Sono un uomo sposato da ormai più di vent’anni e con mia moglie ho sempre condiviso tutto ciò che riguarda la famiglia, riservandomi però, come credo che faccia chiunque, alcuni aspetti del mio essere, specialmente in campo sessuale. Io amo molto mia moglie e sono anche convinto di essere ricambiato, ma tra me e lei, oltre a quella fisica, c’è una differenza sostanziale: io amo molto il sesso e sotto tutte le forme possibili ed immaginabili, mentre per Maria, mia moglie, è una cosa da fare raramente e sotto le lenzuola matrimoniali. Capirete che quindi la mia vita non è facile sessualmente parlando e logicamente, vista la mia esuberanza, ogni tanto mi concedo qualche distrazione senza che mia moglie ne sappia nulla. Va da sé che comunque cerco sempre di coinvolgere Maria nelle mie fantasie, ma purtroppo raramente riesco ad ottenere qualche risultato.Ciò che stò per raccontarvi è accaduto circa un mese fa, durante il meritato periodo di ferie al mare:Era una giornata molto calda e neanche il mare aveva mitigato la calura. Sulla spiaggia le persone sembravano tante anime in pena. Solo i più giovani sembravano non risentire della temperatura. Ogni tanto passava qualche bella ragazzina e quelle immagini, accoppiate alla mia insofferenza al caldo, mi creavano una certa eccitazione che a volte stentavo a nascondere. Un poco prima della solita ora risalimmo a casa per mangiare. Io e Flavio, nostro figlio, optammo per un panino, mentre Maria pranzò con sola frutta. Dopo mangiato, come al solito, andammo tutti a riposare:- Mamma mi svegli alle sei?- Come mai così tardi? Di solito esci prima che io e papà ci svegliamo.- Si, ma oggi mi sento molto stanco ed ho molto sonno. Vorrei dormire il più possibile.- D’accordo tesoro. Come vuoi. Buon riposoFlavio si chiuse nella sua stanza mentre io e Maria ci andammo a stendere sul nostro letto. Mi sentivo ancora eccitato e per di più mia moglie indossò solo una canotta con gli slip facendomi ritrovare di faccia il suo bel culone. Immediatamente ebbi una notevole erezione e chiaramente ne feci partecipe Maria:- Ti prego Mario, Flavio potrebbe sentire.- Ma se è talmente stanco da uscire addirittura più tardi del solito. Sicuramente già dorme.- Ti prego, va a controllare.Un po’ sbuffando mi alzai dirigendomi verso la camera di nostro figlio. La porta era socchiusa e potei guardare per bene dentro. Flavio era steso sul lettino che dormiva alla grande, con addosso solo un paio di minuscoli slip. Per un attimo mi passò alla mente quando io avevo la sua età e che nonostante avessi superato il primo anno di superiori con risultati scarsi, mio padre comunque mi aveva premiato con un bel mese al mare:- Avrà modo di riprendersi l’anno prossimo – diceva a mia madre – il primo anno è sempre stato uno scoglio per tutti.Mi venne da sorridere pensando ai miei ricordando che cercavo di spiarli il più possibile quando facevano l’amore e che forse anche mio figlio faceva lo stesso. Comunque una volta accertatomi che Flavio stesse dormendo ritornai da Maria.- Dorme?- Non lo sveglieranno neanche le cannonateIniziai lentamente a sfilare la canotta a Maria. Aveva un bel paio di tette di tutto rispetto, con due capezzoloni magnifici sui quali mi tuffai a pesce. In un attimo la misi alla pecorina e la infilzai. – Ma cosa hai oggi? – sembri indemoniato.- Hai ragione, mi sento particolarmente arrapato.Di lato al letto c’era uno specchio enorme e da quella posizione potevo guardare tutta la stanza riflessa, compreso le tette di Maria che ballavano forsennatamente ad ogni mio colpo. La cosa mi eccitò ancora di più. – Accidenti Mario, mi stai spaccando, ma continua così, mi piace… daiEra la prima volta che mia moglie m’incitava a chiavarla:- Si tesoro, ora ti spacco in due… ahhhh… ti faccio godere come mai….- Mmmmmmmmmmh… si dai,…. che bello…E fu proprio mentre Maria mugolava dal piacere che guardando nello specchio mi resi conto che dietro la porta c’era qualcuno. Riconobbi subito Flavio. Non so cosa mi prese, ma invece di fermarmi e coprirci, continuai a chiavare Maria, anzi ad un certo punto la feci spostare in modo da metterci ancora più in primo piano verso nostro figlio. Dallo specchio vidi che Flavio si era tirato fuori l’uccello iniziandosi a masturbare. Aveva un cazzetto piccolo, ma tutto sommato proporzionato all’età. Continuai a chiavare Maria senza distogliere lo sguardo dallo specchio fino a che sentii la sborra salirmi dai coglioni. Tirai fuori il cazzo dalla fessa di Maria giusto in tempo per schizzare un quantitativo spaventoso di sborra sul suo culo, sempre guardando Flavio che si masturbava. Lo sforzo era stato tale che sentii le gambe non reggermi più e quasi di botto mi accasciai ansimante appoggiando la testa sul culo di Maria. Andai a finire proprio sulla mia stessa sborra imbrattandomi la bocca. Ma la cosa non mi dispiacque affatto, anzi, pur non avendolo mai fatto, con la lingua ripulii tutto il culo di Maria dal mio stesso sperma. Fu in quel momento che vidi Flavio contorcersi e sborrarsi in mano per poi scappare via.- Ma che fai – mi assalì Maria – sei proprio un depravato. Non credevo potessi arrivare a tanto.- Non lo so cosa mi è preso, ma ero arrapato al massimo.- E a giudicare dalle dimensioni lo sei ancoraEffettivamente avevo il cazzo ancora in tiro. Maria allora compiaciuta:- Tutto sommato la cosa non mi dispiace. Vuol dire che nonostante gli anni ti piaccio ancora- Si è vero, mi piaci da morire.Era vero in parte. Maria mi piaceva sempre da morire, ma in quel momento non ero arrapato per lei. Era il pensiero che mio figlio ci aveva guardato mentre chiavavamo a farmi arrapare. Inoltre mi eccitava il fatto che mi aveva visto leccare la mia stessa sborra e pensandoci bene aveva goduto proprio in quel momento. Forse la cosa gli era piaciuta. Anzi, sicuramente gli era piaciuta. – Senti – disse Maria – però ora è meglio che riposiamo un pochino. Se vuoi questa sera lo rifacciamo. Erano anni che stavamo insieme, ma mai aveva capito che programmare il sesso era una cosa che mi disgustava.- Va bene cara. Io ora però vado nel bagno. Tu dormi.Mi alzai e senza indossare nulla lentamente mi avviai nel bagno. Quando ne uscii trovai Maria che solo con gli slip già dormiva. Quasi come un automa, cercando di non fare rumore, mi affacciai con circospezione alla porta di Flavio sbirciando dentro. Era steso sul letto tutto nudo intento a farsi un’altra sega. Fui preso da un irresistibile desiderio di continuare a guardarlo mentre si masturbava. L’eccitazione mi era salita alle stelle e senza pensare al fatto che tutto sommato quello era mio figlio, presi anche io a toccarmi lentamente il cazzo. Avrei voluto sborrare nello stesso istante in cui sborrava lui. Era lì, disteso sul letto che si toccava il cazzo come se stesse spalmandosi una crema. Pensai che sicuramente in quel momento stava immaginava il corpo della mamma e la cosa lo eccitava. Sentivo che bisbigliava qualcosa e sempre menandomi il cazzo cercai di carpire ciò che diceva:- ..bel…. ..zzo…. ..pà ..rra… …ccaNon riuscivo a sentire bene. Mi feci allora più audace e cercai di avvicinarmi il più possibile. Cazzo! Questa volta capii benissimo ciò che diceva:- Che bel cazzo che hai papà. Quanta sborra… la vorrei nella mia boccaMio figlio non era eccitato dal fatto di aver visto la mamma nuda, ma da me. Si, era proprio eccitato dall’aver visto me. La testa iniziò a girarmi. Era mai possibile che a mio figlio piacessero gli uomini e non le donne? Era mai possibile che fosse eccitato nell’immaginare di avere la mia sborra in bocca? Mille pensieri mi affollarono la mente. Avrei dovuto parlargli, ma non avrei mai avuto il coraggio di affrontare l’argomento a freddo ed io sentivo in quel momento il dover capire se mio figlio era frocio. Ebbi un attimo di lucidità e mi resi conto che solo quello poteva essere il momento adatto. Incurante allora del fatto di essere nudo:- Flavio, dormi? – dissi senza però entrare- N.. no… papà… che c’è? – mi rispose con voce impaurita.- Volevo parlarti un attimo, posso entrare?- Certo… entra pure.Spinsi la porta e mi avvicinai al lettino di mio figlio che logicamente si era coperto- Ma papà… sei nudo.- Già… hai ragione. Ma… non ci vedo nulla di strano. Quante volte mi hai visto nel bagno?- Veramente però…- Però cosa?- Nel bagno … sembri… diverso- Come diverso? – mi resi conto allora che il mio cazzo non aveva perso del tutto la sua erezione – forse… ti riferisci… alla… dimensione?- Già, appunto.- È proprio di questo che volevo parlarti. – dissi prendendo la palla al balzo – Tu sai perché è così?- Credo d’immaginarlo.- Non fare l’indiano, non dico il motivo in genere.- Non saprei…- È perché ho fatto l’amore con mamma.- Capisco.- Tu non sai ancora cosa significa fare l’amore con una donna…- No, papà, non lo so. Ma deve essere molto bello.- Già. È una sensazione molto bella.- Ma quanto tempo dura? Il tuo pisello è ancora così grande!Fui colto alla sprovvista. Non sapevo dargli una spiegazione plausibile e nel frattempo lo sguardo di Flavio si era fatto insistente. Cambiò un attimo posizione. Il lenzuolo che si era buttato addosso alla men peggio, si spostò, mettendo in mostra il suo pisello anch’esso in erezione. Non fece nulla per coprirsi ed io non riuscivo a distogliere lo sguardo. Per quanto mi sforzassi sentivo di non riuscire a trattenere più erezione che aumentava sempre più, fino a che non mi fu più possibile nasconderlo e fui costretto ad allargare leggermente le gambe mettendolo completamente in mostra.- Accidenti… ma è enorme… – disse Flavio con gli occhi sgranatiDivenni di mille colori e feci per andare via. Ma mio figlio mi trattenne per un braccio:- E questa volta cos’è che te lo ha fatto diventare così?Non risposi. – Guarda papà, anche il mio è diventato più grande – e così dicendo si scoprì completamente mettendomi il suo cazzetto sotto il naso.Non so cosa mi prese, ma piano piano avvicinai la mia mano al suo cazzo e con estrema delicatezza lo accarezzai avvolgendolo completamente.- Uuuuuuuh…. Che bello papà. – disse Flavio contorcendosi – Che mano calda che hai.Ormai ero completamente partito. Iniziai lentamente a toccargli anche i piccoli coglioni con l’altra mano facendolo andare in estasi. – Mmmmmh… che bello essere accarezzati. È magnifico…. Posso…..- Cosa?- Posso accarezzarti anche io?Non risposi. Flavio allora prese il mio silenzio come consenso e poggiò la sua mano sul mio cazzo eretto. Fu per me come una scossa elettrica. La sua mano era piccola ma i suoi movimenti facevano in modo da avvolgerlo tutto.- E’ proprio enorme ed è molto caldo, proprio come la tua mano. Poi scese verso le palle per cercare d’intrufolarsi ancora più giù. Quando avvertii il suo contatto nei pressi del mio culo ebbi un fremito.- Ti piace farti accarezzare lì? – Non… non lo so… credo di si…- Sai, io lo faccio spesso.- E… e poi… e poi cosa fai?- Mentre mi tocco dietro con l’altra mano mi tocco il pisello.- E…. e dopo?- Dopo sento come una calore fortissimo in mezzo alle gambe e sento come dei colpi da dentro fino a che dal pisello esce del liquido. Dopo però mi sento senza forze ma contento. Vuoi che lo faccia pure a te? Così ti faccio vedere.- Si Flavio….. fallo anche a me…. fammi vedere come fai.- Facciamo una cosa: fai anche tu quello che faccio io. Così sarà più divertente.Flavio iniziò a toccarmi il cazzo con più decisione solleticando senza indugi il mio culo con l’altra mano. Anche io allora iniziai a dargli piacere:- Mmmmmmh…. Che bello…. Dai…. Siiii. Toccami così papà…. – Ahhhh…. Anche per me è bello… siiii… dai figliolo…. Continua a toccarmi il culo- Ooooh…. Ti piace che ti tocchi il culo?- Si, tanto…mmmmh… mi fa impazzire… aaaah… toccami il cazzo…. Dai…- E questo ti piace?In un attimo, senza neanche che me ne rendessi conto, Flavio si era avventato sul mio cazzo e se lo era ficcato in bocca iniziando a farmi un pompino con i fiocchi. Se mai ce ne fossero state ancora, le ultime barriere caddero e anche io mi ritrovai per la prima volta a succhiare un cazzo e per di più quello di mio figlio. Mi piaceva. Mi piaceva il fatto di fare un pompino a mio figlio e che mio figlio lo facesse a me. Lo fermai un attimo per stendermi pancia all’aria sul lettino per poi farmelo stendere addosso nella posizione del 69. Flavio non perse tempo. Immediatamente si ricacciò il mio cazzo in gola e altrettanto feci io. Avevo sotto gli occhi il suo buco del culo e senza pensarci troppo gli infilai un dito dentro. Flavio ebbe un sussulto e per un attimo smise di succhiarmi il cazzo per poi riprendere con una foga doppia. Era sublime. Dopo un po’ mio figlio s’irrigidì. Capii che stava per godere e intensificai la pompa. Dopo un attimo dal suo cazzetto uscì del liquido che non si poteva definire sborra vera e propria, ma che comunque era un’eiaculazione a tutti gli effetti. – Aaaaaah…. Che bellooo… siiiii… è bellissimo…. Continua a succhiarmi….Gli ripresi il cazzo in bocca succhiando tutto ciò che ne usciva. Dopo qualche attimo avvertii che stavo per godere anche io- Dai Flavio… continua a succhiarmi il cazzo… infilami anche tu un dito in culo… dai che mi piace…Nonostante l’orgasmo Flavio sembrava impazzito. Mi succhiava voracemente il cazzo e contemporaneamente mi trapanva il culo con un dito.- Ecco…. Ci sono… aaaaaaaaaaah…. Che bello…. Sto per venire…. Oooooh…. Arrivo…. Siiiiiii.Spruzzai in bocca a mio figlio tutto lo sperma che avevo nelle palle. Alcuni suoi colpi di tosse mi fecero capire che non riusciva a contenerla tutta e allora glielo sfilai da bocca e un paio di schizzi gli finirono sul volto….All’improvviso, proprio quando stavamo per rilassarci, un urlo disumano ci fece saltare seduti sul letto: Maria era lì, sotto l’arco della porta che ci guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Dalla sua bocca uscivano degli urli disumani incomprensibili e senza interruzione fino a che le si strozzò la gola. Per un attimo si fermò a riprendere fiato. Era come indemoniata e si avvicinava a noi minacciosamente. Poi si fermò e ricominciò ad urlare:- Schifoso… lurido verme… uomo di merda… Cosa hai fatto a mio figlio? Ma io ti ammazzo. Ti spacco la testa. Figlio di puttana. All’improvviso si bloccò rimanendo un bel po’ senza respirare fino a diventare paonazza. Poi cadde senza forze su di una sedia iniziando a piangere a dirotto. Il suo pianto era talmente forte che ebbi paura le venisse un accidente. Io e Flavio non avevamo il coraggio neanche di muoverci. – Come hai potuto? – ricominciò Maria tra i singhiozzi – E’ tuo figlio. È carne della tua carne e tu l’hai violata. Ma io ti denuncio. Ti voglio vedere patire in galera. Che vergogna. – Ma io…- Stai zitto. Non voglio sentirti neanche respirare.Trascorsero alcuni minuti in silenzio assoluto. Poi Maria sempre singhiozzando:- Ma come hai potuto? Ho sempre saputo che ogni tanto ti concedevi qualche sfizio, ma ho sempre lasciato correre sapendo che io non ti soddisfacevo. Ma non ho mai pensato che tu andassi con altri uomini. E invece sei così pervertito da fare sesso con tuo figlio. Sei un essere immondo.- Mamma, senti…- Tu non ti preoccupare piccolo mio, tuo padre pagherà cara la violenza che ti ha fatto.- Veramente io… – tentai di parlare- Ho detto che devi tacere. Non voglio più ascoltare la tua lurida voce.- Mamma, posso parlare?- Dimmi tesoro, cosa ti ha fatto questo verme?- Nulla mamma. Proprio nulla.Maria rimase zitta per un attimo senza capire ciò che Flavio volesse dire.- Non capisco, cosa vuoi dire?- Voglio dire che papà non mi ha usato alcuna violenza.- Cosa??? Vuoi dire che… insomma tu eri d’accordo?- Si, anzi… diciamo che l’ho provocato io.Lo sguardo di Maria divenne minaccioso, ma questa volta nei confronti di entrambi- Vuoi farmi credere che sei stato tu ad iniziare? – disse alzandosi in piedi- Si mamma. L’ho voluto io.Maria iniziò a roteare gli occhi. Pensai che stesse per svenire ma non ebbi il coraggio di muovermi. Poi ad un certo punto il suo sguardo si posò su di una mensola. Prese un libro che vi era appoggiato e lo scaglio con tutta la sua forza verso di noi maledicendoci. Un attimo di silenzio assoluto…. poi il terrore: Maria senza badare a dove il libro potesse finire aveva colpito nostro figlio proprio sulle palle. Flavio non respirava e rimaneva immobile. Sia io che Maria iniziammo a scuoterlo ma con poco successo. Era cianotico. – Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? – gridava disperata Maria- Smettila di gridare – le dissi scuotendola per il braccio – e aiutami a distenderloMaria mi guardò disperata:- Ti prego, fai qualcosa. Mi dispiace… Non volevo… Aiutalo… Non so cosa mi è preso…- Ora non è il momento di parlare.Riuscimmo a stendere Flavio che ancora non respirava. La situazione era disperata. Di colpo allora mi buttai di peso sul torace di Flavio che strabuzzò gli occhi ma con un colpo di tosse riprese a respirare piangendo. Non so se nostro figlio avrebbe ripreso a respirare da solo, ma a noi sembro come se fosse accaduto un miracolo. Maria si accasciò di fianco a Flavio singhiozzando e chiedendogli scusa in continuazione. Flavio si lamentava per il dolore. Corsi nel bagno e riempii il bidet di acqua fredda dove poi vi aggiunsi tutto il ghiaccio che avevo in frigo. Poi di corsa ritornai in camera di Flavio:- Invece di piangere dammi una mano a portarlo in bagno.- Si… subito…Maria aveva stravolto il suo atteggiamento. Da incazzata nera e minacciosa che era pochi istanti prima era diventata più accondiscendente di una pecora.- Prendigli le pantofole- Subito- Prendi anche le mie- EccoleFacemmo sedere Flavio sul bidet mettendo i suoi genitali a bagno nell’acqua fredda. Inoltre la posizione faceva sì che nulla li comprimesse. – Prendigli una maglietta che tra poco avrà freddo.- Subito- Già che ci sei prendi anche il telefonino, così chiamiamo il medico- Vado subito.E’ incredibile cosa possono fare i sensi di colpa: in quel momento avrei potuto chiedere a Maria anche di prostituirsi che lo avrebbe fatto senza indugi. Dopo qualche istante tornò e dopo aver infilato la maglietta a Flavio gli si accucciò vicino seduta a terra.- Come ti senti? – chiesi a Flavio preoccupato- Ora va un po’ meglio. Mi stà passando. – Povero caro. È tutta colpa mia. Ma ti giuro che non l’ho fatto apposta. Non volevo colpirti- Lascialo stare. Non dargli fastidio.- Scusami, hai ragione, sono una stupidaMi venne da sorridere pensando al fatto che addirittura mi chiedeva scusa. – Dammi il telefonino che chiamo il medico- Eccolo, il numero è in memoria.Dopo qualche istante stavo parlando con il nostro medico dicendogli che Flavio era scivolato. Fui rassicurato anche se mi disse che l’indomani gli avrei dovuto far fare un’ecografia per maggiore sicurezza. Mentre parlavo a telefono mi resi conto che Maria accucciata a terra non distoglieva lo sguardo dai genitali di Flavio neppure per un istante e poi… poi indossava solo gli slip. Evidentemente era stata svegliata da qualche rumore e pensando che forse mi ero sentito male era venuta a cercarmi senza indossare nulla. Era una scena surreale: Flavio nudo e a cosce aperte seduto sul bidet, io in piedi vicino a lui altrettanto nudo e Maria di fronte al figlio con le tette al vento. Devo dire che la cosa iniziò a farmi un certo effetto. Pensai quindi di allontanarmi onde evitare altri problemi, per indossare un paio di slip, ma Maria, tenendomi per una gamba mi fermò:- Ti prego, non andare via. Non lasciarmi sola. Ho paura che si possa sentire di nuovo male. Dimmi cosa ti serve.Rimasi un attimo a pensare incrociando lo sguardo di Flavio. Mi sembrò di notare un occhiolino furtivo di mio figlio.- Va bene, resto qui. Tu non ti preoccupare, non mi occorre nulla.- Grazie Mario – aggiunse singhiozzando di nuovo- Ora non ricominciare a piangere- Ma avrei potuto ammazzarlo? Dimmelo: Sarebbe stato possibile?- Effettivamente è un posto delicato che bisognerebbe accarezzare e non prendere a librate – dissi con un pizzico di cattiveria.- Che dici allora? Un massaggio potrebbe fargli bene?- Tu che dici Flavio?- Forse si, ma molto delicatamente: mi fa ancora un pochino maleMaria allora timidamente allungò la mano verso il pisello di nostro figlio e con estrema delicatezza iniziò a massaggiargli le palle. La prima conseguenza di quella scena fu che Flavio ebbe un’immediata erezione che però bloccò la mano di Maria.- Continua – le dissi – è normale che accadaMia moglie allora riprese il massaggio. La cosa logicamente eccitò anche me, anche perché notai che i capezzoli di Maria erano diventati ritti ed enormi, la qual cosa significava che anche lei si stava eccitando. Dopo qualche attimo il mio cazzo era diventato rigidissimo e svettava a pochi centimetri dalla bocca di Flavio. Gli occhi di Maria brillavano e con la mano sinistra ogni tanto si toccava una tetta stringendosi il capezzolo. Ormai il cazzo mi faceva male tanto era diventato grande:- Vuoi che ti aiuti? – disse Flavio logicamente riferendosi alla mia erezione- E a te chi ti aiuta?- Potrebbe farlo mamma- Tutto quello che vuoi tesoro. Farò tutto per farmi perdonare.Senza ulteriori indugi Flavio s’imboccò il mio cazzo provocando un gemito soffocato da parte di Maria. La scena questa volta le aveva procurato qualcosa di piacevole e il suo massaggio divenne una vera e proprio sega. A quel punto i giochi erano tutti fatti:- Togliti gli slip e fai vedere la tua fica a nostro figlio- Come vuoi tuMaria si alzò e lentamente si sfilò le mutande mostrando a nostro figlio la sua ficona carnosa. Flavio sgranò gli occhi senza però smettere di sbocchinarmi, anzi, intensificando il suo lavoretto di bocca.- Brava così, ma ora allarga le cosce a apriti la fessa con le mani. Fagliela vedere come si deve.Senza indugi Maria allargò le cosce e leggermente piegata sulle ginocchia si aprì con le mani la fessa con il più volgare degli atteggiamenti. – Hai visto Flavio che bella pucchiacca che ha tua madre? – È questa la pucchiacca dalla quale sei nato. – disse Maria ormai infoiata – è qui che tuo padre ha infilato il suo cazzo e ci ha sborrato dentro. Tirai fuori il cazzo dalla bocca di mio figlio e avvicinandomi a Maria le sborrai sulla fessa che ancora teneva spalancata. – E ora lecca la fessa di tua madre, puliscila dalla mia sborraFlavio si tuffò a leccare in mezzo alle cosce della mamma la quale dopo pochi colpi di lingua se ne venne in un rumoroso orgasmo.- Come è buono il tuo sperma, papà. Specie servita sulla pucchiacca di mamma.- Che ne dici se ora facciamo assaggiare la tua sborra a mamma.Flavio si alzò e iniziò a masturbarsi ferocemente in faccia a sua madre fino a sborrarle sulla lingua che Maria teneva pronta. Poi d’istinto ci abbracciamo tutti insieme facendo roteare le nostre lingue tra di loro.- Ha ancora un sapore acerbo ed è pochina, ma è la sborra più bella della mia vita.- Sono d’accordo con te mia cara. Hai proprio ragione.

