Erano circa dieci anni che Luca non si parlava con sua sorella Eleonora. Non erano mai andati d’accordo, ma da bambini e anche fino all’età di vent’anni i genitori, un po’ con la loro autorità, un po’ mediando con la loro esperienza, erano riusciti a limitare i loro continui litigi. Da quando poi avevano iniziato ad essere indipendenti dai genitori, la differenza di carattere si era evidenziata ancora di più.Luca era il classico idealista. Sostenitore del vivere con onestà sia verso se stessi che verso gli altri non aveva mai pensato di raggirare il prossimo per raggiungere i suoi scopi. Non era particolarmente legato al denaro e alla bella vita anche se non disdegnava vivere agiatamente.Eleonora invece era l’opposto. Sin da piccola esisteva solo lei. Non erano state poche le volte che i genitori erano stati chiamati a scuola perché si comportava male con i compagni. E la cosa era continuata anche in età adulta.Raggiunti i vent’anni lui e i ventisette lei però, i genitori non erano più in grado di frenarli e quindi spesso i litigi erano al limite del manesco. Anche se più grande di età, Eleonora non riusciva a dominare Luca, infatti lui, fisicamente ben dotato, la teneva tranquillamente a bada e questo la mandava in bestia.Indubbiamente Eleonora a suo favore aveva però il fisico. Era una ragazza che toglieva il fiato a vederla nuda. Alta 170 centimetri, aveva un fisico atletico senza un filo di grasso. La convinzione che l’apparire fosse importante la induceva ad estenuanti sedute in palestra e dall’estetista. Il suo fisico era perfetto un culo alto e sodo su due gambe snelle e toniche. A salire, un ventre piatto che andava a sbattere alla base di due poppe quinta misura che restavano nella stessa posizione sia in presenza che in assenza del reggiseno. Due labbra carnose e un nasino all’insù completavano l’opera. I capelli erano neri e lunghi fin sulle spalle ma lei spesso li portava raccolti sulla nuca. Segretamente Luca, da questo punto di vista, aveva un debole per lei. La cosa era nata quando aveva intorno ai tredici anni e sua sorella era ormai una donna fatta di venti. Lei lo considerava ancora un bambino e quindi quando si preparava per uscire o per andare a letto, girava per casa mezza nuda incurante della sua presenza. Luca invece se la mangiava con gli occhi. Non si perdeva mai una sua vestizione quando lei aveva un appuntamento galante. Gli piaceva moltissimo quando indossava le calze autoreggenti e le scarpe con il tacco alto poi, continuava a fare dentro e fuori dal bagno alla sua camera per un’altra mezz’ora con indosso solo quello e un completino intimo, per non sgualcire il vestito. Il tutto sotto i suoi occhi. La cosa era andata avanti per qualche anno, quando ormai Luca si avvicinava alla maggiore età e il suo interesse per questi spettacoli della sorella era palese. Lei però nonostante i litigi, continuava a mostrarsi a lui in segno di sfida e di presa in giro.Luca aveva capito che Eleonora lo faceva apposta per eccitarlo e per avere, in caso di bisogno, un’arma di ricatto.In vacanza al mare era la stessa cosa. Bikini mozzafiato quando erano in spiaggia da soli e più castigati in presenza dei genitori. Quando poi Eleonora lo provocava facendosi spalmare la crema sulla schiena e sulle gambe, doveva correre in bagno a masturbarsi per non saltargli addosso.Questa loro complicità era un’anomalia all’interno del loro rapporto fratello-sorella e con il passare degli anni diminuì fino a cessare del tutto.Quando Eleonora aveva trent’anni e Luca si stava per laureare in legge, lei fu denunciata per truffa e questo per la famiglia e soprattutto per il fratello fu la goccia che fece traboccare il vaso.I genitori cercarono di farle la morale e quando lei, non sopportandoli, gli inveì contro, Luca non ci vide più e gli disse chiaro che se le maniere del vivere correttamente che erano proprie di quella casa non gli stavano bene poteva anche andarsene a vivere da un’altra parte.E così fu.Eleonora restò a vivere a Milano ma non ne volle più sapere del fratello.Successivamente Luca iniziò la carriera forense che gli diede, grazie al suo modo di fare, belle soddisfazioni facendolo diventare un avvocato di fama a Milano. Con questo, non cercati ma graditi, arrivarono anche i soldi. Se li meritava e sudava fino all’ultimo euro perché arrivava in ufficio sempre prima della segretaria e andava via sempre dopo. Questo suo attaccamento al lavoro però era andato a scapito della sua vita privata. Infatti ora, a 34 anni, non era ancora sposato, anche se aveva avuto molte storie.Eleonora invece aveva continuato a vivere come aveva sempre fatto. L’ambizione e la voglia di emergere dalla folla dei “normali” la induceva ad intraprendere ogni tipo di attività che potesse tornargli utile ma spesso, questo suo comportamento, andava a cozzare con la preparazione e l’accortezza di chi gli era di fronte, una volta che quest’ultima capiva il suo modo di fare. Era stata licenziata da più posti di lavoro e, piano piano, invece di emergere stava sparendo tra la gente priva di qualsiasi qualità; in quell’anonimato da cui poi è difficile staccarsi e in cui, per una donna con il suo carattere, è anche difficile vivere.Questo però non gli aveva impedito di continuare a spendere anche i soldi che non aveva. Dapprima vendendo tutto ciò di cui era proprietaria e che poteva avere un valore e infine ipotecando la casa che i genitori gli avevano intestato e in cui era andata a vivere.All’ennesimo capriccio poi, era finita nelle mani di un piccolo usuraio cui doveva diecimila euro e che assolutamente non aveva.Era stato quello il motivo per cui, dopo oltre dieci anni di silenzio, aveva telefonato al fratello chiedendogli di poterlo incontrare. Visto che comunque era sempre sua sorella, Luca accettò di vederla dandogli appuntamento nel suo studio per il giorno dopo.“Ti va bene domani?” gli chiese. “Si, però facciamo nel tardo pomeriggio perché prima ho da fare”. Come al solito Eleonora non si smentiva. Prima chiedeva di vederlo, poi dava lei un orario senza preoccuparsi se il fratello avesse da lavorare o meno. Luca ci passò sopra e rispose: “Va bene verso le sette?”. “Direi di si”, confermò lei.Luca immaginava che, se dopo dieci anni la sorella gli rivolgeva di nuovo la parola era perché aveva bisogno di qualcosa. Ma lui era deciso a non cedere a richieste insensate. Anche se era rimasto fedele ai suoi principi, crescendo e stando per anni nel mondo dei tribunali, aveva imparato a essere anche duro e a farsi crescere un po’ di pelo sullo stomaco……da usarsi solo in casi estremi. E forse questo lo era.Il pomeriggio del giorno dopo, alle 18 la segretaria lo salutò ed andò via. Lui, come sempre, continuò a lavorare aspettando l’arrivo della sorella che suonò al citofono alle 19 in punto. Quando gli aprì si salutarono come se fossero un avvocato che riceve un cliente. Lui la fece accomodare e la seguì mentre entravano nel suo studio. Se possibile, Eleonora era ancora più bella di quanto ricordava e i vestiti che indossava valorizzavano, sicuramente di proposito, tutte le curve del suo corpo. Un completo formato da giacca doppiopetto e gonna blu sopra al ginocchio con spacco laterale che si aprì quando si sedette lasciando intravedere il ricamo di un paio di calze autoreggenti bianche. Scarpe blu con tacco a spillo vertiginoso. La scollatura della giacca lasciava capire che sotto non portava niente…… a parte il reggiseno. La sua pelle era color oro, segno evidente che faceva delle lampade solari per preparare il corpo al sole naturale, visto che stava ormai avvicinandosi l’estate. I capelli raccolti dietro la nuca lasciavano scoperto il collo su cui spiccava una lunga collana di perle e le orecchie ornate con due semplici cerchi d’oro. Doveva riconoscere che in quanto all’arte dell’apparire più che dell’essere, sua sorella non era seconda a nessuno.Per qualche minuto si guardarono facendo finta ognuno di sistemare qualcosa. Poi lui ruppe il ghiaccio cercando, nonostante tutto, di essere gentile. “Ti trovo bene, Eleonora”. Lei, invece di parlare qualche minuto di loro e della loro famiglia, o per lo meno di fare la parte, andò subito al sodo e disse a Luca il motivo per cui era lì. “Ho bisogno di un po’ di soldi Luca. Mi servono 10.000 euro. Te li restituirei nell’arco di un anno….. magari senza interessi…… non è una grossa cifra e, ora che ho visto il tuo ufficio, penso che non avrai problemi ad aiutarmi”.Ma senti questa!, pensò Luca. Mi telefona per chiedere aiuto e stabilisce lei l’ora dell’incontro. Ha bisogno di soldi e decide al posto mio che glie li darò. E per di più decide anche che me li restituirà a rate e senza interessi. Avevo deciso di aiutarti ma a quanto vedo hai bisogno di una lezione. Decise allora di giocare duro con sua sorella e di dettare lui le regole. Se lei accettava bene altrimenti poteva anche andarsene. In fondo non era lui che aveva problemi.Come lezione decise all’istante di vendicarsi di tutte le volte che da giovane, sua sorella lo aveva stuzzicato mostrandosi seminuda o facendosi palpare al mare con la scusa della crema solare.Si alzò e girò intorno alla scrivania passando al fianco della sorella per guardare ancora la coscia che usciva dallo spacco della gonna e quella vista gli diede il coraggio che cercava per andare avanti in quello che aveva in mente. Lei lo guardava incuriosita. Chissà cosa avrebbe dato per conoscere i pensieri del fratello. Avrebbe rifiutato di aiutarla? Avrebbe posto lui delle condizioni per la restituzione della somma? E così via. All’improvviso però fu lui che glie li rivelò. Ed erano completamente diversi da quelli che pensava lei.Luca tirò fuori da un cassetto un flacone d’olio emolliente e lo mise sulla scrivania davanti a sua sorella. “E questo che sarebbe?” chiese lei stupita. “La condizione per avere il prestito”. “……non capisco…..”, continuò lei ancora più confusa. “Vedi Eleonora, come hai detto prima tu, io non ho problemi a prestarti i soldi. Posso farti subito un assegno ed i tuoi problemi sono risolti. La scelta è invece sulla restituzione o meno della cifra e, se permetti su questo decido io”. “Beh……. che diamine Luca, ho detto senza interessi per modo di dire….. intendevo con degli interessi onesti”. “Vedi Eleonora, il punto è che io non voglio indietro i soldi……”, mentre lo diceva vedeva il volto della sorella aprirsi in un sorriso. Eleonora pensava che ancora una volta, vestendosi in modo provocante e lasciando sbirciare il fratello, questi avrebbe ceduto come quando era ragazzino e quanto ora stava ascoltando ne era la conferma. Invece Luca continuò “……ma voglio invece qualcos’altro in cambio”. E finita la frase spinse verso la sorella il flacone dell’olio. Eleonora guardò prima l’olio e poi Luca il quale stava iniziando a provare gusto ad avere in pugno sua sorella. Il volto di Eleonora era smarrito. Evidentemente non riusciva a capire cosa significasse quella sceneggiata. “Cos’è, uno scherzo?….. Che significa questo flacone?……. Non capisco cosa c’entri questo con il prestito che ti ho chiesto”. Il sorriso sul suo volto stava lentamente lasciando il posto all’arrabbiatura e all’insicurezza.Luca la guardò per qualche altro secondo, lasciandola ancora un po’ sulle spine poi disse: “Il culo!”. “Come scusa?” disse Eleonora. “Il culo Eleonora ……il tuo culo!”. “Ma che significa!?…. Che c’entra!?…… Io non……”. Il volto di Luca passò da serio a divertito. “Se vuoi che ti dia quei soldi, non me li devi restituire ma devi darmi il culo!”. Mentre lo diceva sentiva nei pantaloni un’erezione eccezionale che gli indolenziva l’inguine.All’inizio Eleonora non era certa di aver capito bene. Gli ci vollero un paio di minuti per assimilare ciò che le sue orecchie avevano sentito. In questi due minuti il suo volto lentamente divenne rosso come un peperone. Ciò era dovuto alla vergogna ma soprattutto all’incazzatura che, come quando erano ragazzi, stava montando preannunciando scintille. “Ma che cosa stai dicendo? Come ti permetti? Brutto stronzo!” E si alzò allungandosi sulla scrivania e mollandogli un ceffone. Invece di arrabbiarsi, Luca si eccitò ancora di più. Sia perché questa reazione della sorella gli aveva fatto capire che lei era proprio alle corde e quindi era costretta comunque a valutare una simile proposta, sia perché, allungandosi verso di lui in preda all’arrabbiatura, si era scomposta e dalla scollatura della giacca erano quasi uscite fuori, ondeggiando, le sue voluminose tette. Lei era in piedi dall’altra parte della scrivania con ambedue le mani poggiate su di essa che lo guardava tra il meravigliato ed il disgustato per una simile proposta.Mentre si massaggiava la guancia, anche Luca si alzò e mise il suo viso ad un palmo da quello della sorella. Con una calma sorprendente gli disse: “ Stronzo un cazzo, Eleonora. Per anni me lo hai mostrato in tutte le salse prendendoti gioco di me ed approfittando di questa mia debolezza per il tuo fisico. Tu lo hai sempre saputo ed hai sfruttato la cosa ogni volta che ti faceva comodo. Poi non mi hai più considerato per dieci anni e ti ripresenti ora solo per chiedermi dei soldi vestendoti come una puttana d’alto bordo per raggirarmi ancora una volta. Invece questa volta le condizioni le detto io. O mi dai il tuo bel culetto oppure alzi i tacchi e te ne vai!”.Eleonora lo guardò con occhi di fuoco ancora qualche secondo, poi capito che non c’era niente da fare, prese la borsetta sulla poltrona e con passo di carica uscì dallo studio e si diresse verso la porta dell’ufficio seguita da Luca che, prima di aprirgli guardò l’orologio e gli disse: “Sono le otto. Sto’ qui fino alle nove poi vado a casa. Se per quell’ora non sei tornata puoi dire addio ai tuoi soldi”. E gli aprì la porta.L’eccitazione e l’euforia per ciò che aveva fatto e detto lo facevano sentire un dio. Aveva in mano sua sorella e sapeva che lei stava prendendo seriamente in considerazione la cosa. Sarebbe stata così zoccola da accettare di farsi inculare dal fratello per soldi oppure avrebbe rifiutato ed affrontato i creditori e le conseguenze che il suo modo di vivere gli aveva creato?La risposta arrivò, insieme a sua sorella, alle nove meno un quarto.Lui cercò di essere dolce ma lei, sentendosi ormai sconfitta gli rispose con tono arrogante: “Sbrighiamoci a fare questa cosa e poi dammi i soldi che me ne voglio andare!”.“Bene!” rispose allora lui altrettanto freddo. Spostò la scrivania a ridosso di un grande specchio a parete, ci mise sopra il flacone dell’olio, poi si girò verso sua sorella e, indicando il tavolo gli fece: “Prego!” Lei si avvicinò guardandolo. “Togliti la giacca!” gli ordinò mentre anche lui iniziava a spogliarsi. Nessuna delle donne con cui era stato aveva un petto pieno come quello di sua sorella. E l’intimo che lo conteneva era veramente per palati fini. Doveva riconoscere che sua sorella aveva gusti di gran classe. Quando tolse lo slip, la sua erezione si manifestò in tuta la sua magnificenza: 23 centimetri di lunghezza per quattro di diametro. Sua sorella sbarrò gli occhi e sbiancò a quella vista. Luca si avvicinò ad Eleonora, la prese per i fianchi e la fece girare, facendogli poggiare le mani sulla scrivania e la pancia sul bordo. Poi gli prese la gonna e la tirò su arrotolandola sulla schiena. Lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi era di prim’ordine. Dopo dieci anni dall’ultima volta che l’aveva visto in spiaggia, quel culo era ancora il più perfetto che avesse mai visto. I contorni delle chiappe erano evidenziati da un tanga che ad un certo punto ci spariva in mezzo. La pelle era perfettamente abbronzata e perfettamente liscia. Iniziò ad avere l’acquolina in bocca a quella vista. Finalmente avrebbe avuto il culo di sua sorella! Quante volte si era masturbato pensando a quel momento! Ed ora era arrivato! Si appoggiò a lei e, presala per i fianchi, iniziò a strofinargli il cazzo nel solco. Con gli occhi bassi sul culo, vedeva la sua cappella apparire e sparire e sentiva sui lati la morbidezza ed il calore di quella carne, mentre sotto percepiva l’esile striscia di stoffa che copriva il forellino anale di sua sorella. Alzò gli occhi allo specchio e vide l’espressione dipinta sul viso di sua sorella. Era di impotenza e nello stesso tempo di altezzosità quasi a voler significare che ciò che stava per avvenire sarebbe stato un favore che faceva al fratello e non una costrizione che, per indole, non riusciva ad accettare. A Luca quello sguardo non piacque. Bisognava far capire ad Eleonora chi conduceva il gioco. Portò le mani sulle coppe del reggiseno e le abbassò facendo fuoriuscire le grosse zinne della sorella che, da come molleggiarono, sembrava non aspettassero altro. Poi gli poggiò le mani sulla schiena e la costrinse ad abbassarsi ancora un po’ per far sporgere meglio il culo. Infine poggiò le mani sulle sue chiappe e, spostata con il pollice la strisciolina di stoffa che ostruiva il contatto più intimo, iniziò a strusciare la cappella sul buchetto che di lì a poco sarebbe stato suo. A quel punto alzò di nuovo gli occhi allo specchio e si accorse che sua sorella aveva capito come stavano le cose. Infatti, tipico del suo carattere, lo guardava con rabbia. Decise di stuzzicarla ancora di più e vedere se in fondo la situazione non eccitava anche lei. Abbassò di poco la cappella e, sempre guardandola negli occhi, glie la strofinò tra le labbra della fica. Lei si ritrasse subito dicendo: “Eh no, mio caro! Gli accordi non erano questi!” Luca capì che quello era solo un modo di Eleonora per illudersi di controllare la situazione ma dal fiume di umori che usciva dalla sua fica e che in un secondo gli aveva lavato la cappella, ebbe la conferma di ciò che sospettava. A sua sorella quel trattamento stava piacendo!Decise di passare all’azione. Tirò giù il tanga della sorella fino a metà coscia. Prese il flacone dell’olio e ne versò un filo nel solco delle chiappe. Con una mano ne allargò una e con l’indice dell’altra lo spalmò intorno al forellino massaggiando delicatamente. Dopo un paio di minuti di quel trattamento versò altro olio e provò a forzare il buchetto. All’inizio sembrò che il dito entrasse senza problemi ma poi sentì i muscoli stringersi intorno come a voler impedire che quella violazione continuasse. Aveva tutto il tempo di questo mondo e quindi continuò a massaggiare e a provare più volte finché non capì che sua sorella si era abituata al suo dito ed iniziò lentamente e delicatamente a farlo scorrere dentro e fuori. Guardò di nuovo il volto di sua sorella e si sorprese a vederla ad occhi chiusi, rossa in volto e con i denti che mordevano il labbro inferiore quasi ad imporsi di non gemere sotto l’azione del fratello. Ma due cose divennero evidenti nella mente di Luca. La prima era che alla sorella piaceva il trattamento. La seconda era che, a giudicare da quanto era stretta, sua sorella era vergine dietro! Non aveva mai permesso a nessuno di incularla! Incredibile! Sua sorella, intuito ciò che passava per la testa del fratello lo richiamò al presente dicendo: “Beh?…..Sorpreso?……. Lì sono vergine!…… che c’è di strano?…….. Non ho mai voluto…….si insomma non ho mai avuto il coraggio di farlo fare a nessuno……un po’ per vergogna ed un po’ per paura di provare dolore,……. in fondo è contronatura……”.Luca a quella conferma della sorella, fatta con tono imbarazzato, si eccitò ancora di più. Il suo cazzo era teso al massimo e lui si chiese come poteva, un simile arnese, entrare nel buchetto vergine della sorella. Gli si mise a fianco, gli diede il flacone dell’olio e gli disse: “Ora devi oliare me”. Questa volta Eleonora, come se già sapesse che spettava a lei una simile operazione, non oppose nessuna obiezione e, con sorpresa di Luca, si fece cadere un po’ d’olio nel palmo della mano e iniziò a masturbare il fratello oliandogli per bene tutta la verga arrecandogli un piacere enorme accentuato dalla vista delle pesanti zinne della sorella che oscillavano insieme al movimento della mano. Quando fu pronto, si rimise dietro la sorella la quale a sua volta riprese la posizione iniziale. Si guardarono ancora una volta negli occhi ma questa volta quelli di Eleonora avevano un’espressione di eccitazione mista ad una di supplica. Infatti, quando Luca poggiò la cappella sul buchetto, la sorella gli disse: “ Hai un cazzo enorme, Luca. Per favore…..non farmi male”.A quelle parole Luca si calmò e decise di far restare a sua sorella un ricordo piacevole della sua prima inculata. “Rilassati Eleonora, e cerca di non opporre resistenza quando senti che io spingo. Vedrai……sarà più facile di quanto pensi”. Detto questo iniziò a forzare il buco del culo della sorella. Lei, applicandosi e seguendo i suggerimenti del fratello, rese facile questa prima profanazione permettendo alla cappella di entrare senza troppi problemi. Eleonora aveva un’espressione di dolore mista a sorpresa. Quest’ultima era dovuta ai pensieri che affollavano la sua mente. Non avrebbe mai immaginato di perdere, a quarant’anni, la verginità posteriore facendosi inculare dal fratello più giovane!!Luca aspettò che sua sorella si rilassasse e forzò ancora facendo entrare circa metà cazzo nel suo culo e lei, a questo punto, emise un gridolino di dolore. Allora lentamente lui iniziò a retrocedere uscendo totalmente da lei, poggiandole la verga lubrificata tra le chiappe e lasciandola riprendere mentre gli massaggiava le zinne. Quando vide che sua sorella si era ripresa la oliò di nuovo, si oliò il cazzo, lo ripoggiò sul buco del culo e appena si accorse che lei aveva allentato il muscolo anale spinse lentamente ma con decisione, affondando in lei fino a che le sue palle non andarono a sbattere sulle chiappe di sua sorella. Lei, che non si aspettava un simile affondo, rimase a bocca aperta per la sorpresa e il dolore……ma il più era fatto!! Il fratello gli aveva sverginato il culo!!Quando glie lo aveva oliato si era resa conto che suo fratello era superdotato e non era certo quello l’arnese adatto per essere sverginata. Ora che lo aveva tutto dentro aveva la conferma di questo. Si sentiva dilatata in modo innaturale. Il dolore si stava attenuando lasciando il posto ad una sensazione di fastidio dovuta all’intruzione di quei 23 centimetri di cazzo. Luca era fermo e aspettava le reazioni di sua sorella che vedeva sofferente. Per aiutarla passò una sua mano davanti e iniziò ad accarezzargli la fica. Questa volta Eleonora non si oppose ma lo guardò, attraverso lo specchio, grata per quel gesto che le alleviava le sofferenze.Nonostante il dolore la sua fica era un lago. Luca ci affondò due dita e iniziò a masturbarla. Dopo qualche minuto, il bacino di sua sorella iniziò a muoversi a tempo con la sua mano e il movimento faceva sì che anche il cazzo si muoveva leggermente dentro il culo che a sua volta si stava abituando a quella presenza. Allora Luca iniziò a sua volta a muovere il bacino, tentando un timido dentro-fuori. Rimase piacevolmente colpito nell’appurare che il movimento non veniva impedito dai muscoli anali di Eleonora e quindi iniziò a muoversi più deciso facendone uscire, per poi riaffondare, sempre più.Questo doppio servizio che stava facendo a sua sorella – la mano davanti ed il cazzo dietro -, iniziò ad avere i suoi effetti. Eleonora infatti ondeggiava il bacino per accompagnare il massaggio della mano e contemporaneamente spingeva indietro le chiappe per andare a tempo con i suoi affondi.Quando fu sicuro che il suo arnese scorreva tranquillo nel culo della sorella, smise il massaggio davanti e con ambedue le mani gli aprì le chiappe ed iniziò ad incularla con foga facendo scorrere tutto il suo cazzo ben oliato dentro e fuori. Alzò gli occhi allo specchio ed incrociò quelli della sorella che rispondeva colpo su colpo ai suoi affondi. Ognuno lesse negli occhi dell’altro, senza ombra di dubbio, un’eccitazione estrema che nessuna scopata precedente fatta con altre persone era riuscita a dargli.Era principalmente un’eccitazione mentale dovuta alla consapevolezza dell’atto incestuoso che la sorella veniva inculata dal fratello e che il fratello inculava la sorella. E questo moltiplicava a dismisura il piacere che ormai, anche in Eleonora aveva preso il sopravvento sull’iniziale dolore.Per qualche minuto si sentì solamente lo sbattere della pancia di Luca sulle chiappe di Eleonora e i loro gemiti di piacere. In quei minuti Luca gettava lo sguardo a volte al suo cazzo che ormai appariva e spariva, con una facilità all’inizio impensata, dal culo di sua sorella, a volte sul volto di sua sorella che ormai in preda al godimento aveva veramente l’espressione di una puttana e a volte sulle sue grosse zinne che oscillavano incontrollate sia andando in alto e in basso che sbattendo tra loro per poi riallontanarsi. Quelle due masse lo stregavano e lo inducevano ogni tanto a strizzarle , a soppesarle e a titillare i capezzoli grossi come ciliegie e duri all’inverosimile.“Ricordati che, appena ai finito di fare i tuoi porci comodi…… mmmmmmm……. devi farmi l’assegnoooooo……….” disse ad un tratto la sorella come a ricordargli che ciò che stava facendo era solo per dovere. Luca, accettando la situazione, allungò il braccio, aprì un cassetto della scrivania, prese il blocchetto degli assegni, lo poggiò sulla schiena di sua sorella e, mentre continuava ad incularla, lo compilò in alcune parti senza firmarlo. Poi lo staccò e glie lo infilò tra le zinne da dove però, a causa del loro ballonzolare incontrollato, cadde sulla scrivania. Lei, restando poggiata con una sola mano sulla scrivania, cercando, con una certa difficoltà, di reggere agli affondi del fratello, lo raccolse e lo lesse. “Mmmmmmm…… aaaaaahhhhhhh……… ma……oooooooohhhhhh…….. ma qui manca la firmaaaaaa… e…… l’importoooo…..”. E Luca di rimando: “ Come si dice? Prima il piacere e poi il dovere”. “Veramente è il contrario”, gli rispose la sorella mentre, poggiate nuovamente tutte e due le mani sulla scrivania, aveva iniziato a rispondere con foga, spingendo indietro il bacino, alle pompate del fratello.“Dipende dai punti di vista” rispose Luca, “per te vale il detto originale. Prima il dovere di farti inculare da tuo fratello, poi il piacere di avere l’assegno che risolve i tuoi problemi. Per me è il contrario: prima il piacere di svuotarti nel culo il mezzo litro di sborra che ho parcheggiato nelle palle e poi il dovere di completare quell’assegno”. Mentre si beccavano così, Luca le accarezzava tutto il corpo. Dalle cosce lisce alle chiappe sode, dalla fica carnosa al ventre piatto, dalle spalle toniche a scendere sulle zinne opulente. Tutto in sua sorella lo eccitava. Doveva trovare il modo di averla di nuovo.All’ennesima strizzata di zinne sua sorella venne.“Non rallentare ora Luca…… ssssiiiiiiii, …..cosìììììììì, ………continua cosììììììì…… mmmmmmm ……stò venendooooooo…… godoooooo……. siiii….. siiii……. ancoraaaaaa…….. che cazzone che hai Luca…… oooooohhhhhh che cazzooooneeeeee…….. spingi…. spingiiiiii…….”. Luca, a sentire queste parole non riuscì più a trattenersi: “Vengo pure io grande troiaaaaa……. hai visto quanto ci voleva poco a farsi sverginare il culo?……. tié…… tié……. tiè”, ripeteva ad ogni affondo. “Dai…… che aspetti?…… Svuotati la palle nel culo di tua sorellaaaaa…… oddiooooo…… fammi vedere quanta ne fai… mmmmmm…… ti piace è? L’uomo tutto d’un pezzo che si incula la sorella…… mmmmm…… porcoooooo……. non ti fermare ….spingilo tutto dentro….. è belloooooo…… eccome se è bellooooo……”. Luca non ce la fece più e, aggrappatosi alle zinne della sorella, poggiò la fronte sulla sua schiena e iniziò a sborrargli nel culo. Un getto,….. due getti,…..tre,…….quattro…… sembrava non finire più. La sua sborra iniziò a uscire lateralmente e colare sulle cosce della sorella che sembrava in stato di incoscienza talmente intenso era stato anche per lei il godimento.Restarono immobili per parecchio tempo prima che Luca, lentamente si sfilò da Eleonora.Si accorse che il suo cazzo era ancora duro nonostante l’intensa sborrata. Evidentemente la consapevolezza di aver sverginato il culo di sua sorella lo manteneva eccitato. Aveva bisogno di un secondo round ma doveva tenere fede all’impegno preso.Con un fazzoletto si asciugò l’uccello e lo stesso fece con il culo e le cosce della sorella che nel frattempo aveva poggiato i gomiti sulla scrivania e si stava riprendendo.Anche lui poggiò i gomiti sulla scrivania stando al fianco di sua sorella. Per un po’ tutti e due stettero così guardandosi in faccia ed aspettando che il loro respiro tornasse regolare. Poi prese l’assegno, scrisse l’importo, mise la firma in calce e lo rimise sotto il naso di Eleonora. Lei lesse la cifra sorpresa e poi guardò il fratello che intanto si era rialzato e appoggiato alla parete a fianco allo specchio. “Ma questi sono undicimila euro non diecimila!”. “Oggi sei la mia puttana e ti pago il servizio”, disse Luca spavaldo. Lei, che più volte aveva buttato lo sguardo sul cazzo ancora duro del fratello, gli rispose: “Allora finché stai in quello stato ancora non mi sono guadagnato la marchetta”. E si ritirò su poggiando nuovamente le mani sulla scrivania, riassumendo la posizione iniziale. Poi guardando il fratello tirò indietro il culo.Incredibile! Era proprio sua sorella che gli chiedeva il bis! “Questa volta voglio la fica” provò a dire lui. “E sia!” disse lei vinta dalla libidine. Luca le tornò dietro e in un secondo le fece sparire i suoi 23 centimetri di cazzo nella fica strappando alla sorella un gemito di piacere. La scopò per un altro quarto d’ora strizzandola ancora dappertutto e dandole ripetutamente della troia. Sua sorella, che in effetti godeva proprio come una troia, a sua volta gli diede ripetutamente del porco pervertito.Quando però lei venne con la stessa intensità della prima volta e lui gli svuotò un’altra considerevole quantità di sborra nella fica, dovettero ambedue arrendersi all’evidenza dei fatti: gli era piaciuto da matti scopare tra fratelli.

