Cara Paoletta, ti ricordo una nostra esperienza che abbiamo avuto la scorsa estate e che mi piace raccontare in terza persona. Sto camminando per la strade di Genova e chi ti incontro ? lei la mia Paola. Ciao Laura, esordisco, lei mi risponde dandomi un bacio appassionato e con la lingua va a leccare il mio palato (slurp). Naturalmente mi unisco a lei e facciamo un po’ di strada a piedi…. mentre siamo affiancati, con una scusa, rimango un po’ indietro e comincio a sbirciare il suo culetto: che bello, che forme, che dolcezza anale! Guardando il suo culo noto una cosa veramente arrapante: porta la sua famosa gonnellina bianca, compagna di tante scopate. La mia Paoletta è veramente suina, mentre già mi comincio ad eccitare stando dietro di lei e guardando beatamente il suo culo e inebriandomi con il profumo che emanano i suoi capelli, succede una cosa strana: lei si accorge di me e si ferma di botto, lo scontro è inevitabile e il risultato è che il mio cazzo va a posarsi in mezzo alle sue chiappe e lei sembra proprio che lo gradisca quindi mi comincio a strofinare lentamente, nel frattempo una signora di mezza età, che probabilmente era dietro di noi, ci sorpassa indispettita e ci guarda con disgusto, io gli faccio uno sberleffo ! Tra una strofinata ed un’altra arriviamo alla fermata del bus che la mia Paoletta deve prendere per arrivare a casa sua. Aspettiamo l’autobus per diversi minuti e nell’attesa la mia Laura infila la sua dolce manina dentro i miei pantaloni da dietro, entra dentro le mie mutandine e si fa spazio tra le mie chiappe infilandomi il suo dito medio in culo: la cosa mi sembra interessante ma dello stesso parere non sembra essere un’anziano signore che aspettava insieme a noi invece, un ragazzo al nostro fianco, sembra che gradisca parecchio la cosa. Finalmente arriva il bus e saliamo tutti, naturalmente io sono sempre dietro a Paola e mi accorgo, con mio sommo piacere, che non ha le mutandine: che senta caldo oggi? Sull’autobus ci sediamo uno di fronte all’altra e qui Paola da uno spettacolo veramente fantastico: accanto a me c’è il ragazzo che aspettava alla fermata del bus ed entrambe ci accorgiamo delle cosce nervose di Paola, si aprono e si chiudono in continuazione, tra una apertura e l’altra si intravede chiaramente la peluria delicata della sua figa. Il mio cazzo ormai mi arriva alla cintola ed è diventato durissimo, non lo tengo piu’. Laura comincia a sollevare un po’ la sua gonnellina bianca e ormai si vede bene tutto ! Il ragazzo che era seduto accanto a me sembra che non capisca più niente, gli chiedo come si chiama ma non mi risponde, allora gli dò una spallata e lui sembra riaversi, mi guarda e dopo un po’ mi sussurra in un orecchio: ma la conosci? Io allora gli rispondo: certo che la conosco è la mia fantastica Lauretta ! In breve diventiamo amici e arrivati a destinazione scendiamo tutti e tre. Paola sembra interessata a questo nostro nuovo amico, Roberto, e invita entrambi a salire a casa sua. Arrivati sopra ci accorgiamo di essere soli e Laura ci porta nella sua cameretta dove ci prega di accomodarci sul suo lettino. Dopo averci offerto una birra ghiacciata anche lei si siede in mezzo a noi. Nel sedersi la sua gonnellina bianca compie uno svolazzo e ricade abbastanza in alto per lasciare le coscette nude. Io che conosco bene la mia Paoletta capisco al volo ed allungo una mano baciandola con la lingua in bocca, E’ una apoteosi di mani che scattano in cerca della figa di Paola, bisogna darsi una calmata stabilendo dei ruoli sennò non ne gode nessuno: Roberto, nudo, si distende sul lettino e Paola, ormai completamente nuda di sopra (ma sempre con la sua gonnellina bianca) si comincia a strofinare la figa sul cazzo di Roberto ormai diventato un ferro rovente, non è però ancora arrivato il momento di penetrarla. Io mi godo lo spettacolo e, una volta spogliatomi, mi avvicino dietro i due e comincio ad annusare il profumino che sale dalla fregna ormai bagnata fradicia e sudata di lei. Finalmente Paola si decide a infilarlo dentro, io mi trastullo sempre con il suo culo (mi piace un sacco), quindi, con la lingua comincio un entra ed esci nel il suo delicato ano, lei sembra gradirlo molto e mi prega di continuare intanto la sento venire a più non posso. Ormai il buco del suo culo si è allargato a dismisura per l’eccitazione, allora afferro il mio cazzo e, tenendolo alla base, lo infilo delicatamente nell’oggetto del mio piacere, Paola si fa un po’ male ma il fatto di avere due cazzi piantati in corpo la fa impazzire di gioia e appena comincio a pompare nel suo culo lei se ne viene trasmettendo anche al mio cazzo le contrazione dell’orgasmo: questo mi fa particolarmente impazzire. Dopo un po’ di questa scopata meravigliosa io e Roberto ci scambiamo di posto e Paoletta continua a venire come una pazza gridando a squarciagola, Roberto, ormai sfiancato dai colpi di reni della Lauretta e provocato in maniera allucinante dalla strettoia del buco di culo cede e sborra godendo come un suino nell’ano della nostra fantastica amica, lei, di contro, si ferma e gode nel sentire che il caldo sperma di Roberto le scorre dentro l’intestino, quindi riprende a muoversi e viene ancora una ennesima volta. Adesso tocca a me: Lauretta si alza dal mio cazzo ormai in fiamme e rosso come un peperone e si abbassa con la bocca iniziando un su e giù veramente professionale, ragazzi qui o si viene o si viene, non tardo a irrigidirmi nel momento cruciale e a venire con un getto violento proprio dentro la bocca di Lauretta che, avendo capito tutto, si ferma nel momento cruciale facendosi insufflare il mio sperma tutto nella gola. Ragazzi che goduta !!! Quel maiale di Roberto, mentre la mia Lauretta mi faceva venire, non era stato inoperoso e, quando mi riprendo dalla sborrata, lo trovo con la lingua infilata nella figa di Paoletta la quale trova ancora la forza di raggiungere un altro orgasmo ! Alla fine, stremati ma contenti, Lauretta di alza e finalmente si toglie la sua gonnellina bianca con la quale comincia a pulirsi il buco del culo, dal quale nel frattempo aveva iniziato a colare lo sperma di Roberto, e poi pulisce alla perfezione il mio cazzo Lettera 2Data: mercoledì 4 marzo 1998 16.05 Cara Lauretta, mi ha fatto molto piacere reincontrarti dopo tanto tempo. Potere scambiare quattro chiacchiere con te e’ sempre piacevole e ieri sera mi sono riaffiorati dei ricordi molto eccitanti, per esempio quella volta che sei venuta a trovarmi ed io ti ho portata a fare quella scampagnata in montagna a due passi dalla mia citta’. Sicuramente ti ricordi: abbiamo lasciato la mia auto ai piedi del monte sul quale ci dovevamo arrampicare e abbiamo iniziato la salita seguendo il sentiero. Tu, naturalmente, mi precedevi e avevi indosso la tua famosissima gonnellina bianca. Mentre salivamo avevo modo di poter osservare le piegoline che faceva il tuo culetto e il pelo della tua fica che prorompeva fino a dietro, in quanto non portavi le mutandine e la gonnellina svolazzava pericolosamente verso l’alto, complice un refolo di vento che si stava proprio divertendo a sollevartela ! Questa situazione stava proprio diventando pesante ed il mio cazzo si faceva sempre piu’ duro. Arrivati in cima abbiamo potuto ammirare la bellezza di un vecchio castello del 1200 un po’ diroccato ma ancora abitabile, siamo entrati da un anfratto di un muro e ci siamo ritrovati nel cortile interno. La porta di un salone era aperta e siamo entrati. C’era un tavolo di legno lunghissimo e tu, stanca della lunga camminata, ti sei sdraiata su di esso e mentre eri con le gambe penzolanti e le coscettine un po’ aperte mi guardavi sorridendo. Le tue intenzioni erano molto chiare, mi sono avvicinato, ho alzato delicatamente la tua gonnellina bianca, tu hai allargato ancora di piu’ le coscettine ed io ho iniziato a leccarti la figa come piace tanto a te. Usavo la mia lingua come se fosse un piccolo cazzo, la tenevo dritta, ferma e dura e con essa ti penetravo ripetutamente e velocemente cercando di farla andare piu’ profondamente possibile, simulando una vera e propria chiavata. Dopo pochi minuti ho sentito i tuoi primi fremiti annuncianti l’orgasmo, mi sono alzato in piedi e abbassati i pantaloni, il mio cazzo era esploso gia’ da tempo, ho iniziato a scoparti a piu’ non posso. Tu, distesa su quel tavolaccio, beata tra le mie mani, godevi come una porcella in calore. Quando tempo sara’ trascorso, non lo sappiamo ma, ad un certo punto, ti sei alzata e sei scesa dal tavolaccio, ti sei inginocchiata davanti a me ed hai cominciato a leccare il mio cazzo infuocato ed arrossato dallo strofinio della tua figa. La tua lingua costruiva dei segreti percorsi che andavano ad unirsi all’opera eccitante che svolgevano le tue mani, le quali non stavano certo ferme. Poi e’ arrivato il momento dell’imboccatura ! L’hai preso completamente in bocca ed hai cominciato un pompino allucinante che mi ha fatto raggiungere vette indicibili di piacere. La tua bocca stringeva e succhiava con una sincronia di movimenti che ben poche donne conoscono. Quest’insieme di operazioni era talmente eccitante che stavo per venirmene ma la tua maestria impediva che cio’ avvenisse cosi’ presto. Questa preparazione alla sborrata si e’ rivelata veramente lunga e quando finalmente tu hai deciso di farmi arrivare lo hai fatto tenendolo in bocca per goderti il potente schizzo che ne sarebbe scaturito, hai bevuto avidamente tutto senza lasciare che se ne disperdesse neanche una goccia: meglio di un preservativo a doppia tenuta stagna.Stanchi ma contenti non ci eravamo accorti, complice la nostra foia, che da dietro una delle finestre del salone c’era qualcuno che osservava chissa’ da quanto tempo ! Beh, sicuramente si sara’ divertito, tu sei uscita per andare a prenderlo e condurlo nel salone e quando sei ritornata con lui ho visto nei tuoi occhi un lampo di libidine che conoscevo bene. Il pompino che mi avevi fatto ti aveva lasciata completamente insoddisfatta in quanto non avevi avuto la possibilita’ di farti inondare la figa di sborra bensi’ solo la bocca: non sia mai che la mia Lauretta rinunci alla impiastricciata di sperma nella frega ! Dopo i primi convenevoli l’amico, che si e’ rivelato essere il guardiano del castello, era gia’ stato denudato dalla tua intraprendente voglia e aveva mostrato una spiccata dote naturale: il cazzo lungo come piace a te. Intendiamoci, non era un superdotato, ma aveva quel plus che sicuramente gli negava il buco del culo, che male se lo avesse introdotto in quello stretto orifizio, ma certamente gli dava qualche centimetro di vantaggio nella scopata di una figa in calore come di Lauretta. Io sono rimasto a debita distanza e mi sono veramente divertito a guardare come spolpavi, con i tuoi muscoli vaginali, quel cazzone arrapato. Una scopata abbastanza classica e molto infoiata dove tu, distesa di nuovo sul tavolaccio, hai raggiunto non so quanti orgasmi ed alla fine, nel momento cruciale, hai afferrato le cosce di lui e lo hai stretto a te facendoti inondare di caldissimo sperma tutto l’utero. Quando il nostro amico e’ riuscito a staccarsi dalla tua presa si e’ seduto stremato per terra e tu, dopo esserti alzata in piedi hai avuto qualche problema di doccia ai piedi ! L’abbondante sborrata del cazzone ha iniziato a colare dalla tua figona andandoti a bagnare tutti e due i piedini. Il problema e’ stato subito risolto, in men che non si dica ti sei tolta la gonnellina e con essa hai tamponato lo sperma che gocciolava copioso, quindi hai pulito anche i tuoi piedini. Che figa che hai Lauretta e che gonnellina ! Da allora, ogni volta che mi vieni a trovare, facciamo sempre una gita in montagna.
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