua opera all’amica, infine le passa la mano sopra con un buon unguento e per constatare quanto sia liscia, al che, Marta ha un sussulto.”Oh, sei molto sensibile li'” Esclama Graziella.”Per forza, mi hai toccato la pelle viva e più esposta! E poi, prima: vedentoti al lavoro, tutta arrossata, con le tette che mi ballavano davanti, i capezzoli eretti come due proiettili, quando mi hai toccato il grilletto, a momenti vengo!”A Graziella viene un nodo alla gola, non riesce a parlare per la grossa emozione del momento, si accuccia commossa davanti all’amica, le tocca più agevolmente la vulva, la apre come un fico e vi appoggia sopra le labbra.Sente tutto l’afrore molto simile al suo, assaggia gli umori che escono e come un fulmine si avventa sul clitoride che prende tra i denti.E’ grosso e sodo, per la prima volta ne sente la consistenza con la bocca e come fosse il proprio, comincia a leccarlo sempre più in profondità, sente l’amica che ansima, le artiglia le spalle e la testa e gode ripetutamente.Si ferma, la guarda per niente imbarazzata e le chiede:”Ora vuoi rasare completamente me?”Le due donne invertono la posizione, Marta fa spalancare le gambe all’amica, la contempla per un pò aprendone le labbra, al che esclama:”Questo sarebbe un grilletto! Sembra un membro in miniatura! Lasciamelo toccare…è duro, voglio strofinartelo con i polpastrelli.. .lo voglio in bocca, te la voglio leccare tutta! Ed incomincia il lavorio di mani e bocca al quale risponde Graziella urlando dal piacere.Una volta calmate, Marta inizia il lavoro per cui sono finite in bagno e ridendo e scherzando commentano;”Quanto siamo sciocche! Parliamo, parliamo,….. che le donne tra loro sono un’altra cosa e noi invece ci siamo buttate a pesce come due ragazzini” “Oggi abbiamo fatto le birichine, ma penso si possa fare di meglio!” ribatte Graziella, quasi interrogativamente.”Il feeling tra noi c’è, la voglia anche, vorrà dire che quando non avremo di meglio, potremo sempre riprovare””Tu, però, devi trovare il tempo per raccontarmi l’avventura che ti tieni in serbo. “”Non avercela per questo, è una cosa talmente personale che non ho avuto il coraggio di raccontarla a nessuno, compreso te, che sei la mia migliore amica, ma è venuto il momento di raccontarti tutto, e.. tu, se non sarò abbastanza esauriente, chiedimi tutti i particolari.” Disse d’un fiato Marta.”Eccomi te, la racconterò in terza persona!!!” Anni giovaniliMarta da giovane inesperta ha scoperto da sola che toccarsi la passerina o strofinarsi una con l’altra le labbra tumide della fessurina le dava una strana e bella sensazione.Al liceo in un rigoroso collegio, pur maggiorenni, ma in un ambiente asettico, questi argomenti erano tabù e quasi tutte le sue compagne evitavano accuratamente questo argomento, eccetto Anna; cominciarono dapprima a farsi delle confidenze, poi a provare assieme le prime esperienze interpersonali, in fondo entrambe conoscevano molto poco il proprio corpo, lì in particolare, in quel posto così difficile da auto ispezionare. Alla fine, più per curiosità che morbosità, tra le coetanee più portate, cominciarono gli scambi verbali di sensazioni, spesso accompagnati da qualche toccamento che via, via si andava perfezionando, guidato dall’interessata che pregava l’altra di frugare in questo o quel punto, movimenti sempre più mirati al fine di godere e poi ricambiare il favore, perchè erano in grado di venire travolte da quello che era molto più di un intenso struggimento. Alle volte Marta cominciava a strofinare il clitoride dell’amica, forse l’organo sensibile più a portata di mano, poi, anche per capire meglio come “lei” era fatta, le apriva la vulva e la toccava, le immergeva il dito, constatando che anche così le provocava piacere e immediatamente pretendeva altrettanta attenzione. Una delle cose che l’ha più divertita ed incuriosita durante le vacanze, era quella di spiare il fratello maggiore chiuso nella solitudine del bagno: vedere lo strumento a lei negato, diventare un bastone da impugnare e maneggiare fino a trasformare il suo viso devastandolo; quest’ultima funzione la sconvolgeva dentro, gonfiandole i pori del suo pube, sentiva che anche la sua mano veniva attratta in quella zona, passandola e ripassandola sopra le mutandine, ma rimaneva tesa ed ancora più incuriosita.Spesso scherzando gli si sedeva e si muoveva in grembo per sentire sotto di lei crescere, perchè alle volte cresceva, quel pezzo di carne così innervato; pur sapendo, per esperienza, che sul più bello, sistematicamente sarebbe stata disarcionata.Poi ha iniziato a frequentare dei ragazzi un pò più grandi, in particolare uno; anche lui, reduce di un collegio, ignorava quasi del tutto il mondo dell’altro sesso, tutte le volte che potevano, si isolavano dagli altri cercando di chiarire ciò che non sapevano, anche se difficilmente l’altro poteva dare delle risposte esaurienti, spesso la morbosità li portava a sperimentare assieme e vicendevolmente l’altro emisfero del sesso, constatando al tatto e alla vista quello che era oscuro, intanto l’eccitazione montava, i toccamenti si intensificavano fino a raggiungere diversi orgasmi, trattenuti all’inizio, ma sempre più evidenti anche al compagno che nel frattempo recepiva tutto, ben conosceva l’orgasmo ottenuto dalle auto masturbazioni e di quelle dei suoi compagni, si infoiava ancora di più, eiaculando in continuazione, ogni volta che le mani di lei si muovevano appena sul suo membro sempre in erezione. Vedendo da grande il film “Ultimo tango a Parigi” in cui la protagonista racconta le sue prime esperienze, le sono ritornate immediatamente alla mente alcune delle proprie con questo ragazzo di poco più grande: non si toccavamo, lei appoggiata ad una parete e lui a quella di fronte, si masturbavamo guardandosi e scommettendo chi arrivava prima all’orgasmo. Solo in un secondo tempo si è unito ai loro giochi anche l’altro fratello. Ricorda che i due ragazzi erano particolarmente interessati ad esplorare il suo corpo, era tutto nuovo il mondo femminile così diverso da loro due che avevano avuto solamente modo di conoscersi fra maschi. Le cose che facevano indispettire di più la sorella erano che Marta: * usava vestirsi e spogliarsi davanti alla finestra, adducendo la scusa che era miope e che non vedeva chi poteva osservarla dal caseggiato di fronte. * dormiva con la sola camicia da notte, ma alla mattina era sempre con il sedere scoperto, non usando mutandine ed avendo la camicia arrotolata al collo, dove diceva di soffrire il freddo. * le mutandine impostale erano abbastanza ampie e le davano fastidio, perciò se le stringeva ed arrotolava sul sedere, riducendone l’area a misure dell’attuale tanga. Solo dopo varie esperienze solitarie, appostamenti, ancora altri ingenui struggimenti, aprì gli occhi affinando le tecniche e come per incanto, i suoi toccamenti ebbero un’efficacia ben maggiore, ben più appaganti in un crescendo di intense emozioni da mozzarle il fiato; ora poteva facilmente dar forma alle sue visioni e fantasie e malizia, aveva un altro senso anche sorprendere non vista il fratello in intimità provare in sintonia le stesse sensazioni, mani sotto le mutandine, o come spesso le capitava, avendo così in piedi una improvvisa e decisa secrezione vaginale tale da colare e far appiccicare le mutandine alle grandi labbra della vulva. Ricordando poi in solitudine la scena, si toccava con sempre maggior morbosità, aumentando le voluttà, pratiche che trovavano quasi sempre uno sbocco liberatorio, ma spossante.L’ultimo anno di liceo, è stato un insieme di baccanale e tormenti:Le dicerie sul suo conto tra istitutrici e compagne, indussero le responsabili, in un eccesso di zelo, a passare in rassegna la sua biancheria intima indossata, esaminandola minuziosamente, alla caccia di possibili prove su persistenti pensieri e pratiche perverse; tutto ciò l’ha resa eroina tra le ragazze più portate alla libido, iniziandola così ad altre vere esperienze sessuali.La sera, a luci spente, si sentiva irrequieta non tanto per il buio, quanto per il bollore che partiva dalla testa per arrivare invariabilmente all’inguine ed appena possibile sgusciava per infilarsi nel letto della compagna, abbracciarla da tergo aggrappandosi alle due granitiche tettine, strofinando il proprio inguine ai glutei dell’amica e, sempre più arditamente, come faceva con il proprio sesso, intrufolandole la mano sotto le mutandine. Poi, una partner interessata, ma delusa, si è lasciata prendere la mano dalla gelosia raccontando qualcosa alle vigilantes, dando così inizio a nuove perquisizioni, limitazioni e castighi morali.Lei fin d’allora aveva un portamento sensuale al punto da provocare delle pruderie ad un vicino di mezz’età che spiava le sue mosse con la coetanea Sandra, finchè questi ha trovato il momento di ghermirla, tentando qualcosa di più, ma fortunatamente la ferma reazione e le urla della ragazza, hanno avuto il doppio effetto: far scappare il vizioso e costringerlo a girarsi dall’altra parte ad ogni successivo incontro occasionale. Sui 20 anni, sotto continuo effetto di tempeste ormonali era quasi in continuazione eccitata e con la vagina lubrificata, non necessariamente alla presenza o al pensiero di un ragazzo, le bastava, ad esempio: sentirsi scaldare l’inguine prendendo il sole, o semplicemente studiando, pigrando, sbrigando qualche faccenda, oppure chiacchierando con amiche; ancora adesso, quando le capita di trovarsi nella stessa condizione, come allora, non può farne a meno, deve darsi soddisfazione, come può, secondo dove si trova, ma con tutto ciò che ha a portata di mano e sarà proprio la mano ad avere la parte più importante. Il tempo passa, termina gli studi, si sposa, ma l’ardore resta, anzi, aumenta con le nuove restrizioni imposte dalla vita matrimoniale.Non ha mai avuto problemi a girare e mostrarsi nuda per casa, l’unico imbarazzo, non il proprio, poteva capitare quando, inavvertitamente, si imbatteva nel suocero, allora cercava di coprirsi alla meglio e sparire. Ha sempre ritenuto che la nudità in sè è cosa naturale, come appunto nell’ambiente di casa o il trovarsi incidentalmente in mostra, invece diventa intrigante quando la si espone sapendo di far effetto e, non le mancheranno occasioni ghiotte!I tre figli avuti in rapida successione, distolgono le sue distrazioni, ma non il pensiero che invece corre ad ogni forma di fantasia erotica, dal sesso finora praticato, a qualcosa, alle volte, molto più ardito.Appena i ragazzi raggiungono l’età per frequentare la scuola, si ritrova con le mattinate semi-libere e non tarda ad accettare l’interesse di un play boy pluri-sposato o del giovane insegnante di educazione fisica con i quali divide una relazione quasi parallela ed ai quali sa distribuire le sue grazie, in sovrapposizione a quelle più affettuose, ma meno passionali riservate al marito.
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