Sara fisicamente era guarita, sulla sua pelle non c’era più alcun segno che faceva ricordare quello che le era successo, ma mentalmente era depressa, non voleva più uscire di casa, non parlava quasi mai e non rideva più.Insieme a Chiara e Monica, cominciò a frequentare delle sedute da una psicologa che le aiutava a superare i traumi subiti.Quando tornavano a casa Monica mi raccontava com’era andata la seduta, era venute fuori cose che non pensavamo, infatti scoprimmo che quando erano piccole le due bambine aveva assistito più volte alle violenze sessuali subite dalla madre e alle continue botte che il marito le dava senza ragione, ma la loro mente aveva rimosso questi sgradevoli ricordi che però erano riaffiorati il giorno che il padre le aveva rapite.Da quel maledetto giorno erano cambiate, non erano più le ragazze spensierate che erano prima e non sapevo come aiutarle.Una sera ero a letto con Monica, come sempre il solo averla vicino mi eccitava, la presi fra le braccia e cominciammo a baciarci sempre più appassionatamente, mi appoggiavo a lei facendole sentire la mia erezione, non ci fu bisogno d’altro, continuando a baciarmi fece scendere la sua mano ad accarezzarmi il cazzo attraverso la stoffa dei miei boxer, poi infilò la mano nell’elastico prendendo in mano il mio cazzo e cominciando a menarmelo, a mia volta le sfilai la camicia da notte e le presi un seno fra le labbra mentre una mano era giunta a massaggiarle la figa trovandola già bagnata, infilai un dito dentro di lei strappandole un sospiro, continuai a masturbarla finchè la sentii venire, solo allora me la tirai addosso, era seduta sopra di me, mi cavalcava la aiutai ad alzarsi quel tanto che bastava per dirigere il mio cazzo nella sua figa, lei si abbassava piano, risucchiandomi il cazzo, quando entrò tutto rimase ferma per sentirlo meglio, io contraevo i muscoli e lei iniziò ad andare su e giù, la lasciai fare mentre la facevo abbassare in modo di avere i suoi seni a mia disposizione, infatti le succhiavo i capezzoli, avevo messo le mie mani sul suo culo e l’aiutavo a scoparmi, poi senza farla alzare la girai in modo da essere io sopra di lei, la sentivo che si contorceva in preda all’orgasmo, le chiesi dove voleva che sborrassi e lei mi disse che lo voleva nel culo, non me lo feci ripetere, la misi alla pecorina, aprii le sue chiappe con le mani mettendo in mostra il suo buchetto e cominciai a leccarlo, poi presi la vasellina e gliela spalmai una grande quantità sia fuori che dentro, poi mi unsi il cazzo, lo appoggiai al suo buchetto e spinsi dolcemente, lo sentivo entrare, come sempre lei restava rigida, anche se non le facevo male non riusciva a rilassarsi mai completamente all’inizio, la abbracciai e tenendola stretta a me mi sdraiai con la schiena appoggiata al letto, lei era sdraiata sopra di me, il mio cazzo non era uscito dal suo culo.Messo così potevo leccarle il collo, cosa che la eccitava molto, con la mano riuscii a raggiungere la sua figa, la masturbavo finchè la sentivo che stava per venire, allora le chiedevo il permesso di scoparla un po’ più forte, riprendevo allora a masturbarla finchè sentivo i suoi sospiri farsi sempre più incontrollati, solo allora la scopavo con forza sicuro che il suo godimento non le avrebbe fatto sentire dolore, quando finiva eravamo sempre esausti e restavo con il cazzo nel suo culo fino a quando si smosciava e usciva da solo, restavamo abbracciati a lungo prima di addormentarci.Ma quella sera Monica mi disse che durante le sedute le era venuta in mente una cosa di cui aveva provato a parlare con le figlie, secondo la psicologa avevano entrambe bisogno di incontrare una persona che le avrebbe amate e le avrebbe fatto dimenticare tutte le cose brutte che avevano dovuto subire, ma secondo lei i ragazzi della loro età erano tutti egoisti, non avrebbero potuto aiutarle, anzi avrebbero peggiorato le cose, ma però le due ragazze avevano già qualcuno che le amava tantissimo e che avrebbe fatto tutto per loro senza farle soffrire, quella persona ero io.Rimasi a bocca aperta, non potevo aver capito quello che voleva dire, ma invece era proprio così, Monica mi disse che solo io con il mio amore e con la mia dolcezza ero riuscito a farle apprezzare il sesso e a farle dimenticare le violenze e potevo fare lo stesso con Sara e con Chiara, infatti le ragazze durante le sedute dalla psicologa avevano detto che io ero l’unico uomo che amavano e di cui si fidavano, vedevano quanto io amassi anche se non erano mie figlie, avevano più volte assistito alle effusioni che ci scambiavamo io e Monica.Sara una volte aveva detto a Monica che a volte era gelosa di lei perché avrebbe voluto esserci lei con me, da lì era partito tutto, la madre aveva detto alle figlie che avrebbe provato a convincermi.Era un’idea assurda, ma più ci pensavo più mi convincevo che non era poi così assurda, io Sara e Chiara le amavo veramente e poi non erano mie figlie, dicevo sempre che avrei fatto di tutto per loro e ora che me lo si chiedeva potevo tirarmi indietro?. No, se veramente erano convinte di quello che volevano le avrei accontentate.
Aggiungi ai Preferiti