Tutto iniziò la notte in cui, svegliatomi con una forte arsura, mentre mi recavo in cucina per bere un bicchier d’acqua, vidi una debole luce trapelare dalla porta accostata della camera di mio zio.Non sono curioso di natura ma, alle due di notte, quella luce accesa catturò la mia attenzione e mi indusse a sbirciare dentro. Quello che vidi mi lasciò a bocca aperta. Zio Marcello sdraiato sul letto, completamente nudo, veniva cavalcato in modo assatanato da mia madre Lucia, cioè sua sorella, ugualmente nuda.Eravamo stati invitati da lui nella sua casa di Rimini per passare il fine settimana al mare con la sua famiglia e, dopo che altre volte mio padre aveva rifiutato, quella volta accettò per farmi contento.Si, perché sia mio padre che mia madre non sono molto amanti del mare. Mio padre perché dice che non ha senso stare ad arrostirsi al sole. Mia madre, a cui invece piace prendere il sole, è però restia a mettersi il costume davanti a degli sconosciuti.Mi chiamo Mario, ho 24 anni e studio giurisprudenza a Bologna, città dove vivo con la mia famiglia e dove vive anche la famiglia di zio Marcello.Qualche anno fa sua moglie ereditò questa casa a Rimini da un parente non sposato e da allora, durante i mesi estivi ci stanno più che possono.Questo fine settimana però mia zia non era potuta venire ed allora ne avevamo approfittato noi con la scusa di fare compagnia alle mie due cugine ed allo zio….e a quanto stavo vedendo, che compagnia!Avevo sempre considerato mia madre un essere asessuato. Una donna di casa che si occupava solo di accudire me e mio padre.Una decina di anni fa, quando tutti i ragazzini iniziano ad interessarsi all’altro sesso, avevo cercato di spiarla, senza risultati, in bagno. Si perché è sempre stata sua abitudine appendere un asciugamano alla maniglia della porta, ostruendo così il buco della serratura. Nella sua camera da letto neanche a parlarne. Poi, crescendo, iniziai ad interessarmi alle mie coetanee e quindi non pensai più a mia madre. Negli anni a seguire ho avuto più di qualche storia ma per ora non ho intenzione di legarmi ad una ragazza in particolare. Sono giovane e voglio prima divertirmi un po’.L’ultima volta che abbiamo affittato una casa al mare risale giusto ad una decina di anni fa, poi più niente. E anche in quelle occasioni mia madre indossava dei costumi interi ipercastigati……. stile anni cinquanta per capirsi. Sotto quei costumi riuscivo ad intuire due bei meloni e anche le gambe erano niente male. Ma con quell’abbigliamento c’era poco da guardare.Anche in casa è sempre stata vestita come se dovesse uscire da un momento all’altro. Non l’ho mai vista un po’ trascurata o in disordine e tanto meno indossare vestaglie o cose del genere. Insomma non avevo granché idea di come potesse essere il fisico di mia madre a parte l’altezza, 1 metro e 70 e il fatto che avesse qualche chilo in più rispetto al suo peso forma. Almeno fino a quel momento.Lei ha 50 anni, devo dire complessivamente ben portati, e mio zio ne ha 53, portati meno bene. E’ infatti un po’ calvo e ha una vistosa pancia ma in compenso è sempre stato un tipo attivo. Il contrario di mio padre che, oltre al lavoro, non ha altri interessi…… nemmeno verso mia madre…… quello che ho sotto gli occhi è il risultato di questo suo comportamento. I due, cercando di fare meno rumore possibile, ci davano di brutto e alla luce della lampada si vedevano i loro corpi, matidi di sudore, nei classici movimenti dell’atto sessuale. Per la prima volta in vita mia avevo sotto gli occhi il corpo nudo di mia madre……..e che corpo! Dalla posizione in cui mi trovavo la visione era quasi perfetta.Vedevo il letto da un lato e quindi avevo davanti a me il profilo di mia madre che ad ogni affondo sbatteva le poppe sul petto di mio zio. Ogni tanto si tirava su, andava indietro con la schiena, poggiava le mani sulle gambe di zio Marcello e lo scopava con abili movimenti del bacino. I miei boxer stavano scoppiando per l’enorme erezione che avevo. Tirai fuori l’uccello ed iniziai a masturbarmi. Che scena! Mia madre, – l’angelo del focolare, la più tradizionale delle donne, la mamma che ad ogni scena osé in televisione cambiava canale imbarazzata -, si muoveva sopra mio zio come la più esperta delle pornostar. E che fisico! Cosce carnose ma senza un filo di cellulite, ventre piatto e due zinne da infarto: sicuramente una sesta misura sormontata da due areole scure e ben delimitate nei contorni da cui sporgevano due capezzoli grossi e dritti come la punta di un dito mignolo. Quando si riabbassava su mio zio, ogni volta lo invitava a ciucciarglieli. Lui lo faceva con gusto strizzandogli le grosse zinne come se volesse farci uscire il latte. Ad un certo punto mio zio la fece mettere carponi e vidi chiaramente che iniziò a leccarle il buco del culo. Mia madre gemeva gradendo chiaramente quel servizio, ma quando mio zio gli si posizionò dietro con il chiaro intento di incularla lei si tolse lasciandolo in ginocchio sul letto a cazzo dritto. Con voce un po’ più alta gli disse che, come già gli aveva ripetuto più volte, non aveva intenzione farsi sfondare da quell’arnese. In effetti l’uccello di mio zio era di dimensioni notevoli. Non eccessivamente lungo, 16 o 17 centimetri, ma con un diametro di circa 5, poteva fare seri danni a chi, come evidentemente mia madre, dietro era vergine. Da quello che riuscii a capire, ogni volta mio zio provava ad incularla ma ogni volta mia madre rifiutava quel trattamento facendo arrabbiare lui e alterandosi anche lei. Per consolarlo, mia madre, sempre carponi si girò e glie lo prese in bocca. Lui le tenne ferma la testa con le mani ed iniziò a scoparla in bocca. Dai gemiti e sospiri di mio zio capii ad un certo punto stava venendo in bocca alla mamma la quale non si sottrasse anzi bevve tutto fino all’ultima goccia. Almeno così pensai. Invece all’improvviso mia madre si alzò e si diresse verso la porta dove ero io. Aveva la bocca chiusa e capii che stava andando in bagno a sputare la sborra di mio zio. Evidentemente lo accontentava facendosi venire in bocca ma poi non lo ingoiava. Fui preso dal panico, avevo i boxer alle ginocchia ed il cazzo in mano e cercai di allontanarmi senza fare rumore ma non fui sufficientemente veloce perché mentre rientravo in camera, lanciando un ultimo sguardo lungo il corridoio verso la porta della stanza di mio zio, vidi il profilo di mia madre con il volto girato verso di me che a sua volta mi guardava con espressione tra l’incerto ed il preoccupato. Rientrato in camera, nonostante la paura degli ultimi minuti, dovetti terminare l’opera interrotta dietro la porta in fretta e furia. Mentre mi masturbavo confrontai mentalmente il mio cazzo con quello dello zio: erano completamente differenti. Infatti il mio era molto più lungo – circa 22 centimetri – ma meno grosso di diametro – circa 4 centimetri -. Come l’ultimo dei depravati, pensai che forse mia madre da me si sarebbe fatta inculare. E venni copiosamente.Il giorno dopo, in spiaggia, mi accorsi che mia madre mi guardava in continuazione, in un paio di occasioni mi sembrò che volesse parlarmi – sicuramente di quello che avevo o non avevo visto la sera prima – ma poi non ebbe il coraggio di farlo. Mio zio invece era giocoso ed espansivo come sempre. Evidentemente mia madre non gli aveva detto che forse li avevo visti all’opera. Capii quindi che la cosa mia madre voleva risolverla a quattrocchi con me. L’eccitazione che mi assaliva ogni volta che ripensavo alle scene viste la notte precedente era talmente forte da far passare in secondo piano la preoccupazione che mi arrivava dall’essere consapevole che mia madre mi aveva visto e spesso ero costretto a stare a pancia sotto per nascondere la prepotente erezione che quei ricordi mi procuravano. Vedevo mia madre con altri occhi. Occhi non di figlio ma di uomo allupato. Mentre cercavo di distrarre la mia mente da questi pensieri vidi mia madre che si avvicinava con noncuranza a mio zio per chiedergli se poteva prendergli gli occhiali da sole poggiati sopra il telo da mare vicino a me e, mentre lui lo faceva, lei sottovoce gli disse: “Oggi pomeriggio mio marito torna a Bologna con un giorno di anticipo!”. Era un chiaro invito a sfruttare quell’assenza per incontrarsi e fare sesso. La cosa stuzzicò la mia immaginazione e già stavo cercando il modo di scoprire come e dove si sarebbero visti. Poi i miei pensieri divennero più audaci: decisi di trovare il modo di essere io ad approfittare dell’assenza di mio padre per avere a disposizione il corpo di mia madre. Ma come? L’impresa era praticamente priva di speranza. Ma più mia madre lanciava segnali con lo sguardo allo zio, più cresceva in me questo desiderio di averla. Guardatela, pensavo, chi potrebbe dire che dentro quel buffo e castigato costume ci sia un corpo come quello che ho avuto modo di vedere? E che quella pacata signora cinquantenne, a letto si trasformi in una vera mangiatrice di uomini? Per sbollire dovetti fare un tuffo in mare ma ormai ero certo di cosa dovevo fare: usare qualsiasi stratagemma pur di riuscire a scopare mia madre!Ad ora di pranzo decisi di tornare a casa prima degli altri per cercare con calma una qualche lettera o documento, scritto a mano da mio zio, per vedere la sua calligrafia. Dovetti frugare un po’ ma alla fine trovai una vecchia lettera in un cassetto che sicuramente non era tra le carte che lui usava in quel periodo per cui la potei portare in camera mia senza farmi troppi scrupoli. Passai la successiva mezz’ora ad esercitarmi per riuscire ad imitarla al meglio. Lo scopo era quello di scrivere un bigliettino per mia madre in cui lo zio – cioè io – la avvertiva che stanotte sarebbe andato a trovarla in camera sua. Allo stesso tempo però dovevo trovare il modo di essere sicuro che lo zio, che già sapeva dell’assenza di mio padre, non andasse veramente da mia madre. Anche per questo avevo già un’idea a cui mi sarei dedicato nel pomeriggio.Preparai il biglietto e lo misi sotto il cuscino di mia madre. Sicuramente lo avrebbe visto quando dopo pranzo sarebbe andata a fare il riposino pomeridiano.Quando tornammo in spiaggia verso le quattro, capii subito che mia madre aveva effettivamente letto il messaggio. Lo si capiva dagli sguardi languidi che rivolgeva ogni tanto allo zio Marcello il quale ricambiava ignaro di tutto. La prima parte del mio piano era andata a buon fine. Ora dovevo impedire a mio zio di giocarmi un brutto scherzo presentandosi anche lui da mia madre.Verso le sei e mezza, con la scusa di voler fare una passeggiata lungomare me ne andai e puntai diretto su una farmacia dove comprai una confezione di Valium. Sapevo benissimo come funzionava e come agiva perché la madre di un mio amico ne faceva uso e spesso lui mi aveva parlato degli effetti. Sapevo anche che mio zio era solito passare un po’ di tempo fuori del balcone prima di andare a letto bevendo una bibita fresca mentre si gustava la brezza marina che a quell’ora è particolarmente piacevole. Quella sera glie la avrei preparata io….con una variante! Tornai a casa in tempo per salutare mio padre che partiva. Noi saremmo tornati la sera dopo con l’altra macchina.Essendo l’unico che sapeva quello che passava per la testa di mia madre, mi divertii per tutta durata della cena e anche nel dopocena a scrutarla. Potevo leggere nei suoi gesti e nei suoi sguardi lanciati in direzione dello zio, l’impazienza dovuta all’avvicinarsi dell’ora in cui tutti ci saremmo ritirati nelle nostre stanze.Quando mia madre decise di andare a letto ci diede la buonanotte dicendo: “Non tardate!”. Messaggio chiaramente rivolto al suo amante….che però per questa notte, a sua insaputa, sarei stato io. Come zio Marcello uscì sul balcone presi la palla al balzo e gli chiesi che bibita voleva. Glie la preparai aggiungendo una buona dose di Valium e ne assaggiai un pizzico per vedere se quest’ultimo ne avesse alterato il sapore. Non notai niente di strano e quindi portai la bibita a mio zio che nell’arco di un quarto d’ora la bevve tutta mentre io ero davanti la televisione sperando che il tranquillante facesse l’effetto desiderato. Passò un’altra mezz’ora e non vedevo rientrare lo zio. La cosa iniziò a preoccuparmi: che la dose fosse stata insufficiente? Con una scusa mi affacciai al balcone e trovai mio zio che dormiva sulla sedia. Il mio piano procedeva a vele spiegate. Lo accompagnai nella sua stanza in uno stato di dormiveglia, lo aiutai a svestirsi ed a mettersi a letto e me ne andai lasciandolo che dormiva alla grande.Andai in camera mia e mi sedetti sul letto. Era tutto pronto ora dovevo solo trovare il coraggio di entrare in camera di mia madre. Era da poco passata mezzanotte.Alla fine mi feci coraggio. Non potevo rinunciare proprio ora dopo tutto il lavoro che avevo fatto quel giorno. E poi sicuramente, l’indomani in spiaggia, guardando mia madre in costume mi sarei dato del coglione se ora non ne avessi approfittato. Era quasi l’una quando lentamente aprii la porta della sua stanza ed entrai.Nella penombra della stanza riuscii a distinguere solamente la sagoma di mia madre sdraiata sul letto. Era in posizione fetale ed io per paura che mi riconoscesse, le andai subito alle spalle sedendomi sul letto. Man mano che i miei occhi si abituavano all’oscurità riuscivo a distinguere sempre più particolari. Coperta da un lenzuolo fino alla vita, indossava una camicia da notte sorretta sulle spalle da due minuscole bretelline che le lasciava scoperta una buona parte della schiena. Accortasi della mia presenza cercò di girarsi ma io, sdraiandomi dietro di lei, la anticipai poggiandomi con il mio corpo al suo ed impedendogli la manovra. Questa azione, fatta d’istinto, senza pensarci, ebbe il piacevole risultato di far aderire la parte anteriore del mio slip alle sue chiappe coperte in parte dalla corta camicia da notte che, con piacere, constatai essere ampie e sode. L’erezione fu immediata e dal sospiro che mia madre emise capii che anche lei se ne era accorta ed indubbiamente gradiva. Il lenzuolo era finito in fondo al letto ed io allungai una mano per accarezzarle la gamba. Lei si spostò leggermente in avanti staccandosi da me e questo gesto mi intimorì perché pensai che in qualche modo si fosse accorta di qualcosa di insolito. Invece lo fece solamente per tirarsi ancora più su il bordo della camicia da notte e scoprire così il suo slip. Fece per tornare nella posizione iniziale ma la bloccai mettendole una mano sulla schiena. Con la stessa mano poi scesi verso il basso ad accarezzarle le tanto desiderate chiappe. Con mia grande sorpresa e sommo piacere potei così constatare che la mia dolce mammina aveva indossato per l’occasione un tanga e quindi aveva le chiappe praticamente nude. Dopo avergliele carezzate e tastate per alcuni minuti, mentre le leccavo e baciavo la schiena, la sentii spingere all’indietro con il chiaro desiderio di risentire sulle sue chiappe il mio cazzo duro all’inverosimile, e nel fare questo sussurrava: “Dai Marcello…..fammelo sentire….lo sai che mi piace quando me lo strofini tra le chiappe”. E invece io proprio non lo sapevo! Senza volerlo avevo stuzzicato proprio uno dei punti deboli di mia madre.Tirai giù lo slip e gli poggiai l’asta tra le natiche e quasi venni…più per l’idea che quel culo era di mia madre che per il reale piacere. Lei si scansò di nuovo, spostò con due dita il filo del tanga che aveva nel solco e tenendolo così si ripoggiò a me gemendo di nuovo nel sentire questa volta il mio cazzo, che nella sua mente era quello dello zio, a diretto contatto con la sua pelle. Era stupendo strofinarglielo in mezzo alle chiappe. Con la mano le tirai giù la spallina e scoprii una mammella che da come cadde fuori molleggiando sembrava non aspettasse altro. Iniziai a massaggiarla ed a strizzarla con gusto pizzicando e titillando anche il capezzolo che come le zinne era fuori misura e duro come un piccolo cazzetto. Che zinne che aveva mia madre!! Molto più grosse di quanto uno poteva aspettarsi vedendola vestita. E sode. Non flaccide come ci si poteva aspettare in una donna di cinquant’anni. Erano sode come quelle delle mie coetanee con la differenza che nessuna di loro le aveva così grosse. E che porca che era a letto! Mugolava e mi incitava a continuare. Eravamo arrivati tutti e due al limite quando cercò nuovamente di girarsi con l’intenzione di farsi penetrare da quello che riteneva il cazzo dello zio. Se lo faceva si sarebbe accorta che ero io che le strofinavo il cazzo tra le cosce e sarebbe scoppiato un casino. Decisi quindi di prendere io l’iniziativa e scoparla nella posizione a me più favorevole. La spinsi allora a pancia sotto, a gambe unite, gli sfilai il tanga e gli salii a cavallo e allargatele le chiappe ci affondai il viso ed iniziai a leccargli la fica ed il buco del culo. Per il fatto che lei lo rifiutava a mio zio, era diventato il mio obiettivo principale. Alternavo le leccate con piccoli mozzichi su quelle chiappe tonde ed abbondanti che mia madre spingeva verso l’alto per facilitarmi il compito. Mi accorsi comunque che gradiva particolarmente i momenti in cui mi dedicavo con la punta della lingua al suo forellino anale. Il suo ansimare ed il suo dimenarsi aumentavano considerevolmente. E fu proprio mentre gli facevo questo trattamento, unito a due dita che gli stavo facendo scorrere dentro la fica che ebbe il suo primo orgasmo soffocato da lei affondando la faccia nel cuscino. Ormai non ne potevo più e per continuare dovevo a tutti i costi venirmene pure io. Mi tirai su e posizionai la cappella tra le sue grandi labbra facendocela scorrere sopra senza entrare, gustandomi per un paio di minuti l’abbondante lubrificazione presente a seguito del suo godimento. Non soddisfatto decisi di saggiare con lo stesso sistema e con molta cautela, anche la sua porta posteriore. Iniziai quindi a strofinargli la cappella leggermente e con tutta la delicatezza di cui ero capace sopra ed intorno all’ano spingendo leggermente quando ero al centro. Ogni tanto interrompevo per riempirglielo di saliva. Era un approccio diverso da quello dello zio che a quanto avevo visto, come ci poggiava sopra il suo randello, spingeva senza nessuna precauzione con il chiaro scopo di voler entrare tutto e subito ma con il solo risultato, peraltro ovvio anche a me che ho la metà dei suoi anni, di far un male cane alla mia cara mammina e di non ottenere ciò che voleva. La mia teoria si rivelò giusta perché, dopo una sua ritrosia iniziale – pacata da me affondandogli fino in fondo con decisione e con gusto il cazzo nella fica e restandoci per un po’ immobile mentre le riempivo di piccoli baci la nuca -, accortasi che la mia intenzione non era quella di entrare ma solo quella di giocare col suo buco del culo, mi lasciò continuare rilassandosi totalmente e gustandosi finalmente anche lei le attenzione che il cazzo di un maschio rivolgeva al suo buchetto. Ogni tanto riaffondavo completamente nella sua fica calda e carnosa lasciandomi mungere da lei che aveva in questo un’esperienza inimmaginabile per il tipo di donna che la avevo sempre creduta. Ogni volta che rischiavo di venirmene uscivo e mi staccavo da quella carne invitante. Ad un certo punto fu proprio lei che sottovoce mi disse: “Dai Marcello ….strofinalo ancora sul buchetto che così mi piace….quando lo fai con delicatezza è eccitante….continua….” mi implorava spingendo contemporaneamente quelle belle chiappe verso l’alto. Se avesse saputo che le stava offrendo a me,suo figlio!! Non so cosa avrei dato per assistere a quella scena con la luce accesa per vedere nel dettaglio tutte le sue forme che ora vedevo solo a grandi linee. Avevo comunque intrapreso la via giusta: il trattamento gli piaceva. Questo mi spingeva ad essere più audace. Iniziai nuovamente a rivolgere le mie attenzioni alla sua rosetta anale passando più spesso al centro, spingendo con delicatezza. Ogni passaggio era accompagnato da un suo gemito e dopo un po’, anche da delle sue spinte decise verso l’alto. Insalivandogli il buchetto con le dita, mi accorsi che dall’eccitazione era abbastanza aperto, tanto che forzando leggermente con il dito medio vidi che lei rispondeva positivamente continuando ad alzare il bacino. In un attimo feci sparire il mio dito nel suo culo e l’attimo dopo ero già uscito ed avevo ripreso ad accarezzarglielo. Poi ripresi a forzare leggermente e lei nuovamente spinse il bacino verso l’alto… ed io nuovamente affondai il mio dito nel suo culo. Questa volta lo tenni dentro qualche secondo e, con grande piacere, mi accorsi che lei stava per godere di nuovo. Hai capito la cara mammina? Pensai mentre lo tiravo fuori per non farla venire. Mi rimisi a cavallo e glie lo rimisi nella fica iniziando questa volta a scoparla vigorosamente poggiando le mie mani sulla sua schiena e schiacciandola sul letto.Avrei voluto dirgli quanto mi stava facendo godere. Avrei voluto dirgli che mi arrapava da matti sapere la mia mamma più troia che mai. Ma sapevo che se mi riconosceva erano guai seri per cui in silenzio la scopai per buoni dieci minuti e poi le scaricai dentro una quantità infinita di sborra. Sorprendentemente lei non venne e, sempre sorprendentemente mentre ero accasciato sopra di lei mi sussurrò: “Dai Marcello….ora devi far godere anche me….gioca con la tua cappella sul mio culo….continua ad essere delicato come prima che…..si insomma….ammetto che mi piace…..”. Quelle parole ebbero l’effetto di farmelo tornare duro all’istante e con molto piacere ripresi il giochetto che poteva essere la chiave per aprire…..nel vero senso della parola, il buco del culo di mia madre. Ma non potevo assolutamente rischiare il fallimento…..ed inoltre ormai volevo che fosse lei ad implorarmi di incularla. Ma non a suo fratello bensì volevo che in qualche modo venisse a sapere che stasera sopra di lei c’era stato suo figlio e non lo zio Marcello; e che il trattamento che le piaceva tanto glie lo avevo fatto io.Intenzionato a darle un assaggio di ciò che la aspettava le riempii di saliva il buchetto e poi dopo qualche volta in cui lei aveva spinto per sentire il contatto pieno con la mia cappella, all’improvviso glie la infilai tutta nel culo uscendo, come con il dito, immediatamente. Capii che era un tantino interdetta. Non credeva che ciò che aveva sempre ritenuto una cosa dolorosa fosse avvenuta in modo così naturale….e perché non riconoscerlo, piacevole. Per avere la riprova di ciò che gli passava per la mente, ripresi il trattamento, sempre con lei che spingeva il bacino verso l’alto. All’ennesima volta mi fermai ed aspettai che fosse lei a decidere il da farsi. Con mio sommo piacere vidi che, dopo un momento di indecisione, lei continuò a spingere verso l’alto facendo entrare nuovamente la mia cappella nel suo culo. In contemporanea iniziò a godere e io, dapprima affondai tutto in lei facendogli emettere un gemito di piacere da vera puttana e poi uscii completamente bloccandogli l’inizio del godimento. Questo la irritò non poco e lo disse chiaramente: “Cazzo Marcello! Quando io non volevo tu insistevi continuamente….ed ora che sei…..dentro…. esci proprio quando me ne sto per venire!”. “Sssssshhhhhh……”, feci io per farla stare calma, senza proferire altra parola per paura di essere scoperto sul più bello. Mi tirai indietro, gli aprii le chiappe e gli feci cadere sul buchetto un mare di saliva che poi spalmai per bene intorno e dentro riappacificandomi con la mamma che, a questo punto non c’erano più dubbi, gradiva moltissimo le mie attenzioni al suo posteriore. Mi riposizionai sopra di lei e affondai il mio cazzo nella sua fica che colava umori come una fontana per lubrificarlo al meglio poi lo poggiai nuovamente sul buchetto imprimendo una leggera pressione ma senza entrare in lei. Durante questa attesa lei gemeva e sospirava come un mantice……finché lo disse: “Dai Marcello che aspetti……mettilo dentro……inculami…..dai inculami ti prego!!”. Sentire queste parole dette dalla mia cara mamma e con quel tono arrapato mi mandò il sangue al cervello e spinsi facendo sparire nel suo buco del culo la mia cappella. La mia azione fu accompagnata da un suo “Ssssssiiiiiiiiiiiiii” chiaramente liberatorio e mentre lo emetteva spingeva le chiappe verso l’alto con il chiaro intento di far entrare il resto della mia asta nelle sue budella. Non mi feci certo pregare e spinsi anch’io facendo sparire tutti i 22 centimetri del mio cazzo nel suo culo. Poggiai la mia testa sulla sua schiena gustandomi quella sensazione stupenda e non riuscii a trattenere un gemito che le arrivò all’orecchio forte e chiaro…anche troppo. Mi accorsi dell’errore perché quasi subito si irrigidì: non aveva riconosciuto il gemito tipico di suo fratello. Al che io, per distrarla, mi tirai su e lentamente iniziai a fare dentro e fuori da lei riuscendo nell’intento. Piano piano il piacere la sopraffece e sentii chiaramente che si stava rilassando. “Oooooohhhhhhhh………sssssssssssiiiiiiiiii………è stupendo……..non credevo che potesse essere così bellooooooo…….lo vedi?……Se invece di usare la maniere forti usavi da principio metodi più delicati…mmmmmm………a quest’ora mi avevi sverginato il culo da mesiiiiii……..aaaaaahhhhhhh…….non…non ti fermare…..”. La inculavo con una foga inusuale. Il mio cazzo riusciva a scorrere in lei in modo completo e senza la minima resistenza da parte sua. Era come se lo avesse sempre preso in culo. Stavamo ambedue arrivando al limite. Quando lei venne dovette riaffondare la faccia nel cuscino per non far sentire i suoi gemiti fuori dalla stanza: “mmmmmmmm……mmmmmmmmm…….mmmmmmmm………mmmmmmmm”. Continuò così per qualche minuto mentre io iniziai a sborrare dentro le sue viscere. Ambedue provammo sensazioni sconosciute sia perché per tutti e due era la prima inculata sia perché, per me il piacere era decuplicato dall’essere consapevole che la donna con cui lo avevo fatto era mia madre.Rimasi affondato in lei finche non mi si ammosciò. Ero tranquillo perché standogli sdraiato sopra non aveva modo di voltarsi a guardarmi. Qualche altra cosa però aveva intuito: il peso e la conformazione fisica dell’uomo che gli si trovava addosso da un’ora buona non erano quelli che conosceva fin troppo bene del fratello! Ma questo però io ancora non lo sapevo.A quel punto decisi che avevo già sfidato troppo la fortuna e, prima che qualcosa andasse storto, dovevo tornare velocemente nella mia stanza. Approfittando del fatto che lei si era appisolata, la baciai sulla nuca e, preso lo slip mi avviai verso la porta chiudendomela dietro appena uscito. La mattina dopo ero al settimo cielo. Ripercorrevo in continuazione i momenti salienti della mia avventura e stavo già cercando il modo di bissarla. Arrivati in spiaggia mia madre si sdraiò vicino allo zio facendogli un sacco di moine e capii dalla loro gestualità che lui gli diceva che non sapeva di cosa stesse parlando. Quando a mia madre fu chiaro che lo zio non stava scherzando, capì che c’era qualcosa che non andava nella faccenda e guardatasi attorno fece subito due più due uguale quattro: quella notte l’unico altro maschio in casa era suo figlio! Possibile!!?? Alzò gli occhi e me li puntò addosso con espressione indagatrice ed io, cercando di fare l’indifferente peggiorai la situazione confermandole i suoi sospetti. Il resto della mattinata trascorse con un’atmosfera pesante e carica di tensione tra me e mia madre mitigata fortunatamente dalla presenza di mio zio e delle sue due figlie del tutto ignari del fatto. A pranzo si parlò del più e del meno con me e mia madre che ogni tanto ci studiavamo: ormai il gioco era scoperto. La mia preoccupazione era come comportarsi in macchina durante il viaggio di ritorno. A questo problema pose rimedio una delle mie cugine chiedendo se poteva farci compagnia. Così ripartimmo io, mia madre e mia cugina sulla nostra macchina e lo zio con l’altra figlia sulla loro. Fortunatamente tornati a casa riprese la solita routine quotidiana e il fatto sembrò essere andato a finire nel dimenticatoio. Non per me che al ricordo di quella notte per alcuni giorni mi ammazzai di seghe. Non riuscivo a provare grande interesse per le mie coetanee, avevo sempre davanti agli occhi il fisico di mia madre che a casa era ritornato celato dentro i soliti vestiti irreprensibili. Un giorno alzai la cornetta del telefono nella mia camera ed involontariamente potei ascoltare mia madre che parlava con mio zio. Era alquanto alterata perché, da quello che riuscii a capire, nel loro primo incontro a Bologna dopo essere tornati dal mare, lui aveva cercato di prenderla da dietro nel suo solito modo irruento provocando l’incazzatura di mia madre che ricordava l’altro trattamento. Avevano così mezzo litigato e mio zio se ne era andato mandandola a quel paese e dicendogli: “Ancora con quella storia! Non riesco proprio a capire di cosa parli! Te la sei sognata… te lo dico io!”. Ora ne stavano discutendo e nell’ascoltare capii che mia madre non aveva affatto dimenticato e che anzi provocava lo zio solo per avere la certezza riguardo i suoi sospetti verso di me. Cominciai ad avere paura di eventuali ritorsioni che lei dall’alto del suo ruolo di genitrice potesse infliggermi.Invece lei nei giorni seguenti continuò a comportarsi nel suo solito modo irreprensibile accentuato dai suoi indumenti castigati anche in quel periodo di calura estiva. Mi ero oltretutto accorto che non aveva più visto lo zio Marcello a riprova che tra loro c’era maretta. Sembrava quindi che almeno per un po’ volesse dare un taglio alla loro storia.Per i primi venti giorni dopo essere tornati dal mare, per me stare in casa fu un tormento perché la maggior parte del tempo c’eravamo solo io e mia madre e non sapevo come comportarmi quando stavamo insieme. Poi invece mi accorsi che le cose tra noi cominciarono ad andare meglio ed addirittura ogni tanto ci facevamo anche delle chiacchierate piacevoli accompagnate da battute e conseguenti risate.Un giorno rientrai intorno all’una e la trovai tutta intenta a preparare il pranzo. “Ho fatto tardi dal parrucchiere” mi disse, “ma non ti preoccupare, tempo venti minuti e mangiamo” concluse guardandomi e sorridendomi. Per ingannare l’attesa andai in camera, presi un pacco di foto che avevo scattato al mare e mi andai a sedere in sala per sfogliarle. Proprio mentre ne guardavo un paio fatte a mia madre e mio zio in atteggiamento abbastanza intimo – per chi come me sapeva i retroscena – entrò lei e a quella vista cambiò umore. Si sedette al mio fianco e mi guardò intensamente. Prese le foto che la interessavano e iniziò a guardarle. Poi tornò a guardare me e dopo un lungo sospiro mi chiese: “Ti è piaciuto?” Io caddi dalle nuvole. Preso così alla sprovvista rifiutavo di pensare che si riferisse alla famosa notte….anche se la situazione lo rendeva evidente. “Cosa?……Non so…..A che riguardo…..”. Cercai di tergiversare ma capii da come continuava a guardarmi che questa volta era decisa ad andare fino in fondo. “Hai capito benissimo a cosa mi riferisco Mario. Il mese scorso al mare dallo zio…..il sabato notte c’eri tu nel mio letto……non lui!” Disse quest’ultima frase dando per scontato che io sapevo della loro relazione. Decisi di essere sincero con lei come lei cercava di esserlo con me. “Si mamma…..mi è piaciuto tantissimo…..e il vedere come piaceva anche a te è stato per me fonte di ulteriore piacere…..”. Non era facile affrontare con la propria madre un tale discorso ma ormai il più era fatto: avevamo calato le maschere. Per avere conferma di quanto avevo appena detto mi feci coraggio e le domandai: “Perché anche a te……è piaciuto vero mamma?” Lei che mentre parlavo aveva chinato la testa sulle foto che aveva ancora in mano, le poggiò sul tavolinetto a fianco, poi mi guardò con un’aria strana e disse: “Si,…..si. Mi è piaciuto Mario”. Lo disse imbarazzata e rossa in volto come una scolaretta. Poi però la consapevolezza di averlo detto e quindi l’aver ammesso a se stessa ed a me il grande piacere provato la tranquillizzarono e gli diedero il coraggio di ripeterlo con più forza: “Si. Mi è piaciuto tantissimo. Niente a che vedere con ciò che provo con tuo zio….e ancor meno con tuo padre. Ho provato un piacere ad un livello superiore che è ulteriormente aumentato quando ho avuto il sospetto – che ora mi accorgo era più una speranza – che a prendermi la …..si insomma a prendermi la verginità posteriore fosse mio figlio”. Deglutivo a fatica. “Se ti eri accorta che ero io perché……perché non mi hai fermato? Perché mi hai lasciato proseguire?…….Perché mi hai incitato con i movimenti del bacino che erano un chiaro invito ad andare avanti?”. “……Perché dentro di me ho dovuto ammettere che mi piaceva! Mi piaceva sentire i baci di mio figlio sul collo e sulla schiena. Mi piaceva sentire…….. la tua lingua tra le mie gambe. Mi piaceva sentire il tuo……dentro di me. Mi faceva impazzire il modo delicato con cui lo avvicinavi al mio…..! Pensavo: finalmente un uomo che sa come trattarmi; è naturale che proprio mio figlio intuisca i miei pensieri su come voglio essere iniziata ad un certo tipo di sesso……che peraltro non ho mai demonizzato…..anzi non nascondo che avevo più che mai voglia di farlo…..ma al momento giusto ….e nel modo giusto…….. Quel sabato notte tutti questi fattori si sono uniti. Era un segno del destino”. Tutte queste cose mia madre le disse come un fiume in piena. Come se sentisse il bisogno di esternare a qualcuno delle sensazioni per troppo tempo tenute dentro e represse. E chi, se non il proprio figlio con cui aveva condiviso la sua prima volta, poteva essere interlocutore migliore? Il tutto però lo disse tenendo ancora la testa bassa imbarazzata, rossa in viso e con gli occhi lucidi. La tensione che aveva dentro era comunque giustificata da fatto incontrovertibile che lei era sempre la mamma ed io sempre suo figlio. “Chissà ora cosa penserai di me!” disse guardandomi mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia. Teneva le mani in grembo strette l’una nell’altra in modo così forte che le sue nocche erano diventate livide per la tensione. Con una tranquillità ed un coraggio che mi sorpresero, mi avvicinai ancor più a lei che continuava a guardarmi, misi le mie mani sulle sue cercando di farla rilassare e poi con naturalezza avvicinai il mio viso al suo e con la punta della lingua raccolsi le sue lacrime ad una ad una. Poi questo gesto si trasformò in piccoli baci che posai su tutto il suo viso che lei iniziò a muovere per agevolarmi. Era la prova che dentro di se non era pentita per ciò che avevamo fatto e speravo che come me desiderava rifarlo. Iniziai a dargli anche dei piccoli baci sulle labbra. Dapprima timidi ed impacciati poi, visto che lei iniziò a ricambiare, sempre più decisi e vogliosi. Alzò le mani e prese la mia testa per baciarmi con passione ed a quel punto non potei fare a meno di piazzargli le mie sulle voluminose mammelle. Lei si staccò un attimo ed abbassò lo sguardo sulle mie mani che la strizzavano vogliose, poi lo rialzò su di me finalmente sorridendo e mi ritirò a se per baciarmi ancora. Il mio ardire cominciava a non avere limiti. Iniziai a cercare di sbottonargli la parte alta del vestito per avere il contatto pelle a pelle con le sue tettone e contemporaneamente forzai con la lingua le sue labbra. Questo secondo desiderio si realizzò quasi subito mentre trovai delle difficoltà, causa l’eccitazione, a sbottonare il vestito. Lei allora si staccò nuovamente da me e continuando a fissarmi aprì lentamente i bottoni fin sopra la cintura, poi infilò prima una mano poi l’altra nelle coppe del reggiseno e scodellò fuori quelle due meravigliose masse di carne morbida e candida su cui non potei fare a meno di ripoggiare le mie mani sotto gli occhi divertiti e compiaciuti della mamma. Mentre glie le strizzavo con gusto ci guardavamo negli occhi e era chiaro a tutti e due che l’eccitazione saliva vertiginosamente. Tanto che dopo un po’ si alzò e mi si mise a cavallo prendendomi la testa e facendola affondare in quel paradiso. “Ti piacciono le poppe della mamma piccolo?” mi chiese eccitata. “Sono le più belle che abbia mai visto mamma…..e anche le più grosse”. “Vuoi ciucciarle come facevi da piccolo?”. “Magari!!” risposi speranzoso. Lei se le prese e le tirò su portando i due grossi capezzoli a pochi centimetri dalla mia bocca. “Che aspetti allora? Fammi vedere se sei più bravo dello zio Marcello, dai” disse provocatoriamente guardandomi dall’alto verso il basso. Ovviamente non me lo feci ripetere ed iniziai ad alternare le ciucciate tra l’uno e l’altro capezzolo, al che mia madre socchiuse gli occhi e con la bocca leggermente aperta ed un’espressione estasiata inclinò indietro la testa ed iniziò a gemere. Insieme a questo iniziò a strofinarsi con il pube sul notevole bozzo generato dall’enorme erezione presente sotto i calzoni della tuta che indossavo. Avendo le mani libere ne approfittai per infilarle sotto la gonna e carezzarle le cosce. Mi accorsi con piacere che indossava calze autoreggenti per cui mi dedicai alla parte scoperta prendendo pieno possesso del suo bel culo ed accompagnando i movimenti del suo bacino. “Non ce la faccio più mamma” le dissi dopo un po’ ansimando. “Neanche io piccolo” rispose, e scese da me iniziando a togliersi il vestito. Mentre la guardavo spogliarsi sollevai il bacino e tirai giù tuta e slip insieme. Il mio randello schizzò come una molla eretto in tutto il suo fulgore e mia madre che non l’aveva mai visto rimase a bocca aperta. “Quel……mostro mi è entrato dietro?” disse incredula. “Si mamma….tutto fino in fondo!” risposi divertito per la sua espressione e nello stesso tempo orgoglioso delle mie dimensioni. Era in piedi davanti a me, vestita della sola maglieria intima. Con le poppe fuori, le calze autoreggenti e le scarpe con il tacco alto era di una eroticità indicibile. “Ti piaccio?” disse maliziosa senza togliere gli occhi dal mio uccello. “Da morire mamma! Hai un fisico eccezionale…….e io?……io ti piaccio?” chiesi timidamente. “Da morire, bambino mio…….hai……hai un cazzo eccezionale!” Me lo presi alla base e ondeggiandolo gli dissi: “E’ tutto tuo mamma……approfittane!” Lei mi sorrise e si avvicinò, si chinò su di lui e se lo fece sparire in bocca in un attimo. Preso dalla foga gli misi una mano in testa e spinsi col bacino verso l’alto facendola tossire. “Così rischi di strozzarmi” mi rimproverò. Poi però proseguì sorniona: Fammi abituare a tutto questo ben di dio e poi non ci saranno più problemi. E lo riprese in bocca. Me lo succhiava come un’idrovora, era stupendo. Le strizzavo le zinnone pendule mentre lei se ne ingoiava sempre di più finché effettivamente riuscì a farselo sparire tutto in bocca. Presa dimestichezza con le dimensioni del mio uccello, iniziò a ciucciarlo con gusto facendoselo sparire tutto ripetutamente in bocca. Sentivo chiaramente la mia cappella che gli arrivava in gola. Era una sensazione stupenda. Le ragazze con cui ero stato non sapevano nemmeno cosa significasse lavorarsi un cazzo in quel modo e con quella passione. “Mamma…..mmmmmm………mamma così me ne vengo nella tua bocca…..aaaaahhhhhhh…….”. Lei si staccò da me e con sguardo appannato dall’eccitazione rispose: “No Mario. Ho altri progetti riguardo al luogo dove ti devi…… scaricare”. Mentre lo diceva teneva le mani poggiate sulle mie ginocchia e muoveva il busto facendo ondeggiare sotto i miei occhi le sue grosse zinne. “Adesso tocca a te” disse qualche secondo dopo facendomi cenno di alzarmi. Io mi tolsi e lei restò a novanta gradi con le mani poggiate sul divano. L’espressione dei suoi occhi lasciava pochi dubbi su cosa volesse ed io non persi tempo nell’accontentarla anche perché era la stessa cosa che volevo io. Mi inginocchiai dietro di lei e le tirai via lo slip lasciando scoperto ed indifeso il suo bellissimo sedere. Finalmente lo vedevo con la luce del giorno ed era ancora meglio di come me lo ero immaginato la famosa notte in cui le avevo sverginato il culo. Affondai la faccia tra quelle chiappe che odoravano di donna vera, tenendole aperte con le mani. Gli leccai con gusto la fica che grondava umori e glie la ripulii per bene. Sotto la mia azione,mia madre emetteva un gemito continuo come se stesse in trans. Gemito che salì di un tono quando iniziai a leccarle il buco del culo già bello rilassato ed aperto. Feci tutto molto lentamente per non farla venire subito.Volevo che venisse insieme a me mentre la inculavo! Quando la ritenni sufficientemente lubrificata e pronta mi alzai e gli strofinai la cappella sul buchetto. Lei subito spinse indietro come se non aspettasse altro ma io mi scansai e con un colpo di reni glie lo spinsi con gusto tutto nella fica. Mi chinai su di lei e abbrancandola per le grosse zinne iniziai a stantuffarla con gusto, rallentando ogni volta che il piacere rischiava di farmi perdere il controllo o quando mi accorgevo che stavo per far godere la mamma. “Sei pronta mamma?” gli chiesi ansimando. “E me lo chiedi? Lo sai che non aspetto altro! Dai infilami nuovamente quel grosso cazzo che ti ho fatto nel culo!”. Lo disse quasi come un ordine a cui non potevo e ovviamente non volevo sottrarmi. Glie lo sfilai dalla fica e poggiai la cappella sulla sua rosetta anale. Per tutta risposta lei si rilassò e sentii chiaramente il suo muscolo allentarsi. Lentamente ma con decisione iniziai a spingere e un po’ alla volta vidi il mio cazzo sparire nel culo di mia madre finché la mia pancia non si poggiò alle sue chiappe. “E’……è rientrato tutto…..?” chiese mia madre quando sentì che mi poggiavo dietro di lei. “Si mamma……te lo ho rimesso nel……culo fino in fondo……ed è…..ed è stupendo……”. Lentamente come ero entrato iniziai ad uscire da lei e quando vidi la cappella che stava mezza dentro e mezza fuori spinsi in senso contrario e con la stessa lentezza rientrai. Arrivato in fondo rimasi fermo a gustarmi le sensazioni che le contrazioni di mia madre mi davano. Nel frattempo gli accarezzavo le chiappe, la schiena, la pancia e più su le grosse zinne che mi avevano stregato dalla prima volta che le avevo viste ballonzolare incontrollate mentre la mamma si scopava lo zio. Ma il culo no!! Pensai rivolto allo zio Marcello. Il culo la mamma non te l’ha dato! La sua parte più intima l’ha donata a me! Suo figlio! Mentre pensavo queste cose stavo riuscendo da mia madre. Questa volta lo tirai completamente fuori e vidi con piacere che il buchetto era rimasto dilatato come ad invitare nuovamente il mio cazzo. Ci sbattei più volte sopra la cappella con mia madre che continuava a gemere ed a lamentarsi perché la stavo facendo aspettare. Infilai due dita nella sua fica che gocciava umori come una fontana e poi glie li infilai nel culo per lubrificarlo ancora di più. Poi nella fica gli affondai il mio cazzo duro come la pietra e lubrificai anche lui. “Mettimelo dietro Mario dai…..mmmmmmm….. ti prego,….. mettimelo dietro…….inculami ancora…..per favore……”. Incredibile quella santa donna di mia madre mi supplicava affinché io, suo figlio, continuassi ad incularla. Era tempo di riempirle quel bel culo pastoso con la mia sborra giovane e calda!Gli poggiai nuovamente la cappella sul buchetto già aperto e dilatato e sentii chiaramente che questo, sotto lo stimolo della mamma si aprì ancora di più per accogliermi. In un attimo, con un colpo di reni, gli feci sparire tutti i 22 cm del mio cazzo nel culo Mia madre, colta alla sprovvista, invece di lamentarsi gradì il trattamento ed iniziò a godere come una maiala. Gli diedi qualche colpo bruto tanto che dovette poggiarsi con le ginocchia alla sponda del divano per non perdere l’equilibrio. A quel punto iniziò a restituirmi colpo su colpo spingendo indietro il sedere con decisione ogni volta che io spingevo in avanti. “Sto’ venendo Mariooooooo….mmmmmm……che gusto che mi dai…….il tuo cazzo sembra…..mmmmm… fatto apposta per il mio culoooooo……dai che vengoooooo….mmmmmm…….ssssssiiiiii…..bravo bambino mio……fai godere la mamma che ne ha tanto bisognoooooo…….vengooo sssssiiiiii….vengooooo…….”. Talmente tanto era il piacere che provava mia madre che ormai il mio cazzo scorreva dentro il suo culo rilassato come se fosse una seconda fica. Come la famosa notte avevo la conferma che prenderlo in culo gli piaceva tantissimo.Il mio piacere arrivò quasi in contemporanea amplificato dalla vista dello stupendo fisico di mia madre che in quella posizione un po’ sconcia per una donna come lei, godeva come non mai. “Vengo anch’io mamma…..vengo nel tuo splendido culoooooo……aaaaaahhhhhh ……mmmmmm”. “Bravo Mario…..così si fa…..mmmmm……. svuotati in me…….svuotati nel culo di tua madre….ooooohhhhh fammi sentire come è calda la tua sborraaaaa……sssssiiiiiii…..”. “Eccomi mamma…..ooooooohhhhhhh……..” le dissi chinandomi su di lei per palparle le grosse zinne che le oscillavano sotto i miei colpi e iniziando a venirgli dentro il culo. Rimasi piantato completamente in lei mentre sentivo il susseguirsi degli schizzi che partivano dal mio cazzo e continuai a restare aggrappato a quelle zinnone anche dopo, mentre piano piano cercavo di riprendermi dall’intensità di un piacere mai provato prima. Poi mi sfilai da lei e mi sedetti per terra sul tappeto, dietro di lei, mentre la mamma, ansimante, continuava a stare nella stessa posizione in cui l’avevo messa all’inizio: a novanta gradi con le mani poggiate sul divano, le gambe dritte leggermente divaricate, calze autoreggenti e tacchi a spillo. La vista era stupenda. Il suo culo ancora leggermente aperto lasciava colare qualche goccia di sborra. Gocce che scendendo si andavano a mescolare con gli umori che uscivano dalla sua fica coperta di una peluria scura e ben curata che però lasciava intravedere il rosso all’interno delle grandi labbra socchiuse. Attraverso l’apertura delle gambe vedevo le ampie mammelle ora immobili e distinguevo i due capezzoli scuri ancora dritti per l’eccitazione. Ripresomi dalla….fatica, mi sedetti sul divano a fianco a mia madre che non perse tempo a mettermisi a cavalcioni strofinandomi le sue belle poppe sul petto mentre mi riempiva il viso di piccoli baci continuando a ringraziarmi ed a complimentarsi per la mia prestazione e per le mie dimensioni. Gli risposi che quanto a prestazioni e a fisico anche lei non scherzava al che ci guardammo e scoppiammo a ridere. Poi però continuò a strofinarsi ed a baciarmi in modo sempre più voglioso ed a quel trattamento non riuscii a restare indifferente. Iniziai a carezzargli i fianchi ed a scendere sempre più frequentemente sulle belle chiappe. Come se questo per lei fosse un segnale, iniziò a muovere il bacino e in poco tempo il mio cazzo riacquistò dimensioni notevoli. La mamma si tirò leggermente su e mi mise le zinnone in faccia che io iniziai di nuovo a leccare e ciucciare con gusto. Lei per tutta risposta mise una mano tra le gambe e con un movimento esperto si fece sparire il mio cazzo nella fica cominciando subito a cavalcarmi. “Il tuo cazzo sta diventando come una droga per me” disse con un sorriso malizioso e con voce roca mentre con le mani poggiate alla spalliera dietro la mia testa mi faceva ballare di proposito quelle meravigliose poppe addosso alla faccia, al ritmo dei suoi sali-scendi. Sembravamo gli attori di un film porno tanto perfetta era l’intesa di movimenti tra i nostri corpi. “Ti voglio scopare queste grosse zinne mamma” gli dissi arrapato mentre glie le strizzavo e ciucciavo. Lei si sollevò facendo uscire il mio cazzo dalla sua fica e si prese le zinne, mi ci fece affondare nel mezzo la faccia ed iniziò a strofinarmele sulle guance. “Un’altra volta Mario. Un’altra volta potrai venirci in mezzo tutte le volte che vorrai ma ora…..ora lo voglio nuovamente nel culo”. A quell’invito mi tirai leggermente giù col bacino e posizionai la cappella sul suo buchetto. Appena lei la sentì lentamente si calò facendolo entrare tutto con facilità sorprendente. Iniziò quasi subito nuovamente a cavalcarmi continuando a tenersi le zinne con me che sotto di lei ero lo spettatore di uno spettacolo sublime. Mi guardò con espressione estasiata mentre continuava a cavalcarmi prendendosi nel culo i miei 22 cm di cazzo e disse: “Domani farò tutto quello che vorrai Mario…..ma oggi devi incularmi fino allo sfinimento……finché puoi”. Io non chiedevo di meglio! Iniziava per me un nuovo capitolo della mia vita di cui forse vi parlerò ancora.

