Il sole del mattino mi svegliò dandomi fastidio, aprii gli occhi e vidi Giulio seduto sulla poltroncina di fronte al letto, aveva passato la notte là per non disturbarmi, gli diedi un occhiata di rimprovero;-Perché non mi hai svegliata?–Eri così bella mentre dormivi che non ho voluto disturbarti-, questa frase mi scaldò il cuore, mi spostai per fargli spazio accanto a me, lui si venne a sdraiare accanto a me abbracciandomi, avrei voluto fare l’amore con lui ma la mamma girava per casa e poteva scoprirci. La mia mano andò a posarsi in mezzo alle sue gambe, attraverso la stoffa sentivo il suo sesso che cominciava ad irrigidirsi, continuai a carezzarlo finchè lo sentii tendere la stoffa dei pantaloni, non resistetti, mi alzai e chiusi a chiave la porta, mi inginocchiai in mezzo alle sue gambe e gli slacciai i pantaloni, il suo cazzo sbuco come una molla tanto era duro, evidentemente aveva voglia anche lui, lo ingoiai tutto, cercai di prenderlo tutto in bocca, sentii che mi toccava la gola, stetti un istante così poi iniziai a pomparlo con furia, le mie mani carezzavano le sue palle, lo tirai fuori passando la mia lingua per tutta la sua lunghezza, succhiavo la sua cappella con forza, Giulio doveva avere una grande voglia arretrata, sentii gli spasmi del suo cazzo, lo imboccai nuovamente facendolo venire nella mia bocca, gli schizzi caldi mi colpirono il palato, deglutii inghiottendo tutto, quando sentii che gli schizzi erano finiti, passai la lingua su tutta la superficie del suo cazzo ripulendoglielo, il suo sguardo beato mi faceva inumidire la fica.-Allora scendete per la colazione?- la voce di mamma mi fece ritornare di colpo alla realtà, pulii le labbra con un fazzoletto mentre Giulio si rivestiva e scendemmo.-Brava Simona, ho visto che ti sei rifatta il letto in questi ultimi giorni, cominci ad essere più responsabile- le sue parole per poco non mi fecero venire un colpo, meno male che non aveva capito, il letto era rifatto perché ormai dormivo tutte le notti con Giulio.Giulio prese solo un caffè e usci in giardino, io restai ancora dentro, mamma mi guardò con insistenza;-Simona ultimamente hai l’aria strana-, fece una lunga pausa -per me le cose sono due, o sei stanca, o sei innamorata-, alle sue parole sentii la faccia avvampare, mamma continuò-Dalla tua reazione non ci sono dubbi, chi è uno che conosco?- la sua domanda era innocente, ma io fui presa dal panico, cosa dovevo dire?Stavo per dire qualche stupidaggine, per fortuna venni salvata dallo squillo del telefono, mentre mamma andava a rispondere, io ne approfittai per uscire, andai in giardino, Giulio era al solito posto, libro e sigaretta accesa compresa, andai a sedermi accanto a lui. Restammo in silenzio per un po’ poi Giulio comincio a parlare; -Simona dovremo andare in città uno di questi giorni, dobbiamo fare l’iscrizione per l’università-, era vero, i problemi di scuola li avevo dimenticati completamente, era un anno che sognavo l’iscrizione alla facoltà di legge, mi affascinava il mondo del diritto, invece non avevo assolutamente idea di dove volesse iscriversi Giulio, -Tu quando dici di andarci?-, lui mi guardò un attimo, sembrava fare dei calcoli mentali,-Domani che ne dici? Lo dico alla mamma e andiamo-, organizzammo la giornata, l’università era lontana da dove abitavamo noi, mi venne in mente una cosa a cui non avevo pensato, per frequentare le lezioni avremmo dovuto trasferirci in città, quindi potevamo andare a vivere insieme, a questo pensiero il cuore cominciò a battere a mille, eravamo in camera nostra, cioè la camera di Giulio, io ormai la consideravo la nostra;-Giulio hai pensato che andremo a vivere lontano da mamma e papà? Potremo vivere assieme, finalmente saremo una coppia- io ero tutta eccitata all’idea,-Mi pare presto per preparare le bomboniere Simona-, il suo tono piatto mi fece irritare, presi un cuscino e glielo tirai addosso, lui prese l’altro cuscino e iniziò una battaglia, dopo pochi secondi apparve la mamma dalla porta;-La volete finire di giocare, ormai dovreste essere grandi-, la sua apparizione ci fece smettere e finimmo di organizzarci.Il giorno dopo ci alzammo presto, papà ci avrebbe portato fino in città visto che doveva andare a lavorare, il viaggio non fu eccessivamente lungo, lui doveva andare in ufficio così ci lasciò alla fermata dell’autobus, aspettai che si fosse allontanato per cercare la bocca di Giulio, infilai dentro la lingua cercando la sua, potevo finalmente essere la sua ragazza per tutta la giornata senza preoccuparmi che qualcuno ci vedesse, stemmo a limonare fino a che l’autobus arrivò, era fantastico stare abbracciata a lui come una gattina.Andammo alla facoltà di legge, non c’era molta gente, i termini per l’iscrizione erano lontani, Giulio si era voluto muovere per tempo, ritirammo i moduli per me e ci avviammo;-E tu Giulio, non mi hai detto dove vuoi iscriverti, io pensavo che avremmo fatto legge assieme–No, ho deciso per una facoltà umanistica, ho saputo che hanno attivato il corso di laurea in antropologia, mi iscriverò là-.Ci avviammo verso la facoltà di lettere dove era attivato il corso di laurea che gli interessava, non era lontana da legge, anche qui non c’era gente, ritirammo i moduli e ci allontanammo, ci fermammo nel bar dell’università a leggere i moduli, saremmo dovuti tornare un altra volta per portare i documenti necessari, ero felice di passare un altra giornata io e lui da soli.-Andiamo- la sua voce tradiva una certa fretta, non capivo dove dovessimo andare, avevamo fatto quasi tutto e non avevamo altri programmi.Camminammo per circa dieci minuti, finché arrivammo ad un palazzo vicino all’università, Giulio prese una chiave dalla tasca ed aprì il portone, entrammo e salimmo fino ad una appartamento, dove entrammo, era un tipico appartamento da studenti, un tavolo e qualche sedia spaiata erano tutto l’arredamento, mi fece entrare nell’altra stanza, c’era un letto e un armadio; -Che te ne pare?-, le parole di Giulio erano piatte. -Piccolo e squallido, ma tu come mai hai le chiavi di questa casa?- la mia mi sembrava una domanda legittima, -Un mio amico sta lasciando questa casa perché si è laureato, è io gli ho chiesto di subentrare nell’affitto, pensavo che saremmo potuti venire ad abitare qui quest’autunno…-, non gli lasciai il tempo di finire la frase, ero troppo felice per le sue parole, la stanza da squallida diventò splendida, sarebbe stato il nostro nido. Mi buttai addosso a lui infilando la mia lingua nella sua bocca, non si aspettava il mio movimento, finì sul letto con me sopra, io non lasciai la sua bocca neanche un istante, frugavo con la mia lingua cercando la sua, le mie mani si muovevano frenetiche sul suo corpo, afferrai la sua maglietta e la sfilai con foga, quasi strappandola, iniziai a percorre il suo petto con la mia lingua, scendevo sempre più giù, le mie mani iniziarono ad armeggiare con la chiusura dei suoi pantaloni, finalmente riuscii a slacciarli, ero in preda alla frenesia, tirai fuori il sesso di Giulio buttandomici sopra, lo presi in bocca iniziando a succhiarlo, pompavo con forza, volevo che crescesse prima possibile, iniziai a passare la mia lingua intorno alla punta leccando voracemente, il cazzo di Giulio iniziò a crescermi in bocca, continuai a leccarlo, passavo la lingua su tutta la sua lunghezza per poi ingoiarlo il più possibile, mi piaceva sentirlo crescere nella mia bocca, succhiarlo mentre sussultava, adesso era duro, non mi spogliai neanche alzai la gonna e scostai le mutandine, avevo troppa voglia, guidai il suo cazzo all’ingresso della mia fichetta, lo puntai e mi impalai con forza, la sensazione di essere riempita mi fece sballare completamente, Le mani di Giulio si mossero sotto la mia maglietta andando a cercare i miei seni, li tirò fuori dal reggiseno iniziando a giocare con i miei capezzoli che erano diventati duri come chiodi, mi piaceva come sapeva fami godere, il suo cazzo diventò rovente dentro di me, io iniziai a muovermi frenetica, sentivo il piacere che saliva dentro di me e volevo solo godere, Giulio aveva portato le sue mani sul mio culo e aiutava la mia cavalcata, non resistetti a lungo, me ne venni con un orgasmo lungo e violento, mi buttai su Giulio stringendolo forte, mi sembrava di non riuscire a contenere l’orgasmo, restai abbracciata a Giulio finché il mio corpo smise di tremare. Mi sfilai da sopra Giulio, lui non aveva ancora goduto, imboccai il suo cazzo ancora bagnato degli umori della mia fica, lo succhiai gustandomi il mio stesso sapore, leccai a lungo il cazzo di Giulio, poi lo ingoiai e cominciai a farlo scorrere tra le mie labbra, mi stavo facendo scopare in bocca, lo sentivo fremere, era vicino all’orgasmo, aumentai il ritmo e finalmente il suo sperma colpì la mia bocca, continui a segarlo con le mani ingoiando tutto quello che stava scaricando nella mia bocca, lo succhiai tutto ripulendolo con la lingua, volevo avere tutto di lui, quando finii mi strinsi forte a lui. Si era fatto tardi, lasciammo l’appartamento che sarebbe diventato casa nostra e ci avviammo verso il posto dove avevamo appuntamento con papà, quando gli abbiamo detto che avevamo fatto le iscrizioni fù contento, fu meno contento di sapere che Giulio aveva scelto antropologia anziché legge, continuò a borbottare fino a che arrivammo a casa, anche la mamma sembrò stupita dalla scelta di Giulio, ma non disse niente. La settimana trascorse normalmente, io continuavo a stare con Giulio, tutte le notti, la mamma non aveva più insistito per sapere chi era il mio ragazzo, meno male, avevo visto Luca di sfuggita, mi guardava con gli occhi carichi di desiderio, ma io non avevo intenzione di andare da lui per adesso, dopo la scopata con lui e Gianni non mi stava proponendo niente di nuovo, e io non volevo tradire Giulio. Era strano come si stavano svolgendo le mie vacanze, ero partita con l’idea di feste continue, ragazzi che mi giravano intorno, ed ero finita innamorata di mio fratello e con pochissime uscite, a volte la vita e strana. Una mattina mentre con Giulio eravamo in spiaggia a prendere il sole, lui ricevette una telefonata, -Simona, ho ricevuto un invito per la sera di sabato, l’invito è esteso alla mia fidanzata-, mi faceva sempre emozionare sentire che ero la sua fidanzata, -che dici vuoi venire?- -Chi ci ha invitato?- erano pochissimi che ci conoscevano come fidanzati, chi ci conosceva da più tempo sapeva che eravamo fratelli. -Lidia, è il compleanno del padre e ci hanno invitato- la cosa mi stupì, -Che centriamo noi con il padre di Lidia?- -Io ho conosciuto Lidia perché conoscevo suo padre, quindi in realtà è il padre che ci invita-, ogni volta che Giulio parlava scoprivo nuovi aspetti di lui, ma che razza di conoscenze aveva, restai pensierosa in silenzio; -Ha proposito, sarà una serata formale, hai qualcosa di elegante da metterti?- la frase di Giulio aggiunse ulteriore curiosità, una serata formale, ma dove dovevamo andare. -Qui no, dovrei andare a casa e vedere-, mi sembrava inutile portare cose eleganti al mare, avevo tutto a casa; -Dovremo andare a vedere-, Giulio chiuse il discorso rituffandosi nella lettura del libro che si era portato, io rimasi con la curiosità di sapere a che tipo di festa saremmo andati. Quando dicemmo alla mamma che dovevamo andare a casa per cercare un vestito per me, da principio fu stupita, Giulio le disse che era stato invitato a una festa e che lui mi aveva chiesto se volevo venire. -E chi è che ti invita- , chiese mamma -Un amico, non credo che tu lo conosca, si chiama Zori- -Parente del notaio?-, evidentemente la mamma conosceva il cognome -Lui- fù la laconica risposta di Giulio, mamma restò stupita, ma non disse niente. La mattina seguente ci alzammo presto, ci recammo alla stazione dei pullman per recarci a casa nostra, io approfittai delle due ore di viaggio per dormire, quando arrivammo a destinazione, la giornata era già diventata molto calda, ci recammo casa, appena arrivati aprimmo tutte le finestre come ci aveva detto mamma, io mi strofinai addosso a Giulio, avevo voglia di fare l’amore, -Calma porcellina, prima vediamo cosa hai nell’armadio-, delusa mi staccai da lui e aprii l’armadio, mentre guardavo i vestiti appesi Giulio iniziò a scorrere i miei vestiti, aveva un aria delusa, non trovava niente che andasse secondo lui, io ci rimasi male, da uno che si vestiva sempre uguale era dura farsi snobbare i vestiti, presi un abito color salmone che avevo comprato tempo prima, e glielo feci notare, era molto elegante; -Simona, elegante è elegante, ma è da pomeriggio, hai scordato che noi andremo di sera, e tu da serata non hai niente-, ma quando aveva imparato la distinzione tra abiti da serata e da pomeriggio, lui non cambiava il tipo di vestiti da anni; -Dai Simona, ti porto a comprare qualcosa-, questo mi piaceva, un giro per i negozi mi tirava sempre su il morale, presi la borsa e uscimmo subito. Girammo diversi negozi guardando le vetrine cosa offrivano, alla fine ci fermammo in un piccolo negozio, in una traversa del centro, la commessa ci fece vedere alcuni abiti, erano tutti molto belli, io mi innamorai di un vestito nero con un ampia scollatura sulla schiena, la gonna mi arrivava al ginocchio, la seta era morbidissima al tatto, mi cascava addosso come una seconda pelle, guardai Giulio con un occhiata supplice, volevo quello, lui mi sorrise approvando, andava bene, mi sfilai il vestito contenta della scelta, -Signorina le servono anche gli accessori?- la domanda della commessa mi ricordò che mi servivano altre cose, la commessa prese alcune borsette che si abbinavano al vestito, ne scelsi una piccolina, Giulio guardava in silenzio, quando la commessa disse il prezzo mi venne un mezzo accidenti, io avevo lascito i soldi nella casa delle vacanze, Giulio non fece una piega, porse alla commessa una tesserina, la commessa la passò sul Pos e dopo uscimmo. -Da quando hai una carta di credito?- -è una prepagata, è comoda, pensavo che forse avremmo avuto bisogno di soldi-, incredibile, aveva già pensato che mi servisse un vestito, camminammo per una decina di minuti, si fermò davanti un negozio di scarpe e mi indicò un grazioso modello aperto a tacco alto; -Quelle credo che si adattino la vestito-, entrammo e poco dopo uscii con un nuovo paio di scarpe, adesso avevo tutto quanto mi serviva, mentre ci avviavamo verso casa, passammo davanti ad un negozio di intimo, prima che io potessi dire qualcosa Giulio era già entrato, lo seguii,mi incantai a vedere un magnifico paio di mutandine ricamate, mentre io le stavo guardando la commessa si era avvicinata,; -Vorremmo vedere un reggicalze nero e delle calze nere in seta- -Sono per la sua fidanzata?-, la commessa mi aveva indicato per cercare la taglia adatta, Giulio annui, la commessa mise sul banco alcuni splendidi reggicalze, mi ero avvicinata a guardare, i ricami li rendevano eleganti, Giulio ne indico uno molto semplice, lo toccai era morbidissimo, alcuni inserti in pizzo lo impreziosivano, mi piaceva da matti, la commessa mise accanto al reggicalze delle calze velate nere, le toccai, morbidissime, niente a che vedere con i collant che usavo abitualmente, prendemmo il tutto e ci avviammo. Mentre ritornavamo, Giulio si fermò in un negozio di antiquariato a ritirare un pacchetto che a quanto pare aveva ordinato; -Cosa hai preso?- -Il regalo per il festeggiato-, Non avevo pensato al regalo da portare, per fortuna lui si. Passammo da casa a prendere gli abiti di Giulio, non mi ricordavo neanche che lui avesse dei vestiti eleganti, alla fine carichi di pacchi prendemmo il bus e ritornammo. Quando la mamma vide i pacchi restò sorpresa, non pensava che avremmo fatto spese, la sua sorpresa fù ancora più grande quando seppe che aveva pagato Giulio; -Ma avrai speso un capitale- -Fai conto che quest’anno per Simona il natale sia arrivato in anticipo-, ma la mamma insistette per pagare una parte del conto, ignorava che io avrei potuto pagare comodamente il tutto. Finalmente arrivò sabato, ero andata dal parrucchiere la mattina, volevo essere perfetta, la sera quando mi vestii e mi vidi allo specchio mi trovai splendida, mi ero fatta acconciare i capelli in modo che mi lasciassero la schiena nuda, per fortuna non avevo bisogno del reggiseno, mamma mi aveva prestato i suoi orecchini a goccia con una perla e la sua collana di perle, quando finii di vestirmi mossi qualche passo per studiare l’effetto, sentivo la seta delle calze carezzarmi le gambe ad ogni passo, era una sensazione magnifica, mi sembrava che una mano continuasse a carezzarmi mentre camminavo, pensai che avrei dovuto indossarle più spesso. Andai in camera di Giulio, quando lo vidi mi venne voglia di spogliarlo e scoparmelo subito, era magnifico in giacca e cravatta, erano almeno due anni che non lo vedevo vestito elegante, devo dire che faceva veramente una bella figura, eravamo pronti per andare, non avremmo preso lo scooter, saremmo arrivati un disastro, saremmo andati con la macchina della mamma, per fortuna Giulio aveva passato da due giorni l’esame della patente, io non avevo voglia di rovinarmi le vacanze, l’avrei presa in autunno. Quando arrivammo era già buio, la villa era splendida, le luci illuminavano uno splendido giardino con piscina, parcheggiammo ed entrammo, c’era già molta gente, Lidia ci venne incontro sorridendo, accidenti se era bella, un moto di invidia mi pervase, aveva un vestito simile al mio che le disegnava la figura in maniera incredibile, -Ben arrivati, vieni Giulio mio padre e di là- ci guidò tra la gente fino ad arrivare al padre, aveva qualche anno più di Luca, ma devo dire che si manteneva bene; Quando il padre di Lidia vide Giulio, si avvicinò con un sorriso caloroso, salutando Giulio -Finalmente sei arrivato, chi è questa graziosa signorina che ti accompagna?- -La mia fidanzata, Simona-, alle parole di Giulio mi parve scontento, ma durò un attimo, subito mi tese la mano sorridendo -E un vero piacere conoscerla Simona-, Giulio gli diede il pacchetto che aveva portato. Il padre di Lidia prese Giulio iniziando a discutere con lui, io mi ritrovai sola, durò un attimo, Lidia mi si avvicinò; -Non preoccuparti e normale, quando cè il tuo fidanzato lo monopolizza,vieni ti faccio fare un giro- -Senti Lidia, non ti offendere, ma tuo padre mi è parso un po’ freddo verso di me- -Lo credo- fù la sua risposta, – e freddino anche con Giacomo, una volta ho sentito che diceva a mia madre che sarebbe perfetto come mio fidanzato, stravede per lui-, Lidia mi guidava per la casa presentandomi alcune delle persone che c’erano, era una bella festa. -Vieni ti faccio vedere la casa-, Lidia mi trascinò in giro per tutta la casa, era molto grande, arredata con gusto, dopo aver visto il piano terra mi guidò al piano di sopra, cerano le camere da letto, mi portò nella sua, era grande almeno il doppio della mia, e conteneva un grande armadio, quello mi avrebbe fatto comodo, la stanza aveva delle grandi finestre con una grande veduta, mi avvicinai a una finestra, una leggera brezza muoveva appena le tende, mi soffermai a guardare fuori, giù la festa procedeva tranquilla, vidi Giulio che ancora parlava con il padre di Lidia, mentre stavo osservando Lidia si portò dietro di me appoggiando le sue mani sulle mie spalle, il suo tocco era leggero, non mi dava fastidio, mentre continuava a tenere le sue mani sulle mie spalle sentii le sue labbra posarsi delicatamente sul mio collo, sorpresa mi girai di scatto guardandola con aria interrogativa, il mio movimento la sorprese, era rimasta con la testa leggermente chinata e le labbra socchiuse, si riprese subito, mi sorrise dolcemente avvicinandosi a me, io rimasi immobile, i nostri visi si trovarono vicini, il suo profumo mi riempiva le narici, il mio cuore accelerò i suoi battiti, lei avvicinò le sue labbra alle mie baciandomi teneramente, io restai inerte, ma non mi sottrassi a quel bacio; -Lasciati andare ? la sua voce era sensuale nel pronunciare quelle parole, riprese a baciarmi, adesso la sua lingua passava leggera sulle mie labbra, io schiusi le labbra porgendole la mia lingua, lei iniziò a succhiare piano la mia lingua, io sentivo le mie mutandine bagnarsi, non ero mai stata con una ragazza, ma Lidia aveva qualcosa di particolare che mi attirava, risposi al suo bacio aprendo ancora di più la bocca, la sua lingua scivolò nella mia bocca cercando la mia, iniziammo a succhiare reciprocamente le nostre lingue, le mani di Lidia avevano iniziato a percorrere il mio corpo in una sensuale carezza, aveva fatto scendere la lampo del mio vestito, e adesso si erano insinuate dentro andando a cercare il mio seno, sentivo le sue mani muoversi su di me, le mie mani cercarono la lampo del suo vestito, mi sentivo impacciata, ma anche impaziente di vederla nuda davanti a me, abbassi la lampo mentre lei aveva fatto diventare turgidi i miei capezzoli, io stesi le braccia facendo scivolare a terra il mio vestito, rimasi con solo la lingerie, i seni duri dall’eccitazione, Lidia si staccò un attimo da me per guardarmi, mi sorrise dicendomi; -Sei bellissima-, con un gesto aggraziato fece scivolare a terra il suo vestito rimanendo con la sola biancheria davanti a me, non aveva indossato il reggiseno il suo seno abbronzato stava su da solo, le sue splendide gambe erano inguainate in due calze autoreggenti, e un piccolo tanga copriva appena il suo sesso, mi avvicinai a lei stringendola tra le mie braccia, con la mia bocca andai a cercare la sua unendoci nuovamente in un languido bacio, adesso mi sentivo più sciolta, la mia lingua frugava nella sua bocca freneticamente, le mie mani scendevano lungo le sue spalle carezzandola, anche lei faceva muovere le sue mani freneticamente sul mio corpo, non so quando ci trovammo sedute sul letto ad abbracciarci, le mani di Lidia andarono alle mie mutandine, ormai fradicie, sfilandole, la mia fica nuda apparve di fronte a lei, volevo sfilarle il tanga per vedere la sua fica, ma lei si chinò tra le mie gambe iniziando a leccare la mia fica, fù come ricevere una scossa elettrica, mi riversai sul letto allargando le gambe, i miei sospiri di piacere si facevano affannosi, la lingua di Lidia si muoveva veloce sul mio clitoride, sapeva come alternare veloci leccate a forti succhiotti, in meno di un minuto fui travolta da un orgasmo devastante, me ne venni facendo colare i miei umori nella bocca di Lidia, lei leccava infilando la sua lingua in profondità nella mia fica e facendo prolungare il mio piacere. Ancora in preda agli spasmi dell’orgasmo mi staccai da lei facendola sdraiare sul letto, adesso volevo farla godere io, sfilai il suo tanga scoprendo il suo sesso, era depilata anche li come me, mi sdraiai su di lei strofinando il mio sesso sul suo, avrei voluto avere mille mani per poterla toccare dappertutto contemporaneamente, incollai la mia bocca sul suo seno iniziai a succhiarle i capezzoli che sentivo turgidi nella mia bocca, non mi bastava, scesi leccando tutto il suo copro fino a trovare la sua fessura che stillava gocce di piacere, allungai piano la lingua per un primo contatto, aveva un sapore dolce, cominciai a leccare sempre più voracemente, cercavo di infilare in profondità la mia lingua, passavo senza sosta dal clitoride alla vagina senza decidermi, come una bambina che scopre cose nuove iniziai a infilare le mie dita dentro di lei, volevo sentire il calore della sua vagina attraverso le mia dita, iniziai a muoverle freneticamente, mentre la mia lingua si muoveva veloce sul suo clitoride, Lidia si agitava sotto di me, mi accorsi che i suoi umori stavano aumentando, era vicina all’orgasmo, iniziai a succhiarla con più forza, Lidia diede un urlo e io senti scorrere sulla mia lingua i suoi umori che colavano abbondanti, leccai tutto con avidità, quasi temessi di perderne una goccia, quando il tremore dell’orgasmo calmò il suo corpo mi sdraiai accanto a lei infilando la mia lingua nella sua bocca, lei succhiò avidamente i suoi umori che ancora restavano sulla mia lingua, alla fine esauste ci abbandonammo sul letto. La mia mano andò a cercare la sua, stringendola forte, restammo sdraiate sul letto, nel silenzio della stanza si sentiva il nostro respiro ancora affannoso, avevo sentito dire da alcune compagna di scuola che il sesso tra donne era bello, ma non credevo così tanto, avevo voglia di ricominciare a toccare Lidia, stavo per baciarla quando la porta della stanza si aprì; -Ah, ecco dove eri finita, ti stavo cercando dappertutto-, Giacomo il fidanzato di Lidia era entrato nella stanza, mi sentii avvampare per l’imbarazzo di essere stata trovata nuda abbracciata a Lidia, cercai di coprirmi alla meno peggio, Lidia non fece una piega, gli sorrise dolcemente mettendosi a sedere; -Ci stavamo annoiando e abbiamo deciso di venire in camera mia, adesso scendiamo-, Giacomo si girò verso di me, sembrava essersi accorto solo adesso che io ero là, -Oh, ciao Simona, come va’? Ho visto Giulio sotto e sembra che sia occupato-, mentre parlava il suo sguardo aveva fatto una panoramica del mio corpo soffermandosi sul mio sesso reso lucido dagli umori che uscivano a causa della mia eccitazione; -Be- Bene;- balbettai mentre cercavo di coprirmi al suo sguardo, Lidia invece non sembrava affatto turbata, anzi; -Cosa fai Giacomo? Vuoi unirti a noi?-, con voce mielata Lidia stava invitando il suo fidanzato a fare sesso con noi, mi sentii un nodo allo stomaco. -Magari, ma mi stanno aspettando giù. Dovreste scendere anche voi prima che vengano a cercarvi- Ma Lidia non era convinta, la sua mano andò a carezzare il sesso di Giacomo da sopra i pantaloni, vedevo la sua mano carezzare piano il rigonfiamento che si era creato, Giacomo non si spostava, le mani di Lidia calarono la zip e si insinuarono nei suoi pantaloni tirando fuori un cazzo semiduro, lo strinse in mano e guardò in viso il suo fidanzato con un sorriso lascivo, tirò fuori la lingua iniziando a passarla sulla punta di quel cazzo, lo vedevo tremare sotto il tocco della lingua di Lidia, aprì la bocca facendoselo scivolare in gola, lo vedevo scomparire nella bocca di Lidia per poi vederlo riapparire, ero ipnotizzata da quello spettacolo, Lidia smise per un attimo di succhiare e stringendo in mano il cazzo di Giacomo mi guardò con uno sguardo che era un invito, senza dire niente mi avvicinai aprendo la bocca, lo avrei ingoiato fino alla gola se la mano di Lidia non avesse continuato a stringerlo, iniziai a farmelo scorrere nella bocca succhiando con forza, quella situazione mi eccitava , avevo la fica in fiamme, la mia mano andò a cercare il mio clitoride iniziando a martoriarlo, volevo godere il più possibile, la bocca di Lidia sia poggiò alla mia guancia , feci uscire il cazzo dalla mia bocca cercando la sua, le nostre lingue iniziarono una danza lasciva intrecciandosi tra loro e leccando quel cazzo che si poneva tra di noi, Giacomo si godeva quel doppio pompino, ma io cercavo soprattutto la lingua di Lidia, ogni volta che le nostre lingue passavano sopra il cazzo di Giacomo lo sentivo vibrare per l’eccitazione, cominciai a muovere la mano sul mio clitoride sempre più veloce, stavo per venirmene un altra volta, Lidia ingoiò tutto il cazzo di Giacomo iniziando a farlo scorrere veloce tra le sue labbra, io guardavo quello spettacolo affascinata, all’improvviso vidi Giacomo irrigidirsi e sporgere il bacino, Lidia fermò la sua testa, la vidi deglutire mentre il cazzo che aveva in bocca sussultava, stava inghiottendo tutto, me ne venni all’improvviso e mi appoggiai a lei per non cadere, giacomo aveva finito, Lidia si girò verso di me con la bocca aperta, io apri la mia e ci unimmo in un bacio, la mia lingua raccolse lo sperma rimasto sulla sua lingua, iniziai a succhiarla inghiottendo tutto, poi io e lei ci dedicammo al cazzo di Giacomo, iniziammo a leccarlo mentre si stava ammosciando, lo ripulimmo alla perfezione continuando a giocare con le nostre lingue. Quando finimmo Giacomo si ricompose, e uscì, io e Lidia ci rivestimmo, per fortuna lei mi aiutò a risistemarmi il trucco e i capelli, mi guardai allo specchio, avevo solo le guance un po’ arrossate, Lidia invece era perfetta, beata lei. Scendemmo giù, nessuno sembrava essersi accorto che noi mancavamo, vidi Giacomo con un bicchiere in mano, quando ci vide lo alzo verso di noi in un brindisi, Lidia lo vide e mi sorrise. Ritrovai Giulio, quando lo vidi mi sentii in colpa per quello che avevo appena fatto, lo avevo tradito senza pensarci due volte, con una fitta al cuore mi avvicinai a lui, lo baciai, e con l’aiuto di Lidia riuscii a portarlo via dal padre, la festa fù carina, ma io non riuscii a divertirmi, continuavo a pensare a quello che avevo fatto, Giulio sembrava non essersi accorto di niente. Era già molto tardi quando andammo via, Lidia e Giacomo ci salutarono come non fosse successo niente, io salii in macchina in silenzio, Anche Giulio era stranamente silenzioso, anche se immersa nei miei pensieri vidi che Non stavamo andando a casa, Giulio stava andando al belvedere dove io gli ero saltata addosso.
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