Erano passati alcuni giorni dalla sera in cui Monica mi aveva scioccato con la proposta che dovevo fare l’amore con le sue due figlie per poter far superare loro i traumi che avevano subito dal padre.Sara e Chiara, io le avevo sempre considerate come figlie, e le vedevo sempre come due bambine ma da quel giorno le guardavo con occhi diversi, era come se si fossero trasformate in due ragazze nel giro di una notte, notavo le loro curve sotto gli abiti, ammiravo le loro lunghe gambe che spuntavano da sotto le gonne, e mi accorgevo del loro seno che era cresciuto, d’altra parte loro non si vergognavano di me e non avevano nessun problema quando uscivano dal bagno dopo aver fatto la doccia, coperte solamente da un asciugamano che lasciava ben poco all’immaginazione.Con Monica non avevamo più ripreso il discorso anche perché con lei mi ero mostrato contrario.Arrivò la fine della scuola e Monica con Luca e Chiara partirono per il mare, Sara rimase a casa perché doveva dare delle ripetizioni a una ragazzina che doveva fare gli esami di maturità, e io dovevo finire dei lavori urgenti.Monica e Chiara all’inizio non volevano partire ma poi si pensarono che era meglio sfruttare la nostra casa al mare, i capricci di Luca le convinsero definitivamente, io e Sara li avremmo raggiunti i fine settimana.La sera dopo la loro partenza io e Sara eravamo seduti ognuno su un divano a guardare la tv, stavano trasmettendo un film dell’orrore, quando le scene si fecero più impressionanti Sara mi chiese se poteva venire a sedersi vicino a me, mi spostai per farle posto e lei si mise seduta di fianco a me, ogni tanto la sentivo sussultare per la paura allora le circondai le spalle con un braccio e lei si accoccolò contro il mio petto, potevo sentire il suo cuore che batteva forte, restammo così per tutta la durata del film.Quando il film finì Sara mi diede la buona notte e andò a letto, io rimasi alzato a guardare una trasmissione sportiva poi anch’io andai a dormire.Nel mezzo della notte sentii che qualcuno mi scuoteva piano e mi svegliai, davanti a me c’era Sara, mi chiese se poteva dormire con me perché aveva avuto un incubo e non essendo abituata a dormire senza sua sorella non riusciva ad addormentarsi, io mezzo assonnato spostai il lenzuolo e senza parlare le feci cenno di entrare nel letto, non se lo fece ripetere, si sdraiò di fianco a me e spense la luce, io non riuscivo a riaddormentarmi, sentivo il suo respiro che si faceva sempre più regolare e quasi subito si riaddormentò, dopo un po’ però ricominciò ad agitarsi e la sentivo lamentarsi nel sonno, sicuramente stava facendo ancora dei brutti sogni, improvvisamente cominciò a gridare e a piangere ma non si svegliava, la chiamai e la scossi leggermente, lei si svegliò, si guardò intorno con lo sguardo smarrito di chi non sa dove si trova, quando mi riconobbe mi abbracciò e si mise a piangere, io la tenevo fra le braccia e la consolavo come quando era piccola, le chiesi di raccontarmi il sogno appena fatto così da esorcizzarlo e mandarlo via, quando era piccola lo facevamo sempre, ma lei non voleva allora andai in cucina e le preparai una camomilla.Quando si fu tranquillizzata le chiesi se potevo spegnere la luce e ci rimettemmo a dormire, eravamo sdraiati vicini e lei mi prese la mano stringendola fra le sue, poi senza che le chiedessi nulla cominciò a raccontarmi il sogno, il film non c’entrava nulla, l’incubo che aveva avuto era un rivivere quello che suo padre le aveva fatto qual giorno che l’aveva violentata, lei con me non ne aveva mai voluto parlare ma quella notte mi raccontò tutto, dal momento che quell’essere aveva preso lei e sua sorella fino a quando arrivarono i carabinieri a liberarla mentre suo padre incurante di tutto continuava a violentarla. Mi raccontò che la sua paura più grande, passato tutto, era quella che io non la volessi più, si vergognava come se quello che era accaduto fosse stata colpa sua, mi disse che da quella volta le sembrava che io fossi cambiato nei suoi confronti, non l’abbracciavo e non la baciavo più, non giocavo più con lei facendole il solletico finché non mi supplicava di smettere.Allora le spiegai che io le volevo sempre bene, anche più di prima e che se il mio atteggiamento era cambiato era solo perché non volevo che le mie effusioni fossero scambiate per qualcosa di più volgare e che le facessero tornare in mente la violenza subita, ma se lei voleva poteva tornare tutto come prima, così dicendo la abbracciai e lei si lasciò coccolare, quando mi abbracciò a sua volta e alzo il suo viso verso il mio per ricambiare i baci che le davo, involontariamente sentii che il mio cazzo si faceva vivo, mi stavo eccitando.Passammo il resto della notte a parlare, la tenevo stretta fra le braccia e la consolavo quando il suo racconto la faceva piangere, alla fine mi disse che non voleva più avere nessun rapporto con un uomo, io cercai di spiegarle che lei aveva conosciuto solo il lato peggiore, che fare sesso poteva essere molto appagante e perché no, anche divertente, se fatto con la persona giusta, che si amava e che soprattutto che ti ama, allora mi rispose che ne avevano parlato, lei Chiara e Monica con la psicologa che le aveva in cura, e tutte e tre erano sicure che l’unico che le avrebbe fatto superare il trauma, ero io perché erano sicure che nessuno le amava come le amavo io, e anche loro mi amavano. Io cercavo di spiegarle che avrebbe conosciuto prima o poi un ragazzo con il quale avrebbe voluto fare l’amore, del quale si sarebbe innamorata e con il quale avrebbe programmato di passare la vita insieme, ma lei non voleva ascoltarmi, si chiudeva le orecchie con le mani come quando era piccola, allora le feci il solletico e lei cominciò a ridere e a dimenarsi nel letto, il bottone del suo pigiama, quello che teneva nascosto il suo seno, saltò e il pigiama si aprì mettendo in mostra le sue splendide tette, io non potevo fare a meno di ammirarle e lei sentendosi osservata si bloccò di colpo, quando vide quello che stavo guardando non si coprì ma mi chiese se le piacevo, io le dissi che era bellissima ma che forse era ora di smettere di giocare, infatti sentivo che mi stavo eccitando, lei ci rimase male, si mise in ginocchio e con una mano teneva uniti i due lembi del pigiama, si stava mettendo a piangere e questo non l’avevo mai sopportato, anche questa volta le misi un dito sotto il mento e le feci sollevare il viso verso di me poi le baciai le lacrime che stavano scendendo sul suo viso, lei mi buttò le braccia al collo, sentivo il suo seno che mi premeva sul petto, Sara mi stava dando dei baci su tutta la faccia e io la tenevo stretta a me, quando le sue labbra si avvicinarono alle mie e cominciarono a baciarle, non ci vidi più, risposi ai suoi baci sempre più eccitato, la baciai sulle labbra, prima delicatamente poi sempre più appassionatamente, passai poi a baciarle il collo, le prendevo i lobi delle orecchie fra le labbra, la feci sdraiare e mentre la baciavo con la mano raggiunsi il suo seno, era piccolo, lo accarezzavo e sentivo che il capezzolo si induriva quando lo sfioravo, anche lei si stava eccitando, la sentivo sospirare ma ancora ero in grado di ragionare e piano piano smisi di accarezzarla, le presi il viso fra le mani e le dissi che era meglio fermarsi prima di andare troppo oltre ma lei mi rispose che non voleva fermarsi, voleva continuare, voleva sapere, voleva provare quello che si provava, non voleva avere sempre in mente quello che le aveva fatto suo padre, voleva dei ricordi belli, e voleva che io facessi l’amore con lei.Non sapevo cosa fare ma sentivo il cazzo che mi scoppiava, mi faceva male per quanto era duro e fu lui a decidere infatti con la testa non ragionavo più, la rimisi sdraiata sul letto, sempre baciandola le tolsi la giacca del pigiama, era bellissima, volevo mangiarmela di baci, volevo farle dimenticare tutto, volevo farla godere come non avrebbe mai goduto in vita sua, i miei baci si spostarono lasciavano su di lei una striscia bagnata, sembrava che una lumaca le era strisciata addosso, scesi verso il suo seno e iniziai a leccarlo, prendevo il capezzolo tra le labbra e lo stringevo delicatamente quando era duro e sensibile al tocco lo lasciavo per passare all’altro, lei sospirava e mi accarezzava i capelli.Quando provai ad abbassarle i pantaloni del pigiama per un attimo lei si irrigidì, la guardai per avere una conferma anche se sinceramente non so come mi sarei riuscito a fermare arrivato a quel punto, lei mi disse di fare piano e di non farle male e poi alzò il sedere dal letto in modo che io riuscii a sfilarle i pantaloni e a toglierli, rimanevano solo i suoi slip, mentre li abbassavo sentivo che non era molto tranquilla, ripresi a baciarla e ad accarezzarla cercando di farla rilassare, dal seno passai ad accarezzarle la pancia e piano piano scendevo verso il basso, quando la mia mano coprì i peli della sua figa lei mise una mano sopra la mia, la guardai aveva le lacrime agli occhi, mi disse ancora di non farle male io la rassicurai rispondendole che in qualsiasi momento lei voleva smettere non aveva che da dirlo e io avrei smesso subito.Sentivo sotto le dita il calore della sua figa, la accarezzai delicatamente poi passai un dito fra le labbra della figa e sentii che era bagnata, con il dito le cercai il clitoride, lo sfregai delicatamente, lei si stava rilassando e cominciò a sospirare sempre più forte, le allargai allora le gambe e mi misi abbassai con la testa fra le sue gambe, la sua figa era davanti alla mia bocca, ogni volta che mi muovevo e cambiavo posizione sentivo che lei si irrigidiva per poi rilassarsi quando si assicurava che non le avrei fatto male, quando cominciai a passare la lingua sulla sua figa la sentii lanciare un piccolo grido, aveva un sapore fantastico, sapeva di sapone, di pulito e di sesso, la leccai a lungo baciandola come se la figa fosse stata una bocca, quando le leccai il clitoride le cominciò a gemere e a sospirare, sentivo le sue mani sulla mia testa, poi sentii che stava per venire, cominciò a tremare, le sue dita mi stringevano i capelli come se fossero delle redini, la sua figa era una mare di umori, continuai a leccarla finchè divenne ipersensibile e mi chiese di smettere per un momento, mi alzai a guardarla era tutta rossa, eccitata, aveva il fiatone come se avesse fatto una corsa, aveva gli occhi lucidi, la baciai e lei rispose ai miei baci, facevo guizzare la mia lingua nella sua bocca e lei incrociava la sua lingua con la mia, mi disse che mi amava, che mi aveva sempre amato da quel giorno che l’avevo portata via dal collegio insieme alla sorella, anch’io le dissi di amarla, l’amavo come figlia ma anche come donna, amavo sia lei che Monica, che Chiara, non riuscivo a capire come potevo amarle così tanto.Sara disse che aveva goduto tantissimo ma che voleva che continuassi, non le bastava quello che avevamo fatto voleva tutto, voleva fare l’amore.
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