Il terzettoLei che già è l’immagine femminile, cerca di accrescere il potere della propria seduzione, esibendo fascino e gradevole personalità in ogni circostanza: • ad un pubblico femminile, se vi trova gli estremi per una stuzzicante emulazione; • con provocante senso di perdizione se vi è una presenza maschile ; • diventa sfrenata se ad ammirarla è l’uomo che più la stimola nei sentimenti e nei sensi. • Miscelando i personaggi, lo scenario può diventare esplosivo. Raccontava che una sua amica una volta si era seduta nel buio di una sala e molto lentamente una mano della compagna le aveva slacciato l’apertura della gonna, si era intrufolata fino al suo sesso e l’aveva accarezzata a lungo fino a farla venire . Ciò non l’ha turbata negli anni giovanili, constatando che il rapporto intimo con un’altra donna può essere molto sereno; tuttavia il fatto non ha lasciato in sospeso voglie represse, in effetti non aveva mai accarezzato una donna, anche se a volte aveva pensato tra sé, come dovrebbe essere bello sfiorare con la mano la rotondità delle natiche, la morbidezza del ventre, quella pelle così morbida tra le gambe e aveva cercato di accarezzarsi, nel suo letto, al buio, proprio per figurarsi cosa doveva essere toccare una donna ; si era anche accarezzata i seni, immaginando che fossero di un’altra.Lei sa benissimo di non correre alcun pericolo che non oltrepassi la soglia della curiosità nell’alternativo ed essendo per sua natura una incontenibile esuberante, non può non cogliere l’occasione che spunta imprevista, piombata dal cielo a formare il triangolo, è una conoscente aperta con cui misurarsi, la donna adatta a trasportarla dove arrivava talvolta solo il pensiero, ritenuto perverso.Avvolte da una nube erotica, stuzzicate da una serie di schermaglie verbali, all’improvviso, frantumando le abituali inibizioni, si ritrovano a volare oltre la discreta provocazione, la trasgressione è quasi d’obbligo, il coinvolgimento delle due donne diventa solo un dettaglio: per la facilità di confidarsi, di immedesimarsi, per la femminile voglia di constatazione o imitazione della bellezza, delle qualità, per l’ammirazione l’una dell’altra o per ogni delicato filo di rassomiglianza ed essendo entrambe portate al sottile bisogno di evidenziarsi, stimolate da improvvise nuove emozioni, trovano che il passo è breve per passare dal facile contatto degli indumenti alla carezza più intima o dall’abbraccio formale ad uno più conturbante. “E’ questo che le sarebbe successo ora ?” Le due figure muliebri dalla voce gioiosa e squillante iniziano per scherzo e si trovano via via la voce sempre più arrochita dal desiderio.Lei femmina di razza allacciata ad altra femmina di pari razza, in una scena colma di così tanta grazia e femminilità ; l’uomo rimane estasiato, abbagliato dagli occhi, dalle mani, dai sensi stuzzicanti che le donne soltanto possiedono, rimane paralizzato nelle sue segrete vertigini, vedendo svilupparsi davanti a sé una scena che non ha ancora avuto inizio e che è già così intensamente erotica.Si siedono tutti e tre su una pila di cuscini, il primo a muoversi è lui che infila la mano sotto l’abito della nuova arrivata e rimane senza fiato per la sorpresa di toccare la pelle dove si aspettava di trovare la stoffa della biancheria intima, questa fa scivolare la propria mano ingioiellata sotto la gonna dell’amica che a sua volta non si muove, facendosi invadere dal languore.Ora la battaglia è scatenata, le due donne si sbottonano, si svestono, si toccano, travolte da nuovi impulsi. Cosa può essere più eccitante di quattro capezzoli che si incontrano, di quattro tette che si schiacciano a vicenda, dell’incontro di due pronunciati monte di venere, della fusione delle loro forme; si accappona la pelle al primo tocco, freme alla carezza più mirata, si inturgidisce il capezzolo succhiato dalla più ardita.Ora sono nude : premono e strusciano i corpi una con l’altra. La frizione dà loro piacere ; il frastornato spettatore osserva lo scenario della loro superba nudità. L’invitano dicendogli :”Sdraiati con noi !” ; lui si piega su di loro e le accarezza estasiato. Come non incunearsi tra tanta morbidezza?Come non assaporare le loro lingue o andare ospiti in coabitazione nelle loro bocche?Come non pascere le proprie mani e non brancicare nell’abbondanza delle curve che si sono riunite, quasi a volersi compenetrare. Supine, prima una poi l’altra sentono nella loro perla aperta la lingua mascolina, si abbracciano, incrociano le loro mani a strizzarsi, a succhiarsi i capezzoli, ad avvicinarsi all’oggetto del piacere dell’altra in una sarabanda di esperti rituali che toccano le corde più sensibili di una donna ad un’altra donna, si stillano, mai sazie, piaceri con sapienza e dolcezza che solo le loro mani, la loro lingua, i loro corpi sanno trarre; gioiscono instancabilmente senza ritegno con sospiri ed urletti isterici; s’accorgono appena d’essere rudemente, ma fugacemente violate, ripetutamente, ogni qualvolta la loro perla viene a trovarsi scoperta dal loro dimenarsi; sono sensibili alle loro reciproche carezze, tuttavia queste non bastano a soddisfare il loro desiderio e muoiono dalla voglia di essere possedute da un uomo, di essere penetrate ; come un bufalo egli si avventa, alla cieca, penetrando un antro che si contrae o una guaina nuova da dove poi fuoriesce fino all’apertura e qui esplode ; colei che è privata dello spruzzo, va ad assaporarlo brucando tra i ciuffetti che l’hanno raccolto; infine due bocche in un groviglio di lingue di cui è difficile distinguere l’appartenenza, aspirano ogni residua traccia di piacere direttamente dal prepuzio o scorrendo tutta la lunghezza del fusto.Rimangono esauste ed abbracciate…… per una volta avevano quasi dimenticano il loro idolo: il maschio, il quale si delizia ancora estasiato dall’incantevole visione dai loro due begli ovali vicini ed addolciti dall’esperienza.e….solo ora, una volta raggiunto il piacere, sembra tutta una cosa improponibile La scambista esibizionistaAll’aeroporto, seduta a fianco del suo compagno e di fronte ad uno sconosciuto di bell’aspetto, ha voluto attirare su di sé l’attenzione di questo simpatico mezz’età, dapprima catturando il suo sguardo con quegli occhi ammalianti che sanno fissare senza abbassare la guardia, occhi che promettono tutto il paradiso e poi si spostano altrove in attesa di ritornare sulla preda.La fissa quasi inebetito anche lui, non perde un solo movimento del suo corpo, segue ogni suo muscolo che muove aspettando che lei comunichi qualcosa di più, qualcosa che lo faccia osare e sfidare il compagno che le stà a fianco.Quando incrociano nuovamente gli sguardi lei gli sorride, quasi sorniona, lo imbarazza, lo eccita, lei se n’accorge e muove delicatamente, disinvoltamente il bacino; la gonna sale sempre di più, il bordo delle autoreggenti fa capolino dalla spaccatura, inverte le gambe nell’accavallamento, un movimento lento da sembrare naturale e non una vera provocazione atta a mostrare, quasi per caso, il nero del perizoma sopra l’inguine, solo pochi centimetri, solo quasi ombre scure, ma sufficienti a far scomporre il malcapitato e per reazione ad illanguidire lei che non cercava altro, rabbrividire e poi sciogliersi dal cervello fino alla vulva, bagnarsi di piacere, sentire il clitoride schizzare dall’ogiva.Si liscia la gonna come a rassettarsi, e, con questo gesto, inviare al malcapitato il messaggio che di tutto questo lei non se ne è accorta di niente, nemmeno d’averlo sconvolto!E’ fatta così, come quella volta che si è divertita a stuzzicare il suo partner in macchina; si era spogliata di tutta la biancheria intima di colore chiaro, gettandola dove capitava sulla tappezzeria scura, al punto da non passare inosservata agli altri automobilisti.Non paga, si inginocchiò al traverso sui sedili, la testa sotto il volante, gli tirò fuori l’uccello svettante e lo ingoiò in un sol colpo. Questa posizione e con quel che rimaneva del suo vestiario, mise a nudo il sedere che appoggiò al vetro del finestrino lasciandovi disegnata ed in piena mostra la figa per intero. L’ingorgo delle macchine non tardò a formarsi e giocoforza dovettero ricomporsi e dileguarsi.Aveva ottenuto quello che cercava: acuire maggiormente i sensi di lui, che ha assaggiato le sue labbra ed i propri di lei, eccitatissima dell’esibizione, tanto da far schizzare gli occhi dalle orbite di tanti spettatori. maschietti e, non solo.Questi ed altri significativi episodi l’hanno, quasi invogliata, a cercare nuove emozioni, ad esplorare un mondo di trasgressioni che conosceva malapena.Così, dovendo seguire un corso di specializzazione a Milano, una volta la settimana, si è trovata nella condizione ideale per qualche licenza trasgressiva, lontana da occhi troppo conosciuti, trovando alloggio per una notte da delle amiche in quella città; una in particolare l’accoglieva più volentieri, Lilly, fa parte del gruppo di studio: sposata ma con vita propria, esuberante, alla continua ricerca di avventure erotiche di ogni tipo, spesso desiderosa e bisognosa d’avere una spalla quale piattaforma da dove lanciarsi meglio.Individua in Marta la persona adatta allo scopo; organizzano una serata in compagnia di Marco, un uomo prestante che Lilly da tempo frequentava e Ferdinando, amico di quest’ultimo, distolto in quest’occasione dai suoi vari impegni professionali.Per entrare in clima di iniziale confidenza, visto che nessuna delle donne conosceva Ferdinando e Marta neppure Marco, Lilly invitò tutti a prendere un aperitivo da lei.Arrivarono per primi Marco e Ferdinando ed aspettarono in salotto l’arrivo di Marta. Quando il campanello suonò, fu Lilly a correre ad aprire prima. Alla vista di Marta, iniziò a scuotere la testa coprendosi la bocca con le mani, poi riprese il controllo e le porse la mano accompagnandola in salotto dai due baldi maschietti. I loro visi espressero eloquentemente la loro sorpresa, ma anche la loro ammirazione dal momento che Marta era assolutamente stupenda con la leggera giacca fucsia aperta ed un corto ed aderentissimo vestitino chiaro.I convenevoli si sprecarono, quindi con due macchine separate arrivarono in un ristorante della Milano bene.I modi raffinati di Ferdinando non tardarono a far breccia sulla fantasia di Marta, il dopo cena era inevitabile; con l’altra coppia vagarono da un locale all’altro, s’infilarono anche in un club privè, dove si limitarono a prendere un drink e guardare, quasi sbadatamente, ciò che si intravedeva alla fioca luce colorata, ma la pulce entrò nell’orecchio di ognuno.Marta accettò l’invito di Ferdinando a stappare una bottiglia di champagne a casa di lui. Lilly e Marco si erano già dileguati.Il cuore le batteva in gola, anche una donna esperta e libera come lei provava fortissime emozioni, pur consapevole di trovarsi al cospetto di un gentiluomo.Difatti si comportò da tale, non fece la minima pressione, la mise a suo agio, lo champagne dissipò altre barriere, i due corpi seduti sul soffice sofà, le due teste, le labbra si trovarono sempre più vicine….. scoccò la scintilla, le loro mani e le loro lingue si intrecciarono, smisero il dialogo verbale per iniziarne uno di trasmissione dati attraverso la pelle.L’orgasmo per lei non è complicato, può arrivare in pochi secondi anche da sola e, più volte, è sempre stato un toccasana, inoltre il tizio la stimolava anche emotivamente, facilitando notevolmente questo suo piacevole processo.Preferì alla fine farsi riaccompagnare a casa dell’amica, pur essendo quasi l’alba.Un’altra sera le due coppie si ritrovarono a cena ospiti in casa di Lilly, una casa al femminile, un vero gineceo.Terminata la cena, Lilly insistette, dopo essersi scambiate un cenno d’intesa, perchè la sola Marta le desse una mano a sbrigare le faccende di cucina,.Intanto i due si consolavano con qualche drink e qualche sigaretta, fino al ritorno delle signore, con i grembiuli ormai smessi, ma le idee ben chiare.Per riscaldare l’ambiente, Marta con provocazione, buttò là questa espressione:”Recentemente ho dimostrato ad un signore qui presente di non essere molto dissimile da Lilly. Pur essendo sposata con prole, in una sola sera, dopo averlo incontrato ed aver accettato il suo invito a cena, praticamente mi sono resa disponibile per farmi violentare ripetutamente nel salotto di casa sua””Non mi meravigliano le tue performances, ti conosco bene, ma, visto che mi hai citata a paragone, vorrei precisare che tu non hai avuto i problemi che ho avuto io in casa” sbottò Lilly e continuò:”Tu hai un partner che funziona, hai i tuoi sani svaghi, io invece… insomma…all’inizio io e Geraldo ci siamo trovati di fronte ad un grosso problema da risolvere. Vedi, io mi ero innamorata di lui pur sapendo di essere bisex; lui era il mio primo uomo con cui ero stata, l’unico che mi abbia aperto la strada verso l’uomo, prima avevo avuto esperienze sessuali con ragazze e solo platoniche con i maschietti; da qui la consapevolezza e l’inclinazione al nostro modo di pensare ed agire nelle questioni di sesso, fermo restando che, pur piacendomi gli uomini, trovavo e trovo che far l’amore con una donna sia comunque un’esperienza molto piacevole”. Poi come in un soliloquio:”Come credete che abbiamo superato il problema? Io sento il bisogno d’avere accanto una donna mentre faccio l’amore, non importa a che titolo né con quale ruolo, in questo modo mi completo. Marta, ad esempio, mi fa impazzire, la desidero almeno quanto la desidera qualunque uomo, mi stimola la sua presenza e, vorrei fare l’amore subito, non ha importanza con chi, purchè ci sia lei.” Poi si rivolgendosi a Marco: “Che ne pensi, possiamo mostrar loro come ho superato la cosa ???, Tu lo sai benissimo come! Mi hai aiutata tu!” Lui scosse le spalle “Se va bene a voi ???” rispose, facendo brillare i suoi occhi con concupiscenza.Lilly tende una mano a Marta facendola alzare; sono entrambe più piccole della media, la bionda leggermente più bassa di Marta, tuttavia le loro figure sono decisamente conturbanti: due venere in miniatura. Marta alzatasi si porta ad una certa distanza davanti ai tre spettatori, con aggraziate e sensuali movenze e l’aiuto delle mani, favorisce il sollevarsi dell’indumento che lascia sempre più campo visivo, allargando contemporaneamente e sempre di più le gambe, fino al bordo delle autoreggenti, arriva alla pelle che lascia immaginare l’oblio. Nessuno li guarda, ma i suoi occhi, al pari del suo corpo, lanciano una sensuale sfida, densa di eccitazione e desiderio, in un clima di fantasia senza limiti, le piace giocare, mentre inizia a sbottonare la camicetta. Sa che il loro pene duole tanto quanto il clitoride dell’amica ed il proprio, fuoriuscito alla ricerca di refrigerio nel lago sottostante dei propri umori. Rimane con un trasparente e sottile reggiseno che mostra i colori dell’aureola ed il turgore dei capezzoli, si libera pure di quello, mettendo a nudo il suo seno che non ha più dimensione, ma solo sensibilità.Ballando da sola, si sfila con abilità, quasi da consumata professionista, anche la gonna che scalcia, mandandola in direzione dei tre astanti, poi, riunite inaspettatamente le gambe, si gira di schiena, si piega in avanti mostrando i glutei praticamente nudi e separati dal sottile string del perizoma; quindi si rigira rimanendo immobile davanti a loro che stanno impazzendo dal desiderio, la vogliono ognuno a proprio modo, certo che : se voleva eccitarli c’è riuscita molto bene. Marta ora si siede davanti a loro e si appoggia allo schienale, si accarezza lievemente tutto il corpo, le mani arrivano all’inguine, alle anche, non ci vuol molto a sfilare anche l’ultimo lembo di stoffa, con un leggero movimento del sedere, rallenta il movimento a gambe sollevate osservando la reazione dei tre i quali hanno il respiro corto e profondo, pronti a balzarle addosso, quindi con non chalence, annusa e lancia il triangolino verso di loro. Guarda di sottecchi le sei mani che artigliano la sua intima stoffa, mentre, come una gattina in calore si allunga mimando un fantasioso amplesso; la propria mano raggiunge il pube, geme di passione, accentua la carezza, ormai non sà più fermarsi, li vuole, nessuno escluso! Ferdinando capta il messaggio e si avvicina per primo, la issa e la impala stando in piedi, inarca la schiena facendole sporgere le natiche, poi invita Marco ad avvicinarsi da dietro, a sua volta, Lilly si avvicina ai due, la accarezza dalla schiena in giù, la costringe a spingere ancora più in fuori il sedere, le apre le natiche, Marco non si fa pregare, vorrebbe appoggiare il pene sguainato al rosone della donna, ma Lilly glielo impedisce prendendoglielo in bocca per ben inumidirlo, poi lo guida alla sua meta, lo imbocca nella rosa dilatata di Marta, sculaccia l’uomo che per reazione s’immerge in un sol colpo inghiottito nell’ano di Marta, ha il pene diviso solo da una membrana da quello dell’amico; la stantuffano in sincronismo davanti e didietro con Lilly che segue attentamente la manovra ed aggiusta i movimenti scomposti dando il ritmo, come una baccante, ansimano in tre con gli incitamenti dall’esterno di Lilly, l’unica rimasta finora all’asciutto. I due uomini inondano Marta ancora in preda ad un parossistico contorcimento.Poi le due donne incominciano a scambiarsi tenere carezze in attesa del ringalluzzirsi dei maschietti, ma Lilly non ci stà, non si accontenta, si agita in preda ad un furore che non può più contenere, inginocchiata, dimenando il sedere in aria, pianta la testa tra le cosce aperte di Marta, la lappa, la penetra con le mani e la lingua, dimenando sempre di più il sedere e, tutto davanti agli occhi dei due uomini.Il primo a dar segni di vita è il membro di Ferdinando, ora Marta non può fermare l’amica che ha mire precise sul suo partner, così come Marco che ha appena goduto nell’antro dell’amica della sua donna, quest’ultima se ne accorge, pianta in asso l’amica e va sicura, si tuffa ancora semi vestita ad ingoiare il pene semi resuscitato, lo fa svettare tenendoselo sempre in bocca, nel frattempo Marta, cameratescamente, aiuta l’amica a liberarsi degli indumenti che ancora indossa e così denudata, contorcendosi, mostra tutti risvolti insoddisfatti di una donna con la bocca piena e l’inguine vuoto, le apre lei stessa la vulva palpitante, arriva Marco che da dietro si immerge completamente in quel mare in tempesta.Ha così inizio lo scambio dei partners, cambiano anche le posizioni, ma la voluttà rimane intatta, ogni volta ricominciando da capo fin quasi allo sfinimento DemonMarta, sempre alla ricerca di nuovi stimoli erotici, non riesce a racchiudere tutta la potenzialità della sua carica passionale e non vi è professione, attività fisica, relazioni sociali che la possano appagare quanto la tenuta in funzione delle sua perfetta macchina da sesso: questa è una caratteristica che l’ha sempre contraddistinta, non può smentirsi, è il suo destino, un gran bel destino!Un giorno, forse per tentare un diversivo, decide, senza vocazione, di prendersi un cucciolo, un batuffolo che si trasformerà in pochi mesi in un bel cagnetto: Demon.Lo coccola, lo cura, è la sua ombra vivono in simbiosi: In casa, quando va in giro più nuda che vestita, sbrigando le faccende quotidiane o impartendo disposizioni alla solerte e altrettanto disinibita bella colf, il cane la segue ad ogni passo, lo tiene quanto può in braccio, lui ricambia gratificandola, con delle delicate leccatine al viso, collo e qualche morsetto con quei suoi dentini appuntiti.A letto, è tutto uno spasso! Si rotolano come bambini, giocano a rimpiattino sotto le coperte, abbaia l’uno e lei risponde lanciando gioiosi urletti, si riscaldano a vicenda e si appisolano vis à visIn bagno, dove gli odori sono più marcati dalla pelle più esposta, ai profumi, alle emanazioni corporali; Demon si delizia anche sniffando tra la biancheria da lavare, ma il bagno per entrambi è l’azione che giustifica maggiormente la loro presenza in quel locale. A passeggio, prediligono i posti più battuti da altri cani, i cui odori stimolano Demon a sbrigarsi, per poi trotterellare dietro la padrona o in braccio, da dove può vedere il mondo da una angolazione più elevata.Una mattina estiva, Demon sente arrivare l’afrore di una cagnetta in calore dal vicino giardino, ma ringhiere e siepi non permettono loro neppure di vedersi.Guaisce a questi nuovi stimoli, ha il pene sguainato e straordinariamente rosso, tipico dalla sua giovanile tempesta ormonica.Si incuriosisce ed avvicina la padrona che non può sapere ciò che inquieta il suo cane, questi, con parossismo, si solleva sulle zampe posteriori e le abbranca un polpaccio con quelle anteriori, strusciandosi sulla gamba con movimenti rapidi del bacino. Sente, appoggiata alla sua pelle nuda, dell’umidore caldo, quindi, ancora più incuriosita gli vede la mascolinità smisuratamente sbocciata.Quasi commossa esclama: “…ma Demon, cosa fai?”Se lo stacca a fatica, lo solleva con due mani sopra la testa e gli osserva meglio quel pene in miniatura in fremula erezione; con una punta di malizia replica: “Non sapevo ne avessi voglia! Alla tua età poi….”Alla fine, scrolla la testa, rimanendo un pochino perplessa e conturbata.La scena non è sfuggita neppure al figlio che, da dietro il libro che stava studiando, ha potuto osservare con quanto ardore il povero Demon cercasse il contatto di un corpo caldo e, scherzando si rivolge alla madre:”Mamma, hai visto! Demon è innamorato pazzo di te.”Altrettanto scherzosamente la madre gli risponde:”Da come è infoiato, Demon si attaccherebbe a tutto! Credo di dovergli trovare una fidanzata.” La mattinata passa nella rutine casalinga, si appresta come al solito alla siesta pomeridiana sulla poltrona allungabile, essendo estate indossa una leggera vestaglietta annodata in vita con una cinturina della stessa stoffa sopra le sole mutandine.Arriva l’immancabile Demon, le salta in grembo, incomincia a giocherellare come al solito, ma si stanca presto, è meno festoso di quando si mette a pancia all’aria, è più agitato; le sale sul petto, con le zampe anteriori gratta in cerca di qualcosa e la graffia, lei se lo stringe ancora più forte, la vestaglia le si apre, il cane si intrufola ed appoggia il bacino al morbido seno scoperto, riprende ad agitarsi strofinandovi l’inguine, finchè nuovamente l’erezione si fa palpabile.”Demon, ma cosa ti succede! ti è tornata la voglia? Non sono la tua cagnetta….”Intuisce le esigenze istintive del suo cane e…, come lo capisce!, ma non sa cosa fare, reclina di più lo schienale della poltrona, disponendosi quasi in posizione orizzontale, prova ad avvicinare la mano al pene svettante in aria sopra di lei, questi immediatamente freme, rinfrancata gli prende la punta tra il pollice e l’indice, l’asta si gonfia come un atollo ed in brevissimo fa uscire dal prepuzio un po’ di bava biancastra, lo afferra meglio con tre dita e tenta una rudimentale sega.L’eccitazione della donna cammina parallela a quella del cane, però è sempre più confusa, impaurita di ciò che prova, della reazione del suo corpo: i capezzoli s’induriscono, i seni sono sempre più turgidi, sente un languore in tutto il corpo, i muscoli tesi, il basso ventre in esplosione, sente colare liquido in abbondanza nelle mutandine, la testa frastornata; non può fare a meno di proseguire, magnetizzata da quel pene che si gonfia sempre di più.Il cane guaisce di piacere, lei cerca di assecondarlo, si aiuta anche con l’altra mano, glielo scoperchia completamente e prosegue con movimenti altalenanti più ampi, ma il cane non si da ugualmente pace, gli manca un punto d’appoggio inguinale; con moto istintivo se lo fa sedere al centro del petto e gli avvolge il pene ormai smisuratamente sguainato tra le tette avvicinate dalle mani.In questa nuova posizione il cane pare si trovi maggiormente a proprio agio, si muove con rapidità, la graffia, l’artiglia, le mordicchia il mento, le lecca le labbra riarse dalla nuova emozione, da cosi vicino, lei può osservare nitidamente lo sgorgare dal prepuzio di una discreta quantità di liquido biancastro che si deposita nel solco dei seni, intride, si appiccica alla pelle e si mescola impastandosi all’abbondante pelo bianco e nero lasciatovi negli strusciamenti.Dopo la prima emozione, presa ancora dagli scrupoli, ritorna momentaneamente alla ragione, pur con il cuore in gola, i sensi acuiti al massimo, il turgore inguinale e del seno, stacca da se la bestiola che ancora per qualche secondo si agita, poi entrambi si danno alle innocenti coccole e divertimenti, come hanno sempre fatto prima di quel giorno.A questo punto arriva il suo lui, l’atmosfera sembra normale, ma a contraddire tutto, è l’occhio clinico di lui, che trova sul petto di lei, evidenti segni rossi e tracce di pelo di cane, dicendoglielo, lei arrossisce timidamente, lasciandogli intuire, in un lampo, qualcosa di intrigante, ma discretamente non ribatte.”Ti prego, ti imploro, aiutami….” ma non ha il coraggio di dirgli altro; dopo una sbrigativa doccia sarà lei ad assalirlo, quasi a violentarlo, ancora in piedi, ancora gocciolante acqua e liquore vaginale, si mette carponi e lo pretende subito, senza altri preamboli, ha uno, due, dieci orgasmi consecutivi, gli sfila il membro ed in un sol boccone lo ingoia nel buchetto alternativo, dove lui scarica la tensione con un urlo al quale fanno eco: quello di lei ed i guaiti del cane; certo anche quest’ultimo, perchè questa volta ha contribuito ad acuire loro le voglie.Nella notte ripensa all’accaduto: l’inquieta più che irretire ciò che quello strano pene le trasmette e pur tra molti conflitti, non può resistere al richiamo, non può non cogliere questa sfumatura adattissima ad impreziosire e forse appagare le sue fervide fantasie erotiche.La mattina successiva è decisa ad andare a fondo; con una scusa qualunque fa visita alla vicina padrona della cagnetta in calore, subito la bestiola le scodinzola attorno, lei l’accarezza lungamente e durante i pochi minuti di assenza della padrona, ne approfitta per intingere le dita nell’intimità della bestiola.Era prevedibile la reazione di Demon al suo rientro in casa e come in cerca di tartufi, punta direttamente ad annusare la mano della padrona, che però ha ben altri progetti.Intanto il cane sale vertiginosamente di giri, lei lo stuzzica ed aizza ancora di più avvicinando la mano così miracolosamente profumata, senza fargliela toccare, finendo per farlo guaire, in preda alla erezione del giovane pene, completamente fuori dal peloso abitacolo.Si accuccia, il cane le salta in groppa, prova la reattività del cane toccandosi sopra le mutandine, questi si agita attorno al suo corpo ed arriva con il fiuto all’inguine. E’ il segnale!!Cerca ora di ammansirlo: ” Stai bravo, Demon, vedrai, ho una bella sorpresa per te!”Riesce sopra il tappeto a divincolarsi dei vestiti, ma non del cane che l’accerchia, si sfila le mutandine e vi strofina a lungo, sempre assediata, la mano sul corto pelo inguinale, con le dita ancora intrise di quel particolare odore, si apre le labbra della vulva che tiene per un po’ allargate, per poi immergerle in profondità’; vuole assaggiare la reazione di Demon per cercare conferme, si infila due dita all’interno della vagina sollecitando lo sgorgare dei suoi umori e così intinte le pone sotto il naso del cane, questi si agita, si mette a leccare le dita, le mani il braccio ed istintivamente cerca di arrivare alla fonte. Il cane, sempre più infoiato, si avventa intrufolando il naso tra i peli ed incomincia a leccare nervosamente, poi, sempre con la lingua a seguire le dita entro la vulva tenuta aperta; per contagio l’afrore immersovi si mescola al proprio liquido vaginale, formando una miscela afrodisiaca che il cane accetta, la fa sua e inducendosi a leccare più in profondità, con sempre maggiore foga. ” Bravo Demon, lecca, lecca, fammi godere!”Non contenta ed approfittando del momento, si spalma questo intruglio attorno al clitoride, invitando il cane a spostarsi di quel tanto da sentire le potenti lappate sul piccolo organo, gode sotto l’incalzare delle leccate, non si accorge nemmeno che il cane le sta lacerando le cosce e l’inguine con le unghie, perchè egli vuole qualcosa di più, ha bisogno di una guaina da penetrare.” Povero Demon, tu stai soffrendo! Aspetta!”Si gira mettendosi carponi, Demon l’arpiona da dietro, lei gli asseconda i movimenti con la sola percezione delle vibrazioni del pene impazzito, si posiziona fino ad imboccare l’apertura, ne trova una, la prima e la penetra, sente che gli si ingrossa dentro, intensifica i movimenti brevi, ma velocissimi.Niente da fare! le rispettive dimensioni non sono adatte: la sua vagina non è certo quella delle cagnette ed il pene del cane non è certo il 20 cm che lei vorrebbe e per quanto si dimenino, rimangono entrambi insoddisfatti, con l’acquolina in bocca.” Aspetta Demon, aspetta!”Si rigira sottosopra, lo issa verso l’alto sopra la testa, avvicina timidamente le labbra al pene fremente, gli lecca la punta, si arresta un istante, poi d’un colpo lo inghiotte. Ha un attimo di panico, ma il cane non le lascia il tempo di tergiversare, si appoggia completamente al suo mento, lei serra le labbra e la lingua al palato, sente l’atollo del pene che si ingrossa, le riempie la bocca, respira a stento e quasi soffoca, immagina cosa può succedere da un momento all’altro; non se la sente di andare oltre.Come un baleno, sente di dover agire: come ha saputo stuzzicare Demon, cosi ora deve completare l’opera.Si alza, indossa un leggero vestito e si avvia verso il giardino della cagnetta in calore; svogliatamente il guinzaglio di Demon si sgancia ed in un baleno lui si piazza dietro la bestiola che non aspettava altro.Quando le due donne se ne accorgono, è già troppo tardi: Demon sta scopando come un riccio ed a nulla valgono le urla, gli strattonamenti, veri dell’una e simulati dell’altra. Lui è dentro e non intende mollare la presa.Solo dopo una serie di rapidi movimenti del bacino, incurante di ciò che ancora avviene attorno, camminando a due zampe, ma incollato alla cagnetta, rallenta i movimenti e si sgancia con gli istinti finalmente appagati ed il pisello che si ritrae a vista d’occhio. Le scuse tra le donne si sprecano, ma ora rimangono solo i semi per i cuccioli in arrivo tra qualche meseRitorna soddisfatta d’aver provocato ed assistito alla prima volta di Demon e della cagnetta, ma con i sensi infiammati dalla scena.Si riposiziana sulla sua poltrona, reclina all’indietro lo schienale, si libera del leggero vestitino e dello striminzito slippino e cosi nuda si porta il satollo Demon al petto. Con mano leggera come una farfalla raggiunge e sfiora il proprio boschetto, affonda il dito medio nella fessura madida di umori, risale al clitoride gonfio ed affiorante, lo strofina leggermente in tondo con lo stesso dito adoperato come fosse una piuma, ripete poche volte l’operazione, riaffonda il dito in vagina toccandosi la parte interna più vicina alle radici del clitoride, il cui prepuzio viene schiacciato a tenaglia dal pollice, inarca la schiena ed esplode nella sua stessa mano in un orgasmo prolungato da mille sfaccettature.Ricade esausta, ma soddisfatta con Demon coccolato al seno. La fattoriaMarta non era una grossa estimatrice della campagna, ma quella estate calda, dopo una estenuante stagione balneare, sentiva il bisogno di nuova linfa al fresco e lontana dai numerosi impegni mondani.Finì per accettare l’invito di Anna in una sua fattoria della collina toscana.Alla mattina si alzava presto con la rugiada ancora abbondante e vagava per viottoli e prati, era incuriosita di tutto ciò che aveva attorno, la natura rappresentata da: i fiori, le piante, gli animali, gli odori.Dopo alcuni giorni di soggiorno si stava quasi annoiando e cercava una scusa per ritornarsene alla sua vita, quando una cosa l’ha incuriosita: un cavallo stava tranquillamente brucando l’erba del prato, ma non ha saputo spiegarsi quanto tranquillamente, osservando che aveva penzoloni tutto il membro sguainato fino quasi a toccare terra.E’ rimasta estasiata da tanta possenza; questo arnese che oscillava ad ogni passo, questa smisurata cappella, le è venuto istintivo abbinare le misure alla propria apertura, rabbrividendo al solo pensiero di poter essere squarciata da un simile mostro.Il cavallo, come avesse sentito il suo richiamo, si è avvicinato docilmente al di là della staccionata, lei gli ha dapprima accarezzato le spalle, poi si è azzardata a lisciarlo fin sotto il ventre e non ha resistito al richiamo di toccargli la base dalla quale usciva lo smisurato strumento.A questo punto il cavallo ha un fremito, ma non si muove, allora lei rinfrancata, con entrambe le mani scende verso il basso, dove la pelle del membro è tenera, viva, nodosa, lo tira a sé osservando meglio l’enorme prepuzio quasi piatto all’estremità, dalla quale esce qualche gocciolina di liquido biancastro, lo guarda ed accarezza a lungo, sempre più intrigata, coinvolta fin dall’inizio, pur sconvolta da tanta abbondanza che non avrebbe mai potuto avere in grembo; è tuttavia eccitatissima e lo si vede: dagli occhi sgranati su quel coso, dai capezzoli che vogliono forare il leggero golfino e dalle abbondanti secrezione che le sue mutandine continuano ad assorbire.Intanto il cavallo pur continuando a brucare, sente la pressione delle mani e le carezze della donna ed ogni tanto dirige lo sguardo in quella direzione, ma sembra, senza dare molta importanza ai massaggi subiti.Lei intanto, incurante di poter essere sorpresa dall’amica, non resiste dalla voglia di misurarsi ed in quella posizione, con una mano si sfila con una sola mossa i pantaloncini e le mutandine e con l’altra avvicina il membro al suo pube: il solo glande le copre l’intera area dall’ano al monte di venere, ma questo contatto morbido, caldo ed umido le fa schizzare il clitoride che si infila con una leggera pressione nel piccolo incavo alla sommità del membro del cavallo, se lo strofina sopra e in pochi secondi viene travolta da un portentoso orgasmo, al punto da mollare la preda.Poi il cavallo fiuta l’aria, si agita, lei non capisce cosa sia successo finchè non vede comparire un altro cavallo, anzi, una cavalla che si avvicina nei suoi pressi annusando lo stallone, per poi mostrare il posteriore.Marta rimane meravigliata dalla bellezza di questo sesso di femmina in calore, così nero, lucente, con le labbra che pulsano, si aprono e richiudono con sempre maggior frequenza, delle contrazioni sempre più frequenti, lasciando vedere l’interno color carne, ed a ogni contrazione alimentare lo sgocciolio di un liquido denso e filamentoso che cola fin sulle zampe. E’ qui che il cavallo si sofferma e lecca avidamente in profondità il sesso della femmina, trovando in lei la giusta risposta che sgorga fuori sempre maggiori porzioni delle sue mucose interne.Lo stallone eccitato da questo afrore, come per incanto, si procura una crescente erezione, il membro ora non è più penzoloni, ma si erge ed arcua, è gigantesco, Marta non avrebbe mai immaginato niente di simile. La cavalla piega leggermente le zampe posteriori fino a posizionarsi all’altezza del membro. Lo stallone, con un balzo, le sale in groppa, tra nitriti e morsi la costringe all’immobilità e con istintiva precisione l’infila e s’affonda in lei in un sol colpo; pompa con colpi brevi ma decisi, finchè, dopo non molto, arriva all’orgasmo tra alti nitriti e vigorosi scodinzolii. Soddisfatto scende dalla cavalla e si rimette a brucare incurante della cavalla che a sua volta ritorna sui suoi passi soddisfatta.Inutile dire che la donna non è rimasta insensibile a tutto ciò che si è trovata davanti. La vista di quell’amplesso bestiale, l’enorme pene che andava e veniva, hanno amplificato le sue voglie, si è trovata ancora l’intera mano infilata dentro la vagina ed in testa il chiodo fisso dell’enorme cazzo del cavallo, dopo essere venuta una prima, una seconda volta ed ancor di più all’accelerare della monta, raggiungendo un orgasmo squassante contemporaneamente al cavallo.Non fece cenno di lasciare la fattoria e l’amica, probabilmente, ha capito anche il perché, essendo fatta della stessa pasta; anzi, non è improbabile che abbia osservato a debita distanza, tutto il daffare di quella mattina, aggiungendovi qualcosa di proprio.
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