Martina e i suoi colleghi sarebbero dovuti partire la settimana dopo, il 23 giugno…Durante il resto della settimana la ragazza si alternò tra il suo lavoro abituale e quello nell’ufficio del direttore, che volle scoparla in tutti i modi, inculata compresa…Martina all’inizio aveva opposto resistenza, infatti era un buco che non le piaceva dare a chiunque, ma alla fine aveva ceduto e non se ne era pentita…Adesso stava preparando la valigia per il viaggio… sarebbero dovuti rimanere per settimane, forse mesi, nel deserto a Ovest del Nilo, con una temperatura torrida di giorno e gelida di notte… bella roba! Eppure era questo che bramava da anni… “Una valigia per la roba leggera e una per la roba pesante… speriamo che non me la perdano all’aeroporto… chissà perché, poi, questa scelta di trovarci tutti all’aeroporto di New York… ah già! ‘sta storia degli sponsor…”La sera della partenza (avrebbero viaggiato di notte) si trovò con i suoi colleghi nella sala d’attesa dell’aeroporto. “Almeno la compagnia non è male” pensava tra sé e sé Martina.Julien era un simpatico e bel francese di trent’anni, con la mania del canottaggio che gli faceva un fisico da sballo… Cesare aveva trentotto anni, anche lui molto attraente ma un po’ orso… ci aveva provato appena lei era arrivata al Museo, ma si era preso un bel due di picche… ogni tanto Martina se ne rammaricava… Con Alexandra si era subito trovata bene… era arrivata solo sei mesi prima questa ventottenne inglesina dai capelli rossi, ma aveva esperienza da vendere… suo padre era dell’ambiente e lei, fin da quando aveva compiuto 12 anni l’aveva accompagnato nei suoi viaggi. Era anche piuttosto attraente, piccola con un fisico da bambolina molto ben fatto… non sarebbe stata male per una “lesbicata”…Questi erano i pensieri di Martina quando si imbarcò sull’aereo… era vestita con una gonna al ginocchio ed una leggera camicetta smanicata con sopra una giacchetta in jeans, nel caso che a New York facesse freddo…Il suo posto era vicino al finestrino, con Julien di fianco. Si tolse la giacchetta, si sedette appoggiandosela in grembo e si mise subito la mascherina per dormire sugli occhi… da sotto la mascherina poteva vedere con la coda dell’occhio i bei pettorali di Julien… si addormentò con il profumo sexy del francese in testa.Il sonno non durò a lungo… Martina fu svegliata da una mano che indugiava sulla sua coscia. Era la mano di Julien, che pareva non essersi accorto del suo risveglio. Il primo istinto della ragazza fu quello di tirare un sonoro schiaffo al francese, ma qualcosa dentro di lei la fermò… si stava eccitando, un po’ per il profumo del ragazzo, un po’ per l’immagine dei suoi pettorali ancora viva nella sua mente, un po’ per il tocco leggero e vellutato della sua mano… così decise di fare finta di niente e aspettare per vedere cosa sarebbe successo.La mano le aveva alzato un po’ la gonna e adesso era salita ad accarezzare un po’ sopra il ginocchio, poi verso l’interno… a poco a poco alzava sempre di più la gonna accarezzandola e facendole venire la pelle d’oca… Martina poteva sentire i suoi capezzoli spingere quasi con insistenza contro la seta della camicetta e la sua fica bagnarsi… la mano ormai aveva alzato del tutto la gonna e stava cominciando a indugiare sul pizzo delle mutandine in corrispondenza del suo pube parzialmente depilato… il respiro cominciava a farsi affannoso, la situazione la eccitava da matti… forse c’era anche qualcun altro sveglio che poteva vedere quello che Julien le stava facendo… quasi si pentì di avere la giacca appoggiata sulle gambe, che avrebbe coperto la visuale di uno spettatore occasionale…La mano si stava infilando sotto le mutandine, quando indice e medio le sfiorarono l’apertura le sfuggì un gemito di piacere… Julien si bloccò per un attimo, poi vedendo che lei non accennava a svegliarsi (almeno secondo lui) continuò a sfiorarla. Le dita ora indugiavano sull’apertura, ora si spostavano sul clitoride… Martina cominciava a godere veramente e decise di agevolare l’opera del francese.Con uno di quei movimenti che si fanno durante il sonno scivolò in avanti sul sedile e allargò maggiormente le gambe… ora la mano di Julien poteva spaziare fino a parte del suo bel culo.Dopo un momento di esitazione, il collega riprese a masturbarla delicatamente, iniziando anche a forzare l’ingresso della sua figa con un dito. La ragazza non ce la faceva più… avrebbe voluto che il francese la scopasse lì, in quel momento, tanto era eccitata… invece il massimo che faceva era infilare il suo medio nella sua passera ormai bagnatissima.Dopo un po’ di questa masturbazione Martina sentì Julien che ritraeva il dito, ri- infilandolo subito dopo insieme all’indice. Il suo respiro era sempre più affannoso, Julien non poteva non essersi accorto che lei era sveglia, infatti dopo poco sentì le sue dita che uscivano e l’indice che si accostava al suo sfintere, che premeva e che riusciva a entrare, strappandole l’ennesimo gemito di piacere… Julien intanto con il pollice aveva cominciato a strofinarle il clitoride per portarla in fretta all’orgasmo, che quando arrivò la costrinse a mordersi le labbra per non urlare…Martina si tolse la mascherina e si girò verso Julien, che senza una parola si stava leccando le dita che le aveva appena infilato nella fica… si guardò intorno e vide che non c’era nessun altro sveglio.Allora cominciò ad accarezzare dolcemente il pacco del francese… era già eretto, evidentemente masturbandola e vedendola godere si era eccitato… la sua mano lo toccava da sopra i pantaloni, mentre lei lo guardava fisso negli occhi, leggendo il suo desiderio.Un ultima occhiata per vedere se qualcuno guardava, poi si dedicò al membro del collega: le sue dita gli slacciarono i pantaloni, poi li aprì tirando fuori un cazzo di notevoli dimensioni. Ora la sua mano viaggiava dolce sull’asta di 23 cm del francese, mentre continuava a guardarlo fisso negli occhi. Poi, sempre fissandolo negli occhi, si abbassò e glielo prese in bocca… all’inizio viaggiava con la lingua sul grosso glande, poi scese e cominciò a prendere in bocca l’asta. Più scendeva, più le veniva voglia di averlo tutto in bocca… a poco a poco scendeva infilandoselo sempre più verso la gola, mentre con la lingua continuava a stimolare l’asta…Arrivata alla fine della corsa, cominciò a risalire, poi iniziò un lento su e giù senza aiutarsi con le mani ma succhiandolo come un ghiacciolo… il francese sembrava gradire: infatti aveva chiuso gli occhi e le passava una mano sui seni, gemendo ad ogni colpo di lingua della bella collega. Martina decise di far durare la cosa a lungo: prima se lo tirò fuori, leccando l’asta dal basso verso l’alto, poi si dedicò ai testicoli, che sembravano dover esplodere, ed infine prese in bocca solo il glande, stimolandolo con delle lunghe leccate alternate a rapidi colpetti.Dopo dieci minuti di questa tortura, decise che era il momento di farlo venire…cominciò un su e giù sempre più rapido e sempre più a fondo. Intanto accarezzava le palle del ragazzo, ormai in visibilio. Quando vide che stava per venire, si rialzò un po’ fino ad avere in bocca solo il glande e, sempre muovendo la lingua, cominciò a masturbarlo.Il francese venne copiosamente, con otto lunghi getti (segno che lo aveva eccitato a dovere…) che fece fatica a tenere in bocca tutti… quando Julien ebbe scaricato tutto il suo seme, alzò la testa e, guardandolo, deglutì soddisfatta… quindi dopo un ultimo bacio alla cappella dell’uomo, si rimise la maschera e ritornò a dormire, sicura che non sarebbe più stata interrotta…A New York incontrarono i restanti elementi della spedizione: il professor Langsey, un uomo di circa 50 anni, almeno a guardarlo, brizzolato e con un certo fascino. La moglie: una biondina tedesca che avrà avuto massimo 25 anni, molto carina anche se con un’aria da porca che lasciò pochi dubbi a Martina sul perché Langsey l’avesse sposata. I cinque assistenti di Langsey, poi… tre uomini e due donne: gli uomini non erano niente di speciale, ma le ragazze erano veramente carine… bisognava ammettere che il professore si trattava bene in quanto a collaboratrici…La prima, Chloe, era una brunetta con i capelli ricci e due seni che avrebbero fatto sognare qualsiasi uomo, mentre Alicia era una bellissima ragazza con i capelli neri e gli occhi azzurri… chissà in base a cosa le aveva selezionate il luminare… entrambe dovevano avere circa la sua età… pensò Martina… Dopo le presentazioni e i convenevoli di rito, si imbarcarono sull’aereo… questa volta era seduta di fianco ad Alexandra, e passò tutto il viaggio a chiacchierare, stupendosi del fatto che la collega portasse spesso il discorso sulle assistenti di Langsey e su quello che dovevano fargli… non aveva mai pensato che anche Alexandra potesse essere così interessata al sesso e così maliziosa…Il sito doveva essere a Sud- Ovest del lago Nasser, verso il Sudan. Per organizzare bene il tutto (occorreva mettere a posto gli ultimi dettagli con le autorità, per autorizzazioni ed accordi su eventuali ritrovamenti) Langsey comunicò che si sarebbero fermati per cinque giorni a Luxor, dove avrebbe trovato anche la manodopera per i lavori pesanti: montare le nuovissime tende costruite apposta dalla Ferrino, abilitate ad essere equipaggiate con quasi ogni comfort (erano quasi dei prefabbricati…), spostare le casse con i reperti, eccetera…Arrivati all’albergo dove avrebbero alloggiato in quei cinque giorni, Langsey rimase a parlare per un po’ con il direttore…- Ci devono essere problemi… che palle, ho una voglia di essere già lì…- Commentò Martina rivolgendosi alla collega inglese- Non ti preoccupare… saranno solo seccature… comunque ti assicuro che non sarà una passeggiata, ne so qualcosa…-Il professore finì di parlare con il direttore e si avvicinò alle ragazze…- Scusate… c’è qualche problema con le camere… ne mancano con i letti singoli… se non è un problema, per voi due e per Chloe e Alicia ci sono due matrimoniali…– Per me non c’è alcun problema… per te, Martina?* Nessun problema… pensavo già che saremmo dovuti andare a dormire per strada…-Una risata generale accolse la battuta della ragazza, poi si diressero tutti verso le rispettive camere.- Wow… Marty, hai visto che camera?– Sì… bella…– Guarda che arredamento… poi… guarda qui in bagno: vasca idromassaggio… doccia multifunzioni… si tratta bene il professore…– Sì… penso che questo soggiorno ci farà pesare ancora di più le scomodità del deserto…– In effetti… ora che ci penso, avremo un grosso problema…– Perché?– Hai visto chi dorme di fianco alla nostra camera? Il professore in persona… penso che faremo fatica a dormire…– Già… hai proprio ragione…- rispose Martina ridendo -Ora, visto che si sta facendo tardi, mi farò una bella doccia e poi comincerò ad agghindarmi per la cena…– Eh eh… vuoi farti bella per qualcuno in particolare?– No… è solo che mi piace essere a posto… e tra i due viaggi ho sudato come un dromedario…- Dopo essersi fatte ambedue una bella doccia ed essersi preparate, scesero verso la saletta riservata da Langsey per la cena… Martina indossava una gonna nera al ginocchio e una maglia bianca che le lasciava scoperta la spalla destra e metteva il risalto il suo seno sodo, Alexandra aveva un sobrio abito da sera poco scollato.- Scusa… chi vuoi uccidere?- le aveva chiesto l’inglese mentre scendevano verso la sala da pranzo- Perché?– Dovresti avere il porto d’armi per girare così…- le disse sorridendo e dandole una leggera gomitata…- Diciamo che vorrei mostrare al esimio Langsey che noi due siamo all’altezza delle sue assistenti, se non meglio… sai come siamo fatte noi donne…- Hai proprio ragione…- Il loro ingresso fu accolto da sguardi stupiti e, ovviamente, un po’ eccitati… lo stesso professor Langsey le accolse con un baciamano e le invitò a sedersi accanto a lui al tavolo per la cena.Il pasto fu ottimo, Langsey era un simpatico intrattenitore e anche la moglie si dimostrò una donna simpatica, tutt’altro che gelosa… sembrava non notare le eloquenti occhiate che lanciava ora verso Martina ora verso l’amica inglese…Alla fine della cena il professore inglese si lanciò in un discorso…- Signori… questa sera inizia effettivamente la nostra spedizione… prima di tutto voglio darvi un paio di direttive per il proseguimento del nostro rapporto di lavoro… come i miei collaboratori ben sanno, non mi piace essere chiamato professor Langsey, signor Langsey, o ‘ste cose così… quindi chiamatemi Robert… questo e riferito a voi e ai vostri colleghi, ragazze…- disse volgendosi verso Martina e Alexandra- D’accordo, Robert- rispose l’inglese- Certo, professor Robert…- ribadì Martina sorridendo e scatenando le risate del gruppo…- Bene… almeno il morale è alto… è un’ottima cosa. In questi giorni godetevi le comodità della città e dell’albergo, perché nel deserto non avrete nulla di tutto questo…- Sapete benissimo che vi sta prendendo in giro…- Intervenne la moglie – sappiamo tutti che il nostro Robert ama circondarsi di comodità e che le tende, anche se chiamarle semplicemente tende è riduttivo, saranno comodissime…– E va bene… avevo cercato di spaventarvi… ora un’ultima cosa prima di lasciarvi andare a dormire: propongo un brindisi alla nostra spedizione!* Dopo il brindisi io andrei a fare un giro, Ale…– Ti seguo, Marty…-Finito il brindisi le due ragazze si alzarono e si diressero verso il parco dietro all’hotel.- Allora, Alexandra… come ti sembrano il prof e gli altri?– Devo dire che mi aspettavo che lui fosse un vecchio noioso e lei una stupida troietta… invece mi hanno stupita…– Sì… è simpatico… è anche lei…- Dopo un po’ si diressero verso la camera per andare finalmente a dormire…- Senti Marty, ti da fastidio se dormo nuda?– No… anche io sono abituata a dormire così…-Si prepararono e, dopo aver spento la luce, si misero a letto… Rimasero a parlare per qualche minuto, ma dopo un po’ sentirono dei rumori nella stanza di fianco…- Sembra che Robert si stia divertendo…- disse Alexandra sorridendo- Chissà con chi…– Cosa intendi dire?– Che sua moglie non mi è sembrata essere molto gelosa… può darsi che accetti, o prenda anche parte ai suoi tradimenti…-Rimasero un po’ di tempo zitte, intente ad ascoltare- Sembra che la ragazza sia venuta…– Marty… mi sto eccitando a sentirli di là…– Anch’io… Si guardarono per un momento, poi Martina prese l’iniziativa: si avvicinò all’inglese e la baciò dolcemente sulle labbra. Alexandra rispose subito al bacio e in breve tempo le loro lingue si stavano intrecciando, mentre le loro mani vagavano sui rispettivi corpi accarezzandosi.L’inglese aveva preso l’iniziativa è si dedicava a palpare le belle tette di Martina… poi si staccò dal bacio e scese a leccarle: alternava rapidi baci sul collo e in mezzo al solco, poi le prendeva con le mani e cominciava a leccare il capezzolo per poi ciucciarlo come un bambino.- Alexandra… scusa se salto i preliminari… voglio fare un 69, ti prego…- Certo Marty…-L’inglese si girò e si stese sopra la bella italiana. Le leccava piano piano la figa, Mentre Martina aveva cominciato a dedicarsi alla sua… le leccava con insistenza il clitoride infilandole un dito nella fessura e intanto le dimenava la propria figa sulla faccia. Era chiaramente lei a reggere il gioco ora, continuava con la lingua sul clitoride, poi, quando Martina era più vicina all’orgasmo, smetteva e si dedicava a palparle le sode natiche e a leccarle il buchetto, cercando quasi di penetrarlo con la lingua. Martina per il piacere aveva ormai interrotto il 69, e si limitava a masturbare leggermente l’amica che la leccava.Alexandra cominciò a dedicarsi con più costanza al culo dell’amica, ora lo leccava bene e con un dito cercava di entrare. Martina aveva smesso di dedicarsi all’inglese e si stava toccando le tette, stringendole, accarezzandole in preda al piacere… sentiva il dito di Alexandra che forzava la resistenza del suo sfintere ed entrava, poi la ragazza che girava il dito, che lo iniziava a muovere dentro e fuori… Martina era ormai eccitatissima: implorava l’amica di farla godere, di smettere di torturarla… Alexandra sembrava non sentire… le infilò anche un secondo dito nel culo non più vergine da tempo, e cominciò a muovere le due dita avanti e indietro come se la stesse scopando.Quando Martina era ormai arrivata al limite, aggiunse a questo movimento la sua lingua. Dava delle rapide leccate al clitoride, poi passava la lingua sulle grandi labbra e poi giù fino al culo, poi tornava su e la penetrava quanto più riusciva… In questo modo portò l’italiana rapidamente all’orgasmo che arrivò intensissimo… Martina si schiacciò la faccia sulla figa dell’amica, leccandola disperatamente e cercando di non urlare… Quando l’orgasmo fu finito, Alexandra si girò verso l’amica che ansimava ancora e , appoggiandole una mano sul seno che si alzava e abbassava affannosamente, la baciò- Sei bellissima…– Sei stata fantastica… ora tocca a me però…– Hai ragione- L’inglese si alzò e si inginocchio in modo da avere la figa in corrispondenza della bocca di Martina, che cominciò a dare lunghe leccate alla passera dell’amica, mentre con le mani le palpava le tette, non grossissime ma ben fatte e sode… Alexandra reggeva ancora il gioco, schiacciando più o meno la figa sulla bocca di Martina in base alle sensazioni che voleva provare… in questo modo arrivo rapidamente l’orgasmo, che la fece urlare e inarcarsi, stringendosi le tette con forza…Poi si sdraiò di fianco alla collega e le due ricominciarono a baciarsi, accarezzandosi dolcemente i seni e le natiche- E’ stato bellissimo, Martina…– Anche per me…– Senti…– Cosa c’è?– Niente… non preoccuparti…– Sicura?– Sì… sì… non era niente di importante…– Io invece devo dirti una cosa… meglio ora, prima che tu ti faccia idee strane…– Dimmi tutto…– Ale, tu sei una cara amica, mi è piaciuto tantissimo quello che abbiamo appena fatto e lo rifarò molto volentieri se ne avremo l’occasione, però…– Però…– Ecco… io sono bisessuale, non lesbica… ho bisogno di un uomo, quella con te non può essere che un’avventura che viviamo ogni tanto… spero di non averti ferita…Alexandra sorrise felice- Guarda, era proprio quello che avevo avuto paura di dirti io prima… anche io temevo che fossi lesbica e che pensassi… quello che hai detto tu insomma…– Allora… fantastico…– Sì… meglio così… siamo felici tutte e due…– E potremmo andare anche a caccia insieme qualche volta…- E sorrise maliziosa- Se sarai alla mia altezza… ora dormiamo, è tardi…– Buonanotte– Buonanotte-E dopo un ultimo bacio, si addormentarono abbracciate
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