Come vi ho detto, non avevamo la possibilità di incontrarci regolarmente, e per questo l’allenamento di Francesca andava avanti piano piano, la voglia Francesca in entrambi era maledettamente incontrollabile, e confesso più volte di non aver resistito all’attesa dell’incontro e aver scaricato il mio stress in altro modo… Ecco finalmente un’altra occasione, stavolta è lei ad avere la casa libera! Qualche ora per lasciarci andare, in attesa delle vacanze natalizie, dove finalmente i miei si sono decisi per quella crociera del caz… Vabbè non voglio annoiarvi con i miei problemi famigliari, di certo! Mi ricordo bene di quel giorno. Non vi capitano mai le giornate no? Quelle volte in cui alle brutte notizie seguono degli insuccessi o dei brutti momenti? Non dico cose tragiche ma se in un giorno vi viene comunicato di aver peso 17 in un esame universitario, una litigata tremenda coi tuoi per discutere di stupidate ma che poi sfocia in urla di non sopportazione reciproca, la tua squadra del cuore che perde miseramente sempre più punti e che per esigenze del solito leccaculo le date delle consegne di determinati lavori vengono spostate a tua insaputa e ti ritrovi sobbarcato di lavoro senza neanche poter controbattere. Beh, quel pomeriggio di “relax” non volevo perderlo, ma avevo i nervi a fior di pelle, cazzo! Ed eccomi davanti al suo cancello, suono e mi viene ad aprire, bellissima come sempre. Mi saluta, naturalmente si mostra fin da subito riverente, ma capisco che qualcosa non va. Ok, è una schiava, ma è veramente fredda e distaccata oggi. E’ da tanto che non ci dedichiamo ai nostri piaceri e non mi sembra normale questo distacco. Mi siedo sul divano, lei mi slaccia delicatamente le scarpe ed inizia a baciarmi e massaggiarmi i piedi. Mentre mi accarezza i talloni le chiedo: “Dimmi, cosa c’è”. “…” “Parla, tira fuori il rospo, se c’è qualcosa che non va dillo liberamente, oggi puoi.”. “Padrone… devo dirti una cosa ma so che non ti piacerà…”. La sua voce delicata, nasconde un po’ di timore. “Vai avanti” “Dei miei amici mi hanno invitata a passare le vacanze natalizie in montagna da loro” “E… continua, su” “Io senza pensarci ho accettato” e subito in fretta, come se con una cascata di parole riuscisse a superare l’imbarazzo, la paura e soprattutto calmare me “sono stata impulsiva, lo so, non dovevo, dovevo chiederlo a te il permesso, ti prego perdonami, ti prego” pausa, il suo sguardo a terra. Tremando aspettava il mio verdetto. “Tieni più ad andare via con i tuoi amici che servirmi?” “No, è che io… la mia migliore amica ha insistito, è quasi una sorella… ho accettato senza pensarci ma quando mi è venuto in mente che io per le feste dovevo passarle a leccarti le suole non sono riuscita a tirarmi indietro perché Silvy quasi piangeva dalla gioia della prima vacanza, io e lei insieme…”. Ancora silenzio. E presi la mia decisione. “Ok, puoi andare”. La gioia nei suoi occhi “Ma alla condizione che quando lo deciderò dovrai presentarmi Silvia”. Conoscevo la porcaggine della cugina di Silvia, e se l’amica di Francesca le assomigliava, chissà che non saremmo riusciti a coinvolgerla nella storia, ma si vedrà. Stavolta è andata così. “Grazie, grazie!”. Ma non ho neanche l’intenzione neanche di fargliela passare liscia. Le schiaccio la faccia sul tappeto col piede, mi alzo e mi tolgo la cintura di cuoio. “Comunque sei troppo impulsiva per i miei gusti, vuol dire che non hai ancora capito con chi hai a che fare” Inizio a frustarla, schiena, culo, cosce. I vestiti attutivano i colpi e io non mi risparmiavo. Lei sembra combattuta, felicissima per la mia decisione, il pianto era un misto di gioia e dolore per i colpi subiti. La prendendola per i capelli la trascino con forza verso camera sua. Arrivati le strappo i vestiti di dosso. E’ proprio bella, ma io sono veramente incazzato oggi e non ho di certo il tempo di stare a contemplare un paio di tette. Inizio a picchiarla. Schiaffi e sberle, mirando ai punti strategici. Viso, collo, seno, culo. Paonazza, sorride, che paradosso, e mi ringrazia ogni volta. La giro, le levo il plug che si inserisce nel culo sempre più spesso e glielo sbatto in bocca. La inculo con violenza. E’ dilatata, se si pensa al fatto che ho sputato solamente un po’ di saliva tanto per non farmi male io, mi ha accolto, manco fosse una figa. La monto, lei è una pecora smarrita e io glielo sbatto nell’intestino. La slabbro di più, lei si tiene le chiappe spalancate oscenamente per permettermi di inserire anche un paio di falangi oltre al mio cazzo. Non voglio venire subito, mi sfilo. Lei ansima e succhia il plug con gli occhi socchiusi, quasi fosse in un altro mondo. La frusto ancora sulle chiappe che si contraggono, so che i segni di oggi le rimarranno per qualche giorno. Sputo ancora per lubrificarla e rudemente le infilo di botto mezza mano nel culo. Quattro dita dentro di lei. Inizio a fare avanti e indietro, a ruotare il polso, il suo culo si adatta e lei gode. Io sono eccitatissimo, ma il mio cazzo è ora mezzo moscio, ma nonostante questo riesco a ripiantarlglielo dentro tanto poca è la sua resistenza. “Troia che non sei altro, non perderne neanche una goccia”. Le piscio in culo, per lei è una novità. Aveva subito clisteri in passato, ma l’idea del mio cazzo che piscia nel suo culo le provoca dei brividi lungo la schiena. Finito esco da lei che contrai le chiappe su mio ordine per non far uscire nulla dal suo deretano. “Uhhmm” Si passa la lingua sulle labbra. Punto il plug all’altezza del suo forellino e con un colpo secco la impalo con quell’oggetto di gomma progettato per entrare e rimanere dentro. La chiudo come se fosse una bottiglia di fanta. Le tiro degli sberloni sulla pancia che invece di farla soffrire, le ricordano, con il rumore del liquido, che è piena del mio piscio. Lei non capisce più niente, sembra quasi una bambola di gomma, tanto è immobile e impotente! La penetro nella vagina, veramente bagnata, quasi da far schifo e poi glielo sbatto in gola. “Succhia troia” La prendo per la testa e glielo mando in gola. So che rischia di vomitare così, ma l’idea non mi da fastidio. Vengo, è un misto di sborra e piscio, ma lei beve fino all’ultima goccia. Ho scaricato le mie tensioni di una settimana nel suo stomaco. La prendo e la porto in bagno. La butto nella vasca. Lei è inerme, stravolta ma il piacere ancora non la molla, sottile piacere, per tutto il corpo. Le tolgo il dildo dal culo e si lascia andare. Non arriva all’orgasmo, ma buttare fuori dal culo quel misto di urina gialla e sporco le provoca molto piacere. Il pomeriggio di certo non è finito così, è ancora presto. Dopo essersi lavata e sistemata, l’ho posseduta ancora un paio di volte. Niente di perverso o che starebbe bene fra racconti s/m, ma è bello ricordare quanto quel pomeriggio abbiamo goduto. Il permesso di andare in vacanza l’ha avuto ed io finalmente sono riuscito a rilassarmi un po’ con una ragazza bellissima e soprattutto a me sottomessa, cosa potrei chiedere di più in questo momento?
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