Mi chiamo Luciano, ho 56 anni, il mio fisico è quello di un uomo che si è lasciato andare, ho passato troppi anni da solo e per vincere la solitudine bevevo, ora che mi sono disintossicato dall’alcool mi è rimasta la pancia che mi ricorda il passato, anche il mio aspetto è quello di un uomo più vecchio, i capelli sono quasi tutti grigi e la mia faccia è scavata da grosse rughe, malgrado tutto ciò da un paio di anni mi sono messo con una donna di 45anni, Monica.Monica al contrario di me è molto giovanile, è divorziata e ha due figlie gemelle di 18 anni, Sara e Chiara.Monica lavora come infermiera nella clinica dove ero andato per guarire dal vizio del bere, era la mia infermiera, essendo una clinica privata dove si pagava una cifra assurda, c’era il privilegio di avere sempre la stessa persona che ti accudiva.Con lei instaurai un bellissimo rapporto che piano piano si trasformò in qualcosa di più.Quando avevo le crisi di astinenza diventavo cattivo e anche se non mi ricordo e lei non me ne ha mai parlato, credo anche di averla colpita più di una volta, infatti più di una volta avevo visto dei lividi sulla sua pelle, lei era andata a lamentarsi con i suoi superiori, ma essendo un lavoro in nero praticamente le dissero che doveva sopportare tutto se voleva tenere l’impiego.Passato il brutto della crisi diventavo triste e continuavo a piangere, lei mi stava vicino, mi accarezzava e io mi immaginavo che era la mia donna e cominciavo a mia volta ad accarezzarla, infilavo le mani nella scollatura della sua divisa e le stringevo il seno tra le dita, lei si irrigidiva tutta ma alla fine mi faceva fare, pian piano le crisi si attenuarono e io compresi che potevo approfittare sempre di più della mia infermiera.Una sera feci finta di stare male e lei come sempre mi venne vicino per cercare di calmarmi, quando la finta crisi passò, lei rimase accanto a me come faceva sempre, io risposi alle sue carezze palpandole il seno prima attraverso la stoffa del camice e poi infilando la mano dentro per sentire la sua pelle calda a contatto con le mie mani, lei ormai si era rassegnata e quasi non ci faceva più caso, ma quella sera volevo di più, mentre una mano aveva preso possesso di un suo capezzolo e lo stringeva fino a farle male, l’altra mano si era fatta strada fin sulla sua coscia e da lì risaliva piano fino a sentire il bordo degli slip.Monica non sapeva come reagire, rimaneva rigida, sperava che come sempre succedeva io mi accontentassi di una palpatina e poi la lasciavo stare, quando sentì che le mie dita stavano cercando di spostare gli slip per accarezzarle la figa cercò di rialzarsi dal bordo del mio letto ma io fiu più veloce la attirai verso di me facendomela cadere addosso e subito mi rigirai schiacciandola con il peso del mio corpo, provai a baciarla ma lei si divincolava e non ci riuscivo.Ormai sentivo il mio cazzo che si gonfiava come non succedeva da molto tempo e non capii più niente, ero impazzito dalla voglia, sempre schiacciandola sotto di me la presi per i capelli così che non poteva più muovere la testa senza farsi male da sola, iniziai a leccarle tutto il viso, le lasciavo strisce di saliva, sembrava che le fosse strisciata addosso una lumaca, quando arrivai alla sua bocca cercai di penetrarla con la mia lingua ma lei non collaborava allora le tirai indietro la testa tirandole con forza i capelli e quando lei gridò ne approfittai infilandole un dito al lato della bocca impedendole di chiuderla e cominciai a baciarla prima leccandola come per sentire il suo sapore, poi riuscii a infilare la mia lingua nella sua bocca e la intrecciai con la sua, lei nel frattempo iniziò a piangere ma non si ribellava più neanche quando le lasciai cadere una grossa quantità di saliva nella sua bocca.Poi toccò al suo seno, alzandomi un po’ riuscii a slacciarle i bottoni del camice e le alzai il reggiseno poi lo presi in bocca succhiandolo come fa un bambino con la mamma, succhiavo forte e sentivo che involontariamente i capezzoli diventavano duri, provai anche a morderli prima piano e poi sempre più forte, lei restava sempre immobile e non cercava più di sottrarsi alle mie attenzioni.Allora mi spostai da sopra di lei e finii di slacciarle la divisa, sotto aveva solo la biancheria intima, le misi una mano negli slip e sentii il suo pelo morbido sotto le mie dita, cominciai ad accarezzarla sentivo che anche se contro la sua volontà la sua figa si stava bagnando, quando riuscii ad infilare un dito dentro lei lanciò un grido, era morbida e bagnato il mio dito scivolava dentro di lei e a quel dito ne aggiunsi un altro continuando un lento dentro e fuori che la faceva eccitare sempre di più, infatti quando le presi una mano e me la portai sul cazzo che spingeva contro la stoffa del pigiama lei non si fece pregare per prenderlo in mano e cominciare una sega meravigliosa.Mi alzai allora dal letto, la posizionai con le gambe divaricate che appoggiò sul bordo del letto e cominciai a leccarle la figa, sentivo sotto la lingua il suo clitoride che si induriva lo prendevo allora fra le labbra come se fosse un piccolo cazzetto e lo stringevo, intanto con le dita la penetravo lei cominciò a godere allora mi rialzai e le misi il mio cazzo in bocca, lei sembrava riluttante ma alla fine acconsentì a farmi un pompino, mi sentivo scoppiare, le sue labbra sul mio cazzo mi davano sensazioni indescrivibili, quando non ce la feci più la spinsi di schiena sul letto e la penetrai con forza facendola gridare dal dolore che però subito passò per lasciare solo il piacere.Erano parecchi mesi che non scopavo una donna e forse fu per quello che mi sembrava la migliore scopata della mia vita, non accennavo a venire, allora lo tirai fuori e la feci mettere alla pecorina, mentre la scopavo sentivo le mie palle che le sbattevano addosso, mi chinai su di lei e riuscii a raggiungere le sue tette e a stringerle dandole colpi sempre più forti, ad ogni colpo lei gemeva un po’ per il dolore e un po’ per il piacere, quando finalmente sentii che stavo per esplodere lo tirai fuori dalla sua figa e le dissi che volevo sborrarle in bocca, non appena lei si girò il mio cazzo cominciò ad eruttare come mai prima di allora, lei si ritrovò piena di sborra.Mi lasciai cadere esausto sul letto e la sentii che lei dopo essere andata in bagno a sistemersi usciva dalla mia camera senza dire nulla.Da quel momento capii che il mi soggiorno in clinica sarebbe stato piacevole.
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