Io e Vanessa, la mia ragazza 26 enne dal fisico un po’ rotondetto e con due tette da sballo (porta una quinta abbondante), eravamo stati invitati ad una festa privata in discoteca da un conoscente. Siccome la persona che era festeggiata era molto conosciuta, e aveva tante amicizie, la gran parte degli invitati non li conoscevamo.Vanessa quella sera era molto strana, il suo abbigliamento denotava una certa dose di esibizionismo al quale non ero abituato. Infatti, la sua mise consisteva in una maglietta attillatissima che lasciava scoperto l’ombelico, nella quale facevano bella mostra le sue bocce, e una mini ridottissima e trasparente, che faceva risaltare il suo bel culo pieno, fasciato da un ridottissimo perizoma. Il suo bel visino era truccato in modo pesante e quando l’andai a prendere notai questo suo “look” molto diverso da quello solito. Lei stessa ridendo mi disse “Oggi mi sento molto esuberante! Hai visto che sembro un puttanone?” e si era messa a ridere.Questa sua trasformazione, riflettei, era in parte dovuta ad uno scherzo che gli avevano fatto i suoi colleghi di lavoro. Una sera, tornando da lavoro, Vanessa si trovò in borsa una videocassetta con un biglietto scherzoso che le chiedeva se aveva cambiato lavoro. Vedemmo insieme la videocassetta e scoprimmo che l’attrice del filmato porno, questo era il contenuto del video, aveva una certa somiglianza con Vanessa. Ai suoi colleghi Vanessa disse che immaginandosi il contenuto aveva buttato via tutto, ma invece vedemmo insieme la cassetta che mostrava la giovane attrice in una serie di numeri impressionanti, con inculate, doppie penetrazioni, pompini e una inculata con due cazzi dentro il buco. Gli attori maschi erano dotatissimi e questo fece sicuramente un certo effetto a Vanessa, abituata ad un calibro molto ridotto come il mio. Dopo aver visto la cassetta scopammo intensamente ma alla fine Vanessa, con una certa noncuranza mi disse “Chissà cosa si prova ad essere riempita con degli affari come quelli degli attori del video.”, una considerazione che, almeno un po’, mi umiliò.L’esuberanza di Vanessa non si fermò all’aspetto fisico ma si rivelò anche nel comportamento alla festa. Iniziò a bere molto, cosa insolita per lei che normalmente non toccava nessun tipo di bevanda alcolica. Anche a ballare si era scatenata, agitandosi così esageratamente che le sue tettone ballonzolavano in modo osceno. Questo comportamento, ovviamente, attirò l’attenzione di molti, dato che, come ho detto, la maggioranza delle persone non le conoscevamo. Un gruppo di uomini sui 40, più grandi di noi e molto ben messi fisicamente con delle facce non proprio rassicuranti, iniziò a ronzarle intorno. Intanto, mi toccava sentire i commenti degli altri che erano spesso molto pesanti, con alcuni di essi rivolti, senza saperlo, verso di me: uno, infatti, disse “Deve essere un bel troione quella lì, e se è fidanzata il suo ragazzo ha il cazzo piccolo e non la soddisfa oppure è frocio!” La mia umiliazione era veramente grande. Era inutile cercare di farla smettere di ballare perché ogni volta che andavo a dirle di smetterla e di sedersi con me al tavolino mi diceva che lei si stava divertendo, che ero noioso e di lasciarla stare. Intanto il gruppo di uomini maturi le si era avvicinato e aveva iniziato a conversare e scherzare con lei mentre stavano ballando. Due di loro la invitarono al loro tavolo a bere qualcosa e con mia sorpresa Vanessa accetto andandoci a braccetto dei due. Ero tornato, notevolmente arrabbiato al nostro tavolino quando dopo un po’ vedo Vanessa arrivare tutta sorridente ed euforica. Mi prende per un braccio e mi dice “Ho conosciuto dei tipi simpatici vieni. Ci hanno invitato ad una festa da un loro amico, andiamo, qui è troppo noioso !” Ero fuori di me, risposi che aveva bevuto troppo e che la cosa migliore era tornare a casa. Ma lei mi rispose candidamente “Se vuoi tornare a casa vai, io vado con loro. Ho voglia di divertirmi stasera.” Umiliato da questa risposta mi feci trascinare al loro tavolo dove fui presentato. I loro volti avevano delle espressioni di scherno che sembravano dire “Sei tu il cornuto” oppure “Vedrai che lavoretto le facciamo alla tua troietta.”Fu così che, io con il volto scuro, ci avviammo verso la macchina, una grande vettura da sette posti. Io feci per sedermi dietro ma uno di loro mi prese per un braccio e disse con fare autoritario “Tu ti siedi davanti” mentre lui e due suoi amici andarono dietro con Vanessa.Il viaggio non fu molto lungo ma diventò una vera umiliazione per me. Infatti, Vanessa continuava a ridere, avendo ormai perso ogni vergogna, se le toccavano le tette o cercavano di alzarle la gonna, dicendo con fare civettuolo “Dai lasciate stare, sono fidanzata!” Quando avevo cercato di voltarmi per cercare di fare smettere questi palpeggiamenti il guidatore, con fare arrogante e uno sguardo truce, mi disse “Non scocciare. Se la tua ragazza ci sta non rompere i coglioni. Stai a guardare e zitto”. Un modo di fare che non ammetteva repliche.Arrivammo in una casa isolata che dava l’idea che non ci fosse nessuno dato che le luci nel giardino erano spente e nessuna luce filtrava dalle finestre. Il cancello automatico si aprì, entrammo nel vialetto che conduceva all’entrata dell’abitazione e dopo pochi metri la macchina si fermò. Uscimmo di macchina tutti quanti e Vanessa, con un’ingenuità che sfiorava l’idiozia disse “Ma qui non c’è nessuno ! Dov’è la festa ?” I quattro cambiarono subito il loro modo di fare scherzoso verso Vanessa e prendendola per un braccio mentre uno di loro apriva la porta le dissero “La festa la facciamo a te, bella troiona” e ci scaraventarono dentro la casa. Vanessa aveva finalmente capito le intenzioni dei quattro ma ormai era troppo tardi. Iniziò a guardarmi come per chiedermi di aiutarla a scappare di lì ma io cosa potevo fare? Cercai di dire di lasciarci stare che li avrei denunciati ma quello che ottenni fu solamente un sonoro ceffone da uno che mi prese poi il volto e disse “Cosa credi di farci paura? Un cornuto stronzo come te che lascia esibire la sua troia in questo modo cosa può essere capace di fare?” Mi dette un altro ceffone e mi ordinò di spogliarmi. Cercai di replicare ma un altro ceffone e un’occhiata fulminante di uno di loro mi fece capire che non avevo scelta e iniziai a farlo. Vanessa mi guardava terrorizzata ma anche con uno sguardo che esprimeva il suo disprezzo per la mia sottomissione. I suoi occhi sembravano dirmi “Sei proprio un uomo di merda” “Che rammollito che sei” “Sembri un cagnolino ubbidiente”Rimasi in mutande ma uno di loro mi disse che dovevo togliere anche quelle. Tolte le mutande i quattro si misero a ridere sguaiatamente e rivolgendosi a Vanessa iniziarono a fare apprezzamenti sulla mia virilità “Siamo messi proprio male eh troietta?” disse uno di loro “Come fa a soddisfare una bella troia come te uno che ha uno stecchino a posto del cazzo?” E un altro di loro rincarò la dose “Chissà quanto ci mette a cercarselo quando va a pisciare ! E’ più piccolo del dito mignolo” e giù risate. Fu così che uno di loro sparì un attimo, andò in una delle camere sopra e ritorno con dei minislip da donna color prugna, traforati. “Mettiti questi” ordinò con un modo che non ammetteva repliche quello che si chiamava Marco e io, sotto lo sguardo pieno di disprezzo di Vanessa, obbedii.Evidentemente mi ero sbagliato nel giudicare che la casa fosse vuota prima del nostro arrivo. Tanto è vero che dalle scale scese una ragazza bionda ossigenata, labbra carnose marcate dal rossetto, abbastanza alta con delle belle tette sode ma piccole messe in risalto da un top aderente e degli short che mettevano in mostra un bel culetto e delle belle gambe lunghe. La ragazza saluto gli uomini e si rivolse loro, indicando prima me e poi Vanessa, dicendo “Ecco il frocio e la troia!” mettendosi a ridere subito dopo. Fui preso, portato davanti alla ragazza, scoprii dopo che si chiamava Cinzia, che mi tirò giù le mutandine e alla vista del mio cazzetto disse accarezzandomi la testa “Ehi, sei piccoletto forte lì, ma non ti preoccupare. Ci sono altri modi per godere sai, e tu mi sembri proprio adatto per questi”. Concluse la frase prendendo in mano il cazzetto e tirandolo forte, strappandomi un urlo di dolore. Poi si avvicinò ad uno di loro, Franco, gli aprì la patta dei pantaloni, gli abbassò gli slip e tirò fuori un cazzo molto grosso anche se non ancora perfettamente duro. “Questo è un vero cazzo!” esclamò Cinzia avvicinandosi a me insieme all’uomo senza mai staccare la presa. Poi lei si avvicinò a me e accarezzandomi la testa mi disse “Ora fai il bravo e fammi vedere come sai leccare bene….non avere paura, vedrai che ti piacerà” mi incitava “Ora fagli un pompino, succhiaglielo” ordinò uno degli uomini che si chiamava Paolo..“Senti quello che chiedono i miei amici? Devi ubbidire. Prendi questo bastone tra le labbra” continuava con sarcasmo Cinzia “apri la boccuccia e inizia a leccarlo sulla punta. Vedrai che ti piacerà bel frocetto. D’altronde il tuo è veramente piccolino, sei messo proprio male. Ma ora prenderai in bocca un vero cazzo, succhialo bene che ti farà godere”. Iniziai a frignare pregandoli di non farmelo fare ma l’uomo si scappellò il cazzo e me lo forzò in bocca obbligandomi a succhiarlo. Con la coda dell’occhio vidi l’espressione disgustata di Vanessa nel vedere la mia sottomissione e sentii molto bene uno di loro che le diceva “Hai visto Vanessa che frocio è il tuo fidanzato? Ora ce lo inculiamo anche”. Sentii due mani che mi stavano lubrificando il buchetto del culo con una crema mentre Cinzia mi obbligava, senza smettere di farmi succhiare il cazzo, a mettermi alla pecorina. Percepii il contatto di una grossa cappella con il mio sfintere, poi una spinta forte che fece entrare tutto il cazzo nel mio retto. Mi si riempirono gli occhi di lacrime per il dolore e l’umiliazione. Il culo mi bruciava mentre l’uomo, Marco, iniziò a pomparmi in modo brutale. I due mi pompavano in bocca e in culo fino a che non sborrarono contemporaneamente. Ero pieno di sborra, ma la cosa che mi umiliò ancora di più e che, mentre i due mi pompavano, Cinzia mi aveva smanettato il cazzo che si era indurito e ora con gli ultimi forti colpi mi stava facendo sborrare. “Sborra frocio” mi disse con disprezzo Cinzia, cosa che feci sparando gocce di sborra sul pavimento. “Visto che ti è piaciuto, finocchietto !” commento con sarcasmo e disprezzo la ragazza. “Ora pulisci, però” mi ordinò premendomi la faccia sulla chiazza di sborra che avevo fatto. Come un cagnolino tirai fuori la lingua e leccai la sborra. Vanessa mi guardò con un’espressione di schifo, poi fui legato nudo e sporco di sborra ad una sedia.Mario, quello che era stato sempre vicino a Vanessa, disse “Ora tocca a te, bella troia. Scommetto che ti sei bagnata a vedere il frocetto del tuo fidanzato che si faceva scopare da due bei cazzoni !” e iniziò a levarle la maglietta e la gonna con Vanessa che diceva “Noo.. lasciatemi stare .. vi prego” mentre anche gli altri uomini le si erano avvicinati e iniziavano a toccarle le tettone levandole il reggiseno e metterle le mani dappertutto. “Noo.. smettetela.. mi fate male.. basta” implorava Vanessa ma le sue suppliche non servivano a niente, anzi i due uomini che avevano il cazzo duro già fuori dei pantaloni e gli altri due che stavano riprendendosi dopo avermi violentato, si infoiavano sempre di più. Cinzia, che sembrava comandare le operazioni le disse “Ah si, ora vorresti essere lasciata stare. Ma prima quando facevi ballonzolare le tettone in discoteca e facevi la puttana per far eccitare gli uomini ti piaceva. Vero troia ? Le tettone come te sono tutte troie. Mettono in mostra quelle tette di merda che hanno ma poi vorrebbero che nessuno gliele toccasse. Ora sentirai cosa vuol dire essere scopata da uomini che hanno un cazzo vero, mica quello da frocio del tuo ragazzo.”Con queste affermazioni Cinzia rivelava che era stata anche lei alla festa e poi, messasi d’accordo con gli altri uomini, doveva aver raggiunto la casa prima di loro.Vanessa fu fatta inginocchiare e a turno gli uomini la scopavano in bocca in modo brutale facendola tossire e quasi soffocare. “Ahiii” gridò Vanessa quando uno di loro la infilzò nella fica stantuffandola in modo frenetico.“Sei una troia e il tuo ragazzo un frocio, vero? Dillo puttana” gli ordinò uno dei maschi e lei lo fece, facendomi sentire sempre più una merda. L’uomo le sborrò in fica con un urlo ma il suo posto fu subito preso da un altro che la schiaffeggiava sulle tette mentre la pompava.Uno dei due che mi aveva inculato si scappellò oscenamente il cazzo e, dopo che l’altro aveva finito di sborrare nella fica di Vanessa, disse: “Ora voglio vedere se questa troia ha il culetto più stretto del suo fidanzato”. Vanessa iniziò a urlare “Nooo… vi pregoo.. lì nooo… non l’ho mai preso…” ma fu tutto inutile.Venne prese e messa a pecorina, tenuta ferma da Cinzia e un altro. Marco poggiò il suo cazzone sul buchetto vergine di Vanessa e poi spinse senza nessun riguardo. Vanessa urlò facendomi capire che il cazzo le era entrato tutto nel culo. L’uomo inizio a spingere il cazzo nel culo in modo violento mentre gli occhi di Vanessa si riempivano di lacrime per il dolore e l’umiliazione. L’unico che ancora non aveva fatto niente presentò il suo cazzo davanti alla bocca di Vanessa intimandole di succhiarlo. Dopo un po’ le venne in gola ordinandole di bere tutto. L’altro le venne nel culo strappandole un ulteriore urlo bestiale. Ci ordinarono di rivestirci, ci caricarono sulla macchina fino a portarci in uno spiazzo deserto. Ci fecero scendere ordinando a Vanessa di sollevarsi la maglietta. Vidi scendere dalla macchina Cinzia con una candela accesa. “Vogliamo lasciarti un ricordo di questa serata, in modo che non venga in mente a nessuno dei due di denunciarci” e mentre uno degli uomini bloccava Vanessa, Cinzia si avvicinò passando la fiamma della candela sul capezzolo di Vanessa e spegnendogliela sopra. Vanessa urlò e pianse così come feci io quando i cinque se ne andarono. Da quel giorno la nostra vita cambiò radicalmente.
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