La vista di Sergio che usciva dal mio appartamento fu un colpo. La gelosia era tanta, ma tanta era anche l’eccitazione. Ero agitato, e non me la sentii di entrare subito in casa. Uscii dal palazzo e feci una passeggiata per calmarmi. Mentre camminavo pensavo a cosa potevano aver fatto mia moglie e Sergio. Forse lui aveva solo fatto una breve visita amichevole, ma forse, cosa molto più probabile, avevano fatto l’amore. L’avevo sempre desiderato, anzi, l’avevo propiziato in ogni modo, lasciandoli soli affinché accadesse ma, ora che era accaduto, mi pareva impossibile. Il pensiero di Caterina nuda, sul letto, con Sergio sopra di lei che la penetrava mi faceva impazzire. Mi accorsi che questi pensieri mi avevano provocato un’erezione straordinaria.Tornai a casa e fui tentato di dire a Caterina quello che avevo visto e così costringerla a confessare; ma mi trattenni perché volevo continuare quel gioco che mi faceva soffrire, ma mi eccitava pazzamente. Per parecchi giorni il pensiero di Caterina a letto con Sergio mi mantenne in uno stato di continua eccitazione. La signora Luciana aveva da tempo deciso di fare alcuni lavori nell’appartamento, che le avrebbero impedito di usarlo per un paio di settimane. Ne parlò con noi e convenimmo che lei sarebbe andata dalla figlia, mentre Sergio, che non poteva ovviamente lasciare il lavoro e non se la sentiva di andare anche lui dalla sorella, perché sarebbe stato troppo faticoso fare tre o quattro ore di viaggio ogni giorno, sarebbe stato nostro ospite. In questo modo avrebbe potuto sorvegliare i lavori.Le camere dei nostri figli erano libere, e non ci sarebbero state difficoltà di sorta.Il Lunedì mattina, quando arrivarono gli operai, Luciana, date le opportune istruzioni, partì, accompagnata alla stazione da Caterina; mentre Sergio portò le sue cose da noi e si installò nella camera di nostro figlio. Quando tornai a casa, Sergio era ancora fuori. Ero eccitato al pensiero che quella sera ci saremmo trovati soli, noi tre. Come si sarebbe comportata Caterina? Ero certo che sapesse che io sospettavo qualche cosa: troppe volte li avevo lasciati soli di proposito, e non poteva non essersene accorta; e quel torbido gioco eccitava senza dubbio anche lei. Facendo l’amore parlavamo delle nostre fantasie, e lei si eccitava pazzamente quando le dicevo che mi sarebbe piaciuto che facesse l’amore con un altro uomo. Erano solo fantasie, certo, però le piacevano. Ora c’era l’occasione che ciò avvenisse alla mia presenza. Ero tanto eccitato che non resistetti: mi avvicinai, l’abbracciai e le sollevai la gonna infilando la mano sotto le mutandine. La sentii bagnata!-Sei eccitata, vedo!- le sussurrai sul collo; -Come mai? Stai forse pensando a quello che potrebbe succedere questa sera?-Lei finse di arrabbiarsi.-Non essere stupido; è naturale che mi ecciti. Mi guardi con quello sguardo da porco e mi tocchi la passera. So benissimo cosa stai pensando; ma non farti illusioni, non ho nessuna intenzione di fare porcate.-Il campanello ci avvertì che Sergio era arrivato. Andai io ad aprire la porta. Poiché mancava ancora quasi un’ora per la cena, ci sedemmo in soggiorno a chiacchierare, mentre Caterina era in cucina.Parlammo del nostro lavoro, poi pian piano la conversazione scivolò su argomenti personali.Sergio si era separato dalla moglie perché questa era quasi frigida e lui, invece, aveva forti appetiti sessuali.-Come fai ora che sei solo? Hai una donna?- Chiesi!Sergio non mostrò alcun imbarazzo e rispose:-No, nessuna donna, per il momento; solo… beh, un rapporto occasionale…, diciamo.–Che significa occasionale? Una donna incontrata per caso? Una prostituta?–No, no! Non una prostituta, anzi, una donna molto per bene. Però… non è un rapporto che può avere un futuro, ecco!–Significa forse che è sposata?–Si, proprio così!–Ma, a te piace?–Moltissimo.–E tu, piaci a lei?–Credo di si–L’hai scopata?–Si, ed è stato molto bello-Ora ero quasi certo, si trattava di Caterina, e ciò mi faceva soffrire tremendamente, ma sentivo anche una dolorosa erezione spingere nei calzoni.Bevemmo un aperitivo, poi Caterina ci chiamò per la cena. Durante la cena la conversazione fu tranquilla e distesa, ma io non potevo evitare di guardare alternativamente Sergio e Caterina, nell’intento di cogliere qualche cenno d’intesa, o qualche sguardo complice. Non notai nulla, e confesso che fui un po’ deluso.Dopo cena andai in cucina a preparare il caffé, lasciando loro due davanti al televisore. Resistetti al desiderio di guardare quello che stavano facendo mentre io non c’ero: l’immaginazione era molto più stimolante della realtà.Tornai con il caffé; lo sorseggiammo piano, poi ci accingemmo a guardare il film che stavano trasmettendo.Chiesi a Sergio se gradiva un goccio di grappa, ed alla sua risposta affermativa presi due bicchieri: a mia moglie la grappa non piaceva.Eravamo seduti sul divano con Caterina fra me e Sergio. Mentre loro erano intenti a guardare il film, io sbirciavo continuamente nella loro direzione, stando attento a non farmi notare.Caterina aveva una mano appoggiata al sedile del divano, alla sua destra, dove c’era Sergio, ed anche lui aveva la mano sinistra nello stesso posto. Non potevo vedere se le due mani si toccassero, ma nella mia immaginazione se le stavano stringendo: sentivo i morsi della gelosia, eppure volevo di più.Dopo qualche minuto dissi che il film non mi piaceva, e che sarei andato a dormire, anche perché ero stanchissimo. Loro rimasero!Andai a letto, ma ero troppo eccitato per dormire. Pensavo a quello che i due avrebbero potuto fare. Avevo un’erezione quasi dolorosa e cominciai a masturbarmi, immaginando che Caterina e Sergio, davanti al televisore, stessero baciandosi e, forse, facendo l’amore. Eiaculai, ma non persi l’erezione che, anzi, era ancor più dolorosa. Rimasi nel letto, fissando il soffitto con gli occhi sbarrati.Pensavo a quante volte Caterina ed io avevamo fantasticato su di lei con un altro uomo, ed a come mi eccitava quel pensiero. Ma ora? Ora che stava veramente succedendo mi pareva di non poterlo tollerare. Soffrivo terribilmente, eppure volevo che accadesse. Questi pensieri mi tormentarono per un tempo che mi parve interminabile, finché Caterina entrò nella camera; la luce era spenta, e forse pensò che io dormissi perché non l’accese e si sdraiò sul letto accanto a me.Indossava la solita cortissima camiciola, che arrivava a malapena a coprirle il pube, con niente sotto. Si era spogliata prima di venire a letto, o era stata nella camera di Sergio e là si era spogliata?Le misi una mano sul pube e con il dito andai ad esplorare la vagina. Volevo sentire se era bagnata. Era fresca, come se si fosse appena lavata. Non si stupì di trovarmi ancora sveglio; solo mi chiese:-Mi stavi aspettando?- intanto mi prese il membro in mano e lo sentì durissimo.-Caspita, sei eccitato! Cosa stavi fantasticando?–Pensavo a te con Sergio.–E questo ti ha eccitato così tanto?–Lo sai che ho sempre fantasticato di te con un altro uomo!–Si, lo so!-Intanto io l’accarezzavo sempre più intimamente. Ora le stavo baciando il seno, poi mi abbassai a leccarla fra le cosce. Immaginavo che, in quella vagina, solo pochi minuti prima c’era stato il membro di Sergio. Non resistetti oltre, le salii sopra, la penetrai e la scopai furiosamente. Godemmo insieme in modo pazzesco. Lei, come sempre, urlava il suo piacere, ed il pensiero che Sergio ci stesse sentendo aumentò la mia libidine e, forse, anche la sua. Quando ci rilassammo glielo chiesi:-Ti eccitava il pensiero che Sergio ci sentisse?–Si! Molto.–Avete fatto l’amore?-Caterina esitò, poi:-Si! Tu lo sapevi che sarebbe successo, vero?-Si, lo sapevo, ed ho sofferto le pene dell’inferno; però vorrei che succedesse ancora. Quando sei tornata da me mi pareva di impazzire, ma è stato bellissimo. Lo farai ancora?–Mi piacerebbe!–Sei una gran porcona, ma mi piaci così!–Senti chi parla; questo depravato!–Gli dirai che io so?–L’ha già capito, anche se non ne abbiamo parlato esplicitamente.- La mattina dopo, a colazione, Sergio mi parve un po’ imbarazzato. Sfuggiva il mio sguardo, e parlava a monosillabi. Io mi mostrai gentile e dopo qualche minuto l’imbarazzo svanì.Uscimmo insieme e, prima di lasciarci, gli dissi:-Ci vediamo stasera! Visto che è venerdì, potremmo uscire a cena, così Caterina non dovrebbe cucinare e poi… potremmo divertirci.- Non sono certo che avesse capito cosa intendevo dire, ma mi sorrise. Per tutta la giornata non feci altro che pensare a quello che avrebbe potuto succedere quella sera, tanto che trascurai il lavoro. Telefonai a Caterina per chiederle se avrebbe gradito uscire per cena insieme a Sergio. Naturalmente fu contenta, ed io le raccomandai di vestirsi in modo un po’ eccitante. Lei acconsentì.Ero impaziente, ma finalmente arrivò l’ora di tornare a casa. Sergio era già tornato, evidentemente anche lui era eccitato al pensiero della serata che si prospettava molto stimolante. Stava facendo la doccia. Mi spogliai ed andai nel bagno: anch’io volevo fare la doccia. Mentre entravo, Sergio stava uscendo dal box doccia. Lo vidi nudo. Era bello! Non potei fare a meno di guadare il suo membro che, seppure in stato di riposo, era molto grosso. Lui seguì il mio sguardo e, a sua volta guardò il mio. Ero già eccitato ed avevo un inizio di erezione. Seguì un momento di disagio, che però sparì subito. Lui si coprì con l’accappatoio, ed io entrai nella doccia.Quando andai in camera per vestirmi, trovai Caterina già pronta: era uno splendore. Probabilmente il fatto di avere due uomini tutti per sé la rendeva euforica, e ciò dava una particolare luce al suo sguardo. Aveva indossato un abito rosso, corto, che sapeva piacermi in modo particolare, perché metteva in risalto la sua carnagione naturalmente abbronzata. Era un abito leggero, che aderiva alle curve sinuose del suo corpo. Decisamente provocante! Andammo a cena in un bel ristorante appena fuori città. Ogni imbarazzo pareva scomparso, e durante la cena Caterina civettò con Sergio, ma non trascurò me. Tornammo a casa allegri, ed io fremevo: finalmente avrei visto Caterina scatenarsi con un altro uomo; non potevo sapere che effetto mi avrebbe fatto, né come mi sarei comportato, sapevo però di desiderarlo, ed ero oltremodo eccitato. Io ero alla guida, e Caterina sedeva accanto a me. Il vestito era risalito a scoprirle abbondantemente la cosce, ed io non resistetti alla tentazione di accarezzargliele. Le infilai un dito sotto le mutandine e la trovai fradicia. Lei intanto si era voltata a parlare con Sergio e mi lasciò fare, anzi allargò le gambe per facilitarmi l’accesso alla sua intimità.Non ne potevo più. Per fortuna eravamo ormai arrivati. Andai a mettere la macchina nel box, mentre loro mi precedettero in casa.Quando entrai nell’appartamento, loro erano seduti in soggiorno. Caterina aveva stappato una bottiglia di passito, ed aveva già riempito tre bicchieri.Mi sedetti con loro, ma tutta l’euforia che c’era stata durante la cena e durante il tragitto verso casa, era apparentemente sparita. Bisognava ricreare l’atmosfera adatta per raggiungere il mio scopo.Accesi lo stereo e misi un CD di musica da ballo, piuttosto languida. Invitai Caterina a ballare: l’allacciai stretta, sentendo le sue curve contro di me. Mentre ballavamo le sussurrai:-Sei eccitata?–Si,- rispose!Tornammo a sederci, bevemmo qualche sorso e l’atmosfera si riscaldò un po’. Cambiai disco e ne misi uno di musica sudamericana. -Bella questa musica- disse Sergio, -sarebbe proprio adatta per uno spogliarello!–Ottima idea,- mi affrettai, per cogliere l’occasione. -Su, Caterina, facci vedere come te la cavi!-Caterina non si fece pregare. Si alzò e incominciò a danzare, muovendosi sinuosamente. Il sedere tondo e alto, risaltava sotto il tessuto leggero del vestito, che si infilava fra i glutei in modo conturbante. Sergio ed io guardavamo affascinati. Dopo qualche minuto Caterina si slacciò il vestito e lo fece scivolare a terra, scalciandolo verso di noi. Sergio lo raccolse e se lo portò al viso per sentirne il profumo. Lei era rimasta con le calze, il reggicalze, le mutandine ed il reggiseno.Per prima cosa si slacciò il reggicalze, poi, lentamente, si tolse le calze. L’atmosfera s’era fatta incandescente. Sergio fissava Caterina senza distogliere lo sguardo nemmeno per un attimo, ed io guardavo alternativamente lei e lui. Ero ormai eccitato al massimo, e temevo di non poter resistere oltre.Finalmente cadde il reggiseno, quindi si tolse lentamente anche le mutandine. Applaudimmo entrambi, e Caterina venne a sedersi fra di noi, nuda, ridendo senza alcun imbarazzo. Si voltò verso Sergio e lo baciò sulla bocca. Fu un bacio profondo, che durò a lungo, mentre le mani di Sergio percorrevano le curve dei fianchi fino a raggiungere il sedere. Io guardavo eccitato, soffrendo perché mi sentivo trascurato, ma Caterina si voltò e baciò me, che a mia volta, l’accarezzai dappertutto: seno, sedere e infine arrivai alla vagina. Era tanto bagnata che mi infradiciò le dita. Anche Sergio continuava ad accarezzarla dove io gli lasciavo spazio. Mi alzai per spogliarmi e Sergio ne approfittò per baciarla ancora e per continuare le sue carezze, che ora erano senza freni. Dopo che mi fui spogliato nudo, invitai Sergio a fare altrettanto. Quindi presi Caterina per mano e l’accompagnai in camera, dove Sergio ci seguì immediatamente.Lì fu l’orgia!Caterina si gettò su Sergio, baciandolo dappertutto, per finire a prendergli il grosso membro in bocca, e succhiarlo con voluttà. Io mi posizionai dietro di lei a leccarla fra le natiche, raggiungendo l’ano con la lingua. Sapevo che le piaceva molto; infatti lei sporse il sedere indietro per facilitarmi, ed io cercai di introdurre la punta della lingua nel forellino, lubrificandolo bene. Caterina alzò ulteriormente il sedere, ed io capii che voleva essere leccata sulla vagina, cosa che feci con piacere. Al colmo della foia, Caterina sollevò il capo, si spostò un po’ indietro, prese in mano il membro di Sergio, se lo posizionò all’imbocco della fica, e si sedette impalandosi. Si agitava e urlava:-Lo voglio anche dietro, mettimelo dietro!-Io mi posizionai dietro di lei e la penetrai nell’ano. Lei urlò di dolore e mi spinse via; ma poco dopo mi chiese di riprovare. Io la leccai ancora un po’ poi riprovai la penetrazione. Questa volta sopportò il dolore. Dopo una mezz’ora di acrobazie, durante le quali Caterina non smise mai di godere, Sergio ed io, esausti, ci riversammo sul letto con Caterina in mezzo a noi.Nessuno era, però, pienamente appagato. Soprattutto Caterina, che impugnava i nostri sessi, forse per sentire se c’erano segni di risveglio. I segni non tardarono! Ben presto il mio membro si rizzò, e lei, forse per farsi perdonare di averlo un po’ trascurato all’inizio, si abbassò e me lo prese in bocca, senza abbandonare il sesso di Sergio, anche lui ormai del tutto risvegliato.Sergio si posizionò dietro di lei, e prese a leccarle l’ano. Dopo qualche minuto, Caterina venne a cavalcioni su di me, dandomi la fica da leccare. Era piena dello sperma di Sergio, ma ciò non mi fermò, anzi, mi eccitò ancor di più leccare quei succhi dal sapore aspro. Quando godeva Caterina lasciava sfuggire un po’ di urina, che io, al colmo dell’eccitazione, bevevo con avidità. Così accadde quella volta e, mentre lei godeva ed io bevevo, Sergio mi alzò le gambe, mi inumidì l’ano con la saliva, e mi penetrò. Mi fece un male boia, ma resistetti! L’orgasmo fu quasi simultaneo per me e Sergio che, mentre mi sodomizzava, mi masturbava. Per Caterina il godimento fu continuo. Solo il giorno dopo Caterina mi disse che la mia sodomizzazione non l’aveva infastidita, anzi le era piaciuto vedermi sottomesso al suo amante.Da quel giorno sono diventato lo schiavo sessuale di mia moglie.
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