Anche la naia trascorse; a pochi giorni dal mio congedo, tornai a casa in licenza ordinaria. Dieci giorni da passare a casa senza far nulla. Un pomeriggio mia sorella passò da casa e mi invitò ad andare con lei in fiumi a prendere il sole. Di colpo il cervello mi si affollò di ricordi e strane idee cominciarono a balenarmi davanti agli occhi. Non so se si accorse della mia emozione nell’accettare l’invito, fatto sta che mezzora dopo eravamo al fiume. Ci sdraiammo in un posto lontano della strada dove, data la giornata feriale, non c’era nessuno. Il costumino di mia sorella era molto succinto e lasciava intravedere generosamente le sue bellezze. I capezzoli sembrava volessero forarne la stoffa, e alcuni peli uscivano di lato da quel triangolino retto da due sottili fili. Ero già eccitato, e il mio cazzo prese a ragionare e a parlare per me.”Non c’è nessuno. Perché non prendi il sole in topless?” le dissi.”Se non ti scandalizzi”,”Figurati, ti ho già vista così”, ero io così audace, possibile?Con molta noncuranza lei si tolse il pezzo di sopra e restò che con le sue belle mammellone nude. La leggera brezza le inturgidiva i capezzoli da cui io non potevo staccare gli occhi.”Vuoi che ti spalmi la crema?” sentii dire dalla mia voce.”Si, perché no”.Misi un po’ di crema sulla sua pancia ed incomincia a spanderla. Salii un po’ passandole attorno alle tette, facendo finta di niente. Lei aveva chiuso gli occhi, messo la testa sulle braccia incrociate e non si muoveva. Le spalmai la crema anche sul petto, ma senza scendere troppo. Poi mi decisi e le passai le mani anche sulle tette. Aprì gli occhi e mi guardò con aria interrogativa.”Se no ti scotti” mi giustificai. Richiuse gli occhi e mi lasciò fare. Non potevo crederci. Incoraggiato presi ad indugiare sui suoi meravigliosi globi. Aveva ormai i capezzoli duri. Inarcò la schiena mandando un sospiro.”Massaggi bene” mi disse.Avevo il cervello in fiamme.”So fare anche di meglio” risposi ansimando. Mi chinai e la baciai sul collo.”Ehi, cosa fai?” disse languidamente e senza accennare a muoversi.”Ti faccio le coccole, non ti piace?” ribattei.”Si che mi piace, ma non sta bene tra fratelli”. La lasciai dire e intanto la baciavo sempre più in basso, mentre con la mano destra le torturavo un capezzolo.”Tu hai bisogno di una donna” mi disse.”Anche tu lo sei” le dissi, ricominciando subito il mio “lavoro”. Ero deciso ad eccitarla il più possibile prima che si tirasse indietro. Non sembrava, comunque, che volesse tirarsi indietro. Mi scostò un attimo e si girò sulla pancia.”Tu sei pericoloso” mi disse, e si abbandonò mollemente. Il caldo, l’odore della crema protettiva, mia sorella a mia disposizione. Pensavo di sognare ed ero infoiato come non mai. Presi a spalmarle la crema anche sulla schiena e concentrai quasi subito la mia attenzione sul suo culo. Le misi il costume a mo’ di tanga e le palpai le natiche a lungo.”Che porco che sei! Ti piace il mio culo?””Lo adoro sorellona”Presi poi ad accarezzarla tra le chiappe, scendendo con la mano sempre più in basso. Lei ansimava e quando incominciai a strusciarle le dita sulla figa divaricò le gambe per facilitarmi. Mi accucciai a fianco a lei e le appoggiai il cazzo su una coscia continuando ad accarezzarla. La sentii respirare sempre più velocemente fino a che con un rantolo soffocato non mi disse: “bastaa, basta ti prego”. Mi fermai, sconvolto; respiravo a fatica e la guardavo. Si girò verso di me tutta rossa in volto.”Cosa stai cercando di farmi” mi disse con un’aria che voleva essere di rimprovero.Senza risponderle le presi la mano e me la infilai nei boxer. Lei la ritrasse, ma io fui lesto a riprenderla e a rimetterla al suo posto. Non la ritrasse più e, anzi, prese a stringermi il cazzo.Si girò a controllare che non ci fosse nessuno e incominciò a segarmi furiosamente. Ora ero io a rantolare. La mia eccitazione montava, montava, ma non dava segni di volersi scaricare. Poi, improvvisamente, lei mi strinse le palle ed io sborrai a litri.”Vedi che anche io conosco qualche trucco?” mi disse.La settimana dopo, il lunedì era il suo pomeriggio libero, mi presentai a casa sua. Aveva indosso solo una camicia da uomo e le mutandine. Mi fece entrare senza dire niente. L’aria era elettrica ed entrambi sapevamo cosa sarebbe successo. Avremmo fatto sesso. Eravamo si fratello e sorella, ma anche un ragazzo ed una ragazza sensuali e vogliosi di sesso. Ci ficcammo la lingua in bocca con ingordigia, ci avvinghiammo uno all’altra e ci spogliammo. Lei me lo abbrancò quasi subito e, come la volta prima, mi segò, questo è il termine giusto, quasi con rabbia. Venni poco dopo. Ma non ne avevo a sufficienza. La feci sdraiare sul divano e mi tuffai tra le sue cosce incominciando a leccarla. Aveva una figa molto pelosa, bella, invitante, con un forte odore ed una clitoride molto sviluppata. Sembrava un piccolo cazzo che io presi a succhiare. Quasi urlava dal piacere e si dimenava come un’ossessa. Ebbi paura che urlasse veramente quando raggiunse l’orgasmo.Appena riavutasi mi prese per mano e mi portò in camera sua.”Ti meriti un premio” mi disse “perché sei stato bravissimo”Io ero di fronte a lei e avevo il cazzo che puntava alle stelle. Lei estrasse dal cassetto un preservativo e me lo diede. Lo aprii e me lo infilai, puntai il mio cazzo all’ingresso della sua figa e cominciai a spingere. Lei aveva gli occhi chiusi e gemette quando mi sentì entrare.”Guardami” le dissi “guarda il tuo fratellino mentre ti scopa”. Mi guardò con uno sguardo languidissimo, ma non disse niente. Presi a muovermi con foga, dandole dei colpi violenti. La sentivo lamentarsi, ma non dal dolore, sotto i miei colpi. Ero al settimo cielo. Stavo scopando mia sorella, sentivo la sua figa calda attorno al mio randello ed ero in deliquio. Quante volte avevo sognato questo momento!! Incominciai a sentire la sua figa contrarsi sempre più velocemente.”Si, sbatti quella troia di tua sorella” mi disse lei, infoiata all’inverosimile.Venimmo insieme mescolando le nostre lingue, le nostre salive, i nostri gemiti.
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