Finalmente sono arrivate le vacanze, le tanto attese vacanze dopo un anno di scuola chiuso con gli esami di maturità.Tutto è andato ottimamente e quindi posso dire con gioia le meritate vacanze.Eccomi qui con la mia amica nonchè compagna di scuola e di avventure sulla corriera che ci porterà in montagna per una domenica ai laghi e all’ aria aperta, oggi tra l’altro è una bellissima giornata con un cielo terso ed azzurro ed in città si prevede grande afa. Bene dicevo eccoci qua sulla corriera di linea che ci porterà alla meta, poche persone ci fanno compagnia in questa ora e mezza di viaggio che ci separa dalla meta.Ci siamo sedute sul divanetto posteriore con accanto i nostri zaini con dentro le vivande per un pranzo a sacco.Silvia la mia amica in perfetta tenuta da escursione in montagna: camicia, pantaloncino, calzettoni e comodi scarponcini da trekking; ed io:(adesso mi sento a disagio) vestitino leggero di cotone sopra al ginocchio, sandali alla tedesca, insomma tenuta più adatta ad una gita al mare, vabbé ma c’era un caldo…Dopo pochi minuti di viaggio Silvia mi ghiaccia con questa pretesa:- Bene adesso togliti gli slip.- Ma Silvia sei impazzita? dico io.- Ricordati la scommessa devi pagare pegno…Gia quella scommessa del cavolo, io dicevo che Silvia se avrebbe passato l’esame di maturità sarebbe stato con un voto inferiore al 38, invece ha preso un 46 del tutto insperato e così lei decise che, a pegno della perdita, io avrei dovuto stare tutta una giornata senza mutandine in tempo e luogo a sua scelta e avrei anche dovuto fare tutto ciò che lei mi avrebbe chiesto nel limite del possibile naturalmente.- Certo Silvia ricordo la scommessa, ma oggi non mi sembra il caso… sai questo vestitino è troppo corto mi sento in imbarazzo e poi mi sono venute…- Mirka, mi ammonisce Silvia, non contare balle le tue cose inizieranno tra minimo una settimana lo so perchè il mese scorso le hai avute 10 giorni dopo di me e io le ho avute ieri, e poi è proprio il tuo il vestitino che mi ha dato l’idea, è così sensuale… hei non farai mica la figura della codarda vero???Già una scommessa è una scommessa, ho perso e devo pagare, maledetta me e chi me lo ha fatto fare; prendo il coraggio a due mani e mi sfilo gli slip li ripongo dentro lo zaino mentre una sensazione di disagio e vergogna mi assale, comunque da dove sono seduta non corro rischi di essere vista dai pochi viaggiatori della corriera.- Bene, dice Silvia, certo che se te ne stai lì nascosta a che serve avere denudato la tua bella passerina? Siediti in centro al divanetto proprio in mezzo al corridoio e tieni un po’ accostate le ginocchia, cosi vediamo le faccie di chi sale alla vista del tuo cespuglietto.Cristo l’avrei strangolata… quando voleva sapeva davvero essere bestiale, una vera troia, purtroppo non potevo ribellarmi avevo perso e dovevo subire, ma ora mi chiedevo dove avrebbe voluto arrivare Silvia?Mi accomodai dove mi aveva detto lei e accostai appena le ginocchia, da seduta il vestitino copriva appena la metà delle coscie e se riuscivo a tenere le ginocchia appena socchiuse non si sarebbe notato nulla da un pò lontano.Silvia però sapeva bene ciò che voleva da me, mi passò la mano aperta in mezzo alle gambe allargandomele e facendomi capire che quella era la posizione giusta.Ora la mia patatina era ben visibile, almeno come nero boschetto tra le mie ginocchia, a chiunque fosse salito sul bus. Il mio disagio cresceva assieme al senso di fresco che arrivava dal finestrino aperto e si infilava sotto il vestito accarezzando la mia natura.Il viaggio sembrava non avere mai fine, ad ogni fermata il mio cuore palpitava a mille nel terrore che qualcuno potesse salire a bordo e notare il mio stato, per mia fortuna durante il tragitto non salì nessuno, con grande disappunto di silvia che già godeva delle espressioni di coloro che sarebbero saliti alla vista di cotanto spettacolo.L’unico mio dubbio fù per l’anziano autista che attraverso uno specchio retrovisore posto sul cruscotto poteva vedere l’interno della corriera e quindi anche me, notai che alzò lo sguardo parecchie volte sullo specchio, ma non ebbi conferma che avesse notato qualcosa sino al nostro arrivo quando smontammo con fare molto ammiccante ci disse:- Buona giornata spero di riavervi a bordo anche al ritorno.Il posto era bellissimo e la giornata davvero stupenda ideale per un picnic all’aria aperta. Iniziammo a girare per i sentieri del lago per cercare un luogo tranquillo dove sistemarci a fare uno spuntino, quando notammo in riva al lago la ricostruzione di palafitte neolitiche simili a quelle che i nostri antenati usavano come rifugi in questi luoghi.La decisione di Silvia fu un lampo: -Andiamo a visitarle!A nulla valse il mio appunto che per andare sulla palafitta bisognava salire su di una rudimentale scala di legno e ciò avrebbe contribuito a mettere in bella mostra tutto ciò che io al momento non avevo coperto agli ignari spettatori che si sarebbero trovati giù sotto la scala.Tutto ciò era quello che Silvia cercava e bramava.Per mia massima sfortuna, al momento di salire vi erano ai piedi della scala tre ragazzini sui dodici tredici anni, anche loro i procinto di salire, avrei voluto farli accomodare prima ma Silvia era già sulla scala che mi chiamava, e loro molto gentilmente mi cedettero il passo.Non so descrivere quello che io provai mentre salivo quei pochi scalini, potevo sentire però i bisbigli increduli di quei ragazzini che aumentavano di tono man mano io salivo e mettevo sempre più in mostra il mio fondoschiena. Quando fui in cima lì notai con la coda dell’ occhio che si scambiavano occhiatine soddisfatte del panorama appena goduto.Ciò che mi turbò di più fu però notare che i ragazzini non avevano nessuna intenzione di salire, ma avrebbero aspettato il mio secondo passaggio forse ancora migliore del primo visto che per scendere avrei dovuto farlo rivolta in avanti e quindi mettendo in mostra le mie nudità pubiche.Le faccie di quegli adolescenti durante la mia discesa erano tutto un programma e dal genere di apprezzamenti sussurrati al mio passaggio direi che la sera avrebbero avuto dei motivi validi per restare chiusi un quarto d’ora in bagno.Fecero anche l’ atto di seguirci per qualche decina di metri poi, però, per fortuna furono richiamati dai loro, penso, genitori e no li rividi più.L’esperienza fu alquanto stressante per il mio stato emotivo però con mia grande sorpresa mi ritrovai anche eccitata cosa anche segnalata da una certa umidità che trapelava dalle labbra della mia passerina e che al contatto con la brezza che si infilava da sotto il vestito dava un senso di sgradita freschezza.-Sembra che tu abbia fatto furore con quei ragazzini, disse Silvia. -Come ci si sente ad essere la dea ispiratrice di quei piccoli cazzi in erba?? -Pensa quante seghe ti dedicheranno per qualche tempo…In effetti già me li immaginavo quei ragazzini chiusi in bagno o nelle loro camerette a menarsi i loro pistolini con il ricordo del mio culo e della mia passera in mostra mentre salivo e scendevo le scale, e ciò mi procurò un brivido accompagnato da una sensazione di bagnato al basso ventre.-Bene, disse Silvia, prima di andare a mangiare che ne diresti di un giro su quegli scivoli?Additanto un parco giochi per bambini, deserto ma bene in vista sul terrazzo della baita dove alcune coppiette si erano fermate a mangiare.-No Silvia ti prego, le dissi, questo no, fammi fare tutto ma questo no.Non mi stette neppure a sentire e si avviò verso lo scivolo più alto e più esposto agli occhi delle persone sedute in terrazza, erano due coppie giovani probabilmente dei fidanzati in cerca di refrigerio e di pace lontano dalla città.La prima ad accorgersi del mio stato fu una ragazza moretta carina seduta al tavolo con un ragazzo castano chiaro lui stava mangiando e non guardava dalla mia parte, mentre lei era voltata verso di me mentre io, già sullo scivolo, mi stavo sedendo sulla cima di questo e per fare ciò dovevo dalla posizione eretta andare giù con il sedere alzando un poco il vestito ed allargando le ginocchia fino a che il mio culo non fosse appoggiato alla sommità dello scivolo, e già in questa fase tutta la mia vagina e il buco del culo per qualche eterno attimo fu alla vista della ragazza, che sbarrò gli occhi in uno sguardo incredulo.Mi lasciai andare giù per la discesa ed atterrai su di un morbido cuscinone con il vestito all’altezza dell’ ombelico e a gambe aperte.Vi faccio immaginare lo spettacolo visibile, ma non immaginerete mai lo sguardo di incredulo stupore disegnato sulla faccia di quella ragazza, che in un attimo lo rivolse al suo ragazzo che intento ancora a mangiare non aveva visto nulla.Un breve parlottio tra i due e anche lui si giro a guardarmi, ma oramai io ero in piedi e rassettata.Mi sembrava di capire dal labiale dei due che lei era intenta a giurare e spergiurare su quello che aveva visto mentre lui ignaro le dava della visionaria pervertita.A Silvia tutto ciò sembro esserle bastato ed era ancora li a ridere divertita della mia performance. Continuammo il giro del lago in cerca di un tranquillo posto in cui fermarci a mangiare seguiti dal cagnetto della baita un simpaticissimo incrocio tra un cane lupo e non so chi che gli dava una aspetto allegro e giocherellone.Sicuramente aveva per esperienza capito che eravamo in procinto di tirare fuori i commestibili e voleva essere della partita.Ci sedemmo sul plaid in uno spiazzo appartato, lontano dai sentieri e dalla vista.Intanto che io preparavo i panini seguita con attenzione del cagnone.Silvia si appartò dietro i cespugli perchè disse che l’eccitazione delle mie imprese mescolate al suo mestruo avevano reso il suo pannolino oramai inservibile.Ad un tratto anche il cane si diresse dietro i cespuglio, sulle prime non ci feci caso poi senti Silvia brontolare al cane e tentare di scacciarlo poi mi chiamo con voce mista di paura ed eccitazione.La trovai a terra in posizione ginecologica con il cane col muso affondato tra le sue gambe intento a leccarle la figa.-Toglilo di qua, mi disse Silvia, mi sta leccando tutta.Il cane eccitato dagli odori che provenivano dal sesso di Silvia continuava a leccarla come un fossennato e sfoderò un pene rossissimo come non avevo mai visto.La cosa mi stava facendo eccitare moltissimo, e forse anche per far pagare a Silvia tutte le situazioni subite fino ad allora, decisi di non agire e di stare a vedere come si metteva la faccenda. Anche Silvia ora sembrava prenderci gusto.-Cavolo questo stronzo di un cane con la sua lingua mi sta facendo solletico alla clitoride, disse, se va avanti così tra poco vengo.Non mi era mai capitato di vedere dal vero una scena simile, solo in alcune foto su una rivista porno, ma devo dire che la vista della mia amica godere delle attenzioni di un cane mi avevano inconsciamente portato a toccarmi il sesso ed adesso mi trovavo le dita umide di umori ficali che stavano massaggiando la mia clitoride provocandomi delle benefiche scossette.Non ne potevo più di stare in piedi, le ginocchia traballavano sotto lo stimolo delle mie mani, mi accovacciai vicino al cane ancora intento a pulire il sesso della mia amica dagli umori mestruali e di godimento che ne uscivano copiosi.Io ora ero all’ altezza del membro del cane, la mia mano ancora intenta ad accarezzarmi il sesso, d’istinto con l’altra presi in mano quello dell’ animale e cominciai a masturbarlo, mi guardò per un attimo cercando di capire cosa stavo facendo, la cosa sembrava piacergli.Smise di leccare il sesso della mia amica e si coricò pancia all’ aria, mentre continuavo a menarlo.Si strusciava per terra con la schiena guaendo di piacere mentre lo mastrubavo e mi masturbavo, ora era Silvia, ancora stravolta dalle leccare del cane e dai numerosi coiti avuti, che ci guardava.Pochi secondi ed uno schizzo di sperma canino usci dal cazzo del animale colpendomi in piena faccia.Era caldissimo e vischioso, diverso dalla sborra umana, gemetti anch’io di piacere nell’attimo io cui una scossa violenta di piacere parti dalla mia figa, un rivolo di sperma colando da uno zigomo, si infilò nella mia bocca spalancata, anche il sapore era diverso meno aspro di quello umano.Silvia ancora eccitata si mise a carponi con il suo sesso bene in vista, il cane si rialzò e ricominciò a leccarla, mi venne in mente un’altra foto di quella rivista, la ragazza era in quella posizione e il cane accovacciato sulla sua schiena la prendeva da dietro.Il cane cercò di montarla, le era sopra e il suo membro ora rosso violaceo menava colpi disperati ma senza colpire l’obbiettivo, decisi di prendere in mano la situazione. Diressi il cazzo del cane alla fessura di Silvia oramai imbrattata di sperma visto che a ogni colpo inferto l’animale schizzava abbondantemente.Silvia, oramai penetrata a fondo, era in estasi sotto i colpi del cane. Io non ne potevo più,la mia figa bruciava dalla voglia di essere soddisfatta mi distesi a gambe aperte davanti a lei e offrii la mia patatina sbrodolante alla sua bocca, era la prima volta che mi facevo leccare da una donna e penso che fosse la prima volta anche per Silvia.Venimmo insieme io e lei, il cane non so quante volte venne, ma dalla quantità di liquido che uscì dal sesso di Silvia penso parecchie.Stanche ma soddisfatte, dopo parecchi minuti ci mettemmo a mangiare, il cane si mangiò un panino intero poi sparì.Chissà se andò a raccontare ai suoi amici cani di come aveva scopato due turiste.Con il consenso di Silvia mi rinfilai gli slip, oramai era più che soddisfatta del mio pegno pagato.Tornammo a casa con tanti ricordi eccitanti ed un desiderio… comprare un cane in compagnia.

